Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: ___Page    26/12/2015    3 recensioni
"-E tu Perona?!- le chiese Kobi, sporgendosi verso di lei.
-Io?!- domandò, sgranando gli occhioni neri, prima di scrollare le spalle -Oh beh io ci penserò quest’anno! Magari trovo qualcosa di motivante!- disse, con un sorriso che era tutto un programma, girandosi verso le amiche che sapevano bene di cosa stesse parlando.
Senza che nessuno lo sapesse, Perona era già diventata qualcosa alla Raftel High School. Da mesi ormai il suo blog andava alla grande e sempre più studenti chiedevano aiuto alla misteriosa quanto famosa Miss Puck, senza restare quasi mai delusi nelle proprie attese.
Ma non aveva bisogno di vantarsi, le andava bene così. Finché avesse avuto Miss Puck, non sentiva il bisogno di essere nessun altro, a parte se stessa."
A grande richiesta, il seguito di Miss Puck, dieci anni dopo.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul, Mihawk, Perona, Portuguese, D., Ace, Trafalgar, Law/Margaret | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo di Piper
Ehilà gente!!! Sono in ritardo lo so! Ma ho avuto pochissimo tempo e quindi scusate se pubblico e vi faccio gli auguri in ritardo! Ma, ehi, meglio tardi che mai, giusto?! 
Dunque dunque capitolo song-fic a effetto e cioè, scusate la precisazione per dummies, quando vedete "Pause" fermate la canzone, quando vedete "Play" la fate ripartire! Se potete vi conviene leggere dal pc e sentire la canzone dal cell o qualcosa del genere... ma è solo un consiglio ^^'! 
Beh ragazzi rinnovo i miei auguri di Natale, sperando che questo capitolo possa scaldarvi un po' in queste giornate fredde con il sole! E un grazie immenso a tutti voi che m seguite, un grazie speciale a Luna, Sara e Eva e a tutti voi che mi sostenete sempre e comunque! 
Un grande abbraccio e a presto dalla vostra Piper. 





Si arrestò fuori dalla porta della loro camera da letto, piedi scalzi, l’accappatoio intorno al corpo e un asciugamano a mo’ di turbante sui capelli umidi.
Doveva essere rientrato mentre lei era sotto il getto dell’acqua calda, per questo non lo aveva sentito, e poteva anche essere che semplicemente non si fosse ancora messo i pantaloni e la maglietta che usava in casa ma a Boa bastava la postura di Drag, intento a guardare fuori dalla finestra che dava sul giardino della casa, per sapere che qualcosa lo turbava.
Camminando leggera, gli si accostò, appoggiando delicata una mano sulla sua schiena, risalendo fino a in mezzo alle scapole e cancellando con quel tocco parte della sua tensione.
Si fermò con il palmo sulla sua spalla sinistra, mentre faceva scivolare l’altro braccio accanto al suo costato e gli circondava l’addome, posando il mento sulla sua spalla destra e sentendolo subito rilassarsi e inclinarsi leggermente indietro, a cercare un sostegno in lei.
-È successo qualcosa?!- domandò sottovoce, strusciando la fronte contro la sua tempia e ascoltandolo inspirare a pieni polmoni.
-Manca poco alla Vigilia- affermò, portando la propria mano su quella di sua moglie e intrecciando le loro dita.
Boa lo scrutò nella penombra della loro stanza, con i suoi grandi occhi blu come la notte.
Sapeva dove stesse il problema.
Non era prevista neve quell’anno per Natale e sarebbe stata la prima volta negli ultimi dieci anni.
E la Vigilia senza neve equivaleva a una Vigilia senza Olivia.
Non lo biasimava per essere ancora così malinconico. Sapeva che Drag la amava, forse non di più ma di certo non di meno di quanto aveva amato Olivia, sapeva di esserci lei nel suo cuore e nella sua mente e non solo nel suo letto e tra le sue braccia.
Ma Olivia restava una parte di lui, una parte dei loro figli e non pretendeva, mai lo aveva fatto, che non sentissero la sua mancanza soprattutto in determinati periodi dell’anno.
E Natale era decisamente uno di questi. Olivia amava il Natale più di quanto ognuno di loro fosse in grado di fare. Un amore che Perona aveva ereditato in tutto e per tutto.
In quel periodo anche lei sentiva più nostalgia della sua vecchia amica, perché tutto, gli addobbi, le luci e persino il freddo, le ricordavano il suo incrollabile entusiasmo per quella festa tanto attesa.
Perciò, figuriamoci come poteva sentirsi Drag.
E la mancanza di neve, di certo non lo aiutava. Quando nevicava alla Vigilia era come se Olivia fosse ancora lì con loro.
Un pensiero improvviso la colpì, facendola sorridere nel buio e aumentare la propria stretta sul marito, che girò il viso a guardarla.
-Che succede?!- le chiese, trovandola sorridente e radiosa.
Boa lo scrutò ancora un istante, stringendo appena la stoffa della sua maglietta tra le dita.
-Mi è venuta un’idea!-
 
§
 
-Dai su! In macchina!- intimò, facendo scambiare occhiate perplesse ai suoi figli.
-Voi sapete cosa gli prende?!- domandò Zoro, facendo negare gli altri tre.
-Papà…- cominciò Robin, ragionevole come sempre, ma Drag si era già infilato al posto del guidatore e stava abbassando il finestrino dalla parte del passeggero.
-Allora vi date una mossa?!- intimò, con una strana luce, quasi euforica, negli occhi.
Robin si girò verso Perona, di cui, tra la il cappellino e la sciarpa, erano visibili solo gli occhi. Si strinse nelle spalle, come a voler dire che fino a quel pomeriggio il loro genitore era stato perfettamente normale o almeno lei non si era accorta se c’era stato qualche segnale di schizofrenia nei giorni precedenti.
L’archeologa si rimise dritta, girandosi verso i fratelli.
-Forse conviene assecondarlo-
-Ma è la Vigilia di Natale e lui vuole che saliamo in macchina senza dirci niente per portarci chissà dove dopo averci chiesto di venire qua da soli!- protestò Zoro -Che gli prende?!- ripeté, mentre Law si girava a studiare il padre che attendeva tamburellando sul volante e agitandosi impaziente sul sedile.
Aveva l’aria di uno che non stava più nella pelle.
-Magari ha un ictus in corso?!- buttò lì, facendo sgranare gli occhi a Perona mentre i gemelli restavano uno impassibile e l’altra sorridente.
-Trovo più plausibile che sia stato sostituito con un clone alieno- mormorò atono Law prima che lo strombazzare del clacson riempisse il garage, facendogli chiudere gli occhi per mantenere la calma mentre gli altri tre sobbalzavano.
-Ragazzi credo sia meglio andare- ribadì Robin, facendo sospirare Zoro e Law.
-E va bene…- mormorano all’unisono, girandosi per salire in macchina.
Perona si infilò rapida sul sedile centrale, schiacciata tra Zoro e Robin, le mani in tasca, la bocca coperta, scrutando alternativamente tutti i componenti del suo nucleo famigliare.
-Ma dov’è la mamma?!- chiese, attraverso la sciarpa.
-Lei è già là!- affermò Drag in un soffio, girandosi per fare retromarcia e sorridendo.
Colpita da quel comportamento criptico, Perona cercò di nuovo Robin con gli occhi e fu il turno della mora di stringersi nelle spalle.
Nessuno fece più domande né commenti durante il tragitto, a parte Law che si vide costretto a ricordargli un paio di Stop lungo la strada e Zoro che ringhiò tra i denti che se facevano un incidente lo avrebbe ammazzato con le sue mani.
Non lo avrebbe mai ammesso ma più di non sapere dove stessero andando era non sapere dove fosse Nami a renderlo così nervoso. Non aveva potuto nemmeno avvisarla della stramba trovata di suo padre.
Fu con non poco sollievo che lo videro inserire la freccia per accostare e parcheggiare, dopo circa dieci minuti, e si accigliarono tutti quando riconobbero il quartiere dove li aveva portati.
-Skypeia?!- domandò perplesso Law.
-Presto dai!- li incitò di nuovo Drag, bloccando la serratura della macchina e lasciandoli un po’ interdetti.
Lo osservarono spostarsi a passo di carica, quasi di corsa, tutti schierati vicino alla vettura.
-Ragazzi, ho le allucinazioni o papà sta correndo dentro all’Upper Yard alle otto di sera della Vigilia di Natale?!-
-Confermo tutto Zoro- mormorò Law, osservando il genitore a occhi sgranati.
-Beh meglio seguirlo no?!- s’intromise Perona, con un’alzata di spalle, prima di avviarsi.
-Ehi pulce, aspetta!- l’ammonì Zoro, spaventato di perderla nel buio.
Si mossero rapidi all’interno del parco, seguendo il padre senza fare caso a dove portava il sentiero prescelto, finché Law non cominciò a notare qualcosa di famigliare nel panorama intorno a sé, fino a posare gli occhi su una ben precisa panchina.
-Ma cosa…- cominciò, rendendosi conto che erano vicini alla quercia di Olivia.
 
[If my heart was a house – Owl City]
 
You're the sky that I fell through
And I remember the view whenever I'm holding you
 
Si fermò accanto a Robin e si ritrovò a trattenere il fiato, nonostante le labbra schiuse per lo stupore e il freddo che lo obbligava a respirare a bocca aperta.
Non poteva credere ai propri occhi e anche Zoro e Perona si erano immobilizzati increduli, pochi passi avanti a loro.
 
The sun hung from a string
Looking down on the world as it warmed over everything
Chills run down my spine as our fingers intwine
And your sighs harmonize with mine
 
Una fila di luci colorate, di quelle per illuminare l’albero o il bordo del balcone, formavano un quadrato sospeso, sfruttando come sostegno l’albero stesso e due lampioni e un tavolino di plastica bianca, di quelli da pic nic, era stato imbandito proprio davanti alla quercia con una tovaglia natalizia e circondato da sedie dello stesso materiale.
-Ta-dah!- esclamò Drakul, girandosi verso i figli e indicando con entrambe le mani la sorpresa.
-Ma che succede?!- domandò perplesso Law, il corpo attraversato da una miriade di emozioni.
 
Unmistakably I can still feel your heart
Beat fast when you dance with me
We got older and I should have known
 
-Rufy non provare a toccare un altro onigiri o ti cavo tutti i denti!-
-Oh ma Nami, io ho fame!!!-
Voci in avvicinamento li fecero voltare, in tempo per vedere arrivare dall’ingresso Est del parco Nami, Margaret, Rufy, Boa, Rouge e Ace, portando stoviglie di plastica e pietanze ben sigillate in appositi contenitori termici.
 
(Do you feel alive?)
That I'd feel colder when I walk alone
(Oh, but you'll survive)
So I may as well ditch my dismay
(Bombs away... Bombs away...)
 
-Ehi tranquilli, abbiamo conservato qualcosa anche per voi!- li avvisò Ace, agitando il braccio in un gesto di saluto.
I quattro ragazzi deglutirono a vuoto, gli occhi lucidi, non solo per il freddo.
Fu solo quando suo padre gli posò le mani sulle spalle che Law si riscosse, sobbalzando appena e tradendo tutta l’emozione che stava provando in quel momento.
-Abbiamo pensato che fosse bello festeggiare anche con mamma- lo avvisò, obbligandolo a mandare giù per cercare di scacciare il groppo in gola -L’idea è stata di Boa e loro mi hanno aiutato a metterla in pratica- spiegò, indicando con un cenno del capo i nuovi arrivati con cui i suoi fratelli si stavano scambiando abbracci e convenevoli
 
Circle me and the needle moves gracefully
Back and forth, if my heart was a compass you'd be North
Risk it all cause I'll catch you if you fall
Wherever you go, if my heart was a house you'd be home
 
-Che ne pensi?!- domandò poi Drag, in evidente apprensione.
Law si girò a guardarlo un po’ perso e incredulo, prima di gettarsi verso di lui e abbracciarlo forte.
-Sei grande, papà- sussurrò nella notte, e fu il turno di Drakul di deglutire a vuoto.
Si tennero stretti ancora qualche secondo per poi allontanarsi senza interrompere il contatto tra i loro corpi, guardandosi in faccia e sbuffando confuse risate.
-Dai andiamo prima che Rufy finisca tutto!- lo incitò, stringendo ancora un attimo la sua spalla prima di lasciarlo andare.
Si avvicinarono veloci al tavolino e Law si piegò senza esitazione su Margaret per baciarla, mentre Drag si accomodava di fianco a sua moglie, premendo la mano sulla sua coscia.
Non poteva credere che davvero suo padre avesse organizzato una cena simile per loro. Era il regalo più bello che potesse trovare!
 
It makes me smile because you said it best
I would clearly feel blessed if the sun rose up from the west
 
Quando aveva saputo che non era prevista neve per quell’inverno il cuore gli era sprofondato nello stomaco. Da quando aveva ripreso a nevicare quel Natale in cui Perona aveva sei anni non un solo anno erano dovuti stare senza neve.
 
Flower balm perfume, all my clothes smell like you
Cause your favorite shade is navy blue
 
Ma non era poi così grave visto che, se Olivia non poteva andare da loro, loro potevano andare da Olivia, proprio come avevano fatto.
-Amore vuoi un arancino?!- gli chiese Margaret, riscuotendolo dalle sue riflessioni.
 
I walk slowly when I'm on my own
(Do you feel alive?)
Yeah, but frankly I still feel alone
(Oh, but you'll survive)
So I may as well ditch my dismay
(Bombs away... Bombs away...)
 
Con un sorriso ebete sulla faccia si girò a guardarla, facendole prima sgranare gli occhi e poi sbuffare una risata.
-Che c’è?!- chiese Law, prendendo la pietanza che gli veniva offerta.
-Niente è che sei adorabile così con quell’espressione!- spiegò, intenerita, prima di avvicinarsi per un bacio.
Law l’accarezzò sulla guancia, perdendosi poi a fare una panoramica del tavolo.
Robin stava chiacchierando con Boa e Rouge mentre Rufy si spazzolava qualunque cosa gli capitasse sotto tiro, facendo a gara con Zoro. Nami era troppo impegnata a ridere di una qualche battuta fatta dal capofamiglia per preoccuparsi di loro e picchiarli e Ace e Perona sembravano isolati da tutti gli altri, concentrati su un video che il moro stava mostrando all’amica e che la stava facendo ridere di gusto, illuminandole gli occhi.
Per un breve, paradisiaco attimo, Law si sentì scoppiare di felicità, circondato da quelle persone che amava così tanto, in un luogo per lui così importante, in una notte così suggestiva.
Avrebbe voluto fermare il tempo in quell’attimo.
 
[Pause]
 
-Cos’è questo rumore?!- chiese Boa, accigliandosi e facendoli zittire tutti.
Un suono vibrante risuonava nell’aria e per un attimo quasi tutti portarono le mani alle tasche delle proprie giacche finché Zoro non alzò una mano mentre con l’altra tirava fuori il cellulare.
-È il mio!- avvisò, prima di lanciare un’occhiata al display lampeggiante e accigliarsi -Torciglio?!-
Cosa mai poteva volere Sanji da lui, quel giorno e a quell’ora?!
Perplesso si alzò dal tavolo.
-Scusate un attimo- si congedò allontanandosi e spostandosi dall’altro lato della quercia.
Accettò la telefonata, portando la scatolina all’orecchio.
-Pronto, Sanji!-
-Ohi Marimo! Meno male che hai risposto!- esclamò il biondo dall’altra parte, lasciando Zoro senza parole.
Era una sua impressione o il tono era agitato?!
-Sanji è tutto a posto?!-
-Come no! Va alla grande! Alla grandissima anzi! Tu che fai?!-
-Io sto… cenando con la mia famiglia…- rispose un po’ titubante.
No, qualcosa non tornava.
-Oh scusa non volevo disturbare io…-
-Sanji che succede?!- domandò lapidario, zittendolo.
Svariati istanti di silenzio seguirono quella domanda diretta e Zoro stava già per chiedere se fosse ancora lì quando il cuoco ruppe gli indugi.
-Okay non so perché, Zoro, ma ho sentito che prima di farlo dovevo avvisarti, dovevo dirtelo- spiegò con urgenza prendendo un profondo respiro -Sto per chiedere a Violet di sposarmi!-
Il verde rimase immobile dov’era, interdetto, senza sapere cosa dire, finché la voce dell’amico che lo chiamava non lo riscosse.
-Tu stai… T-tu… Santo Roger ma è… fantastico!!!- esultò, sentendo il biondo liberare una nervosa risata all’altro capo -Le hai preso l’anello vero?!-
-Ma che domande imbecilli fai?!-
-Scusa è che sono un po’ confuso anche io! Ma cosa fai qui al telefono con me?!?! Va da lei! Subito, ora!-
-Sì ora vado, vado subito!- esclamò Sanji ma senza ancora riattaccare.
Titubò un attimo prima di chiamare nuovamente l’amico, incredibilmente per nome.
-Dimmi!-
-Andrà tutto bene vero?!-
Zoro sgranò gli occhi nel registrare l’incertezza che suonava nella voce del ragazzo e scosse la testa ghignando.
-Certo che sì, come vuoi che vada?!- mormorò e per un attimo riuscì a immaginare nitidamente Sanji che tirava un sospiro di sollievo e poi si ricomponeva, pronto ad andare dalla sua donna -Ehi Torciglio!-
-Mh?!-
Fu il turno di Zoro di esitare. Mai nella vita, nemmeno sotto minaccia, avrebbe ammesso che voleva bene a quel pervertito di un cuoco. Però…
-Te la meriti davvero-
Un altro lungo attimo di silenzio e Zoro fu certo che anche Sanji stesse sorridendo ebete, proprio come lui.
-Tu invece non arriverai mai a meritarti Nami-swan, Marimo! Buona serata!- lo salutò prima di chiudere.
Il verde strabuzzò gli occhi, allontanando il telefonino dal viso.
-Ma… ma…- balbettò, fissando il cellulare indignato -Che stronzo!- esclamò parlando con se stesso, prima di chinare il capo e scuoterlo con un ghigno divertito sul volto.
Non sarebbe cambiato mai.
 
[Play]
 
Circle me and the needle moves gracefully
Back and forth, if my heart was a compass you'd be North
 
Rimise il cellulare in tasca e si strofinò un attimo i palmi sui baveri della giacca, cercando di gestire l’emozione che quella serata così speciale gli stava regalando e prese un profondo respiro prima di tornare verso il tavolo.
 
Risk it all cause I'll catch you if you fall
Wherever you go, if my heart was a house you'd be home
 
Lo accolsero con esultanza,  nemmeno fosse stato lontano solo qualche minuto e, quando si sedette era così sorridente che Nami rimase a fissarlo perplessa per parecchi secondi.
Si sentiva un idiota a essere così felice perché di tutti Sanji aveva voluto avvisare proprio lui della propria decisione e scosse la testa cercando di tornare in sé, mentre si girava verso la propria donna.
-Ricevuto buone notizie?!- s’informò, sorpresa di tutto quell’evidente entusiasmo.
 
If my heart was a house, you'd be home
 
Per un attimo, nell’incrociare i suoi occhi, uno spasmo contrasse lo stomaco di Zoro, cogliendolo alla sprovvista e facendogli perdere il sorriso.
-Sì direi di sì- rispose, tornando subito a ghignare.
Si chinò a baciarla rapido sulle labbra, scaldandosi del suo calore e chiedendosi con una infima parte del proprio cervello cos’era quella sensazione di inadeguatezza che per un attimo si era impadronita di lui.
Ma la risata di Perona lo obbligò a tornare con ogni fibra del proprio corpo a quel momento, quella cena con la sua famiglia, quella Vigilia così indimenticabile.
Accogliendo Nami tra le braccia, lasciandole usare il proprio petto come sostegno per la sua schiena, Zoro la strinse perdendo lo sguardo sulle persone che aveva intorno e un senso di benessere e calore lo pervase.
In quel momento, in quel parco, con Nami tra le braccia, i suoi fratelli e suo padre così felici, circondato da persone così importanti per lui, Zoro sentiva che non avrebbe voluto niente di più.
 






 
BUON NATALE A TUTTI VOI
  
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