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Autore: Tecla_Leben    12/12/2015    2 recensioni
Pitch Black sta per fare ritorno: le stelle che punteggiano la volta celeste stanno sparendo a vista d'occhio, minacciando di far ripiombare la Terra nell'oscurità dei Secoli Bui. Una vecchia conoscenza si affida ai Guardiani per riportare le cose com'erano prima e scongiurare l'imminente minaccia, ma le cose degenerano al punto che lo scontro con l'Uomo Nero si prospetta inevitabile.
Dal capitolo 2:
"Non capivo cosa fosse successo. Ero stesa a terra, vestita di brandelli di tessuto carbonizzati, in mezzo a fumanti cumuli di cenere e tizzoni ardenti. Nessuno sembrava curarsi della mia presenza, ma anzi, la gente che passava lanciava un'occhiata annoiata e incurante nella mia direzione e tirava dritto, ignorando le mie flebili richieste di aiuto."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Manny/L'uomo nella Luna, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per la seconda volta, la ragazza si rifiutò di credere a quel che le era stato detto. Si portò i pugni sulle palpebre e se le sfregò energicamente, facendone scaturire fuori due scie di sabbia nera.

<< Sante Pleiadi, tutto tranne questo! >>

Aveva sentito dei movimenti e un istante dopo si sentì prendere le mani in quelle gelide del ragazzo.

<< Dai, non va così male! >>

Lei alzò un sopracciglio nella sua direzione come a chiedergli se si fosse reso conto dell'idiozia che aveva detto, sciogliendo le mani dalla sua stretta e incrociandole sul petto, ma il tono speranzoso del ragazzo non si incrinò minimamente.

<< Hai l'Universo, ora. Puoi rimetterlo al suo posto, e Pitch non può spegnere le ultime stelle! >>

<< Bravo Jack, questo è vedere il bicchiere mezzo pieno! Ma dimentichi che conciata come sto adesso, non sono utile nemmeno ad accendere un fiammifero, figuriamoci ripopolare un intero universo! Se almeno avessi ancora una stella...! >>

Passarono alcuni istanti di silenzio, interrotto solo dalla voce di Jack, che aveva preso a canticchiare un motivetto a bocca chiusa.

<< Che c'è? >> chiese la ragazza, perplessa.

<< Mah, niente. È solo che guarda caso, io ho una stella proprio qui, nella tasca della felpa! >>

Altro secondo di pausa, il sopracciglio di Bellatrix sembrava aver messo radici appena sotto l'attaccatura dei capelli.

<< Eh? >>

<< Ti ricordi quando siamo stati al covo di Pitch, vero? >>

<< E come dimenticarlo? >>

<< Ecco. Ero appena entrato, e il varco si era chiuso sopra di me come una trappola per le volpi. Non riuscivo a vedere un accidente. A un tratto il buco si riaprì e volò dentro questa >> .

Così dicendo il ragazzo estrasse un piccolo globo ghiacciato, tenendolo alto davanti agli occhi vacui di lei. Poi ricordò che non poteva vedere, perciò le prese di nuovo le mani, ve lo adagiò dentro e le richiuse tra le sue, sorridendole incoraggiante.

<< Fortuna che sono agile, altrimenti mi avresti colpito di sicuro! >>

Bellatrix scoppiò in una risata liberatoria. Non una risata sprezzante, ma un suono chiaro e cristallino come l'acqua di una fonte, un suono che, Jack si costrinse ad ammetterlo, gli levò un peso opprimente dallo stomaco.

Lei si liberò dolcemente dal suo tocco e si chinò per terra. Cercò a tentoni la sfera con dentro l'Universo, la raccolse e gliela depose tra le mani come lui aveva fatto con lei appena qualche istante prima.

<< Questo, per ora, voglio che lo tenga tu. Nelle condizioni in cui mi trovo ora, non potrò difenderlo se Pitch dovesse cercare di riprenderselo. Perciò stacci attento, mi raccomando >> .

Sentì il peso leggero della sferetta sollevarsi del tutto nelle mani del ragazzo e allora prese tra le proprie la stella congelata. I minuti trascorsero lenti, intervallati dai respiri di lei che si facevano sempre più lenti e profondi. Dopo un ultimo sospiro, schiuse le labbra e soffiò piano sulla superficie ghiacciata dell'astro. Gocce d'acqua le bagnarono le mani quando la scorza di ghiaccio si sciolse, colandole sulle braccia e bagnandole le maniche aderenti e sbrindellate in diversi punti.

Rimasero a lungo immobili, l'uno di fronte all'altra, col viso alto e gli occhi chiusi a bearsi di quel piacevole tepore che la stella aveva sprigionato risvegliandosi, finché un potente tuono fece tremare la terra, facendoli cadere l'una addosso all'altro. Jack si ritrovò a fissare gli occhi spenti della ragazza, spalancati in un'espressione di terrore. La afferrò per le spalle, la buttò di lato senza troppi complimenti e si precipitò fuori.

Lei lo raggiunse qualche istante dopo, la mano posata contro il muro per non mancare l'uscita.

<< Che sta succedendo? >> chiese perentoria, alzando il volto al cielo come se avesse intuito il pericolo che aleggiava sopra il loro nascondiglio.

<< Il cielo... è completamente nero. Garantito che Pitch sta per combinarne una grossa! >>

<< Allora, suppongo che dovremmo darci una mossa, vero? >>

Spiegò le ali e fece per spiccare il balzo, per poi cadere rovinosamente sulle ginocchia meno di mezzo secondo dopo.

<< Ah già, dimenticavo che sono più prosciugata di un'acciuga sotto sale! >> disse dopo qualche istante, in tono apatico.

Jack, che era rimasto a guardarla con vago affetto, si avvicinò per aiutarla a rialzarsi.



<< ...Questo... è davvero... oltraggioso... >> borbottò Bellatrix, sistemandosi meglio sulla schiena di Jack.

<< Per caso avevi un'idea migliore? >> chiese lui, mal celando il proprio tono affaticato dal peso di lei.

<< No, ma lo stesso se ti scappa anche solo una parola al riguardo con gli altri giuro sulle Pleiadi che ti uso come gratta unghie! >> lo minacciò lei, allentando leggermente le braccia incrociate attorno alla sua gola.

<< Tranquilla, sarò muto come una tomba! Tieniti pronta, vedo il castello! >>

Nell'avvicinarsi, i due non incontrarono la minima resistenza e ciò li insospettì ulteriormente. Pitch poteva aver teso loro un'imboscata, e Jack era sicuro che in quel caso non sarebbe riuscito a tener testa a un'orda di incubi e proteggere al contempo la sua compagna di viaggio, che di certo non avrebbe potuto farlo da sé.

Atterrarono leggeri all'imboccatura del lungo corridoio che fungeva da ingresso e Bellatrix saltò giù dalla sua schiena con un movimento goffo. Il ragazzo lasciò vagare lo sguardo sulle imponenti mura, le iridi azzurre che schizzavano veloci da un mattone all'altro.

Dopo qualche istante di esitazione, iniziarono a percorrere il passaggio, facendosi luce con la stella risvegliata da Bellatrix.

<< Sai che ti dico? Questo posto ha l'aria di essere molto più grande, all'interno! >>

<< E allora? Ti sembra momento di pensare all'architettura? >>

<< Non è esattamente una cosa normale. Lo sai, vero? >>

<< Oh, Jack. Conosci bene Pitch. Dovresti sapere che, oltre alle manie di protagonismo, adora la mente dei bambini. Loro hanno interi mondi, in testa. Le storie, le paure e le gioie, insomma tutto quello che un bambino vive gli fa avere una mente sconfinata! Ma ciò non gli fa avere un planetoide come scatola cranica, non trovi? >>

<< Ah. Quindi noi ci troviamo nella testa di un bambino, adesso? >>

<< Forse, chi può dirlo? Chissà, magari è la sua! Anche Pitch era umano, quindi deve essere stato un bambino per forza, tanto tempo fa! >>

Jack provò a immaginarsi Pitch da bambino, ma quella visione gli era tanto difficile a immaginarsela che lui preferì pensare che Bellatrix avesse torto. Non poteva trattarsi della sua mente, assolutamente no!

<< Ora, ecco il piano >> continuò lei, dopo ancora qualche istante di silenzio, mentre procedevano fianco a fianco lungo la parete che sembrava non finire mai, << io vado da Manny, mentre tu vai a cercare i Guardiani! >>

La stretta alle mani fu istantanea.

<< Non ci penso nemmeno, non te lo permetterò! Tu e Pitch avete un conto in sospeso, e lui aspetta solamente di chiuderlo! Non sei in condizioni di poterlo affrontare da sola, non resisteresti un minuto! >>

La ragazza scosse la testa, con un sorriso vago ed incerto.

<< Ti ringrazio, Jack. Ma come hai detto, abbiamo un conto in sospeso, e anche io non vedo l'ora di fare i conti. Ci troverà comunque, prima o poi. Tanto vale dargli ciò che vuole e chiudere questa storia una volta per tutte. >>

<< Promettimi solo che non ti lascerai battere >> mormorò Jack, dopo un istante di esitazione, riprendendo a camminare assieme a lei.

<< Scherzi, vero? È la seconda volta che prova a liberarsi di me, eppure io continuo a tornare, come un tenace mal di denti. Vedrai che me la caverò. Me la cavo sempre, alla fine... Dove siamo? >>

<< Ecco.. in una grande sala. Davanti a noi c'è una specie di trono, là in fondo... >>

<< Segni di Pitch? >>

<< Nessuno >> .

<< Il muro a destra. Dovrebbe esserci un passaggio. È da quella parte che devi andare. Percorrilo fino in fondo, scendi le scale e dopo un po' dovresti arrivare nei sotterranei. È lì che lui tiene Nord rinchiuso >> .

Le ci vollero altri dieci minuti buoni per convincerlo a lasciarla sola. Rinnovò la promessa di non lasciarsi sopraffare da Pitch e ne suggellò diverse altre, ma in cuor suo credeva che almeno la metà sarebbero state infante. Alla fine sentì le dita del ragazzo scivolare via dalle sue e i passi leggeri di lui inghiottiti dalla pietra. A tentoni, mosse qualche passo verso il capo opposto della sala. Le sembrava di star camminando sulle uova, come se da un momento all'altro rischiasse di cadere in una voragine apertasi sotto i suoi piedi. Ma ciò non accadde e lei avanzò fino a metà della sala, quando inciampò in un oggetto sconosciuto e cadde lunga distesa. Toccandolo, s rese conto che l'oggetto misterioso altro non era se non la grande stella a cinque punte che aveva usato come arma durante l'ultimo scontro contro l'Uomo Nero.

Finalmente raggiunse il capo opposto della stanza e si arrampicò sui gradini, fino al punto in cui ricordava trovarsi lo specchio. Allungò le dita e avvertì il freddo della superficie, purtuttavia senza toccarla. Ricordava fin troppo bene le parole dette da Pitch: “toccalo e finirai dentro anche tu”. Certo, poteva averlo detto con l'unico scopo di sviarla, ma c'era da fidarsi? Se almeno avesse avuto la certezza che entrandovi, avrebbe scambiato la sua libertà con quella di Manny!

<< Se solo mi dicessi come fare a liberarti! Se potessi prendere il tuo posto, lo farei sorridendo! >> mormorò la ragazza all'essere che, ignaro e assopito, lei non poteva vedere.

<< Se la metti così, potrei anche farci un pensierino! >> la raggiunse la voce di Pitch da un punto impreciso alle sue spalle.

Sentì un forte spostamento d'aria che le sferzò i capelli e seppe di avercelo alle spalle, pericolosamente vicino, il suo fiato caldo sul collo.

Nuovo piano: prendi tempo!

<< Perché no, Black? Pensaci bene: senza di me le stelle non potranno riaccendersi. Ciò significa niente serenità, potrai regnare indisturbato sul mondo di terrore che tanto desideri. I bambini saranno dei facili bersagli e io non sarò più lì a cercare di fermarti. Non ti piace l'idea? >>

Si alzò e si volò per fronteggiarlo. Si rendeva perfettamente conto che quel che aveva detto era tremendo, ma per salvare Manny si scoprì a pensare che non avrebbe esitato a lasciare che Pitch tormentasse, torturasse e perseguitasse tutti i bambini del mondo, se fosse stato necessario. La mano di lui si posò sulla sua spalla, in un gesto quasi amichevole.

<< Molto, in effetti. Ma temo che dovrò rifiutare l'offerta >> .

Bellatrix sentì un istantaneo cambiamento in quel tocco: le dita dell'uomo si fecero affilate come coltelli e si conficcarono prepotenti nella sua spalla, lacerando l'abito, la pelle e spezzandole l'osso con uno schiocco secco. Il dolore esplose rapido e inaspettato al punto che le sue labbra si schiusero in un grido muto mentre lei crollava di nuovo in ginocchio stringendosi convulsamente il braccio martoriato.

<< Vedi, il fatto è che è il tuo amico Manny, il pezzo grosso. Tu che non sei nemmeno un Guardiano, come potresti sperare di valere al punto da prendere il suo posto? >>

<< Se non fossi così importante come dici, non mi avresti fatto arrostire su quel rogo, tanto per cominciare! >> sibilò lei con rabbia, sentendo di nuovo il suo fiato addosso, << Non mi avresti ingannato, cercando di farmi mettere contro i Guardiani! Mi hai perfino restituito l'Universo, pur di sembrare convincente! E se non perché ti ho fatto qualcosa, allora perché? >>

<< Sei proprio ingenua, Bellatrix! >> rise Pitch, drizzando la schiena, << Proprio tu che dici di conoscermi così bene non l'hai ancora capito? Pensavo fosse chiaro! >>

Si interruppe, per esplodere immediatamente in una fragorosa risata malvagia.

<< L'ho fatto perché mi divertiva! >>

Si chinò nuovamente, sfiorandole l'orecchio peloso con le labbra sottili mentre la afferrava per i capelli in modo da tenerle alta la testa.

<< E già che siamo in tema, l'Universo. Dammelo, così potrò toglierti di mezzo una volta per sempre! >>

<< Spiacente di deluderti, ma non è più in mio possesso. L'ho perso nelle dune sabbiose, perciò dovrai trovare un altro sistema! >> sibilò Bellatrix, indirizzando gli occhi ciechi verso di lui.

Lei non poté vedere il lampo di malignità che attraversò fulmineo gli occhi paglierini dell'Uomo Nero mentre la lasciava andare con gesto rude e stizzito.

<< Non importa, esistono altri modi per spegnere una luce ostinata! >>


Era la fine, questo l'aveva capito benissimo, fin dall'istante in cui Pitch aveva pronunciato quelle parole cariche di minaccia. Stava galleggiando immersa in un'oscurità densa e vischiosa, che stirava e comprimeva infinite volte ogni singola cellula e fibra del suo corpo, mentre la sua resistenza si faceva sempre meno combattiva e la sua coscienza si faceva via via sempre più assente.

E a un tratto, si ritrovò negli occhi dell'Uomo Nero. Vedeva ciò che stava vedendo lui, ma con una parte remota e per certi versi distaccata dalla sua mente. Lo sentì ridere e la risata dell'uomo era la sua, ma non le apparteneva appieno. Così come il forte senso di trionfo ed invincibilità che la invase come un veleno rapido e letale. In questo vortice di emozioni prepotenti si accorse solo vagamente che la spalla non doleva più.





Jack si precipitò giù per la scalinata di cui aveva parlato Bellatrix, schizzando da un muro all'altro come una pallina di gomma lanciata con forza. Stava vagando in quel labirinto da quel che gli sembrava tanto, tantissimo tempo e ancora non aveva trovato il minimo indizio della presenza di Nord o degli altri Guardiani. A un tratto però, si trovò in un lungo corridoio sul quale si affacciavano decine e decine di porte, tutte uguali e silenziose come un esercito di soldati senza faccia. E a terra, al centro del passaggio, individuò il ramo che aveva raccolto nella foresta per Bellatrix. Gettò uno sguardo all'interno della cella davanti alla quale l'aveva trovato e vide Nord, così come la ragazza l'aveva visto l'ultima volta.

<< Nord! >>

L'uomo alzò gli occhi pesti a quel flebile sussurro e un'espressione sorpresa si fece largo sul volto sporco.

Jack colpì la serratura con l'estremità del proprio bastone, congelandola. Questa si aprì con uno scatto metallico e il ragazzo si precipitò all'interno.

<< In nome di stella Polare, Jack! Bellatrix ha detto che eri stato catturato! Come hai fatto a scappare? >>

Jack ripeté il movimento usato per aprire la porta sulle catene che tenevano Nord avvinto al muro e queste caddero con un sonoro clangore.

<< Te lo spiego dopo! Bellatrix è andata dall'Uomo nella Luna, dobbiamo fare in fretta! Se Pitch la trova per lei è finita sul serio! >>

Nord continuò a massaggiarsi i polsi con aria vagamente distratta.

<< Io non mi preoccuperei troppo, Jack. Quando quella ragazza si arrabbia sul serio è capace di abbattere i monti con un respiro! >>

Jack trattenne un verso rabbioso, guardando il Guardiano suo collega con espressione esasperata.

<< Non hai capito, Nord! Bellatrix è già allo stremo, e Pitch l'ha accecata con la sua sabbia! Non può farcela da sola! Potrebbe già essere troppo tardi! >>

Gli raccontò brevemente di come, una volta scappato dalla grotta che un tempo era il covo di Pitch, si fosse messo alla ricerca di un indizio qualsiasi su dove fossero gli altri Guardiani. Di come, dopo aver girato mezzo mondo, avesse scorto quasi per caso la sagoma inerte di Bellatrix tra le dune di sabbia e l'avesse portata in un posto sicuro. Gli descrisse la sua espressione sofferente mentre era in preda a quell'incubo dal quale non riusciva a destarsi e di come infine si fosse resa conto della sua cecità. Stava per aggiungere qualcos'altro, ma la voce gli morì in gola e Nord ebbe la netta impressione che Jack stesse per crollare sotto il senso di frustrazione che provava.

Forse per cercare di calmarsi, il ragazzo pensò bene di virare su un altro argomento.

<< Allora.. dove pensi che siano gli altri? >>

<< Sai una cosa? Ha ragione lei quando dice che ancora non conosci bene tuo nemico, Jack. Pitch si diverte a giocare con paure di tutti, anche di Guardiani. Prendi Dentolina, per esempio. Un colibrì. Un uccellino che vive libero e senza vincoli, a stretto contatto con natura. Qual'è cosa peggiore per un essere simile, secondo te? >>

Jack lasciò vagare lo sguardo per la cella. Quella domanda gli sembrava fuori luogo quanto inutile. E poi, l'illuminazione.

Nord era abituato a vivere in mezzo al rumore e alla frenesia, e per contro gli era toccata una cella vuota, isolata e dal silenzio opprimente e inquietante. Seguendo lo stesso ragionamento, un essere abituato a non avere vincoli doveva per forza trovarsi in...

<< Una gabbia! >> concluse ad alta voce, schioccando le dita.

Nord annuì soddisfatto, tirandosi finalmente in piedi.

<< Allora, andiamo a cercare questa gabbia! >>

Ma l'impresa fu più facile a dirsi che a farsi. Avevano imboccato da diversi minuti un passaggio che li aveva portati ai piani alti del castello, e più d'una volta si erano trovati in vicoli ciechi che li costringevano a tornare sui loro passi. Finché trovarono Dentolina quasi per caso, lanciando un'occhiata frustrata fuori da una delle vetrate scure che davano verso l'esterno. In lontananza, videro una sorta di larga terrazza delimitata da un massiccio parapetto di pietra. Sotto la terrazza che aggettava nel vuoto assoluto, ciondolava una gabbia simile a quelle usate ai tempi del medioevo per i prigionieri, lasciati appesi ad aspettare di morire dilaniati dai rapaci.

Jack e Nord si lanciarono uno sguardo di intesa e bruciarono il resto del corridoio di corsa. La priorità era raggiungerla il prima possibile, ma ora che avessero trovato un modo per salire di sopra chissà quanto tempo sarebbe passato!

<< Nord, aspettaci qui, vado a prenderla! >> urlò Jack indirizzando un dardo di ghiaccio contro il vetro di un'altra vetrata. Questo andò in frantumi e Jack schizzò fuori come un invasato, senza preoccuparsi della risposta che gli aveva urlato l'altro di rimando.

La ragazza era seduta sul fondo della gabbia, con le ginocchia strette al petto e il viso rivolto all'orizzonte, pallido e assente.

Jack la chiamò a gran voce e lei si voltò, incredula. Sul suo viso emaciato si allargò un'espressione di rinata gioia, che sembrò stirare ed appiattire la paura e la solitudine fino a farle svanire del tutto.

<< Jack! Oh, per tutti i dentini, non sai quanto sono felice di vederti! >>

<< Anche io, Dentolina. Aspetta, adesso ti tiro fuori! >>

Il ragazzo congelò la serratura, che cedette senza opporre resistenza.

<< Ma che ci fai qui? >> chiese lei, prendendo la sua mano tesa.

<< È una storia lunga, te la spiego dopo. Dobbiamo sbrigarci, Bellatrix ha bisogno di noi! >>

Stava per lanciarsi nel vuoto quando lei lo trattenne, aggrappata saldamente alle sbarre arrugginite.

<< Non possiamo andare da quella parte! Pitch ha catturato di nuovo le fatine, e nessuno ha raccolto i dentini! Non riesco a volare! >>

<< Tu no, ma io sì! >> rispose Jack, sollevandola con decisione. I due scavalcarono la finestra ed atterrarono nel corridoio dove ad attenderli era rimasto Nord.

<< Dentolina, stai bene! >> sorrise Nord, abbracciandola con lo sguardo.

<< Non abbiamo tempo per queste cose, ve lo devo ricordare? Mancano ancora Sandy e Calmoniglio. Io direi di iniziare a cercare, e chi troviamo, troviamo >> .

Passarono in rassegna ogni anfratto, ogni corridoio ed ogni stanza, finché giunsero in una che era completamente diversa dalle altre: non aveva nulla di terribile o spaventoso. In effetti, sembrava una normalissima cucina d'altri tempi. Ampia, luminosa e stranamente accogliente. E sospettosamente innocua. Così poco in stile Pitch.

<< Che razza di posto è questo? >> chiese Jack, guardandosi intorno con sguardo perplesso.

<< Magari Pitch è un ottimo cuoco e... e noi non lo sapevamo! >> azzardò Dentolina, poco convinta, guardandosi intorno con aria perplessa. All'improvviso udirono dei colpi secchi che li fecero trasalire tutti in simultanea. Venivano da qualche parte all'interno della stanza, e ad essi si era aggiunto un suono curioso, come un mugolio soffocato. Il terzetto rimase immobile alcuni istanti, in ascolto. Poi i colpi cessarono e così anche la voce. Nord drizzò la schiena e si precipitò all'interno, verso un angolo nascosto nella penombra. Si avvicinò a un immenso focolare sul quale era appeso un immenso calderone riscaldato da un mucchio di braci roventi. Il calderone era chiuso da un grande coperchio e sigillato da pesanti catene. Jack e Dentolina gli corsero dietro, e Nord picchiettò leggermente sul coperchio, ascoltando attentamente. Da dentro il calderone arrivò loro una serie di colpi frenetici in risposta, talmente forti da far dondolare il paiolo appeso alla sua catena. I tre Guardiani si guardarono tra loro, confusi.

<< Vi risulta che Sandy abbia una paura folle di essere cucinato? >> chiese Jack, cercando di restare serio.

E finalmente Nord spezzò le catene come fossero state grissini e scoperchiò il calderone con gesto secco.

Un fulmine grigio saltò fuori, avvinghiandosi stretto stretto all'omone, fradicio di brodo alle verdure, e per diversi minuti non ci fu verso di cavare una parola di bocca a Calmoniglio al punto che Nord dovette rassegnarsi ad averlo in collo fino a data da stabilirsi.

Intanto, i tre stavano scervellandosi su dove potesse essere Sandy, l'unico che ormai mancava di nuovo all'appello.

<< Secondo me lo tiene in luogo buio e freddo. Un luogo difficile da raggiungere, isolato. Sandy non ama il vuoto e la desolazione, perciò è in posto così che lo rinchiuderei io se fossi Pitch! >> spiegò Nord, mentre percorrevano un corridoio deserto e scuro.

Jack gli lanciò un'occhiata a metà tra l'arrabbiato e l'esasperato. Nel castello non vi erano posti del genere, l'avevano rivoltato come un calzino da cima a fondo. Quindi l'unica spiegazione doveva essere che Sandy non si trovava lì, per forza. Ma d'altronde non avevano tempo per cercarlo, ne avevano già perso ad oltranza e il fatto che, passando per la grande sala in cui aveva lasciato Bellatrix, non avevano trovato altro che segni di lotta recente non avevano fatto altro che fomentare la sua angoscia. Ma ad un tratto, ecco di nuovo l'illuminazione divina. Il ragazzo, che camminava in testa al gruppo, si voltò di scatto verso gli altri, arrestando la loro avanzata.

<< Nord, dobbiamo fare in fretta! So dov'è Sandy, ma non abbiamo molto tempo! >>

<< Di cosa stai parlando, Jack? >>

<< Conosco un posto che ha i requisiti che cerchiamo! La stanza dell'Universo di Bellatrix! Siccome non è esattamente dietro l'angolo, faremo meglio a muoverci! >>

Il ragazzo schizzò in aria, ma vedendo che gli altri non si erano mossi tornò indietro, con l'agitazione che ormai stava prendendo sempre più il controllo sulla sua volontà.

Dentolina e Calmoniglio, che nel frattempo si era ripreso dal trauma, si scambiarono un'occhiata esitante. Ma Nord, contro ogni aspettativa, assunse un'aria furbetta e prese a frugarsi in tasca.
<< Se cose stanno così >> disse, tirandone fuori un globo di neve scintillante, << allora ci farà comodo uno di questi! >>



Non sapeva quanto fosse passato, il tempo non sembrava esistere in quell'abisso di tormento e solitudine.

Passato da cosa?

Non sapeva nemmeno se esistesse effettivamente una realtà diversa da quella che l'attorniava, perché le sembrava di essere sempre vissuta lì, addirittura di esserci nata. Ogni tanto, però, ai margini della mente le si affacciavano fugaci visioni che lei non riusciva a cogliere appieno, come pesci guizzanti appena sotto la superficie dell'acqua di un torbido lago. L'immagine di una donna dai lineamenti gentili, che teneva per mano due bambine e in braccio un bimbetto di circa sei anni. L'immagine sparì così com'era venuta, soffocata da un'ondata dell'odio più puro e radicato.

E poi fu solo sabbia: un cumulo di sabbia con una coscienza vaga e fragile, che strisciava fluida e sinuosa sul pavimento come un serpente nell'acqua.



Il quartetto attraversò il portale del globo e si ritrovò quasi istantaneamente ai piedi dell'albero cavo ai margini della foresta.

<< Nord, non credo che tu riesca a passare di lì. Forse è meglio che ci aspetti fuori... >> disse Jack, posandosi leggero su uno dei rami più bassi.

L'omone annuì e si voltò verso gli alberi passandosi i pollici sulla cintura.

All'interno del rifugio, nulla sembrava suggerire il passaggio di Sandy o dello stesso Pitch. Dentolina, Calmoniglio e Jack avanzarono cauti, in un silenzio nervoso, pronti a cogliere qualsiasi anomalia. E la trovarono quasi subito, guardando verso la porta della Stanza dell'Universo. Il pavimento sotto di essa era coperto da uno strano alone nero, come se dall'altro lato qualcuno avesse tirato un gavettone di vernice. Ma, toccandolo, Jack si rese conto con un tonfo al cuore che le sue dita non percepivano la consistenza del legno: sembrava quasi che il vuoto al di là stesse cercando di uscire fuori, divorando e corrodendo quello che stava al di qua della porta. Del resto, si ritrovò a pensare, Bellatrix aveva detto che sarebbe successo.

<< Che succede? >> chiese Calmoniglio avvicinandosi, con espressione dubbiosa.

<< Ciò che si trova oltre questa porta sta cercando di uscirne. È come un grande buco nero, si sta espandendo e divorerà tutto ciò che incontrerà sulla sua strada. Dobbiamo rimettere la Stanza al suo posto, o saremo davvero nei guai. Purtroppo ce l'ha... >>

Si bloccò a metà frase, tastando con cautela il rigonfiamento tondo nella tasca della sua felpa.

<< Sbaglio o avevi detto che eravamo a corto di tempo? Sei sicuro che Sandy sia laggiù? >>

Jack restituì al coniglio uno sguardo indecifrabile e aprì la porta con una spinta calibrata del bastone.

<< C'è solo un modo per scoprirlo, no? >> disse, affondando lo sguardo nell'abisso nero sottostante. << Sentite, se non dovessi tornare in, diciamo... quindici minuti, andate da lei, liberate l'Uomo nella Luna. Io cercherò di tornare presto! >> disse, estraendo la sfera dalla tasca della felpa. La consegnò a Calmoniglio, che la strinse delicatamente nel pugno peloso prima di tornare a guardare il collega con un sopracciglio alzato.

Il ragazzo stava per lanciarsi d sotto, quando Dentolina lo afferrò in extremis per la manica, rivolgendogli uno sguardo supplichevole.

<< Jack, se è così... che senso ha tutto questo? >>

Il ragazzo si liberò dolcemente dalla sua stretta, prendendole la mano nella sua.

<< Bellatrix ha una vera e propria devozione per Sandy, e a quel che ho capito anche lui le vuole molto bene. La può aiutare a non arrendersi, lei è persa senza di lui. Ne ha bisogno, Dentolina. Ne hanno bisogno entrambi... >>

La fissò nei grandi occhi viola per qualche secondo, in silenzio. Lei fece per articolare qualche parola, ma non riuscì a tradurre in suono il proprio pensiero e ci rinunciò. Jack le sorrise, le prese la mano e gliela strinse forte. Poi si voltò verso l'abisso nero, e senza aggiungere una sola parola si gettò nel vuoto.

Gli parve di cadere per un tempo incalcolabile. La forte gravità alla quale non poteva e non avrebbe voluto comunque opporsi, lo trascinò giù fino alle più profonde viscere della Terra. Poi, dopo quelle che parvero ore, iniziò a scorgere un minuscolo puntino luminoso che in mezzo a tanta oscurità sembrava sul punto di soffocare: una minuscola zattera lucente in balia di un mare d'inchiostro. Strizzò gli occhi: il puntino si faceva impercettibilmente più grande e il ragazzo avvertì la sua discesa frenarsi abbastanza da permettergli qualche rigido movimento, finché fu completamente in grado di muoversi come voleva. La sua caduta si arrestò, eppure non aveva toccato pavimenti di sorta: sotto di sé poteva ben vedere il baratro che continuava ancora e ancora, ma ciò che gli importava era quel che gli stava davanti.

Sandman alzò lentamente la testa, come se quel semplice movimento gli fosse costato una fatica immensa, e Jack vide sul suo volto un'espressione sofferente che mai avrebbe potuto immaginargli addosso: era come se tutta l'energia vitale fosse stata risucchiata via dal suo corpo tracagnotto. Gli occhi, di solito grandi e brillanti, gli si posarono addosso vacui e stanchi, contornati da due profonde tasche viola, e la sua carnagione brillante era spenta e sbiadita, come coperta da uno spesso strato di polvere. Era intrappolato in una specie di bozzolo che lo avvolgeva dalla base del collo in giù, e sottili catene di sabbia nera lo tenevano ancorato al pavimento invisibile per mezzo di un pesante collare. Nonostante Jack fosse rimasto scosso da quella visione, fu con un largo sorriso che si rivolse all'omino incatenato.

<< Ehilà, piccoletto! È arrivata la cavalleria! >>





A.A


Beeeeene, here we are

Lo so, lo so. La paura di Calmoniglio è così ridicola che non sapevo fino all'ultimo se lasciarla o toglierla. Ma poi ho pensato: "Dannazione Tec, già hai scritto una tragedia dietro l'altra, mettiamo un po' di situazioni assurde che alleggeriscano la tensione!" e così spero di aver fatto.

Finalmente Sandy si fa vivo! Per modo di dire, ma vabbeh. Svelato il mistero del perché non fosse comparso prima. Qualcuno forse potrebbe chiedersi perché Nord non se ne sia accorto prima (essendo il capo, se c'è qualcosa che non va dovrebbe essere il primo... giusto?). La risposta è semplice: io credo che Pitch abbia voluto farlo sparire in silenzio, altrimenti i Guardiani si sarebbero insospettiti e si sarebbero messi in guardia già da tempo. E siccome nessuno era al Polo per controllare il globo, non avrebbero potuto notarlo.

Piccola postilla tecnica, riguardante il titolo della fanfiction ( avrei dovuto farlo al primo capitolo, ma siccome sono una svampita senza speranza ho perseverato nel tralasciare questo dettaglio relativamente importante ).

Per chi non lo sapesse, Whispers in the Dark è il titolo di una canzone che adoro, degli Skillet. Come l'altra, la trovavo semplicemente perfetta per questa storia, anche se questa non sono riuscita a inserirla nel testo perché non avrei ben saputo dove metterla. Perciò niente, volevo solo farvelo sapere.

Bene, direi che ho finito. Alla prossima!


Tec :3










  
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