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Autore: JulyAneko    05/03/2009    5 recensioni
Un caso, un avvocato. Una nuova conoscenza, un vecchio legame. Cosa succederà al nostro team se le sue acque verranno scosse non solo da nuovi atroci casi?!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE!
PERSONAGGI: Un po' tutti, nuovo personaggio, Spencer Reid
SPOILER: La storia si dirama dalla quarta serie in poi, senza però citazioni precise dalle puntate
DISCLAIMER: I Personaggi non mi appartengono, ma sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
NOTE: Nella storia sono presenti dei link con scritto "IMMAGINE" che vi riporteranno a dei banner appositamente creati da me con i personaggi della mia storia che hanno volti di diversi attori e personaggi famosi.




Untitled Document

WILL NEVER BE A MISTAKE

 

"[...] Si ricompose e disse: -E' così da settimane..- Le si chiuse la gola e dovette interrompersi. Robbie istantaneamente credette di capire cosa intendeva, ma non volle fidarsi. Lei trasse un sospiro lungo e riprese a dire in tono più pacato: -Forse da mesi. Non so. Ma oggi.. oggi è stata una giornata strana fin dal principio. Voglio dire che ho incominciato a vedere le cose in modo strano, come per la prima volta. Mi pareva tutto diverso: troppo nitido, troppo vero. Perfino le mie mani mi parevano diverse. Altre volte mi è capitato di osservare gli avvenimenti come se fossero successi molto tempo prima. E poi è tutto il giorno che sono arrabbiatissima con te - e con me stessa. Ho pensato che sarei stata molto felice di non vederti e di non parlarti mai più in vita mia. Ho pensato che tu saresti partito per andare a fare medicina all'università e che io sarei stata contenta. Ero talmente furiosa. Immagino che sia stato un espediente per non pensarci. Piuttosto efficace, direi..
Diede in una breve risata tesa.
Lui disse: -Non pensare a che cosa?
Fino a quel punto, Cecilia non aveva sollevato lo sguardo. Quando riprese a parlare, i suoi occhi guardavano dritti in quelli di lui, che ne colse appena il luccichio bianchissimo.
-Tu l'hai saputo prima di me. E' successo qualcosa, non è vero? E tu l'hai capito prima. E' come essere di fronte a una cosa talmente grande che non riesci a vederla. Ancora adesso non sono sicura di riuscirci. Ma almeno so che c'è.
Abbassò lo sguardo e lui attese.
-E so che c'è perché mi hai fatto comportare in modo ridicolo. Anche te, ovviamente.. [..] ..Poi, questa sera, quando ho incominciato a capire, be', ma come ho potuto essere tanto cieca su me stessa? E tanto stupida, oltretutto?- Trasalì, come colpita da un'idea sgradevole. -Lo sai vero di che cosa parlo? Dimmi che lo sai-. Temeva che lui non lo sapesse affatto, che tutte le sue deduzioni potessero essere sbagliate e che le sue parole non facessero altro che isolarla ancora di più dando a Robbie l'impressione di avere di fronte un'idiota.
Lui si fece più vicino, -Certo. Lo so perfettamente. [...]".

Ian McEwan, Eapiazione.

 

CM 001

"Pensare significa oltrepassare" E. Bloch

In quel momento non si sarebbe accorta di nulla, né del via vai di gente fuori dal suo ufficio, né degli schiamazzi alla macchina del caffè, né dell'agitazione per una fotocopiatrice fuori uso. Sì, poteva succedere anche là, nella sede della BAU a Quantico in Virginia.
Stava esaminando con cura quel caso che le era arrivato da un distretto di Philadelphia e che la stava facendo rabbrividire. Sarebbe diventata mamma tra pochi mesi e questi erano i suoi ultimi casi prima della nascita del piccolo. Se prima era più attenta a casi dove le vittime erano giovani donne ora si stava concentrando su casi dove le vittime erano dei bambini, degli adolescenti. Quel caso non era da meno. Una serie di bambini dai cinque ai dieci anni ritrovati uccisi in ogni quartiere della città.
Jennifer Jareau si mosse repentinamente dalla poltrona nella quale era seduta, riusciva ancora a muoversi con decisione nonostante il pancione cominciasse a farsi vedere.
-Ho bisogno della squadra- esordì entrando nell'ufficio del capo Aaron Hotchner, non prima di aver bussato a dovere.
-Un nuovo caso?-
-Sì, e non ti piacerà- disse tornando sui suoi passi a raccogliere il dossier e il materiale che aveva lasciato nel suo ufficio.
Quando entrò nella sala riunioni trovò tutta la squadra ad aspettarla. Senza troppe chiacchiere sorrise distrattamente ed accese il monitor dove Garcia aveva caricato le foto dei file inviatele da lei stessa.
-Philadelphia. Nell'arco di due mesi sono stati ritrovati i corpi di ben sei ragazzini dai cinque ai dieci anni-
-Perché ci chiamano solo adesso?- domandò Emily Prentiss guardando la brutalità delle immagini che la collega stava mostrando.
-Per due dei ragazzi c'è in corso un processo ma le prove a carico del sospettato non sono così determinanti e il modus operandi per gli altri casi sembra lo stesso-
-Strangolamento- disse Spencer Reid sfogliando il dossier sul caso. -Nei primi casi sembrerebbe una cintura mentre poi un oggetto meno spesso-
-Esatto, un cavo probabilmente- continuò JJ -I corpi sono stati trovati in quartieri diversi della città ma ora un unico medico legale sta controllando i cadaveri per vedere se le ferite che i ragazzini mostrano su tutto il corpo sono dovute ad una stessa arma-
-Molto bene ma.. se c'è in corso un processo come mai chiamano noi? Credono che non si possa allargare il campo al sospettato?- chiese scettico l'agente David Rossi
-No e poi l'avvocato della difesa sta facendo un ottimo lavoro, non sono più certi che l'assassino sia lui-
-E chi sarebbe questo avvocato?- domandò alzando le braccia al cielo Derek Morgan
-April Johnson. E' giovane, sono i suoi primi casi ma crede fermamente che il suo cliente sia innocente, le ho parlato-
-Le hai parlato?- chiese Hotchner quasi infastidito
-Sì e ci raggiungerà al distretto di polizia di Society Hill-
Velocemente Aaron radunò il materiale in una cartellina e si alzò dalla sedia mentre tutti gli altri erano già usciti dalla sala.
Questo non ci voleva, sapeva che non avrebbe collaborato facilmente con loro. Sapeva che non sarebbe stato facile rivederla dopo tanto tempo. Dopo che..
-Tutto ok?- si sentì domandare da una voce che ormai gli sembrava così familiare. In qualche modo riusciva a calmarlo il solo sentirla.
-Sì, andiamo- fece un cenno della testa alla sua bella collega mora, passandole accanto mentre le sfiorava distrattamente un braccio.

Mise piede in quell'ufficio di polizia guardandosi attorno come mai aveva fatto prima. L'ultima volta che aveva sentito quella donna, perché ormai era diventata una donna, era stato dopo l'abbandono di Gideon e lei lo aveva trattato così freddamente che gli era passata la voglia di sentirla. Forse era colpa sua.
Cercò di darsi una calmata mentre presentava i suoi colleghi al detective Benjamin Peluski che aveva seguito il caso fino a quel momento.
-Io mi sono occupato dei quattro ragazzini non collegati al caso Bathis, dal nome dell'indiziato per gli altri due ragazzi- spiegò l'agente, un ometto non molto alto dai radi capelli brizzolati.
-Va bene, abbiamo bisogno di un angolo dove poter studiare il caso-
-Certo, usate pure il mio studio-
I cinque agenti federali entrarono nel piccolo ufficio e si sistemarono mentre JJ affiggeva le foto delle vittime ad una lavagna magnetica.
-Rossi, Reid voi andate sul luogo di ritrovamento dell'ultimo cadavere. Poi dovremmo andare a parlare con le famiglie. JJ per quando hai convocato l'avvocato Johnson?-
-Per.. le quattro- disse lei guardando l'orologio. Mancava poco meno di un quarto d'ora.

Stava cercando nervosamente dentro la sua borsa prima di sedersi su una panca poco fuori gli uffici di polizia del distretto di Society Hill. Finalmente tirò fuori un blocchetto nero chiuso da un laccino violaceo che velocemente aprì.
Non le piaceva essere lì. Non le piaceva trovarsi lì per quel caso. Non le piaceva incontrare quelle persone. Non le piaceva incontrarlo. Non dopo quello che era successo, non dopo quella fredda telefonata così sprizzante di malinconia e delusione dovuta a tutt'altra persona che lui. Non le piaceva, punto.
Sospirò sfogliando le pagine del piccolo blocchetto sempre più nervosamente.
-Si sente bene?- si sentì domandare
Alzò velocemente la testa incontrando lo sguardo sorridente di un bel ragazzo di colore. Lo scrutò un attimo individuando pistola e distintivo alla cintura.
-Sì, certo- bofonchiò scorrendo il dito su una pagina del libretto prima di chiuderlo, infilarlo in borsa ed alzarsi sorridendo. -L'agente Morgan?-
Il ragazzo sembrò stupito e stava ribattendo qualcosa quando lei gli tese la mano presentandosi -Piacere, April Johnson-
-Allora credo che la stiamo aspettando, di là..- disse Derek puntando l'indice alle spalle della ragazza e avviandosi come a farle strada.
April lo seguì con lo sguardo. Non doveva avere un bell'aspetto, era piuttosto stanca e molto nervosa. Per un attimo chiuse gli occhi, fece un sospiro e si avviò.

-Dobbiamo parlare nuovamente con le famiglie..- stava dicendo Prentiss prima che Morgan rientrasse nell'ufficio seguito da una ragazza dai lunghi capelli castani con un paio di occhiali rettangolari a coprirle i piccoli occhi castagna, vestita con un paio di pantaloni neri e una camicia rosina mentre teneva su un braccio una giacchina scura.
-L'avvocato Johnson- disse Morgan indicando con un cenno della testa la ragazza mentre JJ le tendeva la mano sorridente.
Hotchner guardò la ragazza sorridere di rimando a Jennifer per poi alzare una mano come in segno di saluto verso Emily e l'agente Peluski, infine puntò il suo sguardo nei suoi occhi. Fu un attimo. Si scostò, poggiò giacca e borsa su una sedia e mise sul tavolo un fascicolo con sopra la scritta "Bathis". -Possiamo cominciare?-
-Sì, Morgan ci pensi te? Prentiss ed io ci occupiamo delle famiglie- detto questo uscì velocemente dalla stanza col cellulare tra le mani.
Emily guardò il suo capo stupita, non lo aveva mai visto così teso. Aveva accuratamente evitato di parlare e guardare la Johnson più del dovuto. Perché lei aveva notato tutto ciò?
Cosa stava succedendo? O forse, cos'era successo? Nervosamente ticchettò con le dita delle mani sopra la scrivania poi, accennando un sorriso, seguì l'uomo che la faceva tanto pensare.
-Vogliamo sederci?- domandò April mentre Morgan le faceva cenno di sì con la testa e JJ si accomodava. -Bene- esordì una volta alla scrivania -Volete sapere perché il mio cliente è innocente?-
-Ne sembra veramente certa-
-Sembri, grazie-
-Ok..- mormorò Derek guardando la ragazza porgerle dei documenti.
-Troverete tutto scritto lì. Le prove contro Greg Bathis sono la conoscenza dei due ragazzi, uno suo figlio e l'altro un amico del figlio; una somiglianza alla descrizione di una testimone che ha visto uscire il killer dall'edificio nel quale è stato ritrovato uno dei ragazzi; il ritrovamento dell'arma del delitto nel suo garage.. senza impronte digitali-
-Nonostante il ritrovamento dell'arma del delitto, non sarebbe stato lui?-
-No, nemmeno lontanamente-
A quelle parole JJ guardò il collega alzando le spalle, per poi uscire e telefonare a Garcia chiedendole di trovare qualsiasi collegamento fra i vari ragazzini uccisi.
Velocemente raggiunse Hotchner e gli mostrò la cartellina che le aveva dato April.
-L'arma del delitto per i primi due casi è stata ritrovata nel garage di Bathis, senza impronte digitali ma con una macchia di sangue del primo ragazzino ucciso, il figlio dell'uomo-
-E c'è un'altra cosa- continuò Emily -Tutti i ragazzi erano affetti da disfunzioni mentali-
-Garcia sta cercando dei collegamenti tra le vittime, saputo niente da Reid e Rossi?-
-Sì- spuntò da dietro l'agente Rossi -L'ultimo cadavere è stato lasciato in un'area in costruzione non molto ben delineata-
-Chiunque avrebbe potuto lasciare un corpo là, dopo l'orario di lavoro- continuò il Dottor Reid.
-Avete parlato con la Johnson?- chiese Rossi -Dovremmo comunque parlare direttamente col suo cliente-
-Non senza di me- esclamò una voce da dietro il gruppetto.
David guardò la ragazza porgendole la mano mentre diceva il suo nome per poi spostare lo sguardo verso il giovane collega e presentarlo.
April guardò il ragazzo farle "ciao" con la manina mentre assumeva una buffa espressione. Restò qualche secondo a guardarlo. Quello che aveva davanti era davvero Spencer Reid, colui che aveva meritato una lettera d'addio da Jason Gideon?!
Sorrise abbassando lo sguardo per poi alzarlo e fermarlo ancora una volta sulla figura di Aaron Hotchner. -Vi farò parlare con Bathis, ma voi dovreste fare un profilo prima di conoscerlo- e detto questo se ne andò, fermandosi prima a parlare con il detective Peluski.
-Che tipetto- commentò Morgan guardandola andarsene.
-Sì- bofonchiò Hotchner mentre Spencer aveva ancora la mano alzata e un'espressione concentrata in volto. Dove aveva già visto quella donna?

-Abbiamo parlato con i genitori dei ragazzi uccisi e non abbiamo trovato niente- sospirò Emily sfogliando nervosamente dei fogli in una cartellina. Quel caso la stava scocciando. No, non era il caso, era la situazione che si era creata. Nessuna prova certa, nessun collegamento tra le vittime, un indiziato non indiziato, una giovane avvocato difensore tutto pepe.. già.. e un Hotchner completamente imbalsamato in chissà quali pensieri. Era nervosa. -Abbiamo elementi per un profilo?-
-Il modo di operare e l'abbandono in zone abbastanza isolate sta a indicare una persona prudente e calcolatrice- disse Reid
-Le vittime invece sono una facile preda ma l'S.I. deve essere abbastanza convincente per farsi lasciare i ragazzi dalle insegnati di sostegno- continuò Morgan
-E' vero. Questo ci conduce ad una persona probabilmente di bell'aspetto che si avvicina alle persona e alle vittime facendole sentire sicure- asserì Rossi toccandosi il pizzetto -Che tipo di persona è Bathis?-
-Potete scoprirlo da soli- entrò in quell'istante nell'ufficio April Johnson -E' di là in custodia con il detective Peluski-
-Bene- decretò Hotchner -Sappiamo altro?-
-Le vittime non avevano collegamenti tra loro, per lo più appartengono a quartieri diversi l'uno all'altro- rispose Emily -Le ferite sul corpo delle vittime corrispondono ad una stessa arma, probabilmente un coltello seghettato. L'arma dei delitti non è stata rinvenuta se non per i primi due casi-
Hotchner respirò profondamente prima di dire animatamente -L'arma di quei delitti è stata ritrovata a casa di Bathis, cosa ti fa pensare..-
-Aaron!- gridò April non facendo finire la frase all'uomo -Credi davvero che possa difendere un pluriomicida?! Lo credi sul serio?!-
Tutti avevano puntato gli occhi su quella figura. Al nome del loro capo avevano catturato un tassello per capire lo strano comportamento di Hotchner. Quei due si conoscevano.
Aaron non rispose ma continuò a fissare April che continuò -L'S.I. è preciso, calcolatore.. è qualcuno che avvicina le vittime senza troppi problemi. Bathis è un ubriacone, un uomo alquanto rozzo e ingenuo!-
Dopo un attimo di silenzio Reid parlò pacatamente -Sembri quasi una profiler-
A quelle parole April si girò di scatto verso il ragazzo fulminandolo con lo sguardo -Beh, non lo sono-
Spencer si tirò indietro spostando velocemente lo sguardo da lei.
Aaron aveva continuato a guardarla per tutto il tempo. Lui sapeva che per lei non era affatto facile. Lo sapeva e aveva contribuito a creare un clima glaciale. Strinse una mano a pugno che subito liberò dalla sua stretta per il vibrare del suo telefono. Guardò il display e pigiando un pulsante disse -Garcia ti sentiamo-
-Ho appena scoperto che tre delle famiglie hanno fatto dei pagamenti ad una stessa persona, un'assistente sociale..-
-L'ultima fidanzata di Bathis era un'assistente sociale- disse April aprendo la sua cartellina -Il suo nome è..- cercò ancora nei fogli e poi, insieme alle parole di Penelope decreto -Ann Bashville-
-Garcia dove si trova ora?- domandò prontamente Morgan mentre tutti incominciavano a rilassarsi un poco.

 

 

  
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