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Autore: hapworth    07/03/2009    2 recensioni
La porta si aprì rivelando la figura snella di Ayako con un caffè in mano – Signor Anzai le ho portato il the – gli disse sorridente – Oh Oh Oh... grazie Ayako. Dimmi è già qui? – lei annuì ridacchiando – Sta di nuovo sproloquiando sul fatto che non dovrebbe venire qui perché è un Genio... – sospirò esasperata, Anzai annuì e le chiese di farlo accomodare.
IN HIATUS || ATTESA DI REVISIONE
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con il 4^ capitolo! Beh non so da dove mi sia uscito il titolo dato che è orrendo... ma non è del tutto fuori tema^^

 

La Soluzione di Anzai

04. Primo tentativo

Ed eccolo di nuovo lì davanti a quel vecchio pazzo... ma che aveva fatto di male?! Era già la seconda settimana di fila che ci andava, anche se si era ripromesso di non farlo... ma in fondo, molto in fondo, gli piaceva come persona quell’uomo... aveva un modo tutto suo per cercare di metterlo a suo agio e per farlo parlare anche se non era ancora riuscito nell’intento.

- Vecchiaccio! – eccolo... dimenticava che ultimamente Anzai aveva deciso di chiudere lui e il Do’aho insieme nel suo ufficio per fare una specie di doppia seduta, che poi a che serviva? Quello parlava come una mitragliatrice mentre lui stava zitto... bah capirlo... – Oh Oh Oh... ciao Hanamichi! Oggi ho deciso di invitare un collega che tu conosci molto bene... – gli annunciò il vecchio mentre Hanamichi impallidiva, che cosa voleva dire? Il Do’aho di solito non impallidiva a quel modo, nemmeno quando gli aveva detto della nuova ‘terapia’ condivisa aveva fatto quella faccia.

- No... tutto... accetto tutto ma lui no! – sussurrò il rossino al suo fianco sempre più pallido – Che hai idiota? – gli chiese mascherando la sua curiosità se così la si poteva chiamare – Io odio quel dannatissimo Porcospino! Lo odioooooooo – urlò Hanamichi prima che la porta si aprisse e facesse la sua entrata un ragazzo dai capelli neri tirati verso l’alto e un sorrisone a quarantatre denti – Hana-chaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan è un secolo che non ci vediamo! Fatti abbracciareeeee – Rukawa fece un salto indietro quando vide il rossino diventare bianco quasi quanto lui e nascondersi, che cavolo stava facendo?! – Rukawa salvami! È l’unico favore che ti chiederò in tutta la vita! – disse serio mentre correva verso la porta ma Ayako sorridendo gli mostrò la chiave e lo chiuse dentro – NOOOOOOOOOOOO FATEMI USCIREEEEEEE –urlava Sakuragi mentre il ‘Porcospino’ lo soffocava in un abbraccio stritolante.

- Signore ma... quel tizio chi è? – si decise a chiedere Rukawa mentre Hanamichi piangeva tra le braccia di quello psicopatico – Akira Sendoh... è uno dei migliori psicologi in circolazione – affermò Anzai e Rukawa si fece forza per non strabuzzare gli occhi: quello uno psicologo?! E uno dei migliori?! Oddio che mondo schifo! Per non parlare del fatto che sembrava uno con le rotelle fuori posto! Anzai si salvava ma quello... quello no!

- Oh... ma abbiamo un nuovo compagno qui allora! Chi sei dolce angelo? – gli chiese quel... “La mia anima si ribella... la mia anima si ribella!!!” era il pensiero del povero Kaede mentre quel... Sendoh cercava di baciargli una mano, ovviamente beccandosi un pugno dal moretto che si sfregò la mano sul fianco dei pantaloni – Ma tutti gli asociali e antipatici devono venire qui? – chiese il Porcospino sedendosi di fianco ad Anzai con le lacrime agli occhi – Si vede che ispiriamo così Akira – gli rispose Ayako da fuori dell’ufficio. - Ehi io non sono asociale dannatissimo Porcospino!! – sbottò Hanamichi in qualche modo risorto dal suo stato di morto per strangolamento – Oh lo so tesoro... ma vedi non capisci il mio affetto... – gli fece notare con gli occhi lucidi – Pazzo... – disse Hanamichi – Do’aho – concluse Rukawa.

L’ora successiva non concluse nulla dato che Sendoh continuava a fare l’idiota con Hanamichi e Rukawa mentre Anzai rideva con in mano sempre una nuova tazza di the tirata fuori da chissà dove e sembrava soddisfatto, forse per il fatto che Rukawa continuava a rispondere ai richiami di Sakuragi e poi, nuovissima, i due si pestavano mentre Akira sospirava affranto.

- Dannatissima Kitsune la prossima settimana facciamo i conti! – lo avvertì il rossino lanciando fiamme dallo sguardo mentre Rukawa sbuffando lo guardava con sfida – Credici – gli rispose prima di cercare di uscire dalla stanza – Non mi ignorareeeeeee – urlò il rossino mentre Akira li salutava stringendoli tutti e due insieme – Mollami mollami mollamiiiiiiiiiiiiiiii! – urlò Hanamichi fracassando i timpani al moro al suo fianco stritolato insieme a lui – Do’aho non credo che lo psicopatico sia sordo... e nemmeno io sono sordo! – lo riprese cercando di sfuggire alla stretta dell’altro mentre Hanamichi sbuffava esasperato.

Quando finalmente il tempo dei saluti del tenero psicopatico fu finito i due ragazzi salutarono Anzai con un grugnito per poi correre di corsa fuori e salutare Ayako uscendo dal palazzo. Hanamichi corse verso destra mentre Kaede rallentò e si mise a camminare nella direzione opposta... tanto si sarebbero rivisti tra una settimana, se erano fortunati, altrimenti molto prima.

Kaede arrivò a casa sbuffando: era possibile che lui che amava la solitudine, il silenzio, la tranquillità, la pace... in quell’ultimo periodo fosse circondato non solo da pazzi furiosi, Do’aho, psicopatici... ma anche da odiosissime gallinacce! Aveva visto distintamente, fuori dal portone del palazzo da dove era uscito il rossino, quella pazza scatenata che l’aveva scontrato giorni prima... e aveva la bava alla bocca! Per fortuna che il Do’aho non l’aveva vista, altrimenti chissà che caos. Oh aveva capito perfettamente chi era quella gallina sclerotica! Era la sorella di quel pediatra... quello che lavorava nello stesso palazzo di Anzai... Akagi gli pareva si chiamasse, e si ricordava dei due solo perché l’idiota chiamava il suddetto ‘Gorilla’ e la gallinaccia ‘Harukina cara’ e di solito quando la chiamava così lui veniva fulminato e si scatenava la rissa. Probabilmente il Do’aho si era preso una cotta per quella stupida... era proprio un Do’aho... non aveva gusto e tra le altre cose non sapeva valutare quello che si meritava, va bene che era un idiota ma non era brutto e si meritava di più di quella... quella... quella che, per inciso, non lo cagava nemmeno. Bah che roba, peggio di una telenovela di pessimo gusto.

Si preparò la cena, per così dire, era il solito piatto precotto dato che non aveva ancora imparato a cucinare, forse ancora troppo attaccato alla cucina di sua madre... beh ma la vita andava avanti anche senza il suo dolce sorriso. Anche se forse non si sarebbe mai abituato a tornare a casa senza ricevere un bacio sulla fronte e quel largo sorriso amorevole che lei gli aveva sempre regalato.

Scosse la testa, era solo stupidi ricordi che non servivano a niente e a nessuno, lei non c’era più e non sarebbe tornata, punto e basta, la vita andava avanti, con o senza la sua adorata mamma. Sbuffò di nuovo e, dopo essersi stiracchiato, si sedette sul divano prendendo una rivista di Basket che aveva comprato il giorno stesso mentre tornava a casa. Quello era l’unica cosa che aveva mai amato, gli piaceva quello sport, gli era sempre piaciuto ed era anche diventato bravo, molto bravo. Per non parlare del fatto che tremava di rabbia al solo pensare che per andare a quelle dannatissime visite da Anzai doveva saltare il pomeriggio del Lunedì... beh poco male, si rifaceva i giorni seguenti impegnandosi il triplo del normale.

Forse era vero che non aveva una vera e propria vita, la sua girava totalmente intorno a quello sport, prima e dopo la morte dei genitori, forse il prima era stato perché era troppo spaventato dal relazionarsi con gli altri, lo riconosceva anche lui, adesso però... perché lo faceva? Forse per cercare di cancellare quell’opprimente senso di colpa nei confronti dei suoi genitori che non era riuscito a salvare? Non lo credeva possibile... ma Anzai l’avrebbe aiutato a capire no? Era uno psicologo serviva a risolvere i problemi giusto? Allora avrebbe risolto anche i suoi, forse ci sarebbe voluto più tempo ma ci sarebbe riuscito, anche se lui non gli avrebbe affatto facilitato il compito. E il vecchio lo sapeva.

Continua...

 

Fine del capitolo 4... beh non è così terribile come pensavo! O forse si? Beh fa niente sono abbastanza soddisfatta dato che si è scritto da sé... era da un po’ che non mi capitava... di solito devo scriverli a più riprese... spero solo che duri.

Ringrazio chi ha letto^^

Al prossimo capitolo!

By athenachan

 

   
 
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