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Autore: claws    24/12/2015    1 recensioni
Raccolta di venti one shots SmoAce in genderswap.
«Sembravi triste, Fumosa,» esclamò Rufy, senza preoccuparsi di sembrare invadente.
[≈20 000 parole]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker | Coppie: Ace/Smoker
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The person that you take a bullet for is behind the trigger'
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Indice di fuoco
















Dal manuale per esorcizzare le paure, capitolo introduttivo

Più del tempo che non ha età, siamo noi che ce ne andiamo

(Live with me forever now, pull the blackout curtains down)





 

«Toglimi una curiosità, Smokie,» disse Anne, appena entrata nella cabina del commodoro, «me lo chiedo da un po’: ma tu non porti il reggiseno solo quando ci sono io in giro, oppure non lo porti mai

«Come mai una domanda del genere così all’improvviso?»

«Tu rispondimi.»

Smoker sollevò la testa da uno di quei soliti documenti noiosi, guardò Anne negli occhi e disse: «Non lo porto mai. É scomodo.»

Anne rimase buona buona per mezzo secondo, poi scoppiò a ridere. Che razza di logica era, quella?! Certe cose andavano fatte per decoro! E poi Smoker osava lamentarsi di come Anne andasse in giro in pantaloncini e reggiseno – lei almeno ce lo aveva addosso!

«Cosa c’è di così divertente?»

«É solo che mi sembra una cosa molto contraddittoria, detta da te.»

«Non sono io la scostumata, qua dentro, Portuguese.»

Anne ridacchiò. «No? Sicura?»

Alla fine Smoker cedette e rinunciò a finir di leggere quella robaccia proveniente dal Comando. «Non lo porto da quando avevo la tua età e nessuno mi ha mai arrestato per atto osceno in luogo pubblico, quindi non seccarmi.»

«Oh, è vero, a volte mi dimentico che tu sei vecchia.»

Smoker, ancora seduta alla scrivania, non fece in tempo a reagire a quella solita frecciatina: Anne fu più veloce e l’abbracciò dalle spalle. Appoggiò la testa sulla clavicola di Smoker e le sue mani caddero casualmente sul seno del commodoro. No, neanche stavolta aveva indossato il reggiseno, sotto la maglia: forse non lo portava mai sul serio.

«Stai veramente controllando, Pugno di Fuoco?»

«Non posso sempre fidarmi completamente di una marine, Smokie.»

«Non si scherza su certe cose.»

«Ma io non stavo scherz—» Aveva cominciato a dire una delle sue solite frasi maliziose, Anne, e stava per coinvolgere Smokie in una delle sue attività preferite – un po’ d’amore non avrebbe fatto male a nessuna delle due –, quando intuì che la compagna aveva detto più di quanto non fosse stato detto.

«E io non ti ho detto di smettere,» aggiunse Smoker, prendendo una mano di Anne e portandosela alla scollatura, lentamente, per catturare l’attenzione di quella ragazzina che stava riflettendo un po’ troppo.

«No, no, no, frena, adesso,» borbottò Anne, ritirando le mani verso di sè per poi spostare la sedia lontano dalla scrivania. Voleva guardare Smoker negli occhi mentre discutevano. «Cos’è questo “Non si scherza su queste cose”? Cosa volevi dire?»

Smoker sbuffò, alzò gli occhi al soffitto e guardò l’altra con sufficienza. Cercava di farla desistere, ma figuriamoci, quando Pugno di Fuoco si metteva in testa qualcosa diventava una zuccona di proporzioni intergalattiche. Le loro discussioni serie, in genere, potevano essere riassunte nella frase Quando l’Inarrestabile incontra l’Inamovibile (si scambiavano i due ruoli costantemente): questa volta, però, Smoker non aveva voglia di discutere. O meglio: non c’erano ragioni per tenerle nascosto perché non indossasse più quegli strumenti di tortura.

«Quando avevo la tua età, una persona autorevole mi ha detto che portare quegli aggeggi aumenta il rischio di contrarre alcune malattie. Non che mi interessasse particolarmente, al momento, ma quando ho provato a vivere senza, l’ho trovato molto più comodo. Fine della storia. Va bene, adesso?»

«Smokie, ma ci credi davvero?»

«Una marea di scienziati sta ancora cercando di capire se ci sia connessione tra portar reggiseni e l’incidenza di tumori. La discussione scientifica non mi interessa: da quando ho smesso di metterli, mi sento meno costretta, quindi li ho buttati via tutti.»

Anne ci rifletté su per un minuto buono. Poi esclamò: «Sai, secondo me quello lì te l’ha detto solo perché era un maniaco.»

«Probabile. É anche vero che, invecchiando, le probabilità di malattie da cui non si guarisce aumentano.»

Anne non ci aveva mai davvero pensato, ma in effetti quando si diventa adulti e poi anziani le paure non diminuiscono – se possibile, aumentano. Dalle paure più stupide, come le rughe o i capelli bianchi, fino a quelle più insidiose, come le malattie, il non essere più autosufficienti, la vita che si assottiglia come della lana filata troppo. Smoker era solo all’inizio (come se alla sua età ci si potesse considerare vecchi sul serio!) della maturità, ma sentiva che qualcosa già stava cambiando.

Anne le sorrise in un modo quasi tenero. «Ehi, va bene che sei praticamente con un piede già nella tom–cioè, hai trentaquattro anni, ma mi sembra che tu ti prenda abbastanza cura di te.» Tese una mano a Smoker, che dopo un momento di esasperazione raccolse il guanto della sfida. «Puoi sempre chiamarmi, se hai bisogno di qualcuno che ti controlli bene, mh?»

«Per quello ci vuole un medico, non una marmocchia.»

«Sai che se continui a chiamarmi marmocchia l’unico effetto che ottieni è quello di sentirti più vecchia?»

«Stai cercando di convincermi a smettere? Non ce la farai, marmocchia

Arrivarono fino al letto inciampando un paio di volte ognuna nei passi dell’altra. Anne rideva, sorrideva e annuiva a tutti gli insulti di Smoker per la situazione in cui stavano finendo (aveva da lavorare, come al solito, stakanovista). «Mh-hm. Hai presente quando ti senti piena di energia, tanto che potresti andare avanti per ore?» Era stato poco più di un sussurro nell’orecchio di Smoker, come una scintilla che sfiora la pelle della mandibola. La ragazzina le aveva davvero dato un pizzicotto sulla coscia? «Va bene anche il ricordo di quella sensazione, visto che – m’immagino – tu non riesca a provarla, al momento. Vecchia

















 

 

Note Autrice:

Anne che chiama Smoker vecchia è una cosa bellissima. Viva i giovincelli. (Mi sento anzianotta.)

Prompt: Amore con scarto d’età.

Sottotitolo.
Prima riga: citazione da Valzer per un amore di Fabrizio de Andrè. Non so perché non parli mai di Faber, lo adoro. Ha scritto delle canzoni che sono oltre la poesia, accidenti.
Seconda riga: citazione da Immortals dei Fall Out Boy. Traduzione: "Vivi con me adesso, tira giù le tende scure”. Ok, non son capace di tradurre, per cui vedo di spiegare cosa siano le blackout curtains: sono delle tende di colore scuro che venivano impiegate nelle abitazioni in tempo di guerra. Quando c’erano degli aerei che sorvolavano le case, si aprivano queste tende sulle finestre in modo tale che da fuori non fosse visibile la luce interna alla casa – e dunque non era chiara la posizione dell’edificio a chi era nell’aereo, che si trovava in difficoltà nel mirare quello che non poteva distinguere nel buio.

Quel live with me forever now per me può suonare anche come un invito a non occuparsi del futuro, perché quell’attimo in cui si trovano si allungherà fino all’infinito di un secondo. Non so se rendo l’idea. É anche un rialzarsi dopo un momento di sconforto per sentirsi di nuovo pronti a contrastare qualsiasi cosa, grazie anche a un supporto sia morale che fisico. Il movimento dell’aprire le tende scure sembra calare un sipario più intimo e “da nascondere” rispetto alle normali tende di casa. É come se quel momento di difficoltà andasse celato (forse sovrapposto, riscritto?) da un momento intimo in altro senso, più “facile” per queste due sceme (???).

Qui si discute della differenza d’età tra Anne e Smoker in maniera implicita, cioè parlando del tumore al seno, che in età avanzate colpisce più facilmente. Paura che Smoker ha, e che Anne cerca di mandare via, magari senza riuscirci, ma si sa, certe paure non se ne vanno neanche per sogno. Boh, a me Smokie che cerca di occupare la mente di Anne con altro fa troppo ridere, perché Anne non si arrende certo per così poco! XD Boh, mi diverto a renderle sceme (???), a volte sono troppo serie. 

Quella storia del reggiseno e dei tumori al seno è una diàtriba che va avanti da ere geologiche. Ovviamente non sono una scienziata che ha la verità del mondo, e con questa storia non intendo persuadere nessuno a far niente (a parte farvi piacere un po’ la SmoAce, non so se ci sto riuscendo). Quindi voi fate come volete – quello che posso dire è abbiate cura di voi e del vostro corpo: che sia una villa o un monolocale (come nel mio caso, visto che sono formato tascabile), il vostro corpo è pur sempre casa vostra, no?

Ho finito con le cose random che di norma ci sono in queste note: la prossima settimana il menù prevede il prompt Eros!

Siamo già a Natale, quindi auguri a tutti!

Grazie per aver letto! Ringrazio ancora tantissimo Happy_Ely per i suoi commenti. C:

Per qualsiasi dubbio, parere o critica in merito alla storia, non esitate a contattarmi!

Alla prossima settimana!

claws_Jo




Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

  
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