Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: ryuga hideki    23/12/2015    1 recensioni
-No...- l'espressione di Banner cambiò subito, facendosi perplessa constatando l'abbandono del lato maturo di Stark.
-Dai! Sarà divertente!!! Possiamo divertirci come loro hanno fatto con noi...-
(...) Da quando era tornato sulla Terra per stare con Jane le cose non erano andate come si era immaginato. La relazione con Jane per i primi mesi era andata a gonfie vele, ma con il passare del tempo si era fatta sempre più difficile e fredda.
Storia ambientata nel periodo Avengers: Age Of Ultron. Coppie: Thorki, Stanner, Clintasha e accenni Stucky
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Durante la stesura di questo capitolo ho ideato una specie di theme per le varie coppie e momenti! (cosa inutile, ma mi ha ispirato nello scrivere).

Inizio: parte 1 parte 2

Stucky       Clintasha 
Thorki \ Thorki 2   Stanner \ Stanner 2 
Ascoltatele se avete voglia, non siete costretti! Per il resto buona lettura!
 

Two Steps From Hell

 
 

Gli Avengers erano pronti per salvare, nuovamente, il pianeta dall'errore commesso da Tony e Bruce. Erano tutti sul jet di Stark, Clint aveva azionato il guidatore automatico per poter discutere sul da farsi e decidere come muoversi.
-Ci saranno molti altri androidi che ci ostacoleranno per impedirci di intralciare i piani di Ultron...- disse Steve. -Per questo motivo dobbiamo fare un ottimo lavoro di squadra! Dobbiamo salvare più gente possibile dalle loro grinfie e allo stesso tempo impedire ad Ultron di distruggere il pianeta. Ce la farete?- li guardò tutti negli occhi ricevendo il loro consenso. -Cercate di sopravvivere. Vi voglio rivedere tutti quanti sul jet!-
-Insomma, riporteremo il nostro culo a casa!- disse Tony per far irritare il capitano con il suo linguaggio fine. I due s'incontrarono con lo guardo, l'inventore scorse il rimprovero negli occhi del capitano facendolo divertire parecchio.
Si guardarono tutti negli occhi, avvertendo una leggera tensione per via dell'emozione dell'ultimo scontro, era come se avvertissero che successivamente nulla sarebbe stato uguale a prima. Sembrava che tutto stesse andando lento e che ogni rumore, anche quello più lieve, fosse acuto come il rimbombo di un urlo in una stanza vuota. Steve si voltò verso i due ragazzi appena reclutati, cercando di infondergli sicurezza e determinazione, poi guardò Clint che gli accennò un sorriso. I due gemelli si strinsero la mano con forza per darsi sostegno ed aumentare il loro coraggio. Thor guardò negli occhi Vision e capì che tutto sarebbe andato per il meglio grazie al suo aiuto; si sorrisero e l'androide gli fece un gesto con la mano: se la portò al petto, abbassando il capo, per poi farla muovere nella sua direzione. Tony e Bruce si guardarono negli occhi, il dottore aveva uno sguardo abbastanza confuso oltre ad averlo malinconico e freddo. Tony si sentì spiazzato, ma cercò di sorridere per vedere se anche lui lo avrebbe ricambiato, ma tutto ciò che ricevette fu solo una risposta fredda e distaccata. Il dottore posò lo sguardo da un'altra parte e si voltò dandogli le spalle. Tony abbassò lo sguardo ed andò alla guida del jet, Vision notò qualche frammento della scena ma preferì non intromettersi più di tanto.
Qualche minuto dopo giunsero a destinazione e si prepararono; una volta scesi dal jet Bruce andò a cercare Natasha nel posto in cui gli disse Clint, mentre gli altri andarono a cercare Ultron e nel mentre cercavano di salvare qualche persona.
-Natasha!- la chiamò il dottore, intrufolatosi nel covo di Ultron che, per sua fortuna, era vuoto. Si prese un'arma che aveva trovato per terra e s'inoltrò, continuando a chiamare la donna.
-Bruce!- si fece sentire e poco dopo il dottore arrivò.
-Spostati ti libero!- una volta che la donna si fu scansata, il dottore sparò un colpo ed aprì la cella da cui uscì. -Tutti sono al centro città, ti aspettano lì!-
-E tu non vieni?- gli chiese guardandolo con uno sguardo interrogativo. Bruce non rispose anche se il suo sguardo e modo di fare, al quanto imbarazzato, avevano fatto capire a Tasha molte cose. -Abbiamo bisogno di te!-
-Non posso, mi spiace...-
-Allora mi perdonerai per ciò che sto per fare...- lo spinse giù da una enorme voragine. -Ma mi serve il bestione!- poco dopo si sentì un grido mostruoso provenire dalla caverna da cui vi uscì Hulk. -Bene, ora andiamo a sistemare quel culo metallico di Ultron!- corse, venendo seguita dal gigante verde.
Una volta riuniti tutti nel fulcro che avrebbe generato il disastro mondiale, iniziò la battaglia per l'umanità. Il caos più totale si generò, molti androidi cercarono di uccidere parecchi esseri umani e di contrastare i vendicatori nel loro compito. La città, poco a poco, cominciò a cadere a pezzi; le macerie incominciavano a moltiplicarsi nelle strade. Urla e rumori di combattimento echeggiavano nelle vie, ma gli eroi cercarono di mantenere la situazione sotto controllo, riscuotendo molto successo. Thor e Vision, assieme ad Iron Man, cercarono di disfarsi di Ultron ma per loro sfortuna non fu per niente facile, anche se Vision era riuscito a fargli molto male. Dopo alcune ore di combattimento arrivò Fury e Maria con i rinforzi e un aeronave per raccogliere gli abitanti della città e portarli al sicuro. Steve, Clint, Natasha e i gemelli si occuparono di salvare più gente possibile, mentre Hulk tentava di sbarazzarsi di più androidi possibili. Quando Ultron tentò di fuggire, impossessandosi del jet con cui erano giunti gli Avengers, Hulk lo inseguì e lo buttò fuori dalla veicolo. Thor e Tony si misero all'opera per impedire che il congegno di Ultron potesse distruggere tutto. Così Iron Man allontanò l'intera cittadina, sradicandola da terra e portandola in aria, quando tutti furono al sicuro il congegno esplose nel cielo poco dopo che Tony vi fu abbastanza lontano.
Non vi furono molte perdite tra i cittadini e gli eroi non subirono molte ferite fatta eccezione per Pietro che rimase gravemente ferito per salvare Clint.
-Siete tutti intatti?- chiese Tony mentre si avvicinava alla nave volante di Fury.
-Sì, a parte Pietro che è gravemente ferito...- disse Clint.
-Mmh, potete chiedere a Bruce, quando torna normale, di aiutarlo!- disse Tony.
-Tony... Bruce...- disse Natasha. L'inventore assunse uno sguardo confuso, poi fece fare una ricerca al computer per scovare la posizione del loro jet e vide che era in volo. Si mise in contatto con il veicolo e parlò al dottore.
-Doc, è finita! Vision sta cercando Ultron per disattivarlo...puoi tornare!- il dottore guardò il monitor e vide il viso di Tony, aggrottò le sopracciglia. -Non hai combinato alcun disastro, puoi tornare...Bruce, possiamo tornare a casa nostra... Bruce...- Il dottore spense il monitor e si mise a guardare l'orizzonte avanti a sé.
-Mi spiace, Tony...- si disse il dottore.
L'inventore rimase in mobile con il viso scoperto dalla mascherina metallica che lo proteggeva. Si sedette sulla aeronave e guardò l'orizzonte. Rimase in silenzio a lungo, sentendo tutto quello che accadeva intorno a sé lontano. Poco dopo arrivò Steve che gli si sedette accanto. Lo guardò in viso scovando un'espressione spenta, come se stesse guardando nel vuoto e la sua mente fosse su di un altro pianeta.
-Mi spiace, Tony...Stai bene?- disse, tenendo gli occhi su di lui.
-Sì...- seguì un momento di silenzio il quale entrambi guardarono avanti a sé.
-So come ti senti e so che può essere doloroso...ma se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, io ci sono...-
-Grazie, Cap...-
-Vedrai che tornerà!- si voltò verso di lui. Poi Tony lo guardò con uno sguardo spavaldo e fiero.
-Oh no! Lo troverò prima io!- sorrise soddisfatto e dandogli una pacca sulla spalla.
-Ecco il solito Tony Stark...-
-Nessuno può scalfire il mio modo di essere, Capitan Calzamaglia!- disse, ridendo, nel mentre si alzava.
-Ah ah ah... divertente...- si alzò.
-E fattela una risata, Steve!- disse nel mentre si allontanava.
-Tutti con sta storia...- scosse la testa e sorrise.

 

E così, dopo la dura battaglia e dopo che Vision neutralizzò Ultron per portargli un po' di serenità, tutti presero strade differenti. Steve, dopo aver organizzato il nuovo team di Avengers, composto da Natasha, Clint, i gemelli, Vision, si recò da Sam per aiutarlo nella ricerca di James. Ogni volta che aveva del tempo libero e non era in missione, andava dall'amico per aiutarlo dato che era un suo desiderio trovare Bucky, e non di Sam. Si era deciso a scovarlo per potersi mettere il cuore in pace e trovare finalmente le risposte, riguardanti se stesso, che non riusciva a comprendere senza di lui. Sapeva che lo avrebbe ritrovato e ciò gli bastava per andare avanti nelle ricerche. Thor, invece, tornò a Londra da Erik per studiare al meglio il Ragnarok. Sapeva che lo scienziato era appassionato di mitologia norrena e questo era un punto a suo vantaggio. Doveva scoprire cosa sarebbe successo e un modo per impedire che il peggio potesse accadere. Ogni volta ripensava alle parole di Loki che, senza che se ne rendesse conto e involontariamente, lo indirizzavano nella giusta direzione. Di tanto in tanto pensava al modo in cui si sarebbe comportato una volta che lo avrebbe rivisto, ma anche se si preparava il discorso da fargli gli sembrava tutto inutile e senza alcun senso.
Tony passò tutto il suo tempo alla Stark Tower a cercare Bruce in ogni angolo del pianeta. Era determinato a cercarlo e sapeva che lo avrebbe trovato. Non si spiegava il motivo di tale azione, ma non passava molto tempo a pensarci sopra poiché lo faceva stare male e lo sconcentrava dalle ricerche. Grazie all'aiuto di Jarvis, e di tanto in tanto anche di Vision, tutto era molto più facile anche se la vicinanza di Vision gli ricordava troppo Bruce. Lo avrebbe trovato, ne era certo, e non gli importava se avrebbe impiegato tutta una vita e se fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto, lui avrebbe trovato Bruce e lo avrebbe riportato a casa.
Natasha si era isolata, aveva deciso di passare molto tempo da sola quando non era richiesta per delle missioni. Doveva stare da sola per non pensare a Clint e al loro passato. Aveva bisogno di isolarsi per poterlo dimenticare anche se le riusciva difficile, ma lo avrebbe fatto perchè lo amava e per il suo bene non gli avrebbe fatto nascere vecchi ricordi. Clint, invece, passò molto tempo in preda ad una confusione totale che quasi lo rese pazzo, fino a che non decise di ascoltare il suo corpo. Disse alla moglie che aveva un compito da svolgere e che sarebbe stato lontano per qualche tempo così che potesse rifugiarsi in una casetta sperduta in Canada e di cui si era ricordato di aver solo recentemente. Si rifugiò lì incominciando a capire meglio cosa gli era successo e la realtà che lo circondava. Comprese il suo legame con Natasha e ciò lo demoralizzò un poco poiché non riusciva a capire come mai si fossero lasciati.
E Bruce, invece, se n'era andato il più lontano possibile da tutti.

 

 

~ ~ ~ ~

 


I giorni trascorsero velocemente e dalla primavera, l'inverno tornò. Era dicembre e per essere più precisi era il giorno della Vigilia di Natale. New York era completamente innevata e bianca, le luci infondevano magia e aria di festività per le strade e la gente era lieta dell'arrivo della festa più calda dell'anno.
Quel giorno Sam chiamò Steve dicendogli di correre subito a casa sua poiché aveva grandi notizie per lui. Il sole era sorto solamente da qualche ora quando Steve uscì di casa di fretta e furia, mettendosi in dosso le prime cose che gli erano capitate in mano. Fece il più in fretta possibile per poter arrivare a casa dell'amico prima che potesse. Il cuore gli batteva forte contro il petto e sentiva un'emozione crescergli dentro sempre di più. Era un po' teso perchè in cuor suo sperava che si trattasse del suo migliore amico, anche se aveva paura che Sam gli avesse fatto uno scherzo, anche se di cattivo gusto.
Una volta arrivato dinanzi casa sua, aprì la porta, senza bussare, e lo chiamò a gran voce.
-Sono in soggiorno!!!- gridò l'amico. Steve corse e lo vide davanti al computer intento a fare qualcosa d'importante.
-Cos'è successo?- gli domandò un po' timoroso. Sam lo guardò negli occhi con un sorriso enorme sul viso.
-Ce l'abbiamo fatta!!! Abbiamo rintracciato il tuo Soldato D'Inverno!- il capitano sgranò gli occhi che gli diventarono lucidi. Si mise le mani sulla bocca per evitare di urlare di gioia. Non sapeva come reagire: avrebbe voluto piangere di gioia ed urlare come un pazzo, ma tutto ciò che riuscì a fare fu rimanere in silenzio cercando di respirare profondamente. Finalmente dopo nove mesi di lunghe ricerche e dopo essere stati sempre lì vicino per scovarlo, ce l'avevano fatta.
-Oddio, non posso crederci...- riuscì a dire il capitano. Sam si alzò e lo abbracciò, capendo lo stato d'animo in cui si stava trovando.
-Andiamo subito da lui, prima che la volpe scappi nuovamente!- gli diede una pacca sulla spalla. Steve annuì con aria felice e i due, dopo aver preso tutti i dati necessari per trovarlo, uscirono dall'appartamento dell'ex soldato, si misero in macchina ed andarono nel luogo in cui si trovava James.
Si ritrovarono in una casa abbandonata da parecchi anni in un quartiere periferico. I due la guardarono attraverso il finestrino della macchina; diedero un'occhiata in giro notando che la zona non era una delle più confortevoli che si potesse trovare a New York.
-Ti aspetto in macchina, tengo sotto controllo la zona. Tu vai da lui e fa quello che devi fare...magari cerca di riportarlo a casa con te!- suggerì Sam.
-Ok, se hai bisogno di una mano urla!-
-Tranquillo, Cap! Ho l'attrezzatura necessaria per difendermi!- gli sorrise.
-Ok, cercherò di fare il più in fretta possibile.- uscì dall'auto ed entrò nella casa, cercando il suo obbiettivo. -Bucky...- chiamò per farsi sentire. Dopo alcuni minuti lo scovò in una stanza spoglia e sporca, seduto su di una sedia d'acciaio, con le gambe arrugginite, mentre guardava per terra. Aveva una felpa rossa dall'aria di essere poco calda. I capelli neri e lunghi gli accarezzavano il viso pallido e un poco scarno. Le labbra erano screpolate e chiare.
-Bucky, mi riconosci?- chiese speranzoso.
-Sei Steve Rodgers, tua madre si chiamava Sarah e tu eri solito riempirti le scarpe di pezzi di carta, quando eravamo piccoli.- alzò lo sguardo su di lui. Aveva gli occhi spenti e contornati da delle spesse occhiaie. Steve sorrise e gli si avvicinò, abbassandosi.
-Sono felice che tu sia tornato quello di una volta!- il cuore incominciò a battergli velocemente, si sentiva strano: era felicissimo come non lo era mai stato da quando si era risvegliato in quest'epoca, si sentiva eccitato e uno strano desiderio continuava a crescergli dentro il cuore. Provava emozioni quasi simili a quelle che aveva provato quando vide per la prima volta Peggy. James accennò un piccolo sorriso e gli prese una mano avvertendola molto più calda rispetto alla propria che era gelida. Un lieve brivido gli percorse la schiena, una sensazione piacevole lo avvolse, rendendolo molto contento. -Cosa ti è successo? Come sei riuscito a fuggire dalle grinfie dell'Hydra?-
-Mi avevano fatto il lavaggio del cervello quando mi hanno riportato in vita, se così si può dire. Quando ho incominciato a ricordare la mia vecchia vita, la prima volta che ti ho visto, loro mi hanno torturato per farmi dimenticare ogni cosa, ma dopo un po' non ha più funzionato e io...- abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo negli occhi per via di ciò che aveva fatto per potersi liberare. Steve gli mise una mano sul suo freddo viso per fargli sentire il suo appoggio. -Ho dovuto ucciderli tutti, Steve...- tornarono a guardarsi negli occhi.
-Ora è tutto finito, Bucky... Andrà tutto bene, non lascerò che quelli dell'Hydra ti portino, di nuovo, via da me! Staremo sempre insieme...-
-Steve...- abbassò lo sguardo.
-Sei l'unica cosa che mi rimane...già una volta ti ho perso, non permetterò che accada di nuovo!-
-Come diavolo fai ad essere così dannatamente ottimista, quando l'Hydra è una minaccia così grande che si nasconde ovunque?- strinse i pugni.
-Beh, perchè ho ritrovato te...- James alzò lo sguardo su di lui e rimase a guardarlo senza dire nulla. -Averti trovato dopo quasi sessant'anni...è un miracolo. Il resto sarà una passeggiata perchè saremo insieme ed affronteremo ogni cosa assieme!- James aggrottò le sopracciglia e posò la fronte sulla sua.
-Allora ti seguirò Steve Rodgers...-
Dopo qualche minuto decisero di tornare alla macchina per non far aspettare ancora il povero Sam. Una volta saliti in auto e partiti, si misero a parlare del più e del meno. Sam fece un piccolo test di affidabilità a James per vedere se era degno della fiducia che Steve gli aveva concesso. Una volta superata la prova decise che era giunto il momento di conoscersi meglio ed aggiornare il povero Soldato d'Inverno sull'epoca in cui si trovava, sapeva che l'Hydra non era stata magnanima e non gli aveva detto nulla sulla realtà in cui si trovava, così decise di farlo lui.
Quando giunsero a casa di Steve, i due salutarono Sam, che tornò a casa propria, e si diressero verso l'appartamento.
-Questa è la mia casa...e può essere anche tua, se vuoi!- lo guardò con un tenero sorriso.
-Grazie...- si avvicinò alla finestra per ammirare la neve cadere leggera dal cielo. Gli si avvicinò anche Steve e rimasero in silenzio per qualche minuto fino a che il capitano non ruppe la quiete.
-Bucky...-
-Sì?- si voltò verso di lui.
-Buon Natale...- lo guardò con un piccolo sorriso.
-Buon Natale...- ricambiò per prendergli, poi, una mano e tornare a guardare fuori dalla finestra.

 

 

Il Natale era ormai alle porte, ancora metà giornata e la festività che odiava di più sarebbe tornata a farle visita, portando con sé il peso dei ricordi malinconici e la tristezza. Se avesse potuto, avrebbe abolito volentieri quel dannato giorno. Odiava vedere la gente felice e intenta a scambiarsi i doni, mentre lei si sentiva uno straccio. L'unico periodo in cui stava incominciando ad apprezzare il Natale era stato durante la sua relazione con Clint. Era dannatamente vero che quando ci s'innamora si cambia e si vede il mondo con altri occhi. Per questo motivo, quel giorno, lo odiava ancora di più da quando era stata costretta a lasciarlo.
Come ogni anno si recava nel suo bar di fiducia per bere qualche bicchierino di vodka e annebbiare leggermente la mente. Si vestì ed uscì di casa, dirigendosi verso il salone rustico della cittadina. Si trovava in un piccolo paese vicino al confine con il Canada; era rimasta lì per tutto il tempo, dopo la sconfitta di Ultron, per riflettere. Per sua fortuna non la chiamarono troppo spesso per delle missioni anzi il capitano aveva deciso di concentrarsi sui nuovi membri per poterli fare ambientare meglio e farli entrare nell'ottica di Avengers.
Percorse le strade della città, erano completamente innevate e piene di alberi sempre verdi. Il cielo era coperto da nuvole e la neve continuava a cadere leggera accompagnata dal vento freddo e tagliente. Non ci mise molto tempo a giungere al bar poiché era vicino alla sua abitazione. Entrò nel locale, era un posto rustico e molto montanaro con mobili fatti interamente di legno e un'atmosfera calda ed accogliente, e si sedette nel suo solito tavolo. Il barista la notò e subito le fece preparare il suo solito bicchierino di vodka liscia. Quando l'ordine arrivò al suo tavolo, il barista e la Vedova Nera si scambiarono uno sguardo d'intesa ed ella lo ringraziò facendo un cenno con la testa.
Bevve i primi due bicchieri senza che le facessero alcun effetto, quando arrivò al terzo la sua attenzione fu attirata verso la porta d'entrata da cui sbucò una persona incappucciata. Rimase a guardare il soggetto per qualche minuto fino a che non si scoprì il capo ed ella poté vedere il viso di Clint. Perse un colpo cardiaco appena lo vide e molte domande incominciarono a balenargli in testa senza alcun controllo. Così decise di far finta di niente e posare il suo sguardo altrove per non dare nell'occhio, ma per sua sfortuna l'arciere la vide e si sedette accanto a lei.
-Posso accomodarmi?- chiese con aria gentile e un piccolo sorriso sul viso. La rossa si voltò verso di lui e con uno sguardo freddo lo guardò, gli fece un cenno con la mano per farlo accomodare. -Sapevo che ti avrei trovata qui, dopotutto ci vieni ogni Santo Natale!- Natasha lo guardò negli occhi, alzando un sopracciglio un po' confusa, mentre posava il bicchiere sulle labbra per bere un sorso di vodka. -Mi stai uccidendo con quel tuo sguardo, lo sai?-
-Che diavolo ci fai qui?- gli chiese senza alcun pelo sulla lingua.
-Avevo bisogno di vederti per poterti parlare...-
-Chi ti ha detto che ero qui? Nessuno lo sapeva...-
-Lo sapevo da me. So che ci vieni ogni anno da quando ti sei trasferita in America e una volta mi ci hai portato quando stavamo assieme...- avvicinò di più il viso verso di lei. -So che stavamo assieme, Nat. Tutto ciò che mi circonda è più chiaro, rispetto a prima...anche se ci sono molte cose che non so spiegarmi...- Natasha sgranò gli occhi e le mani incominciarono a tremarle leggermente.
-Chi te lo ha detto?- domandò con tono freddo e distaccato per non lasciare captare ciò che stava provando realmente.
-L'ho scoperto da solo. Dopo il nostro discorso qualcosa mi ha aperto di più gli occhi. Sono felice di aver ritrovato parte dei miei ricordi...- all'improvviso lo sguardo di Clint cambiò totalmente e si fece più cupo e quasi terrorizzato. -Nat...che cosa mi succede?- la donna, a guardarlo negli occhi non riuscì a tenersi tutto dentro.
-Non posso dirtelo, Clint...Mi spiace, ma è per il tuo bene...- abbassò la testa. Lui le prese una mano e gliela strinse.
-Non ho paura di quello che mi dirai...Ho paura adesso, perchè non so cosa mi succede e cosa mi è successo.- la donna lo guardò negli occhi un po' confusa.
-Cosa ti succede? Cos'hai?- chiese un po' preoccupata.
-Non riesco più a dormire. Non dormo da settimane perchè la mia testa non riesce a fermarsi...è come se funzionasse troppo.- si mise le mani tra i capelli. -Tasha, ti prego...-
-Magari non riesci a dormire perchè hai scoperto il tuo passato con me...forse c'è un problema che non riesci a risolvere...- abbassò lo sguardo. -Forse mi ami ancora e non vuoi accettarlo...-
-Io...io so che ti amo...- la rossa lo guardò con sguardo sorpreso e con le gote leggermente arrossate.
-Cosa...?-
-Voglio passare la giornata con te, come se ci fossimo solo noi due. Voglio poter provare le stesse sensazioni che provo quando ricordo i momenti passati con te. Vieni via con me...- Natasha rimase in silenzio un secondo per poter riflettere, poi bevve l'ultimo sorso di vodka, gli prese la mano ed uscirono. Passarono tutta la giornata assieme come in passato, senza che nessuno potesse interferire ed erano felici. Quando la sera arrivò, Clint l'accompagnò a casa e rimasero fuori a parlare un poco.
-Grazie per la bella giornata, Nat...- ella lo guardò con un piccolo sorriso sul viso.
-Figurati...- disse con tono sensuale e mordendosi il labbro inferiore. La neve cadeva leggera su di loro, rendendo tutto estremamente romantico e magico. -La prima Vigilia di Natale che non passo a bere...- sorrise divertita. Clint senza aspettare ancora, la baciò dolcemente per poi trasformare quel contatto in qualcosa di più passionale e travolgente. Allora entrarono nella casa della Vedova Nera ed incominciarono a spogliarsi; l'arciere la prese in braccio e la portò sul letto nel mentre la continuava a baciare. Passarono l'intera notte assieme lasciandosi travolgere dalla passione del momento esattamente come qualche tempo addietro. Quello sarebbe stato un Natale diverso dal solito per Natasha.

 

Tony aveva passato quei nove mesi a cercare, senza sosta, Bruce. Non si dava pace, doveva trovarlo a tutti i costi. Quel pomeriggio era andato in laboratorio un po' sconfortato, era quasi passato un anno e ancora non aveva alcun segno del dottore e per di più il giorno successivo era Natale e ciò voleva dire che lo avrebbe passato da solo. Aveva sempre pensato che lo avrebbe passato con Bruce e che sarebbero stati felici, ma a quanto pare si sbagliava, qualcosa doveva essere andato storto.
-Jarvis, novità?- chiese con tono annoiato nel mentre si sedeva su di una sedia girevole. -Scommetto che siamo sempre a punto e a capo...-
-A dire la verità, signore, Vision ha inviato qualche dato che potrebbe essere interessante e potrebbe portare a qualcosa!- l'inventore scrollò la testa un po' incredulo.
-Puoi...puoi ripetere?-
-Vision ha inviato dei dati che potrebbero farci scoprire l'ubicazione del dottor Banner!- rispiegò nuovamente Jarvis. Tony rimase in silenzio con la bocca semi schiusa e la testa che continuava a vagare. Sorrise soddisfatto e si fece dare da Jarvis i dati raccolti dalla sua creatura e grazie alle proprie attrezzature riuscì a scovarlo in qualche ora. Quando riuscì a trovarlo rimase a fissare il monitor del computer per qualche minuto. Non poteva crederci di esserci riuscito, dopo così tanto tempo, dopo nove lunghissimi mesi privi di speranza, finalmente era riuscito nel suo intento. Si sentiva così felice da poter urlare per ore senza stancarsi, ma allo stesso tempo era timoroso. Qualcosa dentro di lui lo bloccava, aveva come la sensazione che sarebbe dovuto rimanere a New York e non andare da lui; scosse la testa per far andare via quell'impressione a cui non voleva dare retta.
-Gestisci tutto quanto in mia assenza, cercherò di tornare il prima possibile. Avvisa Pepper!- si preparò il minimo indispensabile per poi dirigersi verso il balcone con la sua armatura “portatile”.
-Sarà fatto signore!- una volta fuori casa, indossò la corazza e volò diretto in Nuova Zelanda, sull'isola Rakiura. Dovette affrontare molte ore di viaggio, ma per fortuna era abbastanza veloce da arrivare a destinazione alla sera.
Una volta messo piede sull'isola neozelandese, si guardò intorno e rimase affascinato dal panorama che lo circondava. Era tutto interamente circondato dalla natura. Il cielo era ricoperto di stelle, si riusciva benissimo a vedere tutte le costellazioni possibili, la luna era alta in cielo e quasi totalmente piena. Il clima era piacevole, nulla a che vedere con il freddo tagliente di New York.
-Dannazione, mi ero dimenticato che qui è estate! Però è davvero stupendo...- commentò nel mentre si guardava intorno. L'isola era poco abitata, posto ideale per un tipo come Bruce, e tirava aria di pace e tranquillità come se fosse un paradiso in terra. -Ok, adesso troviamo Bruce. Rintraccia le coordinate di Doc!- disse al computer che, usando tutti i dati a disposizione sul dottore, riuscì a scovarlo in poco tempo. Banner non era nell'unica città dell'isola, ma si trovava molto fuori dalla regione abitata. Tony azionò i reattori e volò verso il luogo indirizzatogli dal computer. Una volta giunto sul posto, decise di proseguire senza l'aiuto dell'armatura; ormai era vicinissimo, lo sentiva. Dopo qualche chilometro percorso a piedi tra la natura, trovò una piccola abitazione di legno; si avvicinò e bussò alla porta. Aspettò e non venne nessuno ad aprire, fino a che non sentì una voce dietro alle proprie spalle.
-T...tony...- l'inventore si voltò e lo vide avanti a sé. Rimasero alquanto spiazzati entrambi.
-Oh, credevo di trovarti in casa...invece sei qui!- sorrise divertito.
-Cosa diavolo ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?- chiese stupito.
-Del perchè sono qui, mi pare una cosa abbastanza ovvia! Come ho fatto a trovarti? Beh, mi ci sono voluti “solo” nove mesi, che ho passato malissimo e molte volte senza alcuna speranza nelle ricerche, per trovarti! Ma per fortuna il nostro Vision è riuscito a trovare qualche informazione che mi ha portato qui! Sai non è stato davvero un periodo piacevole, ma sono sopravvissuto perchè non ci vuole così poco per farmi fuori e mettermi fuori gioco! E ora non me ne andrò via senza di te! Volente o nolente!- incrociò le braccia guardandolo con uno sguardo abbastanza serio per poi concludere con un mezzo sorriso.
-Tony, se me ne sono andato ci sarà stato un motivo!- disse con tono un poco irritato.
-Bruce, siamo una coppia se c'è qualche problema si risolve insieme! Così diceva sempre Pepper!- aggrottò le sopracciglia. -Perchè diavolo te ne sei andato?- domandò con tono freddo, lasciandosi sfuggire una nota di tristezza. Bruce lo guardò negli occhi per qualche secondo poi non riuscì più a sostenere il suo sguardo e guardò altrove.
-Lo sai il motivo!-
-Bruce! Sono dalla tua parte! Non puoi giocare una partita contro lui da solo! Non vincerai mai!- disse, alzando un poco il tono di voce.
-È questo il punto, Tony!- lo guardò negli occhi con uno sguardo affranto e pieno di rabbia. -L'Altro non sopporta che tu sia dalla mia parte!!!- rimasero in silenzio per qualche minuto, fino a che la quiete apparente non venne disturbata da un fascio di luce potente che colpì la zona a loro vicina. I due scienziati si voltarono, coprendosi gli occhi con l'avambraccio. Poco dopo poterono scovare qualcuno di familiare, Thor era giunto fino a lì per chissà quale motivo.
-Cosa diavolo...?- disse Tony.
-Fammi indovinare, fra poco arrivano anche gli altri tre?- chiese ironico il dottore. Thor fu sorpreso di vedere Tony da Banner.
-Alla fine lo hai trovato!-
-Eh, già! L'avevo detto che non mi sarei arreso!- sorrise soddisfatto. -Tu come diavolo hai fatto a trovarlo?- chiese curioso.
-Heimdall l'ha visto e mi ha portato qui...-
-Mi stai dicendo che avrei potuto chiedere a lui e mi sarei risparmiato quei nove mesi di agonia?- il Dio del tuono annuì divertito per poi tornare a parlare con Bruce.
-Ad ogni modo, mi spiace dottore di doverla disturbare...ma ho bisogno del suo aiuto...- disse Thor con aria alquanto dispiaciuta. Bruce si voltò meglio verso di lui, incrociò le braccia e lo ascoltò.
-Dimmi...-
-Ho bisogno di lei date le sue capacità! Il mio regno è in grave pericolo...-
-Quindi hai bisogno di....-
-Si, ma anche del suo intelletto...credo potrebbe servirmi!-
-Cosa sta succedendo su Asgard?- domandò Tony.
-Il Ragnarok è vicino...e devo impedirlo...-
-Il Ragnarok?- chiese Tony un po' confuso. -Mi sento molto ignorante e la cosa non mi piace...-
-Il Ragnarok è la fine degli Dei asgardiani....secondo la mitologia norrena è l'ultima battaglia tra l'oscurità e la luce.- disse Bruce, mettendosi apposto gli occhiali.
-Vedo che sei a conoscenza delle leggende legate al mio popolo!-
-Qualche cosa mi era stata insegnata da mia madre, comunque dovremmo andare...-
-Heimdall...- guardò il cielo. -Apri il Bifrost!- poco dopo vennero circondati dalla stessa luce che i due scienziati videro poco prima.

Appena giunsero su Asgard, i due scienziati si guardarono intorno con aria meravigliata. Si presentarono ad Heimdall, anche se sapevano che non vi era alcun bisogno, per poi andare verso l'unica uscita e guardarsi intorno. Erano rimasti senza parole e a bocca aperta davanti a tale bellezza e grandezza
-Mio dio è...- disse Tony.
-Magnifico...- concluse Bruce. Erano commossi ed emozionati per aver avuto tale privilegio.
-Ho bisogno di apprendere le loro conoscenze sulla tecnologia... Devo creare qualcosa con le loro fonti...- disse l'inventore con aria incantata.
-E io devo assolutamente conoscere tutto ciò che riguarda la loro biologia...e gli organismi viventi qui...- si guardarono un attimo negli occhi con estrema eccitazione, si sentivano come due bambini nel paese dei balocchi.
-Heimdall, dov'è mia madre?-
-La regina è rinchiusa nei sotterranei della città... Loki la tiene lì! C'è calma, molta calma nell'aria...la tempesta sta arrivando!-
-Lo so, lo avverto anche io...Dimmi, come faccio a raggiungere mia madre?-
-Tutte le strade sono sorvegliate e ben protette in caso di invasione, o per lo meno quelle che lui considera tale! L'unico modo più sicuro è per via mare...Fandral ti sta aspettando con una barca sotto di noi!-
-Ok, grazie!- gli mise una mano sulla spalla sorridendogli. Poi chiamò i suoi due amici e saltarono giù ove si trovava l'imbarcazione. Presero dei soprabiti scuri muniti di cappucci e si nascosero alla vista della gente. Qualche minuto dopo arrivarono presso i sotterranei e anche se incontrarono qualche difficoltà riuscirono ad arrivare a destinazione. Per loro fortuna Frigga era a conoscenza della loro venuta e li occultò con la magia per tenerli al sicuro dalle guardie di Loki.
-Madre!!!- esclamò il Dio del Tuono, abbracciandola.
-Thor!- si staccarono dall'abbraccio.
-Questi sono due miei amici di Midgar, Tony Stark e Bruce Banner!- li indicò.
-Sono lieta di fare la vostra conoscenza!-
-Piacere di conoscervi, vostra altezza!- disse Bruce facendo un piccolo inchino.
-Piacere anche mio, mia signora! Siete davvero una donna di una bellezza divina!- commentò Tony, baciandole la mano.
-Spero che siate molto forti quanto la vostra abilità di parlare...- aggiunse la regina.
-Non vi preoccupate, madre. Sono molto capaci! Ma ora dobbiamo parlare di cose importanti... Dov'è Padre?-
-Dopo che ha saputo che tu e Loki eravate caduti nello scontro con Malekith...è caduto nel sonno di Odino. Non credo che si sveglierà questa volta. Per non portare il panico in città, e dopo aver scoperto che Loki in realtà era vivo, lui ha preso le sue sembianze. In pochi, oltre me, sanno la verità.-
-Allora è vero che non è morto...- pensò tra sé e sé. -Ma perchè vi tiene qui?- chiese un po' confuso.
-Per proteggermi, così dice...ma non ho alcun momento per stare da sola. Sono sempre sorvegliata, quindi mi riuscirà difficile aiutarti, ma per fortuna ho dalla mia parte la magia!- sorrise soddisfatta.
-Quindi qual'è il piano?- chiese Tony.
-Io devo parlare con Loki...voi restate qui con mia madre tenete sotto controllo la situazione!-
-Ok!- dissero i due scienziati.
Una volta progettato al meglio il piano, Thor uscì dalla stanza della madre sotto la protezione della sua magia che lo trasformò in una guardia. Una volta giunto presso la sala del trono, l'incantesimo si spezzò, mostrandosi se stesso mentre l'intera stanza veniva circondata da una nuova magia che impediva di udire qualsiasi cosa dal di fuori.
Sul seggio vi era Loki con le sembianze di Odino.
-So che sei tu, Loki! Mostrati e non giriamoci intorno!- disse Thor con tono serio. A quelle parole Il Dio degli Inganni si mostrò al fratellastro. Si alzò e si avvicinò piano piano verso di lui.
-Cosa ti porta qui su Asgard?- sorrise beffardo.
-Lo sai cosa mi porta qui! Voglio che mi aiuti ad impedire la venuta del Ragnarok!- sul viso di Loki si dipinse un sorriso amaro, posò lo sguardo altrove e strinse i pugni.
-Come ti ho già detto, non posso aiutarti anche se davvero volessi farlo!- lo guardò con odio.
-Perchè? Spiegami il motivo!!!- alzò il tono della voce.
-Perchè ormai è tardi per impedire la sua venuta, Thor!!! Lo era già da molto tempo, ma tu eri troppo impegnato a salvare quella midgariana per poter vedere!!!- disse con tono acido e occhi lucidi. -La fine è giunta e tu non potrai fare nulla per fermarla!- fece un mezzo sorriso sarcastico.
-Loki, ti prego! Abbandona questa dannata via che non farà altro che distruggerti!- gli mise una mano sulla guancia. -Non voglio riperderti, e per davvero questa volta, non lo sopporterei!- Loki schiuse le labbra e lo guardò un po' spiazzato. Le mani gli tremarono leggermente, ma le strinse subito a pugno per non sentire quella sensazione fastidiosa; incominciò a torturarsele per poi togliere bruscamente il contatto con Thor. Il suo sguardo cambiò nuovamente e si fece freddo. Non si fidava di colui che una volta chiamava fratello poiché lo aveva ferito fin troppe volte.
-A te non interessa nulla di me! T'importa solo del tuo ego e stare bene con te stesso!- si morse un labbro con forza.
-Non è vero, Loki! Smettila di dire cose false e a costruirti fantasie che non fanno altro che nuocerti! Ascolta il tuo cuore, perchè sai che dico il vero! Sai che le mie parole dicono la verità!- il Dio degli Inganni si voltò. -Aiutami...torna di nuovo a lottare al mio fianco come una volta!- gli mise una mano sulla spalla. Loki si morse il labbro con maggiore forza, strinse i pugni e chiuse gli occhi per non sentirli umidi. Odiava tutto questo; odiava essere innamorato di Thor, odiava tutto di lui, la sua capacità di farlo spezzare in due; ma allo stesso tempo amava ogni cosa di quel Dio possente e con un cuore fin troppo buono. Chiuse gli occhi per non sentire gli occhi lucidi e umidi. Fece un respiro profondo per calmarsi e poi ruppe la quiete.
-Devi trovare la fonte, Thor, e distruggerla...non posso aiutarti! Ora vattene prima che ti uccida!- si incamminò verso il trono, poi voltò leggermente il viso verso di lui. -Porta Frigga via da qui...-
-Loki...- fu l'ultima cosa che riuscì a dire poiché subito dopo venne trascinato via dalla magia del Dio degli Inganni.
Quanto Thor fu uscito, Loki incominciò a sentirsi male gli occhi incominciarono a diventargli rossi per poi tornare normali poco dopo. Una fitta al petto lo colpì, costringendolo ad appoggiarsi al seggio regale. Fece dei respiri profondi per cercare di concentrarsi, usò la magia per mettersi in contatto con Thanos che gli entrò nella testa.
-La via è libera...l'ora è giunta...- gli disse con voce un po' affaticata, il Dio degli Inganni. Non gli disse nulla della presenza di Thor, sapeva che Thanos ne era già a conoscenza. Si sedette sul trono e pochi istanti dopo giunse il temibile e potentissimo Thanos che gli rivolse un ghigno.
-Non temere...non farà male!- gli disse con tono acido e malvagio.
-Oh, certo! Come se ti credessi!- accavallò le gambe nel mentre l'onnipotente gli si avvicinava. Quando furono abbastanza vicini, il titano allungò il braccio, su cui indossava il potente guanto su cui vi erano incastonate quasi tutte le gemme dell'infinito, e un fascio di energia oscura colpì il Dio che gli conferì, a poco a poco, maggiore potere. Loki urlò dal dolore nel mentre il suo corpo veniva circondato dalla potenza di Thanos. Una volta che il titano ebbe finito, Loki avvertì maggior potere dentro di sé e sentì il Ragnarok sul punto di giungere sul Asgard.
Thor volò verso l'ubicazione della madre, non le disse completamente ciò che Loki gli rivelò per non procurarle dolore.
-Devo portarvi al sicuro, Madre!-
-Che è successo?- chiese Bruce.
-Il Ragnarok sta giungendo... e devo portare mia madre al sicuro. Non può stare qui!-
-Non me ne vado senza tuo padre!- disse la regina.
-Sento un tremito nella forza, Thor! Non c'è tempo!- disse Tony, cercando di alleggerire la tensione. Bruce lo guardò senza speranza, mentre il Dio non capì. -Voglio dire che non hai tempo di occuparti del tuo pianeta e dei tuoi! Tu pensa a proteggere Asgard assieme a Bruce, io accompagno i tuoi da Heimdrall o Heimdall o come si chiama e gli dico di mandarli sulla Terra al sicuro! Poi vi raggiungerò al palazzo dorato!-
-Ok!- si voltò verso la madre e l'abbracciò. -Ci rivedremo presto!-
-Fai attenzione!- disse. Tony si preparò, mettendosi la sua armatura e prima di coprirsi il viso scambiò uno sguardo con Bruce. Aveva una strana sensazione in corpo, ma non gli diede molto peso per mantenersi concentrato. Frigga lo accompagnò nella stanza in cui si trovava Odino e con un solo colpo staccò dal pavimento il giaciglio su cui giaceva il padre degli Dei.
-Mi rincresce chiedervelo, ma devo dirvi di mettervi sulla mia schiena così che io possa portare vostro marito!- la regina non obbiettò e fece come gli venne chiesto dall'inventore che, prima di caricarsi Odino, aprì un varco e poi uscì. Mise tutta la potenza nei reattori per poter arrivare presto da Heimdall.
In quello stesso momento Thor e Bruce cercarono di mettere in salvo più gente possibile. Nella sala del trono tutto incominciò a scatenarsi. Gli occhi di Loki si fecero rossi mentre la sua pelle incominciava a diventare blu; dalle mani iniziò ad uscire dell'energia palpabile nera che poi lo avvolse completamente. La testa gli cadde all'indietro come se fosse sotto ad un incantesimo ed incominciò a pronunciare parole incomprensibili. Thanos ghignò soddisfatto e creò un illusione in tutto il palazzo dorato. Sapeva che Thor e Bruce stavano per giungere e lui fece il modo che non potessero impedire a Loki di interrompere il richiamo del Ragnarok; così creò una sua illusione accanto a sé ed aspettò il loro arrivo. Le prime creature degli inferi e mostri malvagi incominciarono ad invadere Asgard uccidendo chiunque avessero davanti.
-Non possiamo salvarli tutti!!! Dobbiamo andare alla fonte!- disse il dottore.
-Non so come trovarla!- Bruce si voltò verso il palazzo dorato.
-Il tuo palazzo è circondato da una strana energia oscura! Dobbiamo andare lì!- Thor gli corse incontro e lo avvolse con un braccio.
-Reggiti forte!-
-Cosa?- il Dio spiccò il volo e in poco tempo giunsero al Palazzo d'Oro. -Non farlo mai più...hai rischiato parecchio!-
-Scusa!- si fecero guidare dall'energia e nel mentre li raggiunse anche Tony.
-Li ho mandati in un posto sicuro, Thor!-
-Grazie!- non molto dopo arrivarono nella sala del trono e trovarono Thanos e Loki in piedi al centro della sala che li aspettavano.
-Thanos!!!- esclamò Thor con rabbia.
-La mia fama, a quanto vedo, mi precede!- disse soddisfatto per poi guardare Bruce che incominciò a sentirsi un po' strano. Thor guardò Loki, creato dal titano, e non comprese.
-Basta con le parole! Ti impediremo di fare qualunque cosa tu abbia in mente di fare, omone viola!- disse Tony. Thor iniziò a combattere, mentre Bruce scosse la testa. Si guardò intorno e vide accanto a sé Hulk al posto dell'inventore. Si spaventò, non capendo cosa stesse succedendo. I battiti incominciarono ad accelerare e in pochi minuti si trasformò in Hulk. Nel mentre Thor si occupava di Thanos e la copia di Loki, Hulk prese a combattere contro Iron Man.
-Bruce, sono io!!! Bruce!!!- cercò di fargli tornare la ragione, ma il gigante non aveva alcuna intenzione di dargli retta. -Dannazione, non posso nemmeno usare Veronica perchè non so le coordinate di sto posto!- pensò, nel mentre tentava di contrastare Hulk senza nuocerlo. -Devo farmi riconoscere da lui...non ho altra scelta!- gli diede un colpo in faccia per poi togliersi la visuale e mostrare il suo viso. -Bruce, Hulk! Sono io! Sono dalla tua, vostra parte!- ma Hulk non lo riconobbe lo stesso, la magia di Thanos era fin troppo forte e realistica. Così il gigante verde lo prese in mano e gli strappò con forza l'armatura di dosso, distruggendola in mille pezzi. Tony rimase shockato da ciò che l'Altro aveva fatto. Lo guardò un po' terrorizzato, era nudo senza la sua armatura. -Bruce...- sussurrò. -Sono io...sono dalla tua parte...- ma Hulk si arrabbiò maggiormente e lo scaraventò con tutta la sua forza contro una colonna dorata del palazzo; Tony colpì la schiena e cadendo per terra colpì forte la testa. -Bruce...- sussurrò per ultima cosa prima di perdere completamente i sensi. Il sangue iniziava a fuori uscire dalla ferita alla testa senza volersi fermare.
Il dottore avvertì qualcosa dentro di sé spezzarsi, sentì la voce di Tony giungergli alle orecchie e a poco a poco l'illusione di Thanos svanì e vide l'inventore poco distante dai suoi piedi svenuto e apparentemente morto. Perse il controllo, la rabbia lo accecò e si scaraventò contro il titano con l'intenzione di ucciderlo.
Thor prese un attimo di respiro per poi concentrarsi su Loki visto che sapeva che l'unico a poter contrastare Thanos era Hulk.
L'incubo di Bruce divenne realtà, la visione che gli mostrò Wanda la prima volta si realizzò senza riuscire ad impedirlo.



 
Come promesso eccomi con il nuovo capitolo! Il finale non mi fa impazzire, anzi ci sono molte cose che mi sembrano venute male, ma spero che vi sia piaciuta lo stesso! So che è stato un capitolo mooolto lungo, ma volevo ambientarla a natale e mostrare le scene in ambito natalizio per ogni personaggio per vedere come lo passano loro. Spero che vi sia piaciuta e anche le canzoni se le avete ascoltate! 
Al più presto cercherò di pubblicare il nuovo capitolo, anche se sarà difficile con le festività alle porte!
Buon Natale a tutti e grazie di leggere la storia! =)

Ryuga Hideki
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: ryuga hideki