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Autore: JulyAneko    06/03/2009    0 recensioni
Un caso, un avvocato. Una nuova conoscenza, un vecchio legame. Cosa succederà al nostro team se le sue acque verranno scosse non solo da nuovi atroci casi?!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...

-La troveranno?- domandò April al ragazzo che stava disegnando qualcosa di strano su una cartina della città di Philadelphia.
Spencer si giro per poi fissare l'ufficio dietro le spalle di lei nel quale poteva intravedere la figura di Greg Bathis: un uomo decisamente trasandato dai lunghi capelli neri e una folta barba mal tagliata. -La testimone cosa aveva visto precisamente?- chiese senza rispondere alla domanda della giovane.
April guardò quell'alto ragazzo, in quei trenta minuti che erano rimasti soli non avevano detto una parola. Lui era rimasto fisso davanti alla cartina della città e lei aveva potuto studiare ogni singolo girigogolo della buffa camicia che lui indossava. Sospirò. Lentamente prese un foglio nella cartellina che aveva davanti e lesse -Una figura non molto alta, scura, capelli lunghi forse ondulati. Indossava una tuta e scarpe da ginnastica..-
-Capelli lunghi, scuri.. potrebbe essere una donna. Tu hai mai visto Ann Bashville?-
-No, aveva mollato Bathis poco prima delle uccisioni-
Spencer continuò a fissare la ragazza che gli stava davanti, seduta in una poltrona di pelle nera. Le dita affusolate reggevano quel foglio che gli aveva appena letto, una ciocca di capelli le cadeva davanti al viso e le si poggiava sul petto fino al seno, un bel seno che si intravedeva da quegli ultimi bottoni slacciati della camicia rosina che indossava. Deglutì prima di cercare nervosamente nelle tasche dei pantaloni il cellulare che stava squillando.
-Allora?- chiese April appena il ragazzo ebbe riattaccato.
-Sono appena stati a casa di Ann Bashville ma non c'era. Morgan mi ha detto che Garcia ha trovato un locale che apparteva al marito della Bashville ed ora si stanno dirigendo là-
-Bene, possiamo fare qualcosa?- chiese April prima che il detective Peluski aprisse nervosamente la porta del suo studio strillando -Ne ha preso un altro-

-Va bene, ho capito- riattaccò il cellulare l'agente Hotchner, uscendo da una sorta di garage dove avevano trovato una sfilza di foto dei ragazzi uccisi. Si diresse alla macchina dove ad aspettarlo c'era un preoccupato Derek -Penelope ha scavato nel passato della Bashville e sai cos'ha trovato? Che suo figlio è morto cercando di difendere un bambino mentalmente malato da una banda di teppisti-
-Il fattore che le ha fatto scattare l'odio verso le persone disabili- disse Prentiss raggiungendo i due
-Mi ha appena chiamato Reid. C'è un bambino scomparso amico dell'ultima vittima.. malato anche lui-
Emily sospirò, così non andava. Ora che avevano una pista, non sapevano dove cercare. -Pensiamo, accidenti! Un profilo geografico non può aiutarci?-
-Ci sta pensando Reid mentre Rossi è tornato alla centrale per parlare con Bathis, forse lui conosce un posto dove la sua ex-fidanzata può portare dei bambini senza essere vista o sentita-

-Ci deve essere qualcosa!- sbraitò David battendo una mano sul tavolo davanti a Greg Bathis.
-Greg..- incominciò April -Prova a ricordare.. ha mai parlato di un posto isolato? A te o a tuo figlio..-
A quelle parole l'agente Rossi fece segno a Reid di portargli la cartina -Suo figlio, forse a lui ha parlato di un posto e magari voleva andarci.. dove gli chiedeva di portarla suo figlio nell'ultimo periodo?- domandò all'uomo dagli occhi lucidi e un'espressione stordita in volto. Intanto Reid aveva messo la cartina davanti all'uomo che si dondolava avanti e indietro sulla sedia nella quale era seduto, accanto all'avvocato Johnson che lo incitava a ricordare.
-Potrebbe essere una zona di queste..- disse Spencer indicando sulla cartina dei punti colorati di rosso -..sono gli unici dove non sono stati ritrovati dei corpi-
Bathis sembrò guardare l'indice del ragazzo che puntava sulla cartina -Diceva che c'era un luna-park in un edificio là..-
-Come?- chiese Rossi calcando il tempo
-Io gli rispondevo sempre che un luna-park non può stare dentro un edificio ma Philip replicava che c'era sul serio, che dopo una discesa finivano in una stanza piena di colori e caramelle-
-Dove.. dov'è che Philip diceva?- chiese April posando una mano sulla spalla del suo cliente. -Dove?-

-Presto!- esclamò Emily scendendo di macchina e affiancandosi al suo capo.
-Dev'essere quella la discesa..- sussurrò Hotchner facendo un segno del capo e indicando un piccolo cancelletto nero socchiuso dietro al quale si intravedevano delle luci.
Emily andò per prima, percorse la discesa e si ritrovò in uno spiazzo con davanti un basso edificio a tre porte. Solo dalla finestra di destra proveniva una luce rossiccia. La donna si accostò al muro accanto a quella porta, sospirando.
-No- sussurrò una voce poco più indietro di lei -Entro io- disse Aaron fissando la collega -Tu coprimi le spalle-
Emily acconsentì e così entrarono velocemente in quella stanza piena di luci, pupazzi e caramelle sparse per tutto il pavimento.
-Ann Bashville, FBI!- gridò Hotchner individuando una porta socchiusa dalla quale provenivano dei passi e poi, flebilmente, una voce di donna -Non posso lasciarlo andare.. lei capisce, ha ucciso mio figlio! Ha ucciso mio figlio!- La porta si aprì lentamente facendo vedere una donna con in mano un coltello seghettato, davanti a un ragazzino accasciato su una poltrona, immobile.
-Oddio..- mormorò Emily puntando la pistola verso la donna
-Quel ragazzo non ha ucciso suo figlio..- provò Aaron avvicinandosi.
-Sì!! Tutti, tutti loro sono stati!- gridò la donna agitando il coltello in aria e battendo un piede a terra mentre calde lacrime uscivano dai suoi infuriati occhi. -Io devo farlo, devo farlo..- mentre diceva queste parole il bambino si mosse un poco, tirando su la testa e aprendo gli occhi lentamente. La donna si girò a guardarlo e in quel momento Aaron poté scattare su di lei e trascinarla a terra, allontanando il coltello dalle sue mani. Prontamente Emily gli passò le manette e subito accorse verso il bambino che la guardava stranito, doveva aver ingerito qualche sostanza stordante.
Aaron si tirò in piedi con la donna e si scambiò un'occhiata soddisfatta con la collega, ce l'avevano fatta.

-Grazie, non ce l'avremmo fatta senza il vostro aiuto- disse il detective Peluski stringendo la mano all'agente Hotchner mentre gli altri componenti della squadra si stavano avviando alle macchine.
-Davvero?- disse l'uomo guardando alle spalle del detective una giovane donna che chiacchierava col suo cliente, rassicurandolo. -Arrivederci- salutò infine avviandosi fuori verso le macchine dove i colleghi stavano scherzando e decidendo chi dovesse guidare fino all'aeroporto.
-Ottimo lavoro, non è vero?- si sentì dire da una voce alle sue spalle. Non si girò ma aspettò che la ragazza lo raggiungesse. Continuò a guardare Morgan che tirava uno scappellotto a Reid mentre Emily rideva di gusto. Aveva un bel sorriso. Alla fine si girò incrociando lo sguardo di quella ragazza castana che lo stava fissando serena. Ora stava bene?
-April..- cominciò mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni -..mi dispiace, forse avrei dovuto..-
-No- lo interruppe lei -Dispiace a me. So che tu non c'entri nulla.. ma la notizia mi è arrivata così inaspettata.. e tu eri l'unico che lo conoscesse davvero. In qualche modo io mi sono sentita tradita-
A quelle parole Aaron abbassò la testa. Forse lui avrebbe potuto fare qualcosa?
-Ti chiamo appena arrivo a casa, ok?-
-Volentieri- gli sorrise lei -Adesso hai un aereo da prendere- e così dicendo fece qualche passo avanti salutando la squadra prima che tutti entrassero nelle macchine.
April stava rientrando dentro l'edificio quando, quasi inconsapevolmente, si girò sorridendo a due paia di occhi che la stavano fissando.
E fu un lampo.

-Cosa ti ha detto l'avvocato Johnson prima di venire via?- chiese Rossi sprofondato sulla poltroncina dell'aereo.
-Che era contenta del lavoro svolto- sbottò Hotchner senza troppa convinzione e quindi senza troppo convincere tutti gli altri.
-Comunque ho scoperto dove l'abbiamo già incontrata- ruppe il silenzio Reid, attirando la curiosità di tutti
-Già incontrata?- chiese Emily
-Beh stavamo lavorando ad un caso e lei ha parlato con Morgan e Elle Grenaway. Io ero con Gideon nella stanza accanto ma quando l'avvocato Johnson se n'è andata le è caduto un foglio che le ho riportato. Mi ha sorriso in un modo strano quella volta..- ripensò
-Davvero?- domandò Aaron come se fosse una domanda retorica, alzandosi dalla poltroncina e sistemandosi negli ultimi posti accanto ad una JJ tutta indaffarata a mettere a posto pratiche su pratiche. -Serve una mano?-
Emily guardò il suo capo parlare con la collega. Qualcosa era cambiato, ora sembrava molto più rilassato che all'inizio di tutta quella vicenda. Non sapeva cos'era successo ma anche lei si sentiva più sollevata. Sorrise sedendosi davanti a Reid. -E gli scacchi?- chiese con aria provocatoria alla quale il bel genietto rispose tirando fuori una scacchierina e posizionandola sul tavolino tra lui e la collega. -Se lo batti ti offro da bere!- sorrise Morgan aiutando a posizionare le pedine nel posto giusto.
Rossi guardò i colleghi abbozzando un sorriso.
Forse avevano tutti bisogno di rimettere a posto le proprie pedine.



"Senza un avversario la virtù marcisce" Seneca.

 

  
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