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Autore: Tecla_Leben    20/12/2015    2 recensioni
Pitch Black sta per fare ritorno: le stelle che punteggiano la volta celeste stanno sparendo a vista d'occhio, minacciando di far ripiombare la Terra nell'oscurità dei Secoli Bui. Una vecchia conoscenza si affida ai Guardiani per riportare le cose com'erano prima e scongiurare l'imminente minaccia, ma le cose degenerano al punto che lo scontro con l'Uomo Nero si prospetta inevitabile.
Dal capitolo 2:
"Non capivo cosa fosse successo. Ero stesa a terra, vestita di brandelli di tessuto carbonizzati, in mezzo a fumanti cumuli di cenere e tizzoni ardenti. Nessuno sembrava curarsi della mia presenza, ma anzi, la gente che passava lanciava un'occhiata annoiata e incurante nella mia direzione e tirava dritto, ignorando le mie flebili richieste di aiuto."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Manny/L'uomo nella Luna, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fu un enorme sollievo per entrambi tornare all'aria aperta, dagli altri Guardiani. Jack aveva constatato con un certo sollievo che erano ancora dove lui li aveva lasciati, il che doveva voler per forza dire che aveva fatto relativamente in fretta. Ne dedusse che, nel luogo in cui Sandy era tenuto prigioniero, il tempo non doveva scorrere allo stesso modo che in superficie: infatti sia la discesa, che pur era stata agevolata e accelerata dalla forte gravità, e la salita gli erano sembrate infinite. Ma adesso nulla di tutto ciò aveva più importanza; l'unica cosa che davvero contava adesso era tornare al più presto al castello di Pitch, per correre in aiuto dell'unica persona rimasta a lottare per loro contro di lui.

Perciò, di nuovo uniti, i cinque partirono alla volta del castello sospeso. Jack aveva deciso di riconsegnare l'Universo alla sua legittima custode, e adesso si rigirava tra le mani quel piccolo globo per colpa del quale era nata la loro disavventura, mentre sfrecciava nel cielo con gli altri a bordo di un buffo aeroplanino dorato creato prontamente da Sandman.

Il gruppetto fece irruzione nel castello con una furia poderosa: Sandy si era andato a schiantare con l'aeroplano sulle mura, sfondandole, e il colpo fu così forte da scuotere il castello fin nelle fondamenta, il che aveva ovviamente vanificato la vaga speranza di cogliere Pitch di sorpresa.

I Cinque stavano correndo a rotta di collo attraverso quell'intrigo di corridoi e cunicoli, passando per ampie sale deserte e corridoi interminabili. Finalmente giunsero nella sala dove Jack si era diviso da Bellatrix, e constatarono di nuovo che della ragazza erano rimasti solo i chiari segni della sua lotta contro Pitch. Prima di tutto, scorse una chiazza rossa ai piedi dell'enorme trono, la profonda crepa nel pavimento al centro della sala e le armi usate nello scontro. La stella gassosa che lei si era portata dietro fluttuava pigra poco distante, come un piccolo sole incandescente.

Jack imbracciò il bastone come un fucile e parlò forte e chiaro alla stanza apparentemente vuota.

<< Fatti vedere, Pitch! >>

Un cumulo di sabbia si alzò vorticando e lui apparve al centro della sala, nel punto in cui la crepa aveva dissestato il pavimento come lastre di ghiaccio sospese sull'acqua. Da principio, l'uomo si limitò a guardarlo con un sorriso che a Jack non piacque per niente.

<< Jack Frost! Sei riuscito a scappare, vedo. Ti è piaciuto lo scherzetto del passaggio? >>

<< Non ti muovere, Pitch! Rispondi, dov'è Bellatrix? Cosa le hai fatto? >>

<< L'ho tolto di mezzo, quell'odioso sacco di pulci! >> rise, allargando teatralmente le braccia. Jack sentì la rabbia montargli in corpo, e si preparò a scagliare il suo attacco. Ma Pitch eseguì un gesto familiare e lui ne rimase pietrificato: dalle dita dell'Uomo Nero nacque una manciata di stelle-shuriken, identiche a quelle di Bellatrix. Con la differenza che quelle erano più nere del bitume.

Jack sgranò gli occhi, in preda a una nuova ondata di sconforto, mentre gli altri Guardiani non riuscirono a fare altro che un collettivo e simultaneo sospiro mozzato dallo sgomento.

Jack urlò tutta la sua rabbia e in un battito di ciglia gli fu addosso, minacciandolo col bastone.

<< Riportala indietro, Pitch! O giuro che hai finito di vivere! >>

L'Uomo Nero lo guardò sprezzante, scoppiò in una risata cattiva e scivolò via per ricomparire alle spalle del ragazzo. Con gesto fulmineo creò una stella di gas, anch'essa nera come l'inchiostro, e la scagliò contro il Guardiano. Jack si voltò, e la vide arrivare troppo tardi. Ma il boomerang di Calmoniglio schizzò in avanti, deviando la stella e facendole finire la sua corsa contro il trono di sabbia, che esplose. Calmoniglio riacchiappò al volo l'arma, e Pitch si voltò verso di lui, digrignando i denti con lo sguardo carico d'odio. Gli scagliò contro un'altra sfera incendiata, ma anche questa non andò a segno. Fu invece inghiottita da un sipario di sabbia dorata, frappostosi tra Pitch e Calmoniglio con impeccabile prontezza. La coltre dorata si diradò, mostrando Sandy con le braccia spalancate davanti al collega e un'espressione ostile dipinta in volto. In mano reggeva la stella, cristallizzata in uno spesso strato di vetro aureo.

Jack si avvicinò a Pitch alle spalle e lo colpì in testa a tradimento, e in quell'attimo gli altri quattro scattarono verso di lui per attaccarlo a loro volta. Pitch si dissolse in un ciclone di sabbia e li tramortì tutti, urlando di rabbia e dolore. Si ricompose e camminò a passi lenti ed inesorabili verso Sandman, che era stato proiettato contro il muro e adesso giaceva inerme ma cosciente ai suoi piedi. Pitch gli lanciò un'occhiata di trionfo e disprezzo e si preparò a dargli il colpo di grazia.



Bellatrix si svegliò di colpo dal suo torpore, come se fosse stata buttata in una vasca d'acqua gelida. Fino a quell'istante non era consapevole della sua coscienza assopita, ma nel preciso istante in cui i suoi occhi avevano incrociato quelli dorati dell'omino che ansimava esausto ai suoi piedi, quel fulmineo contatto le aveva restituito una minuscola cognizione dei confini del suo corpo e della sua volontà.

Le sue mani erano le mani di Pitch, e si stavano alzando per infliggere un colpo mortale. Un istante dopo collegò quegli occhi dorati al loro possessore, e la sua mente esplose come un fuoco d'artificio.

Pitch sentiva l'adrenalina crescergli nel petto, minacciando di traboccare da un momento all'altro. La stella oscura che teneva tra le mani cresceva a un ritmo regolare e veloce. L'Uomo Nero levò alta la sfera sulla testa. Assaporò il momento tanto anelato fino all'ultimo istante e, alla fine, scagliò il colpo.

Sandy alzò istintivamente le braccia al volto, ma la stella si dissolse prima di colpirlo. Abbassò gli avambracci e guardò perplesso il suo nemico, che a sua volta sembrava non capire cosa fosse successo. Gli altri Guardiani, nel frattempo, si erano appena ripresi e avevano puntato gli occhi su Pitch, che si stava preparando a ripetere l'attacco. Rimase un paio di secondi con le braccia sospese sulla testa, e d'un tratto cadde in ginocchio portandosi le mani al ventre come per un forte mal di pancia. Grosse gocce di sudore gli imperlarono la fronte, colando sugli zigomi pronunciati deformati da un' espressione sofferente.

E poi, non riuscendo più a contenere il dolore, buttò la testa all'indietro ed emise un grido agghiacciante, mentre dalla sua bocca spalancata si sprigionò un bagliore cristallino e accecante. Con sforzo sovrumano, Pitch chiuse le fauci e staccò con gesto rigido la mano destra dal suo ventre. Eseguì un ulteriore gesto, come per spalancare una porta invisibile, e dal suo corpo si staccò un bozzolo di sabbia che all'apparenza aveva una consistenza gelatinosa, quasi liquida. Il bozzolo rimbalzò due volte sul pavimento e finì rotolando a poca distanza dal punto in cui si trovava Jack, che lo guardò sconvolto e spaventato. I filamenti che collegavano quella strana crisalide al corpo di Pitch si sciolsero e Jack si avvicinò, con un misto di repulsione e curiosità.

<< Bellatrix! >>

La ragazza emerse da quella gelatina nera che si stava rapidamente sciogliendo: era stesa a pancia in su, le braccia larghe, una gamba leggermente flessa e gli occhi a mezz'asta. Ansimava e tossiva come se avesse rischiato di affogare, e quando Jack si chinò su di lei, non reagì. Il ragazzo la prese fra le braccia e cominciò a darle schiaffi leggeri sulle guance, che così ripresero un po' di colore. Ma subito fu investito da un'onda di sabbia e allontanato da lei, che ricadde sul pavimento come una marionetta i cui fili sono stati recisi, atterrando sul fianco sinistro. Subito Jack si rialzò e caricò contro Pitch, assediato dagli altri Guardiani che intanto cercavano in ogni modo di infliggergli qualche colpo. Ma l'Uomo Nero teneva loro testa, anche se con sforzo sempre più evidente, e fece partire una pioggia di frecce nere verso la ragazza-gatto, rimasta indifesa. Ma di nuovo, il colpo non andò a segno. Un paio di enormi mani di sabbia dorata si frappose tra le frecce e la ragazza, facendole da scudo. Pitch osservò adirato mentre una mano adagiava con cura la ragazza sull'altra e vi si posava sopra in un movimento delicato, come si farebbe per proteggere una fiammella da un vento impetuoso. Sandy, lontano dal fulcro della battaglia, protese le braccia e le mani di sabbia gli affidarono Bellatrix, dissolvendosi nell'aria. Jack, che aveva osservato la scena con la coda dell'occhio, tornò ad attaccare con più vigore: ora che era sicuro dell'incolumità della sua amica, nulla l'avrebbe fermato. Sandy posò a terra la ragazza e la strinse forte a sé, prima di adagiarla completamente sul pavimento e buttarsi nella battaglia assieme agli altri. Ma si fermò, sentendosi trattenere per la manica. L'omino dei sogni si voltò con espressione sconvolta verso la ragazza che lo tratteneva a stento, poi si chinò su di lei e lei gli sussurrò qualcosa all'orecchio.


Sandman alzò lo sguardo e individuò quasi subito il pesante drappo nero dietro al quale si celava la prigione dell'Uomo nella Luna. Si lanciò da quella parte, ma ad appena un paio di metri dall'obbiettivo fu bruscamente fermato da Pitch, che lo aveva bloccato per i polsi con una frusta di sabbia. L'Omino dei Sogni si voltò, costernato: la sua stessa sorte era toccata anche agli altri Guardiani, immobilizzati dalla testa ai piedi da altrettante lingue di sabbia. Pitch era voltato verso di lui, e oltre il suo braccio teso vide Bellatrix lanciargli uno sguardo significativo mentre si appoggiava al muro per rialzarsi, senza fare il minimo rumore. Le labbra della ragazza articolarono una parola muta, che raggiunse Sandman con la potenza di un maremoto.

Distrailo!

Ma Pitch, del resto, non sembrava aver bisogno di distrazioni.

<< Volevi farmela, vero vecchio mio? >>

Bellatrix ne approfittò per tirarsi in piedi e muovere un singolo passo, silenziosa come solo un gatto sa essere. Gli altri Guardiani la videro e furono per lasciarsi sfuggire un avvertimento o un esclamazione di sorpresa, ma lei si portò l'indice alle labbra e loro capirono il messaggio.

Reggetemi. Il. Gioco.

<< Se non vi odiassi tutti, quasi mi dispiacerebbe per voi! >> stava dicendo Pitch, continuando a guardare Sandy con sadico divertimento.

<< L'Uomo nella Luna è ancora mio prigioniero, e temo proprio che di questo passo lo resterà in eterno. Come voi, del resto. È inutile che vi illudiate, avete perso clamorosamente, questa volta! Il mio regno di tenebra è destinato a perdurare, e nessuno di voi sarà mai in grado di fermarmi! >>

Bellatrix chiamò a sé l'unica stella gassosa presente, quella che Jack aveva individuato al loro ingresso nella sala. Fulminei, i Guardiani si lanciarono uno sguardo d'intesa che Pitch non notò.

<< Dove tieni Uomo nella Luna? >> chiese Nord perentorio, celando l'affanno nella voce. Pitch restò qualche istante in silenzio, valutando se rispondergli o meno.

E poi si avvicinò al drappo nero senza mai voltare lo sguardo ai Guardiani, lo strappò con gesto deciso dall'asta che lo reggeva e lo gettò a terra con noncuranza. Per la seconda volta, i Guardiani rimasero senza fiato. Pitch si voltò compiaciuto e, un secondo dopo, individuò la ragazza in piedi al capo opposto della sala.

<< Ehi, bel faccino! Prendi questa! >>

E lanciò la stella con tutte le sue forze, per poi crollare di nuovo a terra, sfinita ma cosciente. Pitch, colto in contropiede, riuscì per il rotto della cuffia ad evitare l'attacco dissolvendosi e materializzandosi davanti a Bellatrix.

Sorrise beffardo piegandosi accanto a lei, prendendole il mento tra le dita cineree con morsa minacciosa.

<< Peccato, ce l'avevi quasi fatta! >> le sibilò tirandola a sé per l'orlo della veste.

<< Ti sbagli, vecchio mio. Ce l'ho fatta eccome! >> rantolò lei in risposta, con un lampo trionfante negli occhi ambrati.

Pitch si voltò verso lo specchio con un moto di rabbia e terrore. Appena in tempo per vedere la stella infrangere la superficie liscia di vetro. Questa si incrinò con uno schiocco secco, congelando Pitch e i Guardiani lì dove si trovavano. Ci fu un secondo di assoluto silenzio in cui l'aria stessa si era fatta immobile, opprimendo gli astanti. Poi, l'essere magnifico ed etereo che vi era stato imprigionato dentro, fino a quel momento assopito e inconscio della battaglia che si era svolta a pochi metri da lui, aprì gli occhi. Dalla crepa nel vetro si sprigionò una luce bianca come la luna, che divenne sempre più intensa fino a costringere tutti a distoglierne lo sguardo. In quell'istante l'intero specchio fu percorso da innumerevoli crepe dalle quali la luce sembrava voler scappar fuori ad ogni costo, anche a quello di accecarli. Finché, con una tremenda esplosione, l'Uomo nella Luna evase dalla sua prigione. A quel punto, la luce era così abbagliante da oscurare tutto il resto. Bellatrix sentì la presa di Pitch irrigidirsi sul suo petto e, infine, dissolversi nel nulla. Poi i suoi sensi vennero a meno e lei crollò faccia a terra, svenuta.



Intorno a lei sentiva solo un rombo assordante e la terra che tremava. Una voce la chiamava da lontano con uno strano riverbero, come se provenisse da un pozzo profondo. Aprì gli occhi e vide Jack restituirle uno sguardo sollevato.

Il ragazzo era affiancato da Dentolina, Calmoniglio e Sandy, che sorridevano rassicuranti da sopra le sue spalle. Stava per sorridere a sua volta, ma perfino i muscoli facciali le dolevano insopportabilmente e le riuscì solo una vaga smorfia di dolore. A un tratto si sentì sollevare: Nord l'aveva presa tra le possenti braccia e, dopo aver lanciato un'occhiata d'intesa ai suoi compagni, presero tutti a correre verso l'uscita più vicina. Bellatrix avrebbe voluto dirgli di andare più piano, perché tutto quell'essere sballottata a destra e manca le faceva dolere ogni singola fibra del suo corpo, ma non riuscì ad articolare una sola parola. Si chiese, con un improvviso tuffo al cuore, dove fosse Manny. Poi vide, come in un miraggio, l'essere etereo vestito da divinità greca fluttuare in testa al gruppo, stringendo nella mano il suo guscio color latte, e sentì un peso sollevarsi dal suo stomaco. I Guardiani giunsero all'esterno con grida di vittoria che subito si trasformarono in esclamazioni d'orrore: il castello era sospeso nel vuoto e non c'era modo di scendere a terra se non affrontando un salto di almeno un paio di centinaia di metri.

<< Ci penso io! >> urlò Jack, schizzando avanti. Colpì il bordo estremo del pavimento della piccola terrazza su cui si trovavano con l'estremità del bastone e da questa si sprigionò una sinuosa lingua di ghiaccio che andava via via ispessendosi, formando una sorta di arzigogolato scivolo cristallino. Nord, Dentolina e Calmoniglio vi si lanciarono sopra, proprio mentre il pavimento sotto i loro piedi iniziava a cedere. Quando raggiunsero terra non poterono fare altro che guardare l'immenso castello sfaldarsi e ricadere al suolo come un gigantesco castello di sabbia abbattuto da un'onda anomala.


<< Cosa credete ne sia stato di Pitch? >> avanzò Bellatrix, reggendosi precariamente sulle gambe, appoggiata al braccio di Nord.

<< E chi lo sa? Magari abbiamo fortuna e ci è rimasto secco! >> sbottò Calmoniglio, speranzoso.

Il gruppo fu attraversato da un brivido silenzioso.

<< Sei crudele >> lo rimbeccò lei, con una nota triste nella voce.

<< Crudele, io?! Non so se te ne sei accorta, ma non è stato esattamente gentile con noi! Ti sei già scordata di quello che ci ha fatto passare? Di quello che ha fatto passare a te? >>

<< Beh, più che aver tolto le stelle dal cielo non può aver fatto, poi che questo comportasse il mio deperimento... è solo un effetto collaterale... >>

Calmoniglio stava per ribattere qualcosa, ma fu fermato da una gomitata di Nord ben assestata. A Bellatrix non sfuggì quel curioso comportamento, ma non vi diede troppo peso.

<< Tu non capisci >> continuò, guardando la distesa di sabbia nera. << Io ero dentro di lui. Ho sentito una strana sensazione per tutto il tempo, come se stessi galleggiando nel dolore e nella paura. Li sentivo premere sul corpo, nella testa, riempirmi i polmoni come acqua. Quell'uomo è più tormentato di quanto voglia darci a vedere... Tutto, in Pitch, è paura e dolore, più di quanto potrai mai sopportarne in vita tua, Calmoniglio. >>

<< Non l'avrei mai detto, vedi un po' i casi della vita! >> rispose lui, in tono spavaldo.

<< Ovviamente non hai capito un corno di quanto ho detto! Voglio dire, che ho avuto l'impressione che quella non fosse la paura dei bambini. Anzi, sono sicura e pronta a giurarti, che una minuscola parte di lui avesse paura! È come... >>

Si interruppe, sospirando frustrata portandosi la mano alla tempia. Sentì delle piccole dita stringersi rassicuranti sull'altra e guardò in basso: Sandy le restituì uno sguardo incoraggiante e lei sentì crescere fragile dentro di lei un senso di chiarezza.

Gli altri Guardiani la guardavano come a non volersi perdere una sua sola parola. L'Uomo nella Luna fece un cenno silenzioso col capo, incoraggiandola a proseguire.

<< Ho visto il suo cuore, e so quello che ho visto. E io ho visto che Pitch, nel suo intimo, è spaventato come un bambino dai suoi stessi poteri! >>

I Guardiani si lanciarono sguardi perplessi, indecisi su cosa credere.

<< Ma ormai non ha più importanza. Pitch ci lascerà in pace per un bel po', ammesso che sia sopravvissuto. Andiamo, io ho un intero universo da rimettere al suo posto! >>

<< Sicura... di sentirti bene? >> azzardò Dentolina, fluttuandole accanto.

<< Ho avuto momenti migliori, in effetti. Ma mi sentirò meglio quando tutta questa storia sarà finita, nel nome delle Pleiadi! >>


<< Aspettatemi qui, dentro potrebbe essere pericoloso! >>

Si calò all'interno dell'albero cavo e scivolò lungo il passaggio circolare, atterrando sul pavimento con un sonoro schiocco di tacchi. Quasi immediatamente udì un sibilo provenire da dove era appena arrivata e un istante dopo Jack fece irruzione nella stanza, come un tappo saltato via dalla bottiglia di champagne.

<< Mi era sembrato di avervi detto di aspettarmi fuori! >> puntualizzò la ragazza, guardandolo con il sopracciglio inarcato.

<< Non volevo perdermi lo spettacolo, ovvio! Cosa diavolo..? >>

Jack aveva puntato lo sguardo oltre di lei, e Bellatrix si voltò, incuriosita. La voragine nera che lui aveva visto l'ultima volta era avanzata fin quasi alla metà della stanza. I ragazzi potevano vedere chiaramente l'abisso infinito che a poco a poco aveva attaccato anche la parte inferiore delle pareti, come una grande macchia di umido.

<< Ahi, ahi, ahi. Non ci voleva proprio. Dico bene? >> osservò Bellatrix, in tono tutt'altro che preoccupato.

Con sommo stupore, Jack la vide sorridere con aria furbetta.

La osservò esterrefatto, mentre lei alzava le mani sul petto con i palmi rivolti davanti a sé, come appoggiati a un vetro invisibile. Piegò il busto in avanti e lentamente, quasi con sforzo, iniziò a stendere le braccia. Il sudore le imperlò immediatamente la fronte, ma anche se gli arti le tremavano quasi senza controllo lei mantenne la presa. Man mano che le sue mani si allontanavano dal corpo, la grande voragine nera arretrava, fino a essere di nuovo confinata dall'altro lato della porta.

La ragazza si voltò sorridendogli e lui sentì naturale il bisogno di fare lo stesso.

Poi, senza alcun preavviso, crollò di nuovo sulle ginocchia, con un grido strozzato. Jack le fu subito accanto, il sorriso rimpiazzato da una smorfia preoccupata.

Il volto della ragazza era pallido e lucido, le labbra esangui.

<< Bellatrix! >> la chiamò forte lui.

<< Tutto bene, sto bene. Non preoccuparti, Jack >> .

La aiutò a rialzarsi e lei si aggrappò alla sua spalla, le unghie conficcate nella sua pelle. Rimasero immobili diverse decine di secondi, l'uno con un fascio di nervi pronti a saltare e lei con il volto chino in avanti, i capelli a schermarla dal suo sguardo. Jack ascoltò il suo respiro lento e pesante regolarizzarsi poco a poco, tenendola stretta per il braccio.

A un tratto lei si divincolò, gli afferrò entrambe le mani e piroettò su sé stessa, trascinandolo con sé in un giro completo, la sua risata che rimbalzava contro le pareti spoglie. Jack rise con lei senza sapere il motivo di tanta euforia, sentendo la preoccupazione scivolargli via di dosso come acqua calda.

Un attimo dopo lei si era staccata, fiondandosi di nuovo su per il passaggio.

<< Dove vai? >> le urlò Jack, ridendo ancora.

<< A chiamare gli altri, ovviamente! Non voglio che si perdano lo spettacolo! >>

La ragazza schizzò fuori dall'albero cavo e si acquattò su uno dei rami più alti, attirando l'attenzione del gruppo ancora radunato sulle sue radici e facendo pollice alto.

<< Dacci dentro, Calmoniglio! >>

Il Guardiano della Speranza le lanciò un'occhiata d'intesa e batté due rapide volte sul terreno, che si aprì sotto i piedi degli altri Guardiani, facendoli sparire nel sottosuolo.

Soltanto l'Uomo nella Luna rimase indietro, rigirandosi la propria scorza tra le dita diafane.

<< Ma... Manny? >>

I due si guardarono intensamente, ma la ragazza non ricevette risposta alcuna.

Allora smise di far ciondolare le gambe, si appese al ramo sul quale si era appollaiata e si diede una forte spinta con un colpo di reni. Atterrò accanto a lui e si rialzò, sfregandosi le mani dalla polvere.

<< Tutto bene, Manny? >>

L'essere le rivolse uno sguardo dolce e sorrise, porgendole la piccola luna. Bellatrix lasciò che lui la depositasse sui suoi palmi uniti a coppa, continuando a non capire.

Poi l'Uomo nella Luna stese le proprie mani sulle sue e il suo corpo fu avvolto da un alone sfavillante, così caldo e intenso che lei dovette chiudere gli occhi per non restarne accecata. Quando li riaprì, sia la luce che lo stesso Manny erano spariti. Dopo un attimo di smarrimento, abbassò lo sguardo sulla piccola luna che giaceva tra le sue mani e sorrise.

<< Andiamo a casa, Uomo nella Luna! >>



Erano tutti accalcati attorno alla porta della Stanza dell'Universo, in trepidante attesa.

Bellatrix era ferma sull'orlo estremo della soglia, gli occhi affondati nel buio più intenso.

<< Pronti per lo spettacolo pirotecnico? >> chiese voltandosi, mentre stringeva il globo cristallino alto nella mano destra.

<< Quando vuoi! >> rispose Nord, con un ampio sorriso.

La ragazza gli sorrise a sua volta, si voltò di nuovo e, dopo un attimo di esitazione, lanciò il globo oltre la porta.

L'oggetto descrisse un ampio arco e dopo qualche secondo iniziò a precipitare.

<< Adesso, Jack! >>

Il ragazzo era pronto. Dal bastone si sprigionò un dardo di ghiaccio che colpì la sfera, mandandola in mille pezzi. Al momento dell'impatto ci fu un'esplosione, e una luce bianco-azzurrina si propagò nell'ambiente circostante. L'onda d'urto investì in pieno i Guardiani, mentre ciò che era stato compresso e rinchiuso per tanto tempo si espandeva in tutte le direzioni, riappropriandosi del proprio legittimo spazio. Jack riaprì gli occhi: ovunque posasse gli occhi, piccole sfere di ogni colore fluttuavano pigri nella penombra. In alcuni punti, poi, vedeva delle strane nuvole, più nere dell'oscurità che le attorniava.

<< Ci vorrà un po' prima che tutta la sabbia di Pitch sia neutralizzata. Ma prima di tutto... >>

Lanciò un'occhiata significativa a Sandy e si buttò oltre le soglia. L'ometto la seguì senza esitazioni ed insieme fluttuarono privi di peso tra innumerevoli corpi celesti. Jack li vide quasi sparire divorati dal buio, mentre si affaccendavano laboriosi attorno a questo o quel sistema planetario. E man mano che si spostavano da un estremo all'altro che gli occhi dei Guardiani potessero cogliere, più l'oscurità stessa sembrava arretrare, finché fu di nuovo trapunta di decine di migliaia di diamanti luminosi.

Erano passate diverse ore e ormai la maggior parte della sabbia nera era stata convertita ed eliminata. Mancava un'ultima cosa: riposizionare la luna all'interno della sua orbita.

La Terra ruotava lenta e placida assieme ai pianeti suoi compagni, incurante del torto che le era stato arrecato con la sottrazione del proprio satellite. Bellatrix aprì piano la mano e la luna fluttuò tranquilla al suo posto, come se al contrario fosse pienamente consapevole di stare tornando al posto cui era destinata.

<< Stammi bene, Manny! >> mormorò la ragazza, avvertendo uno strano nodo alla gola. Sandy allungò la mano e strinse la sua con affetto. Si fissarono a lungo, beandosi della tranquillità che sembrava averli contagiati infiltrandosi sotto la loro pelle. Con le dita intrecciate in un legame che andava ben oltre il mero contatto fisico, decisero tacitamente di fare ritorno, ma alla porta nessuno dei Guardiani era rimasto ad attenderli. Con un brutto presentimento, i due si scambiarono uno sguardo terrorizzato. Corsero fuori, dove con un intimo sospiro di sollievo trovarono gli altri quattro. Erano l'uno accanto all'altro, di spalle, e fissavano sbalorditi il cielo gloriosamente stellato, dove una luna alta e maestosa aveva ripreso a vegliare su di loro. Di nuovo, Sandman e Bellatrix si scambiarono uno sguardo sereno e corsero ad unirsi ai loro compagni. Bellatrix colse Jack alle spalle, cingendogli la gola con le braccia senza riuscire a reprimere una risata cristallina. Jack, colto di sorpresa, cercò di sbrogliarsela di dosso buttandosi a terra, ridendo più forte di lei. I due ingaggiarono una lotta giocosa finché la ragazza si trovò a torreggiare sopra di lui. Il ragazzo restò diversi istanti a fissarla con un vago senso di meraviglia dipinto negli occhi azzurri, poi raddrizzò il busto e la abbracciò di slancio. Bellatrix rimase immobile, le braccia rigide lungo i fianchi e lo sguardo fisso. Sentiva le sue mani e la guancia di lui gelide contro la pelle. Alla fine ricambiò l'abbraccio, ma quasi subito provò il forte desiderio di staccarsi da lui e tirarsi in piedi. Lo aiutò a rialzarsi e, dopo un attimo in cui l'imbarazzo sembrò prendere il sopravvento, corse ad abbracciare Dentolina, per poi passare a Calmoniglio.

<< Ah, no! Mi dispiace, ma io non amo molto gli abbracci! >> si giustificò lui, nascondendo le mani dietro alla schiena.

<< Non fare guastafeste, Calmoniglio! >>

La stretta fu istantanea. Bellatrix si ritrovò strizzata tra il coniglio di Pasqua e l'Omino dei Sogni, con le braccia massicce di Nord che le spremevano l'aria fuori dai polmoni e la sua voce ilare che le trapanava le orecchie feline. La loro risata collettiva esplose nella radura, genuina, chiara e liberatoria dopo tanta angoscia, così forte che perfino la Luna non avrebbe potuto non sentirle.






A. A.

Di nuovo, mi sono ricordata solo adesso di aggiornare! Prima o poi capiterà che salterò un aggiornamento, ne sono certa...

Ma per intanto ecco che la Stanza dell'Universo è tornata dove doveva, col sollievo di tutti quelli che ci hanno avuto a che fare! E da qui esce di scena l'Uomo nella Luna, che pure ha avuto una parte abbastanza marginale.... Ero molto indecisa sul titolo del capitolo, ma alla fine ho pensato a quello corrente per dargli un po' più di attenzioni... Insomma, più o meno...

Avrei sicuramente altro da dire a pensarci su con un po' più di calma, ma dato il periodo sono indietro con ll'impacchettamento dei regali, e siccome sono un'imbranata cronica ci sto mettendo più del dovuto...

Va beh, ad ogni buon conto ci vediamo al prossimo aggiornamento, che sarà lunedì della settimana l'altra... Perciò buone feste!

E se vedete Nord da qualche parte ditegli che sto ancora aspettando la mia lettera d'ammissione ad Hogwarts, grazie! :3



Tec :D








  
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