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Autore: Bookvs    22/12/2015    0 recensioni
Si amavano con gli occhi, e ancora adesso quando si vedono, lei prova quella pungente sensazione allo stomaco di chi si sente vivo, di chi ama.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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In the name of Love
H.S.

Sad Eyes

-Il solito, per favore.-
Il solito è una delle parole che odio di più in assoluto. Mi costringe a ricordare se l'uomo davanti a me preferisce il caffè caldo o freddo, macchiato o lungo, espresso o d'orzo, con un po’ di cacao o un velo di cannella. E non è affatto facile, se ogni giorno ti passano davanti centinaia di volti diversi, con mille storie da raccontare e mille modi diversi di bere il caffè.
-Il solito?- ripeto, incerta, accennando un sorriso.
-Oh, cielo!- esclama il Signore Col Cappello. Ha l'aria spazientita, ma il naso piacevolmente arrossato dal freddo gli dà un'aria buffa. -Caffè lungo macchiato con latte freddo intero, in tazzina, un velo di cacao. E' ovvio, no?-
Mica tanto. Ma sorrido, come sempre, e preparo questo lungo-macchiato-intero-cacao, come direbbe Jul, la cameriera che si occupa dei tavoli. Ha l'odiosa tendenza ad eliminare parole assolutamente necessarie alla comprensione, come se l'unica cosa importante fossero i sostantivi. Julia, metà ispanica e metà inglese, ha straordinari occhi cioccolato a mandorla, incredibilmente brillanti, e labbra a forma di cuore sempre imbronciate che la fanno sembrare una bambina anche all'età di ventitré anni. Beve il caffè ristretto-amaro e ha una cotta per un ragazzo biondo/irlandese che siede al bar ogni mattina, un'acqua minerale davanti, e sfrutta il tempo a sua disposizione per studiare e osservare Jul che corre tra un tavolo e l'altro chiedendo "signori-ordinare?".
-Amy!- mi chiama Jul, passando una mano tra i capelli. -The-limone-ghiaccio-veloce!-
Annuisco, porgendo il caffè al Signore Col Cappello, che nel frattempo assume un'espressione colpevole. -Scusi se sono stato sgrabato, prima, ma sa, mia moglie...-
Quello che amo di più, del lavorare in un caffè, è che noi baristi siamo un po' gli psicologi del duemila. Con il vantaggio che spesso siamo più simpatici e costiamo nettamente di meno. Chiunque può permettersi una breve consulenza per un paio d'euro, in fondo. E così ho visto uomini traditi, donne traditrici, ragazzine con una cotta per qualche adulto, adulti con una cotta per qualche ragazzina (questa categoria si sta espandendo, a dirla tutta). Molte di queste persone sono passate di qui un giorno solo in tutta la loro vita, eppure mi fa piacere che da qualche parte nella rete delle strade della loro esistenza ci sono stata anche io, e ne ho deviata qualcuna, magari. Magari un giorno quell'attore che una volta aveva ordinato un espresso amaro chiedendomi se valeva la pena di fare un provino per un ruolo che proprio non gli piaceva, vincerà un oscar. E magari sarò citata nei ringraziamenti, una cosa come "ringrazio chi mi è stato vicino, mia moglie, mio fratello, e Amy, che davanti a un espresso mi ha consigliato di non perdere mai un'opportunità, perché nella vita bisogna cogliere ogni occasione come se fosse l'unica possibile". Ovviamente tutto questo sarebbe impossibile, perché quel ragazzo non ha idea del fatto che mi chiamo Amy. Forse dovrei farmi un cartellino, insomma, in caso un giorno qualcuno volesse inserirmi nelle dediche di un best-seller o in un articolo su una qualunque cosa, ma non sono sicura che ciò accadrà. La gente spesso è troppo concentrata su se stessa per accorgersi di qualcos'altro.
-Ragazzo-occhi-tristi-ore-tredici-gambe!- mi sussurra Jul all'orecchio, mentre solleva un vassoio ricolmo di pasticcini da portare al tavolo tre.
Occhi Tristi, prima di essere Occhi Tristi, era Occhi Felici. Veniva spesso al Caffè da solo, di mattina presto, ordinava un thè molto caldo, ci versava due bustine di zucchero e scriveva costantemente dentro il suo diario di pelle marrone. Occhi Felici aveva un sorriso che sembrava prendere in giro il mondo, e penetranti occhi verde smeraldo pieni di luce. Era alto, forte, ma i capelli scompigliati a volte gli davano un'aria infantile. Lo osservavo sempre mentre scriveva. Mi guardava e scriveva. I miei occhi calamitati dalla sua immagine, fissi sulle sue labbra, sulle mani, che si muovevano costantemente e interrottamente. Ogni volta che lo osservavo scrivere vedevo uno sprazzo di un bellissimo mondo, che avvertivo solo quando scriveva. Finché, un giorno, Occhi Felici sembrava scomparso. Non venne per settimane, tanto che Jul sembrava addirittura preoccupata. Io pensai che si fosse trasferito, o che magari fosse passato alla concorrenza, che, si diceva, offriva una collezione di più di trenta tipi di the caldo. Per sicurezza, ne aggiunsi un paio al menù.
Un giorno, il ragazzo ricomparve, con la differenza che gli occhi sembravano essere stati privati di tutta la felicità. Il corpo era infinitamente più esile, prosciugato, i capelli più lunghi con un cenno di barbetta. Scivolò con difficoltà verso un tavolino, e aspetto che Jul gli chiedesse cosa desiderava.
-Desidero un the caldo, grazie.- disse lui.
Si sa, il the caldo lava via ogni pensiero, a volte. Da quel momento, Occhi Tristi si era presentato ogni giorno, ordinando un the caldo e bevendolo senza il minimo gusto. Avvicinarsi al bancone gli risultava impossibile; eppure molte volte mi sono ritrovata inspiegabilmente a desiderarlo più vicino, per guardarlo negli occhi fino in fondo. Mi sarebbe piaciuto toccarlo, stringergli le mani, quelle dita esili, da pianista, e per supplire alla mancanza di contatto fisico, mi limitavo a posizionare una minuscola margherita accanto alla tazza, ogni giorno. Lui ci giocava un po', e poi la stringeva con forza, e mi sembrava che stringesse un po' anche me. Tutto questo almeno fino ad oggi, perché in questo istante Occhi Tristi sta venendo verso di me. Mi sembra leggermente meno esile, leggermente meno pallido, leggermente meno triste.
Accenna un sorriso. -Un the, grazie.-
Gli porgo, velocemente il the già preparato, che manda giù lentamente, lo sguardo sul sottobicchiere. -Niente fiore, oggi?-
Mi mordo un labbro, senza sapere cosa dire. Per fortuna ci pensa lui, a parlare. -Non mangio da.. mesi, forse? Se escludiamo le minestre pronte. Ho davvero bisogno di una buona dose di cioccolato.- ride, facendomi sentire per la prima volta quel suono allegro. -C'è qualcosa da mangiare, qui?-
Annuisco. -La nostra cuoca prepara i muffin più buoni del mondo.- sussurro, come se fosse un gran segreto. Me l'ha insegnato Isa; pare che aumenti le vendite.
-Perfetto, allora. Dammi due di quei muffin!- disse guardandomi, mentre prendeva il suo diario e iniziava quello che aveva abbandonato un paio di settimane fa.
-Qual è il tuo nome?- dice fermandosi improvvisamente e puntando quei due occhi verdi verso di me.
- A-amber- quasi tremo –Ma puoi chiamarmi Amy-
-Grazie per il muffin Amber, è molto più bello di Amy, anzi, decisamente più bello.- dice sicuro di se riprendendo a scrivere.
Gli sorrido, e mi allontano velocemente per paura che potesse sentire il battito accelerato del mio cuore.
-Ti ho visto!- mi sussurra Yumi per non farsi sentire da lui -Tu e Occhi Tristi. Parlare-ridere-scherzare-mangiare! Non è che hai una cotta per lui?-
Rido, passando una mano tra i capelli, per nascondere l'imbarazzo. -Ma sei pazza? Nemmeno so chi sia. E poi...-
-E poi cosa?-
Già, e poi cosa?
Diavolo! Se c'è una cosa che odio, è mentire a me stessa. Voglio dire; mentire a me stessa e quelli che ordinano "il solito".


#writerscorner
Efp>>>>>> Leopardi
Ho deviato volontariamente letteratura italiana per scrivere il primo capitolo.
Il the mi ispira sempre, è una continua fonte di ispirazione..
Anche Leopardi ha fatto la sua parte, basti pensare a occhi tristi.
Anyway, mi piacerebbe avere tanto una vostra opinione, sia positiva che negativa.
Sono davvero importarti per me, potreste anche consigliarmi qualcosa.
Sono a vostra completa disposizione per qualsiasi cosa
All the love
Mhar


   
 
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