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Autore: MysteriousSx    18/12/2015    2 recensioni
"Mi ricordo ancora quel giorno.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci. Faceva un caldo tremendo, che diventava peggiore sotto la tunica che indossavamo noi diplomati. D’altronde, quest’ultima era nera, e si sa, il nero attira il sole. Era il giorno che mi avrebbe cambiato la vita.
Ma non per il fatto che mi stavo appena diplomando e che quindi sarei andato al college e tutto il resto … no, quel giorno lo ricorderò per sempre per un altro motivo.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci, quando mi dissero che Thomas Edison era scomparso."
Un'indagine in corso. Un ragazzo scomparso. Numerosi sospettati. Ognuno ha qualcosa da nascondere. Ma chi sarà il colpevole?
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Confessioni
 



“Chiudo la porta alle mie spalle.
Poi, mi giro verso gli indagati.
Minho, è seduto sulla sedia a gambe aperte, infischiandosene di tutto quello che lo circonda.
Teresa, continua guardarsi le unghie lanciando, di tanto in tanto, occhiate sospettose a Newt.
I due coniugi, si tengono per mano, ma al contrario della madre, che mantiene uno sguardo affranto sul volto, il padre scruta tutti con indulgenza.
Newt ha gli occhi fissi sul pavimento. Ogni tanto, vedo qualche lacrima cadergli sui pantaloni”

 
Questa era la situazione che si era presentata ai miei occhi, quella calda mattina di luglio. Erano passati due giorni dalla scomparsa di Thomas.
Due giorni da quella strana telefonata ricevuta in ufficio.
Come da procedura, avevamo cominciato ad inviare squadre di ricerca nei boschi limitrofi per cercare l’eventuale cadavere di Thomas.
Siccome, poi, quella strana telefonata ci aveva insospettiti parecchio, avevamo ispezionato la camera di Newt appena il giorno prima. E gli elementi scoperti si erano rivelati davvero interessanti.
Ma i conti non tornavano.
Ognuna, di quelle persone in quella stanza, ci stava nascondendo qualcosa. E così facendo si stavano mentendo a vicenda. Così, per cercare di fargli buttare fuori tutto, io e Carrie avevamo deciso  effettuare una sottospecie di “ interrogatorio collettivo” (cosa contro le procedure, ma ci sarebbe stata davvero d’aiuto), sottoponendo ai sospettati ciò che avevamo scoperto e facendoci dire successivamente, i pezzi mancanti del puzzle.
Sarebbe tornato tutto, mi dicevo.
Non sapevo ancora che la situazione sarebbe andata a complicarsi ulteriormente …
 
Pov- Joe
 
-Voglio essere chiaro e schietto, con tutti voi! Se siete qui, è perché ci avete tenuto all’oscuro di qualcosa, qualcosa che sapete solo voi. Beh, è ora che vi decidiate a parlare … -
-Ecco come funzionerà!- disse Carrie, intervenendo –Vi diremo ciò che è emerso fino ad ora dalle indagini, poi, ognuno di voi sarà tenuto a dichiarare apertamente tutto ciò che sa. La vostra collaborazione a questa particolare procedura è essenziale per riuscire a ritrovare Thomas. Sono sicura che ognuno di voi vorrebbe tornare ad abbracciarlo. La vostra sincerità, sarà fondamentale.-
I sospettati si guardano tra loro.
Riesco a leggere, nei loro sguardi, odio, disprezzo, disperazione.
E’ Marcus, il padre, a rompere quei pochi secondi di silenzio.
-Credevo non fosse possibile, lavorare in questa maniera, commissario … -
- Quest’ indagine ha richiesto misure particolari, signor Edison. E poi, è uno scambio reciproco: noi vi diciamo quello che sappiamo e voi fate lo stesso.
Dunque, qualcun altro ha qualche domanda?-
Minho alza la mano.
-Si … posso andare in bagno, commissario?-
Newt si passa una mano sul viso.
-No, Minho. Potrai andare dopo … - sibila Carrie.
-Bene, allora.- dico sedendomi al tavolo di fronte agli indagati –Possiamo cominciare!-
 
Carrie si siede vicino a me, facendomi segno di parlare per primo.
-Abbiamo scoperto che in realtà, Thomas è scomparso due giorni prima della consegna dei diplomi. Il fatto che i genitori, però, abbiano denunciato la scomparsa solo il terzo giorno ci è sembrato sospetto. Potete dirci il motivo …?-
Vedo che Susan sta per rispondere, ma suo marito la ferma, stringendole forte la mano. Lei chiude la bocca. Poi risponde lui.
-E’ sempre successo che Thomas decidesse “ribellarsi” con noi. Ogni volta, è sempre andato a dormire da qualche suo amico, ma restava sempre un paio di notti. E’ sempre tornato a casa, poi, con la coda fra le gambe a chiedere scusa, quel piccolo idiota. Per questo non ci ha insospettiti!-
Sibila “quel piccolo idiota” a denti stretti, come per non farsi sentire, ma io riesco ad udirlo comunque. Mi volto verso la moglie. Leggo nel suo sguardo, che il marito non ha detto tutta la verità. Dovrò interrogarla di nuovo. Separatamente, però.
E’ chiaro che ha paura di contraddire ciò che dice suo marito.
Guardo Newt, seduto accanto ai due.
Anche lui deve aver sentito ciò che ha detto Marcus.
Strizza gli occhi e butta la testa all’indietro.
Do una piccola gomitata a Carrie, per farle cenno di proseguire. Lei mi guarda e annuisce.
-Molto bene. Andiamo avanti, allora. Dunque sappiamo cosa ha fatto Thomas il secondo giorno che è scomparso. E’venuto da te, vero Teresa?-
-Si, esatto!-
-Bene, ci puoi dire cosa avete fatto?-
- Gliel’ho già detto, commissario. Ci siamo visti un film e siamo stati insieme.-
-Ne sei sicura?-
-Ovvio! Perché me lo chiede?-
-Perché abbiamo l’impressione … - intervengo io –che Thomas fosse venuto lì per parlarti di un argomento importante che lo riguardava!-
-Si sbaglia!-
-Io credo di no. Era una cosa, che Thomas si teneva dentro da un po’ di tempo … -
-Io. Non so. Di che cosa. Sta. Parlando.-
-Lo confermi?-
-Si, lo confermo! Thomas non mi ha mai detto niente!-
Torna a parlare Carrie. Sembra che Teresa sia stata sincera. Non sa veramente, che Thomas è gay.
-Però, c’è una persona che lo sa dentro questa stanza, vero, Minho?-
Lui sembra risvegliarsi da un sogno.
-Eh? Cosa?- chiede.
-Tu sai cosa nascondeva Thomas a tutti gli altri, no?-
-Ah, intende il fatto che è gay?-
Si pente subito di averlo detto.
Si porta le mani alla bocca e guarda in direzione di Marcus.
Sul volto del signor Edison si dipinge un’espressione di rabbia. Su quello di Teresa, cadono lacrime.
Il viso di Newt, invece, non traduce nessuna espressione di sorpresa, per questa notizia.
Proprio come sospettavo. L’ho incastrato.
-COSA?!- tuona il padre di Thomas.
-E’ UN’ASSURDITA’!- urla Teresa –THOMAS AMA ME! AMA ME! NON E’ VERO NIENTE!-
-Per favore, calmatevi- li prego io.
-Chi le ha detto questa banalità, commissario?- chiede Marcus.
-Le prove, signor Edison!-
-Minho! Ma come ti viene in mente di dire queste calunnie su mio figlio?!-
-Non sono calunnie, è la verità!- ribatte Minho.
-E’ tutto vero, signor Edison!- aggiungo io.
-Vi sbagliate! Vi sbagliate tutti! Mio figlio sarà anche stupido, ma non così tanto da essere addirittura un frocio!-
Nella sala cala un profondo silenzio. A quelle parole.
E’ Newt a romperlo, parlando per la prima volta durante questo interrogatorio.
-Si dice omosessuale, signor Edison!-
Marcus lo guarda. Poi con tono di disgusto, sputa fuori: -Lo dico come mi pare, frocio!-
-Signor Edison! La prego di moderare il linguaggio!- dice Carrie. E’ seriamente alterata.
-L’unico gay qui dentro, è Newt, commissario! Thomas è il mio fidanzato!-
-Teresa, vuoi tapparti la bocca, un momento?- chiede retoricamente, Minho.
-Anche se fosse? Ti crea problemi?- domanda Newt.
-No, se eviti di buttare merda addosso a Thomas!-
-Veramente, Teresa … - dico io -qui nessuno sta buttando merda addosso a nessuno. Quello che abbiamo detto è tutto vero. Abbiamo prove concrete. Potremo farvele vedere … oppure lasciare che sia Newt a dirvelo … -
Io e lui ci guardiamo.  Lui con un uno sguardo di sfida, io con uno indagatore. Non parla.
Insisto.
-O forse dovrei dire … S= V/T?-
La sua espressione cambia. Ha capito che non c’è possibilità di uscita da questo tunnel.
-Di che sta parlando, Miller?- domanda Marcus.
Ma è Newt a rispondere, non io.
-S= V/T … è stato Tommy a chiamarmi così nella sua rubrica del cellulare. Per fare in modo che … - sospira – Che nessuno scoprisse che stavamo insieme.-
Di nuovo silenzio.
Questa volta, dura molto più a lungo. Nemmeno Marcus emette un fiato. E’ evidente che vuole capire dove vuole andare a parare il ragazzo.
Newt non guarda in faccia a nessuno. Ha lo sguardo perso nel vuoto.
-E’ cominciato tutto due mesi fa … - comincia a raccontare –ad una festa. Io e Tommy ci siamo baciati e … -
-Vorresti dire che tu hai baciato lui.- lo interrompe Marcus - Perché mio figlio non bacia le checche.-
-Beh, è esattamente quello che ha fatto!- ribatte il biondo. E’ infuriato. Poi, però, arriccia le labbra in un perfido sorriso – E sa cosa le dico? Che bacia da Dio, suo figlio!-
-Come osi, piccolo stronzetto … -
-Si calmi, signor Edison!- urlo io per fare in modo che capisca che non dovrà più intervenire nella conversazione.
-Vai pure avanti, Newt … - sposto gli occhi, un attimo, su Teresa. Ha gli occhi inumiditi e pieni di rabbia.
-All’inizio- prosegue Newt –ho pensato che fosse tutto dovuto all’alcol, avevamo bevuto tanto quella sera. Così, ho lasciato perdere e per un paio di giorni non l’ho cercato, avendo anche addosso la minaccia fattami di Teresa … - e la guarda. Lei sembra sul punto di scoppiare in una sfuriata.
-E poi? Cos’è successo?- chiede Carrie.
-E’ stato lui a cercare me. Ho provato a dirgli che era sbagliato. Che tutto era sbagliato: io e lui, il bacio, tutto … ma lui non mi ha neanche dato il tempo di finire. Mi ha rivelato di avere sempre provato qualcosa per me, ma che non riusciva a spiegarsela … poi alla festa, dopo il bacio, tutto gli si è fatto più chiaro ed ha capito. Ho provato ad allontanarlo da me, davvero, ci ho provato, perché non volevo avesse problemi con Teresa. Ma lui mi ha detto che era da tempo che le cose tra loro due andavano male e che voleva solo stare con me. A quel punto, ho smesso di opporre resistenza … -
-Quanto ci hai messo per inventare questa cazzata, eh, Newt? Tutti gli anni che gli sei corso dietro come un cagnolino bisognoso di affetto?-
-Ci sono le prove, Teresa! Nel suo cellulare: tutti gli sms che loro due si sono mandati. E sono esattamente partiti due mesi fa. –
-Non è possibile … non è possibile … - dice Teresa, scoppiando finalmente in lacrime. –Lui ama me, ama me … non è possibile … -
-Teresa, calmati, adesso!- dice Carrie –Vuoi un bicchiere d’acqua?-
-Stronzate … sono tutte stronzate … -
-Smettila di piagnucolare, Teresa! Cos’hai, 5 anni?- dice Minho, con il tono di chi non ne può più.
-SONO TUTTE STRONZATE!- urla Teresa mettendosi le mani tra i capelli.
Aspetto che la tempesta si calmi.
Teresa si sta comportando come una pazza … non sta ragionando con un minimo di lucidità.
Ora comincia anche a tremare …
Ha brividi che le percorrono tutto il corpo. Le sue mani vanno a cingere i bracci opposti.
Nessuno osa parlare. Siamo tutti congelati sul posto.
-Lui ama me … lui ama me … come farò? Come farò?- poi, il suo sguardo cambia all’improvviso, diventando freddo e glaciale – Come farò con il bambino?-
 
Pov- Newt
 
M’irrigidisco sulla sedia.
Credo di non riuscire più a respirare. Non sento più il cuore battere. A dire il vero, non sento più niente, attorno a me.
La parola “bambino” mi rimbomba in testa.
Lei non può essere incinta. Non può, è impossibile.
La sudorazione si fa fredda.
Credo di stare precipitando in un abisso. Un abisso nero e senza fondo. E penso di rimanere lì.
E’ tutto troppo da sopportare per me. Troppo. E se non amassi Tommy con tutto me stesso e non desiderassi disperatamente di ritrovarlo, probabilmente, a quest’ora, me ne sarei gi andato dalla sua vita.
Il problema, è che non voglio farlo.
E penso che non lo farò. Mai.
 
Pov- Joe
 
-Come hai detto, scusa?- chiedo, incredulo.
Il silenzio, questa volta, è surreale. Mette quasi i brividi. Le parole di Teresa sono rimaste sospese nell’aria, come una coltre di fumo dopo un incendio.
Sono rimasto sorpreso da quelle parole e vorrei tanto un chiarimento.
Quest’ultimo, non tarda ad arrivare.
-Ho detto, che sono incinta, commissario. E’ successo il giorno che Tom è venuto da me!-
-Ne sei sicura, Teresa?- domanda Susan. Sia lei che il marito sono rimasti a bocca aperta. Ma mi è sembrato, di vedere sul volto di Marcus un’ espressione di sollievo. Quasi fosse contento di quella notizia. Quasi preferisse un bambino ad un fidanzato, per Thomas.
-Certo, signora Edison, sono sicurissima. Ho fatto il test dopo che Tom è scomparso!-
-Stai mentendo … - mormora Newt, a denti stretti.
-Come?- chiede lei.
-Stai mentendo … non lo sei … -
-Tu sei ancora convinto che Thomas ami te? Se è così, sei davvero un povero illuso!-
-Ringrazia che sei una donna e che non posso prenderti a pugni … - dice Minho.
-Davvero, Minho? Ti abbasseresti a tanto?-
-Sta zitta! STA ZITTA!- urla Newt prendendosi la testa fra le mani –Non sei davvero incinta … Tommy ti ha lasciata. Non hai detto la verità … -
Seguo la conversazione senza intervenire e intanto prendo appunti su un taccuino.
Era proprio quello che volevo venisse fuori da questo interrogatorio: che si mettessero l’uno contro l’altro. E’ il modo migliore per far venire a galla la verità.
-E’ la tua parola contro la mia, Newt! A chi pensi crederanno? Al poverello sfortunato che amava un ragazzo che non lo ricambiava … o alla ragazza che porta in grembo suo figlio?-
-Teresa?- la chiama Carrie.
La ragazza si volta verso di lei. Riesco a vedere la disperazione che le segna il viso. I capelli corvini, prima ordinati, sono ora un disordine per quanto siano stati tormentati con le mani. Gli occhi traboccano di lacrime, così come le guance.
Ha l’aspetto di una pazza.
-Si?-
-Saresti disposta a fare dei test?-
-Non mi crede, commissario? Sta davvero dando ascolto a quel povero disagiato?-
-Adesso mi sono stancato … - dice Minho, alzandosi in piedi, diretto verso Teresa.
Lo fermo.
-Minho, siediti, per favore!-
Lui, con un po’ di riluttanza, lo fa.
-Non è che non vogliamo crederti, Teresa … - continua Carrie –ma in questi casi ci servono delle prove concrete!-
-Ci penserò!-
-Non vuoi farlo, eh?- schernisce Newt –Perché? Hai paura che scoprano che sia tutta un’invenzione del tuo patetico cervello?-
-TACI, IDIOTA!- urla Teresa, scagliandosi contro di lui.
-Basta così! Sedetevi e calmatevi, tutti!- dico, io, intervenendo.
Teresa era a pochi centimetri dal collo di Newt. Lui la guardava con aria di sufficienza, come se le facesse pena.
Ora che tutti gli animi si sono calmati, prendo di nuovo parola.
-Dunque, se siete d’accordo, io direi d proseguire … -
Tutti annuiscono, in segno di assenso.
Minho posa una mano sulla spalla di Newt, come per dargli conforto. Lui tiene la testa bassa, sconsolato.
-Allora … dobbiamo ancora chiarire un punto, prima di lasciarvi andare … - dico io – Ed è dove si è recato Thomas il primo giorno della sua scomparsa e perché. Chi lo sa?-
Ovviamente, nessuno risponde a questa mia domanda retorica. Perché, ovviamente, io so chi è.
Aspetto in silenzio, per dare l’opportunità a quella persona di fare il primo passo.
Ma lei non lo fa.
Così tiro fuori la prova: un borsone, con dentro dei vestiti. Tutti lo guardano curiosi.
Tranne uno.
Newt.
-Vuoi parlarcene, Newt?-
Gli occhi indagatori di tutti i soggetti si posano su di lui.
Come sempre, prima di rispondere, il ragazzo tira un profondo respiro.
-E’di Tommy!-
-Questo lo sappiamo. Quello che vorremmo chiarire è che ci faceva a casa tua.-
-A casa sua? E perché la roba di mio figlio dovrebbe stare da quel frocio?-
Minho lo fulmina con lo sguardo.
Susan cerca di far calmare suo marito, mettendogli una mano sulla spalla e sussurrandogli parole all’orecchio per me incomprensibili da questa distanza.
Newt non reagisce alla provocazione, sta volta. Ma mi guarda dritto negli occhi.
Vorrei cercare di capirlo, di analizzare il suo sguardo profondo … quanto vorrei entrare nella sua testa e scavare fino a trovare la verità, quella che lui non vuole dirmi.
Il biondo sospira di nuovo.
 
Pov- Newt
 
Respiro a fondo. Ancora una volta.
So che se adesso gli dicessi la verità … tutta, la verità, mi sbatterebbero in galera senza batter ciglio, dato che non riescono a capire che quella di Teresa è tutta una messa in scena e nessuno vuole credermi.
Ricordo quel borsone.
Ricordo quel giorno …
 
*FLASHBACK*
 
Bussano alla porta.
Controvoglia, mi alzo dal divano sbuffando. Vado verso la porta. La apro e davanti a me, compare il mio Tommy.
-Ehi! Hai un posto letto in più?- mi domanda con un sorriso sghembo, sollevando il borsone.
-Che hai combinato?- domando con un sopracciglio alzato.
-Domanda che dovresti rivolgere a mio padre, non a me … -
Solo in quel momento, mi accorgo che ha un livido sulla guancia sinistra.
Allungo una mano e glielo tocco.
-E’ stato lui? Ti ha picchiato?- gli chiedo.
Lui annuisce. Poi appoggia la sua mano sopra la mia. Gira il viso chiudendo gli occhi e mi bacia il palmo. Io mi lascio andare  a quel contatto. Mi slancio verso di lui e lo tengo stretto a me, come per dargli conforto.
-Oddio, Tommy … devi fare qualcosa! Non è la prima volta che succede … -
-Cosa vuoi che faccia, Newtie?- domanda lui accarezzandomi i capelli. – Ha lui il coltello dalla parte del manico, non io. –
-Potresti denunciarlo, lo sai … - gli accarezzo la schiena.
-Non voglio farlo … -
-Ma lui continuerà … -
-Ho deciso di andarmene apposta! Questa volta per sempre! Non tornerò mai più in quella casa, Newtie. Mai più. –
-Sei sicuro di quello che pensi? – mi scanso da lui. Mantengo un minimo di abbraccio, agganciando le mie mani dietro al suo collo. Appoggio la mia fronte contro la sua e chiudo gli occhi.
-Sono stufo di questa vita, Newt. Mio padre già non mi sopporta per i suoi motivi, figuriamoci se gli dico che mi sono innamorato di te. Io non ce la faccio a vivere così. Non ne posso più. Voglio stare con te, voglio vivere la mia vita con te al mio fianco. Vorrei vivere con te, un giorno. Svegliarmi la mattina e trovarti nel mio letto. Senza pregiudizi. Senza nessuno che ci dica che è sbagliato e ci proibisca di amarci. Io ti amo, Newt. –
Sono commosso da quelle parole. Vorrei piangere dalla gioia. E’ la prima persona che mi dice cose così profonde. Dio, ma come ho fatto a non dichiararmi prima a lui?
Appoggio le mie labbra contro le sue. Lui approfondisce il bacio, stringendomi a se.
Quando le nostre labbra si staccano mi chiede:
-Posso stare da te per un po’? Finché non trovo una sistemazione da un’altra parte?-
-Ti contraddici da solo, sai? Hai appena detto che vuoi vivere con me!- dico, ridacchiando.
Riesco a farlo sorridere un poco. Quel suo sorriso mi basta per essere felice.
-E’ che non vorrei che fosse un problema. Che diventassi un peso … -
-Lo sai che puoi stare qui quanto vuoi! Dai, entra … -
Afferro la sua mano e lo trascino dentro casa, sorridendo al pensiero che il mio ragazzo ed io vivremo sotto lo stesso tetto per un tempo indefinito.
E un giorno, forse, per l’eternità.
 
*END OF FLASHBACK*

 
-Il giorno in cui è scomparso è venuto da me. – mormoro a testa bassa.
 
Pov- Joe
 
Sapevo che avrebbe confessato.
-Dicci tutto … perché è venuto da te?-
-Perché il padre l’aveva picchiato!- confessa.
-Cosa vai blaterando, piccolo idiota?- domanda Marcus.
-Marcus, calmati!- gli dice sua moglie.
-No che non mi calmo! Sta dicendo stronzate! Come quella di mio figlio gay!-
-Aveva un livido sulla guancia, quando è arrivato!-
-E chi ti dice che sia stato io a farglielo?-
-Lui! Me lo ha detto lui!-
Mi volto verso Marcus.
-E’ vero, signor Edison?-
Lui rimane in silenzio e guarda la moglie. Lei gli fa cenno di dire la verità.
Lui sospira, rassegnato.
-Si, è vero! Ma è successo solo in quell’occasione e solo perché non voleva darmi ascolto … -
-Non è vero! Lei lo ha picchiato altre volte … -
-Come osi parlarmi con questo tono? Chi ti da il permesso di rivolgermi la parola?-
-Sono l’unica persona che ama suo figlio con tutto se stesso!-
-Amarlo? Davvero? Sei un ragazzino! Non sai cos’è l’amore, non sai nemmeno che voi gay siete sbagliati … -
-NOI NON SIAMO SBAGLIATI, CAZZO! SIAMO DELLE PERSONE, ABBIAMO DEI SENTIMENTI, COME TUTTI GLI ALTRI. NON CI SI DEVE CLASSIFICARE IN UNA CATEGORIA A PARTE PERCHE’ NON AMIAMO PERSONE DEL SESSO OPPOSTO!- urla il biondo, sfogandosi.
-Miller, faccia qualcosa … - dice Marcus, come se volesse suggerirmi di portarlo in carcere e buttare la chiave.
Io sospiro.
-Newt, siediti!- dico. Lui mi guarda e poi ubbidisce. Minho lo guarda con orgoglio. Posa di nuovo la mano sulla sua spalla, ma stavolta non per consolarlo, ma per dirgli che ha fatto la cosa giusta.
-Vai avanti, per favore … -
-Siamo stati tutto il giorno a parlare o a guardare cavolate in televisione. Poi la sera … - qui si interrompe.
-La sera cosa, Newt?- lo imbecco io.
-Abbiamo litigato! Io stavo insistendo sul fatto che forse era ora di confessare la verità ai suoi, ma lui ha ribattuto di no … è andata avanti così per un quarto d’ora, poi ha preso le chiavi della macchina e se n’è andato!-
-E tu che hai fatto dopo?-
-Sono uscito a vagare senza meta, a sbollire la rabbia, sperando di ritrovarlo a casa, al mio ritorno.
 Non l’ho più visto!-
Gli occhi sul viso di Marcus sono soddisfatti. Ridacchia sommessamente.
Fortunatamente, Newt non se ne accorge.
I conti tornavano, finalmente, se consideravamo anche l’sms che gli aveva mandato Newt il giorno della consegna dei diplomi.
Qualcuno bussa alla porta.
-Avanti!- dico.
Una ragazza della nostra squadra, Julie, entra nella sala, seguita da un ragazzo.
  
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