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Autore: Gremilde    19/12/2015    6 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo e che decido di pubblicare sugli shugo chara. E' una storia che sto scrivendo con l'aiuto delle mie sorelline, anche loro appassionate dell'anime.
Non posso dirvi se all'interno della mia storia ci saranno degli spoiler. Non conosco il manga e dell'anime ho visto solo una parte. Questo racconto, è nato dopo aver visto Ikuto stare male per colpa dell'energia X contenuta nel suo violino. Non ho ancora visto cosa accadrà da lì in poi... Questo è ciò che immagino io...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Momenti in famiglia


Ikuto si risvegliò dal suo lungo sonno, aveva avuto strani incubi durante il suo riposo e si sentiva più stanco adesso, di quando aveva chiuso gli occhi per dormire.
Aveva come la sensazione che il suo cuore fosse più leggero e che respirare fosse meno faticoso, forse, la purificazione aveva portato via più energia negativa di quanta pensassero suo zio e Sakura.
Il ragazzo si mosse per rilassare i muscoli che sentiva intorpiditi e, così facendo, si rese conto che la sua piccola Amu era lì vicino a lui a tenergli dolcemente la mano.
Un sorriso gli increspò le labbra sensuali, Amu era così bella quando dormiva. Nel sonno, perdeva quell’aria corrucciata e da “dura” che mostrava sempre, sembrava una bambina era molto tenera.
- Confettino. – la chiamò sussurrandole piano dentro l’orecchio – Ehi, confettino… Svegliati.
- Ikuto! – si svegliò di scatto lei mettendosi seduta – Io… - si portò una mano alla testa – Ahio… Che cosa… Che cosa ci faccio qui?
- Ma come? – non riuscì a resistere e la prese in giro – Non ricordi? Sei venuta qua, nella mia stanza e hai tentato in tutti i modi di sedurmi e…
Eeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhhh?! – urlò lei alzandosi di scatto dallo sgabello nel quale si era seduta – Ma cosa dici?! – era rossa, ma così rossa che sulla sua faccia avrebbe potuto cuocere una bella bistecca.
- Ma guardati! – scoppiò a ridere Ikuto alzandosi dal letto – Accidenti, ma sei proprio una credulona!
- Sei crudele. – si offese lei smettendo di camminare avanti e indietro per la stanza – Perché mi prendi sempre in giro?
- Perché tu credi sempre ai miei scherzi? – le chiese di rimando, abbracciandola – E’ divertente prenderti in giro. Perché tu prendi fuoco subito.
- Oh. – mormorò semplicemente, colpita dalle sue parole.
- Perché non ribatti? – le domandò.
- Mi hai appena detto che sono un’infantile credulona. – si strinse nelle spalle, tenendo a bada le lacrime che volevano uscire dai suoi occhi ambra – Non ho niente da replicare.
- Non ho detto questo. – rispose Ikuto prendendole il mento tra le dita – Amu, scusami. Non volevo farti del male. Mi piace giocare con te. Perché sei vera. Sei genuina. Sei l’unica ragazza di cui io mi sia mai innamorato e fidato.
Un singhiozzo uscì dalla gola di Amu, le parole di Ikuto l’avevano scossa profondamente. Era quasi una dichiarazione d’amore.
- Ti prego, Amu, smettila di piangere! – gemette lui, triste per aver ferito nuovamente il suo tenero confettino.
- Ikuto, io ti amo. – sorrise tra le lacrime – Le cose che mi hai detto sono bellissime. Tu sei entrato nel mio cuore, hai scosso profondamente la mia anima. Mi fai sentire viva.
- Quindi sono lacrime di gioia. – le sorrise, ed Amu sentì il cuore perdere qualche colpo.
- Sì… - mormorò distogliendo lo sguardo.
- Amu, - le prese il mento tra le dita – non sarà facile stare con me. I tuoi amici…
- Loro non mi preoccupano. – sorrise – E’ tua sorella che mi fa paura.
- Utau? – domandò inarcando un sopracciglio poi, ricordando le scenate che aveva fatto quando aveva baciato Amu sulla guancia una volta, scoppiò a ridere.
- Non è divertente! – finse di essersi offesa lei, ma la risata di Ikuto era contagiosa e rise anche lei.
- Un pochino sì, confettino. – replicò lui con un brillio nuovo negli occhi.
- È molto divertente… - annuì con gli occhi lucidi dal troppo ridere.
Aprirono la porta e scesero al piano di sotto chiacchierando e ridendo serenamente.
Kuroi, sentendo le loro voci, si alzò dal divano miagolando felice.
- Gattaccio! – si piegò a coccolarlo Ikuto – Cosa ci fai qui?
Il gatto miagolò facendosi coccolare, da quando stava con Sakura e Takuumi il suo pelo era diventato più lucido e i suoi occhi più sereni.
Sakura lo aveva purificato dall’energia X che gli avevano dato in fase sperimentale e Takuumi aveva creato per lui un collarino con amuleto per renderlo irrintracciabile alla Easter.
- Ikuto! Ikutoooooo! – lo raggiunse piangendo di gioia Yoru – Che bello vederti!!!
- Yoru. – gli sorrise senza smettere di accarezzare Kuroi – Perché piangi? Sono giorni che mi vedi.
- Ma non così. – scosse la testa felice – Guarito!!! – spiegò davanti all’espressione attonita dei ragazzi – Ma non vi siete accorti di niente?
- No… - scosse la testa Amu.
- Ikuto è purificato. – spiegò Miki volandogli attorno.
I ragazzi sedettero sul divano un po’ sconcertati, non fecero in tempo a dire niente che la porta di casa si aprì: Sakura e Takuumi erano tornati.

Kuroi corse loro incontro, Sakura lo prese in braccio e lo coccolò con dolcezza facendogli fare le fusa.
Takuumi baciò Sakura sulla fronte, poi strofinò il viso contro il pelo morbido del gatto, prima di dirigersi verso la cucina con le buste della spesa in mano.
- Ikuto. – lo chiamò lui – Mi daresti una mano? La zia ha esagerato con le provviste.
- Arrivo zio. – si alzò lui ancora scombussolato dal fatto di essere stato purificato anche dal terzo seme.
- C’è qualcosa di strano in voi, ragazzi. – parlò Sakura osservandoli attentamente – Siete stati attaccati durante la nostra assenza? È successo qualcosa che dovete dirci?
- Io… - arrossì Amu – Ho dei ricordi confusi… - ammise.
- Devo preoccuparmi? – sorrise la giovane donna osservando i ragazzini a disagio.
- Ricordo solo che Takuumi mi ha portato in camera, - biascicò Ikuto – mi sono addormentato sul letto e quando mi sono svegliato Amu era lì, che mi teneva la mano.
- Io ricordo che stavo leggendo il Grande Libro. – annuì lentamente lei, le guance rosse come fragole mature – Grazie al Lucchetto, ho trovato una preghiera che poteva aiutare Ikuto e… Ho iniziato a leggerla…
- E poi? – domandò sollecito Takuumi, sperava che la sua visione non si fosse già avverata.
- Ricordo di aver trovato la preghiera corretta, - rispose Amu dopo aver pensato in silenzio per qualche secondo – Libro e Lucchetto sono entrati in sintonia. Mi sono sentita piena di energia, una sensazione difficile da spiegare. Poi… - e si zittì, come a rincorrere dei ricordi che le stavano sfuggendo dalla memoria.
- Poi devi essere salita in camera di Ikuto. – la incitò a parlare Sakura, sentiva che era successo qualcosa di importante, ma non voleva essere lei a dirlo.
- Sì. – mormorò la ragazzina, Ikuto mandò la testa di lato ed osservò la scena sentendo il cuore leggero, libero di amare completamente quella strana ragazza con i capelli rosa confetto.
- Ricordo che quando sei entrata in camera, stavi recitando una preghiera molto antica.
- Hm. – annuì ancora Amu – Sì, ricordo una spirale di energia potentissima e molto colorata che ci ha avvolto.
- La spirale è nata dal tuo Lucchetto? – chiese Takuumi con un sorriso.
- Sì, Takuumi. – sorrise di rimando Amu – Aveva i colori dell’arcobaleno ed era calda come l’abbraccio della mamma. – arrossì davanti a quella descrizione un po’ infantile, ma Sakura sorrise e l’abbracciò dicendo:
- Hai trovato la preghiera della rinascita, la purificazione di Ikuto è completa tesoro!
Eeeehhhh?! – gemette Amu – Io… - lacrime di gioia le rigarono le guance rosse – Davvero ho estirpato il terzo seme?
- Sì, confettino! – rise Takuumi – Ed io che pensavo che avresti impiegato più tempo!
- Ho vinto la scommessa, amore! – sorrise Sakura continuando a coccolare Amu – Stasera cucini tu.
- Hai ragione. – sospirò teatralmente, felice che il nipote fosse finalmente libero dal controllo della Easter – Stasera mangerete il mio piatto preferito.
- Ramen? – domandò Ikuto alzando un sopracciglio.
- Sì, nipote! – gli dette una pacca sulla spalla – Ramen, qualcosa in contrario?
- Niente! – scosse i capelli blu sorridendo – E’ che mi sento strano.
- La Easter ti controllava da anni, Ikuto. – spiegò Sakura osservandolo attentamente – Adesso sei libero ed il tuo potere è senza controllo.
- E questo ti preoccupa? – le domandò.
- Affatto. – sorrise la Custode – Adesso potrai imparare ad usare appieno i poteri di Yoru, sei molto forte ragazzino.
- Non vedo l’ora, Sakura. – sorrise – E… Il mio violino?
- Per quello non possiamo fare più niente, Ikuto. – scosse la testa Maki, il ragazzo sobbalzò quella shugo chara assomigliava moltissimo a suo padre.
- Lo capisco. – abbassò lo sguardo – E’ un ricordo di mio padre, ma non voglio tornare un burattino.
- Potremmo provarlo a purificare dopo che la battaglia si sarà conclusa. – propose Sakura pensierosa – Ora è troppo rischioso.
- Ti ringrazio… - la guardò – Zia…
- Come? – rise Amu – Finalmente ti sei deciso a chiamarla “zia”? – lo stava prendendo in giro e la cosa piaceva molto ad Ikuto, gli dava un senso di serenità che aveva provato raramente da bambino.
- Mi sembra stupido continuare a chiamarla Sakura oppure sensei. – rispose con un ghigno seducente – E’ la compagna del fratello di mio padre.
- Hai dimenticato basta… - iniziò Takuumi, ma l’occhiata gelida della sua compagna lo zittì.
- Non tollero quel termine. – disse infatti lei – Ti ho già chiesto di smetterla di definirti così.
- Ti chiedo scusa, Sakura. – abbassò la testa l’uomo – Sono abituato a scherzarci sopra, ma non penso mai che potrei ferire qualcuno con le mie battute di pessimo gusto.
Oracolo e Custode, si scambiarono un bacio in segno di pace. Entrambi erano molto orgogliosi, ma sapevano che discutere era una perdita di tempo ed energia.

Ikuto ed Amu, presero le buste della spesa e le portarono in cucina; si sentivano di troppo in quella stanza e pensavano che avrebbe fatto loro piacere stare un po’ da soli.
- Sono una strana coppia quei due. – rise Ikuto svuotando le borse sul tavolo.
- Sì. – annuì Amu osservando la spesa – Però si vogliono bene.
- Lo so. – la osservò da sotto le lunghe ciglia blu – Sono la cosa più simile ad una famiglia che ho da anni.
- Non sei più solo, Ikuto. – borbottò la ragazzina abbassando lo sguardo – Hai me, tuo zio e tua zia.
- Non mi sento più solo. – le prese la mano e l’attirò a sé – Sei la mia ragazza, Amu. E lo sarei per sempre.
- Per sempre. – mormorò Amu, rossa come il pomodoro che era sul tavolo.
In silenzio, si scambiarono un tenero bacio ma furono interrotti dall’ingresso fischiettante di Takuumi.
- Ragazzi, scusate! – rise alzando le mani lui.
- Zio. – lo accolse Ikuto – Siamo a casa vostra, non devi chiedere scusa tu.
- Giusto… - Amu sobbalzò osservando l’ora – Sarà bene che vada a casa, altrimenti mia madre mi metterà in punizione finché diventerò maggiorenne.
- Vuoi che ti accompagni a casa? – chiese sollecito il ragazzino.
- Non pensarci nemmeno. – lo prese per il colletto Takuumi – Tu mi devi aiutare a preparare la cena.
- Ma zio! – gemette Ikuto.
- Tranquillo… - alzò le mani ridendo Amu – Posso andare da sola. – si scambiarono un bacio e la ragazzina salutò gli altri con un sorriso felice ed un inchino.
- Mi dispiace di averti trattenuto Ikuto; ma... – iniziò l’uomo.
- Credo di capire perché lo hai fatto. – borbottò lavandosi le mani Ikuto – Temi che la mia energia possa essere rintracciata.
- Già. – annuì lui – Sakura mi ha chiesto di non farti uscire, almeno per oggi. Dobbiamo vedere come i tuoi livelli energetici reagiscono alla purificazione.
- Capisco. – annuì Ikuto – Ma sappi che odio il ramen. – sorrise.
- Anch’io. – entrò in cucina Sakura, si era cambiata, indossando una comoda tuta da casa – Però è il suo piatto preferito… - si strinse nelle spalle.
- Sì, ma tu hai vinto la scommessa. Dovresti mangiare ciò che ti piace. – le fece notare Ikuto con un sorriso malizioso.
- Ragazzino! – sbottò Takuumi fingendosi contrariato, ma durò poco perché scoppiò a ridere di cuore.
Sakura ed Ikuto si unirono alla risata dell’Oracolo, poi iniziarono a cucinare chiacchierando, come una vera famiglia.
- Ikuto, vorresti chiamare Utau a cena?
- Hm. – sbuffò facendo ondeggiare la frangetta – Devo proprio, zia?
- È tua sorella. – gli dette un pugno amichevole sull’avambraccio.
- Sakura ha ragione. – annuì Takuumi pulendo le verdure – Sarebbe carino se la invitassi a cena e le dicessi tu che sei finalmente libero.
- Non credo siano affari che la riguardano. – si strinse nelle spalle, temeva di coinvolgerla.
- Non devi essere così duro con lei. Utau è tua sorella. – gli disse duramente Sakura – Non devi escluderla dalla tua vita, per quanto essa pericolosa sia.
- Tu non sai niente della mia vita, Sakura! – sbottò sbattendo il pugno sul tavolo – Non ti permetto di dirmi cosa devo o non devo fare. Utau si è fatta fregare dalla Easter, ha rischiato la sua vita con l’illusione di salvarmi. Tra poco moriva. – la rabbia lo faceva tremare – Non mi sembra il caso di dirle di venire. Di raccontarle tutto. Potrebbe raccontarlo a chissà chi. Potrebbe morire. – concluse tremando.
- Io… - Sakura abbassò la testa di scatto, non aveva pensato ad una simile eventualità. Utau era solo una ragazzina, una idol molto conosciuta; la sua vita poteva essere in pericolo se presa nuovamente di mira dalla Easter – Scusami Ikuto. – fece un sorriso triste – Odio quando i membri di una famiglia sono lontani o non si parlano. Sarà che la mia famiglia mi manca molto e mi manca la presenza di un fratello o una sorella al mio fianco.
- Non lo faccio per capriccio. – si strinse nelle spalle – Ma perché temo per la sua vita.
- Ma dovrai parlare con lei e con gli altri Guardiani. – spiegò Takuumi pulendosi le mani su uno strofinaccio – Altrimenti nessuno si fiderà di te. E non vorranno averti nella “squadra”.
- Potremmo, almeno per i primi tempi, fingere che il terzo seme sia ancora dentro di me? – domandò osservandoli.
- Dovrai comportarti da stronzo egoista. – rise lo zio.
- Non sarà un problema. – si unì alla sua risata Ikuto – Comportarmi da egoista è una mia specialità. – li guardò – E, tanto per non smentirmi, me ne vado nella stanza della musica mi sono stufato di fingere di cucinare.
Senza dare il tempo agli adulti di replicare, Ikuto lasciò la cucina e si chiuse nella mansarda. Aveva la testa piena di mille pensieri, aveva bisogno di stare un po’ da solo. Non era abituato a tutta quella compagnia e quella conversazione.
- Yoru. – chiamò – Dove sei?
- Sono qua Ikuto. – sbadigliò lo shugo chara gatto stropicciandosi gli occhi – Hai bisogno di me?
- Sì. – annuì – Chara change. – borbottò senza aggiungere altro.
- Mh mh. – si passò la zampina sul muso – Ti sei già stancato della famiglia tutto miele?
- No. – scosse la testa – Ho solo voglia di cambiare aria per un po’. Sono finalmente libero.
- Ikuto… - lo chiamò Maki volando verso di loro – Non pensi che possa essere rischioso uscire?
- Ma perché tutti mi dite la stessa cosa?
- Perché ci preoccupiamo per te, gatto selvatico! – soffiò Chobi andandogli davanti al naso – E Sakura e Takuumi temono che se esci dal campo energetico di questa casa, la Easter possa catturarti e ucciderti.
- Credete che non sia abbastanza forte per… - Aya lo schiaffeggiò, per quanto lo schiaffo di uno shugo chara non avesse lo stesso impatto di uno umano, ma ebbe il potere di zittire Ikuto che guardò i quattro spiriti nella sua stanza con occhi sgranati, come quelli di un gatto spaventato.
- Sei un cretino, Ikuto! – gli disse Aya dimenticando di essere gentile – Non pensano che tu non sia abbastanza forte, anzi, è il contrario. Dentro di te, Ikuto, risiede un’energia vitale potentissima. Tu sei la Chiave, e non riesco a comprendere il perché sei così scemo da non capire che si preoccupano per te. Perché se la Easter dovesse catturarti nuovamente, ti sottoporrebbe di nuovo al trattamento per farti diventare Ikuto X come se non fossi mai scappato, causando la tua morte. – lo guardò negli occhi, quelli di Aya erano pieni di lacrime -  E della tua forza resterebbe… - mimò il gesto di soffiare via della polvere dalle manine – Niente!
Le parole di Aya e degli altri shugo chara, lo colpirono profondamente, non aveva pensato all’eventualità di poter essere catturato e di poter morire. Ancora non riusciva a credere alla possibilità che ci fossero persone che lo amavano così profondamente da mettere a repentaglio la propria vita pur di proteggerlo. Il suo cuore era sconvolto da nuove emozioni, ma non voleva darlo a vedere; non voleva che gli spiriti lo ritenessero un “debole”.
Sbuffando, Ikuto si gettò sul letto e lasciò che le lacrime che per anni aveva tenuto chiuse nel cuore, uscissero lasciandolo sfinito e senza forza.
Gli shugo chara lo osservarono  con un sorriso dolce sul viso, erano dispiaciuti di avergli parlato tanto duramente; ma non volevano perderlo nuovamente dopo la fatica fatta per liberarlo dal controllo del nemico.
Quando notarono che il ragazzo si era addormentato, lasciarono la mansarda per raggiungere l’Oracolo e la Custode in cucina.

Ikuto si svegliò che il Cielo era pieno di stelle, non si era reso conto di aver dormito tanto. Forse ne aveva bisogno.
- Ti senti meglio, Ikuto? – domandò Yoru con un sorriso.
- Sì. – annuì lui – Non sono abituato ad avere delle persone che tengono a me. Sono abituato a vivere da solo, di espedienti. – lo guardò – Tu lo sai Yoru.
- È dura scoprire di poter contare su qualcuno. – sorrise Sakura entrando, aveva bussato, ma non ci avevano fatto caso – Non avrei voluto intromettermi nei vostri discorsi; ma la cena è pronta ed io muoio di fame.
- Ora che mi ci fai pensare, zia, ho fame anch’io.
- Spero che quello che abbiamo cucinato ti piaccia, Ikuto. – Sakura era deliziosamente arrossita – Non ricordo più i piatti tradizionali del nostro paese. Sono anni che mangio da “straniera”.
- Amo mangiare, zia. – scoppiò a ridere, divertito dall’imbarazzo della giovane donna.
- Ottimo. – annuì – Però devo avvisarti, stasera ci sono tutti i Guardiani a cena. Dobbiamo mettere a punto un piano.
- Non mi va di vedere quei bambocci stasera.
- Non sei obbligato a vederli. – spiegò comprensiva – Chiederò a Takuumi di portarti un vassoio in camera.
- Ma così non potrò vedere Amu. – sbuffò.
- La scelta è tua. – si strinse nelle spalle Sakura uscendo dalla camera del nipote acquisito – Io non sono tua madre, e nemmeno uno dei tuoi torturatori della Easter. – si chiuse la porta alle spalle e scese le scale.
- Aspetta! – la fermò un secondo prima che lei raggiungesse metà pianerottolo.
- Sì, dimmi. – gli sorrise girandosi a guardarlo.
- Ho cambiato idea. – sospirò – Parteciperò alla cena. Starò vicino ad Amu ma parlerò il necessario.
- Nessuno si aspetta da te zucchero e miele. – annuì la giovane donna – Devi essere te stesso. – lo guardò e si strinse nelle spalle – Anche se dai tuoi occhi si capisce che qualcosa in te è cambiato.
Zia e nipote scesero le scale ridendo; nel salone erano già presenti Amu, Utau, Lulu, Rima e Yaya che stavano pensando ad apparecchiare.
Fratelloneeee!!! – lo raggiunse Utau con gli occhi pieni di lacrime – Come stai!!??
- Se mi lasci respirare, - si scollò la sorella di dosso – potrei stare anche meglio.
- Perché sei sempre così cattivo con me? – piagnucolò nascondendo il viso nel petto del fratello.
- Perché sei noiosa. – sospirò toccandole la testa con le codine.
- Sono noiosa perché ti voglio bene? – si staccò dal petto del fratello per guardarlo negli occhi; Ikuto, per non tradirsi, distolse lo sguardo sbuffando.
- Sai che tutte queste effusioni non mi piacciono. – le sorrise beffardo – Almeno non da te, sorellina.
- Sei il solito idiota! – gli urlò contro staccandosi completamente dal suo abbraccio – Tu non mi vuoi bene.
- Pensa quello che ti pare! – si strinse nelle spalle lui che, girandosi verso il resto del gruppo, continuò – Confettino… E tu, non dici niente?
- I… Io?! – arrossì Amu fino alla radice dei capelli – Co… Cosa dovrei dire io?!
- Non difendi il tuo ragazzo dalle accuse di sua sorella?
Il… Tuo… Ragazzo?! – urlarono in coro Yaya, Rima, Lulu ed Utau.
- Non avevi detto ancora niente? Volevi tenere nascosta la nostra relazione?! – sorrise malizioso Ikuto raggiungendola, Amu era al colmo dell’imbarazzo, chissà adesso cosa avrebbero pensato le sue amiche; chissà cosa le avrebbe fatto Utau soprattutto.
- Amiche… - balbettò senza alzare lo sguardo – Io…
- Ci domandavamo quanto vi sareste messi insieme. – rispose Rima stringendosi nelle spalle, non averlo saputo direttamente da lei l’aveva ferita; ma non voleva darlo troppo a vedere – Abbiamo capito benissimo che ne sei follemente innamorata.
- Ooh sì! – rise Yaya – L’unico che non voleva accettarlo era Tadase.
- Già. – ruotò in aria gli occhi Utau – Quel noioso ragazzino viziato. Credeva davvero di essere meglio di mio fratello?
- Non ti permetto di parlare così di Tadase! – si arrabbiò arrossendo Lulu – Lui è un ragazzo gentile, dal cuore d’oro… ed io… - ed abbassò lo sguardo, imbarazzata.
- Lo sappiamo Lulu! – rise Yaya dandole un colpetto sulla spalla – Tu e Tadase siete una bellissima coppia.
- Lulu e Tadase? – sgranò gli occhi Amu che continuò - Non… Non siete arrabbiate?
- Sei felice? – le chiese Rima piegando l’ultimo tovagliolo.
- Sì… - mormorò con voce flebile.
- Per noi questo è sufficiente. – la abbracciò con affetto Yaya – Tu sei la nostra amica, la nostra Jolly. Ciò che ti fa stare bene, rende anche noi felici.
- Ma sappi… - la minacciò Utau con le fiamme al posto delle pupille – Se spezzerai il cuore di Ikuto o non farai tutto ciò che è in tuo potere per renderlo felice o per salvarlo in caso di bisogno, ti ucciderò con le mie stesse mani.
Amu sobbalzò davanti alla minaccia di Utau, capiva che la ragazzina parlava così perché era affezionata al fratello e non voleva che gli succedesse niente di male; ma era imbarazzante subire simili minacce.
- Stai tranquilla Utau… - mormorò Amu – Io… A… Amo Ikuto… - disse arrossendo come un semaforo.
- Questo volevo sentirti dire, cognata! – scoppiò a ridere la idol, smorzando la tensione.
Ikuto osservava la scena con espressione distaccata; ma gli shugo chara presenti in stanza si resero subito conto che in lui qualcosa era cambiato. Ed era cambiato in meglio. La sua energia, il suo potere erano più forti, come liberati dalle tenebre della Easter.
- Lo zio dov’è? – domandò lui interrompendo il chiacchiericcio delle ragazze.
- In cucina. – rispose Utau distrattamente, stavano parlando di gossip ed erano molto prese dal discorso su un qualche attoruncolo che aveva dichiarato di essere gay.
Sbuffando, il ragazzo si diresse verso la cucina lasciando le ragazze ai loro strampalati discorsi.

Il resto del gruppo, raggiunse casa Miraboshi alle venti in punto per partecipare alla cena organizzata da Sakura e Takuumi.
- Buonasera Sakura. – si presentò Tadase con un inchino – Grazie per l’invito.
- Buonasera a tutti. – li accolse lei con un ampio sorriso - Grazie per essere venuti.
- Grazie per l’invito! – rise Kukai raggiungendo Utau – E’ bello stare insieme. – concluse dandole un bacio a fior di labbra.
- Ehi amico. Non esagerare. – rise Ikuto sgranocchiando un pezzo di carota – Non per tutti è bello stare insieme. – e fissò i suoi occhi in quelli di Tadase.
- Gattaccio. – ringhiò il ragazzino serrando i pugni – Ancora qui a disturbare il nostro Oracolo e la nostra Custode?
- L’Oracolo è suo zio, ragazzino. – rispose entrando Takuumi con alcuni vassoi – E sono molto felice di averlo con me. – sorrise a sua nipote – Come sono felice di vedere Utau ogni volta che può liberarsi dai propri impegni.
- Zio… - arrossì la ragazzina, felice dell’affetto che l’uomo dimostrava loro nonostante si fossero conosciuti da poco tempo.
- Forza ragazzi. – batté le mani Yaya energica come sempre – Entrate e mettiamoci a tavola, io muoio di fame.
- Brava Yaya! – rise Sakura – Hai detto bene. Forza. Smettiamola di essere così formali. Accomodatevi e iniziamo a mangiare.
- In casa c’è un profumo buonissimo. – si complimentò Suu osservando le pietanze sul tavolo.
- Abbiamo preparato alcuni dei nostri piatti preferiti. Un assaggio del nostro mondo. – spiegò Takuumi.
- Non resisto più… - piagnucolò Nana, la shugo chara di Lulu – Ho una fame da lupo!
- Per voi, miei piccoli ospiti, - sorrise la Custode – ho preparato il tavolo là sopra… avete tutto adatto alle vostre mani… servitevi pure…
- Non ci credo! – esclamò lo shugo chara di Kukai – Avete preparato tutto per noi?
- Certo! – rise felice Takuumi – E’ uno dei compiti che ci piacciono di più.
- Proteggervi e nutrirvi. Curarvi e rassicurarvi. – spiegò la giovane donna – Sono solo alcuni dei nostri compiti.
- E li svolgete con tanto amore… - sorrise Dia prendendo posto al tavolo preparato per loro – Questo tavolo è perfetto.
- Grazie. – arrossì Takuumi – Ho scoperto l’hobby di costruire oggetti.
- Cucini… Costruisci oggetti… - sbuffò Yoru irriverente come sempre – Che strano essere umano che sei.
- Gattino, - gli sorrise lui – hai ragione. Ma devo tenermi occupato, e costruire è realmente il mio lavoro.
- Sappiamo molto poco di voi. – parlò Nagihiko passando l’insalata al suo vicino – Cosa fate nella vita, oltre allenarci e renderci le giornate impossibili?
- Bella domanda! – rise Sakura facendo scintillare le luci – Vi diremo tutto, ragazzi. Ma, prima di rispondere alle vostre curiosità, abbiamo un annuncio da farvi.
- Diventaremo zii? – chiese Lulu con un sorriso.
- Non ancora! – arrossì Sakura.
- C’è tempo, - annuì Takuumi – prima pensiamo al modo di sconfiggere la Easter in modo definitivo. Poi, metteremo su famiglia. – baciò Sakura sulla tempia.
- Ha ragione Takuumi. – parlò a disagio Tadase – Sarebbe rischioso per Sakura avere un bambino ora.
- Tengo alla mia vita. – sorrise la giovane donna – E non voglio deludere il Grande Libro né voi. – li abbracciò con lo sguardo – Volevo dirvi che siamo riusciti a purificare Ikuto.
- Veramente?! – alzò di scatto gli occhi Kairi – E’ una straordinaria notizia. – sorrise.
- Hm, hm. – annuì il suo shugo chara Musashi – Avevo intuito che c’era qualcosa di nuovo.
- L’energia di Ikuto è cambiata. – annuì Pepe facendo muovere il suo ciuccio – Ma lui è sempre il solito ombroso.
- Essere purificati non cambia il tuo carattere, Pepe. – sbuffò annoiato Yoru – Ma sono contento che il mio Ikuto stia finalmente bene.
- È sempre in pericolo, zia? – domandò Utau.
- Fino a che starà in casa sarà al sicuro. – spiegò Sakura – L’Amber Egg lo protegge. Come protegge tutti noi.
- L’uovo ancestrale… - mormorò Ran con occhi sognanti – Ha poteri incredibili.
- È il primo uovo.
- Ed è destinato a proteggere la Chiave. – concluse Takuumi sovrappensiero, i suoi occhi si erano scuriti, aveva avuto una visione, nessuno sapeva di preciso a chi o cosa fosse destinato l’Amber Egg.
- Oracolo. – lo chiamò Sakura prima che si destasse dalla sua visione – Parlaci ancora, ti prego. Il possessore della Chiave è destinato a far schiudere l’uovo?
- No, Custode. – rispose scuotendo piano la testa l’uomo – Sai che l’Amber Egg non potrà mai schiudersi. Se dovesse succedere, la sua energia causerebbe morte e distruzione.
- Hai ragione Oracolo. – annuì lei – E’ troppo potente l’energia contenuta in esso. – sorrise – Però può aiutare la Chiave a…
- Interagire con il Lucchetto. A renderlo più forte. – gli occhi vacui di Takuumi si puntarono su Amu ed Ikuto – Tra Chiave e Lucchetto c’è una forte attrazione. Un sentimento d’amore molto potente. L’Amber Egg lo sente, per questo ha scelto di aiutare la Chiave.
- Io sono la Custode dell’uovo. – annuì lentamente Sakura – E aiuterò la Chiave ad imparare a gestire i nuovi poteri.
- Custode, - sorrise Takuumi – confidiamo in te.
- Grazie Oracolo. – rispose al sorriso lei.

La visione scemò e Takuumi tornò in sé. Come ogni volta, non ricordava precisamente cosa avesse predetto; ma sapeva che c’entrava l’uovo di ambra ed Ikuto, in quanto possessore della Chiave.
- Succede sempre così? – domandò Kairi.
- Le visioni? – chiese Takuumi dopo aver bevuto un sorso di birra.
- Sì, ti lasciano sempre così… - e si zittì, cercando la parola adatta.
- Stordito. – concluse per lui Sakura con un sorriso – In effetti dipende da quanto sono forti le visioni che ha. – spiegò – Una volta, è svenuto tant’era forte.
- Già. – annuì lui – E’ successo quando abbiamo trovato questa casa. Ho visto una cosa orribile.
- Cos’era, zio? – chiese Utau mandando la testa di lato.
- Amu ed Ikuto X. – rispose osservando un punto all’orizzonte senza vedere niente – Ikuto aveva attivato i semi neri di Amu, e l’aveva spinta a tradire e rubare l’uovo d’ambra.
- Per fortuna non è successo. – borbottò Tadase pulendosi le labbra sul tovagliolo.
- Già… - annuì Lulu osservando i presenti, per lei era tutto così nuovo che si sentiva a disagio circondata da tante persone e tanto affetto.
- Ma non vogliamo parlare di cose tristi, e nemmeno del nostro passato. – rise Takuumi per alleggerire la tensione che si era creata – Dobbiamo festeggiare il nostro successo. Il fatto di essere qui, tutti insieme. Forti.
- Amici. – lo prese per mano Sakura sorridendo – Il vostro gruppo di Guardiani si è ampliato, avete accettato la nostra presenza e quella di Utau e Lulu. Ci siamo fortificati.
- Non è stato facile convivere con voi. – annuì l’Oracolo – Abbiamo incontrato molti ostacoli; ma voi non vi siete arrese.
- Siamo onorati di essere il vostro Custode e il vostro Oracolo. – concluse Sakura con la voce incrinata dall’emozione.
- La battaglia finale non sarà facile. – prese la parola Takuumi – La Easter è la nostra nemica da secoli.
- Da sempre lei cambia nome, ma il capo è un concentrato di malvagità. – continuò Sakura – Dobbiamo continuare a combattere uniti e, per farlo, dovete accettare la presenza di Ikuto.
Cooossaaaaaa?! – urlò Tadase sbattendo i pugni sul tavolo – Come puoi chiederci una cosa del genere?
- Quel mostro, - continuò Kairi – ha quasi ucciso tutti noi. Ha quasi ucciso Amu.
- Ikuto non è un mostro! – si arrabbiò Utau alzandosi di scatto, rovesciando la sedia dov’era seduta.
- Utau ha ragione. – annuì Nagi stupendo tutti – Ikuto non è mai stato il massimo della gentilezza con noi nel corso degli anni, - continuò sorridendo al ragazzo seduto al fianco di Amu – ma non hai cercato di farci del male.
- Grazie Nagi. – gli sorrise Ikuto – Avete ragione. Mi sono comportato come un mostro. La mia missione era quella di uccidervi tutti. Dovevo portare alla Easter Amu e Sakura. Voi eravate come polvere su un mobile per il Capo. – si strinse nelle spalle – Io non ho ricordi di quello che vi ho fatto mentre ero sotto il loro controllo.
- Questo ce lo aspettavamo. – gli sorrise Rima, non si fidava ancora di Ikuto ma non voleva essere prevenuta nei suoi confronti.
- Vi chiedo scusa per avervi quasi uccisi. – mormorò a voce bassa guardando il piatto – Sakura, Takuumi ed Amu hanno tolto due tre semi neri. Adesso il mio cuore è libero.
- Date una possibilità ad Ikuto. – li pregò Amu dopo averlo guardato, non capiva il perché di quella bugia, ma lui le strinse la mano come a chiederle di reggergli il gioco, era certa che dopo le avrebbe raccontato tutto.
Borbottando, il resto del gruppo accettò la presenza di Ikuto. Indubbiamente, il ragazzo era dotato di un potere molto forte.
Era il portatore della Chiave magica, l’unico in grado di aprire il Lucchetto di Amu ed interagire con il potere dell’Easter Egg; forse la Easter lo aveva preso di mira per quello.
La cena trascorse il più serenamente possibile; la presenza di Sakura e Takuumi aiutò a rilassare gli animi e ben presto, sia Tadase sia Kairi furono costretti a rassegnarsi e ad accettare il fatto che il cuore di Amu bruciasse d’amore per Ikuto e, a giudicare da come le stava vicino, il sentimento era contraccambiato con forza.

Al termine della cena, mentre tutti ridevano per un racconto di Utau su uno dei suoi fan, Yaya stirandosi, esclamò:
- Ragazzi. Che mangiata!!!
- Spero che sia stato tutto di vostro gradimento. – rise Sakura mettendo in tavola il dolce.
- Erano tutte cose squisite, sensei. – le sorrise Rima.
- Abbiamo cucinato io e Takuumi. Vi abbiamo fatto assaggiare i piatti del nostro mondo.
- Il cibo occidentale è squisito. – annuì Yaya accarezzandosi la pancia – A me piace molto la nostra cucina tradizionale; ma…
- Adori il cibo! – concluse per lei Kairi dandole un buffetto sul naso.
- È vero! – rise coinvolgendo i presenti.
Takuumi, che stava tagliando la crostata alla frutta fatta da Suu e Sakura, alzò gli occhi per osservare la scena e sentì il cuore scoppiargli di gioia: lui aveva da sempre immaginato di avere una famiglia così… piena di armonia e amore… adesso l’aveva trovata.
- Amore! – lo chiamò Sakura – Va tutto bene?
- Sì. – mormorò lui chinandosi a baciarla – Tutto bene. Sono emozionato. – ammise.
- È bello vero? – gli domandò lei abbracciandolo – Finalmente abbiamo una famiglia. – e li indicò con la testa.
- Già… - Takuumi non aggiunse altro, troppo emozionato per parlare.
Ikuto, che era seduto vicino a loro e li aveva sentiti, ingollò a vuoto un paio di volte, poi si alzò dalla sedia dicendo:
- Ragazzi… scusate… vorrei dire alcune cose. – tutti gli occhi furono puntati su di lui, che, ancora più emozionato continuò – Vorrei ringraziare tutti voi per aver rischiato la vita per salvarmi… Mia sorella Utau per non aver mai perso fiducia in me e per essere stata vicino ai guardiani quando ho quasi ucciso Amu… - sorrise alla sua ragazza che lo fissava con occhi sgranati – E poi… Vorrei ringraziare Takuumi e Sakura per la “magia” che hanno compiuto. Per averci riuniti qui e averci reso più forti.
- Ikuto… - Sakura lo abbracciò e il ragazzino si mosse a disagio – Tu fai parte di questa famiglia. Non solo perché sei il fratello maggiore di Utau e il fidanzato di Amu. Ma perché è tuo diritto stare con noi. Ci hai dato del filo da torcere durante i combattimenti. Ci hai aiutato a vedere dove erano i nostri difetti.
- Ma, - continuò Takuumi – ogni volta che hai avuto la possibilità di ucciderci, non l’hai fatto.
- Hai combattuto contro il controllo dell’energia X e ci hai dato modo di metterci in salvo. – concluse emozionata Amu.
- È bello sapere che sei dalla nostra parte, amico! – gli sorrise Kukai.

Ikuto ringraziò tutti con un sorriso, non era stato facile parlare a cuore aperto, ma doveva dimostrare loro che era cambiato e quella era una dimostrazione: ringraziare e chiedere scusa.
Prima, il “vecchio” Ikuto non avrebbe mai né ringraziato né chiesto scusa a nessun’altro all’infuori del suo adorato confettino; ma… il “nuovo” Ikuto… aveva bisogno dell’aiuto dei Guardiani e dei loro amici per sconfiggere una volta per tutte la Easter che minacciava di riportare sulla Terra l’Oscurità Perenne.
Per quella sera, i discorsi sulla difesa della Luce e sugli allenamenti, furono accantonati.
Avevano bisogno di distrarsi tutti, di passare una serata diversa. Lontano dalle lotte di ogni giorno.
A parlare… Ridere… Giocare… Dimenticandosi per un po’ della battaglia contro la Easter… degli allenamenti con l’Oracolo e la Custode e della scuola…

I genitori, arrivarono a prenderli a sera inoltrata, ringraziando Takuumi e Sakura per l’ospitalità.
I due, salutarono tutti con un abbraccio ed il bacio della buona notte, poi li osservarono rientrare nelle rispettive case sentendo un po’ di vuoto nel cuore.
Quei ragazzini erano la cosa più simile ad una “famiglia” che entrambi avessero mai avuto.
Ikuto, osservandoli sulla porta, li abbracciò dicendo:
- Siete una coppia straordinaria. Sarete genitori fantastici! – poi, senza dare loro la possibilità di replicare, sparì nella sua stanza.
Takuumi e Sakura scoppiarono a ridere felici: era stata una bella serata, era servita a tutti per ricaricarsi e rilassarsi.

Chiudendo a chiave le porte, il giovane uomo osservò la sua compagna togliere i piatti sporchi dalla tavola. Sakura canticchiava una vecchia sigla di un cartone animato a mezza bocca, era concentrata sul compito che stava svolgendo, era bellissima.
Takuumi la raggiunse in alcune rapide mosse, la abbracciò da dietro ed iniziò a tormentarle il collo con piccoli e languidi baci.
- Sei sensualissima… - le disse facendo salire le mani a stringerle il seno – Sei così bella che mi togli il fiato!
Un gemito strozzato sfuggì dalla bocca di Sakura che, appoggiandosi addosso al corpo di Takuumi, avvertì la sua erezione che stava iniziando a svegliarsi.
- Takuumi… - ridacchiò – Hai uno shugo chara nella tasca, o sei felice di vedermi?
- Sono felice di vederti, amore! – le soffiò dentro l’orecchio prima di mordicchiarle il lobo – E credo che non sarò né gentile né premuroso stasera.
- Non ti ho chiesto di esserlo! – sobbalzò lei sentendo i capezzoli diventare duri come sassolini.
Takuumi continuò a tormentarle il collo, baciarla e morderla, finché la sentì gemere più forte e sentì il peso del corpo di Sakura contrò il proprio in segno di resa totale.

Ringhiando, il giovane uomo la prese in braccio e la portò sul divano divorandole le labbra di baci.
Non parlarono, rapidamente, si tolsero gli indumenti che indossavano e lui la penetrò senza aspettare né chiedere permesso. Aveva bisogno di lei e lei aveva bisogno di lui.
Quando diventarono una cosa sola, entrambi urlarono di piacere e Takuumi, baciandole le labbra carnose, si rese conto che Sakura era pronta ad accoglierlo così come lui era pronto a darle piacere.
Si amarono in silenzio, baciati dalla luce della Luna che entrava dalla finestra con la tenda aperta.
La sala era piena del calore prodotto dai loro corpi, dalle loro energie che si amalgamavano e ampliavano in un crescendo di colori e forme riempiendo gli spazi tra gli oggetti; facendo brillare il pelo nero di Kuroi che era rimasto ad osservarli dalla sua cuccia, felice per loro.
Raggiunsero il culmine del piacere urlando i rispettivi nomi l’uno dentro la bocca dell’altro e, senza fiato, restarono abbracciati per alcuni minuti.
Ridendo come due ragazzini, raccolsero gli abiti sparsi sul pavimento, Takuumi osservandola disse:
- Sei bellissima, amore mio, non vedo l’ora di poter avere un figlio da te.
- Ed io uno da te. – lo baciò – Ma adesso sbrighiamoci, non vorrei che Ikuto ci trovasse così… - e scappò via avvolgendo il corpo nudo in una coperta.
Takuumi la raggiunse nel bagno della loro camera da letto, lei era sotto la doccia e lo stava aspettando canticchiando a mezza voce.
Ringraziando i Kami per avergliela fatta incontrare nuovamente, il giovane uomo la raggiunse sotto la doccia dove, dopo aver giocato con il sapone, si amarono nuovamente mai sazi di appartenersi, toccarsi, baciarsi…

Si addormentarono stremati, abbracciati strettamente l’uno all’altro, felici di appartenersi ed amarsi.


Angolo dell’Autrice:

Non ho parole sufficienti (né in italiano né in inglese) per chiedere scusa a tutti per questo incredibile ritardo; ma la mia famiglia è stata attraversata da un uragano (problemi di salute molto seri) e ci stiano lentamente riprendendo ora…

Ringrazio con il cuore tutti quelli che si fermano a leggere la mia FF… A chi mi dedica del tempo sia scrivendomi delle recensioni sia scrivendomi dei messaggi privati…

Ringrazio chi ha messo questa FF tra i preferiti e tra i da seguire…
E grazie a… RenVsIkuto che, pazientemente, ha commentato quasi tutti i capitoli della FF.

Soprattutto grazie alle splendide: Blue, Bebe e Simo che hanno raccolto il mio cuore ed hanno impedito che si rompesse definitivamente. Grazie a per la sferzata di energia positiva che mi avete dato con i vostri messaggi.

Non so quando potrò pubblicare il tredicesimo capitolo… Al momento non so nemmeno come iniziarlo… Si accettano suggerimenti…

Mi scuso se questo non sarà all’altezza degli altri capitoli, ma quando testa e cuore sono contrati su altri problemi… la scrittura ne risente…

A questo punto (e concludo) faccio a voi tutti ed alle vostre famiglie, i miei più sinceri auguri di Buon Natale…

XOXO Gremilde

   
 
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