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Autore: BlackDream99    24/12/2015    2 recensioni
"Te lo prometto", le disse Ron, quando l'oscura presenza del dolore aleggiava ancora nelle menti di tutti e due. In un viaggio per terre lontane, il rapporto fra Ron e Hermione si andrà rafforzando, contro quello che pensavano gli altri, contro quello che pensavano anche loro stessi. Una storia limpida che si basa su frasi aleatorie, baci appassionanti, sulla voglia di stare insieme, di perseverare, di continuare ad andare avanti, perché la vita, appena pensi che debba lasciarti in pace, ti rende le cose più difficili di quanto già non lo siano state. Un'ennesima ricerca porterà Ron e Hermione prima su strade buie e scomode, e infine, a quello che desideravano entrambi, forse lui ancor più di lei. Tra lacrime, gioie, congetture e inesperienza, l'amore avrà la meglio. Perché loro sono nati per stare insieme. E insieme resteranno. Per sempre.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lettura consigliata con: Iris - Goo Goo Dolls

''Ed insomma hai fatto tutto tu? Tutto da sola? Era tutto uno scherzo idiota?'' disse Ron, che non riusciva a capacitarsi di ciò che gli aveva appena detto Hermione, che poi era quello che stava ripetendo ormai parecchie volte come per verificare di aver capito bene. Hermione rideva spensierata, annuendo quando riusciva a trovare la forza di resistere. 
''Sei una brutta stupida, mi hai fatto pensare che qualcuno stesse per attaccarmi. Ma cosa ridi, è una cosa serissima invece! Prova a rifarlo e giuro che la prossima volta ti lascio'' esclamò Ron tentando di nascondere un po' di scena che aveva voluto creare intorno alla frase. Hermione lo guardò di traverso, mentre ancora sorrideva: ''Non oseresti''. In un primo momento Ron pensò di sfidarla, di vedere a che punto sarebbero arrivati, ma la felicità di avere Hermione di nuovo di fianco a sé ebbe il sopravvento: ''Purtroppo, lo so'' disse lievemente, ed iniziò a ridere anche lui. 
Mentre ripercorrevano il sentiero buio che portava alla tenda (Hermione aveva curato in un istante il polpaccio di Ron) egli scoprì di aver fatto davvero tanta strada, ci volle quasi un quarto d'ora solo per ritrovare il sentiero vero e proprio battuto dai cacciatori. Ripensare alla strada fece sì che Ron ricordasse una domanda che prima aveva chiesto fortemente di essere espressa. Hermione camminava davanti, e lui dovette allungare il passo ed avvicinarsi a lei prima di chiederle: ''Ah, Hermione un'altra cosa importante. Prima no...? Quello era il tuo Patronus?''. Lei si fermò, e nonostante la luce della bacchetta illuminasse molto poco l'ambiente circostante, si notò come sgranò gli occhi quasi annoiata: ''Stai veramente facendomi una domanda del genere?''. Ron ripensò velocemente alla conversazione con la lontra e cercò di salvarsi dall'ingenuità in modo più naturale possibile: ''No... non era una domanda, eh. Lo so che quello era il tuo Patronus...'' disse incerto, mentre lei continuava a guardarlo come proprio la lontra aveva fatto, senza dire nulla. ''La domanda era - riprese cercando di dare un tono autorevole alla voce - come faceva a parlare, a muoversi e a comportarsi come un essere umano?''.
Hermione era improvvisamente diventata pensierosa, come se stesse decidendo attraverso quale strada avrebbe guidato Ron alla risposta. Optò per generalizzare, almeno all'inizio: ''Ricordi cosa ti ha detto?''. 
''Tralasciando il fatto che mi trattasse come un essere inferiore?'' rispose lui, quasi offeso. Lei sorrise leggermente, poi lo lasciò proseguire. 
''Ha detto che non pensa da sola, ma era come se sapesse quello che fosse successo prima - arrossì violentemente - fra... fra di noi. E poi sembrava che considerasse stupido tutto quello che le chiedevo, ma io davvero non sapevo, e non so, cosa pensare...''.
Hermione riprese a sorridere, e la cosa, forse per la prima volta in vita sua, lo turbò. In un lampo di anarchia, si avvicinò minaccioso ad Hermione, le strinse il polso e disse, con voce calma ma tale da incutere paura: ''Hermione spiegami quello che è successo o giuro che ricorderai questo giorno. Sono stufo di essere all'oscuro di tutto, sono e sembro uno stupido, lo so, ma sono stanco. Smettila di trattarmi come un idiota e parla''. Lei lo guardò spaventata, cercò istintivamente di liberare il polso dalla presa di Ron, ma questa resistette, ferma, immobile. Lei capì che il momento degli scherzi era terminato, non aveva mai visto Ron in quello stato e mai più avrebbe voluto vederlo così. 
Si girò verso il sentiero e sussurrò: ''Camminiamo, torniamo alla tenda''. Lui la seguì, facendo scendere le dita dal polso alla mano di Hermione, che inaspettatamente le strinse. Erano in vista della collina quando Hermione disse, guardando davanti a sé ma mantenendo salda alla sua la mano di Ron: ''Ron, ero io. Sono stata io, io parlavo dietro al Patronus, io decidevo cosa volessi che dicesse. Ti ricordi quando ho detto ad Harry che ero riuscita a far parlare i Patroni? Ecco, ora sono arrivata addirittura a comandarli. Io ero il Patronus. Io parlavo e io decidevo come muovermi, io a farti seguire la mia scia nel bosco, fino al punto in cui mi ero nascosta, fra quell'albero cavo e quel grosso sasso. Ero sconvolta, mi avevi fatto infuriare, ma sapevo che saresti venuto a cercarmi, me lo sentivo e sono orgogliosa di te per averlo fatto davvero, e quindi, appena mi sono calmata un attimo, ho deciso. Ho mandato la lontra verso il sentiero, ho fatto in modo che la seguissi e che venissi da me, poi... ho solo fatto in modo che ci mettessi un po' per trovarmi''. Si fermò e coraggiosamente sorrise a Ron, che guardava nel vuoto, le ultime tracce di violenza ormai sparite. 
''Ma... ma perché quando sono venuto lassù non ti ho visto?'' disse lui, mentre la mente continuava a ragionare su quello che gli era stato appena riferito. 
''Non mi hai visto ma mi hai sentito...'' rispose lei.
Ron ricordò il rumore come di foglie calpestate in un attimo: ''Ma come...''.
Lei lo anticipò: ''Incantesimo di Disillusione. Ben riuscito direi, perché mi sei letteralmente caduto sopra. Per quello sei scivolato dalla collinetta, hai inciampato su di me mentre ero sdraiata per nascondermi''.
Ron restò paralizzato per un paio di secondi, poi riprese a camminare verso la tenda tirando Hermione dietro di sé. Scuoteva la testa in modo buffo, sembrava che non riuscisse a credere a delle cose del genere, e poi, mentre stavano finalmente entrando nella tenda di Bill, urlò: ''Tu mi staresti dicendo che all'una e mezza di notte hai creato tutta questa messinscena; Patronus che parla, renderti invisibile, quella sorta di nascondino fra ciechi e luci di terrore a destra e a manca, per ridere del fatto che fossi spaventato? Per... divertimento?!''.
Lei scoppiò a ridere, poi rispose lentamente mentre i loro occhi si preparavano alla guerra: ''Beh, si''. Silenzio.
E poi accadde un qualcosa di assurdo. Ron le si avvicinò lentamente, e la baciò.
''Adesso però siamo pari'' aggiunse lui, quando  dopo intensi e romantici secondi le loro labbra si furono separate. Hermione lo guardò stupita, ora era lei a non aver capito: ''Ron, in che se...'', ma le sue parole furono soffocate da un altro bollente bacio. Le avvolse la vita con le braccia e la trascinò dentro, al caldo, mentre ancora avevano gli occhi chiusi e persi. E come se non fosse successo nulla prima di allora, come se si stessero innamorando in quella situazione per la prima volta, si gettarono sul letto, svestiti, lasciandosi andare a ciò che le parole non avrebbero mai potuto dire. La magia di quel momento andava oltre gli avvenimenti, gli assurdi fatti di quella notte non avrebbero mai potuto scalfire un legame che andava oltre gli stati d'animo, oltre quello che si fa e che si pensa. Entrambi sapevano di aver sbagliato, ma l'amore era talmente importante che neanche le scuse sarebbero servite, ci si giustificava notando le reazioni dell'altro. La gelosia, la paura, il terrore di aver perso una parte di sé, erano necessari a comprendere quanto si è importanti per la persona che si ama. Ron aveva sofferto, tremato e rischiato per avere di nuovo Hermione al suo fianco, lei si era battuta contro di lui, la sua fin troppo orgogliosa e moralista personalità. Avevano litigato, si erano odiati, ma erano pronti a correre i pericoli più grandi per tornare dall'altro, per non perdere una parte fondamentale della propria vita, per restaurare quel meraviglioso legame che avrebbe consentito di sentirsi felici, col sorriso. E mentre un sincero e passionale amore rosso scuro avvampava in quel remoto angolo del mondo, e quei corpi si univano con le anime in un arcano ma elegante rituale, un rapido pensiero si faceva strada nelle menti dei due, in particolare in quella della ragazza innamorata dal viso perfetto. ''Dovunque io vada, qualsiasi cosa accada o faccia, lui c'è. Io lo so che c'è. Sempre''.
   
 
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