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Autore: CathlinB    26/12/2015    1 recensioni
C'erano una volta un golfista di fama internazionale e il vincitore di un premio Oscar. Un padrone e i suoi schiavi e un cantante mascarado. Uomini dal corpo blu provenienti da un mondo senza donne e un giovane giocatore di rugby. Un autista privato, un discotecaro e uno stregone. E tanti tanti altri bei ragazzi giovani ed aitanti.
Ciascuno trovò il proprio autore che gli voleva molto, molto bene e poi iniziarono a cercare qualcuno che li intervistasse per riuscire a raccontare tutto ciò che il loro autore si era scordato di raccontare. Sembra proprio che siano riusciti a trovare qualcuno mosso da un forte senso di masochismo (le assidue lettrici del gruppo Short but Sweet) e tutti assieme risposero alle domande, fin troppo intime, delle loro fan.
Questo ebook raccoglie le interviste ai più famosi protagonisti di M/M romance, usciti dalla penna degli autori italiani.
Gli ebook e/o cartacei da cui queste interviste sono state ispirate, sono disponibili sui maggiori stores.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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#7
Velia Rizzoli Benfenati

TERAPIA DI COPPIA
Il dottor Girot richiuse la porta dietro di sé lasciando la coppia nel suo studio come di consueto. Il copione si ripeteva sempre uguale ogni quarantacinque minuti. Il consulente faceva entrare la coppia dicendogli di accomodarsi dove preferiva e usciva per qualche minuto in modo da lasciare la possibilità di scegliere tra il salotto costituito da un divano e due poltrone, la formale scrivania o un tavolo tondo attorno a cui sedersi. Questo rituale faceva parte della terapia: il dottore lasciava la coppia libera di decidere senza influenzare la scelta e, in base a dove si sedeva, lui si poteva già fare un’idea su quale fosse il rapporto tra i due. 
Mentre attendeva che questo rito si compisse, lo specialista rilesse la loro cartella: “Javier Decroux,  francese, dirigente amministrativo al Louvre, e Claudio Bordin, italiano, docente di Finanza Etica. La coppia sta affrontando un periodo di ricostruzione dopo che Claudio ha subito un’amnesia retrograda globale.” Pertanto i due uomini seduti oltre la porta erano lì per motivi assolutamente nuovi per il dottore: lo psichiatra dell’italiano aveva consigliato loro di frequentare un consulente di coppia dopo che questi aveva subito un’amnesia retrograda globale. La cosa un po’ assurda, dal suo punto di vista, era proprio che quei due, in effetti, non erano in crisi, ma dimostravano di affrontare la tragedia uniti. La sua esperienza di medico specializzato poteva contare su coppie in difficoltà per vari motivi, dal tradimento, ai vizi, alla semplice incompatibilità di carattere; ma mai si era trovato di fronte a due persone che, compatte, affrontavano una cosa come una malattia del genere; per lui quella era un’assoluta novità. Sospettava, addirittura, che il collega psichiatra avesse mandato da lui quei due uomini proprio per fornirgli una nuova opportunità di studio. 
Rientrò sorridendo. I due ragazzi erano simpatici e intelligenti, sarebbero stati quarantacinque minuti piacevoli. Li trovò seduti sul divano mano nella mano e, con deformazione professionale, registrò che la coppia era più serena rispetto alla volta precedente: non erano più abbracciati l’un l’altro chiusi a bozzolo come per difendersi da un nemico comune, ma si stringevano le mani, pronti a confortarsi, ma senza paura.
«Molto bene ragazzi. Mi sembra di notarvi più rilassati oggi. Siete pronti a cominciare?»
I due uomini si guardarono e annuirono al terapista. 
«Perfetto. Oggi vi farò alcune delle domande che ho qui segnato sul mio block notes. In base alle risposte deciderò se farvi procedere ancora in coppia, o se è meglio che veniate separatamente.»
Javier e Claudio annuirono nuovamente, sempre senza separarsi.
«Questa prima domanda la rivolgo a entrambi e dovete rispondermi singolarmente. Cosa pensate di voi stessi?»
Claudio guardò il marito e quindi prese la parola per primo. «Sinceramente non so cosa rispondere. Io ho solo sei mesi. Non posso dire di conoscermi. Dopo il periodo di paura e ansia, ora mi potrei definire come “curioso”. Per me tutto è nuovo.»
Javier sorrise prima di rispondere. «Penso di essere un tipo tranquillo, normale insomma. Non ho delle “grandi visioni” del mondo, ma vivo alla giornata. Per me è importante la serenità della mia famiglia»
Il dottor Girot prese nota, e quindi lesse la seconda domanda. «Qual è la vostra posizione preferita a letto?»
I due uomini si guardarono imbarazzati, era evidente che non volevano rispondere a quella domanda, ma, giudicando quel dialogo muto, il medico capì che tra di loro ne avevano probabilmente parlato più volte. Inaspettatamente fu proprio Claudio a prendere la parola. «Ecco… di posizioni ce ne sono così tante e io non ho ancora deciso quale preferisco. Nel dubbio attualmente le provo tutte!»
Javier, di fronte alla risposta del marito, sfoderò un sorriso che l’analista classificò come divertito «E lo vengo a dire a lei di fronte a Claudio? Non ci penso proprio! Sa che gusto lasciare che lo scopra? È uno degli aspetti divertenti di questa nuova situazione!»
Capendo che non avrebbe ottenuto altre risposte, il dottor Girot decise di passare ad altre domande, il fatto che non fossero ancora pronti a parlarne con lui significava solo che doveva guadagnarsi ancora la loro fiducia. «D’accordo, ne riparleremo. Passiamo alla prossima domanda. Claudio, descrivi Javier in tre aggettivi.»
L’italiano guardò il medico un secondo prima di rispondere «Paziente, intelligente, e bellissimo.»
«E tu Javier? Descrivimi tuo marito in tre aggettivi.»
A differenza del compagno, Javier rispose pronto. «Simpatico, fighetto, e dolcissimo.»
Il dottore non mancò di annotare come l’ultimo aggettivo fosse stato espresso da entrambi con il superlativo e che nessuno dei due avesse evidenziato dei difetti. Era chiaro che nessuno dei due faceva una colpa all’altro per la situazione che si era creata. «Questa domanda la rivolgo solo a Claudio, ecco: cosa hai pensato la prima volta che hai incontrato il tuo partner?»
L’uomo si rannicchiò al compagno e l’analista non mancò di notare come il francese lo stringesse protettivo. Evidentemente, a causa di quello che stava per dire, necessitava di essere rassicurato «Ho un ricordo nebuloso. Ero nel steso in un letto d’ospedale e non sapevo cosa mi fosse successo. Lui era lì, vicino a me e parlava con i medici. Ho capito subito che non doveva essere un estraneo per me e qualcosa in lui mi suggeriva fiducia, ma non sapevo neanche il suo nome.»
«Capisco. Deve essere stato doloroso per entrambi. Va bene, passiamo a qualcosa di più leggero, giusto per conoscere qualcosa in più di voi. Javier qual è la tua canzone preferita o la colonna sonora della vostra storia?»
Javier apparve imperturbabile, la risposta di Claudio non l’aveva scalfito, i due dovevano aver raffrontato l’argomento in passato. Ora l’uomo sembrava pronto a rispondere più per rassicurare il marito che tutto andava bene. «Quando ci conoscemmo lui mi fece una compilation con le canzoni italiane che preferiva. Direi che quelle canzoni sono un po’ la colonna sonora della nostra storia. Però una sera andammo in un locale a ballare e io mi avvinghiai a lui sulle note di My Heart Will Go On. Lei che dice? È abbastanza gay?»
Il dottor Girot non poté fare a meno di sorridere, in fondo cosa significava “essere abbastanza gay”? «Cerchi sempre di eludere le domande. Bene, allora Claudio racconta come hai fatto coming out.»
Lo sguardo di Claudio si mostrò incredibilmente spento «Non me lo ricordo. So che è stato prima dell’amnesia, so quello che mi ha raccontato Javier, ma niente di più.»
Lo specialista capì che l’uomo non era in grado di dire nulla di più e del resto non sarebbe stato utile perché gli avrebbe riferito solo quello che aveva sentito dire dal marito. «E per te Javier come fu il tuo coming out?»
Il francese assunse un tono indifferente. «Andai da mio padre per dirgli che avevo lasciato la mia ex ragazza e che mi ero innamorato di Claudio. Lui mi rispose che avevo fatto un errore perché questa cosa poteva danneggiarmi nella carriera.»
Il medico prese nota pensando che forse c’era di più, ma che non lo avrebbe scoperto con il tempo.«D’accordo, me lo farò bastare, ma ti avviso Javier non mi stai rendendo facile il lavoro.»
«Non sono qui per renderle facile il lavoro, ma per aiutare Claudio. Per lui farei qualunque cosa, solo che, sinceramente, non mi sembra che queste domande siano così utili.»
Inaspettatamente Claudio prese la parola. Il dottor Girot non l’aveva mai sentito usare una voce tanto ferma. «Lascia che sia io a decidere cosa è utile o no, va bene? Andiamo amore, cosa abbiamo da perdere? C’è forse qualche altro scheletro nell’armadio di cui dovrei sapere oltre a quelli di cui mi hai già parlato?»
Il bel sorriso dolcissimo del francese fece capire al medico che l’incidente era risolto. «Posso proseguire? Claudio te la senti di raccontarmi qualcosa del tuo primo amore?»
Claudio rispose ancora con quel tono piatto che il medico aveva imparato a conoscere. «No, non so nulla. Javier non mi ha raccontato niente a riguardo. Per quanto mi riguarda lui è il mio primo e unico amore.»
«Come mai?»
Javier rispose prontamente «Perché non ne abbiamo mai parlato in modo particolareggiato. Quando ci siamo conosciuti era una storia già sepolta da tempo e non ci siamo mai dedicati troppo ai nostri amori passati, fatta eccezione per la ragazza con cui stavo.»
«Quindi si può dire che per te è stata lei il tuo primo amore?»
«Più o meno. È stata la prima storia in cui ho creduto.»
Il medico prese nota, quindi proseguì rendendosi conto di quanto certe domande non fossero utili e nemmeno inutili. «Allora, Claudio, mi sembra di capire che non ami Parigi. Quindi ti chiedo: in quale città vorresti vivere?»
«In questo momento non saprei. Vede, io ho sempre vissuto a Parigi, non conosco altre città anche se so di essere nato a Verona e averci vissuto per vent’anni, poi di aver studiato a Milano, tre mesi fa ci siamo anche andati per una settimana, ma non sono stato altro che un turista. Se devo essere sincero, fino a cinque mesi fa mi spaventava tutto, poi, dopo quella notte, quella di cui le ho parlato la volta scorsa, le cose sono un po’ cambiate. Adesso se so che Javier è nei paraggi sono più tranquillo.»
Che coppia granitica! Il dottor Girot ebbe un moto di invidia per i due uomini che aveva di fronte: benché vivesse una relazione da quasi trent’anni, non ricordava di aver mai avuto tanta complicità con il suo compagno. «Questa domanda la rivolgo a Javier, visto che non credo che Claudio mi potrebbe dare una risposta utile.Se avessi la possibilità di tornare indietro nel passato, quale momento della tua vita vorresti cambiare?»
Javier, che non sembrava più irritato, sembrò soppesare le parole prima di rispondere. «Beh, Claudio già lo sa, non è un segreto. Sicuramente non mi comporterei più in quel modo con Alain.»
«Già, se ben ricordo, gli hai raccontato tutto.»
«Ammetterà che non avevo molta scelta: come potevo costruire un rapporto senza essere onesto fino in fondo?»
«Mi sembra giustissimo. Claudio questa volta voglio che ti sforzi. C'è un evento passato che ti ha traumatizzato e/o segnato in modo positivo? Chiaramente riferito agli ultimi sei mesi…»
«A parte quando mi sono mi sono svegliato in un letto d’ospedale senza sapere nulla di me? Direi che la notte che ho trascorso con lui in giro per la città sia stata la cosa più bella e importante della mia vita.»
Il dottor Girot pensò nuovamente a quella notte che i due avevano passato insieme per le strade di Parigi e di cui gli avevano raccontato. «Già… quella famosa notte… Javier i miei complimenti per la tua forza e dedizione nell'affrontare un evento di questa portata. L'amore a volte non basta a superare la distanza non solo fisica tra due persone. Come si affronta la ricostruzione di una vita insieme?»
«Non lo so. Vede io affronto le cose un po’ alla volta. Forse, ecco, non è una “ricostruzione”, ma una costruzione nuova. Cerco di spiegarmi. A volte si sceglie di cambiare il mobilio di casa e a volte si cambia casa. In questo caso noi, in un certo senso, abbiamo cambiato casa, voglio dire, il nostro contesto è diverso, ma noi siamo rimasti sempre noi. Claudio non ricorda più chi era, ma è sempre lui. Io lo so: lo sento nelle sue risposte, lo vedo nei suoi gesti, nelle sue paure, nei suoi gusti. In tutto. Il fatto che lui non sappia più chi sia, non vuol dire che non lo sappia io. Come lo affronto? Come affronterei qualunque altra cosa che riguarda la mia famiglia: con amore.»
Il medico registrò nuovamente la risposta pensando a malincuore che la seduta era quasi finita, quei due ragazzi gli piacevano sempre di più «E per te Claudio come si affronta la ricostruzione di un amore?»
Claudio prima di rispondere assunse un’espressione stupida. «Io, in realtà, non sto ricostruendo niente perché nulla ho di costruito dietro di me. Come le ho detto prima, io sto vivendo il mio primo amore e, in un certo senso, è bello così: mi godo ogni giorno come una novità assoluta.»
«Molto bene. Un’ultima domanda, a entrambi. L’altra volta mi avete descritto il vostro amore come una conquista ininterrotta; allora vi chiedo: il vostro rapporto è tuttora una scelta continua e quotidiana, oppure vi siete stabilizzati?»
I due si guardarono e il dottor Girot ebbe la sensazione di averli dichiarati nuovamente consorti. Javier rispose con voce quasi commossa. «Certo che lo è. Questa è l’essenza del nostro stare insieme, il nostro amore non è un qualcosa che diamo per scontato ed è bello proprio perché è così. Possiamo mandarci a quel paese sapendo che torneremo a cercarci. La nostra stabilità è comunque una scelta.»
Il dottore scrisse le ultime note, chiuse il block notes e si alzò dalla poltrona. «Molto bene ragazzi. Il tempo a nostra disposizione è finito. È stato un piacere parlare con voi. Vi proporrei di vedervi ancora il mese prossimo sempre in coppia. Potete passare dalla segretaria per la fattura e per fissare il prossimo appuntamento.»
I ragazzi si alzarono, strinsero la mano al dottor Girot e uscirono dalla stanza lasciando allo specialista la dolce sensazione di aver sfiorato qualcosa di bello e prezioso. Il medico sospirò, fece accomodare una coppia prossima al divorzio e uscì dallo studio.






BIO
Velia Rizzoli Benfenati, che si definisce “più bolognese della mortadella di cui conserva colore e forma”, deve lo pseudonimo ai nonni e vive sulla Linea Gotica. 
Ama la letteratura, l’arte, i viaggi, ma soprattutto il teatro ovvero tutto ciò che aiuta a cambiare punto di vista. È quindi una di quelle persone che ha sempre in testa un sacco di idee in testa e un corpo eternamente in risparmio energetico, con il risultato che, molto probabilmente, mentre leggete queste righe, la sua mente starà partorendo un nuovo romanzo e il suo corpo giacerà in fase REM.
Talvolta ghostwriter per gli amici, scrive perché nella sua testa ci sono troppe emozioni che le chiedono di uscire e non riesce a tenerle solo per sé. 
Queste le sue pubblicazioni, tutte tramite Triskell Edizioni:
-Amnésie à Paris (2013)- romance mm - Ebook - 2.99€ - acquistabile presso tutte le maggiori piattaforme on line.
-La neve sul mare (2013)- romance mm - Ebook – gratuito - contenuto nella raccolta Racconti sotto l’albero 2013- scaricabile presso il sito della Triskell
-Il regalo più bello (2014)- romance mm - Ebook – gratuito - contenuto nella raccolta Racconti sotto l’albero 2014- scaricabile presso il sito della Triskell


   
 
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