Capitolo 30
(non c'è limite al peggio)
Prima
che iniziate a leggere, voglio fare una premessa: i capitoli conclusivi non mi
sono mai venuti bene, neppure quando lo erano davvero. Per
cui pensate un po'quanto è venuto fuori becero questo qui!
Questo è un finale che non è un finale, ma il
semplice e brutale troncamento
di una storia di chissà quanti capitoli ancora, una storia
che se non dividessi in due parti nessun nuovo lettore si azzarderebbe
mai a cominciare.
In sintesi: prendetelo come un capitolo normale, e non aspettatevi
chissà cosa, perché troverete solo il solito
disagio :'D ci ho tenuto ad avvisarvi, così che non
rimaniate delusi. O almeno, non troppo.
Ci risentiamo in fondo :)
«…quello
è Pitch Black? No, fatemi capire: aveva il potere di Madre
Natura a disposizione, tanto grande da spazzare via la mia foresta, e
nonostante ciò si è fatto ridurre
così?»
Pitch
era ridotto a un colabrodo ustionato, con un serpente invisibile
che si nutriva del suo dolore quando e come voleva, in debito con
Sandman,
tradito, praticamente morto, tornato in vita, consapevole che Millaray
gli
avrebbe dato la caccia fino a quando non avesse ottenuto quello a cui
aspirava,
tutti motivi per i quali aveva creduto che la sua situazione non
potesse
peggiorare ulteriormente. Ora però si dava dello sciocco:
non avrebbe forse
dovuto essere consapevole che al peggio non c’era mai limite?
Non
conosceva diverse delle persone che erano entrate nella nave di Sandy
-la ragazza
con le corna da cervo che aveva appena parlato gli era del tutto nuova,
come la
bella strega dai capelli bianchi che si era presentata come
“Liesel”- ma
Nightlight era il suo più antico avversario, Baba Yaga era
una gran bastarda
che una volta l’aveva trasformato in un rospo, i due
cherubini di Cupido erano
ben riconoscibili, idem quelle ninfe, e con quel piccoletto
venefico di
Harlequin Saturnali aveva avuto una brutta esperienza più di
seicentocinquanta
anni prima.
Poi
c’erano le due ragazze, April I, che lo guardava con aria
palesemente ostile -e, con suo piacere, un po’spaventata- ed
Eve Hallows, che
sembrava più interessata a girellare a vuoto mentre beveva
chissà cosa da una
fiaschetta metallica. Aveva sentito parlare di entrambe, e gli sembrava
di averle già incontrate da qualche parte, ma in entrambi i
casi non
avrebbe saputo dire dove.
Oh,
e come se ciò non fosse bastato si stavano anche dirigendo
alla
locanda del Leprecauno, da cui lui era stato bandito più o
meno quattro secoli
prima: dopo che Millaray lo aveva lasciato si era dato
all’alcol per un po’, e
in uno dei suoi peggiori momenti da ubriaco aveva avuto la brillante
idea di
inimicarsi anche quel folletto barbuto. Giusto per allungare
ulteriormente la
lista di chi lo detestava.
Al
momento desiderava solo sparire, chiudere gli occhi e fingere di non
essere lì, attorniato da persone che di sicuro aspettavano
solo una buona
ragione per fargli del male e/o ucciderlo. Se non gli erano
già saltati
addosso,
probabilmente era stato solo perché Sandman aveva messo
subito in chiaro che
non voleva.
«ovvio,
che pretendi dal Re dei Rospi? Col senno di poi, non so neppure
perché mi sono allarmata tanto»
commentò Baba Yaga «lo sanno tutti che
è una
pippa».
«va’
al diavolo, strega!» sibilò Pitch.
«scusatemi
tanto, ma già che siamo qui perché non lo
uccidiamo e ci
togliamo almeno un problema dal groppone?» disse Harlequin,
carezzando il
fodero della spada.
“non
lo uccidiamo perché io non voglio, ve l’ho
già detto, e tanto deve
bastarvi!” si fece intendere Sandman, pallido e
più che nervoso.
Aveva salvato
Pitch, Sandelle aveva perso le mani per questo, e se ora avesse
permesso a
chicchessia di uccidere l’Uomo Nero -tanto più in
casa propria- quella mutilazione
sarebbe stata di una crudeltà ancora più inutile.
«non
facevi tanto il gradasso, secoli fa» anche ridotto male
com’era,
Pitch non riuscì a evitare di lanciare ad Harlequin
Saturnali
un’occhiata omicida «ora che
sono malridotto invece va bene!…sei solo un patetico
vigliacco».
«parla
quello che è capace di prendersela solo con i bambini, e non
è
in grado di combinare alcunché neppure con il potere rubato
alla sua stessa
figlia» ribatté l’uomo, sarcastico.
«evitiamo
di saltarci subito addosso l’uno con
l’altro» Nightlight,
saggiamente, cercò di troncare la litigata
sul nascere «la presenza di Pitch
così malridotto richiede una
spiegazione, perché noi avevamo tutt’altre
notizie. Sandy, cos’è successo?»
Lo
stato del Guardiano, che sembrava piuttosto turbato, lo inquietava,
e il silenzio del principe ancora di più. Perché
non gli aveva fatto sapere
nulla? Doveva essere successo qualcosa di grosso, ma allora
perché non aveva
ricevuto alcuna comunicazione?
“io
non so precisamente cos’è è accaduto
qui sulla Terra, Nightlight” e
Sandy non sapeva neppure come dire a quel povero figliolo
cos’aveva trovato
sulla Luna, pur essendo consapevole che fosse di vitale importanza e
che dunque
sarebbe stato costretto a farlo “credo che Pitch ne sappia
più di me, anche se
non-TU! Togli le mani da lì!!!”
Troppo
tardi: Hallows, che si era avvicinata al timone, dopo una risata
cretina delle sue fece fare alla nave una virata tale da far cadere
tutti
quelli che erano in piedi. Le ninfe in particolare caddero
l’una addosso
all’altra come dei birilli, cosa che la fece soltanto ridere
di più.
«ti
pare il momento di giocare?!» urlò
Nightlight, con i capelli
e l’armatura pieni di sabbia. Possibile che Eve dovesse
essere sempre così
casinista e inopportuna?! Ogni tanto si chiedeva come avesse potuto
stare con
lei tre anni interi, perché al momento non trovava alcuna
spiegazione valida.
«giocare?
Chi gioca? Io sto guidando» ribatté Eve
«magari malamente, ma
in fin dei conti non ho mai fatto pratica!»
Sandman
sapeva solo il nome di quella ragazza grazie ad una rapida
presentazione e, benché di solito non fosse tipo da
giudicare qualcuno senza
conoscerlo bene, non amava affatto l’invadenza che stava
mostrando. Quella era
la sua nave, accidenti!
«non
m’importa, vedi di piantarla, perché per colpa tua
sono piena di
sabbia!» sbottò Baba Yaga.
April
I si rialzò con grazia, scuotendo via la sabbia dal vestito.
«mi
hai dato un altro motivo per cambiarmi d’abito»
disse, lanciando ad Hallows
un’occhiata alquanto seccata.
«va
beeene, va bene. Niente più scuola guida» Eve si
stiracchiò, si
allontanò dal timone e, non sapendo bene come occupare il
tempo, si lasciò
ricadere accanto all’Uomo Nero «certo che a volte
sono un po’noiosetti» disse a
Pitch, indicando gli altri con un cenno del capo «lo avevi
mai notato?»
Sulle
prime Black non seppe cosa rispondere, un po’per la domanda
in
sé, un po’perché era stupito dalla
mancanza di ostilità dimostrata da qualcuno
che era arrivato insieme a Nightlight e compagnia.
«ehm…sì?»
«“ehm”,
lo domandi a me?»
A
quella leggera presa in giro, Pitch tornò a chiudersi a
riccio. Aveva
già dimenticato com’era finita l’ultima
volta in cui qualcuno si era rapportato
con lui in modo diverso dal solito? Con un tradimento e delle bacche
avvelenate! «a sciocca domanda, sciocca risposta»
borbottò «e non ti permetto
di dileggiarmi».
Con
un certo stupore da parte dell’Uomo Nero, Eve gli fece
l’occhiolino, prima di sogghignare. «Ihih!
“dileggiarmi”! Parli come amore di mamma! Comunque
io non ti ho
esattamente chiesto il permesso, dàichealachd».
«“dài”
cosa?...»
«è
gaelico scozzese».
«mi
spiace, ma non comprendo questa tua…lingua
barbara».
A
quelle parole, per un singolo istante, Eve assunse
un’espressione
strana che Pitch non seppe decifrare. Poi però fece una
breve risata. «non sei
il primo che me lo dice».
Sandman
intanto aveva avviato una fitta conversazione sabbiosa con
Nightlight e con Aiko, che come le ninfe, April I e i cherubini Hebiel
e Saol
era rimasta vicina al guerriero. Nessuno di questi sembrava dare
importanza a
quel che facevano gli altri, e forse era un errore,
perché…
«non
stare troppo vicino a Black, Sam, o ti attaccherà il virus
della pateticosi»
disse Harlequin, con un certo disprezzo. Erano passati
seicentosettantanove
anni dai fatti che avevano coinvolto lui, Pitch, un po’Eve e
soprattutto April,
ma i quiriti avevano la memoria lunga, molto lunga, e
sinceramente non
capiva perché Hallows si fosse messa a chiacchierare con
lui. L’Uomo Nero era
anche un suo nemico, o così aveva creduto fino a quel
momento. Che si fosse
sbagliato?
«a
te l’ha già attaccato, Saturnali, come battuta in
effetti era
patetica» Baba Yaga si avvicinò a
sua
volta «ovviamente mai quanto
lui stesso. Non so com’è possibile, Black, ma sei
riuscito a diventare ancora
più brutto di quanto già sei
normalmente!»
«eppure
anche così sono molto meglio di te!»
Pitch
si era detto di tenere un basso profilo, di non rompere le
scatole al prossimo e accettare ogni mano che gli venisse tesa, ma se
quella
brutta strega bastarda era la prima a seccarlo non si poteva pretendere
che
restasse a subire in silenzio -anche se forse sarebbe stato meglio per
lui-.
Era sempre il Re degli Incubi, che diamine!
Baba
Yaga scoprì i denti storti e appuntiti in un terrificante
sorriso,
sfregandosi le mani. «oh, non per molto, credimi».
«non
ti azzardare a trasformarmi di…nuovo in un animale, brutta
racchia»
l’avvertì Pitch «altrimenti sarai la
prima che ucciderò…appena
potrò!»
«iguana!
Voglio l’iguana!» esultò Harlequin,
battendo le mani
come un bambino «per chi non lo sapesse, io ho la passione
per gli animali
esotici».
«vai
a farti mangiare da un alligatore, allora» Pitch
tossì, e
maledisse la debolezza che gli stava impedendo persino di scappare e
nascondersi.
“Cos’ho
fatto di tanto male per finire a trovarmi in questa gabbia di
matti? Ho ucciso un po’di gente, d’accordo, ma
tanto dovevano pur morire di
qualcosa!” pensò.
«Sandman
ha detto che Black va lasciato in pace, quindi potreste pure dargli
retta» ricordò
loro Eve «mica
per niente, ma mi pareva doveroso ricordarvelo».
Baba
Yaga sollevò un sopracciglio, leggermente stupita.
«e da quando
t’importa di certe cose?»
«da
mai. Quando ho detto che mi importa?»
«a che gioco stai giocando, si può sapere? Divertirci a trasformarlo in qualche animale è anche troppo poco, per non parlare del fatto che non mi sembrava avessi problemi con l’idea di ucciderlo, fino a poco fa» rincarò la dose Saturnali «sai benissimo chi è questo tizio e che cosa è capace di fare!»
«certo che lo so. Però so anche che al momento non è capace di fare proprio niente, insomma, guardalo. Accanirsi su di lui è un po'inutile» disse Eve, bevendo qualche sorso dalla fiaschetta «almeno per me. Un conto sarebbe ucciderlo rapidamente -e non si può-, un altro è giocarci. Poi ovviamente fate come vi pare».
Conclusione
che dissuase Pitch dal provare gratitudine anche solo in segreto e a
livello inconscio, come invece era successo quando inizialmente l'aveva
difeso. Quella era strana. Forse era meglio ignorarla e basta.
«è
ridicolo che tu venga a seccarmi per qualcosa…accaduto oltre
sei
secoli e mezzo fa» disse dunque, rivolto ad Harlequin
«durante i Secoli
Bui sono morte un sacco di
persone. Che differenza avrebbe fatto quella bambina in
più» tossì «che nonostante
il tuo “eroico” salvataggio,
ormai…sarà morta comunque? Sei un povero
stupido!»
Dopo
quell’insulto, tutto accadde molto velocemente: la spada di
Harlequin uscì da sola dal fodero, e la punta della lama
andò a premere la gola
dell’Uomo Nero.
«ti
piace vincere facile…eh?!» ringhiò
Black «vile, codardo-»
«ma
che accidenti fai? Sandman ha detto che va lasciato in pace!»
esclamò la Befana, irrompendo sulla scena giusto in tempo
per trasformare la
spada di Harlequin in un mazzo di fiori «e vale anche per
te» aggiunse, rivolta
alla sorella.
«ah,
ma vai al diavolo Bertha. Non vedevi
l’ora d’imbottirlo di
C4 e farlo saltare in aria!»
“…allegria!”
pensò l’Uomo Nero “ci mancava solo la
strega amante degli
esplosivi. Un momento: Bertha
non era il
nome della Befana? Ma la Befana teoricamente è vecchia e
brutta!”
«adesso-mi-chiamo-Liesel!!!
E certo che voglio farlo saltare in
aria, quello sempre e comunque, ma se Sandman ha detto di no, ha detto
di no, e
non intendo permettervi di-»
«permettermi?!!»
Sembrava
stesse per scoppiare l’ennesima discussione tra streghe
gemelle, ed Eve fu lesta ad alzarsi in piedi e trascinare via
Harlequin, che
non oppose alcuna resistenza. «alla spada pensaci quando
hanno finito di
scannarsi, è un consiglio».
«ovvio.
Stavo per allontanarmi di mio, non sono mica scemo»
ribatté Saturnali
«magari durante il litigio lo trasformeranno per errore in un
fagiano! Già che
ci siamo, avviciniamoci a Sandman» propose, dirigendosi verso
il gruppetto
«così magari-»
«…cosa?!»
esclamò Nightlight all’improvviso, dopo aver
tradotto
gli ultimi ghirigori sabbiosi di Sandman «no,
devo aver capito male, non
è possibile! Il principe non
può…senti, lui è sulla Luna,
è al sicuro!
Dev’esserci un errore. Sei proprio certo di quello che hai
visto? Non può
essere!»
Eppure
il Guardiano sembrava perfettamente sicuro di quanto aveva
affermato: non c’era traccia di Manny sulla Luna, ma aveva
trovato un sacco di
sangue e quella scritta “Man in Moon is falling down, falling
down on Earth”
corredata persino da uno smile.
La
paura, la rabbia e il rimorso si fecero rapidamente strada in
Nightlight, seguiti da una sensazione d’incapacità
pesante come il piombo.
Proteggere Tsar Lunar Lunanoff XII
era
il suo compito, gli era stato affidato dai genitori di Manny stesso, e
lui
cos’aveva fatto? Aveva fallito, permettendo a
chissà chi di fare del male al
principe, rapirlo e portarlo chissà dove sulla Terra, dove
c’era un sacco di
gente pronta a fargli la pelle! Ciò se non altro spiegava il
suo silenzio, ma
minacciava di far venire una crisi di nervi al povero guerriero.
«che
è successo al Pinguino nella Luna?»
E
l’infelice domanda di Eve, ovviamente, non lo
aiutò affatto, tanto
che stava per cedere alla voglia di strangolarla per sfogarsi.
«ti ho già detto
che non devi chiamarlo in quel modo! Smettila!!! Vuoi
capire una buona volta
che non c’è niente da scherzare?! La situazione
era grave già prima, e adesso è
catastrofica! Non avrei mai dovuto lasciarlo solo. Avrei dovuto restare
al suo
fianco, com’è mio compito fare, e invece sono
venuto quaggiù a-»
«io
non penso che sia colpa tua» disse Aiko «tu hai
fatto soltanto quel
che ti ha ordinato. Non avresti potuto immaginare che qualcuno potesse
arrivare
fin lassù. Oltretutto non è detto che avresti
potuto aiutarlo: l’Uomo nella
Luna teoricamente dovrebbe essere più potente di te, se si
tratta di magia,
eppure è stato preso».
Neppure
Aiko aveva tutti i torti, ma le sue parole riuscirono a tranquillizzare
Nightlight ben poco. «forse, o forse invece avrei potuto fare
la differenza.
Questo però cambia tutto. Sinceramente mi fa più
paura qualcuno in grado di
fare una cosa del genere, piuttosto che i doni, anche se loro hanno un
esercito. Se solo avessi un’idea di chi
potrebbe…»
Lentamente,
dopo diverse esitazioni, Sandman formò l’immagine
di una
donna serpente.
Fino
a quel momento non ne aveva parlato, l’idea che quella
creatura
potesse essere coinvolta in quanto accaduto sulla Luna non
l’aveva minimamente
sfiorato, non sapendo di preciso cosa fosse un’Ephemeride e
cosa fosse in grado
di fare o non fare. Pensandoci bene, però, quella specie di
rifacimento di
“London Bridge is falling down” con lo smile in
fondo aveva una specie di
umorismo perverso molto simile a quello che il mostro aveva palesato
poco
prima, quindi non era una possibilità da escludere a priori.
«i
naga? Non sono bellissimi da vedere, ma non mi
risulta che
possano viaggiare nello spazio» disse Hebiel, dando
un’occhiata al collega
cherubino, che scosse la testa.
“no,
no, no! Non è un naga! È una
cosa diversa…”
«…aspetta,
perché non ci ho pensato prima?» April si fece
avanti, guardando
Sandman «io sono una telepate. Se mi dessi il permesso potrei
dare un’occhiata
ai tuoi ricordi di quanto hai visto e sentito oggi. Mi spiace di avervi
fatto
perdere tempo» diede una breve occhiata nervosa in direzione
di Pitch, che al
momento non si vedeva, coperto dalle due streghe gemelle che
bisticciavano con
toni sempre più accesi «è che sono un
po’scossa anche io».
“Scossa”
era un eufemismo, considerando che quando si era trovata
davanti Pitch le era preso un colpo, nonostante tutto, e per un
po’non era
stata in grado di ragionare lucidamente. L’unica cosa
positiva era che forse
lui non l’aveva ancora riconosciuta.
“guardare
nella mia testa?”
Quell’idea
non piaceva molto a Sandman: se April avesse guardato i suoi
ricordi avrebbe visto anche quel che era accaduto poco prima, e Sandy
considerava quella storia delle mani di Sandelle come una faccenda
strettamente
personale,
di cui al massimo avrebbe potuto parlare ai suoi colleghi. Poi
però si disse
che tutto poteva tornare utile per identificare quell’essere,
inclusa la
crudeltà di cui aveva dato prova, e si decise, facendo ad
April cenno di
procedere.
«grazie
per la fiducia. Giuro che non andrò oltre oggi».
Passò
qualche secondo in cui April non si mosse affatto, tanto che il
Guardiano sollevò un sopracciglio, confuso. Poi
però la vide diventare bianca
come uno straccio.
«d’accordo.
Bene. A quanto pare abbiamo a che fare con una donna
serpente fuori di testa che si nutre di dolore. Qualcuno qui sa
dell’altro
sulle Ephemerides?»
«un’Ephemeride?!»
Nightlight sgranò gli occhi «assurdo, erano una
leggenda metropolitana che girava oltre millecinquecento anni fa, le
Ephemerides non esistono!»
«sì,
cocco di mamma, come per gli umani adulti non esiste Babbo Natale,
la Befana è un’invenzione e Jack Frost
è solo un modo di dire. Cioè, proprio tu
te ne esci con queste cose?» Hallows rise «a volte
sei veramente uno scemo».
La
discussione seria, a quel punto, fu interrotta dalla Befana e Baba
Yaga, che dalle parole erano passate ai fatti e alle urla.
«bruco!!!»
«Pitch!!!»
«larva!!!»
«piantala!
PITCH!!!»
«non
rompere! BLOBFISH!!!»
«PITCH!!!»
«SCARAFAGGIO!!!»
Invece
di lanciarsi incantesimi tra loro, a quanto sembrava, le due streghe
avevano deciso di sfogarsi sul povero Uomo Nero, che in pochi secondi
venne
trasformato in diversi animali più o meno disgustosi da Baba
Yaga, mentre la
Befana lo riportava di continuo al suo aspetto normale.
«iguana,
donne! Iguana!» gridò
Saturnali, ignorando
l’occhiataccia di April.
«Sandy
ha detto di lasciarlo in pace, fatela finita!»
urlò Hebiel,
senza però avere il coraggio di avvicinarsi.
«PITCH!!!»
«PICCIONE!!!»
«PITCHIONE!...occazz…»
la Befana si portò una mano alla bocca «direi
che ho sbagliato qualcosa» mormorò, dopo qualche
istante di silenzio.
«cosa
mi avete fatto, maledette streghe?! Come mi avete ridotto?! Giuro
che me la pagherete cara! Come avete osato fare questo al Re degli
Incubi?!»
Un
effetto collaterale imprevisto dell’incantesimo aveva guarito
Pitch
delle ferite peggiori, e ciò per lui era indubbiamente
positivo. Ciò che non lo
era per nulla era il suo aspetto attuale: aveva il corpo e le
dimensioni di un
comune piccione, con ali e tutto il resto, ma la testa, seppur
proporzionata,
era quella con cui era nato e cresciuto. Un piccione con la testa da
Pitch, in
pratica.
Baba
Yaga fece una risata maligna. «per una volta hai fatto
qualcosa
che mi fa ridere!»
Harlequin
esplose in una risata fragorosa e da una tasca dei pantaloni
tirò fuori nientemeno che uno smartphone. «Pitchione!
È un Pitchione!
Devo fargli una foto!»
«devi
darti una calmata e rimettere a posto il telefono, tanto non
riusciresti a fotografare nulla perché hai le mani ferme
come se stessi
reggendo un trapano elettrico, e mi sembra che abbiamo delle cose
più serie a
cui pensare, Titus Quinctius Saturninus!» sbottò
April.
“quando
chiama la gente col nome completo è veramente
tremenda” pensò
l’uomo. «ah, ma dai, dovrebbe farti
piacere…»
«questa
va inviata dritta al signor Valentine» commentò
Saol, inviando
alla sede centrale di Cupido la fotografia del Pitchione.
«fatelo
tornare normale, mi sanguinano gli occhi, gente!»
esclamò Eve,
coprendoseli parzialmente con una mano mentre ridacchiava
«dai Liesel,
ammettilo, l’hai fatto apposta».
«ma no, non
è vero!» si difese
la strega «io sono la Befana, e la Befana è una
strega buona, quando non va a
sparare alla gente!»
«ma
è veramente orribile!» bisbigliò Aiko a
Nightlight, e abbassò le
orecchie, attonita «no, davvero, l’Uomo Nero
così è proprio inguardabile!»
«piantatela
con queste cretinate, e riportatelo immediatamente com’era
prima!» proruppe il ragazzo, supportato silenziosamente da
Sandman, il quale
aveva appena realizzato chi fosse Liesel. Non era colpa sua,
l’aveva sempre
vista nella sua forma vecchia e brutta e, contrariamente a Nord che
frequentava
maggiormente gli altri spiriti nella locanda del Leprecauno, non era
neppure a
conoscenza del cambio di nome da “Bertha” a quello
attuale.
«ah
no! Pitchione sta bene come sta, il caso è chiuso. Animale
più
esotico di questo non c’è»
commentò Harlequin «ehi, Liesel, non è
che
potresti?…sai, un mazzo di fiori servirà a poco
in battaglia…ecco, grazie» una
volta che la spada fu tornata alle sue normali condizioni, Harlequin la
rimise
nel fodero.
«io
sono l’Uomo Nero! Ho più di millecinquecento anni,
dovete portare
rispetto! Vi ordino di restituirmi immediatamente le mie
sembianze,
altrimenti ne subirete le conseguenze!»
sbraitò zampettando sulla sabbia, conscio che se per
disgrazia il racconto di quella faccenda si forse sparso in giro
sarebbe stata
ancor più dura farsi prendere seriamente da chiunque.
“fatelo
tornare com’era, arriveremo dal Leprecauno a momenti, non
vorrete farlo entrare nel locale in queste condizioni! È
troppo umiliante! Se
saremo alleati, sarà bene che iniziamo a comportarci tutti
come si deve!” si
fece intendere Sandy, deciso.
«parla
col Pitchione che ha minacciato di sganciare cacca sulle nostre
teste, Sandman» ribatté Baba Yaga.
«ma
non ha mai detto niente del genere» obiettò Aiko
«ha detto
“altrimenti ne subirete le conseguenze”».
«e
beh! In questa forma quali altre conseguenze vuoi che siano?»
L’emicrania
di Sandman peggiorava sempre più. Si massaggiò le
tempie.
“sarà
una guerra molto, molto, mooooolto lunga”.
** Polo
Nord **
“se
fossero state solo Galaxia y Sandelle avrebbero
capito, ma
c’è anche Calmoniglio, y non
possiamo certo dirgli la verdad su como
Atticus es rimasto ferito. La presenza dello
sconosciuto que ci
ha dato el materiale genetico de
Manny mi viene in aiuto, al
limite gli si può dare la colpa y
finirla lì. Non que esto
risolva il mistero su chi è stato”.
Cecilia
stava portando Atticus al Polo Nord, più vicino al distrutto
regno di Madre Natura rispetto a quanto fosse il basso Tunguska, mentre
Ljuba
era stata incaricata di portare lì tutto
l’esercito, come del resto avrebbero
dovuto fare in base a quel che avevano detto a Laxie, Sandelle e
Calmoniglio.
Al
Polo Nord sarebbe stato più semplice aiutare Atticus a
guarire, in
teoria. Era già tanto che non l’avessero perso,
c’era mancato tanto così; erano
immortali, ma non invulnerabili, purtroppo, e una ferita
così vicina al cuore
era grave anche per esseri come loro. Non grave quanto dovevano esserlo
le
ferite dell’Uomo nella Luna, ma neppure uno
scherzetto.
Ciò che invece la disorientava, e la faceva arrabbiare
ancora di più, era che Pitch avesse da pochissimo ripreso a
stare quasi bene. Chi? Come? Perché?! Tutti
odiavano l'Uomo Nero, tutti!
Chi era stato così stupido da aiutarlo?! Era ovvio che non
potesse aver fatto da solo. Ma soprattutto, perché Pitch
Black doveva stare bene mentre suo marito languiva? Dov'era la
giustizia in tutto ciò?!
Oh, ma avrebbe risolto, a tempo debito. Quello era certo. Pitch non
sarebbe rimasto sano ancora per molto.
Atterrò
oltre le mura di cinta della Fabbrica, ringraziando il cielo di
avere magia sufficiente a tenere sollevato in aria suo marito
-altrimenti non
ce l’avrebbe fatta, già solo per il peso delle
ali- e all’improvviso, mentre si avviava verso l'ingresso
dell'edificio, le
balenò in testa un pensiero: conveniva o meno dire la
verità a Galaxia e
Sandelle su quanto era
successo, in separata sede? Era indecisa. Non per mancanza di fiducia,
ovviamente, ma Galaxia aveva quella brutta abitudine di lisciarsi il
pelo
quando mentiva -motivo per il quale aveva rinunciato da tempo alle
partite a
poker- e Sandelle…beh…era Sandelle. Avrebbe
potuto lasciarsi sfuggire qualcosa
per errore, e non era proprio il caso.
In
quel momento avrebbe davvero voluto potersi consultare con suo marito
sulla questione, e invece lui era lì, pallido e privo di
sensi, a galleggiare
in aria.
Adesso
capiva davvero cosa doveva aver provato Atticus verso Pitch, nel
momento in cui l’aveva trovata in pessime condizioni nel suo
rifugio a Punjam
Hy Loo. Cecilia conosceva bene la sete di vendetta, e aveva creduto che
non
potesse provarne più di quanta ne sentisse già,
ma si era sbagliata. Non sapeva
perché, ma se Shu Yin avesse colpito direttamente lei invece
di Atticus,
Cecilia non avrebbe avuto altrettanta voglia di strapparle il cuore dal
petto.
L’istante
in cui, guardandolo, aveva creduto che fosse morto, si era
sentita proprio in quel modo: come se qualcuno le avesse strappato il
cuore dal
petto. Era stato persino peggio di quattro secoli prima, quando il
mondo le era
crollato addosso. Ai tempi si era ripromessa di fare di tutto per
evitare di
sentirsi di nuovo in quel modo, ma sembrava che non si potesse fare a
meno di
correre simili rischi, quando si era legati così tanto a
qualcuno. Cecilia non
sapeva dire se aver deciso di non chiudersi a
riccio con tutti fosse
stato un atto di forza da parte sua, o piuttosto indice di debolezza.
“oh,
su, concentriamoci sul fatto que non sia morto y
facciamola
finita…”
Le
sue riflessioni vennero bruscamente interrotte da Galaxia, della cui
presenza Cecilia lì per lì non si era neppure
accorta, che le stava dicendo
qualcosa con aria estremamente preoccupata e spaventata.
Un’aria
che non avrebbe dovuto avere, considerata la natura della missione
affidata a lei, Sandelle e Calmoniglio.
«…le
ha tagliato le mani!»
Cecilia
si era persa il resto, per cui tutto ciò che disse fu:
«…eh?»
«sì,
lo so, è orribile, è stato orribile»
continuò Galaxia che, sconvolta,
aveva pensato che la reazione confusa di Cecilia -pallida e molto
turbata per
fatti suoi- fosse dovuta a quel che aveva detto «io e Aster
l’abbiamo portata
dentro, siamo riusciti a fermare l’emorragia, ma Sandelle
è sotto shock al
punto di non riuscire a parlare, se ne sta lì
così, non ci dice…non ci dice chi
è stato» farfugliò «non ci
dice niente, è come catatonica».
Aspetta.
Aspetta.
Aveva
capito male, o Galaxia aveva appena detto che qualcuno di
sconosciuto aveva tagliato le mani a Sandelle?
No:
a giudicare dalla faccia di Galaxia, non aveva affatto capito male.
Atticus non era più il solo a dover ricevere soccorsi,
allora, ma la domanda a
quel punto era chi si fosse divertito a mutilare quella che, del
gruppo, era
decisamente la meno problematica. Col cuore in gola, Cecilia si chiese
a chi
potesse giovare una cosa simile. Sì, giovava ai loro
avversari, chiaro, ma
c’era qualcosa che non tornava…
«Dios
mio. Allora abbiamo un doppio problema…»
Solo
a quel punto Galaxia notò Atticus, pallido e sospeso in
aria, col
petto avvolto da bende di cotone insanguinate. «c-che
cosa…no! Non anche
lui!»
«y
invece sì. Ma es una lunga
storia, y ora no es
el momento de parlarne, non con
Calmoniglio aqui».
Alla
fine aveva deciso per una via di mezzo tra dire e non dire, e
Galaxia dopo una breve esitazione si limitò ad annuire. Non
essendo una sciocca
aveva capito che c’era sotto qualcosa di un
po’più grosso di un attacco da
parte di uno sconosciuto, e se Cecilia pensava che la presenza di Aster
rendesse
migliore per lei non sapere altro, un motivo doveva esserci.
Probabilmente
c’entrava con quell’abitudine di lisciarsi il pelo
che non era stata in grado
di perdere. «ok. Portiamolo dentro».
Il
Polo Nord se non altro era messo un po’meglio di come Cecilia
l’aveva lasciato, dal momento che tutta
l’oscurità aveva finito di sciogliersi,
e da quel che stava dicendo Galaxia nessuno yeti sembrava avere la
voglia -o la
forza- di rompere le scatole in qualche modo.
«a
dirla tutta sono stati perfino d’aiuto, quando abbiamo
portato
dentro Sandelle in quelle condizioni».
«se
trovo el colpevole gli farò rimpiangere de
essere
nato. Como si fa a prendersela con Sandelle, y
porque?!»
La
rabbia in aumento della donna causò un’improvvisa
invasione di
grifoni Incubo che, una volta arrivati, si fiondarono
all’interno dell’edificio
da ogni pertugio possibile, stridendo e ringhiando, annerendo le pareti
con le fiamme delle loro ali. Galaxia, presa alla
sprovvista, si lasciò sfuggire un grido…
«Galaxia!
che succede?!»
Il
quale, nemmeno a dirlo, fece accorrere Calmoniglio con tanto di
boomerang sfoderati. Al diavolo il fatto che non fosse in perfetta
forma, dopo
quel che era successo a Sandelle bisognava stare più che in
guardia, e
sì, lui e Galaxia non stavano
più insieme, ma non significava che avrebbe permesso a
chiunque di farle del male, non in sua presenza.
«nada!
Sono miei, va todo bien, non
attaccheranno
nessuno» disse in fretta Cecilia, dando
un’occhiataccia ad un grifone che
sembrava avere voglia di un arrosto di Pooka «Laxie, porta
Atticus in una
stanza por favor».
«sì,
subito» borbottò lei, ancora inquieta.
«non
sono sicuro che vada tutto bene, già gli Incubi purosangue
erano
una bella grana, se per disgrazia perdessi il controllo di questi
affari…!»
sbottò Calmoniglio «aspetta: cos’ha
Toothian?»
«pare
que
qualcuno se
diverta a farci del male. Lo hanno ferito, non ho
visto bien como es successo, y allora
yo l’ho portato aqui,
mentre Ljuba es andata a chiamare los
otros, come avevamo detto»
disse, senza dire alcuna bugia. Prima o poi la verità su
quel che era accaduto
sarebbe venuta fuori per forza, perché Dentolina, Nord,
Frost, Madre Natura e la piccola bastarda orientale avevano visto tutto
ed erano sopravvissuti per raccontarlo, ma meglio
“poi” che
prima. «y Sandelle?
Forse tu hai visto…»
«no,
io ero con Galaxia. Abbiamo visto le gocce di sangue e poi abbiamo
trovato…» fece un sospiro «abbiamo
trovato Sandelle in quel modo. Galaxia ti
avrà detto che non ha proferito parola, finora».
«sì.
Sarà bene que yo vada da lei, adesso.
Dove l’avete messa?»
«è
nella stanza dove tu, quattro secoli fa…ecco, hai
capito» borbottò
Calmoniglio «non è stata una cosa voluta,
ovviamente».
«bueno»
concluse la donna, per poi dare le spalle al Guardiano
«sparpagliatevi. Voi y gli altri fate la
guardia» disse agli Incubi
presenti «se vedete arrivare qualcuno que
non sia Ljuba col nostro
esercito, uccidetelo. Aqui non si scherza
più».
I
grifoni, con gran sollievo di Calmoniglio, abbandonarono la stanza
con degli stridii spaventosi. Il Pooka non poté che restare
ad osservare in
silenzio i rapidi passi con cui Cecilia si allontanò.
Avrebbe
voluto indagare ulteriormente su quel che era successo ad
Atticus, perché aveva la sensazione che le cose fossero ben
più
complicate di come
Cecilia -già, a proposito, quel nome gli piaceva di
più rispetto al vecchio- le
aveva raccontate, ma trovarsi davanti quelle creature di fuoco e
oscurità
l’aveva dissuaso dal fare altre domande. Sembravano un
po’più tosti dei
purosangue di Pitch, e non aveva voglia di rischiare di trasformarsi in
un
arrosto di coniglio. Non era una vigliacco, ma non era neppure
completamente
stupido, e non aveva voglia di ripetere un’esperienza analoga
a quella vissuta
per colpa Pitch giusto qualche ora prima: meglio evitare di irritare
chi già
era di malumore, e provare a chiedere a Galaxia, che non sarebbe
riuscita a mentirgli neppure volendo.
“se
vedete arrivare qualcuno que non
sia Ljuba col nostro esercito,
uccidetelo. Aqui non si scherza
più”.
Perché,
prima allora avevano scherzato? No, ovviamente no, ma poteva
solo significare che la linea da adottare sarebbe stata ancor
più dura. Gli
ordini di Cecilia agli Incubi non sembravano escludere neppure gli
altri
Guardiani.
“a
questo punto gli altri non potrebbero semplicemente lasciar stare?
Manny purtroppo è già morto" pensò con
un po'di amarezza "ed è bene per tutti che Pitch
faccia la stessa fine. Non li
capisco. Potrebbero far finire tutto prima ancora di cominciare.
Perché non lo
fanno, così magari possiamo indagare tutti insieme sulla
strana morte dell’Uomo
nella Luna, e su chi ha fatto del male a Sandelle e forse anche ad
Atticus? In
condizioni normali saremmo tutti a investigare su quello!”
Annusò
la traccia lasciata da Galaxia e, un istante dopo,
si mosse in quella direzione.
Aveva dei misteri da scoprire, ed era bene cominciare.
Nel
frattempo, Cecilia aveva raggiunto la stanza dov’era stata
messa
Sandelle. Quanti ricordi. Pensava ancora che essere sopravvissuta fosse
un
miracolo. “Non ho fatto apposta, non ti avrei mai
fatto del male”… l’Uomo
Nero, da quando era diventato tale, era sempre stato bravo a scaricare
la colpa
sugli altri, forse perché in precedenza se l’era
accollata anche quando in
realtà non ce l’aveva, ma
in quel caso poco importava la bella scappatoia che si era creato.
Se fosse stata più sciocca forse gli avrebbe anche dato
ascolto, ma non lo era.
Era riuscita a vedere la verità e, se non altro,
l’aveva mostrata anche a lui.
La
vista di Sandelle interruppe le sue riflessioni. Pur sapendo in
anticipo cosa l'aspettava, non riuscì a evitare
d’impallidire ulteriormente.
La sua amica era seduta sul letto, la schiena appoggiata contro dei
cuscini, e
guardava fissa davanti a sé. Sembrava in tutto e per tutto
una bambola mutilata
da qualche bimbo sadico, e faceva una certa impressione.
Cecilia
le si avvicinò, cercando di trovare qualcosa da dire, ma non
le
veniva in mente niente di appropriato.
“Forse
puoi sfruttare l’oscurità per ricostruire mani
nuove”?
“Troveremo
il modo di fartele ricrescere”?
“Ora
sei al sicuro”?
La
prima teoricamente era vera, la seconda una semplice speranza, la terza
le
suonava priva di significato. Nonostante i grifoni, Cecilia stessa non
si
sentiva al sicuro.
«tienes
solo que dirmi chi è stato».
Sandelle
non ebbe alcuna reazione.
«por
favor, di’ qualcosa. Basta solo un nome, es
todo lo que
serve».
Di
nuovo, tutto quel che Cecilia ottenne fu completa
immobilità. Si
sedette sul letto e, con cautela, abbracciò Sandelle. La
stanza era calda,
eppure la sua pelle era terribilmente fredda.
«las
personas que non sono riuscita a proteggere hoy
salgono a due, con te» se si fosse trattato di un
“concasoliano” qualsiasi
sarebbe stato diverso, ma il loro gruppo era tutt’altra
faccenda, come lo era
la pesante sensazione di fallimento che sentiva sulle proprie spalle.
Comunque
sia concluse che era bene farsela passare presto, perché
quello era solo il
secondo giorno, la guerra vera doveva ancora cominciare, e solo il
cielo sapeva
quanti danni avrebbe portato ancora! «forse avevi ragione tu desde
el
principio. Forse avremmo dovuto restare a
casa…forse avremmo dovuto simplemente
chiudere los ojos, y continuare con la nostra vida
de siempre,
Luna dorata o no…» le parve di sentire un leggero
movimento da parte di
Sandelle, il che era meglio di niente «ma ormai es tardi,
lo que
è fatto è fatto, indietro non si torna, y
abbiamo todos bisogno
di te».
«…non
è vero».
Cecilia
si staccò dall’abbraccio, sorpresa di aver sentito
Sandelle
parlare. «sì invece, certo que
abbiamo bisogno-»
«non
è tardi» mormorò Sandelle «nous
pouvons ancora tornare
indietro. Lasciamo tutto e torniamo a casa prima que la guerre
commence
vraiment».
«Sandelle-»
«s'il
te plaît!» la pregò Sandelle,
tremando, con le lacrime che
scendevano lungo le guance «allons-y,
torniamo a casa!»
Cecilia
si chiese quante volte fosse possibile farsi strappare
metaforicamente il cuore nell’arco di una giornata prima di
crollare.
Parte di
lei avrebbe solo voluto dare retta a Sandelle, prendere tutti e tornare
a Conca
De El Sol, ma sapeva benissimo che a quel punto non sarebbe mai
riuscita a
lasciar perdere. «si quieres tornare a
casa possiamo tornare a Croaghaun
y farti rientrare, così que tu
sia al sicuro, y noi intanto
cerchiamo tambien de trovare una soluzione
per…» mosse le mani «quello».
Sandelle
inizialmente non commentò. Si accasciò di nuovo
sui cuscini.
«non mi ascolterai, n’est pas?
Non torneremo a casa insieme».
«lo
faremo, ma dopo» ribatté Cecilia, senza averne la
certezza «però
Sandelle, ora tienes que dirmi
chi…Sandelle, no, non lasciarti andare, Sandelle…»
Niente
da fare,
era scivolata di nuovo in quello stato di semi catatonia.
L’unica cosa positiva era che avesse dimostrato di poterne
uscire.
«torneremo
a casa todos, alla fine, vedrai…y
avrò la
testa de chi te ha fatto
questo».
L’avrebbe
avuta, anche se non sapeva come e quando.
L’unica
cosa di cui era sicura, pensò alzandosi dal letto, era che
avrebbe trascorso l’attesa per il ritorno di Ljuba facendo la
spola tra
Sandelle e Atticus.
***
«“apri
il parcheggio sotterraneo stiamo arrivando siamo in
centosessantotto ciao”. Mai che la Befana si sprechi a
mettere una virgola nei
messaggi. A pensarci bene è già tanto che alla
fine abbia scritto uno straccio
di saluto» borbottò il Leprecauno, chiudendo
WhatsApp.
«anche
tu hai uno di quei cosi?» Jack indicò lo
smartphone di Diarmid,
nientemeno che un iPhone 6s nuovo di pacca «io stavo
più o meno
imparando a usarne uno, prima
che scoppiasse il disastro».
«allora
stavi facendo una cosa intelligente, perché se usati con un
minimo di buonsenso sono veramente utili».
«quindi
Befana viene qui?» Nord sollevò le sopracciglia
«se era altro
momento avevo da farle un bel discorsetto!»
A
ragion veduta, considerando che ogni santissimo anno quella strega
entrava di nascosto nella Fabbrica per agguantare ogni giocattolo e
dolciume
che riuscisse a prendere e portarselo via, finendo col fargli trovare
il
magazzino e la cucina semivuoti in un giorno qualunque tra il ventisei
dicembre
e il cinque gennaio.
Non
che a Nord fosse veramente antipatica - già solo il fatto di
essere
piuttosto amata dai bambini la salvava- ma avrebbe preferito che
venisse a
chiedergli le cose, invece di rubarle, perché non le avrebbe
certo detto di no.
«ha
detto che arrivano in centosessantotto? Allora magari è
l’esercito
che Nightlight stava radunando! Forse potranno darci nuove
notizie…» “e sarebbe
un bene, dal momento che pur avendo riflettuto non abbiamo concluso
nulla”
pensò.
L’unica
cosa che erano arrivati a decidere era che bisognava
assolutamente cercare di riportare Calmoniglio dalla parte giusta. Non
volevano
arrendersi all’idea di dover combattere davvero contro il
loro amico e collega,
Nord e Dentolina in particolar modo. Avrebbero dovuto cercare un modo
per
incontrarlo da solo, però, altrimenti sarebbe stato ancor
più difficile di
quanto si prospettava, ed essere più convincenti
possibile; in caso contrario, il solo fatto che Galaxia fosse dalla
parte opposta probabilmente sarebbe stato sufficiente a far
sì che Calmoniglio non li ascoltasse.
«a
beh, a breve lo vedremo» il Leprecauno si rimise a trafficare
col
cellulare, toccando un’icona dello schermo «intanto
apro la collina vicina».
«e
noi torniamo di là, se possiamo, così incontriamo
tutti subito»
disse Nord. Diarmid gli fece capire che poteva andare, con un distratto
cenno
della mano, e il Guardiano abbandonò l’ufficio
senza perdere tempo, a grandi passi.
«Jack,
vieni?» lo esortò Dentolina.
«sì,
tra un attimo…senti, che vuol dire “apro la
collina”?» domandò
Jack al Leprecauno, interessato.
La
Guardiana della Memoria sollevò gli occhi al soffitto con un
sorrisetto, lieta che la curiosità di Jack e il suo
atteggiamento non fossero
cambiati nonostante la brutta esperienza, e si fece da parte, lasciando
l’ufficio in silenzio.
Il
Leprecauno indicò la finestra. «dai
un’occhiata, ragazzo».
Frost
si avvicinò, obbediente, evitando di chiedersi come fosse
possibile avere delle finestre in una collina -sicuramente trattavasi
di magia-
e quel che vide gli fece spalancare gli occhi per la sorpresa.
Lentamente e inesorabilmente, la cima della collina accanto a
quella in cui era stato ricavato il locale si stava aprendo, scoprendo
una voragine dalle dimensioni non indifferenti.
Faceva un
certo effetto vedere la punta di un colle sollevarsi e ricadere
all’indietro, come fosse stata il coperchio di un vecchio
barattolo per le
conserve.
«di
notte i margini di quell’ingresso sono illuminati, ma ora
ovviamente non è necessario» gli spiegò
il folletto «a meno che la Befana e
compagnia siano diventati ciechi come talpe. In quel caso
però le luci non servirebbero ugualmente!»
«è
una figata pazzesca!» esclamò Jack con un gran
sorriso, del tutto sincero.
«se
Nord ha una slitta, io ho una collina che si scoperchia. Mi pare
giusto! Oh, eccoli qua…e sembra che non dobbiate
più preoccuparvi per Sandman».
La
grande e luccicante nave di sabbia dorata, infatti, fu la prima a
calarsi nell’apertura, cosa che Jack accolse con un
sorriso ancor più largo e che gli
diede un po’di sollievo, finalmente. «per fortuna!
Oh, c'è anche un’altra nave…»
«anche
i Saturnali saranno della partita, allora. O almeno Harlequin.
È
un po’uno scapestrato, come si dice che fossi tu prima di
diventare un Guardiano» disse Diarmid, occhieggiando
distrattamente il galeone di legno.
«non
l’ho mai incontrato» ammise Jack, con una
smorfia «non
conosco molti spiriti, se devo dirla tutta».
«forse
è una fortuna, o chissà che disastri avreste
fatto tu e uno che si è autoeletto spirito del carnevale con
tutti gli scherzi annessi e connessi…oh, questa
invece non me l’aspettavo» vedendo le moto dei
cherubini, il Leprecauno sollevò
le sopracciglia «anche Cupido ha contribuito! Come hanno
fatto a convincerlo,
l’hanno ipnotizzato o cosa?»
«ho
visto il suo palazzo, è enorme, ma non ho mai avuto voglia
di
avvicinarmi. Ha un “nonsoché” che non mi
attira» disse il ragazzo.
«capisco
che vuoi dire, però ti assicuro che è pieno di
belle donne,
specialmente da quando ha umanizzato gli unicorni. Ci sono stato un
paio di
volte, da dopo che ha dovuto rimodernare gli interni. Quella brutta
disgraziata
di Sam Hain ha fatto un disastro, ad aprile dell’anno scorso.
Come se non avesse
già fatto danni sufficienti prima di
sparire…» borbottò rabbuiandosi.
«chi,
scusa?»
«eh,
ma che diamine, allora è vero che non conosci proprio
nessuno. Sei messo
maluccio, forse dovresti passare di qui più
spesso…certo, non che Sam sia una
compagnia indicata, considerando che se Harlequin è
scapestrato lei è del tutto
fuori di testa…ma tanto dubito seriamente che si
farà viva. Bene, sembra che
siano entrati tutti!» esclamò «vattene
di là a salutare Sandman, su, lo so che non vedi
l'ora».
Jack
non se lo fece dire due volte: annuì e corse via
dall’ufficio,
percorrendo rapidamente il corridoio. Dopo tutto quel che era capitato
era
impaziente di rivederlo, di chiedergli che fine avesse fatto e di
accertarsi
che stesse bene per davvero. «dove sono? Arrivano?»
domandò, frenetico, affiancando
Dentolina.
«dovrebbero
spuntare a breve da lì, Jack» rispose Dentolina,
indicando
un corridoio «ti è piaciuta la collina
scoperchiabile?»
«sì!
È fantastica! Però la cosa più bella
di tutte è che-»
«SANDY!»
urlò Nord, vedendo comparire per primo l’omino
dorato, il cui
viso estremamente cupo si illuminò con un gran sorriso. I
suoi amici erano un
po’ammaccati, ma stavano bene, e soprattutto c’era
Jack, che pareva essere
perfettamente in sé!
Volò
incontro agli altri a braccia aperte, lasciandosi sollevare,
abbracciare e strapazzare quanto volevano. Chissà
cos’avevano passato, mentre
lui aveva dormito!
«Sandy,
per fortuna stai bene, eravamo preoccupati, è successo di
tutto
e non sapevamo dove fossi, ma adesso...sia ringraziato il
cielo!» Dentolina riuscì
persino a sorridere «cosa?...no, no, non devi scusarti per
ieri sera, è tutto
passato» lo tranquillizzò, dopo aver decifrato i
suoi ghirigori di sabbia «ci
mancherebbe altro. Piuttosto, hai visto chi c’è?
Jack è tornato!»
«sono
tornato, e non intendo mai più scappare e sparire in quel
modo»
dichiarò il Guardiano «mi spiace di aver fatto
preoccupare tutti».
Solo
a quel punto Sandy si accorse di un dettaglio fondamentale.
Formò
sopra la propria testa la sagoma di Calmoniglio, seguita da un punto di
domanda.
«ah.
È lunga storia. Ma dovrebbe star bene. Ti
raccontiamo
meglio dopo» glissò Nord
«piuttosto…hai saputo che Pitch è
morto?»
“morto?
A me non risulta affatto!” replicò Sandman a modo
suo, con
sommo sconcerto dei suoi colleghi.
«come
“non ti risulta”? Nord ha visto-»
Dentolina
s’interruppe, sentendo una -stizzita- voce familiare in
avvicinamento.
«quale
parte di “dovete farlo tornare com’era”
non avete capito? Ma vi
pare il caso?!»
«che
c’è, Nightlight? Gli abbiamo procurato una bella
gabbietta, una
vaschetta d’acqua e del pane grattugiato. E lo abbiamo pure
coperto con un
panno per farvi contenti. Cosa può volere di più
dalla vita?»
«e
comunque non credo che il Leprecauno gli consentirebbe di entrare,
se avesse la sua solita forma. Lo ha bandito, no?»
Seguito
da un bel numero di ninfe e cherubini, il gruppetto formato da
Nightlight, Aiko, le streghe gemelle e i Saturnali fece il suo ingresso
nella
sala. I Guardiani videro subito che il guerriero era decisamente
irritato,
presumibilmente per colpa di quel che stava nella gabbia coperta che la
Befana
aveva in mano.
«poco
importa! È uno stato di emergenza, per cui il
Leprecauno
dovrà revocare l’esilio, almeno per un
po’, e-»
«“e”
io revoco quel che mi pare quando mi pare, primo» lo
interruppe
Diarmid, appena sopraggiunto, punzecchiandogli la schiena col bastone
da
passeggio «secondo, c’è Manny di sotto
in infermeria, e immagino che vorrai
andare da lui per vedere come sta. Non bene, per la cronaca. I
guaritori stanno
facendo quello che possono, ma con ferite così gravi ci
vorrebbe ben altro» aggiunse, privo di tatto come al solito.
Nightlight
si immobilizzò come uno stoccafisso, mentre il suo cervello
cercava di elaborare quelle ultime notizie improvvise. «i-il
principe è qui? »
farfugliò.
«Già. Kurd! Scorta il ragazzino in infermeria» ordinò il folletto a un cluricauno «almeno potrai verificare di persona le sue condizioni» disse a Nightlight.
«vengo
anche io» si fece avanti Aiko «se è
ferito gravemente io posso
aiutarlo, è la mia abilità principale. Aiko
Shika» si presentò con un leggero
inchino «sono la figlia adottiva dello Shishigami».
«Shishigami, eh?» i poteri curativi di quella sorta di divinità della foresta non gli erano nuovi, né il nome della ragazza. Meglio darle una possibilità, dunque. «allora sì, vai anche tu».
«da questa parte, signori! Seguitemi!» li esortò Kurd. Nightlight partì quasi di corsa, impaziente di raggiungere l'Uomo nella Luna, e Aiko non poté che seguirlo a ruota, pur non avendo la stessa fretta.
«se
il mio signore
è qui, allora
è al sicuro» disse Nightlight, concitato
«per fortuna almeno questo è stato sistemato,
e…Aiko…il
tuo aiuto significa veramente tanto per me»
affermò, dandole un’occhiata piena
di gratitudine «e per il principe ancor di
più».
«io
faccio il mio dovere. Se c’è qualcuno che sta male
e non mi è
nemico, lo curo» replicò lei, distogliendo lo
sguardo dal suo nel chiedersi il motivo del calore che,
improvvisamente, sentiva fluire sulle proprie guance.
Il
Leprecauno li osservò sparire in un corridoio, ed accese la
pipa.
«ecco com’è questa Aiko,
allora…»
«una
gran bella ragazza, l’ho notato anch’io! Ehi,
grazie per aver
tolto di torno cocco di mamma, non la finiva più di
blaterare a vuoto…»
«SAM HAIN! Go
n-ithe an cat
thù, is go n-ithe an diabhal an cat!»
che tradotto dal gaelico irlandese significava
“possa un gatto mangiarti e possa
il diavolo mangiarsi il gatto!” «sono passati
ventisette mesi. Ventisette!»
Hallows
si lasciò cadere su una sedia. «lo so, lo so, sono
ancora in
grado di contare. Dov’è il problema?
L’ultima volta che ci siamo visti ho
pagato in anticipo tutto quel che avrei dovuto darti da lì
a dieci anni, più
l’extra»
si stiracchiò «già,
è servito?»
«sì,
in parte. Ma non è quello il punto. Quando avremo un attimo
di
calma, tu e io dovremo fare una chiacchierata» la
avvertì il Leprecauno,
guardandola severamente «e comunque mi domando
perché sei qui» fece una pausa
«fosse per quel che immagino io, ti chiederei dove diabhal
hai perso
quel poco di coerenza che avevi».
«seh,
seh, me l’hanno già detto sia Liesel che Saturnali
maschio, parliamo
di cose serie» tagliò corto Eve «abbiamo
un Uomo Nero a rimorchio, e servirebbe
che revocassi l’esilio».
«ma
come, non era morto? I Guardiani mi avevano detto
così!»
«nah,
non è morto, sono rimasti indietro con gli aggiornamenti.
Solo che Liesel
ha vagamente fatto uno sbaglio con un incantesimo, quindi mi sa che
Pitchione al
momento preferirebbe esserlo. Morto, intendo»
commentò, indicando
la gabbia coperta con un
cenno del capo.
«“Pitchione”».
«uh-uh.
Corpo di piccione e testa di Pitch. Non credo che rimarrà
così
per molto però» disse, vedendo che i quattro
Guardiani presenti si erano
avvicinati alla gabbia «quindi se vuoi fare una foto
è meglio che ti sbrighi».
«no
grazie, non ci tengo affatto a fotografare un orrore del genere. Come
sta messo, in termini di potere?»
«un
po’peggio che male».
Il
Leprecauno annuì, e si avvicinò a sua volta alla
gabbia, ancora
coperta. «riportalo immediatamente
com’era» disse seccamente alla Befana
«non
voglio abomini nel mio locale, sono stato chiaro?»
«abomini?
Perché, cosa c’è dentro?»
domandò Dentolina «non ce l’hanno
ancora detto, finora abbiamo pensato alle presentazioni».
«colpa
mia» disse Jack «non sbagliavi dicendo che non
conosco nessuno. Harlequin,
cosa c’è qua dentro?» gli chiese Jack.
Così “a pelle” si trovavano
già
vicendevolmente in simpatia, forse perché Frost era il
Guardiano del
Divertimento ed Harlequin, come detto dal Leprecauno, si era
da tempo autoeletto spirito del carnevale.
«cosa
c’è dentro? Pitch!» ridacchiò
l’uomo «è un capolavoro, seriamente!
Vi consiglio di darci un’occhiata».
«capolavoro
un corno» borbottò April.
«cosa?!»
allibì Dentolina «Pitch?! ma
com’è possibile?!»
«ora
tolgo il panno e vi faccio vedere» disse Baba Yaga, con un
sogghigno malefico.
Alla
fine, tuttavia, non lo fece. Improvvisamente
nella sala calò un silenzio di tomba. La maggioranza
dei presenti guardava in direzione dell’ingresso principale,
e sembravano tutti
spaventati da qualcosa, o qualcuno.
«e
ora che succede?» bisbigliò Jack, senza neppure
sapere perché stava
parlando sottovoce.
«non
lo so, da qui non vedo, e purtroppo non posso volare»
Dentolina
cercò di vedere qualcosa sollevandosi sulle punte, senza
successo «Nord?
Sandy?»
Avrebbero
voluto risponderle…
«ehilà!
Uomo Falena!»
Ma
Eve Hallows, salutando Mothman con assurda tranquillità, lo
fece al
posto loro.
«spero che sia venuto solo a bere whisky» mormorò Nord.
Lo sperava veramente
con tutto il cuore.
Con tutto quel che era accaduto, stava accadendo e sarebbe accaduto a
breve, ulteriore sfortuna era l'ultima cosa che serviva...
Orbene, il becero becero (MOLTO BECERO) capitolo è terminato, così come la prima parte di questa storia. Ora che tutti gli schieramenti sono al loro posto, c'è solo da aspettare la seconda, in cui i background di diverse persone verranno maggiormente svelati, nuovi arti verranno (forse) mutilati, alcuni finiranno (forse) col finire ammazzati, e quant'altro xD
Grazie mille a chi ha
avuto la pazienza di seguirmi fino a questo punto, tanto a coloro che
hanno recensito, quanto a chi ha letto soltanto.
Un grazie particolare a johanna_A5 per aver inserito la storia tra le
seguite e le preferite, e a vititi per averla inserita tra le seguite.
Stay tuned e, mi raccomando, non dimenticate di portare del pane grattugiato al povero Pitchione -no, non rimarrà conciato in quel modo per molto tempo, non vi preoccupate-.
Alla prossima, con la seconda parte della storia! :)
_Dracarys_