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Autore: starmoon    21/12/2015    2 recensioni
L'aeroporto è pieno di passeggeri, tra i tanti una famiglia entra velocemente dalla porta di vetro dell'ingresso. Emma Swan corre veloce verso la biglietteria, dietro di lei Killian Jones cammina con un passo più moderato, trascinando con se due grossi trolley. Emma appoggia le braccia sul bancone prendendo dalla borsa i soldi per i biglietti. La ragazza da dietro il bancone osserva la donna muoversi con velocità. Emma da i soldi dopo averli contati.
Emma: quattro biglietti per Storybook
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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First clues

 

 

Hanna segna delle X nella lista. Gli occhi blu non si staccano dal foglio. Regina poggia sul tavolo una tazza di latte fumante, sa quanto sua figlia lo adori. La donna indossa un vestito nero, stretto, nel suo stile. I capelli corti e neri lasciati sciolti. La cucina di Regina è perfettamente in ordine. 

Regina: non ti stancherai troppo con questa organizzazione?

Hanna: sono la figlia del sindaco devo esserne all'altezza 

Hanna non parla molto, ma quando lo fa ha sempre un tono duro e schietto, ama dire le cose subito, non le piacciono i giri di parola. 

Regina scuote il capo e si siede di fronte alla ragazza, il profumo del caffè invade la stanza, Regina si alza di colpo spegnendo il gas prima di bruciarlo. 

Robin: le mie donne preferite 

Robin entra nella cucina, avanza verso Hanna dandole un bacio fugane sulla guancia, Hanna non si muove più di tanto, ma gli sorride per poi continuare nella sua lista. Robin si avvicina a Regina baciandola. 

Hanna: devo andarmene o le smancerie sono finite? 

Hanna alza lo sguardo furbo, Regina e Robin si staccano immediatamente. Hanna si alza dalla sedia prendendo con se la sua tazza di latte ancora fumante. 

Hanna: lo bevo in camera mia 

Hanna esce dalla stanza lasciando i due coniugi da soli. Regina serve il caffè appena fatto in una tazza nera. Robin la prende tra le mani. 

Regina: allora cosa ne pensi di questa storia?

Robin: parli delle cose strane che avvengono in questa città?

Robin alza le sopracciglia e beve un sorso del caffè. Come al solito Regina mette sempre poco zucchero, ma Robin non si lamenta, gli va bene così. 

Robin: penso che non importa cosa arrivi, saremo pronti 

Le parole di incoraggiamento del marito risollevano il morale della donna. Regina beve il suo caffè guardandolo, nel suo sguardo c'è un'amore profondo, la felicità per il suo lieto fine. 

Robin: a proposito l'albero di Natale è già in salotto, aspetta solo noi 

Regina lo guarda scettica, non ama molto queste tradizioni, non fanno parte del loro mondo, ma la città si è adeguata alla Terra ormai.

 

Elizabeth dorme, il sole filtra dalla tenda lilla della camera delle ragazze. Sente un suono familiare. Apre le palpebre lentamente, il suono insopportabile della sveglia è un continuo ticchettare di qualcosa di incomprensibile. Sbuffa, stropicciassi gli occhi, detesta alzarsi dal letto caldo, se potesse resterebbe li per sempre, non le importa del mondo in questo momento preciso. La voce di sua madre dal piano di sotto le fa intuire che questo non le è concesso. Svogliatamente si toglie il piumone blu facendolo arrivare ai piedi del letto. Di fronte a lei, la parte della camera di Eve è perfettamente in ordine, ma di lei nessuna traccia. Liz mette i piedi nudi a terra, li ritrae quando con il contatto del pavimento freddo sobbalza. Cerca con lo sguardo le ciabatte bianche pelose, le prende con le mani, faticando un po. Ancora in pigiama scende al piano inferiore, entra nella cucina, i mobili panna danno una luce calorosa all'intera stanza. Nota subito l'assenza di sua sorella, ma non dice nulla, si limita ad aprire il frigo sotto gli occhi indagatori di sua madre. Emma segue ogni suo movimento. Liz non dice nulla, prende del latte e lo versa nel pentolino più piccolo che trova nella credenza. 

Emma: buongiorno anche a te 

Liz mugugna qualcosa di incomprensibile, detesta parlare di prima mattina e detesta soprattutto quando le si fanno delle domande, ma visti i precedenti può comprendere sua madre. 

Emma: non sei un po' in ritardo?

Liz si limita ad annuire mordendo un biscotto che si trovava nel cestino sulla tavola. Starnutisce improvvisamente, di rimando porta la mano davanti alla bocca. Fa un piccolo ruggito, Emma a stento riesce a trattenere una risata. 

Liz: non è divertente 

La voce della ragazza è diventata leggermente nasale. Liz porta il capo verso l'alto imprecando contro non si sa chi. 

Liz: il raffreddore…oggi 

Liz si alza trascinando i piedi con passo pesante verso il soggiorno. 

 

 

Eveline è arrivata prima a scuola, non voleva affrontare nuovamente sua sorella. Si muove con eleganza, i corridoi della scuola sono semivuoti. Ancora mancano una manciata di minuti e nessuno a voglia di andare a scuola prima. Eve si ferma di fronte al suo armadietto. 

 

 

Eve non è l'unica che è arrivata di mattina presto. Neal è seduto sulle panchine della palestra interna. I ragazzi scelti per organizzare il ballo di fine anno sono in cinque e lui è stato contattato da uno di loro per la musica, dovevano parlare proprio in quel momento, ma fin ora degli organizzatori nemmeno l'ombra. Neal sbuffa, si mette in piedi raccogliendo lo zaino che aveva appoggiato a terra. Dei passi, quasi piccoli tamburelli: tacchi. Hanna avanza verso uno scrivania messa appositamente per loro organizzatori, sopra di esse ci sono un sacco di scartoffie che alla vista di Neal sembrano il demonio in persona. Il ragazzo la guarda camminare con fierezza verso di essa, quasi lo mette in soggezione. Neal scrolla le spalle avvicinandosi alla ragazza. 

Neal: scusa 

Hanna si volta, tiene in mano ancora quella cartellina azzurra piena di appunti e liste. Sembra seccata o forse è solo l'impressione che Neal ha di lei. 

Hanna: se hai qualcosa di interessante da dirmi okay altrimenti ho del lavoro da fare 

Neal ne ha subito la conferma, si morde le labbra sorridendo divertito. 

Neal: yogurt acido di prima mattine eh? comunque siete stati voi a contattarmi per il ballo 

Hanna alza un sopracciglio, fa un sospiro annoiato.

Hanna: il musicista giusto 

Hanna lo guarda studiandolo nei minimi particolari. 

Hanna: sei sexy puoi andare 

Hanna si rivolta, controllando le altre liste. Neal la guarda un attimo shoccato, Hanna non ci fa caso, non da mai troppa retta alle persone. Il biondo annuisce, un sorriso divertito si allarga sul suo volto, fa un passo indietro, per poi voltarsi e andare via dalla palestra. Hanna si volta, stava per dire qualcosa, ma non c'è più nessuno. 

 

 

Liz sale le scale della scuola, si è imbottita con una sciarpa pesantissima, rosa pallido, abbinata al maglione sotto il cappotto panna. Prima di entrare a scuola strofina le mani, il naso piccolo arrossato. Il cappello di lana panna copre metà della  fronte, quasi vicino agli occhi. 

Liam:  che fai qui impalata con questo gelo?

Liam affianca la ragazza, si sporge alla sua sinistra per vederla meglio. Liz si volta alla sua destra. 

Liz: sono protetta! 

Liz indica con gli indici di entrambi le mani il capello pesante. Liz sorride a trentadue denti. Liam fa una smorfia compiaciuta. Indossa anche lui un piumino decisamente pesante. L'aria è davvero fredda questa mattina. Liz sospira, nel farlo un piccola nube esce dalla bocca. 

Liam: ci sarai alla festa questo fine settimana? 

Liz: festa?

Liz poggia di lato la testa, ha un espressione ingenua, da bambina, totalmente diversa dalla gemella Eve. Liam la guarda, il ragazzo ha un espressione intenerita, cosa che Liz trova veramente una cosa strana. 

Liam: prima delle feste natalizie, sarà divertente 

Liz si morde il labbro inferiore, cerca di nascondere il volto distogliendo lo sguardo davanti a se. Liam nota che la ragazza improvvisamente è diventata molto più cupa.

Liz: non sono adatta per le feste 

Liz avanza, lasciandolo indietro. Liam sbatte le palpebre più volte, non è certo che sia successo davvero, anzi non capisce completamente il comportamento della ragazza. 

 

 

Emma entra in quello che ormai è diventato il ritrovo dei Charming e co. Regina tiene le mani conserte, ha una faccia seccata, elegante, come al solito. Snow invece tiene in mano un cestino pieno di prelibatezze natalizie. Emma la guarda, senza parlare, ma Snow risponde, come se non avesse bisogno di sentire nulla. 

Snow: ho pensato che potevano servivi visto quanto tempo dobbiamo perdere 

Regina: infatti, tempo perso, direi di continuare le nostre vite

Emma: dove sono gli uomini 

Emma si guarda intorno, ci sono solo loro donne, la cosa la insospettisce. 

Snow: sono andati a controllare nuovamente la foresta…bosco, mi confondo sempre 

Regina: non siamo nelle favole 

Regina si stacca dalla finestra, sciogliendo le braccia e lasciandole cadere con forza lungo i fianchi. 

Regina: oh una città da organizzare

Regina esce dall'ufficio dello sceriffo lasciando sole madre e figlia. 

Snow: suppongo che sta a noi il compito di controllare le telecamere 

Emma annuisce sedendosi accanto alla madre, nella scrivania del padre. Snow mordicchia una merendina. 

Emma: ho sentito Henry al telefono questa mattina, ci teneva a salutarvi 

Snow: devo chiamarlo qualche giorno, non mi hai detto molto di lui l'ultima volta 

Emma sospira, si toglie il cappotto rosso, ogni tanto lo ritirava fuori dall'armadio. Leva i guanti panna e li poggia sulla scrivania accanto alla sua borsa, non era mai stata un tipo da borse, ma questo era cambiato alla nascita delle gemelle. 

Emma: ha scelto le orme che tutti immaginavamo, lavora in un editoria, si da molto da fare

Snow: non scrive?

Emma sorride, un sorriso genuino. 

Emma: certo, ma non è facile nel mondo reale…come ha detto Regina non siamo nelle favole 

Emma distoglie lo sguardo da sua madre, si concentra sulle telecamere, vorrebbe che queste storie nei nuovi cattivi finissero una volta per sempre. E' difficile tornare ad essere la Salvatrice dopo anni di vita normale. 

 

 

Eve si guarda intorno, durante la ricreazione solitamente sapeva dove sedersi: il posto dei popolari. Per lei era la regola, era una cosa importante. Adesso si guarda intorno, sono tutti occupati, non si capisce bene chi sia popolare o meno, una cosa che non aveva mai visto. Cerca con lo sguardo la sorella, ma sembra non essere nemmeno presente nella piccola mensa. 

Liam: ti sei persa?

Eve sbuffa e fa una smorfia. 

Eve: non ho idea di dove sedermi, qui siete tutti così uniti 

Eve lo dice con un tono strano per Liam, quasi dispregiativo. Eve lo nota, a volte non riesce a farne a meno. 

Eve: scusa non volevo dire questo 

Liam: tranquilla, non mi offendo..è una cosa carina. 

Liam sorride, un sorriso furbo, malizioso, dal resto lo fa sempre, pensa Eveline. 

I due sono davanti ad uno dei tavoli occupati, tra i presenti c'è Layla, parla con una ragazza decisamente bella, è nella classe con le gemelle. Due profondissimi occhi azzurri, lo stesso colore nel mare, un trucco molto marcato e i capelli neri perfettamente lisci. 

Liam: Tom prendi una sedia 

Tom: andiamo sto finendo il panino 

Liam si avvicina all'amico, con un gesto veloce e di scatto toglie la sedia al ragazzo facendolo cadere. 

Liam: così siamo pari 

 

 

Liam ride divertito, Tom lo guarda male, ma non dice nulla, sa benissimo a cosa si riferisce il ragazzo, uno dei suoi soliti scherzi, Tom è famoso per questo. Eve lo guarda, non lo aveva ancora notato tra i ragazzi. E' biondissimo, occhi azzurri, ha un aria quasi angelica, ma ha un espressione da sbruffone. Il modo in cui si muove, il modo in cui gesticola e parla. Eve ha sempre avuto una certa diffidenza per i tipo come lui. Tom la guarda, capendo solo adesso perché l'amico gli ha preso la sedia, un sorriso smagliante si allarga sul suo viso, da una gomitata a Liam dicendogli qualcosa all'orecchio, qualcosa che lei chiaramente non riesce a sentire. Eve si volta di scatto, aveva quasi un presentimento, in effetti non si sbagliata, riconoscerebbe subito il profumo di vaniglia di sua sorella, ama pazzamente quella fragranza, nonostante non sembri Eve sa tutto di lei e ama sapere di essere l'unica a sapere questi particolari. Non è sola, Neal si è avvicinato per salutare Liam e i ragazzi. Tom gli batte il cinque, chiaramente tutti conoscono tutti, tranne le due gemelle, pensa Eve. Liz guarda Eve, entrambe in imbarazzo, per la prima volta si sentono nello stesso modo, in piedi di fronte ad un sacco di persone nuove che non conoscono. 

Eve: come va?

Liz alza lo sguardo, non si aspettava di certo che le parlasse come se nulla fosse, ma Eve aveva calcolato che li non avrebbe potuto fare scenate e aveva una voglia immensa di parlarle, dirle quello che veramente le passava per la testa, ma prima di tutto doveva avere nuovamente la sua fiducia, anche a costo di sembrare calcolata. 

Liz: bene 

Liz si sente oppressa, Neal ci sta mettendo un sacco, certo è normale che si metta a parlare con i suoi amici, ma lei si sente osservata, in effetti tutti gli occhi sono puntati sulle gemelle. 

Eve: più tardi possiamo parlare devo dirti una cosa 

Liz capisce il gioco, o meglio il suo chiederlo li di fronte a tutti, un po' come a costringerla ad ascoltarla, annuisce, nonostante vorrebbe dirle di no è curiosa. 

Tom: belle nipotine ti sei trovato 

Tom da una pacca al ragazzo, Neal scuote il capo, ormai è abituato al modo schietto e senza regole del ragazzo. Tom dice quello che pensa, quando lo pensa, senza peli sulla lingua, è molto simile ad Eve per questo. 

Neal: esatto mie nipoti quindi occhio 

Neal da lontano gli fa segno che lo controlla, mentre raggiunge le due nipoti. 

Neal si rivolge a Eve, non gli sembra giusto che lei stia sola, anche perché vorrebbe conoscerla meglio, lui è fatto così, introverso, chiuso, ma di buon cuore. 

Neal: ti vuoi unire a noi? 

Liz guarda Neal non capendo dove vuole andare a parare, a volte dimentica che è zio di entrambe, ma rimane in silenzio. 

Liam era ritornato con una sedia in più, guarda Eve andare via, gli aveva procurato un posto, scuote il capo.

Tom: le donne vanno trattate con i piedi 

Tom è sempre brutale, a volte anche troppo. Liam fa un gesto per zittirlo. 

Liam: non aggiungere altro 

Liam assume un altro sguardo, non sembra affatto tranquillo, per un attimo assume lo stesso sguardo arrabbiato di suo padre. Una rabbia inesplosa che si porta dentro, che non lascia intravedere a nessuno. 

 

Regina controlla le scartoffie che ogni giorno deve firmare, è ormai ora di tornare a casa, Robin la starà aspettando. Si alza dalla poltrona infilandosi la giacca nera, un cappotto precisamente. prende alcune carte più urgenti, tra le tante ne vede una diversa, sembra un foglio normale, non ricordava di aver mai scritto su dei quaderni da scuola. Prende il foglio tra le mani curiosa, i suoi occhi indagatori riconoscono il contenuto, o almeno qualcosa di simile.

 

 

Eve segue Neal, sono seduti nella vecchia biblioteca, nessuno va mai li, ci sono libri impolverati e il custode è più assente che presente. Eve fa la conoscenza di Jackson e Connor, li trova simpatici, un po' capisce Liz del perché passa tanto tempo con loro, forse di più di quanto sta in casa ultimamente. 

 

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Liz invece è stranamente silenziosa, si alza una volta finito il panino. 

Liz: ho dimenticato una cosa ci vediamo dopo in classe 

Liz esce subito dalla stanza, non da il tempo nemmeno agli altri di dire qualcosa. Jackson la guarda, ha intuito il problema, ma vuole lasciarle il suo spazio. Liz si ritrova senza farci caso fuori in cortile, nonostante il freddo, le mani congelate e il naso rosso, si nasconde dentro quella giacchetta rosa. 

Liam: cosa ci fai qui?

Liam si volta, appoggiato alla ringhiera delle scale, proprio all'entrata della scuola. Liz lo guarda confusa, per la seconda volta si incontrano li, una strana e bizzarra coincidenza. Liam sembra turbato, lo si nota dal modo in cui tiene la sigaretta, Liz apre e chiude più volte le palpebre, era la prima persona che vedeva fumare, era un po' strano, quel posto sembrava così idilliaco e perfetto, come una bolla fuori dal mondo, ma Liam in quel gesto era più vicino al mondo reale di tutto l'intero paese. Liam si stacca, spegne la sigaretta con fare brusco, sembra un'altra persona. 

Liz: potrei dire lo stesso di te, non sapevo che…fumassi 

Liam guarda la sigaretta, non ne va fiero, ma ha bisogno di qualcosa che lo calmi. Liam si avvicina alla ragazza, questa volta è chiaro che qualcosa la turba, già dalla mattina si era chiesto se era stata colpa sua, per via di quella conversazione. Ma Liz non si ritrae, anzi non sembra turbata dalla sua presenza, ne infastidita, semplicemente si stringe nelle spalle per via del vento, trema dal freddo, ma non vuole rientrare. 

Liam: avevo bisogno di pensare 

Liz: è vai fuori per questo? fa freddo 

Liz abbozza un sorriso, una smorfia, ricorda molto Eve in questo momento, Liam abbassa gli occhi, poi li rialza sulla ragazza, è difficile non guardare quelli verdi di lei, sono particolari, gli ricordano gli occhi dei gatti. Sono occhi dolci, non ne aveva visto molti come i suoi, trasparenti, poteva leggerci tutto di lei dai suoi occhi e in questo momento era chiaro come il sole che qualcosa la turbava. 

Liam: e allora tu? cosa ci fai qui visto che stai tremando 

Liam mentre dice si sfila la giacca, lo fa involontariamente, sa che va fatto, non è una questione di galanteria, ma qualcosa che gli viene naturale, non riesce a vederla tremare dal freddo e starsene senza far nulla. Liam appoggia la giacca blu sulle piccole spalle di Liz, la ragazza si volta alla sua destra ritrovando il viso di lui a pochi centimetri da lei, lui abbozza un sorriso sincero. 

Liz: che fai?

Liam: fa freddo allora mi dici cosa ci fai qui?

Liz stringe i denti senza darlo a vedere, ma Liam nota il movimento delle labbra, capisce che non vuole parlarle e non vuole forzarla, ma voleva sapere come stava, non ci badava molto se lei rispondesse o meno, gli bastava vedere una sua reazione. 

Liz: oggi mi sono ricordata di come ero a New York 

Liam incuriosito si siede sulle scalinate, Liz lo segue affiancandolo. I due sono vicini, le loro spalle di possono toccare tranquillamente, ma non c'è  imbarazzo tra i due, almeno così sembra. Liz guarda a terra, non è facile per lei aprirsi, ma Liam non la conosce, le viene più facile. 

Liz: A New York le cose erano ben diverse da qui..la gente... alla gente non importava di me, io ero solo la sorella sfigata di Eve, se per caso venivo pure derisa…- Liz si blocca per un secondo. 

Liz: ho imparato a difendermi, ho imparato a tirare fuori le unghie se necessario, ma oggi tu mi hai detto del ballo e io ho ricordato tutte le volte che ci sono andata da sola o che sono rimasta a casa…non che sia importante per me il ballo, ma fa male vedere che il mondo intero preferisce lei perché è bella, sociale, divertente…mentre io sono così cupa e…

Liam: è timida 

Liz si volta di scatto verso di lui, non si aspettava questa affermazione.

Liam: se vuoi un consiglio, lascia perdere la competizione con tua sorella, sei una persona meravigliosa già così come sei 

Liam la guarda convinto di quello che dice, non c'è segno di cedimento, poi nota lo stupore negli occhi di Liz, le guance imporporarsi di colpo. Si rende conto che quello che ha detto può risultare quasi romantico. I due si guardano per una manciata di secondi, non sanno bene cosa dire. Liz è colpita fortemente da quelle parole, che nessuno le aveva mai detto, certo fatta eccezione per suoi genitori, forse riesce a credere di più in se stessa. Liz distoglie lo sguardo, come se quel movimento veloce del suo cuore le stesse dando un segnale bello e forte. Strofina le mani sulle gambe coperte dai jeans. 

Liam: la ricreazione sarà finita da un po' 

Liz annuisce alzandosi nella stesso momento del ragazzo. Liam non sa più che dire. 

Liz: ci vediamo in giro 

Liz cammina veloce lungo le scale, vuole scappare da li, sente le guance andare in fiamme. Entra nel corridoio chiudendosi alle spalle la porta, i ragazzi si muovono in fretta per entrare in classe. 

Liam si guarda intorno, il cortile vuoto, per un momento non aveva pensato a tutte le cose negative della sua vita. 

 

Neal ha chiesto un ora di permesso per poter uscire dalla classe e andare dagli organizzatori, entra in palestra, rispetto alla mattina era molto più addobbata, una cosa che non aveva mai visto in quella scuola. Avanza senza inciampare nelle decorazioni che si trovano ancora sul pavimento arancione. Tra gli organizzatori ci sono Hanna e Layla, la seconda la conosce da anni ormai, ma non ha mai avuto un vero rapporto con la ragazza. Uno degli organizzatori è Junior, un ragazzo magrolino con gli occhiali, ha un aria da nerd, ma sa il fatto suo, è stato lui a contattarlo. 

Hanna: sei tornato

Hanna da lontano lo guarda, Neal alza la mano salutandola, tra i due c'è uno sguardo quasi di sfida. Junior lascia andare il pacco con cui sta trafficando e si avvicina al ragazzo. 

Junior: vorremmo sentire la tua voce dal vivo, loro non sanno come canti, gli ho detto che possono fidarsi, ma a quanto pare non si fidano dei miei gusti

Neal istintivamente si volta verso Hanna, aveva capito che era stata lei, le sorride divertito, è una sfida per lui. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=Pm5duOz4bBw&spfreload=10

 

Il microfono attaccato alla bocca del ragazzo, non tocca il microfono, ma tiene le mani occupate sulla chitarra, anche se ha la base che lo accompagna. Hanna lo guarda, voleva metterlo alla prova, i due si guardano divertiti, è un gioco ormai.

 

L'uscita della scuola è sempre il momento preferito da tutti, sono le quattro precise. Eve guarda il cortile pieno di ragazzi che vanno via. Tra tanti riconosce la figura di Liam che va via, sta per oltrepassare il cancello, corre verso di lui. 

Eve: Liam 

Il ragazzo si gira, ha uno sguardo arrabbiato, deluso. 

Eve: ti ho fatto qualcosa?

Liam: Dio sei così cieca 

Eve lo guarda, non le era mai sembrato così diverso in questo momento, forse quello che aveva pensato di lui non era del tutto vero. 

Liam: mi sono preso cura di te, ti ho trovato un posto e non è questo il punto ma…il fatto che mi hai lasciato li come un cretino a tenerti la sedia, non sono il tuo cane 

Liam si volta lasciandola li da sola. Eve lascia cadere le braccia lungo i fianchi. 

Tom: uhh finalmente il nostro amico ragione con la testa e non beh sa cosa

Eve lo guarda male, il ragazzo era spuntato da chi sa dove, praticamente Eve adesso lo vede ovunque, sembra un fungo. 

Eve: la smetti di fare lo stronzo… non ti conosco ma non fai altro che screditarmi 

Tom la guarda divertito, non lo sorprende più di tanto il suo comportamento. 

Tom: andiamo ti aspetti che la gente ti veda come la stella del cinema, una bella recita che ti sei costruita

Eve: non sai niente di me 

Tom annuisce e poi sposta lo sguardo verso di lei. 

Tom: e tu hai dato per scontato Liam, è il mio migliore amico 

Eve: non mi sembravate tanto amici 

Eve lo punzecchia, incrocia le braccia al petto. Tom, di nuovo, sorride. 

Tom: buona giornata my lady 

Tom si allontana, anche lui la lascia nel bel mezzo di una conversazione, scuote il capo stanca, ma prima di ripartire a camminare si ferma un attimo, era strano che tutti la odiassero. Si volta in cerca dell'unica persona che vorrebbe avere al suo fianco in quel momento, ma tra la folla non c'è ombra di sua sorella. 

 

Neal lascia andare la chitarra ridandola ad uno dei ragazzi che gliela porsa prima. Junior guarda gli altri che si sono zittiti. 

Junior: allora avete ancora dubbi 

Hanna si avvicina a Neal, gli porge dei biglietti, precisamente tre. Il biondo la guarda senza capire. 

Hanna: sono dei passi per poter entrare prima degli altri, fatevi trovare qui sabato alle sei proverete mentre noi finiamo gli ultimi addobbi 

Neal prende tra le mani i pass, guarda la ragazza tra il confuso e l'entusiasta, saluta tutti andando verso l'uscita, ormai è ora di tornare a casa. Layla si avvicina ad Hanna, si conoscono dai tempi dell'asilo. 

Layla: sapevi benissimo come cantava, l'hai sentito l'altro giorno al bar 

Hanna: lo so 

Hanna sorride soddisfatta. 

Layla: lui ti piace

La ragazza mora fa un passo indietro divertita, il suo sorriso si estende sul volto, Hanna la fulmina con lo sguardo. 

Hanna: volevo solo giocare un po' non vuol dire niente 

Layla annuisce decisamente poco convinta.

 

 

Regina entra nella stanza dello sceriffo, era sicura che li avrebbe trovati tutti li a pensare a qualcosa. Si avviva verso la stanza, non bussa nemmeno, non è da lei. 

Regina: ho trovato qualcosa 

Gli occhi puntati su di lei. 

Regina: un incantesimo, qualcosa che non avevo mai visto prima 

Emma si avvicina a lei, Regina le porge il foglio. Ad Emma è famigliare, come un qualcosa che ha già visto. 

Emma: che strana questa scritturo non è nuova di cosa si tratta?

Regina la guarda incerta se rispondere, non sa nemmeno lei la risposta corretta in effetti. 

Regina: un incantesimo di privazione…sembra che privi i poteri per sempre, rendendo il corpo incapace di accettare la magia una cosa mai vista nei miei lunghi anni…deve averlo creato qualcuno davvero potente 

Snow avanza tra i due. 

Snow: pensate sia stato Gold?

Regina sospira, non sentiva da molto quel nome e non era felice di risentirlo. 

Regina: può darsi, ma la scrittura è così femminile 

Emma annuisce, pensa ancora a dove potrebbe averla vista.

 

Jackson e Lizzie sono nella camera di quest'ultima, stanno facendo i compiti insieme, sono quelli per le vacanze, Liz non è convinta di volerli fare, solitamente li faceva sempre all'ultimo minuto, era il suo modus operandi, ma Jackson nonostante sembrava sempre sulle nuvole era alquanto bravo a scuola. Liz era rimasta in silenzio per tutto il tempo, china sui libri. Jackson richiude con forza il libro di matematica. Liz sobbalza guardandolo. 

Jackson: oggi eri strana 

Liz sorride, in mente ha sempre le parole di incoraggiamento di Liam. 

Liz: lo so, è passato non preoccuparti 

Jackson alza le sopracciglia, confuso fa spallucce. 

Jackson: se lo dici tu

Liz: non preoccuparti 

Liz si alza dal letto raggiungendolo nella scrivania. 

Liz: quindi andrai al ballo con gli altri?

Jackson: sono sul palco a suonare 

Liz: è fantastico 

Jackson: pensa potrai vantarti di avere tre cavalieri 

 

La sera fa parecchio freddo nella cittadina, Eve beve un sorso di cioccolata calda, seduta nelle scalinate del portico. Sente una figura accanto a se, ne riconosce il profumo. 

Liz: oggi volevi parlarmi 

Eve la guarda di sfuggita, Liz indossa una coperta rossa, natalizia, ha anche stampato un piccolo pupazzo di neve. 

Eve sospira, per via del freddo dalla bocca le esce del vapore, sembra quasi fumo. Liz guarda di fronte a se, le luci dei giardini intorno alla sua casa sono bellissime, tutte natalizie. 

Eve: mi sono comportata come una stronza, lo faccio sempre, con tutti…io non riesco a farne a meno 

Liz la guarda, l'ascolta. 

Liz: perché mi stai dicendo questo?

Eve: perché io sono fatta così e tu sei il mio opposto 

Liz annuisce e poi torna a guardare il panorama. 

Liz: non ti ho mai chiesto di essere diversa e non ti odio 

Eve la guarda sorpresa. 

Eve: come ci riesci? non essere arrabbiata con me 

Liz: oh non ho detto questo, sono furiosa con te…ma non facciamo che essere così ripetitive, siamo cupe, siamo depresse siamo cattive…dovremmo semplicemente dire basta.

 Le due si sorridono, in quel momento nonostante molte cose non se le fossero dette, per entrambe quel poco andava bene. Un botto, un rumore quasi di sparo. Le due si alzano di scatto, proviene da un paio di isolati da casa loro, si affrettano a correre verso il rumore. Il giardino dove sono arrivate sembra una casa abbondata.. La cosa strana è che non si trova niente. Liz guarda meglio, anche se con il buio che c'è non vede molto, qualcosa si muove. Lentamente si incammina verso di esso, Eve prende il telefono affrettandosi a metterle la torcia, la punta davanti a lei e Liz, c'è un ragazzo, vestito in modo strano, quasi fiabesco, da principe o re, non sanno ben dirlo, la cosa schioccante era la somiglianza spacciata con Liam. 

- Elizabeth 

La voce calda, profonda, lo pronuncia quasi con stupore, lui stesso non crede ai suoi occhi. 

Liz: mi consoci?

Liz e Eve si guardano negli occhi confuse. 

 

 

Il ragazzo sembra messo male, Eve nota sul fianco del sangue, molto sangue, le sorelle non sanno cosa fare, come comportarsi. Il ragazzo sviene accasciandosi a terra, Liz istintivamente va verso di lui abbassandosi per controllare il battito, guarda Eve preoccupata. 

 

 

 

  
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