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Autore: meiousetsuna    12/12/2015    1 recensioni
Partecipa alla challange: D'infiniti mondi e AU di AleDic
Il mio omaggio ai mieii Amori: i personaggi di Vampire Diaries e L’Ulisse di Joyce.
Il Romanzo è riadattato in modo semplicissimo, perché i personaggi si inseriscano nella complessa trama.
Stefan, Damon, Katherine,“interpretano” i protagonisti, con la comparsa di tutti.
Malgrado alcuni argomenti spinosi, il rating sarà arancione, visto che tutto sarà molto contenuto.
Aveva un bel dire, Lorenzo, della sua nobile terra. Stefan era certo che fosse poco più di un malfattore da strada, non un rampollo di buona famiglia che prendeva il tè delle cinque.
Non che lo disdegnasse; quello, la birra, il whiskey, purché non offerti da lui.
Stefan raggiunse Kai sul terrazzo, abbracciando con lo sguardo il panorama sotto di loro.
Le strade, avvolte dalla luce opaca e infida delle prime ore del mattino, apparivano illuminate da un alone pesante e sgradevole, come se nella notte la marea di un oceano immaginario le avesse sommerse, lasciando, nel ritirarsi, uno strato di alghe morte.
Stefan odiava il verde salmastro, che fosse la tinta sbiadita dei caseggiati popolari, il colore delle erbacce secche, fino alla sfumatura dei suoi occhi da quando non era più bambino.
Love, Setsuna
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Katherine
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C'è ancora vita su Marte, perché avete letto in 33 il capitolo scorso: grazie! Siamo a due terzi, coraggio! Grazie sempre più immensamente a EchelonDeathbat, Iansom; a charlie997, beagle26, lucy stoker, Fernweh. ___Dobreva 16, robin d.,skizzino84.

In questo capitolo, abbiamo un “salto” di due ore, passando bruscamente dalla parte della giornata che è stata la Sera, alla Notte (schema Linati).
Ho scelto per le tre amiche Elena, Bonnie e Meredith in omaggio ai romanzi: per altro, hanno tutte 17 anni.
Lo stile della prima metà del capitolo è quello dei ‘giornali per signorine’  d’epoca, coi loro consigli di bellezza, e dei feuilleton


American Ulysses, episodio 13
Gray, gray, my life is gray (Nausicaa)

Ore 20:00 – 21:00

Il Sole stava dolcemente tramontando sulle sponde chiare del Chattahoochee, donando riflessi perlacei alle sue acque trasparenti, e accarezzando con dita gentili il tetto di una chiesetta, costruita con un basamento di ciottoli di fiume, e pareti di legno verniciato color grigio scuro.
Era dedicata a Maria, Stella dei naviganti, e i barcaioli e le loro famiglie le erano molto devoti.
Il fresco vespertino stava invitando tre fanciulle a godersi quell’attimo fatato in cui il giorno sussurra un gentile ‘buonasera’ e lascia il passo alle piccole tentazioni dell’oscurità.
Respice Stellam, Voca Mariam
Il nome della prima ragazza era Meredith, una brunetta vispa e intelligente, la migliore della sua classe nell’Istituto per Signorine da lei frequentato. Amava leggere e studiare, e anche aiutare suo padre, un medico veterinario. Forse aveva qualche lacuna nel cucito e nel ricamo, ma come muoverle rimprovero? Era così compita e affidabile… in fondo aveva tempo per imparare.
Con lei, quella che era la bambinaia dei suoi fratellini, due amabili discoletti che rispondevano al nome di Fred e George.* Si chiamava Bonnie Bennett**, ed era l’unica nipote della lattaia del quartiere, la signora Sheila. Rimasta orfana in tenera età, era stata cresciuta come una compagna di giochi della piccola Meredith e adesso svolgeva l’impiego di governante dei piccini con grande solerzia.
Si capiva subito che non le pesava, era portata da un forte istinto materno a curarsene con affetto e dedizione.
Meredith accennò una risatina che fece rilucere le sue labbra sempre atteggiate in un broncio serio; forse anche merito del burro di cacao, quel tesoro ricavato dai semi pregiati importati dal lontano Ghana? Comunque, Bonnie stava inseguendo i gemelli giocando con loro con una bella palla a righe rosse e azzurre, facendoli divertire come matti.
“Bonnie, adesso voglio fare un castello con la sabbia e i sassi!” dichiarò George “uno come la torre del Generale Sherman!” La giovane lanciò un’occhiata poco benevola alla costruzione: tutte quelle scale… sua nonna ogni giorno portava il secchio del latte a tre nullafacenti, che a stento la saldavano una volta a settimana. Le avrebbe imposto di escluderli dal suo giro, odiava i succhiasangue.
“Fred? Tu non vieni?”
“No, io no…” Meredith si avvicinò al fratello. “Perché preferisci restare con Bonnie, la tua fidanzatina?”
“Noooo…” Bonnie si lasciò sfuggire un sorriso malizioso, che fece brillare gli occhi verde lago, così rari nella sua complessione, con l’epidermide color cioccolato e scuri ricci sbarazzini. “La sua fidanzata è Elena”.
È così bella, Elena, dalle braccia sottili
ora pro nobis
divina tra le donne
ora pro nobis
simile, alla vista, alle dee immortali***
ora pro nobis
impressione di mare tranquillo senza vento, quieta immagine di gioiello prezioso, molle dardo degli occhi, fior di desiderio che morde il cuore
ora pro nobis
Davvero una gran fortuna, aver avuto in dono una bellezza quasi perfetta, tale da interpretare sempre la Dea greca nelle recite scolastiche, suscitando moti di gelosia nei piccoli cuori delle altre bambine, che contavano sulle loro chiome bionde per essere le prescelte.
Da adulta aveva avuto poche amiche, infatti, ma queste le erano davvero affezionate.
Se fosse stata anche ricca, sarebbe parsa una vera principessa. Ma ad un osservatore attento non sarebbe sfuggito che non era quello il problema.
Alla cara Elena mancava di incontrare un amore che la consumasse, che le togliesse il fiato; un pizzico di avventura e perché no? Un’ombra di pericolo.
Aveva imparato da un utilissimo articolo del Cosmopolitan Magazine che per far apparire le ciglia più lunghe e arcuate bisognava tagliarle una volta l’anno il giorno di luna nuova, e bagnarle con olio, bevendo ogni giorno molto latte e mangiando uva, che rendeva anche l’incarnato luminoso e il bianco dell’occhio limpido. Ma il suo punto di forza era il nasino, squisitamente arcuato all’insù, e i foltissimi capelli setosi, che la incorniciavano come i petali di una fresca rosa.
Li lavava ogni settimana col sapone per capelli Rowland’s e li lisciava con l’olio di Macassar, e questo non aveva mancato di attrarre le attenzioni di un ragazzo di ottima famiglia, Liam Davis, che aimè, era già segnato nel fiore della giovinezza da un passato difficile. L’anno precedente, stretto dalla morsa di un patimento d’amore aveva tentato di affogarsi, e suo padre, il Dottor Davis, aveva giurato che mai più l’avrebbe lasciato libero di scegliere un’unione avventata. La famiglia Gilbert era protestante, anche quello sarebbe stato un ostacolo?
Liam non era ancora un adulto, poteva ben dirlo: possedeva però modi garbati e un profilo delicato. Le piaceva fare delle gite in bicicletta con lui, a volte osando addirittura di lasciare il manubrio! In fondo le sue mani, strofinate ogni sera con la crema a base di cera d’api ed essenza di rosmarino, tenute con cura dormendo coi guanti di cotone, erano da mettere in bella vista. L’abito che indossava non avrebbe potuto donarle di più. Come voleva la moda quell’anno, la camicetta era di un vivace blu elettrico, mentre la tinta della gonna e dei decori virava sul blu oltremare. Il cappellino nuovo di paglia bianca col fiocco a farfalla le stava davvero un incanto, e le scarpette grigie esaltavano la sottigliezza della caviglia, che era anche più fine di quella di Meredith. Le calze erano velatissime, ma quello che la preoccupava era la biancheria intima.
Ne possedeva molta, tutta decorata di pizzo bianco e nastri blu, ma sarebbe rimasta invisibile: Elena era certa che non si sarebbe sposata.
Questo le causava un costante struggimento, perché lei si sentiva pronta: avrebbe amato tantissimo un uomo forte e virile, più grande di lei, esperto con le donne, che non la trattasse mai brutalmente. Liam, al contrario era troppo tiepido. Vale la punta del naso, come posto per ricevere il primo bacio? Lei credeva di no. Avrebbe avuto una graziosa casetta decorata con rose e nastri, e delle fotografie delle persone più care al suo cuore; persino una di Dixie, quel cagnetto-uccio-puccipucci del suo lontano zio! Le amiche sarebbero state gelose della sua serena felicità coniugale. In fondo era già allenata a fare la moglie, visto che si occupava delle pulizie, della cucina e anche di dipingere piacevoli acquarelli da appendere in salotto.
Meredith era presa solo dalla sorveglianza dei bambini, mentre Bonnie li coccolava fin troppo, pensò. “Bonnie, non permettergli tutti quei capricci” gridò Meredith che si era seduta a bere da una piccola borraccia d’acqua “oppure dovrò colpirli sul sederino!”
Elena arrossì tutta… che linguaggio sconveniente, nominare una parte del corpo tanto volgare, mentre c’era un signore che si era fermato vicino alla ringhiera della scala che portava sulla riva, seminascosto dagli argini artificiali. Bonnie la capì al volo. “Non intimidirti, lo metto a posto io, se dice qualcosa”. Già, lei era piena di spirito! Quando cucinava i pancakes per i gemellini li decorava sempre in modi buffi con panna e mirtilli; una volta, preparando la torta di compleanno, aveva dato fuoco alla tovaglia con le candele, ma nessuno se l’era presa con lei.

Il reverendo O'Connell chiamava a raccolta i fedeli nel piccolo tempio della Madre del Signore.

Povera Elena, che terribile fardello portava!
Cuius ánimam geméntem
Suo padre, il preside Gilbert era un alcolizzato ormai dichiarato. Se avesse avuto a disposizione il denaro delle rette scolastiche, sarebbe vissuta da signora qual era, ma l’alcol aveva distrutto la sua infanzia;
contristátam et doléntem
le violenze domestiche erano state numerose, senza dubbio portando la sua giovane e graziosa madre alla malattia che la stava divorando;
pertransívit gládius
Elena aveva capito benissimo, per giunta, che lui era violento anche a letto.
In quel momento, uno di quei monelli diede un calcio troppo forte alla palla e questa rotolò ai piedi del signore che — ormai le sembrava evidente — era rimasto lì per loro. Lui la rimandò con precisione sotto l’orlo della gonna di Elena, che era comodamente seduta su una grande pietra liscia. Guardava i bimbi con tale tristezza che quell’anima candida si domandò se ne avesse perso uno, per quello era vestito a lutto così stretto. Provò a tirare il giocattolo con un calcio ma lo mancò, tra le risa di tutti e Meredith venne a riprenderlo. Nell’effettuare questo movimento, mostrò involontariamente, di certo, le sottovesti vaporose, troppo sollevate per una vera lady. Ma quell’uomo sembrava aver davvero bisogno di lei… del suo conforto, era talmente triste. E con un naso greco così bello! L’attrattiva principale però era lo sguardo, spezzava qualcosa in lei.
Rosa mystica
Elena guardò il fiume che aveva dipinto tante volte, e ascoltò il vento che portava profumo d’incenso dalla chiesa, sperando di coltivare pensieri casti
Regina virginum
ma gli occhi di lui le bruciavano dentro, così blu, così belli, addolorati come tutto il suo viso.
confractus est cor universae terrae
Le sue amiche giocavano ignare coi bambini, assecondando le loro richieste, mentre lei languiva. Doveva essere uno straniero, diverso dai soliti suoi concittadini, tutti presi da fervori patriottici per spegnerli allegramente nei pub, come suo zio e il suo povero padre. Era interessante, incomprensibile, silenzioso. Elena desiderò dargli qualcosa che non riceveva dalle altre donne;
Refugium peccatorum
l’avrebbe sposato, anche se fosse stato un criminale redento. Gli avrebbe perdonato tutto, lui l’avrebbe presa con delicatezza, era certa.
Regina Septem Dolorum
Elena cominciò a fantasticare… la chiesa sarebbe stata addobbata di blu, e lei avrebbe avuto un abito da sposa grigio argento, come le nobili, lo meritava in fondo.
Regina familiae
Elena sapeva che la fissava ancora, mentre si toglieva il cappellino per mostrargli i capelli, e lui che li ammirava senza poterlo nascondere, e lei che concedeva altro, scoprendo la gonna a metà polpaccio, come se fosse per incidente. Ecco, ora aveva svegliato il demonio che c’è in ogni uomo, lui desiderava averla. Provò una fitta strana tra le sue gambe di vergine: era il suo disturbo mensile, che si annunciava dolorosamente. Per fortuna le pasticche di ferro della farmacia Johnson la stavano aiutando col suo problema col sangue. Ne perdeva troppo, diventava debole come un uccellino e in più era terrorizzata che gli uomini la potessero odorare.
Faceva più fresco, chissà se Bonnie e Meredith pensavano di far rincasare i piccini, l’avrebbero strappata da quel sogno a occhi aperti. Bonnie era davvero attraente, pensò Elena, ma non aveva speranza di maritarsi con un ragazzo della loro cerchia di amicizie, era segnata dal suo essere di pelle scura. Meredith era troppo sdegnosa, invece: sai che ridere se fosse caduta, con quei tacchi alti indossati per andare a camminare vicino al fiume!
Improvvisamente, Bonnie capì.

Damon era rimasto dov’era all’inizio, catturato da quella visione di timida seduzione, senza riuscire a evitare di accarezzarsi piano, la mano nascosta dalla giacca, quando la ragazza mora gli si avvicinò di corsa. “Scusi signore, può dirmi l’ora? Stiamo facendo tardi per rientrare, temo”.
“Mi dispiace moltissimo, signorina: il mio orologio si è fermato, ma dalla lunghezza delle ombre posso dirle che sono passate le otto e mezza”. “Grazie, arrivederci!”
Elena sapeva cosa stava facendo quel magnifico uomo pensando a lei, e non riuscì a fingere con se stessa: era lusingata, voleva che continuasse. Quale era la sua storia? Era vedovo, o magari sposato ad una donna folle, chiusa in un Istituto di cura, e lui la sentiva morta nel cuore? I crampi aumentavano, ma provava anche qualcos’altro, era eccitazione?
Damon sentì la tensione farsi insostenibile, aumentata dai pensieri impuri, normali, di quella giovane donna che gli stava donando la verginità dei suoi pensieri. Anche la sorella dei bambini però gli dava l’idea di aver afferrato la situazione. “Che pensi, Elena?”
“Nulla! Si è fatto tardi per Fred e George, no?”
“Sei ancora turbata per Liam, vero?” Elena ricacciò i singhiozzi, ma numerose lacrime spuntarono dai suoi occhi da cerbiatta. “Ce la farò, tranquilla”. ‘Non lo so, in realtà: io non scherzo coi sentimenti, sono superiore a queste cose’. Solo il diario rosa, chiuso nella scrivania insieme ai sacchetti di verbena e i maldestri tentativi di poesia, conosceva ogni suo pensiero.
Per qualche attimo Damon rallentò, osservando le tre amiche parlare a bassa voce, preparandosi per rientrare a casa; dovevano essere quasi le nove ormai, il tramonto aveva lunghe ombre, e le candele accese in chiesa erano visibili attraverso la vetrata. Lui accarezzò il profilo di Elena con gli occhi, come se volesse cadere in adorazione ai suoi piedi
Vetus Ordo Missæ
Ora gli sembrava offesa con le altre, non poteva nascondergli nulla. Infatti, si girò ancora verso di lui, richiamata dalle sue iridi azzurre, che l’avrebbero fatta sentire viva nella sua esistenza grigia. Che peccato quel piccolo difetto… tutta colpa di suo padre, che aveva voluto comprare un’automobile, per poi avere quell’incidente attraversando il ponte sull’Oconee.
“Guardate, i fuochi d’artificio!” Bonnie adorava tutto quello che aveva a che fare con le fiamme e si lanciò vero la riva, per avvicinarsi agli artificieri che, a sorpresa, stavano provando degli effetti per lo spettacolo del giorno successivo. Anche Meredith e i bambini erano corsi via, lasciando indietro Elena, ancora seduta sul masso. Erano soli, adesso. Lei tremò dalla testa ai piedi, mentre sollevava le ginocchia abbracciandole, offrendo una visione delle mutandine a metà coscia, sapendo che il sangue di lui stava bollendo nelle vene. Chiuse gli occhi, per sentirsi meno in colpa
Ego te absolvo
fino a mostrare la giarrettiera grigia, più di quanto avesse scoperto facendo i bagni di mare durante le vacanze, l’estate precedente. Lui era di una bellezza indecente, mentre la fissava come una ballerina che si stesse esibendo per il suo piacere, e lei l’avrebbe accolto tra le braccia, e poi…
Un’esplosione da far girare la testa,
un razzo ricade, una pioggia di fili che si versano
l’inguine che scoppia per l’intensità di quella sensazione
girandole pirotecniche che si spengono finalmente nelle acque
poi l’aria tornò grigia.
Elena strinse forte le gambe, serrando quella scarica elettrica che non avrebbe dovuto tagliarle le viscere a metà.
Damon si sentiva in colpa, un vero mostro, ma lei lo stava perdonando, con un sorriso che gli accarezzava il viso, lo sentiva: sarebbe diventato il loro piccolo segreto. Le altre due la chiamavano a gran voce ora, ma lei non corse per raggiungerle, perché zoppicava da un piede.
Damon rimase basito, osservandola con tenerezza; Elena doveva sentirsi un giocattolo rotto, una cosa da riparare, che non sarebbe stata amata.
A lui sarebbe piaciuta comunque, ma era troppo giovane, e incredibilmente somigliante a Katherine, pensando a mente fredda. I capelli erano proprio dello stesso colore. Però quella fanciulla aveva capito chi lui fosse davvero, aveva visto più delle apparenze; doveva avere le sue cose, perché era stata più sensibile e impressionabile. Le donne hanno le voglie più strane con la lunazione, Katy e Rebekah la soffrivano insieme, ad esempio. A lui l’idea del sangue non dava alcun fastidio… e dire che poche ore prima si stava eccitando per la punizione promessa da Andie!
L’orologio si era bloccato alle quattro e mezzo, loro, Katy e Klaus l’hanno fermato: forse a quell’ora esatta era dentro di lei? Si sarà fatta trovare con un fondale adeguato, e la lingerie più bella; l’aspetto conta tanto per una donna, e loro sono ferocissime in questa rivalità. Mi ricordo ancora l’amica preferita di Katherine, Tatia; sarebbero state pari forse, lo stesso tipo, ma sua moglie l’aveva schiacciata sotto il tallone. Katy è il mio amore, ma la ragazza… come la chiamavano? Elena, uno splendido nome greco.
Avrebbe potuto averla, anche soltanto parlarle sotto un portico tenendole la mano, ma forse lei si sarebbe offerta, perché il pericolo pareva attrarla e le donne non si rifiutano.
‘Tranne quelle sposate, come mi succede spesso; io non mangio nel piatto degli altri. Spero solo che Rebekah non abbia una natura troppo disinibita. Si sarà accorta che mi masturbavo? Sì, le donne hanno un sesto senso per quello che le riguarda, devono stare attente. Chissà come sta la povera moglie di Sutton e se Hayley ha dato alla luce il bambino. Katherine non ha mai subito nulla passivamente, per questo la amo tanto; in fondo ogni donna rivela la debolezza del marito, recita la vergogna, e simula l’orgasmo, se le conviene’.
Il profumo di Elena aleggiava nel punto in cui si era seduta, catturato dalle narici di Damon: rosa selvatica, banale ed economico, niente a che fare con la fragranza limone e zenzero della sua sposa. Persino l’odore della sua pelle era meraviglioso, come di panna, infatti anche Emily si strofinava su tutti gli abiti usati dalla padroncina. E l’odore di un uomo, com’è per loro? Doveva essere quello che si sentiva addosso, pungente e aspro, quello dell’umido che gli appiccicava il tessuto della camicia sulla pancia.
‘Mi sono sentito portare fino al cielo, e adesso sta per piovere, vedere più di tre stelle indica che è notte. L’avrei tenuta in braccio a me, aprendola come un fiore, più dolce di tutte le donne che ho avuto, ma è anche la bellezza della gioventù. Io e Katy siamo figli unici, e ci è vissuto un solo figlio: forse è giusto così. Cosa vola? Un pipistrello, mi sono simpatici, anche quelli vampiro, ma i gatti mi piacciono di più. Certo il pipistrello è coraggioso, sfida i venti come i marinai con le onde. Avranno una compagna in ogni porto?’
In quell’istante i lumi cittadini si accesero, segnalando che erano proprio le nove. Lo strillone del chiosco vicino gridava i risultati della Gold Cup, facendo riaffiorare nella mente di Damon il ricordo dello scontro col Cittadino. Tutto sommato ne era uscito vincente e quel bruto probabilmente non era neppure così malintenzionato, solo ignorante e ubriaco. Il figlio di Sutton magari poteva sperare di diventare marinaio, poi guardia costiera a Savannah, pensò: ci vuole coraggio. La volta che aveva portato la famiglia in crociera c’era stato un temporale e tutti davano di stomaco, tranne la sua Becka, che rideva in faccia al pericolo, lei non temeva di morire, era così fiera! Era ancora la sua dolce piccina, poi un giorno l’aveva trovata a cucire dell’imbottitura nel corsetto; il timore di Katy finché non aveva avuto il suo ciclo, gli innamorati… che giornata piena di idee sul mondo muliebre!
‘Meglio così, si dice che chi ama in modo mediocre è più felice, ma non voglio crederci. Ho anche altri problemi, Saltzman che è partito, Enzo che mi deve del denaro. E devo andare a trovare Hayley Marshall, se morisse senza averla salutata mi sentirei cattivo. Elena tornerà mai qui?’
Damon raccolse uno stecco da terra, e specchiandosi in una pozza scrisse qualcosa nella rena grossolana del fiume, ma troppo vicino alla sponda, così sarebbe subito scomparso, com’era giusto. L’importante era l’impronta psichica che i posti conservano, come per magia. Improvvisamente un’ondata di sonno si abbatté su di lui, rilassandolo dopo le ore appena trascorse.
‘Potrei sognare di nuovo Katherine con quel costume da odalisca e le babbucce rosse, il profumo delle sue mutandine che impregna tutto il letto. Solo un riposino, qui, sulla panchina’.
Le campane suonarono sottolineando le sue riflessioni, mentre una piccola onda grigio pallido rubava le parole fuggite dal suo cuore.
‘Grazie, mi hai fatto bene’.

Note cap.13
*Ovviamente… ho cambiato i nomi dei gemellini con Fred e George (Weasley)
** Mi rendo conto che qui – come in altre situazioni simili nella long – possa sembrare che abbia riservato un trattamento “razzista” ai personaggi afro-americani: non è così, ma ci troviamo in uno stato Sudista nel 1904, è già una forzatura (in senso buono) aver utilizzato certi personaggi di TVD
*** Iliade III, 156 – 60
Scienza: pittura, miraggio proiettato
Organo: naso
Colore: grigio, blu

 

  
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