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Autore: Willows    19/12/2015    4 recensioni
E Mackenzie convinta di essere tanto diversa dalla sorella non l'ha ancora capito che in realtà sono uguali.
No, non uguali, ma speculari ecco, sono due facce di una stessa medaglia, parecchio arrugginita e malconcia, se permetti. Sono entrambe altamente distruttive, ma in maniera opposta.
Mackenzie è esplosiva, come un'eruzione, un tornado, uno tsunami, distrugge tutto ciò che tocca, tutto che che incontra, che ama. Perché questo è l'unico modo che conosce per potere sopravvivere, per poter andare avanti: prendere tutto ciò che ha davanti e distruggerlo fino a ridurlo in briciole. Solo cenere e macerie.
Mentre Ffion, beh lei è implosiva, la distruzione il caos, le avviene tutto dentro. Paradossalmente l'unico modo che conosce di sopravvivere è quello di distruggere se stessa, di annientarsi e annullarsi completamente, fino a ridursi ad un inutile cumulo di pelle, ossa e sangue.
Sono uguali, ma opposte ed è difficile dire chi delle due sia messa peggio.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tequila kiss.

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La seconda rapina va bene, esattamente come la prima. Kenny è parecchio agitata-sebbene sia riuscita a nasconderlo agli occhi di Niall e Zayn sotto una spessa corazza di sicurezza- perché hanno organizzato tutto troppo rapidamente.  Non sono sicuri che non ci sia un sistema d'allarme e il sopralluogo è stato fatto da Kenny in modo molto rapido, questa volta accompagnata da sua madre, per evitare che Liam sospettasse qualcosa. 
La fretta è motivata da una certa urgenza ad agire il prima possibile che tutti e tre sentono, come se Santini fosse lì dietro di loro, a respirargli sul collo e ricordargli quanto valga la posta in gioco. La vita di Zayn.
Quanto stessero rischiando. Tutto
Il colpo si conclude nello stesso caseggiato della prima rapina, ma questa volta è  Zayn a prendere fra le mani il volto di Kenny per poi far coincidere le loro labbra con violenza, in un bacio carico di tutta l'ammirazione e gratitudine del mondo.
«Mackenzie Lynch- le dice con il fiato corto quando si sono separati, le loro fronti premute l'una contro l'altra- tu sei qualcos'altro.»
Lei semplicemente annuisce perché lo sa, sa bene di essere qualcosa di diverso rispetto quello a cui, solitamente, la gente è abituata. Gli altri pensano sia speciale, quando in realtà è solo fatta male. Difettosa, mal riuscita. Ffion non è l'unica che ha subito le conseguenze del passato, ma Kenny a differenza sua ne è uscita più forte e determinata e non spezzata e impaurita.
Per festeggiare la buona riuscita della seconda rapina decidono di prendere parte ad una festa che si tiene di sabato sera, tre giorni esatti dopo il colpo.  Mackenzie è in camera sua che si sta preparando per uscire, quando sua sorella emerge dalle scale, portando in mano due tazze di tè.
«Avevo preparato il tè anche per te- dice Ffion, muovendo nervosamente i piedi avvolti in pesanti calze di lana-ma a quanto pare stai uscendo.»
«Grazie mille stellina, ma stasera bisogna festeggiare» esulta Kenny, prendendo comunque la tazza e bevendone un breve sorso. 
«Dove vai? Esci con Zayn? O con Liam?» Domanda Ffion, mentre si siede sul bordo del letto, o per meglio dire, materasso. 
«Con Zayn e anche Niall, hai presente il suo amico biondo?- chiede titubante- non so se l'hai mai visto, andiamo ad una festa a casa di non so chi, speriamo ci sia da bere.»
Ffion annuisce, trattenendosi a stento dal domandare cosa ci sia così importante da festeggiare, ha già fatto troppe domande alla sorella e non vuole infastidirla ulteriormente. 
«Conosco Niall- dice invece -l'ho incontrato un giorno nel Cafe vicino allo studio dello psicologo, credeva fossi tu.»
«Davvero? E come è andata?- domanda Kenny studiando attentamente il volto della sorella riflesso nello specchio- c'era anche Zayn?»
All’apparenza potrebbe sembrare una domanda normale, ma Ffion sa bene che dietro le parole della sorella si cela una preoccupazione ben più grande. “Sei riuscita a parlare con degli sconosciuti? Niente attacchi di panico o crisi isteriche?” Ecco cosa intende davvero Kenny con quella domanda.
«È andata bene, gli ho solo detto di essere tua sorella e se ne sono andati» racconta brevemente, bevendo il proprio tè a piccoli sorsi. 
«È carino Niall vero?- la stuzzica la gemella, mentre si infila un mini dress nero, corto fino a metà coscia, con le maniche lunghe- ah scusa, è vero: adesso hai occhi solo per Harry!»
«Non ho proprio niente per Harry!-ribatte Fi arrossendo di colpo, per poi appoggiare la tazza di tè sul comodino, dove è molto più al sicuro rispetto alle sue mani tremanti- ci avrò parlato si e no due volte.»
«Ma che bugiarda- le salta addosso Kenny, facendola finire sdraiata sul letto -tu hai una cotta per Harry niente balle, si vede lontano un miglio! Non mi sposto fino a quando non lo ammetti.»
«Dai Kenny alzati, mi stai schiacciando» si lamenta Ffion, mentre cerca invano di divincolarsi dal peso della sorella.
«Di che ti piace Harry e mi sposto» la minaccia nuovamente, bloccando le sue braccia in una morsa d'acciaio.
«No e poi è troppo grande per me!»
«Ha solo 23, e noi ne facciamo 18 fra due settimane, quindi molto più grande un cazzo» ribatte lasciandole comunque le mani e avvicinandosi allo specchio per potersi truccare e sistemare i capelli. 
«Sto bene da sola,  non voglio nessuno» afferma flebilmente Ffion massaggiandosi i polsi doloranti, odia quando sua sorella fa la prepotente sia a parole che con i gesti. Deve sempre vincere lei, aver ragione lei, dire lei l'ultima parola. Ffion non lo sopporta, eppure ormai ci è talmente tanto abituata che non saprebbe immaginarsi altrimenti. Non riuscirebbe a concepire una Kenny diversa da quella che c'è ora davanti a lei, anche sforzandosi. 
Non è nemmeno sicura di volerla, una Kenny diversa. 
«Oh stellina, tu al mondo non sai proprio stare, è questo il problema» ribatte la gemella rassegnata, mentre si sistema il ciondolo a forma di busta dentro al vestito ed inizia ad acconciarsi i capelli.
Ffion rivolge alla sorella un’ultima occhiata, prima di dirigersi verso le scale.
«Dov’è la tua?» domanda Kenny a bassa voce, con un tono molto simile a quello che ha usato nell’ultima frase: rassegnato, deluso e anche un po’ infastidito.
«Cosa?» ribatte Ffion non capendo.
«Il tuo ciondolo, quello che ci ha regalato lui, dov’è? Perché non lo metti?» insiste, fissandola dritta negli occhi.
Ffion apre la bocca una, due, tre volte, ma senza emettere nessun suono.
Come può dire a Kenny che quella collana, per lei, è più pesante di un macigno? Che, tutte le volte che ha provato ad indossarla, il suo peso le faceva incurvare le spalle e le bruciava il petto? Che quella piccola busta dorata riesce a contenere tutta la delusione e rabbia che prova per sé stessa? Per lei non è un ricordo, solo il simbolo del suo più grande fallimento.
«E tu invece?- ribatte a bassa voce, sostenendo con coraggio lo sguardo della gemella- perché lo metti sempre?»
«È un ricordo» sentenzia tagliente, voltandosi di scatto per poi tornare ad osservare la propria immagine allo specchio.
«Un ricordo o una condanna?» domanda Ffion, a voce così bassa che dubita la sorella sia riuscita ad udire le sue parole. Aspetta ancora qualche secondo, ma quando Kenny si volta per cercare qualcosa nell’enorme armadio di mogano, lascia la stanza con lo stesso silenzio con cui è entrata.
Non si è accorta del tremore nelle mani di Kenny, né dei suoi occhi fattisi improvvisamente lucidi.
Due fiumi in piena pronti a straripare.

Mackenzie e Zayn arrivano alla festa insieme, mano nella mano. Niall cammina qualche metro davanti a loro e non appena mettono piede nel piccolo soggiorno, in cui sono riuniti almeno una ventina di ragazzi, tutti si voltano a guardarli, chi con invidia, chi con gelosia e chi con desidero. Sono belli da togliere il fiato.
Hanno optato entrambi per il total black: collant venti denari, vestito largo e ankle boots per Kenny e jeans strappati e giaccia di pelle per Zayn.
Sono belli e opposti.
I capelli, gli occhi, la pelle cozzano fra di loro, ma il contrasto non è sgradevole, anzi questo particolare non fa che rendere la coppia ancora più ipnotica.
«Con cosa vuoi iniziare- domanda Kenny trascinando Zayn per mano fino al bancone in marmo su cui sono disposti bicchieri, alcolici e bevande gassate- rum e pera?»
«Rum e pera vanno bene» concorda Zayn, districando la proprio mano dalla stretta della bionda, per poter versare il liquido ambrato in un bicchiere di carta rosso.
Ingoiano tre chupiti uno di fila all’altro e Kenny vorrebbe andare avanti, berne un altro e poi un altro ancora, perché è da troppo tempo che non si prende una sbronza come si deve, ma Zayn la costringe a fermarsi.
«Usciamo a fumare» dice ad alta voce, avvicinandosi all’orecchio della ragazza per farsi sentire sopra la musica assordante. Kenny trattiene il fiato mentre sente la barba di lui solleticarle la guancia e il suo respiro caldo sul collo le provoca brividi alla base della schiena. È inebriante avere Zayn così vicino, molto più dei shots di rum che ha appena ingurgitato.
Camminano silenziosamente sempre mano nella mano, facendo finta di non notare che tutti gli sguardi siano su loro due. Le ragazze si staranno chiedendo chi è quella bionda che è sempre attaccata a Zayn, sarà il suo nuovo passatempo? Il giocattolino del mese? Mentre i ragazzi si chiedono com’è possibile che Mackenzie sia arrivata in città da poco più di un mese e sia già caduta vittima del fascino da cattivo ragazzo di Zayn.
«È incredibile» dice Zayn a bassa voce una volta che sono fuori, nascosti dietro l’ombra di un albero, lontano dagli occhi che non hanno fatto altro che fissarli per tutta sera.
«Che non stia piovendo? Si, è davvero incredibile, pensavo fosse una sorta di legge non scritta di Wellston» ribatte Kenny serissima. Zayn è appoggiato alla corteccia umida del fusto dell’albero, una mano in tasca e l’altra a reggere la sigaretta, Mackenzie è in piedi proprio, davanti a lui. Sono pochissimi i centimetri che li separano, la bionda riesce anche a sentire il calore che il corpo del ragazzo emana, basterebbe solo un piccolo passo per far coincidere i loro corpi, ma lei rimane ferma dov’è . Sa che volendo potrebbe toccarlo, allungare la mano e stringere quella più grande e calda del ragazzo, senza che lui si scosti o infastidisca, ma non lo fa. Le piace, tuttavia, sapere di aver raggiunto questa intimità.
Zayn ride sommessamente a bocca chiusa, fa un paio di tiri e poi riprende a parlare.
«La sensazione che si prova durante e subito dopo una rapina, non ci sono parole per descriverla, è incredibile.»
«Niall le avrebbe, le parole e probabilmente sarebbero: assoluto terrore o ansia infinita» ribatte Kenny, buttandola nuovamente sul ridere.
Zayn le rivolge un mezzo sorriso esasperato, per poi continuare:
«Quella sensazione…»
«Ti fa sentire invincibile- lo interrompe Kenny, buttando la sigaretta da qualche parte nel giardino- come se, fatto quello, potessi fare tutto. Ti senti vivo, ma vivo veramente e ti chiedi come hai fatto ad andare avanti tuta la tua vita, senza aver mai provato una sensazione simile. Ti fa sentire grande e piccolo allo stesso momento, ti destabilizza, ma ti dà una sicurezza mai avuta prima».
Ha gli occhi cristallini rivolti al cielo scuro, le nuvole, sempre presenti a Wellston oscurano tutte le stelle. Ha le guance rosse per il freddo e la mano destra, quella che sta usando per sistemarsi i capelli dietro l’orecchio, trema leggermente. Fa un freddo cane, ma non vuole rientrare, le piace la conversazione che sta avendo con Zayn. Si sente capita.
«Ma tu l’hai già provata questa sensazione, dico bene?» la interroga lui spegnendo la sigaretta contro il tronco umido dell’albero.
«Sì- lo dice piano e a bassa voce- ma è stato diverso, io ero diversa.»
È una parte del suo passato di cui non le va di parlare, non l’ha mai fatto e non ha intenzione di iniziare adesso. Ad un festa, con Zayn.
«Diversa? In che senso?» insiste lui, perché è sempre difficile immaginarsi le persone diverse da quelle che sono. Mackenzie in particolar modo, con la sua sicurezza e spavalderia, sembra essere nata così, sembra essere una di quelle persone che non vengono mai scalfite dalla durezza della vita, che non importa quello che succede, loro sanno sempre come cadere in piedi.
«Diciamo che ero il Niall della situazione- spiega criptica lasciandolo a bocca aperta- torniamo dentro, fa freddo.»
Una volta dentro Mackenzie si scrolla il giaccone di dosso e tira nuovamente Zayn verso il tavolo della tequila. Il salone è molto più buio di prima, sembra che abbiano spento quasi tutte le luci, lasciando i due faretti colorati agli angoli della stanza come unica fonte d’illuminazione. Anche la musica è più alta e le persone si sono ammassate verso il centro per poter ballare liberamente.
Fa caldo, ed è difficile camminare fra quella marea di colpi sudati e in movimento, ma alla fine riescono a raggiungere il bancone.
«Allora, a cosa passiamo?» domanda Kenny, studiando gli alcolici rimasti sul tavolo: c’è una bottiglia di vodka ai frutti di bosco, ma è troppo dolce, assenzio, ma è troppo amaro e, infine, non rimane che la tequila.
«Tequila?» domanda Zayn sollevando la bottiglia, dubbioso.
«Va bene, ma la beviamo a modo mio» risponde Kenny con un sorrisetto malizioso, perché all’improvviso le è venuto in mente il modo perfetto per movimentare un po’ la sua serata.
Subito afferra un limone, che giace ancora intero sulla superficie di marmo fra bicchieri e bottiglie vuote, e lo taglia in spicchi sottili, poi prende la ciotolina di sale e la posiziona lì vicino, accanto alle fette di limone.
Compie lentamente un passo verso Zayn e «Piega la testa» dice a bassa voce, prima di spremere un po’ di succo sul collo liscio e teso del ragazzo. Zayn rimane perfettamente immobile, tremando leggermente quando il liquido freddo si scontra contro il suo collo caldo, ma non protesta e lascia che Kenzie continui con la sua impresa. La bionda prende un pizzico di sale fra il pollice e l’indice e delicatamente lo lascia cadere sul collo del ragazzo, mantenendo gli occhi bassi, fissi sui tatuaggi che spuntano dalla maglietta lievemente scollata. Non osa guardare le labbra del ragazzo, così rosse e carnose, né tantomeno i suoi occhi ambrati che seguono attenti ogni suo movimento.
Vuole vincere e per farlo non deve abbassare la guardia.
«E adesso?» domanda lui cercando inutilmente con gli occhi lo sguardo della ragazza.
«Adesso tu metti in bocca la fetta di limone- spiega, mentre gliene porge una- poi io devo leccare il limone dal tuo collo, bere le shottino e dopo tu mi passi il limone.»
«E come te lo passo, con le mani?» domanda lui, provocandola con uno sguardo malizioso negli occhi.
«No- dice per poi alzare lo sguardo verso il viso del moro, con la sua stessa malizia negli occhi- certo che no, me lo passerai con la lingua, o forse non fa per te? Posso sempre chiedere a Niall se è interessato…»
«Cosa aspetti?- la interrompe lui lievemente scocciato- inizia pure.»
Mackenzie, ride fra sé e sé, prima di compiere un ulteriore piccolo passo in direzione del moro. Fa tutto molto lentamente, studiando ogni singola reazione di Zayn, perché in questo momento è lei al comando.
Appoggia entrambe le mani candide sulle spalle del ragazzo, notando solo in quel momento quanto siano grosse e muscolose poi, sempre molto lentamente, si avvicina con la testa, lasciando che i suoi respiri caldi gli colpiscano il collo, provocandogli brividi alla base della nuca.
Quando la punta della sua lingua entra in contatto con il collo di Zayn, Kenny sente che il respiro gli si smorza in gola e deglutisce rumorosamente, mentre aspetta che la ragazza finisca con la sua dolce tortura.
Una volta fatto, Mackenzie si gira velocemente e afferra lo shot di tequila, lo ingoia in un sorso solo e si rigira piena di aspettativa verso Zayn, che riesce a risultare bellissimo anche con lo sguardo sconvolto e una fetta di limone fra le labbra. Il liquido trasparente le brucia la gola e le ha lasciato un pessimo sapore in bocca tuttavia non può fare a meno che avvicinarsi a Zayn togliergli quella ridicola fetta di limone dalle labbra per poi far coincidere con forza le loro bocche.
Inizia come un semplice scontro di labbra, bocca chiusa e niente lingua.  È solo quando Zayn si riprende dalla confusione iniziale e circonda la vita di Kenzie con il proprio braccio, che il bacio inizia a farsi più appassionato, in uno scontro di lingue, morsi e saliva.
Zayn sa di limone e Kenny di tequila, sono insoliti come sapori, ma insieme si sposano alla perfezione.
 
 
È domenica mattina e Ffion è seduta in cucina che fa svogliatamente i suoi compiti, la sera prima ha passato ore e ore a rigirarsi nel letto per poi cadere in un sonno agitato e turbolento e adesso vorrebbe solo dormire. Ma domani ha una verifica di algebra e una probabile interrogazione in storia, quindi deve studiare, per forza. Inoltre si sta avvicinando il suo diciottesimo compleanno e questo vuol dire che il periodo più brutto dell’anno è alle porte. Dicembre le porta sempre alla memoria ricordi orribili.  
«Buongiorno tesoro! -la saluta sua madre, entrando proprio quel momento in cucina- come mai sveglia così presto?»
L’impermeabile viola melanzana che indossa è bagnato segno che fuori sta piovendo, e Ffion rabbrividisce quando la donna si china per darle un bacio a causa delle sue guance congelate. Molto probabilmente è appena tornata da messa, mentre Max si sarà fermato al bar della città per bere un caffè e scambiare quattro chiacchiere, prima di tornare a casa per pranzo. La madre ha un sorriso stanco e triste, sembra sul punto di scoppiare a piangere, ma del resto, quando non lo sembra?
«Devo studiare, domani ho una verifica- risponde Ffion poggiando la penna sul quaderno, per dedicare la propria attenzione alla madre che ha peso a trotterellare per la cucina- e poi sono le dieci e mezza, non credo che possa considerarsi presto.»
«Beh in confronto a tua sorella di sicuro, quella pigrona dorme sempre fino a mezzogiorno!- dice ridendo sommessamente, mentre afferra delle carote per lavarle- è proprio uguale a Louis in questo!»
Un silenzio tombale avvolge improvvisamente non solo la cucina, ma tutta la casa. Ffion sente improvvisamente freddo, vorrebbe correre in camera sua e nascondersi sotto le coperte, chiudere gli occhi e non svegliarsi più. Improvvisamene il silenzio viene sostituito da un fischio acuto che le rimbomba nella testa e una sequenza di immagini le passano davanti agli occhi: vede un ragazzo bellissimo che gioca a calcio, che recita al centro del palco, che fa surf su un mare azzurro e profondo come i suoi occhi.
Si schiarisce la gola, cerca di fingere un minimo di contegno davanti agli occhi della madre, che ormai sta piangendo liberamente ancora china sulle carote che stava lavando.
«Kenny è uguale a Louis in tutto» dice semplicemente a voce bassa, prima di afferrare il suo quaderno e fuggire in camera sua. Il periodo peggiore dell’anno è ufficialmente appena iniziato.
 

 
 
 

 
 
Ciao!
Sono passati quasi tre mesi dal mio ultimo aggiornamento, ma infondo avevo detto che mi sarei presa una pausa no? Diciamo che le ragioni per cui ho voluto smettere di pubblicare sono ancora lì, non è che ho improvvisamente cambiato idea. Ma in questo lungo periodo di pausa alcune persone mi hanno scritto, mi hanno detto quanto ci tenevano alla storia e mi ha fatto davvero piacere. Di recente ho ritrovato la voglia e il tempo di continuare e mi sembrava giusto, nei loro confronti, pubblicare. Non è detto che questa storia verrà portata a termine su questo sito, come ho detto nella nota precedente il mio entusiasmo nel pubblicare è sceso sotto ai piedi. Comunque passiamo alla storia!
First things first: all’inizio Zayn dice a Kenny “Tu sei qualcos’altro”.
In italiano questa espressione non rende molto, diciamo che dovrebbe essere la traduzione dell’inglese “you are something else”.
La festa si conclude con il bacio fra Kenny e Zayn e nonostante io citi lingua, saliva e morsi, posso assicurarvi che nella mia testa è uno spettacolo pieno di contegno.
Infine Louis fa la sua prima apparizione nella storia!!! Omg!!!
Qualche pensiero, idea, parere, commento?
Grazie per aver letto, buon natale, buon anno e buone feste!
Alessandra.

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