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Autore: SimonQuestor    20/12/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se a Petunia fosse data la possibilità di tornare indietro nel tempo, e se quindi le fosse concesso di diventare un'alunna di Hogwarts?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Petunia Dursley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo più di due anni, aggiungo un nuovo capitolo. Ammetto che spero che qualcuno lo leggerà e magari lascerà una sua opinione, per dirmi quantomeno quanto sono cretino :P
Spero comunque gradiate! 
A presto!



In viaggio.



Strabuzzai gli occhi. Mi morsi il labbro inferiore. Niente da fare, non riuscivo a svegliarmi.
Semplicemente, non era un sogno.
Ma, e rabbrividii solo a rendermi conto dei miei stessi pensieri traditori, non era nemmeno un incubo.
Ero lì, troppo alta, dinoccolata, secca e smorta, cavallina, com'ero a quell'età. Quando non era affatto lecito per me coprire le magagne col trucco.
Eppure ero lì, dove ho, ammettiamolo, ma solo per una volta, sempre segretamente sognato di essere.

Dove era doveroso che fossi.

Contemplai ancora per qualche secondo la schiena di Lily. Commossa, impietrita. E poi mi ritrovai a contemplare il suo faccino, ora a metà tra lo stupito, il divertito ed il preoccupato.

<Tuny..Tutto bene? Vuoi una mentina?>

Oh santo cielo. Le mentine di LIly. Ed il suo pensare che tutto nella vita potesse essere risolto da una mentina. Dannazione quanto stavo diventando melensa.

<Sto benissimo, non scocciarmi. Ci muoviamo? Questo scompartimento è già occupato. Andiamo.>
<Ma Tuny! C'è posto qui! Possiamo fare amicizia, questi due ragazzini sembrano così carini!>
<Non ho voglia di fare amicizia, non...dannazione..>

L'ultima la biascicai a bassa voce, sapendo quanto LIly reagiva male alla minima parola poco carina.
Strinsi le labbra come facevo davanti ad uno scarafaggio piuttosto grosso, presi fiato e mi tirai dentro il baule. Vi trovai, si, due ragazzini. Una bambina ed un bambino.
Lui era bruno di capelli, rotondetto, quasi paffuto, un'espressione gioviale, che mi accolse con un sorriso un po' impacciato che avrebbe potuto stringermi il cuore se non me lo fossi erosa da sola con decine di anni passate nel risentimento e l'invidia. La ragazzina invece aveva capelli lunghi e rossicci, raccolti in ordinate trecce che le ricadevano sul petto. Anche lei sorridente. Anche lei così contenta. Anche lei una spostata in erba, chiaramente. Ma del resto tutti erano degli spostati su quel treno.
Non ci pensai nemmeno a ricambiare il sorriso. Al contrario di Lily, che invece come al solito irrorò il compartimento con la sua dentatura smagliante.
<Piacere! Io sono Lily, lei è mia sorella Tuny! Ahem...Petunia. Psst...non le piace il diminutivo!>

Finse di bisbigliare, strappando qualche risatina, La fulminai con lo sguardo, ma lei era ed è sempre stata un parafulmine vivente.

<Piacere! Anche una mia prozia si chiama Petunia!>

Non nascondo che pensai immediatamente che sarei dovuta correre all'anagrafe. 

<Io sono Francis!>
<Io Alice! Che bello! Ci sentivamo un po' soli in effetti..Aspettate, vi diamo una mano..>

Un campanellino mi suonò a quella presentazione, ma non ebbi caso di porci troppa attenzione, visto che con un certo trambusto, in quattro, date le taglie, riuscimmo in qualche modo a posizionare i grossi bauli sulle cappelliere apposite. Dopodichè ci sedemmo, l'una di fronte all'altra, io accanto a Francis, Lily accanto ad Alice.
Mi strinsi le braccia al petto, cominciando a fissare il soffitto, a mettere in chiaro che non avevo alcuna intenzione di fare conversazione. Del resto vivevo in un paradosso, non sapevo cosa mi stesse succedendo, e non sono mai stata una tipa molto socievole, con gli Spostati.

<E' così eccitante, no? Voi venite da famiglie di maghi? I nostri genitori non sono sanno nulla di magia, pensavano che non esistesse! Invece io ci ho sempre creduto..ed infatti!! Vero Tuny?>

Mugugnai qualcosa, anzi forse feci finta di non aver sentito. Diciamo che essere circondata da undicenni non migliorava il mio umore.

<Bèh si, i miei sono maghi. Anche se sono davvero contento di andare ad Hogwarts, così finalmente mia mamma smetterà di tormentarmi con tutte le cose che avrei già dovuto imparare..>

Scosse la testa, rabbuiandosi un attimo, ma poi sorridendo.
Il campanello, non so perchè, suonò più forte.

<Oh si, anche i miei. Sono entrambi Erbologi! Sarebbero quelli che si occupano delle piante, le studiano, le coltivano..Per le Pozioni, le Pomate Portentose, Intrugli vari e cose così.>

Si affrettò ad aggiungere Alice, davanti alle nostre facce un tantino stranite.
Cominciarono a parlare, loro tre, di tutto, parole, frasi, discorsi concitati ed entusiasmati, risatine, dubbi, ed un fiume agitato di vocette stridule ed infanti. Io non parlavo. Li ascoltavo, di tanto in tanto, ma distraendomi spesso non riuscivo a seguire il filo del discorso, che un filo vero ep roprio non aveva. Guardavo i loro volti, ma più spesso il paesaggio che scorreva dal finestrino. E piano piano, riuscìi a rilassarmi abbastanza da rendermi conto di che razza di storia mi stava capitando. Ero sull'Hogwarts Express, diretta in quel Castello di Scoppiati. Ma ci stavo andando davvero? Non era un sogno? Non sarebbe finito da un momento all'altro?
Ancora una volta lo ammetto, ma che nessuno si azzardi a ripeterlo ad anima viva: sentivo lo stomaco in fiamme, il cuore che rimbalzava e di tanto in tanto ruzzolava giù, per l'emozione. Una felicità ed un'emozione che avevo provato solo alla nascita di Dudley. Ma comunque diversa.
Poi tutt'ad un tratto, il campanello suonò più forte, ed un lampo mi balenò in testa. Fissai Francis. Ebbi un brivido.

<Qual è il tuo cognome?>

Gracchiò la mia voce, che era, devo dire, meno sgradevole di quella che sarebbe diventata in seguito.

<..E così tutte le mie Cioccoran...eh? Oh..Paciock, perchè?>

Non gli risposi. Stavo già guardando da un'altra parte per soffocare il moto di orrore che mi aveva scossa.
Paciock. Francis. Alice.
Sapevo, ricordavo. Facevo finta di non interessami, ma tutto ciò che Lily mi ha raccontato in quegli anni, tutto, ogni singola cosa, ogni minimo particolare, mi è rimasto impresso nella mente.
Ero seduta accanto e di fronte, a due persone che un giorno sarebbero state torturate fino alla pazzia. Ebbi freddo, e mi sembrò che tutto diventasse opaco, poi scuro. Mi sentivo svenire, ed in effetti svenni.

 
  
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