Un altro capitolo… scusate il ritardo!!! Questo periodo è stato critico e ho avuto davvero pochissimo tempo per scrivere. Mi spiace di non aver potuto aggiornare prima! Perdonatemi!!
Una piccola anticipazione? Non sono sicuro di aver riprodotto nel modo esatto il carattere di Rei… non sono molto pratico di questo personaggio…forse è la volta buona per esercitarmi…
Grazie
a: mewsana, Rika88, super gaia, Lenn chan, Hilary14 (ho in mente altro… e poi
chi ti ha detto che Takao e Kai non si conoscono?), Blue crystal (fa sempre
piacere un lettore in più^_-), Kayx_chan_01 (puntuale, eh? -_-), Fire Angel,
Francesca akira89 (chiedo umilmente perdono), kaiyoko, Bia-chan.
-Ma tu…- balbettò Takao
osservando meglio quella persona dai tratti famigliari.
-Takao? Tu qui?- il tono
dello sconosciuto sembrava farsi più cordiale.
-Rei!-
il volto di Takao si illuminò improvvisamente con un sorriso. Si alzò
velocemente da terra, e corse incontro al ragazzo che aveva di fronte per
abbracciarlo.
-Ehm,
Takao…- cominciò a parlare il ragazzo con il codino- anche io sono felice di
vederti, ma potresti almeno lasciarmi respirare?
Il
moretto si accorse di essersi aggrappato al collo dell’amico con una certa
insistenza, e lasciò la presa. Ma come poteva trattenersi di fronte ad un compagno
che non vedeva da quasi due anni? L’amico di Takao era di origine cinese, con
un lungo codino che gli scendeva fino alle ginocchia e una fascetta rossa sulla
fronte. Portava una lunga tunica bianca con orli giallastri e dei pantaloni blu
notte, molto comodi e spaziosi.
-Rei?-
chiese Max che fino ad allora era rimasto in silenzio ad osservare la scena.
-Ci
si rivede eh?- sorrise Rei.
-Ah,
ora capisco chi è l’amico di cui parlava Takao… Allora alla fine ce l’hai fatta
a diventare il capovillaggio!
-Come
vedi...- sorrise nuovamente.
-Ma
voi due vi conoscete?- chiese Takao sorpreso dalle parole dei due.
-Ah,
è vero, tu non lo sai, ma Max ed io ci siamo conosciuti al torneo della
Famiglia Giules.
-Già,
e Rei mi ha battuto nelle semifinali…- continuò Max imbarazzato.
-Ora
si spiega tutto… avrei voluto esserci anch’io!- si lamentò Takao in un secondo
momento.
-Non
prendertela per così poco… potrai sempre rifarti l’anno prossimo!- lo
tranquillizzò Rei.
-In
fondo, anche il cavaliere più valoroso qualche volta soffre di raffreddore!-
rise Max.
-Non
vedo cosa ci trovi di divertente…- brontolò Takao offeso.
-Ormai
è buio, cosa né dite di passare la nottata al mio villaggio?-propose Rei ai
suoi amici, mentre posava gi occhi sulla sagoma di Kenny, con un’espressione
sorpresa.
-È
una lunga storia – sorrise nervosamente Max quasi leggendo nel pensiero del
cinese.
-Mh?
Cosa? Cosa è una lunga storia?- Takao non capiva di cosa stavano parlando i
due. Si era, ormai, completamente dimenticato di aver attentato alla vita di
Kenny… e poi di averlo nascosto in un cespuglio… e anche di averlo buttato nel
laghetto vicino per far sembrare un incidente l’accaduto. E tutto per
nasconderlo da Max, che lo avrebbe sicuramente rimproverato. Fortunatamente,
Max non era affatto il nobile viziato che sembrava a prima vista. Nonostante
avesse passato l’infanzia nel modo più spensierato e felice possibile, non
aveva mai mancato di rispetto a nessuna regola impostagli. Era ben educato,
molto cordiale con tutti e con tutto, e soprattutto estremamente ottimista.
Certo doveva ammettere che tra Max e Rei c’era una certa sintonia.
I
pensieri di Takao furono interrotti da una voce femminile al quanto irritante:
-Rei-kuuun*!!!!
– il canone di felicità che esprimeva quella singola frase faceva paura. Una
figura femminile dai lunghi capelli rosei stava correndo verso di loro, e
sventolava la mano destra in segno di saluto.
Improvvisamente,
il viso di Takao diventò dello stesso colore del cavallo di Hilary. Un bianco
intenso! Il suo corpo si paralizzò, e un senso di paura lo pervase. Aveva
davanti a sé la creatura più viscida di tutto il mondo, colei che aveva
popolato i suoi incubi più orrendi, la stessa persona che si era ripromessa di
ucciderlo, Maho.
***
-Davvero molto
allettante…- continuò - potrei anche…
-Scordatelo!-
proclamò Kai con autorità.
-Peccato
che non hai ascoltato la proposta… avrei potuto lasciarti vivere un po’ di
più…- si avvicinò ulteriormente a Kai.
-Sai,
i tipi come hanno un buon sapore…-continuò il mostro.
-Tsk,
stupido…- cominciò Kai – L’unica cosa che ti meriti di me è la morte!!!-
La
spada di Kai si ritrovò ben presto nel petto dell’essere, lasciando spazio a un
gorgo di sangue che non attendeva altro che uscire allo scoperto.
Hilary
osservava la scena con un senso di paura e di disgusto che la trapassavano ogni
qual volta che guardava il mostro. Ma la cosa che la infastidiva di più era
indubbiamente l’èspressione sul volto di Kai… così fredda, indifferente.
Il
mostro cadde a terra sporcando il bordo dei pantaloni di Kai con il suo sangue.
Il ragazzo, però non ci faceva caso, era più preoccupato di estrarre la spada
dal corpo della creatura, per poi ripulirla con gli abiti di quest’ultima. La
sua ferita, si era allargata con i bruschi movimenti, ma l’espressione del
ragazzo non mostrava alcun dolore. Hilary si alzò da terra, avvicinandosi al
ragazzo che stava già rimettendo la spada nel fodero.
-Signor
Kai…-cominciò a bassa voce.
-Sto
bene- le rispose schiettamente appoggiando la mano sulla ferita, come se le
avesse letto del pensiero.
-Ma…-
Hilary non sembrava convinta. Stava osservando la propria mano, ancora sporca
del sangue di quell’uomo- Signor Kai, si lasci medicare!- disse a Kai che stava
per salire le scale.
Il
ragazzo si voltò e indicando con lo sguardo Salima, disse: - Aiuta lei. Ne ha
più bisogno. -per poi sparire nello stretto corridoio che portava al secondo
piano.
Hilary
si precipitò in soccorso alla ragazza, che si riprese poco più tardi.
-Cosa
è successo qui?- chiese osservando la propria locanda quasi completamente
sporca di sangue, con un cadavere in mezzo alla sala. La reazione di Salima
tuttavia, non era cattiva, sembrava solo preoccupata del disordine combinato.
-Il
signor Kai ha abbattuto il mostro…- disse tristemente. Mentre parlava con la
ragazza i suoi pensieri erano rivolti a qualcun altro…
-Non
deve essere stato facile -suppose la rossa portandosi una mano alla fronte.
-Già…-
Hilary era del tutto assente.
-A
questo punto il resto spetta a me…-Salima si alzò dal suolo, e si diresse in
cucina per cercare qualcosa che la aiutasse a trasportare quel corpo fuori
dalla locanda.
-Vuoi
aiutarmi, Hilary?- si affacciò dalla porta della cucina.
-Io…-la
brunetta rimase soprappensiero per qualche istante- …io, purtroppo ho una cosa
da fare. –e si allontanò di corsa, diretta al secondo piano.
-ehm,
Salima, qui, c’è qualche disinfettante e delle bende?- si riaffacciò.
-Eh?
***
-Tuuu?-
la ragazza, che stava per saltare al collo del cinese col codino, si fermò
improvvisamente ad osservare con rabbia Takao. Il ragazzo, a sua volta,
sembrava impallidito ulteriormente. Entrambi, immobili si scambiavano sguardi
freddi, quello di Maho con un velo di rabbia, quello di Takao con un lenzuolo
di paura. Calò il silenzio più inquietante. La calma prima della tempesta. Ed
ecco il primo errore.
Takao
si era mosso per tentare di fuggire. Maho gli si precipitò dietro per
azzannarlo.
-Scusa,
Rei, ma che sta succedendo?- Max si avvicinò a Rei con sulle spalle Kenny.
-è una
storia lunga…-rispose il cinese imbarazzato.
-Ovvero-
insistette il biondo.
-
Beh…- Rei guardò nuovamente la faccia preoccupata di Max- ecco…nel nostro
villaggio… se una ragazza viene baciata da un uomo, questi deve sposarla…
-
Eh? E questo che c’entra?-
-In
caso contrario la donna in questione deve uccidere il “traditore”… altrimenti
non potrà mai più sposarsi. - Rei abbassò la testa.
-Eh?!-
Max spalancò gli occhi- Vorresti dire che Takao ha baciato quella ragazza?!
-Esattamente…-
sospirò.
-Quel
Takao, approfittare di una povera ragazza!- l’istinto cavalleresco del biondino
si risvegliava di colpo ogni qual volta sentiva di un abuso al gentil sesso.
-Credo che sarebbe il caso di andare ora…- Rei si incamminò verso le luci al confine del bosco. Max seguì il cinese in silenzio, mentre Takao continuava a nascondersi dietro al suo cavallo. L’animale però sembrava collaborare con la ragazza (chissà perché poi…ndA).
***
Apri
la porta molto velocemente, ma con molta delicatezza. La persona che stava
cercando era sdraiata sul letto di sinistra, di spalle, quasi a nascondersi. O
meglio a nascondere il volto. Hilary gli si avvicinò, e si sedette sulla sedia
accanto al letto. Il ragazzo accanto a lei, seppur un assassino, l’aveva
salvata due volte, e non aveva ancora chiesto nulla in cambio. Si, perché se
qualcuno perde tempo con te, significa che vuole qualcosa in cambio. Lei era
cresciuta seguendo questo principio: dare per avere… dare denaro per ricevere
regali, sacrificare la vita per essere onorati, dare l’affetto per essere
premiati … ma poi… si è ritrovata lei stessa ad essere un oggetto! Si, per la
prima volta sapeva cosa si provava ad essere la merce. Chissà cosa aveva
promesso Takao a suo padre per averla… ormai da qualche tempo sapeva di essere
non indifferente al suo amico, ma… non voleva essere uno dei suoi tanti
capricci! E suo padre poi… come aveva potuto? Proprio lui che affermava di
volere solamente la sua felicità…
-
Signor Kai…- chiamò il ragazzo.
Quest’ultimo
si limitò ad annuire.
-Io,
volevo bendare la sua ferita.
-Non
ne ho alcun bisogno.- affermò Kai.
-Ma…-la
mano di Hilary si allungò alla spalla di Kai.
-Non
mi toccare!- Kai si alzò di scatto, slanciando bruscamente la mano verso il braccio
esteso di Hilary. Un colpo imprevisto si sentì nella camera. Hilary abbassò la
testa in modo da nascondere gli occhi sotto la frangetta. Si morse il labbro
inferiore e due lacrime si fecero spazio tra le guance. Le aveva fatto davvero
male.
-Io
non…- Kai si sentì disorientato di fronte alla reazione della ragazza –Non, non
piangere!
Hilary
sembrava non sentirlo, mentre si portava entrambe le mani al viso.
-Io
non volevo…- continuo Kai scendendo dal letto e cercando di consolare la
ragazza. Non lo voleva. Cosa gli era preso tutto ad un tratto? Aveva forse
paura…
-Per
favore, smettila di piangere. -le chiese più dolcemente.
-Signor
Kai…-pronunciò la moretta asciugandosi le lacrime- ora, mi permette di curarla?
Il
ragazzo guardò negli occhi la sua interlocutrice, sbuffando. Si sollevò in
piena altezza e cominciò a sbottonare la camicia, per poi sedersi sul letto.
Gettò la camicia sporca di sangue sulla sedia, mentre Hilary gli si sedeva
accanto con le bende in mano.
Perché
ha insistito tanto? Cosa la spingeva preoccuparsi così tanto per lui?
-Kai…-
pronunciò Hilary impressionata mentre osservava il dorso nudo del ragazzo. Era
ricoperto di cicatrici.
Il silenzio del ragazzo spinse Hilary a non soffermarsi sui particolari, ma ad occuparsi della ferita più recente.
-Paura?- le chiese il ragazzo impassibile. Tutte quelle ferite in una sola volta sarebbero state letali per qualsiasi essere umano.
-No.- rispose con fermezza Hilary, seppur con voce tremane - stupore.
Le sottili mani della ragazza avvolgevano il suo torace, mentre Kai sentiva sempre di più il profumo che emanavano i suoi capelli castani, sempre più vicini.
Il ragazzo chiuse gli occhi e sul suo volto apparse un sorriso quasi impercettibile.
***
-Eccoci
arrivati!-esclamò Rei non appena entrato nella capanna.
-Finalmente
siete tornati! Cominciavo a preoccuparmi per mia sorella!- Un ragazzo di media
altezza con delle sopracciglia enormi, stava seduto su una sedia di bambù, in
posizione di attesa. Aprì bocca come per iniziare una frase, quando si accorse
che con il capovillaggio era arrivato anche un biondo e un ferito.
-Buona
sera, Lai! Come mai sei ancora sveglio?-chiese Rei amichevolmente.
-Chi
sono quei due? –Domandò Lai.
-Ah,
ti ricordi di Max? Era insieme a noi al torneo dell’anno scorso, mentre quello
sulle sue spalle è l’amico di Takao.- il tono della voce di Rei, oltre alla
solita gentilezza, aveva anche un certo sarcasmo.
-T-t-takao!!!- le sopracciglia di lai si incurvarono in modo da
nascondere gli occhi -dimmi dov’è quel traditore!
-Dai,
Lai, non prenderla in questo modo, in fondo è un mio amico…- Lo interpellò in
tutta calma Rei.
Lai
lanciò n’occhiata minacciosa al capovillaggio e disse:- Solo perché è tuo amico
lo risparmierò… ma sappi che la prossima volta che lo incontro per lui è
finita!- detto questo incrociò le mani e rivolse un’occhiata fugace al biondo.
-Rei,
posso posare Kenny da qualche parte?- chiese sottovoce Max accortosi della
situazione di tensione creatasi.
-Certamente!
Te lo mostra Lai, io nel frattempo vado a recuperare Takao. E già che ci sono
chiedo a Maho di preparare la cena…
Max
osservò l’amico allontanarsi senza pronunciare parola.
La
notte era ormai scesa definitivamente, e Rei sentiva solo pochi animali agitarsi.
Si diresse verso una baracca di legno situata all’ingresso del villaggio. Non
sembrava un’abitazione, ma un luogo sacro, quasi come un tempio sulle montagne.
Sulle porte di tale costruzione c’erano incise parecchie sculture rappresentanti
tigri che cacciavano le più svariate prede. Rei spinse la porta con delicatezza,
ed entrò nella casetta. La stanza, illuminata solo da poche candele, lasciava intravedere
una figura umana di fronte ad un altare di ferro, su cui era posta una lancia.
-Lo
sapevo che saresti venuto qui.
-è da
un po’ che ti aspetto- Si lamentò la figura in penombra.
-Da
Takao, non è così grave, vedrai che riuscirò a convincere Maho a non ucciderti
a tutti i costi…
Il
moretto non rispose. Sapeva che Rei manteneva sempre la parola, tuttavia non
riusciva a togliersi dalla testa l’incidente successo anni fa.
-Senti,
Rei… La lancia…
-Si?
-Quella
è la lancia del fulmine vero?
-Esattamente,
l’ho ereditata con il titolo di capovillaggio.-sorrise il cinese.
-Se
io ti dicessi che quella lancia mi serve cosa mi risponderesti?
-Eh?-
si stupì il cinese- Ma Takao, dove vuoi arrivare?
L’espressione
del moro si fece più seria.
-Scegli,
o mi consegni la lancia…o mi vedrò costretto ad eliminarti.
Continua…
* il suffisso “-kun” è usato dai giapponesi per chiamare un ragazzo (il mio secondo nik è sesshomaru-kun ^_^).Così come il famosissimo “-chan” è usato per bambini e animali oppure tra fidanzati
Poi
c’è “-san”, ovvero forma rispettosa utilizzata nelle conversazioni con uomini e
donne adulti, “-sama”: forma molto rispettosa usata di solito per le persone
anziane ecc.