Bonnie&Clyde
***
Il telefono di Damon squilla e lo estrae dalla tasca
per rispondere, piuttosto sicuro di sapere chi sia che lo chiama mentre esce
dall’edificio del Consiglio cittadino.
-Ciao fratellino-
-Ehi Dam, allora
per stasera-
-Sì si lo so che non sei bravo come me ad organizzare cose divertenti-
-Vuoi che smetta
di farti favori proprio adesso??-
-Ok d’accordo dimmi-
-Dunque ho
chiamato tutti, passi tu a prendere Ric come stabilito?-
-Sì-
-Non dimenticartelo-
-Stai calmo…devo solo tornare qui in ufficio per una
cosa e poi vengo-
-Damon-
-Stefan è un addio al celibato non un esame…non
importa essere puntuali…comunque torno a casa a preparare la borsa per portare
Lily dai Gilbert, cosa combina la mia principessa?-
-Oh beh ha
pianto mezz’ora, penso a causa dei denti e alla fine sono riuscita a calmarla
portandola un po’ fuori e Jo mi ha suggerito di comprarle un affare di gomma
per morderlo-
-Potevi chiamarmi!-
-Aveva
solo male ai
denti non stava morendo!-
-Ora arrivo-
-Dovresti essere
così premuroso anche per il resto delle altre cose-
-Lo sono per ciò che serve-
Stefan rotea gli occhi al cielo, vorrebbe aggiungere
un nome a quella lista ma evita di stuzzicare oltre suo fratello, è di buon
umore e non vuole discutere.
Damon lo ha incaricato dell’aspetto
organizzativo della serata, porteranno Ric a mangiare fuori e poi a bere, una
cosa tranquilla visto che non possono andare troppo lontani per via della
bambina.
Dato che sia loro che le ragazze saranno occupati coi futuri
sposi, Miranda si è offerta di tenere la piccola Lily da loro per la serata.
E Stefan spera di far sciogliere suo fratello
abbastanza da potergli fare qualche domanda su Elena.
Ormai tutti sanno che qualcosa tra loro sta
non-succedendo ed è giunta l’ora di dare una piccola spinta
di aiuto.
Damon invece, in quel preciso momento, ha in mente
solo le sue indagini personali su Logan Fell e qualunque cosa stia combinando coi fondi del Consiglio.
Lo ha osservato alla
riunione da cui sono appena usciti e ha buttato qualche domanda per stanarlo,
ma sa bene che gode della protezione del Sindaco, pertanto dovrà muoversi con
discrezione.
Ha approfittato per parlare anche con Liz dei suoi dubbi e lei gli ha suggerito di raccogliere
prove, intanto gli strani buchi nel bilancio sono un inizio, ma non ha ancora
nulla di concreto per poterli attribuire a Fell. Così
stasera, quando saranno tutti insieme –sì suo fratello ha avuto la simpatica
idea di invitare pure Logan in quanto vecchio compagno di classe di Ric- lui
potrà passare all’ufficio e cercare un po’ di prove.
***
Anche le ragazze sono intente ad
organizzare una cosa tranquilla a casa di Jo; lei si è trasferita da appena un
anno a Mystic Falls e non ha fatto molte conoscenze, se non con un medico dell’ospedale,
la sorella di Logan, Meredith Fell.
Così saranno loro più lei, Caroline ovviamente è l’addetta
all’organizzazione della cena e dopo andranno fuori.
Elena è a casa a scegliere cosa mettersi e come suo
solito, al pensiero di incontrare Damon quando verrà tra qualche ora a portare
la piccola Lily a sua madre, si agita da morire.
Non riesce a smettere di pensare a come stiano andando
le cose tra loro, alle mille volte in cui ha lottato contro il desiderio
pressante di baciarlo, di cercarlo.
Perché ha una paura incredibile di quello che prova,
ma allo stesso tempo ha così bisogno di mostrare a Damon il bene che gli vuole.
Perché lui invece ha sempre questa inclinazione all’auto distruzione, lo capisce
che possa avere mille dubbi, ma quando sono insieme
non riesce a pensare che loro due siano sbagliati.
Sospira sconsolata mentre osserva l’armadio ed in quel momento sua madre entra.
-Ehi, allora come vanno i preparativi?-
-Oh, bene-
Miranda cruccia lo sguardo osservando sua figlia.
-Dramma da vestito?-
-Sì beh non è che devo mettermi chissà cosa, siamo tutte donne-
-Allora qual è il problema?-
-Non c’è nessun problema-
Sua madre annuisce poco convinta.
-Senti, devo sapere qualcosa sulla piccola Lily? Ormai
di lei sei più esperta te-
-Beh no, è una bambina molto tranquilla, immagino
abbia preso dallo zio-
-E con il padre invece come va?-
Elena cruccia la fronte perplessa e si alza dal letto
ravviandosi i capelli.
-Bene, cioè normala, insomma…non c’è motivo per cui non debba andare bene-
Arrossisce appena e inizia a frugare nel cassetto
delle maglie per sceglierne una.
Miranda si appoggia allo stipite della porta
osservandola divertita, sua figlia è ermetica ma i suoi comportamenti parlano
per lei.
-Sì certo, come no….comunque
arriveranno qui per le otto, tu sarai già uscita?-
Attende di scorgere la reazione di sua figlia che si
volta di scatto.
-Le otto? Em, beh credo di
sì…ecco dipende da Caroline-
-Oh, capisco…nel caso te lo saluto-
-Non importa-
Miranda ridacchia tra sé e poi esce dalla stanza
lasciandola immersa nel suo panico da abbigliamento.
Non che non la preoccupi l’idea di sua figlia
innamorata di un uomo che è anche padre, ma sa bene che quando si ama qualcuno
non si può semplicemente smettere perché le cose sono complicate.
Comunque per ora non sembra succedere niente di certo
tra i due e vuole aspettare che sia Elena a dirle qualcosa.
In ogni caso al matrimonio potrà osservarli meglio.
***
Come previsto, Elena è uscita prima a causa delle
mille telefonate di Caroline per andare ad aiutarla ad allestire la cena, per
poi rispedirla al market –l’unico presente- che chiude
alle otto a comprare delle cose che si è dimenticata.
Così non ha potuto incrociare, per sua amarezza, Damon
che comunque vedrà al matrimonio tra due giorni.
E proprio mentre si dirige al supermercato, correndo svelta
attraverso la piazza cittadina, vede la Camaro di Damon accostare vicino alle
poste.
Rallenta il passo aguzzando la vista e lo osserva scendere
dall’auto e dirigersi verso la sede del Consiglio.
Chissà che sta combinando lì, non dovrebbe essere con
gli altri?
Si liscia la gonna del vestito morbido a tubino e d’improvviso
la cintura in vita le blocca la respirazione, così cerca di tranquillizzarsi e,
traballando un po’ sui suoi stivaletti col tacco, attraversa la piazza in
direzione dell’uomo di spalle quasi alla porta della
sede del Consiglio.
-Lo sai che sei terribilmente sospetto??-
Damon sobbalza e si volta di scatto verso la voce alle
sue spalle.
C’è ancora un filo di luce nel cielo, fa buio tardi
adesso e il tepore del crepuscolo illumina appena Elena, avvolta nel suo
vestitino che mette in risalto quelle gambe che scopre
troppo poco.
Per sua fortuna.
Rimane un attimo fermo ad
osservarla, con quel trucco in più sulle labbra, gli occhi più carichi e il
profumo pericoloso di chi ha tutta l’intenzione di far girare la testa a
qualche ragazzo.
Piega appena la testa di lato e i capelli di
cioccolato scendono su una spalla mentre gli occhi azzurri continuando a
percorrere il suo bellissimo profilo.
Damon deve concentrarsi un attimo per ricordarsi che
cosa stava facendo, sbattendo gli occhi troppo pieni di lei.
-Lo sai che non sta bene arrivare alle spalle delle
persone?-
-Che stai facendo?-
-Gli affari miei-
Elena incrocia le braccia e lo osserva tornare a
trafficare con la porta del vecchio palazzo.
-Non dovresti essere da Ric?-
-E tu non dovresti essere da Jo?-
-Infatti
stavo andando-
-E allora che aspetti?-
-Ehi!-
Damon si volta realizzando cosa le ha appena detto e
dalla sua espressione offesa non l’ha presa bene.
-Elena devo fare una cosa da
grandi, quindi…-
Fa scattare la serratura e sfila le chiavi aprendo la
porta. La ragazza fa un passo verso di lui, quando una macchina passa alle loro
spalle lo sguardo di Damon si allarga allarmato e le
afferra un polso tirandola dentro il palazzo con lui e chiudendo la porta.
-Che cavolo…-
Dentro è buio, ma non così tanto
da non vedere nulla ed Elena ancora un po’ stordita dal repentino cambiamento
di Damon si guarda intorno.
Sono nell’atrio della sede del Consiglio, la conosce
bene ma non capisce perché Damon si stia comportando in modo così strano. Sa
che lavora lì quindi perché sembra preoccupato?
-Devo fare una cosa, ora però
sei con me quindi stai buona e non fare confusione-
Lei imbroncia lo sguardo,
quando smetterà di trattarla come una
bambina? In compenso la sua mano è ancora avvolta attorno al suo polso e non
può proprio dire che le dispiaccia.
Gli occhi di entrambi si trovano e scendono lentamente
sulla stretta di lui che si allenta d’improvviso
mentre cerca di recuperare una sorta di contegno, appena vacillato al contatto
con lei.
-Andiamo-
Lei lo segue per il corridoio, intanto lui continua a
guardarsi intorno con fare sospetto.
-Senti ma perché sei venuto a quest’ora?-
-Ho dimenticato una cosa-
-E non potevi tornare domani?-
-Mi serve ora-
-Perché sei così strano? Lavori qui, invece sembri
venuto a rubare-
Salgono le scale, quando Damon si volta verso di lei.
-Sono sotto processo?-
-Beh direi!-
-Puoi cortesemente abbassare la voce?-
-No, se non mi dici che sta succedendo-
Quanto è testarda quando vuole. Damon riprende a
salire e arrivano al primo piano, imboccando il corridoio che porta agli uffici
di Fell e Lockwood, nonché di Damon stesso.
Fuori è ormai completamente buio e all’improvviso, nel
silenzio, il cellulare di Elena inizia a squillare.
Entrambi sobbalzano, la ragazza arrossisce pronta a
sorbirsi una partaccia dal ragazzo che la fulmina attraverso l’oscurità del
corridoio.
-Elena dannazione!!-
Detto fatto, una bella infamata sibilata a bassa voce.
-Scusa io…-
Fruga svelta in borsa e lo estrae chiudendo la
chiamata e mettendo il silenzioso.
-Se tu la smettessi di fare il misterioso…-
Damon alza gli occhi scocciato e proprio mentre sta
per risponderle sente la porta principale sbattere.
Allarmato si
guarda intorno, poi afferra nuovamente Elena e la trascina nella propria stanza
di fronte a quella di Fell.
La ragazza fa per protestare ma lui la spinge con la
schiena contro il muro accanto alla porta e mette due dita sulle labbra.
Elena capisce che la situazione è più seria del
previsto soprattutto mentre, nella penombra della stanza, scorge le pozze
chiare di Damon tese a cogliere i passi che si avvicinano.
Mentre lui è tutto concentrato su altro, il suo corpo
e la sua testa invece sono totalmente in balia del suo odore dannatamente
buono, delle sue dita che premono contro le sue labbra sulle quali lei non
riesce a non infrangere il proprio respiro irregolare, del calore sulle sue
guance se solo pensa al corpo di Damon che avvolge totalmente il suo,
intrappolandola.
Perché è vero che si sono baciata, abbracciati, ma non
è mai stata così tanto a contatto con lui, sentendo il
proprio seno compresso contro il petto di lui ogni volta che si gonfia in preda
ai ritmi sconnessi del suo cuore, i bacini che si sfiorano mandandola
completamente in tilt, con le labbra di lui all’altezza dei suoi occhi ora che
con i tacchi è un po’ più alta.
E basterebbe davvero poco per raggiungerle.
L’attenzione torna sulla situazione quando riconosce
la voce di Logan Fell a telefono con qualcuno mentre apre la porta della stanza
davanti a quella in cui si trovano loro due, e nota come Damon sia intento ad
ascoltare la conversazione telefonica.
Solo quando lo sentono uscire di
nuovo ed avviarsi alle scale, Damon torna con lo sguardo dentro gli occhi della
ragazza totalmente spalancati e pieni di lui; contrae la mascella mentre
lentamente fa scendere le iridi limpide sulle labbra che libera lentamente
dalle proprie dita, rimanendo contro di lei per qualche istante e sembra
scodarsi, per un momento, cosa stesse facendo.
Elena è così vicina da farlo traballare, troppo incollata
a lui, col calore dei loro corpi che si sprigiona generando una strana tensione
densa delle loro emozioni.
Deglutisce e quando sente il portone principale
chiudersi fa appena un passo indietro per respirare, sentendo un senso di vuoto
coglierlo.
Non dicono niente, lei si limita semplicemente a deglutire
e seguirlo lentamente e in silenzio fuori dalla stanza per poi entrare in
quella di Fell.
Lo osserva cercare qualcosa tra i cassetti.
-Cosa cerchiamo?-
-Come?-
-In due magari facciamo prima-
-Dubito che tenga qui quello che cerco…in ogni caso…-
D’un tratto la sua mano,
intenta a tastare il fondo dei cassetti, sente qualcosa.
-C’è un doppio fondo, ma è chiuso con una serratura….astuto…-
-Quindi?-
-Quindi….-
Damon estrae dalla tasca una torcia con cui illumina l’interno
del cassetto ed Elena si china accanto a lui.
-Beh senza chiave non si apre-
-No, posso provare a far scattare la serratura però-
Le porge la torcia e poi estrae due bastoncini di
metallo, osservandolo perplessa.
-Che roba è-
-I tuoi amici a scuola non
si divertivano a scassinare l’armadietto dei professori?-
-Scusa se non sono cresciuta nel Bronx-
Damon ride divertito e tramesta nella
serratura concentrato, quando finalmente questa scatta ed entrambi si
guardano eccitati.
Alza lentamente il fondo del cassetto e trova una
penna usb blu.
-Interessante-
-Guardiamo cosa c’è dentro?-
-No, ci vorrebbe troppo…non vorrei
che tornasse per qualche motivo…la guardo a casa e la riporto domattina presto-
Richiude tutto senza far scattare la serratura, nel
caso in cui non dovesse avere una seconda possibilità di scassinarla.
-Andiamo adesso-
Afferra la torcia dalla mano di Elena e la spenge, non
vuole rischiare che dalle finestre passi la luce, così prende la ragazza per
mano e se la tira dietro nel buio del palazzo.
***
Damon accosta davanti alla palazzina dove abita Jo e
spegne il motore, lasciando intuire ad Elena che vuole
parlare di quanto appena successo. La ragazza lo guarda di profilo, intento a
meditare su qualcosa, hanno ancora l’adrenalina in
circolo per la pazzia appena commessa.
-Non farò la spia non temere-
-Uh, ho una complice-
Le sorride sghembo ed Elena lo ricambia con una
smorfia incrociando le braccia sotto al seno.
-Ma pretendo una spiegazione-
-Ah Elena-
-No Elena
niente, il mio silenzio te lo devi guadagnare-
-Sei peggio di quanto
pensassi, addirittura siamo passati ai ricatti-
-Beh mi sottovaluti come sempre Salvatore-
Lui si addolcisce e la guarda serio.
Poi scende dalla macchina aumentando l’irritazione
della ragazza che lo imita e lo affianca minacciosa percorrendo il vialetto che
porta al portone del palazzo.
-Ti accompagno -
-Posso andarci da sola, ma rispondi alla mia domanda-
-Certo che sei insistente-
-Se mai dovessero arrestarmi voglio sapere se ne è valsa la pena-
Lui si ferma a metà vialetto e si volta verso di lei
ancora tutta agitata con le mani sui fianchi, gli occhioni neri si velano di
confusione; lo sa Damon che Elena è destabilizzata dai
suoi repentini cambi di umore e averla trascinata nel suo piccolo furto ha
certamente aggravato le cose, lei non è il tipo da mettersi nei guai e viverla
serenamente come lui.
-Sto cercando di capire se Logan Fell sta portando
avanti una serie di cose che non mi convincono-
-Puoi essere più specifico?-
-No Elena non posso perché
per adesso sono sospetti...buchi di bilancio che non tornano, uscite di soldi
non autorizzare-
-E gli altri che dicono?-
-Non posso muovere accuse senza prove-
-Per questo ti serviva la penna usb-
-Esatto-
-Ma perché non ne parli con il Sindaco? O con mio
padre?-
-In via del tutto confidenziale l’ho accennato a Liz-
La ragazza cruccia lo sguardo
perplessa.
Lui riprende a camminare verso l’ingresso del palazzo.
-Ti basta per ora?-
-Sì...ma non credere che non
ti terrò d’occhio-
-Cosa non hai capito del
fatto che non sono io il cattivo?-
-Certo che no, ma giochi con il fuoco Damon-
-Non ho bisogno della balia-
Si fermano davanti al portone in
ferro, appena illuminati dalla luce posta sopra l’ingresso. L’aria fresca di
giugno li sfiora sciogliendo l’adrenalina ed Elena lo osserva intenerita.
-No, hai bisogno di un’amica che ti faccia presente
quando potresti farti male...-
Gli occhi azzurri si allargano sorpresi e la scruta
come per capire se lo stia prendendo in giro.
-Perché t’importa tanto?-
Ed eccola li, la realtà che preme, pungola il cuore,
toglie il respiro.
Perché t’importa Elena? Lo sai perché.
E la guarda con quelle pozze infinite come i cieli d’Irlanda
delle sue mille estati di ragazzina -dove non andrà quest’anno perché il
college costa, ha bisogno di lavoretti estivi e così ha la scusa per stare con
Damon - sdraiata sui prati verdi di casa di sua nonna, sfiorando l’erba di una
morbidezza quasi surreale e lasciando che il vento le accarezzasse la pelle.
Ed è così che si sente con Damon, quando d’un tratto
una nuvola copriva il sole lasciando un velo d’ombra sul volto e spalancando un
senso di ignoto dentro di lei, di nostalgia di quel
sole.
Boccheggia Elena, con la bocca schiusa, i muscoli
rigidi e i battiti troppo veloci con lui che le ruba il respiro a due passi da
lei.
Le trema la voce in gola che tentenna in attesa di
uscire e rivelare quella parte di sé così faticosamente soppressa e taciuta di
cui ha paura.
-Perché mi preoccupo per te...-
Le sta scavando dentro una voragine profonda e non può
evitare di vedere spalancarsi tutto l’ignoto dentro di sé.
Damon fa un solo passo con gli occhi troppo lucidi
perché Elena possa sopportare oltre di essere guardata così intensamente.
-Perché tengo a te e....e ho
paura che tu possa ferirti e non voglio perderti-
Lui rimane fermo a fissare quegli occhi color
cioccolata densi come l’oblio nel quale vorrebbe sprofondare.
-Ti ringrazio-
-Perché è così importante per te saperlo?-
Fa per muoversi e prendere le distanze da lei quando
la sua voce graffiante lo blocca.
Damon si ferma distogliendo un istante
lo sguardo, riflettendo sulla sua domanda forse più pericolosa di quella
che lui le ha rivolto.
Perché un po’ non se lo spiega perché Elena lo abbia
così a cuore e vorrebbe sapere che non è perché è terribilmente buona e
compassionevole e un po’ Damon invidia quell’audacia e forza che la rendono
così coraggiosa, mentre lui non fa che nascondersi.
E stavolta rimane in silenzio deglutendo la paura e i
dubbi, cercando ancora di mettere le distanze tra loro.
Distanze fatte di cose non dette, di
scelte difficili, di amare consapevolezze. Sa Damon che dirle
tutto, tirare fuori i grandi interrogativi, le montagne insormontabili
potrebbero allontanarla da lui. Ci si è logorato per settimane sulle famose
parole di Ric, ma l’unica verità, l’unica cosa certa è che nemmeno lui vuole
perderla, ha un bisogno disperato di Elena nella sua vita.
La ragione gli imporrebbe di alzare di nuovo una
barriera tra lui e quegli occhi neri, tra lui e quelle labbra imploranti da cui
non sa staccare lo sguardo.
Di cui conosce il sapore rubato fugacemente quella
sera di marzo e non essendo riuscito più a levarselo dalla festa.
Ed è forse l’aria tiepida serale di giungo,
il primo cicalio in sottofondo o il buio che li avvolge, ma è come catapultato
al loro primo incontro quando tutto era semplice e possibile.
-Perché sei entrata nella mia vita Elena...e questo mi fa molta paura-
Il tono di Damon potrebbe sembrare neutrale, quasi
indifferente se solo i suoi occhi azzurri non fossero spalancati e lucidi.
Perché deve essere così crudo e lapidario?
Non dice le cose con la faccia sognante o da ragazzino
emozionato, c’è una carnalità, una concretezza spietata
che non lascia possibilità di fraintendimenti e che mette a nudo le paure e
debolezze di entrambi.
-Buonanotte Elena-
Damon la guarda un ultimo istante e si volta in
direzione dell’auto.
Ed Elena è lì, così piena delle sue parole che
bruciano il cuore e lo stomaco che non si accorge nemmeno che le gambe tremanti
si stanno muovendo incerte ma coraggiose, che le sue corde vocali risuonano la
melodia del suo nome, che le sue mani afferrano i capelli corvini e le sue
labbra si premono fameliche contro quelle di Damon.
E stavolta tutta la passione e il desiderio covati da
entrambi esplodono, le mani di Damon si posano sulla schiena
di lei per tirarla contro di sé mentre le bocche si schiudono concedendo
finalmente alle loro lingue di trovarsi in un bacio carnale.
Se Damon non la stesse sostenendo per la schiena Elena certamente cadrebbe a causa delle gambe tremanti; le
sue mani vagano per i suoi capelli fino a scendere lungo il collo niveo ed
afferrare le spalle solide, se il suo mondo dovesse collassare l’unica certezza
solida sarebbe lui.
E continuando a
baciarsi famelici e bisognosi dell’altro fin quando il cellulare di Damon non
inizia a vibrare furiosamente nella tasca dei suoi jeans risuonando nell’aria
carica dei loro respiri corti e affannati.
-Credo tu debba rispondere-
La fronte di Damon si poggia contro quella
della ragazza, aprendo gli occhi nei suoi, vibranti di passione.
Sfila il telefono dalla tasca senza mollare la presa
su di lei.
-Ehi Ric-
-Damon, dimmi
che non ti hanno arrestato-
-Sto arrivando tranquillo…-
-Muoviti-
Chiude la telefonata e poi passa una mano tra i
capelli un po’ scompigliati di lei.
Ed è terribilmente bella con le guance arrosate e gli
occhi lucidi, le sfiora gentilmente una guancia sorridendo felice.
-Buona
serata ragazzina-
Elena arrossisce appena mordendosi un labbro, lui
rompe il contatto fisico con lei e si allontana verso l’auto mentre lo sguardo di lei lo segue silenzioso.
Si sente una sciocca mentre sorride tra se e pensa che
abbiano decisamente fatto un passo avanti.
Finalmente.
***
Quando Elena entra nell’appartamento
di Jo – con una notevole ora di ritardo- trova una furiosissima Caroline ad
attenderla mentre Jo, già abbastanza allegra, la
abbraccia ridendo.
-Si può sapere dove
cavolo eri??? Ero preoccupatissima, perché non
rispondevi????-
Elena la guarda
realizzando sia l’orario sia che non ha meditato scuse
da propinarle.
-Io…beh ecco, stavo
andando al supermercato quando-
-Vuoi dire che non hai
comprato le cose che ti avevo commissionato??-
-Suvvia Caroline, siamo
qui per bere e divertirci!-
La bionda osserva infastidita
Jo nel suo tentativo di dissuaderla dall’interrogatorio.
-Sto aspettando una scusa
valida-
-Mi si è scaricato il
telefono e…-
D’un tratto scorge Bonnie, dietro la
chioma di Care, agitarsi facendole dei segni strani.
-Bonnie sta cercando di
dirti che hai il rossetto tutto sbavato-
Elena sbianca e si porta
una mano alla bocca mentre Bonnie scuote la testa ridendo e il generale Forbes sbuffa scocciatissima.
-Non voglio sapere…per
adesso…ora sistemati e vieni a bere-
-D’accordo-
Caroline si direziona in cucina e Bonnie le si avvicina ridendo come una
pazza.
-Dovevi vedere la tua
faccia mentre pensavi a una scusa-
-Lasciamo perdere-
-Sai vero che adesso non
hai più scuse per non raccontarci che sta succedendo?-
-Prima ho bisogno di una
consistente dose di alcool-
E ridendo come due
ragazzine si chiudono in bagno a parlare.
Salve a tutti!!
Stavolta sono stata brava
e ho aggiornato presto! Relativamente insomma….ringrazio tutte le persone che
hanno letto la mia storia dandole una possibilità!
Sul capitolo….beh direi
che aspetto i vostri commenti!!
Siamo giunti a un punto
di svolta per i nostri delena….e ancora deve arrivare
il tanto atteso matrimonio di Ric, intanto loro due si danno ai furti!
Spero in vostre
recensioni!
Un bacio
Eli