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Autore: Calya_16    17/12/2015    3 recensioni
Una storia per ogni episodio, le cose che potrebbero capitare o meno. Le storie sono scollegate tra di loro, ogni volta il contesto cambia in base all'episodio uscito quella settimana.
In quanti modi Uncino salverà Emma? Ma vi riuscirà sempre?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Emma sentì l’aria mancarle all’improvviso. Inizialmente non capì, o non voleva capire.
Non poteva succedere davvero, e tutto a causa sua!
Si piegò leggermente in avanti, osservando brevemente l’erba scura, bagnata dal fresco della notte, sotto di lei. Sollevò lo sguardo, vedendo Nimue con il braccio teso verso di lei, soffocandola sempre di più.
Gli occhi si sollevarono, mentre tutto iniziava ad essere sfocato. Faceva già fatica a mettere a fuoco, ma non le importava dei contorni: voleva vedere bene lui.
Uncino era immobile, appena prima di Nimue, e la guardava con uno sguardo che non gli aveva mai visto. Emma non smise di fissarlo, una silenziosa supplica di far cessare tutto, di salvarli, di tornare ad essere l’uomo che conosceva e di cui si era poi innamorata.
E qualcosa scattò, Emma lo percepì: inizialmente pensò che fosse una sua impressione, un desiderio talmente forte di vederlo tornare da lei da sostituire la realtà.
Ma più lo guardava più si convinceva che la sua espressione stava veramente cambiando. E quando finalmente lo realizzò si sentì cadere a terra.
Ansimò, sentendo Uncino discutere con gli altri Oscuri, sentendolo poi vicino. La mente le si stava schiarendo, ma era ancora tutto confuso, vacuo.
Eppure non poteva permettersi di crollare proprio adesso, non le era concesso. Lei stessa non se lo poteva concedere: voleva salvare quelli che amava, la sua famiglia…e lui.
Ma non sempre si può avere tutto, Emma lo aveva imparato molte volte nella vita, e sempre aveva dovuto rinunciare alla stessa cosa: la persona che amava. Sempre se l’era vista portare via proprio quando le sembrava che la felicità fosse a un passo.
Quando vide Uncino sollevare Excalibur, radunare tutta l’oscurità, si avvicinò per prenderla, per capire. Perché non voleva accettare quello che stava per succedere.
“O me o lui” fu l’unico pensiero che le passò per la testa mentre vedeva il suo mondo andare in pezzi in ogni caso, da qualunque parte cercasse di trovare una soluzione.
Sollevò gli occhi verso di lui, camminandogli incontro. “Non vi è soluzione, Emma” sembrava dirgli silenziosamente Uncino, mentre le porgeva la spada, tremante a causa dell’oscurità e dell’immenso potere che stava cercando di trattenere.
- No.
Fu la sola cosa che Emma riuscì a dire, mentre i singhiozzi iniziavano a prenderla.
- Voglio che mi ricordi per il mio sacrificio.
Lei sapeva che lui aveva ragione, che per fermare quella notte di pazzia si dovevano sacrificare. Voleva essere lei, eppure una parte di lei sapeva già come sarebbe andata a finire.
- Voglio che mi ricordi per l’uomo ho deciso di essere.
Quelle parole la colpirono duro, e capì completamente.
“Non farlo, ci dev’essere un’altra soluzione. Non posso perderti di nuovo. Non te” voleva urlarglielo, ma sapeva che sarebbe stato tutto inutile.
Lacrime silenziose iniziarono a scorrerle lungo le guance, mentre prendeva Excalibur dalla mano di Uncino.
Un ultimo bacio, prima di fare un passo indietro e impugnare la spada a due mani.
In quel momento tutto le sembrò fermarsi: si vide ferma, la schiena tesa e leggermente chinata sulla spada, le braccia piegate e tese nello sforzo di trattenerla. Vide lui, immobile davanti a lei, coraggioso nell’affrontare quell’ultima sfida, con la consapevolezza che tutto stava per finire.
Si meravigliò del suo coraggio, e lo ringraziò con gli occhi, senza mai lasciarli andare, senza mai smettere di fargli sentire che lui era tutto per lei.
E come era iniziato, quell’attimo lungo, infinito, finì.
Emma prese un respiro inconsapevole e si buttò in avanti, spada tesa.
Sentì una leggera resistenza quando incontrò il corpo di Uncino, un suo sussulto, ma nulla più.
Chiuse gli occhi: non voleva vedere quello che era stata costretta a fare. Una parte di lei voleva lasciar andare la spada e scappare lontano, per non sentire più il suo peso e quello del suo pirata crollarle addosso.
Aprì gli occhi e si ritrovò con il volto a pochi centimetri da quello di Uncino.
Emma non aveva parole, poteva solamente comunicare con gli occhi quanto tutto questo avesse ucciso anche lei.
E lentamente, in un modo che non si sarebbe mai aspettata, sul volto di Uncino comparve prima un breve sorriso e poi una smorfia di dolore. Lentamente la vita lasciò il suo corpo, ma fino all’ultimo tenne Emma tra le sue braccia.
Lei se lo sentì crollare addosso, e cadde a terra con lui.
Niente aveva più importanza, voleva solamente stringere il suo corpo ancora caldo. Poteva illudersi che fosse ancora lì con lei, che tra poco sarebbe arrivata una dannata fata a sistemare tutto.
Eppure la parte razionale di lei e le braccia dei suoi genitori, che dopo poco le arrivarono vicino e l’aiutarono ad alzarsi, la riportarono alla realtà.
Guardò il corpo del pirata a terra, inerme e scomposto, con la spada che gli passava da una parte all’altra del corpo, con il sangue che si stava già attaccando a tutto.
Voleva urlare, lasciarsi ricadere a terra e tornare a stringerlo, togliergli quella spada dal ventre e dirgli che sarebbe andato tutto bene, che avrebbero risolto tutto, come sempre.
Eppure la trattenevano. Sollevò lo sguardo, vedendo tutto come attraverso un verlo, e dopo poco sentì delle voci nuove: quando sollevò lo sguardo vide una barella su cui stavano adagiando il corpo di Uncino.
Con passi incerti si avvicinò e lo guardò un’ultima volta, prima che su di lui venisse posato un lenzuolo bianco.
Solo allora realizzò, completamente.
E corse, corse lontano. Non si curò delle urla che la chiamavano, non le importava di loro. Aveva bisogno di stare da sola, di capire, di sfogarsi.
Sentì il freddo della notte pungerle la pelle e seccarle le lacrime che le inondavano il volto. Sentì i capelli frustarle le spalle, e solo allora si fermò.
Si guardò i vestiti, e poi si prese i capelli tra le mani congelate: era tornata normale, anche i suoi vestiti. Era tornata Emma.
Con questa consapevolezza tornò verso casa sua, per poter sprofondare nella solitudine.
Ma quando entrò in casa non si diresse verso il divano, o il letto, per poter riposare. Qualcos’altro attirò la sua attenzione: il telescopio che lui aveva apprezzato così tanto.
Si avvicinò all’oggetto e lo accarezzò. Le parve di sentire ancora il suo tocco sotto i polpastrelli. Avvicinò l’occhio al mirino e si mise a guardare il mare. Un qualcosa attirò la sua attenzione in particolare: la Jolly Roger.
Adesso era immobile, nave galleggiante senza un comandante, morto eroicamente per salvare il mondo dall’oscurità. Per salvare lei.
Emma trattenne le lacrime questa volta, deglutendo rumorosamente. Sempre guardando attraverso il mirino si mise a pensare al loro primo viaggio, quando ancora non stavano insieme: per salvare Henry.
Mentre tutto il viaggio le scorreva davanti, un’idea improvvisa la colpì. “Posso riportarlo da me. Posso raggiungerlo”.
Con questa consapevolezza si tirò su, dirigendosi verso il porto.
Avrebbe passato un’ultima notte nella nave, tra le sue cose. Avrebbe passato quell’ultima notte a Storybrooke in mezzo a lui. Domani avrebbe messo in atto il suo piano, sarebbe tornata a prendere quello che le era sempre stato negato.
Versò altre lacrime quella sera, ma non solo di dolore: una nuova speranza la stava infiammando.

 

Nota dell’autrice: non è stato semplice scrivere questa ff. La puntata di lunedì scorso è stata intensa, con un finale che non ha parole. Non sapevo cosa scrivere inizialmente, devo essere sincera. Poi ho pensato che potevo solo cercare di vedere il tutto dagli occhi di Emma.
Questa era l’ultima storia della raccolta. Chissà, magari con la seconda metà di stagione inizierò una nuova raccolta. Per adesso vi lascio così, mentre aspettiamo marzo.
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito e commentato, spero vi siano piaciuti i racconti e che continuiate a leggere qualcosa di mio!

Calya_16

   
 
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