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Autore: Ammie    23/12/2015    2 recensioni
Una storia che emoziona, che appassiona, che fa sorridere, che fa sognare e che ha a che fare con la cucina.
Sto parlando di Tadashi e Akira. La loro storia vissuta dal punto di vista della ragazza, che seppur con un temperamento aggressivo si sente persa negli occhi scuri del fidanzato.
Tra i veloci battiti dei loro cuori si presenteranno vari ostacoli, alcuni molto difficili da superare. Solo di una cosa sono certi: del forte amore che li lega...
Riusciranno a restare uniti oppure si arrenderanno alle prima difficoltà?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Todo, Tadashi Karino
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Un pugno per ogni lacrima…
 
Pensai di rubarle un bacio, ma poi rinunciai: lei era visibilmente stanca e nervosa, probabilmente a causa di questa pesante lite. Feci scorrere lentamente le mani lungo la sua schiena stringendola maggiormente a me, mordendomi la lingua per evitare di pensare al morbido seno schiacciato contro il mio petto.
-Dai, va’ a riposare- mi costrinsi a dire. –Ma se hai bisogno di parlare, io ci sono-
-Grazie per l’abbraccio, Shou- sorrise. Un sorriso vero.
-Buonanotte, Aki- dissi ancora eccitato dal nostro contatto, vedendola scomparire all’interno della sua casa.
 
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Tadashi era sfinito. Aveva passato le ultime tre ore a prendere a pugni una grossa sacca malandata mentre Ryuu e Finn, dall’altra parte della stanza, lo guardavano sconcertati.
-Dovresti fare una pausa, Tadashi- disse la bionda. –Non ti sei fermato neanche per un attimo-
-Finn ha ragione, amico-
Finalmente il moro si decise ad ascoltarli, quindi lasciò cadere a terra i guantoni e si avvicinò a loro. –Grazie per avermi procurato l’attrezzatura- Bevve un sorso d’acqua, poi si sedette e si portò le mani tra i capelli.
-Di nulla- sospirò l’altro preoccupato. –Adesso mi puoi dire perché ieri tu e Akira eravate così strani?-
Scrollò le spalle. –Abbiamo litigato-
-È tutto qui? Sai dire solo questo?- chiese Finn stizzita.
-Che altro dovrei dire? Stasera proverò a parlarle, ma non sono sicuro che andrà tanto bene…- mormorò. Si vergognava immensamente per la reazione che aveva avuto il giorno prima, ed era intenzionato a chiarire le cose, ora più che mai. Tuttavia era nervoso: non aveva idea di cosa avrebbe detto Akira, era molto spaventato che lo rifiutasse di nuovo.
-Perché dici così?- chiese Ryuu, porgendogli un asciugamano pulito.
Fece schioccare il collo. –Ho avuto un comportamento piuttosto acceso durante la lite…- sospirò, stanco e desideroso solo di una doccia fresca. –Sono preoccupato, ragazzi- rivelò.
-Devi farle capire che tieni a lei- disse all’improvviso la ragazza. –Falle un regalo. Non sarà sufficiente per risolvere la situazione, ma sai quanto le piacciono le sorprese…-
 
-La mamma è ancora a lavoro?-
-Sì, Akira- disse il Sig. Todou. –Non dirmi che ti dispiace cenare con il tuo vecchio- scherzò, allentandosi il nodo della cravatta.
La ragazza rise: suo padre era stato assente per alcuni giorni ed ora era felice di passare del tempo in sua compagnia. Portò in bocca dell’ottimo filetto, ripensando agli avvenimenti degli ultimi giorni. Non si sarebbe mai aspettata una reazione così impulsiva da parte di Tadashi, ma dopotutto che avrebbe dovuto fare? Si era accorta troppo tardi dell’errore che aveva commesso e aveva capito che la sfuriata del suo ragazzo era più che comprensiva. Certo, si era spaventata per i suoi scatti d’ira, ma era certa che non le avrebbe fatto nulla. Se fosse stato lui a dormire a casa di un’altra probabilmente non gli avrebbe più rivolto la parola.
Si sono baciati, ricordò a se stessa. Aveva capito che si era trattato di un incidente, tuttavia qualcosa la tratteneva dal dimenticare del tutto la faccenda. Lydia aveva di sicuro in mente qualcosa, quindi era necessario tenere gli occhi bene aperti… E soprattutto starle alla larga il più possibile.
-Tesoro, tutto bene?-
Akira scosse leggermente la testa. –Uhm… Certo-
-Ti ho chiesto come va con Karino- disse. –Ultimamente sei più strana del solito e mi chiedevo se ci fossero problemi-
La ragazza sospirò. –Beh… Abbiamo avuto un piccolo diverbio, ma niente di che, papà-
L’uomo non sembrò molto convinto. –Davvero, cara?-
-Sì, non preoccuparti. E poi c’è lo studio che mi tiene molto occupata…-
-Perché non ti prendi un paio di giorni di riposo? Dopotutto hai un’ottima media scolastica-
-Oh no- sorrise. –Non è necessario-
-E Shou come sta?- chiese, sorprendendola.
Per un istante ripensò a quegli occhi intensi e al delicato aroma della colonia che l’amico adorava. Ripensò a come un tempo fantasticava nell’immaginarsi sposata, con una casa sul mare circondata da fiori di ogni genere. A come le sarebbe piaciuto aspettarlo nella loro veranda con the e pasticcini, dopo un lunga giornata di lavoro. A come sarebbe stata la sua vita senza Tadashi.
Poi, all’improvviso, al posto della casa con veranda le venne in mente lo chalet dove avevano riso, si sono baciati e hanno dormito insieme. Quel bacio nella vasca idromassaggio… In costume, con quella luce tenue e la frutta fresca… Stretta da quelle braccia forti e sicure… Arrossì.
-Akira?-
-Oh, scusa papà. Mi sono ricordata che più tardi dovrei ripassare un argomento per il test di domani…- improvvisò. –Dicevi?-
Il padre continuò a mangiare come se niente fosse. –Shou. Come sta, il ragazzo? È cambiato molto?-
Alzò le spalle. –Sì. È  normale quando si cresce- replicò secca.
Improvvisamente un cellulare squillò. Mr. Todou fece per alzarsi, ma prima ricordò una cosa alla figlia. –Oh, prima che mi dimentichi, domani sera c’è la serata di beneficenza della compagnia-
-Non vedo l’ora- mormorò sarcastica, una volta rimasta sola nella sala.
 
Una volta terminata la cena, la ragazza salì in camera sua e sostituì la divisa della scuola con una vecchia maglia di Tadashi che, essendo troppo lunga, le fungeva da vestito, lasciandole scoperta buona parte delle cosce. Si stese sul letto, girandosi più volte tra i morbidi cuscini.
-Posso?- disse una voce all’improvviso.
La ragazza si alzò rapidamente dal letto. –Tadashi, cosa…- tentò di dire, prima di vedere il meraviglioso mazzo di fiori che il ragazzo teneva in mano. –Wow-
-Sono per te- le sorrise dolcemente, posandoli sulla scrivania e lasciando cadere distrattamente il casco sul pavimento. –So che probabilmente sei ancora arrabbiata con me…- si avvicinò alla giovane, divorandola con lo sguardo. –Ma devo fare una cosa importante adesso, e ho bisogno di te-
Akira arrossì. Era bellissimo con quel giubbotto in pelle nera. Le sembrava un vero e proprio ragazzaccio, pronto per una bella lezione. Scosse la testa: che diavolo aveva appena pensato? –Uhm… Dimmi. Perché…- deglutì, notando il suo sguardo. –Perché ti serve il mio aiuto?-
Doveva agire in fretta, se non voleva essere rifiutato di nuovo. –Per questo- Con pochi e veloci passi la raggiunse fino a trovarsi a pochi centimetri da lei. Le prese saldamente i fianchi lanciandola sul letto, poi in un attimo fu sopra di lei e prima che potesse sgranare gli occhi la baciò. La baciava con ardore, passione e avidità, come se non ne avesse mai abbastanza di lei e del suo odore dolce e invitante.
La ragazza all’iniziò cercò di restare calma, ma non appena sentì la sua lingua chiedere permesso si lasciò trasportare dal piacere, senza pensare agli ultimi giorni di tensione. Le sue mani raggiunsero i capelli ribelli mentre la bocca agiva di volontà propria. Allacciò le gambe attorno ai fianchi di Tadashi, sentendolo gemere di piacere.
All’improvviso lui interruppe il bacio, abbassandole la scollatura della maglia e mostrando la candida pelle appena sopra il seno. Vide che la sua amata si stava agitando, ma non la lasciò parlare. –Ssh…- disse, prima di iniziare a succhiare e mordicchiare un punto preciso, lasciandole poi un segno rosso. –Ecco- sorrise soddisfatto, accarezzando il segno. –Adesso sei ufficialmente mia-
Akira sapeva benissimo cosa voleva dire il moro, quindi decise di restare zitta e assaporare quel delizioso momento. L’odore fresco dei fiori che le aveva portato Tadashi aleggiava nella stanza, ricordandole quante volte lui le aveva inviato foto di bellissimi paesaggi durante le sue scampagnate in montagna. Le sue mani la stavano toccando con dolcezza, suscitandole emozioni fortissime. Lo guardò negli occhi, carezzandogli poi la guancia con sguarso amorevole. –Grazie- sussurrò.
Il giovane sentì il cuore battere più velocemente quando poi la fidanzata l’attirò a sé, baciandolo con la stessa intensità che lui aveva usato poco prima. La mia donna orso, pensò.

 
 
Buon Natale e Felice 2016! Ecco il mio regalo per voi!
Per il prossimo capitolo un paio di recensioni.
 
Ammie
  
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