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Autore: futacookies    20/12/2015    1 recensioni
{Draco Malfoy!centric • raccolta di flashfic}
Dal capitolo 1: "L'arte di mentire"
Era il più grande ostacolo di se stesso – era la maschera che desiderava indossare ogni giorno, con troppe minacce e nessuna possibilità di realizzarle. Era qualcuno che non conosceva davvero, con la mente confusa tra sogni e frottole, incapace di riconoscersi allo specchio. Era il disagio che provava guardandosi allo specchio, quando un paio di occhi estranei gli rimandavano uno sguardo perso e spaventato – ti fideresti di qualcuno con il tuo stesso sguardo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Pansy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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NdA: sono stanca. Tanto. Nulla di nuovo, praticamente. Tuttavia, sono una maledetta procrastinatrice e prima proprio non potevo scrivere. Non sono molto convinta della storia – in effetti, la reputo alquanto sconclusionata – ma è tardi e devo ancora studiare arte, quindi non c’è tempo di revisionarla abbastanza a lungo da farmela piacere.
Per il resto, alla fine.
P.s.: il titolo è un po’ una grande contraddizione. Prima di tutto, perché tendenzialmente il discorso è incentrato su Tiger, ma è al plurale – perché parlando di Tiger non si poteva non citare almeno una volta Goyle. Poi perché alla fine quanto detto nel titolo viene completamente smentito. Tuttavia, sono convinta che lasci intendere sia l’idea generale della storia, che ciò di cui Draco cerca disperatamente di convincersi.
Buona lettura, Fede ♥

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I meno importanti 
~ III

Si dice che si apprezzi qualcosa soltanto nel momento in cui la si perda. Questo detto aveva raggiunto notevole fama negli alloggi Serpeverde, considerando l’abitudine di molti studenti di definire come “dovuto” quanto avevano.
Draco sorrise amaro, seduto dinanzi al fuoco che sembrava contrastare lievemente l’umidità dei sotterranei – se solo avesse saputo, avrebbe apprezzato.
Avrebbe apprezzato la presenza e la compagnia di Tiger nei lunghi pomeriggi in cui era costretto a studiare, nei giorni in cui aveva bisogno che qualcuno gli desse ragione, nei momenti in cui aveva la disperata necessità di non sentirsi in colpa – perché non l’aveva costretto a seguirlo nella Stanza delle Necessità, perché era venuto di sua spontanea volontà, perché era stato l’artefice della sua stessa morte.
Eppure, non sarebbe morto, se non fosse stato suo amico – “amico”, parola comoda da usare. Aveva mai avuto, con lui, o con Goyle, un vero rapporto d’amicizia? Era mai andato oltre il puro servilismo che sembrava legarli a lui? Leggeva il distacco negli occhi di Goyle e capiva, sapeva in qualche modo che anche Tiger avrebbe fatto lo stesso, perché loro sì, che erano amici.
E dunque, se non erano mai stati amici, perché ogni giorno s’incolpava per la sua assenza? Ogni volta che lo sguardo gli cadeva sul suo baldacchino vuoto, riusciva ad udire la voce di suo padre che lo incoraggiava, nell’infanzia, a non soffrire per la mancanza delle persone meno importanti. “Le persone meno importanti”, diceva, “sono quelle di cui non hai bisogno.”
Ma egli aveva bisogno di Tiger, per smettere di sentirsi in colpa – così come aveva avuto bisogno di entrambi, di Tiger e di Goyle, per l’intera carriera scolastica. Qualcuno che prendesse le punizioni al suo posto, che potesse imporsi con quella violenza fisica di cui non disponeva, che assentisse ad ogni sua frase, procurandogli l’autostima che gli era necessaria.
Quindi, Tiger era importante – anche Goyle, certo, ma Goyle era lì. Se lo avesse chiamato, avrebbe risposto. Era carne e ossa, non cenere mischiata a polvere. Tiger era importante e non l’aveva mai capito, perché non l’aveva mai apprezzato. A volte si chiedeva come si potesse apprezzare un ragazzo fatto di ciccia e di qualche muscolo, senza una propria personalità.
Era costretto a darsi una risposta quando faceva una battuta – simpatica o meno che fosse – e non udiva nessuna risata grassa e sguaiata; era costretto a darsi una risposta quando tutti gli voltavano le spalle e non sapeva più a chi rivolgersi; era costretto a darsi una risposta quando veniva contraddetto e non c’era più modo di riavere la ragione persa.
Tiger era importante. Se l’avesse saputo, Draco avrebbe apprezzato.

 


Note dell’autrice: eccoci dunque alla fine. Per quanti sono riusciti a trovare un senso e farsi piacere questa storia – be’, avete la mia stima! Come detto sopra, sono abbastanza convinta che sia un discorso senza capo né coda, ma dato che il tempo stringe mi sono dovuta accontentare.
Veniamo al dunque. La storia è chiaramente ambientata nel post-guerra, quindi dopo la morte di Tiger. Il tema principale – non lo so, qual è il tema principale, ma dovrebbe essere qualcosa sul rimpianto di Draco, e un’analisi tra le righe del loro rapporto. Anche se potrebbe essere un’analisi diretta e io potrei non essermene accorta. Ecco. Capita.
Scherzi a parte, credo di dover giustificare in parte la caratterizzazione di Draco – cosa che credo di aver già in arte fatto nella storia, ma la sicurezza non è mai troppa. Quello che andrebbe giustificato è principalmente il rimorso che prova per la morte di Tiger e la possibilità che lo apprezzi davvero soltanto dopo la sua morte. Per quanto riguarda il primo punto, posso dire che si potrebbe considerare come una forma di codardia – prova rimorso perché ha paura di essere la causa effettiva della morte di Tiger, quindi è spaventato dall’idea che la sua convinzione non solo possa essere vera, ma che possa essere la stessa di Goyle e che possa diffondersi tra i suoi compagni.
Per il secondo punto, be’, l’ho scritto anche all’interno della storia: tra i Serpeverde c’è l’abitudine di dare per scontate le cose che hanno – che si tratti di oggetti o affetti – quindi, prendendo questa mia convinzione come dato di fatto – e pensando che è anche in linea con molte delle caratteristiche principali dei Serpeverde – possiamo dire che Draco riesca ad apprezzare Tiger non perché ne senta la mancanza – almeno inizialmente – ma perché ne ha bisogno e non lui non c’è più.
Riguardo alcune menzioni a Goyle, spero che non siano state troppo invadenti, o che abbiano distolto l’attenzione dell’analisi del rapporto tra Draco e Tiger, ma era proprio difficile parlare di uno senza menzionare l’altro, e dato che sono gli unici “amici” canonicamente attestati nel libri, la scelta era estremamente limitata.
Credo di aver esaurito le cose da dire – anche perché tutte le altre credo siano di facile comprensione – quindi spero che abbiate apprezzato la lettura (e che non ci siano strafalcioni grammaticali, data l’ora e la povera condizione del mio cervello)!
Fede ♥
  
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