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Autore: tilia    15/12/2015    2 recensioni
Se sei un Bowserotto, e non vedi quasi mai tuo padre per tutto l'anno, vorresti passare con lui la notte di Natale...
Ma quando anche in quella festività egli si porta il "lavoro" a casa, un po' ti irriti.
Inoltre, magare, non è l'idea più brillante del mondo tenere prigionieri, a causa di una bufera di neve, Mario e Bowser nello stesso castello.
Il tutto condito con una (povera) principessa Peach, che vorrebbe con ogni probabilità essere altrove, la neve, che scende senza sosta, e perchè no? Un incidente con il dirigibile, e quanta più sfortuna si riesca ad immaginare.
In una situazione del genere è facile che tutto finisca in tragedia, ma è pur sempre la Vigilia di Natale, potrebbe avvenire un miracolo. In questa magica sera la famiglia Koopa si potrebbe ritrovare un po' più unita, un po' più...famiglia.
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Curiosi?
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Bowserotti, Ludwig Von Koopa, Peach
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esistiamo- Cap.6(nn corretta) Dubbi



Il resto della serata era trascorso senza altri intoppi. Peach si sentiva abbastanza soddisfatta del suo operato, non era sicura che la Vigilia di Natale fosse del tutto salva, ma sicuramente era migliorata rispetto a poco prima.
Inoltre quel dolce era davvero delizioso e sembrava anche Mario fosse d'accordo con lei. L'idraulico era un buongustaio e si poteva lamentare di tutto tranne della cena, dimostrazione stava nel fatto che aveva fatto anche il bis dell'ultima leccornia, ovviamente accompagnato al suo acerrimo rivale.
Era come se dopo il suo canto si fossero calmati e avessero trovato un altro punto in comune:  il cibo e l'ammirazione per lei.
Stavano addirittura iniziando a conversare amabilmente di Pallacanestro, come due vecchi amici. Era davvero miracoloso che tenessero alla stessa squadra.
Peach sorrise e si mise ad osservare i figli di Bowser. Sembravano quasi tutti allegri.
L'unico era  Larry, infatti lo sguardo del Bowserotto saettava dal dolce negato al fratello maggiore e probabilmente stava solo aspettando il momento propizio (ovvero, quando Ludwig non guardava) per prenderne un altro po'.

"Quale fondotinta usi?"
La domanda improvvisa la fece bruscamente tornare alla realtà. Wendy si era avvicinata con circospezione e aveva preso il posto di Morton, il quale si era allontanato con Iggy per non aveva capito che esperimento.
Rimase un attimo sorpresa, ma poi sorrise come suo solito. Dopotutto Wendy era l'unica femmina in una famiglia di soli maschi, ora che poteva fare conversazione con un'altra ragazza, non si sarebbe mai lasciata sfuggire una simile occasione.
Così la principessa rispose amabilmente e iniziarono la loro conversazione prettamente femminile. Wendy, da parte sua, rimase sorpresa della capacità della sovrana di chiacchierare così semplicemente con chiunque. Era la prima persona che ricambiava la stessa attenzione agli oggetti di Make-up. Solitamente era sempre da sola a guardarsi i cataloghi, dialogando con gli specchi della sua stanza su quale colore risaltasse meglio le sue squame o gli occhi azzurri, di cui tanto andava fiera. Mai prima di allora aveva potuto confrontarsi con tanta calma e famigliarità con qualcuno. Si sentì stranamente realizzata come donna.

 *

"Dove vai Ludwig?" domandò Larry  notando che il fratello con molta noncuranza si stava lentamente dirigendo verso l'uscita della sala.
"A recuperare Iggy e Morton" rispose, sembrava più una minaccia che altro.
Larry conosceva i suo metodi di "recupero", perciò si affrettò a seguirlo preoccupato. Il maggiore non parve infastidito, anzi, prese quel pretesto per imporsi di non andare troppo in escandescenza. Detestava richiamare i fratelli all'ordine, specialmente le rare volte in cui c'erano ospiti.
Larry ne approfittò per chiedere: "Che ne pensi?"
"Su cosa?" domandò incuriosito il fratello avanzando nei sotterranei verso il laboratorio di Iggy.
"Di questo Natale, insomma, non ti sembra un po' strano?"
Larry procedeva cautamente, non sapendo neanche lui dove volesse arrivare. Sentiva il bisogno di confidare a qualcuno di quello strano malessere, che aveva iniziato ad affliggerlo. Era iniziato quando Peach e Mario erano arrivati e non se ne era più andato.
"Ho smesso di farmi domande su ciò che è strano, da quando è nato Lemmy" scherzò Ludwig scrollando le spalle. Il fatto che usasse la sua ironia, non era un buon segno. Solitamente faceva così, solo quando non voleva esprimere la sua opinione.
"Secondo me, è stato divertente!" ammise infine il Bowserotto, già temendo la reazione del fratello "Anche quel Mario in fondo non è così male, una volta che ci fai l'abitudine. Sai, è riuscito persino a fare una battuta simpatica e poi, si è complimentato con te, ne stava parlando prima con Mama Peach" finì allegramente.
Ecco lo aveva detto. Si era sentito davvero bene quella sera ed era quello che lo stava tormentato. Teoricamente dovevano essere nemici, ma in mezzo a loro aveva passato uno dei più bei  Natali della sua vita.
Ludwig rimase in silenzio, non sembrava intenzionato ad esprimere nessun giudizio.
"Ludwig, ascolta, io  credo, che se Re Papà e Mama Peach smettessero di farsi la guerra, sarebbe tutto più bello. Inizio a pensare, che non sia la cosa più giusta rapire mama Peach e far male alle persone" riprese tremante Larry, con quella frase probabilmente si era appena giocato il fratello maggiore. Lo avrebbe guardato come se fosse un anormale, uno strano. Ecco, se lo sentiva, adesso Ludwig si sarebbe voltato e gli avrebbe urlato contro, che era ammattito, che non poteva permettersi di dire cose del genere, che erano la famiglia reale Koopa, erano conquistatori, era il loro scopo di vita. 
Invece, contrariamente ad ogni aspettativa l'altro Bowserotto sospirò e scosse la testa.
 "Non saprei, insomma..." non terminò la frase e rimase un secondo fermo. Sembrava stesse riflettendo su quali parole usare.
"E se succedesse qualcosa a Re papà, mentre sta combattendo? Se morisse? Hai visto quello che è successo oggi con l'aeronave? E se uno di noi..." lo incalzò immediatamente Larry. Ora iniziava davvero ad essere nervoso, anzi, irritato. Possibile che solo lui avesse pensato anche all'evenienza che qualcuno ci rimettesse le squame, una volta o l'altra? Era l'unico a pensare, che andare d'accordo era molto meglio di combattersi?
"Larry, calmati" tentò di tranquillizzarlo Ludwig, finalmente capì quello che turbava il minore.
Cercò nuovamente le parole per provare a placare le acque, ma di nuovo rimase in silenzio. Faceva schifo nel consolare la gente, se ne rendeva pienamente conto. Ludwig sospirò nuovamente e si strofinò la fronte, tentando di riflettere e superare il martellante mal di testa, che ormai non gli dava tregua. Alla fine se ne uscì con la frase peggiore che potesse trovare.
"Cosa vuoi che possa distruggere nostro Padre? Dai, Larry, non preoccuparti..."
"Sì, ma se succedesse? Dannazione, oggi Jr, domani chi? Mama Peach non avrebbe problemi a fare pace, perché deve essere così difficile?! E se noi rimanessimo orfani? Allora che faremo?" iniziò ad urlare il minore sbattendo una zampa a terra. Era davvero furioso. Perché gli adulti erano sempre così complicati? Continuando quell'inutile guerra rischiavano solo di farsi del male.
La sola idea di pendere qualcuno della sua famiglia lo terrorizzava. Era una sensazione orribile, come se ogni volta venisse investito da una secchiata d'acqua fredda. In quei secondi pareva che la terra si staccasse da sotto i suoi piedi, la realtà si faceva sempre più piccola e gli sembrava quasi che a vivere la sua  vita ci fosse un altro.
"Ci sarò io a proteggervi"
Era una frase semplice la risposta del fratello. Larry strabuzzò gli occhi e finalmente si distrasse dalla sua rabbia verso gli adulti. Ludwig non lo guardava, era voltato verso la parete opposta.
Ludwig detestava dimostrare il proprio affetto in modo così aperto, ma era vero. Avrebbe preso lui in mano la situazione e chiunque avesse voluto toccare i suoi fratelli sarebbe finito all'altro mondo nel modo più doloroso possibile. Niente e nessuno poteva permettersi di muovere anche solo un dito verso la sua famiglia.
"E se morissi tu?" 
"Ehi! Ma allora la stai gufando!" esclamò Ludwig iniziando a perdere la pazienza per il continuo ribattere del minore. C'era da sperare, che la sorte non ascoltasse Larry. Rabbrividì, non aveva ancora voglia di terminare la propria vita così presto.
"Comunque, ci sarò io a proteggervi, qualunque cosa succeda" riprese serio il maggiore ritornando a fissarlo.
Larry finalmente rimase in silenzio. Adesso che iniziava a calmarsi, gli saltava all'occhio quanto il suo sfogo fosse irrazionale ed esagerato. Da quando lui era così pessimista? Nessuno sarebbe mai morto, loro erano dei Koopa, giusto?
"Ludwig?" domandò ancora un po' piano e  timoroso il minore.
"Cosa c'è?" sbuffò alzando gli occhi al cielo.
"Secondo te, è giusto combattere?" chiese infine abbassando gli occhi. Era l'ultima cosa che voleva sapere.
Magari, il fratello avrebbe saputo dargli una ragione valida o, forse,  comprendere quel sentimento di non aggressività che lo caratterizzava. Era sempre stato così. Detestava giocare alla guerra sin da piccolo, lui aveva altri modi per sfogare la sua aggressività naturale. Adorava praticare sport, scaricare la tensione con ciò che non prevedeva di far male a qualcuno. Lo preferiva decisamente alla lotta.
La richiesta colse Ludwig colse impreparato, sperava di aver distolto la sua attenzione da quel particolare. Aprì la bocca, ma non ne uscì nessun suono. Non aveva mai pensato a quel lato della sua vita, cioè, ci aveva riflettuto, ma non così specificatamente. Era più un pensiero che aleggiava nella sua coscienza, ma sempre spinto verso il basso.
A Ludwig piaceva combattere era un'innegabile verità, ma non lo faceva per il giusto o sbagliato che fosse, era più un sentimento legato al profondo del suo animo, probabilmente alla sua natura di Koopa.
Infondo, lui era sempre stato abbastanza violento, specialmente quando sapeva di combattere per una giusta causa o, ancora meglio, se c'era qualcosa nel nemico che lo disturbava particolarmente. Sapeva essere molto crudele e spesso era stato definito il più cattivo fra i suoi fratelli, pur essendone effettivamente il più calmo e controllato.
Tentava sempre di tenere a bada la sua furia, ma a volte era davvero impossibile.
Gli piaceva.
Gli piaceva, questo era l'aspetto inquietante.
 Adorava vedere il nemico sconfitto, sentirsi potente, ma soprattutto liberare il suo odio,  se era davvero rivolto verso il nemico o  se stesso,poco importava.
Scosse la testa e sospirò "Non lo so"
Non avrebbe mai rivelato questo lato del suo carattere al suo fratellino, quindi optò per la classica frase di rito. Nonostante fosse stato educato ad essere un Koopa guerriero, sapeva perfettamente che non era affatto giusto attaccare i regni vicini per un semplice scopo egoistico, ma non si era mai opposto al volere del padre. Dopotutto, loro erano una razza bellicosa ed era risaputo in tutto il mondo.
"Ma..." protestò ancora Larry inclinando la testa confuso, ma Ludwig fu più veloce e lo interruppe "Ascolta, facciamo così: decidi tu"
"Decidere io?"
"Sì, decidi tu, se è giusto o sbagliato, così io penserò per me e non t'influenzerò" continuò il maggiore riprendendo a camminare spedito verso il laboratorio.
Larry rimase fermo nel corridoio per qualche istante interdetto. Non avrebbe mai pensato di essere libero di decidere una questione così importante. Insomma, essendo penultimo genito di una famiglia di nove persone aveva davvero poca libertà d'azione o pensiero, ma Ludwig gli aveva appena lasciato carta bianca. Poteva scegliere quello che voleva. Libero da tutto.
Sorrise felice, bastava poco per fargli tornare la  serenità. La sua non era davvero avversione per la guerra, magari anche quello, ma soprattutto ciò che lo aveva sconvolto, era non avere il minimo controllo sugli eventi. Era successo tutto così in fretta, che non aveva saputo fare nulla. Non si era mai sentito così impotente come quella sera. 
"Ludwig?" lo chiamò ancora ben sapendo che probabilmente gli avrebbe fatto completamente perdere la pazienza.
"Larry! Adesso, basta!" esclamò, infatti irritato il maggiore senza fermarsi. Non si girò.
"Grazie"
Ludwig emise uno sbuffo annoiato alzando le spalle, come per dire: "Di cosa?"
In realtà la sua bocca si storse in un leggero sorriso a fior di labbra, talmente lieve che era quasi indistinguibile nella penombra del corridoio.

*

Il laboratorio di Iggy era nei sotterranei. Nessuno lo aveva cacciato lì a forza, semplicemente lui aveva reclamato quello spazio di castello come proprio. Diceva sempre che era per la preziosa energia estratta dal magma sotto alla reggia. La usava, infatti,  come fonte primaria di potere.
Avere Iggy nelle fondamenta di un edificio, era come avere una bomba ad orologeria sotto ai piedi. Immancabilmente uno dei suoi tanti esperimenti falliva e saltavano in aria i sotterranei, rischiando di far collassare l'intero castello.
Per questo, ormai, la dimora aveva acquisito pareti anti-sisma ed ogni genere di precauzione, ma ciò spesso non serviva. Ogni cinque mesi dovevano per forza ristrutturare tutto a causa di qualche sua follia, come se avere l'idraulico e Bowser che combattevano nel castello un mese sì e l'altro pure, non fosse già abbastanza distruttivo.
Ludwig seguito da Larry finalmente arrivarono alla porta di legno massiccio, che separava il mondo di Iggy da quello dei comuni mortali. Dall'altra parte provenivano strani rumori, simili a grida e rumori di lotta concitati.
Il maggiore sbuffò per quella che doveva essere la milionesima volta nella serata e spalancò la porta senza bussare. La scena che gli si parò davanti agli occhi aveva qualcosa di comico. C'era Iggy in piedi davanti ad un enorme macchinario fissato alla parete e Morton arrampicato e barricato in cima, per niente intenzionato a cedere alle lusinghe del fratello folle che gli chiedeva di scendere.
"Cosa vuoi che sia? Devo solo farti qualche analisi!" esclamò mostrando un bisturi e sventolandolo davanti al naso del fratello che terrorizzato tentava di arrampicarsi ancora più in alto. Non appena, però, quest'ultimo vide Ludwig con un balzo d'insospettabile agilità si portò alle sue spalle, travolgendo Larry nel processo e urlò: "Fallo stare lontano da me!"
Il maggiore lo guardò confuso, ma non fece in tempo ad esprimere una sola parola, perché Iggy gli si avvicinò sempre con lo strumento affilato in mano e muovendolo con noncuranza.
"Iggy abbassa quell'affare" balbettò Larry da dietro ai due fratelli.
"Perché siete qui?" domandò curioso lui, ignorando totalmente la supplica del minore e iniziando come risposta a giocherellarci.
"Larry e Morton tornate a cena, io e Iggy mettiamo a posto i suoi giocattoli, poi vi raggiungiamo" ordinò Ludwig riprendendo in mano la situazione. Guardò il fratello minore dai capelli verdi e sospirò chiedendosi per l'ennesima volta cos'aveva fatto di così malvagio da meritarsi una giornata come quella.
"Mi stava per dissezionare! Hai visto il coltello? Mi avrebbe squarciato a metà, oh, le mie povere budella sparse per il pavimento! Cos'avrei fatto? Le mie povere, povere budella, così sole, solette. Ludwig dove mi avreste seppellito? Spero almeno che mi avreste fatto un discorso degno del mio nome. Quattrocentoventisettemila e ottocentododici parole, come minimo, vero?" interruppe l'attimo di calma Morton straparlando come suo solito.
Ludwig fu tentato di dare il permesso a Iggy di dissezionarlo partendo dalla lingua, ma si trattenne. Larry dovette fiutare la sua l'aria omicida, perché con quanta più velocità riuscì, annuì e portò il fratello all'uscita.
"Sì, certo Morton. Adesso, che ne dici di tornare a cena? Sai, c'era ancora qualche fetta di torta"
"Buona idea mi serve proprio un po' di zucchero dopo questo shock, tu non hai idea...dissezionato vivo..."
Uscirono mentre il maggiore continuava il suo monologo. Probabilmente prima della fine della serata sarebbe stato lo stesso Larry a riportarlo a Iggy sperando che lo squartasse, come diceva lui.
Una volta rimasti soli Ludwig si voltò verso il fratello con uno sguardo a metà fra l'incuriosito e l'irritato.
"Non volevo dissezionarlo" si affrettò a spiegare Iggy, ridacchiando e sistemandosi gli occhiali sul naso "Ho dimenticato dove ho messo le forbici e mi serviva un campione di capelli per estrarre il DNA, così..." lasciò in sospeso la frase alzando il braccio con il bisturi. Evidentemente aveva preso il primo oggetto affilato che gli era capitato a tiro per fare il prelievo, ma non aveva considerato quello che Morton avrebbe potuto pensare.
Ludwig sospirò portandosi una mano davanti agli occhi, chiedendosi nuovamente perché a lui dei fratelli simili.
"Ehi, è colpa sua! Ha iniziato a parlare e correre da tutte le parti" protestò il genio incrociando le braccia, sempre tenendo in mano lo strumento. Sembrava quasi offeso, ma non appena il suo sguardo si posò sul bancone gli ritornò il sorriso.
"Sai cos'è questo?" domandò euforico sventolando il tovagliolo che aveva tenuto in mano quasi tutta la serata. Ormai il povero pezzo di carta era ridotto a uno straccio macerato, nero d'inchiostro e strappato in più punti.
"No" rispose arrendendosi alla strana logica del fratello minore. Aveva rinunciato a seguire i suoi ragionamenti già da molto tempo.
"Questa, fratello, è la nostra salvezza! La chiave della nostra tranquillità!" esclamò saltellando da un piede all'altro.
"Ok, Iggy cos'è?" domandò spazientito il maggiore massaggiandosi lentamente le tempie pulsanti dal mal di testa.
"Questa è...la formula per zittire Morton!" urlò a pieni polmoni spalancando gli occhi più di quando normalmente già faceva. Ludwig strinse gli occhi dal dolore e strinse i pugni irritato da quell'improvviso cambio di volume.
"Non è meraviglioso?" continuò Iggy strillando al mondo la sua felicità. Lui era sempre quello che aveva mal sopportato Morton. Aveva sempre avuto bisogno di pace e tranquillità per i suoi esperimenti ed avere accanto il fratello chiacchierone era fonte di fastidio.
"Abbassa la voce" ringhiò di rimando Ludwig non condividendo la sua euforia, anzi. Iggy si fermò per un secondo osservandolo.
"Fratello, sai, ho rilevato che la tua temperatura si sia alzata di 5.15° durante il corso della serata" ammise improvvisamente tirando fuori uno strano aggeggio. Sembrava un piccolo telecomando, ma su un piccolo schermo scorrevano decine di numeri.
"Che cosa?" domandò Ludwig
"Questa è la mia ultima invenzione, pensavo di utilizzarla per capire quando il nostro genitore sta per esplodere dalla rabbia, perché rivela il calore" illustrò rapidamente lo scienziato tornando orgoglioso.
"Quindi?" chiese spazientito Ludwig senza nuovamente condividere l'euforia del fratello. Aveva iniziato a raccogliere tutte le carte sparse sul pavimento, almeno per dare una parvenza di ordine al laboratorio di Iggy.
"Vediamo, per farla semplice, il tuo organismo sta reagendo e per tentare di uccidere i batteri ha alzato la temperatura del tuo corpo, vedi un po' come quando fai bollire l'acqua per sterilizzare gli oggetti" spiegò rapidamente alzando le spalle. Iggy aveva il suo particolare modo per dire comprensibilmente le cose, la maggior parte delle volte le complicava. Non lo faceva apposta, ma quello che per lui era facile, per gli altri non lo era.
"Mi stai tentando di dire che ho la febbre?" chiese il maggiore strofinandosi la fronte. Voleva bene a Iggy, ma il mal di testa lo stava davvero uccidendo e diventava difficile stare attento a tutto quello che diceva.
"Sì, esatto" annuì lo scienziato "In questi casi, credo sia meglio tu vada a letto"
"Sì, certo" ribatté sarcastico Ludwig raddrizzandosi immediatamente "E chi pensa a Jr di sopra? Sembra che una volta saputo stava bene, se ne siano dimenticati tutti"
Iggy si ricordò solo in quel momento del fratellino più piccolo e provò un leggero senso di colpa. Alla fine, se non ci fosse stato il maggiore sarebbe andato tutto a rotoli. Per un secondo pensò di fare la persona responsabile, ma calcolando rapidamente quanto avrebbe dovuto addossarsi rimase in silenzio e lasciò tutto su di Ludwig .
"Va bene, ok, però, posso suggerirti di prendere almeno un'aspirina?" domandò sistemandosi goffamente gli occhiali sul naso. La sua miopia era davvero forte, ormai quasi proverbiale.
"Sì, dopo. Adesso, tieni la bocca chiusa e andiamo di sopra" sospirò il maggiore con un alzata di spalle liquidando velocemente l'argomento. A Iggy parve chiaro: non avrebbe preso medicinali, finché non avesse compiuto tutti i suoi compiti, peccato la lista fosse ancore lunga. Forse, avrebbe dovuto dargli una mano.
Iggy non era mai stato bravo con i rapporti, aveva sempre preferito estraniarsi dalla realtà, rifugiarsi nella scienza. Quella era logica, non c'era il fattore dell'imprevedibilità, tutto seguiva un rigido schema che capiva, mentre a volte le altre persone faticava proprio a seguirle, figuriamoci a comprenderle.
Sapeva di essere strano secondo i canoni normali, ma non gli importava, i suoi fratelli lo avevano sempre accettato, nonostante tutte le sue stramberie. Ludwig in particolare era continuamente disponibile, anche se fingeva di non volerlo mai ascoltare e a volte, forse,  era anche così.
"Fratello, sul serio, prenditi qualcosa" borbottò prima di chiudere la porta del suo laboratorio cercando le chiavi giuste per serrarlo. Sarebbe stato un disastro, se qualcuno fosse entrato senza sapere dove mettere le mani.
Ludwig rimase un secondo interdetto, poi si lasciò sfuggire un leggero sorriso. Era raro che lo facesse.
"Tranquillo, sto bene, cosa vuoi che sia?" minimizzò scrollando le spalle in segno di non preoccuparsi.
"Ludwig" l'ammonì il minore in tono di rimprovero. Era raro utilizzasse i nomi, solitamente li chiamava tutti "fratelli" o, nel caso di Wendy, "sorella", denominava persino Bowser "genitore", rifiutandosi di usare altro appellativo.
Il maggiore s'immobilizzò, il suo fratellino lo stava davvero rimproverando? Si girò e mimò la migliore espressione di calma, che riuscì.
 "Ok, giuro, appena saliamo vado a prendere un aspirina, contento?" chiese sperando di convincerlo.
Iggy soppesò le sue parole studiandolo da dietro gli spessi occhiali, ma alla fine si arrese.
 "D'accordo"
"Bene, finalmente" sospirò sollevato Ludwig "Adesso andiamo"














_____________________________
 Piccolo angolo dell'autrice (leggasi anche pozzodelladisperazione):
Dunque, salve a tutti gente! E finalmente dopo un anno e ventiquattro giorni ho aggiornato!
(Sì, potete tirarmi tutto ciò che volete. Grande offerta oggi, QUALUNQUE cosa!)
Allora, cosa dire? Indipendentemente dalla mia lentezza, sono felice di essere riuscita a pubblicare e spero di finirla prima o poi questa storia.
Come sempre sono aperta a qualunque critica (meglio se motivate), anzi se trovate errori, cose strane o altro non esitate a farmeli notare.

Grazie mille per aver letto!

Alla prossima (speriamo non ancora fra un anno!)
Tilia=|=







  
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