Anime & Manga > Naruto
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Autore: 144kagome_alice144    19/12/2015    4 recensioni
Sasuke e Naruto sono dei semplici ragazzi di sedici anni, o almeno così credono. Una crudele verità aleggia sul loro passato e solo il loro fratello maggiore la conosce. Fra la scuola e i vari impegni, riusciranno a sopportare il peso del loro cognome? Riusciranno a vivere e ad amare?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                              Nichibotsu de Arukimasu

 

Sakura ed Hinata erano appena rientrate in casa. La giornata era stata estenuante ed entrambe erano sfinite.

La rosa si sentiva un po’ in colpa: mentre lei era stata a riposo la sua amica aveva dovuto ripulire tutto il macello che lei aveva causato solo per il suo orgoglio. < Hinata, vai pure a riposarti, ci penso io alla cena! > disse con un sorriso. < Ma Sakura.. Il polso ti fa ancora male, non dovresti sforzarlo.. >

< Non ti preoccupare, ce la faccio benissimo! > esclamò, stringendo il pugno mal ridotto, nascondendo la smorfia di improvviso dolore con un falso sorriso. La corvina sorrise stancamente, ringraziando mentalmente l’amica, poi disse < Allora ne approfitto per andare a fare una passeggiata, va bene? >

Sakura sorrise apprensiva. Quel primo giorno di scuola era stato veramente estenuante, più del solito, e capiva che la coinquilina aveva bisogno di stare un po’ sola, proprio come lei. Hinata uscì di casa, avvisando che sarebbe tornata entro una mezz’oretta.

La corvina adorava passeggiare, le liberava la mente dai pensieri e dai problemi che, nonostante la sua giovane età, era costretta combattere.

Chiuse gli occhi e alzò il viso inspirando l’aria fresca del tardo pomeriggio. Quando riaprì gli occhi, con ancora il volto rivolto verso l’alto, si rispecchiò nelle varie sfumature del cielo che ormai avevano preso il posto dell’azzurro limpido. La Hyuga, ripensando al cielo di giorno, si ricordò di quelle due pozze limpide piene di allegria e voglia di vivere, ma oppresse da un profondo dolore, difficile da estirpare.


< Dobe, adesso smettila! > esordì Sasuke, non riuscendo a mascherare un sorriso, incapace di arrabbiarsi sul serio con suo fratello.

Naruto sorrise e strinse ancora di più il moro, facendolo quasi inciampare < E dai.. Temenii-chan..! > lo schernì il biondino, sapendo che suo fratello odiava quel soprannome. < Dobe, non mi chiamare così! > lo fulminò il moro. Il fratello non si spaventò, sapendo che, sotto sotto, al moro piaceva quel soprannome.

Così, ridendo e scherzando, arrivarono a casa.

< Ma Itachi non è ancora arrivato..? > constatò il più piccolo, vedendo che la loro nuova casa era immersa nel buio più totale. Sasuke scrollò le spalle , aprendo la porta con le sue chiavi di riserva.

Non appena accesero le luci dell’ingresso, una massa di pelo arancione si tuffò addossò al biondo, facendolo cascare all’indietro < Kurama! > < Bau! > si salutarono, mentre Naruto lo accarezzava e il cucciolo scodinzolava.

Sasuke sbuffò, superando la scenetta “ romantica “ fra il fratello e il suo “ botolo “. Quest’ultimo si staccò dal biondino, dirigendosi in tutta fretta tra le gambe del moro. L’Uchiha rovinò a terra < Tu..! > imprecò, lanciando un occhiata gelida al cane che ricambiò lo sguardo con i suoi strani occhi rossi, per poi tuffarsi fra le sue braccia, scodinzolando.

Il ragazzo, seppur arrabbiato, non riuscì a trattenere un sorriso ricambiando il gesto d’affetto con qualche carezza.

<  Dobe, nostro fratello tornerà fra poco; perché non vai a fare una passeggiata con il botolo? > asserì Sasuke, facendo sembrare la domanda un ordine repentino.

Naruto annuì, prendendo il guinzaglio nero e allacciandolo al collo di Kurama che aveva preso a saltare euforico per tutto l’ingresso. < Non stare fuori tanto! > gridò il moro mentre il fratello usciva.

Una volta rimasto solo, Sasuke sospirò. In quella casa vuota e buia si sentiva immensamente solo e la solitudine, per quanto potesse sembrare il contrario, non gli piaceva affatto.

Nel pensare alla solitudine gli ritornarono alla mente quelle due pozze smeraldine che in quella lunga giornata lo avevano perseguitato.

Scosse le spalle, non volendo ricordare la giornata trascorsa e ghignò, entrando in cucina e iniziando a preparare la; aveva mandato via Naruto proprio perché non voleva che quell’impiastro combinasse un macello con la sua cena, infondo lo sapeva bene: se non voleva rimanere a digiuno doveva sbarazzarsi del dobe.


Naruto e Kurama si diressero verso il parco comunale, o meglio, Kurama tirava Naruto verso quella direzione < Kuramaa.. Va pianoo! > urlava il biondino mentre il cane abbaiava felice.


La giovane Hinata passeggiava tranquilla, seguendo la linea grigia che formava il marciapiede, reso più scuro dal tramonto imminente.

Era arrivata al parco quando notò, dall’altra parte della strada, un ragazzo, con indosso ancora la divisa scolastica del suo stesso liceo, con la pelle bronzea, accentuata dai raggi del sole d’oro, come i suoi capelli; mentre i suoi occhi ricordavano il colore del cielo di qualche ora prima. Notò che il ragazzo stava venendo letteralmente trascinato da un cucciolo, dall’insolito pelo arancione.

L’Uchiha, ignaro dello sguardo attento della ragazza, attraversò la strada, cercando di frenare l’euforia del cane. La Hyuga, stranamente, ebbe l’impulso di fermarlo e parlargli, nonostante l sua perenne timidezza < C-Ciao U-Uchiha-san >

Al richiamo il biondo si girò, ritrovandosi affiancato da una splendida fanciulla, dalla pelle e gli occhi candidi come la luna e i capelli scuri come il letto di quest’ultima.

< Bau! Bau! > salutò Kurama. Hinata si accovacciò, dedicando uno splendido sorriso al cane e dandogli qualche piccole carezze sul testolino arancione mentre il cucciolo ripiegava le orecchie nere all’indietro.

< Come si chiama? > chiese gentile. < K-Kurama! – rispose il ragazzo, ripresosi dall’osservare la ragazza – E’ un meticcio, ma è buono! > la tranquillizzò. Lei sorrise e, con uno sguardo malinconico, sussurrò < Ho sempre desiderato avere un cane.. >

Naruto la fissò, non sapendo cosa dire; poi, quando la ragazza si rialzò, disse < Ah, comunque Naruto va benissimo! Non importano le formalità! – la rassicurò sorridendo – Ti va di sederci un pò? > chiese, indicando una panchina in mezzo al parco.

Il parco era enorme, tutto immerso nel verde; non mancavano i giochi per i bambini e, per finire l’opera, nel centro c’era una bellissima fontana. La ragazza annuì ma, mentre il biondo era intento a sguinzagliare Kurama, lei si diresse verso le altalene destinate ai bambini.

Il biondo la raggiunse, un po’ confuso, notando che la ragazza si era seduta sopra di esse. < Perché ti sei seduta qui? > chiese con un mezzo sorriso, osservando che quella ragazza, oltre che bella era anche molto dolce. La ragazza a quella domanda parve svegliarsi e, rossa come un pomodoro, esclamò:

< Oh, s-scusa i-io n-non v-vole.. > < No, non ti preoccupare, non fa niente! > la rassicurò, vedendola in difficoltà.

Rimasero per un po’ in silenzio, entrambi seduti sulle altalene, come i bambini che non erano mai potuti essere. All’improvviso fu la ragazza a spezzare il silenzio < Ogni volta che vengo qui, mi piace sedermi e dondolarmi, mi fa dimenticare.. > Non riuscì a finire la frase che un singhiozzo silenzioso e mal represso la scosse.

< Tutto bene? > le chiese apprensivo il giovane. La ragazza alzò lo sguardo, incontrandosi con i suoi profondi occhi azzurri, realmente preoccupati per la tristezza che aleggiava nelle sue parole.

Hinata sorrise timidamente, contenta di aver conosciuto una persona come quel ragazzo, comprensivo e che non la compativa né provava pena per lei. Naruto, scorgendo quel piccolo sorriso, sorrise a sua volta, senza un valido motivo, dirigendo il suo sguardo davanti a lui, guardando Kurama giocare con degli uccellini.

< Anche a me succede.. Il passato è un’ombra minacciosa, dalla quale è difficile scappare > disse. La ragazza annuì, poi, come scossa da un fulmine, si alzò di scatto, inclinò leggermente la schiena e disse < Mi dispiace per quello che è successo oggi. Sakura non è così scontrosa, è una ragazza altruista e sempre disponibile, non farti un’idea sbagliata di lei, per favore. So che ha agito male, ma per lei.. Si insomma.. >

< Hey! Hey! Calmati, va tutto bene! Non sono arrabbiato! – La interruppe Naruto, calmandola con uno dei suoi migliori sorrisi e facendola tornare a sedere – Non devi scusarti, piuttosto sono io a dovermi scusare per il comportamento di mio fratello. Lui è fatto così, è chiuso e all’apparenza scontroso, ma ti posso assicurare che, chi riesce a scalfire la sua corazza, trova una persona completamente diversa da quella che appare! >

La ragazza annuì, ancora rossa per l’emozione provata in quel lungo discorso che aveva fatto quasi in apnea. Rimasero per un po’ in silenzio, un silenzio rilassante e non imbarazzante, quando poi Naruto asserì < Comunque ho capito. – la ragazza volse la sua attenzione su di lui – Ho notato la sofferenza negli occhi di Haruno, e credo che l’abbia notata anche mio fratello.. >

La corvina abbassò di nuovo lo sguardo, triste < Sakura ha passato brutti momenti, però, io.. > < Non ti preoccupare, non voglio sapere nulla! > esclamò il biondino, capendo di aver messo in difficoltà la ragazza.

Rimasero ancora in silenzio, quando la Hyuga, quasi per sbaglio, guardò il cielo, accorgendosi che ormai il sole era completamente calato, lasciano il posto alla luna e alle stelle:

< Oh no! Sono in ritardo per la cena! > esclamò alzandosi. Naruto guardò il suo orologio e, vedendo che era passata più di un’ora da quando era uscito di casa, sbiancò “ Mio fratello mi ammazzerà per quanto sono in ritardo! “

< Si, forse è meglio che andiamo! > esclamò con un sorriso imbarazzato. Richiamò Kurama e gli rimise il guinzaglio.

La ragazza si accucciò, accarezzando di nuovo il cucciolo e depositandogli un piccolo bacio sulla fronte < Ciao Kurama, è stato un piacere conoscerti! > esclamò, ricevendo come risposta un “ Bau “ affermativo.

< Allora Uchiha.. emm.. Naruto, ci vediamo domani.. > < Si, certo! Hinata.. > I due rimasero incantati, uno negli occhi dell’altra, incapaci di far finire quel contatto. Nessuno dei due voleva realmente andarsene, trovando gli occhi dell’altro così caldi, così accoglienti da poterli definire “ casa “.

Per fortuna, o per sfortuna, ci pensò Kurama a sistemare le cose, girando intorno alla ragazza e attorcigliandola con il guinzaglio, facendola cadere insieme al padroncino esattamente sulla terra fresca che usavano i bambini per giocare.

< Kurama! > esclamò Naruto, cercando di rialzarsi, ritrovandosi affianco la ragazza, completamente rossa per la posizione assunta da lui. Infatti, cascando, Naruto aveva avvolto con le braccia lei, attutendole la caduta, e adesso erano abbracciati.

Quando Naruto se ne accorse, sciolse quel caldo abbraccio, imbarazzato quanto lei, poi, prima che si potesse rialzare, Kurama gli saltò addosso, iniziando a leccarlo e a giocare.

< Kurama, dai, togliti. Adesso basta, Kurama! > esclamava fra le risa il biondino.

Hinata rimase a fissare la scena, per poi scoppiare in una fragorosa risata. Vedere il ragazzo, tutto sporco di terra giocare in quel modo con il cane era una scena meravigliosa. I due interruppero il loro gioco, osservando la ragazza ridere.

Naruto non aveva mai sentito risata più bella di quella, così pura, così cristallina. Non era una risata di scherno, ma una risata che partiva dal cuore. Inconsciamente si ritrovò a pensare che avrebbe sempre voluto sentire quella risata partire dalle sue labbra e non quelle parole tristi di qualche minuto prima.


< Sono a casa! > esclamò affannata Hinata < Hinata!! > corse ad abbracciarla una furia dalla chioma rosa.

< Sakura, tranquilla sto bene.. > la rassicurò la corvina. < No che non sto tranquilla!! Lo sai che ore sono!? Mi hai fatto preoccupare!! > la sgridò la rosa. Hinata abbassò lo sguardo, cercando di nascondere il rossore. < Hinata.. >

< Scusami, ma mi sono fermata al parco, con Naruto.. > quasi sussurrò il nome del biondino, mantenendo rigorosamente gli occhi bassi. Sapeva che la rosa si era preoccupata, ma se ripensava a qualche ora prima, non si pentiva affatto di essere rimasta in compagnia di Naruto così a lungo.

Sakura sorrise sotto i baffi. La sua amica aveva un qualcosa di strano e, nel sentire quel nome capì. Così, per vendicarsi della paura che aveva provato non vedendola tornare assunse una faccia sempre più arrabbiata:

< Hianata.. Mi stai dicendo che io sono rimasta qui, in pena per te, chiamando addirittura la polizia, e tu eri con quello là!?!?!? > Hinata per poco non svenne. Addirittura la polizia!? < M-ma Sakura.. >

< Oh Hinata! Stavo scherzando! > asserì, dando una leggera pacca sulla schiena dell’amica. Hinata per poco non svenne, mentre l’Haruno se la rideva per l’improvviso sbiancamento della già candida pelle della corvina. < Dai, adesso andiamo a tavola. E’ già tutto pronto! >

Le due si diressero in cucina e iniziarono a cenare. < Allora sei stata con Naruto.. > riprese il discorso Sakura, mentre addentava la sua omelette, guardando con sguardo malizioso la Hyuga.

Quest’ultima quasi non si strozzò con l’acqua per quella frase. < S-Sakura, non pensare male!  > la redarguì. < Non penso male, Hinata. Però devo dire che Naruto è un bel ragazzo, allegro e solare.. – disse con un sorriso - Il perfetto contrario di quell’altro.. > aggiunse fra i denti, credendo che l’altra non la sentisse.

Invece la coinquilina l’aveva sentita benissimo e, mentre prendeva un po’ di insalata, disse < Sai, secondo me nemmeno Sasuke è così male.. Dovresti conoscerlo meglio prima di giudicarlo.. > < Mh, a me i tipi come lui non piacciono per principio! > asserì, volendo terminare in fretta l’argomento “ Uchiha maggiore “

. < Fa come credi, ma credo che tu abbia capito benissimo cosa intendo. > aggiunse la corvina, addentando la sua omelette. Lanciò un occhiata veloce all’amica, notando che stava riflettendo, con lo sguardo fisso nel piatto. Sorrise.

Sapeva che Sakura non era una persona che giudicava le persone prima di averle conosciute e, anche se si rivelavano cattive, lei era sempre la prima che faceva di tutto per aiutarle nel momento di bisogno. Chissà perché, allora, ce l’aveva così tanto con il moro. Eppure, nonostante non conoscesse la risposta, Hinata era sicura che, nel profondo del suo cuore, Sakura lo sapeva benissimo.

L’Haruno continuava a riflettere sulle parole dell’amica. In realtà, nemmeno lei capiva il motivo di quel suo comportamento scontroso con Sasuke. Infondo non si conoscevano ancora e lei non aveva nessun diritto di giudicarlo. Eppure, quando si era scontrata quegli occhi neri, profondi ma contenenti una grande sofferenza, proprio come la sua, si era chiusa, non volendo aprire le sue difese a quegl’occhi.

Che avesse paura di crollare, di non riuscire a mantenere quella maschera di allegria che ogni giorno, faticosamente, si issava sul volto? Che avesse paura di essere capita da quello sguardo così magnetico?

< Mmm, queste omelette sono squisite! > asserì Hinata, riportando la rosa alla realtà che sorrise e ringraziò l’amica, iniziando a parlare del più e del meno, senza pensare né a sguardi magnetici né a maschere di allegria.


< Sono a casa! > esclamò Naruto, chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle. Ad aspettarlo, spalle al muro, sguardo omicida, c’era suo fratello.

< Sei in ritardo > esalò, tagliente, gelido e molto, molto arrabbiato. Quando si era accorto del ritardo stratosferico del fratellino, si era preoccupato e, se Naruto non fosse rincasato in quel preciso istante, lo sarebbe andato a cercare per tutta Konoha.

< Si, scusa.. > rispose Naruto, senza nemmeno guardarlo o preoccuparsi dello sguardo assassino che gli stava lanciando suo fratello.

Lentamente sciolse il guinzaglio a Kurama che, stranamente, se ne rimaneva tranquillo. Sasuke sgranò gli occhi, incredulo, perdendo la sua rinomata compostezza. Suo fratello sembrava più stupido del solito, con la testa oltre le nuvole e perfino il cane, sempre euforico e senza controllo, era calmo, così calmo da sembrare ipnotizzato da una qualche tecnica ninja.

< Usurantonkachi… che ti è successo..? > domandò continuando a fissarlo stupito. < Ma niente Sasukenii-chan.. > rispose l’altro, sempre più assorto nei suoi pensieri. Nel sentire quell’appellativo, Sasuke, riacquistò il suo contegno. Fermò il fratello e lo sbatté violentemente contro il muro.

< Dimmi che cosa è successo Naruto!? > Sentire il suo nome pronunciato con quella voce glaciale, quasi arrabbiata che nascondeva però una nota di preoccupazione, fece risvegliare dallo stato di trance il biondino. < M-ma nulla teme.. Non è successo nulla.. >

Il moro si calmò, mollando la presa sul fratello. Naruto, vedendo la reazione così esagerata di Sasuke sospirò. Lo aveva fatto preoccupare con l’enorme ritardo e poi con quello strano comportamento, aveva almeno diritto ad una spiegazione < Ho incontrato Hinata e sono rimasto al parco con lei. Mi sono completamente dimenticato del tempo! >

Ammise con un sorriso, mettendosi una mano dietro la testa, scompigliandosi i biondi capelli; abbassò lo sguardo nel tentativo di celare il rossore che gli imporporava le guance. Sasuke sospirò, apparentemente tranquillo, almeno fino a quando non razionalizzò il significato di quelle parole.

Sgranò gli occhi e, cercando di mantenere la calma, chiese < Con chi sei rimasto? > “ Da solo per più di un’ora? “ avrebbe voluto aggiungere. < Con Hinata.. > rispose, guardando il cane piacevolmente accucciato nell’ingresso. < Con la Hyuga, vorrai dire!? > lo corresse il moro, marcando con rabbia il cognome della ragazza.

< No! Con Hinata! - affermò Naruto guardandolo male; poi, abbassando il tono della voce, aggiunse - Non è così male, se tu provassi a conoscerla meglio sapresti che è una ragazza fantastica! >

Tra i due calò il silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Naruto ripensava all’enorme sofferenza che aveva visto in quegl’occhi color perla; mentre Sasuke ripensava a quelle due pozze smeraldine, disperate, tristi e sanguinanti.

< Itachi non è ancora tornato? > interruppe quel silenzio carico di tensione il più piccolo. < No.. > rispose il moro, non potendo aggiungere altro dato che venne interrotto dal borbottio dello stomaco del giovane.

Naruto, grattandosi la testa imbarazzato, non riuscì a trattenere una risatina nervosa che venne ricambiata dal sorriso di Sasuke. L’atmosfera ritornò serena.

< Dai, andiamo a tavola, Usurantonkachi.. > < Ma io voglio il ramen!! > piagnucolò ma, prima che il moro potesse rispondere la porta i casa si spalancò.





Spazio Autrice:

Salvee!!

Finalmente ho finito di studiare!! Vi assicuro che, anche se per la fine della scuola mancano tre giorni, da adesso posso tornare ( o iniziare ) a pubblicare più velocemente. 
Inoltre con l'arrivo delle vacanze ho avuto un sacco di ispirazione ed ho quasi terminato il capitolo successivo.
Tornando a questo, invece, si intitola: " Camminata al Tramonto ".
Ho messo NaruHina, ma vi assicuro, vi prometto, che fra qualche capitolo metterò il SasuSaku.
Ringrazio ancora una volta tutte le persone che leggono la mia storia e un grazie speciale anche a chi mi lascia una recensione; mi fa veramente felice sapere che cosa ne pemsate di questa storia.
Grazie mille a tutti!!


Alla prossima!!!                                                                                   144kagome_alice144

 
  
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