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Autore: Mymlen    19/12/2015    1 recensioni
Dopo la caduta di Voldemort, tutti gli studenti che, a causa della guerra e dell'arrivo dei Mangiamorte, non hanno potuto frequentare appropriatamente il settimo anno sono stati chiamati a ripeterlo. Il controllo del potere sta cambiano, fra i Serpeverde, ora che i capifamiglia purosangue più politicamente influenti sono stati assassinati o imprigionati - e Draco sta cercando di risollevare le sorti della famiglia Malfoy. Nella scuola, tutti stanno cercando di fare i conti con quello che è successo durante la guerra e ciò che essa li ha fatti diventare. Voldemort può anche essere morto, ma dire che tutto va bene sarebbe una bugia. [Traduzione a cura di GwenCassandra.]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il sole splendeva sul Binario 9 ¾ attraverso le grandi vetrate sul soffitto – controluce, la polvere vagava in un lento turbinio. Il Binario era caotico e affollato da persone intente a spostare gabbie e giganteschi bauli – fra i bambini più piccoli, alcuni si tenevano aggrappati alle gambe dei genitori, finendo per rallentarli.
Il treno sarebbe partito quindici minuti dopo, perciò la maggior parte degli studenti era arrivata e le loro famiglie erano ancora lì.
Draco Malfoy, invece, era solo. Se ne stava in piedi vicino all’arco in ferro battuto, nei pressi dell’entrata, e osservava la scena con un certo fastidio.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe tornato; in effetti, aveva speso gran parte dell’estate cercando una possibile alternativa, senza però avere successo.
Non si trovava in mezzo a così tante persone dalla fine del trimestre e si sentì leggermente a disagio – non che sul suo volto fosse visibile alcuna emozione. Anche il suo abbigliamento era impeccabile; la costosa stoffa nera del suo cappotto cingeva con grazia la sua figura, dandogli un’aria di ricchezza e nobiltà. Avrebbe indossato i suoi abiti fino all’arrivo a scuola e, ovviamente, la sua uniforme era stata incantata per evitare che si sgualcisse o che si coprisse di polvere. La propria immagine non era mai stata così importante e fu lieto nel notare, studiando la folla di volti familiari, di non essere l’unico ripetente del settimo anno ad essere arrivato senza la propria famiglia.
Le sorelle Greengrass erano accompagnate dalla loro madre, ma Blaise Zabini, lì accanto, era solo.
“Draco!” lo chiamò qualcuno.
La voce lo colse di sorpresa, ma riuscì a voltarsi con calma. Pansy si stava dirigendo verso di lui.
“Come stai?” chiese la ragazza.
“Bene,” rispose, e poi aggiunse dopo una piccolo pausa: “Come è stata la tua estate?”
“Tranquilla, più o meno, a parte… lo sai, tutto il casino. Ti trovo meglio.”
“Grazie.”
Lei si guardò intorno.
“Sei da solo?”
Fece una smorfia. “Sì, mia madre non era dell’umore adatto per uscire.”
“Oh,” Pansy abbassò la voce: “Come sta? Se la caverà mentre non ci sei?”
“Ci sono gli elfi domestici ad aiutarla e ho assunto una persona per starle vicino durante il giorno. Non avermi in giro potrebbe farle bene, le ricordo troppo mio padre. Se non si riprende, farò in modo che qualcuno si trasferisca lì con lei, ma in realtà non credo che sarà necessario.”
Pansy annuì lentamente.
“Sembra che tu abbia tutto sotto controllo.”
“I tuoi genitori sono qui?”
La ragazza gesticolò in modo vago verso l’entrata.
“Sono volute venire a salutarci.”
“A salutare te,” la corresse Draco.
“Sono preoccupati per te, Draco”.
“Dì loro che non ce n’è bisogno”.
L’acuto suono del fischietto forò l’aria ed entrambi alzarono lo sguardo.
“Dovremmo andare a cercare uno scompartimento, prima che siano tutti troppo affollati,” disse il ragazzo.


Ma alla fine, nonostante il numero di persone al Binario, il treno era ben lungi dall'essere pieno. Anche l’aggiunta dei ripetenti al settimo anno non riusciva a colmare il vuoto lasciato dagli assenti. Gli assenti che si erano trasferiti in altre scuole o in altri Paesi, glli assenti che erano stati ritirati del tutto, gli assenti che non avevano superato la guerra.
Draco aprì la porta di uno scompartimento vuoto e Pansy fece levitare i loro bauli fino alla reticella per bagagli.
“Oh, guarda, l’intero clan dei Weasley è riuscito ad arrivare in ritardo. Non ci sono solo due di loro a scuola, quest’anno? Perchè diamine hanno pensato di venire in branco?”
“Penso che tutti l’abbiano fatto. Giuro di non aver mai visto così tanti genitori e parenti al Binario.”
Draco annuì.
“Blaise era da solo, ma la sua famiglia sta bene, no?”
Pansy si lasciò cadere sul sedile davanti al ragazzo, come se fosse esausta.
“Oh, sì, stanno più che bene,” rispose.
Si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie. Il ragazzo si ricordò di come sua madre definisse lui e Pansy complementari: capelli neri e toni scuri per lei, capelli biondi e pallore per lui. Si ricordò anche di come avesse smesso, una volta chiaro che Pansy non sarebbe diventata una ragazza attraente.
“E Nott? Torna anche lui?” domadò il ragazzo.
“Sì, l’ho visto prima. Non con i suoi genitori, comunque, penso fossero altri parenti. Per quanto ne so, il padre è riuscito a scappare dagli Auror, quindi non penso sia ancora in Britannia. Goyle è stato ritirato, invece.”
“L’ho saputo. E che mi dici-“
Lo interruppe: “Possiamo interrompere il briefing politico per un attimo?”
“Vorrei essere aggiornato prima di arrivare al castello”
“Allora avresti dovuto farti sentire. Non ti vedo da mesi e non hai risposto alle mie lettere. Ero preoccupata per te.”
Scrollò le spalle.
“Scusa.”
“Come sarebbe a dire? Sai, tre settimane dopo la fine del tuo processo, sono perfino andata al San Mungo per controllare se ti avessero ricoverato per esposizione prolungata ai Dissennatori o qualcosa del genere -”
Smise di parlare non appena la porta del loro scompartimento venne aperta. Un ragazzo alto dai capelli rossi fece capolino.
“Ehi, c’è spazio per – oh. Non fa niente.”
Draco fece un cenno brusco nella sua direzione. Pansy stava fissando l’altra Weasley dietro al ragazzo, con le labbra strette in una sottile linea.
“Vediamo se c’è posto più in là,” disse l'altro.
Detto questo, Ronald e Ginny Weasley seguirono Hermione Granger ed Harry Potter, lanciando veloci sguardi in direzione dei Serpeverde mentre proseguivano. Lasciarono la porta aperta. Pansy si era girata verso il finestrino con espressione infastidita, così Draco si alzò per chiuderla. Il rumore del treno in movimento era annullato da un incantesimo e lo scompartimento calò in un profondo silenzio fino al suono della porta che veniva chiusa.
“Non pensavo che gli eroi sarebbero tornati con noi.”
“No? C’era scritto sulla Gazzetta di questa settimana.”
“Non gli erano stati offerti lavori assurdi?”
La ragazza si lasciò sfuggire una piccola, tagliente risata.
“Sì, l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia ha offerto lavori a tutta “la resistenza”, ma prima devono superare gli esami. Quasi mi dispiace per la Granger – tutto quel lavoro e alla fine offriranno lavori spettacolari in Ministero ad ogni Mezzosangue che ha tentato di farsi ammazzare in battaglia.”
“Io eviterei di essere così apertamente acida.”
“Oh, sì? Questo è il tuo piano, allora? Tenere la testa bassa e sperare che ti perdonino?”
Lo stava massacrando, ma tentò di apprezzare l’intenzione. Le cose sarebbero solo peggiorate, una volta arrivati a scuola: tanto valeva fare pratica già da subito.
“Sì, è questo il piano.”
“E’ anche il motivo per cui non stiamo insieme agli altri?”
Draco scrollò le spalle.
“Potrebbero essersi incontrati durante l’estate – e potremmo anche sederci con loro, ma voglio che abbiano il tempo per stabilire quale sia la nuova gerarchia fra loro, prima di provare ad infilarmici.”
Pansy rimase in silenzio. Il ragazzo non si era ancora rimesso a sedere e la stava scrutando da davanti la porta.
“Draco,” disse lentamente, con pazienza, come se stesse parlando ad un bambino, “sei fuori dai giochi”.
“Dillo ancora e ti affatturo”.
Era impossibile capire, dalla sua voce o dal suo viso, se si trattasse di uno scherzo o di una minaccia. Un tempo era solito esercitarsi a lungo: come minacciare qualcuno senza sembrare ostile, riuscendo però ad usare parole pungenti. Ora gli veniva naturale, ma era possibile che Pansy se ne fosse accorta. Aveva ricevuto i medesimi insegnamenti, anche se con risultati inferiori e istruttori meno costosi.
“Lo diranno anche gli altri.”
“Sì, ma tu dovresti conoscermi.”
“Avresti dovuto andare all’estero, se avevi intenzione di ricominciare da capo.”
“Non potevo.”
“Pensavo avessi intenzione di tenere la testa bassa.”
“Tenere la testa bassa non vuol dire scomparire.”
Gli angoli della bocca di Pansy si incurvarono. Draco si rimise a sedere e realizzò quanto le fosse mancata – lei e la sua cattiveria. Era dura e brusca e mai sarebbe stata gentile, nemmeno con lui, ma la loro amicizia era una delle poche cose che non avrebbe dovuto cercare di riparare.
“Non sarà un anno facile,” affermò.
Draco evitò di puntualizzare che non sarebbe potuto essere più difficile dell’anno passato; sapeva che paragonarli era un comportamento sciocco. Quindi, si limitò ad annuire e concordare.

Note del traduttore: vorrei ringraziare Mymlen per avermi permesso di tradurre questa bellissima storia e Algedi che pazientemente mi aiuta come Beta-Reader. 
L'opera originale e la pagina dell'autore possono essere lette cliccando sui seguenti link:
Aftershocks: http://archiveofourown.org/works/4105780/chapters/9252073
Mymlen: http://archiveofourown.org/users/Mymlen/pseuds/Mymlen



 
   
 
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