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Autore: Layla    14/12/2015    1 recensioni
Leah è la dottoressa dei Pierce The Veil, ama Mike Fuentes da anni, ma proprio quando lei decide che è arrivato il momento di dichiararsi lui inizia una relazione con Alysha Nett.
Lei scappa e, ascoltando il consiglio dell'amico Jacky Vincent, diventa medico dei Falling In Reverse.
Ma la fuga non risolve nessuno dei suoi problemi e sarà chiaro quando le due band dovranno fare un tour insieme.
Leah dovrà fare i conti con i suoi sentimenti e decidere chi vuole veramente: Ronnie o Mike.
Asia è la merchgirl dei Falling in Reverse, da sempre innamorata di Jacky riesce a vivere con lui una notte di passione che porterà a delle conseguenze. Asia vuole scappare, riuscirà a capire che non è la cosa giusta?
Delilah è la nuova dottoressa dei Pierce The Veil. Stringe amicizia con Ronnie, ma quando le cose si faranno serie vorrà scappare. Riuscirà a non farlo e ad affrontare le sue paure?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Fuentes, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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14)I'm sorry, I can't be perfect.

 
Leah p.o.v.

 
Non mi era mai capitato un caso del genere e sono un po’ preoccupata.
Ok, c’è stata Sofia l’anno scorso, ma lì si trattava solo di suturare perché per fortuna non aveva perso troppo sangue.
Oggi devo trovare il modo di calmare una ragazza che vuole morire e che nemmeno quattro ragazzi grandi e grossi riescono a tenere del tutto calma. Devo trovare una soluzione e non c’è certo parlarle perché dubito che mi ascolterebbe.
Prendo la mia decisione in dieci secondi: scendo dal pullman e busso furiosamente a quello dei Pierce The Veil.
Un Jaime sorpreso mi apre la porta.
“Leah, cosa…”
“Chiamami Delilah, è urgente!”
Lui deve capire che non sto scherzando perché la rosa arriva subito.
“Cosa succede, Leah?”
“Asia ha scoperto di essere incinta ed è andata fuori di testa. Sta avendo una crisi isterica, prima ha tentato di buttarsi in mezzo all’autostrada e solo Jacky l’ha salvata.
Ho bisogno del parere di una collega.”
Sputo tutto d’un fiato.
“Ok, ho una siringa e un calmante nella mia borsa da medico. Adesso le vado a prendere, tu va a comprare calmanti e ansiolitici.”
“Va bene.”
Lei corre dentro e prende la sua valigetta nera da medico, io mi dirigo al convenient store seguita da Mike.
“Ma, è vero?”
“Dannatamente vero, la situazione mi è sfuggita di mano. Faccio schifo sia come medico che come essere umano.”
“No. Le hai parlato pima che impazzisse?”
“Sì, le ho detto di fare degli esami e che comunque sarebbe stata una buon madre, ma dubito che lei mi abbia ascoltato.
Dovevo accorgermi prima che le cose non andavano!
Se l’avessi fermata…Forse comunque non sarebbe cambiato nulla, non avevo ansiolitici o cose del genere con me. Mi sono informata sulle schede dei ragazzi e sembrava che nessuno ne avesse bisogno così non li ho presi.
Per evitare tentazioni…
Cazzo, avrei dovuto prenderli invece.”
Entro nel convenient store e punto la zona dei farmaci, dico il nome di un paio di ansiolitici alla donna al bancone e le mostro il mio tesserino da medico.
Lei lo esamina con una lentezza e una meticolosità irritante, se qualcuno stesse per morire per colpa sua non potrei comprargli le medicine che gli servono!
Alla fine mi dà quanto richiesto e io esco dal negozio, maledicendola mentalmente.
Saluto Mike con un bacio e torno al mio pullman, i ragazzi sono tutti seduti in salotto.
“Come va?”
“Delilah le ha fatto un’iniezione e adesso stanno parlando. Secondo lei tra poco dovrebbe addormentarsi.”
“Scusatemi, ragazzi.
La situazione mi ha presa in contropiede e non sapevo cosa fare, così sono andata da lei.
Perdonatemi, sono un pessimo medico, vi meritate di meglio.”
Nessuno dice nulla.
“Diventerò davvero padre?”
Chiede con voce sottile Jacky.
“Sì, a quanto pare sì o almeno così dicono i test di gravidanza, ma non sono sempre affidabili.
Asia dovrebbe fare delle analisi per esserne certa del tutto.”
“Sì, così si butterà dal testo dell’ospedale quando saprà il risultato.
Ho fatto un casino!”
Esclama con una certa disperazione nella voce.
“Lo so, ma possiamo uscirne. Per prima cosa Asia deve tornare stabile, poi parlerete e arriverete a una soluzione.”
“Vorrei avere il tuo ottimismo, Leah. Asia non lo vuole un bambino e non vuole nemmeno me ed è comprensibile.
Se potessi tornare indietro non la mollerei.”
“Ma non puoi, quindi cerca un modo per riconquistare la sua fiducia nel presente, perché credo che se tu la convincessi che la ami non abortirebbe.”
Dice Ronnie.
“E come?”
“Non so, pensaci su.”
Proprio in questo momento arriva Delilah con un’aria pallida e sbattuta.
“Come sta?”
Le chiedo ansiosa.
“Il calmante è entrato in circolo e si è addormentata. Credo si sia trattata di una reazione allo shock, una specie di crisi isterica.”
“Grazie mille per averci aiutato.”
Jacky la ringrazia da parte nostra, ma lei lo trafigge con i suoi occhi di ghiaccio.
“Trattala bene, perché altrimenti te la vedrai con me.
Stalle accanto, falle capire che il bambino lo vuoi sul serio e che le cose si possono aggiustare.
Asia è una ragazza fragile e spaventata in questo momento e ha bisogno di conferme e rassicurazioni, per quanto possibile evitatele ogni tipo di stress.”
“Va bene, grazie.”
La ragazza ci lascia da soli.
“Siamo in tre a dirti la stessa cosa, cioè che le devi dimostrare che tieni a lei. Lo farai?”
“Ci proverò, ma non so ne sarò capace. Le relazioni non sono mai state il mio forte.”
Biascica lui a testa bassa.
“Vuoi il bambino, Jacky?”
Gli chiedo dura.
“Sì.”
“E allora un modo lo troverai, devi solo dare ascolto al cuore invece che al cazzo ogni tanto.”
“Leah!”
“Che c’è?
Ho detto la verità, che i ragazzi ragionino con quello lo sanno tutti. Arriva però, per tutti, qualcuna che ti costringe a usare il cervello oltre al pene e Jacky l’ha trovata.”
“Hai perfettamente ragione, Leah. Ho ancora paura.”
“Anche io ho paura e, se hai ascoltato Delilah, anche Asia ha paura. Devi farti forza per te, per lei e per il bambino. So che puoi farcela.
Ho fiducia in te, Jacky Vincent.
L’ho avuta sin dalla prima volta che ci siamo incontrati ed eravamo due inglesi persi negli Stati Uniti.
Ce la farai!”
Lui annuisce.
“Me ne siamo certi?”
Chiede Ryan.
“Due test di gravidanza hanno dato risultato positivo, ma possono sbagliare. Adesso cerco l’ospedale più vicino per fare delle analisi.”
Accendo il mio computer – annotandomi mentalmente di parlare di gravidanze indesiderate e possibili reazioni suicide della futura mamma – e cerco. L’ospedale più vicino è a Portland e io lo chiamo subito. Mi risponde una donna, declino le mie generalità e una volta accertatasi che io sia davvero un medico mi lascia parare.
“Sì, sono il medico di una band, i Falling in Reverse.
Sì, il mio nome è Leah Marie Eulalie Lancaster, sono laureata, abilitata alla professione e regolarmente iscritta all’albo.
Le vorrei chiedere se è possibile fissare un’ecografia tra due giorni, dovremmo raggiungere Portland per quella data.
Sono consapevole che ci sono persone che hanno prenotato prima di me, ma questa è un’emergenza, non potrebbe fare un’eccezione?
Sì, aspetto.”
Aspetto un quarto d’ora al telefono e poi finalmente torna a parlarmi.
“Generalmente non concediamo eccezioni, ma ho valutato il carattere di eccezionalità della domanda: tra due giorni alle dieci mezza la sua paziente deve presentarsi qui, possibilmente accompagnata.”
“Sarà fatto. La ringrazio infinitamente.”
Chiudo la chiamata e mi detergo il sudore dalla fronte, è stata una chiamata estenuante, nessuno mi crede mai quando mi annuncio.
Mi dirigo verso l’armadietto dei liquori e verso tre dite di Jack Daniel in un bicchierino per me e tre per Jacky.
“Te le sei guadagnate, amico.”
Dico con voce monocorde, lui lo prende senza dire nulla.
Io bevo il mio e poi mi siedo.
“Scusatemi ancora.”
Sussurro con voce spezzata.
Poi sento un gemito dalla zona dei bunk e noto che Asia è sveglia.
“Buongiorno, Asia.
Come ti senti?”
“Una merda. È vero che mi hanno sedata?”
“Sì, hai avuto una reazione esagerata. Vuoi qualcosa?”
“Da bere, se possibile.
Come ha reagito Jacky?”
“Bene. Ha paura, ma non ti lascerà sola.”
“Lo sono già.”
“No, tesoro. Ci siamo noi.”
Vado in cucina e verso un bicchiere d’acqua, poi torno da lei.
Si è già riaddormentata e io mi porto via il bicchiere, non voglio lasciarle un possibile arma con cui farsi male.
“Ho sete davvero.”
“A me sembra che ti interessi più il bicchiere che l’acqua.”
“Sempre acuta. Dammi un po’ da bere, poi te la porti via.”
“Sta bene.”
Lei beve un lungo sorso e poi tenta di mandare in pezzi il bicchiere.
“Bella prova, ma non ha funzionato.”
Son completamente inzuppata d’acqua, ma il bicchiere è integro. Torno dagli altri e guardo Jacky.
“Va da lei, calmala.
Io non posso fare nulla.”
E mi sento sconfitta come non mai, come quando hanno diagnosticato il cancro mortale a mia nonna e io non ho potuto fare che accompagnarla e sorreggerla nel suo percorso di dolore e sofferenza.

 
Alla sera ci fermiamo, si fermano anche i Pierce The Veil.
Delilah si informa sulla salute di Asia e poi le parla a lungo, quando torna dice che è stata una buona idea affiancarla Jacky perché sembra calmarla.
Io annuisco, ancora momentaneamente muta.
“Delilah!”
La chiamo poi.
“Sì, Leah?”
“Ecco, io volevo scusarmi con te.
Ti ho giudicata male, pensavo fossi solo un’oca senza cervello e i capelli rosa da finta alternativa, invece sei un medico molto competente.
Grazie mille per aver aiutato Asia e scusami se ti ho trattata male a volte.”
Lei rimane un attimo in silenzio.
“Scuse accettate, anche io te ne devo.
Pensavo fossi il medico e la donna perfetta, invece sei umana come tutti noi, scusa se a volte ti ho trattato non molto bene.”
“È tutto a posto.”
Ci sorridiamo a vicenda, qualcosa doveva venire da questa tempesta perfetta. Almeno adesso i nostri rapporti sono migliorati e abbiamo smesso di farci la guerra fredda e mi va bene che frequenti Ronnie.
Prima – lo ammetto – pensavo che lei non fosse per nulla adatta a lui, adesso ho cambiato idea, ho visto che sa essere intelligente e svelta all’occorrenza.
A me pesa ancora la mia crisi di questa mattina, così esco a fumarmi una sigaretta.
“Ehi!”
Dice una voce nel buio: è Tony.
“Ehi a te, Turtle.”
“Come ti senti?”
“Una merda. Stamattina mi sono fatta prendere dal panico come una novellina, nemmeno le pischelle del primo anno hanno simili blocchi”
“Sei solo umana, a volte succede di paralizzarsi. Io sono il campione delle paralisi, ma qualcuno mi ha aiutato a muovermi.”
“Ti riferisci a te e Sofia?
A proposito, come va?”
“Benissimo, ogni giorno che passa mi convinco che è la mia ragazza ideale, molto meglio di Erin o di qualunque mia ex. Si è anche appassionata di tartarughe anche lei come me.”
“Manca solo Star Wars, insomma.”
“CI sto lavorando.”
“Tony, per te sono un buon medico?”
“Sì. E ci manchi.”
“Anche voi mi mancate, vi ho pensati molto spesso in questo anno.”
“I spent this years as a ghost…”
“And now I’m not sure where is home anymore.”
Ridiamo insieme.
“Ho fatto un errore lasciandovi, ma avevo paura di soffrire troppo.”
“Ti capisco. Ho fatto anche io questo errore!”
“Ehi, Franklin tartaruga! Non mi starai rubando la ragazza?”
La voce stentorea e dolce allo stesso tempo di Mike ci fa ridere.
“No, stavamo solo parlando. Mi sento ancora un pessimo medico.”
Lui mi abbraccia e mi bacia sulla fronte.
“Per me sei la dottoressa migliore del mondo, nonché la più sexy.”
Io arrossisco come un pomodoro.
“Mike, che schifo!
Stai diventando dolce!”
Lui fa una linguaccia al suo migliore amico.
“E tu e Sofia?
Siete disgustosamente diabetici e vi preferisco così che in guerra uno contro l’altro.”
Tony rimane senza parole e le sue guance si dipingono di un rosa delicato.
“Metti sempre a disagio le persone, Mickey WhiskyHand.”
Borbotta lui, calandosi il cappellino sul volto.
“Ma cosa avrò mai detto di male?”
Se la ride il maggiore.
“Ma sei sicura di volerlo, Leah?”
“Più che sicura, adesso che è mio non lo lascerà andare maaaai più.”
“È il tuo schiavo insomma! Chissà cosa farete a letto!”
“Tony!”
Urliamo tutti e due, facendolo scoppiare a ridere.
Un finestrino si apre sopra di noi.
“Smettetela di fare casino, Asia sta cercando di riposare.”
Urla un seccato Jacky, l’allegria finisce subito e il peso di quello che non ho fatto mi ripiomba addosso.
“Hai ragione, scusaci immensamente, Jacky.”
Lui annuisce e chiude il finestrino, io sospiro pesantemente.
“Sono un pessimo medico.”
“No, Leah, no. Ti prego non buttarti giù così. Hai avuto una crisi e può capitare a tutti, non devi buttarti giù così, sono sicuro che la prossima volta sarai la Leah che conosciamo.
Se Turte può fare il piccioncino con Sofia è perché tu l’hai salvata, non te ne devi dimenticare. Un pessimo medico l’avrebbe lasciata morire.”
Io annuisco piano e lascio che le prime lacrime escano, è stata una giornata lunga e pesante e non so cosa fare per raddrizzarla. Una mia amica vorrebbe essere morta e io non so come convincerla a uscire dal suo tunnel buio e a guardare la luce
Non è sola.
Ci siamo noi e c’è Jacky.
Jacky che non la vuole lasciare.
Jacky che vuole il bambino che lei aspetta.
Jacky che ha fatto finalmente pace con il suo cervello.
Come posso farglielo capire?
“Piccola, ehi, piccola!”
“Scusa, Mike. Ero immersa nei miei pensieri, cosa stavi dicendo?”
“Hai bisogno di rilassarti, dormi da me.”
Io rimango un attimo in silenzio.
“Sento gli altri che ne pensano.”
“Tu vieni da noi e noi mandiamo loro Delilah.”
“Adesso vado a dirglielo.”
Entro nel pullman sentendomi a disagio.
“Mike avrebbe una proposta da farvi.”
“Del genere?”
Mi risponde Ronnie, sembra in qualche modo seccato.
“Ecco, vorrebbe che io andassi da lui e lui vi manderebbe Delilah.”
“Non ti sembra egoista da parte tua?”
“È quello che ho pensato anche io, ma non ho osato dirglielo, perché egoisticamente piacerebbe anche a me stare con lui. Vado a dirglielo.”
Esco dal pullman e comunico la risposta, Mike vorrebbe protestare, ma Tony fortunatamente lo trascina via e io mi fumo un’altra sigaretta in pace.
Tornata dentro, rimango con la band giusto cinque minuti prima di scappare a letto e scoppiare a piangere. Non so dopo quando qualcuno tira la tenda e io mi asciugo le lacrime.
“Asia ha bisogno di qualcosa?”
Chiedo a Ronnie, lui per tutta risposta mi dà un bacio in fronte.
“Va’ da Mike e mandaci Delilah. Si vede che sei stanca e hai bisogno di dormire e di conforto, è stata una giornata lunga per te.”
“Sono stata un pessimo medico, Ronnie.
Non mi merito tutta questa comprensione.”
“Sei stata un essere umano e a volte gli esseri umani sbagliano e non reagiscono come dovrebbero. Succede a tutti, una notte di riposo con lui e sarai come nuova.”
“Grazie, Ronnie. Sei un vero amico.”
Lui ridacchia.
“Volevo una scusa per stare con Luna.”
“Luna?”
“Delilah.”
“Capisco.”
Prendo un cambio per la notte e me ne vado, quando busso al pullman dei Pierce The Veil è un Jaime sorpreso ad aprirmi. Delilah mi sorride e se ne va, credo che ci sia il suo zampino dietro a tutto questo, devo ricordarmi di ringraziarla.
Mike mi prende tra le braccia e mi porta al suo bunk, con gentilezza mi toglie il corpetto e il vestito, massaggiandomi a lungo le spalle nude, poi mi passa una delle sue canottiere e io la indosso annusando con piacere il suo profumo. Erba, whisky e qualcosa di mascolino.
Qualcosa che sa di Mike.
Si sdraia a letto e io lo raggiungo, sono subito attirata sul suo petto e mi va bene. Non c’è altro posto dove vorrei essere adesso.
Lui mi accarezza e mi sussurra qualcosa all’orecchio, io non lo sento perché il peso della giornata mi sta chiudendo le palpebre.
“Mike.”
Sussurro mezza addormentata.
“Ti amo.”
“Anche io.”
Mi dà un bacio sulle tempie e io mi addormento serena.

Angolo di Layla.

Grazie a Nico_Ackerman per la recensione. Asia è molto confusa e non sa cosa fare, ma prima o poi lo capirà. Grazie per continuare a seguire questa storia.

 

 

   
 
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