Dopo due anni, tra me e Giada era finita e devo essere sincero, non riuscivo a sopportare l'idea che tutto ciò che facevamo insieme, ora, lo farà con qualcun'altro che non so. Ci eravamo conosciuti, è vero, quando eravamo più allegri e spensierati come dicono, sedici anni li hai una volta sola, e quelli erano stati poi gli anni di merda sia per me sia per lei, suo padre che si era ammalato, mia sorella che aveva avuto quell'incidente che per mesi l'ha lasciata in coma, e tutte le storie di ragazzi che si hanno a questa età che come se non bastassero le nostre tragedie si aggiungevano e ci dilaniavano dall'interno. Noi andavamo avanti, perché era la cosa giusta, lei era l'unica che mi sosteneva, e penso che per Giada valesse la stessa cosa; ma quando questo periodo è finito, qualcosa è mancato, fuori il cielo di primavera era nero dalla pioggia e dentro avevamo io e lei lo stesso nero, e non è passato molto prima di capire che tutto stava sfiorendo e che il momento era arrivato. Ci siamo confessati, e abbiamo deciso, era giusto così, che tutto finisse.

Sono stato male, malissimo per qualche mese, com'è giusto forse che sia, chiuso nella solitudine di un mondo che mi sembrava sempre più sbiadito. Solo ora, ripensandoci, mi sono reso conto di essere un po' più grande di prima e che una parte di me che credevo persa davvero se n'è andata per sempre e non tornerà, va bene così però perché tutti siamo sulla strada e la strada ci porta nonsodove ma qualsiasidove sia sarà un luogo meraviglioso, e se anche non lo fosse chi mi accompagnerà mi tirerà su il morale e mi farà vedere le cose con occhi diversi.