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Autore: ilpiercingdiluke    14/12/2015    2 recensioni
Il castello di Hogwarts era sempre più bello e inquietante ogni giorno che passava. Questo era ciò che Layla Hemmings pensava mentre, a braccetto con suo fratello e al suo migliore amico, salivano la collina che li avrebbe poi portati alla Sala Grande.
 
Stava correndo lungo i grandi corridoi di Hogwarts, sicura che Ashton l'avrebbe uccisa, per non parlare della sua migliore amica. Quello era l'ultimo anno, e lei era riuscita ad essere in ritardo anche in quell'occasione. Con il fiatone, si aggrappò malamente ad una delle pareti dell'edificio, sistemandosi la cravatta dei colori di Grifondoro. Prese un respiro e fece la sua entrata nella sala grande: finalmente era a casa.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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PRIMO CAPITOLO



 
Medea Grindelwald era ancora in ritardo, e Layla Hemmings avrebbe giurato che quello fosse il suo unico difetto. 
«Fai tanto la secchiona e poi sei sempre in ritardo, Med!» le disse la sua amica, già seduta a lezione di Storia della Magia. 
«Lo so - fece, prendendo posto accanto a lei - Clarissa mi ha tenuta sveglia fino a notte fonda, ho dormito pochissimo» si lamentò, sfogliando il suo libro.
«A parlare di cosa?» si fece curiosa, Layla.
«Di Ashton, ovviamente! - continuò stridula - spero si mollino il più presto possibile, non ne posso più»
«Già..»
Curthbert Rüf, il loro insegnante fantasma, comparse dal nulla facendo prendere a tutti un bello spavento, tranne a Layla, che rise come una matta.
«Signorina Gennings - tuonò - inizi il suo anno nel migliore dei modi, la prego»
«In realtà è Hemmings, professore» lo corresse la bionda. 
«È lo stesso, segua la lezione in silenzio»
Il professore iniziò a girare per la stanza, spiegando cose di cui Medea non poté fare a meno di prendere appunti.
«Layla - la riprese, ricurva sul suo quaderno - sei sempre la solita!»
«Che ci posso fare? - sussurrò la Hemmings - i fantasmi mi fanno ridere!»
«Che contraddizione..» pensò ad alta voce, Med.
«Dicevo, signorina Grindel, il tema di quest anno sarà?»
Medea sentì una presenza davanti a sè, ma non si lasciò intimidire.
«La caccia alle streghe nel Medioevo, signor Rüf»
Il fantasma fece un cenno col capo, risentito, convinto di beccarla impreparata. Ma era sempre stato un suo dono, quello di riuscire a seguire più conversazioni nello stesso momento.
«Ma come diavolo fa dopo sette anni a non ricordarsi i nomi dei suoi studenti?» le chiese a bassa voce Layla.
Med, in tutta risposta, si strinse nelle spalle e «È vecchio Lay!»
«È morto a quarant'anni – fece ovvia – Quindi non è vecchio, i fantasmi non invecchiano» 
Medea sbuffò un sorriso, 'che per la sua amica qualsiasi argomento era più interessante di quella lezione. 
«Layla abbiamo i M.A.G.O. quest'anno, e agli esami non ti potrò far copiare – le fece un segno verso il quaderno di fronte a lei – Prendi appunti e basta!» ridacchiò tornando a scrivere. 





«Grazie al cielo! – sbottò Layla alla fine delle lezioni – Non potevo reggere il professor Piton per un minuto di più!»
Luke Hemmings la guardò, mettendole poi un braccio intorno alle spalle mentre a passo veloce si dirigevano verso la Sala Grande. 
«Difesa contro le Arti Oscure non è così male dai» 
«No, certo che no – confermò Layla – Solo era molto più divertente quando c'era il professor Silente a insegnare» 
Luke scrollò le spalle. 'Che sinceramente a lui di quale fosse il professore che insegnava non gli interessava minimante, gli bastava solo riuscire a prendere il diploma con almeno la sufficienza. 
Mentre camminavano Layla osservò con attenzione due figure fin troppo conosciute nel giardino interno del castello. Ashton Irwin e Clarissa Jacobsen erano seduti in una panchina che si scambiavano effusioni. 
«Mi viene il voltastomaco» sussurrò la bionda continuando a guardarli e ricevendo l'attenzione di suo fratello che seguì il suo sguardo fino ai due. Sospirò un po' forte, stringendo la presa sulle spalle di Layla e costringendola a riprendere a camminare. 
«Lascia stare Lay, – le disse allora – Sono due coglioni e lui non sa che potrebbe avere di meglio»
«Tipo chi?»
«Lo sai»
Luke la guardò negli occhi così tanto uguali ai suoi. Sapeva che la piccola di casa - piccola di circa dieci minuti - aveva una cotta sproporzionata per quel idiota di Irwin, ma che l'avrebbe comunque negata fino alla morte. 
«Intendi me? Ma per favore Luke! – disse, appunto – È uno stupido Grifondoro! Non mi interesserà mai»
«Certo – ghignò lui – Come vuoi tu!» alzò le mani come a scusarsi. 
«Mike che lezione aveva?» cambiò discorso la ragazza. 
«Credo avesse Aritmanzia con la professoressa Vector» 
«Accidenti – scosse la testa facendo ondeggiare i boccoli biondi – Come diavolo fa a seguire quella materia volontariamente! Io provai lo scorso anno ma lasciai subito perdere, è la materia più difficile che esista!»
«Abbiamo un secchione come amico Lay! – rise lui – Ieri nel dormitorio stava leggendo "Il sistema numerico decimale", sarà avanti di almeno due argomenti anche in quella materia! E siamo solo al secondo giorno di lezioni!» 
I gemelli Hemmings scoppiarono a ridere entrando nella Sala Grande. 
Salutarono con un gesto della mano Medea e Calum, rispettivamente nella tavolata di Grifondoro e Corvonero, dirigendosi poi al loro posto. 
Ad aspettarli c'era Michael Clifford, con i suoi capelli rossi fuoco, Claire Skrewt, con il libro di pozioni davanti, e Douglas Kettleburn, il suo ragazzo da praticamente sempre, di fianco a lei. 
«Ciao stronzi!» sbuffò Layla sedendosi accanto a Mike. 
«Perché è così acida? – chiese Douglas – Intendo più acida del solito»
«Lasciala perdere Doug – gli rispose Luke – Abbiamo appena terminato una lezione con Piton» disse a mo' di scusa, facendo annuire comprensivo il castano. 
«Beh – intervenne Claire sbattendo la piuma sul suo quaderno – Almeno a lei il professor Lumacorno non ha dato da fare due rotoli di pergamena su qualche pozione inutile!» concluse, mangiando velocemente una cioccorana e riprendendo a scrivere. 





L'ansia era sempre stata una caratteristica del carattere di Medea, e chi la conosceva lo sapeva bene ed aveva imparato a conviverci. La Grindelwald uscì velocemente dall'aula di Alchemia, per dirigersi a quella di Rune Antiche e, indovinate un pó, era in ritardo! Pensó che doveva davvero smettere di restare quei dieci minuti in più a discutere con i professori di ció che era stato detto in aula a lezione. Afferró i suoi libri ed i suoi quaderni e distrattamente di immise nel corridoio, andando a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno. 
«Ma dannazione! - sbottó, chinandosi per raccogliere tutto ció che le era caduto dalle mani - guarda dove vai!»
Nel momento in cui stava per afferrare il suo libro di Alchemia, vide delle mani intente ad aiutarla. Alzó lo sguardo, ed incontró due occhi grandi, azzurri. Un azzurro che conosceva bene, da anni.
«Hemmings - sibiló - ma certo, chi potrebbe essere così imbecille da non guardare neanche dove mette i piedi!»
Luke ghignó, tenendosi stretto al petto il libro di Alchemia della mora.
«Carina e gentile come sempre, Grindelwald - la canzonó - perchè non impari le buone maniere? Quell'atteggiamento da stronza non si addice particolarmente a quegli occhioni che ti ritrovi»
Medea roteó gli occhi al cielo, 'che di Luke Hemmings ne aveva davvero abbastanza.
«Me lo ridai?» disse, riferendosi al suo libro.
«Ah -ah – negó lui, allontanandolo ancora di più dalla portata della ragazza – come si dice?»
Med sbuffó, era davvero molto in ritardo. 
«Luke, sono in ritardo, potresti ridarmelo?»
«Scommetto che la conosci, la parolina magica» continuò Luke, con quel suo sorrisino perennemente sulle labbra.
Medea non aveva mai notato come le sue labbra fossero
magnetiche, si ritrovó a fissarle, e smise solo quando Luke le si avvicinó talmente tanto, da poter sentire il suo profumo dolce di pergamena e lavanda. Due cose che Med amava, sa sempre.
«Med, piccola, ti sei incantata? - le chiese, mentre lei non potè fare a meno di sgranare gli occhi - finalmente ti sei decisa ad ammettere che nemmeno tu sei immune all'effetto che faccio»
«Vaffanculo, Hemmings!» ritrovó tutta la sua lucidità.
Luke scoppió a ridere e le porse il libro, Medea fece per prenderlo, ma lo ritrasse ancora. 
«Non ho sentito la parolina magica»
La mora sbuffó e portó una mano sul fianco, facendo per aprire bocca, ma una voce che si intromise tra di loro, non glielo permise.
«Signor Hemmings - tuonó il professor Piton - smetta di importunare la signorina Grindelwald, non vorrà arrivare in ritardo alla mia lezione»
Med arrossì di qualche tonalità, ed il professore sparì.
«Salvata da Piton - fece poi Luke, restituendole finalmente il libro - raggiungo Layla a lezione e tu farai meglio a correre - disse indicando la porta dell'aula di Rune Antiche chiudersi - non vorrai che Babbling inizi senza di te»
Medea afferró il libro velocemente e guardó Luke sparire verso l'aula di difesa contro le arti oscure. Si stava rendendo conto di essere davvero frastornata da quell'incontro con Luke Hemmings, come non lo era mai stata, quando lui si voltó nuovamente verso di lei, camminando all'indietro.
«E la parolina magica era per favore, comunque! - urló - ricordatelo, per la prossima volta!».





Da quando un occhiolino di quel Serpeverde di Hemmings la mandava così in confusione? Medea era seduta al tavolo dei Grifondoro, intenta a girare lo zucchero nel suo the caldo con la magia, 'che di trovare un cucchiaino non ne aveva la minima voglia. 
«Ehi, occhi di cristallo! - la sua amica Megan Lovegood si sedette affianco a lei - quante lezioni facoltative stai frequentando, quest'anno? Tutte come l'anno scorso?»
Medea rise, 'che quella pazza di Megan aveva sempre la capacità di farla ridere.
«No, Meg, Divinazione l'ho lasciata da parte» le rispose.
«Ma come?! - esplose la Lovegood, teatrale come suo solito - Cooman ne sarà sconvolto!»
Le due Grifondoro risero insieme, mentre Medea, con la coda dell'occhio, individuó i genelli Hemmings dirigersi al tavolo dei Serpeverde. Sia Luke che Layla la salutarono con un cenno della mano, e Med ricambió.
«Mioddio! - trilló Meg - che figo da paura Hemmings!»
Medea si voltó immediatamente verso la sua amica, alzando scettica un sopracciglio.
«Stai scherzando, spero»
«Affatto! - ribattè convinta - me lo farei anche qui, davanti a tutti!»
Med prese un sorso del suo the, cercando di ignorare quel moto di fastidio che stava sentendo allo stomaco. Perchè non sapeva di che diavolo si trattasse e, detto sinceramente, non aveva nessuna voglia di scoprirlo.
«Amiche mie - le accolse la voce di Ashton Irwin - di che state parlando? Perchè la Grindelwald ha quella faccia schifata?»
«Parlavamo di quanto sia figo Hemmings» rispose Megan.
Ash guardó la sua migliore amica, cingendole le spalle con un braccio.
«Meg lo sai che Medea è l'unica immune al fascino degli Hemmings»
Med voltó il viso verso di lui, per poi esibire uno dei suoi sorrisini sfacciati.
«Già, credo di essere l'unica in tutta Hogwarts a non avere una cotta per almeno uno dei gemelli Hemmings, dico bene, Ash?»
Med lo stava provocando, perchè conosceva meglio di tutti il debole che nonostante la sua relazione con Clarissa, provasse per Layla. Ashton negava, ma tanto con lei era tutto inutile, Medea Grindelwald conosceva Ashton Irwin meglio di chiunque altro.
Ash voltó lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, trovando Layla Hemmings intenta a ridere con suo fratello, Mike e altri due della loro casa. Esibì un sorriso malinconico e: «Già, dici bene, Med».



Ciao donne!
Siamo Giulia, Simona, Genn e Benji ma in realtà non abbiamo molto da dire.
sto aggiornando dal cellulare e non ho idea di che merda verrà, quindi vi chiedo scusa in anticipo.
e nulla, vi amiamo tutti e quattro e speriamo che questo secondo capitolo vi piaccia.
Lots of love.
  
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