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Autore: withoutfears    26/12/2015    0 recensioni
Tra di loro calò il silenzio che in un batter d’ occhio si impossessò della buia stanza.
-ti va un po’ di musica?
Chiese Tom che senza attendere la risposta cacciò la mano nel mobiletto accanto al letto per prendere un’ IPod e un paio di cuffiette, ne pose una a Cassy che la afferrò guardandolo negli occhi.
Premette play.
“I really need you here, yeah I need you so don't leave.
And don't count on me 'cause I am drowning, please don't drown with me.
Just hold me in your heart, let the ocean take me.
And you think I don't read every message that you send?
You think I turn a blind eye, you think I'm just like them?
It breaks my heart, all these stories, brings me to tears all this grief;
And I feel so fucking helpless when I can't be your relief.”
Cassy si riaddormentò sulle note di quella canzone e se le playlist delle persone forniscono una descrizione della persona allora con quella canzone Tom si era svelato a lei. Completamente.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 13

Due mesi dopo:
I genitori di Cassy dovevano ancora tornare ma per compensare ciò chiamavano la figlia con più frequenza così da farle percepire meno la loro mancanza.
Seppure fossero telefonate brevi quasi prive di contenuto Cassy apprezzava quel gesto.

Durante la ricreazione Cassy accompagnata da Pietro andò alle macchinette per prendere una bibita.
-Cassy?
-dimmi.
disse mentre inseriva distrattamente la chiavetta nella macchinetta.
-come vanno gli allenamenti?
Male, andavano male.
Jessie per qualsiasi cosa le dava contro e ciò era motivo di tensione e mancanza di concentrazione per la squadra, ma non glielo avrebbe detto di certo.
-vanno bene.
Disse digitando il numero con una mano e grattandosi la spalla con l’ altra.
-anche con Jessie?
-si, si.
Disse ritirando la lattina di Coca Cola.
-davvero?
“no.” Pensò, ma disse il contrario.
-si, davvero.
Disse continuando a grattandosi la spalla.
Pietro dal canto suo non ci era di certo cascato.
Era visibile che stava mentendo e per provare che lo stava facendo avrebbe sicuramente agito in qualche modo.
Non lo avrebbe fatto proprio con il fine di mostrare la frottola, ma per incastrare Jessie che ultimamente era una ragazza acida e superficiale motivata dalla gelosia e dalla rabbia.
-oggi hai gli allenamenti?
-ehm… certo, come ogni giorno.
Disse aprendo la lattina.
-Cassy! Cassy! Cassy!
Sentì pronunciare il suo nome da una voce maschile alle sue spalle.
-hey Tom.
Disse mentre la raggiungeva in una leggera corsa.
-è successo un casino.
Disse prendendo fiato ma agitato.
-Jessie e Broke… seguimi. Mattew è già là.
Disse prendendola per mano iniziando di nuovo a correre leggermente.
-vieni anche tu Pietro.
Disse Tom.
-ma che è successo?
Domandò lei.
-avete il permesso di uscire da scuola?
Domandò Tom.
-di uscire? Ma che sta succedendo?
Disse percorrendo il corridoio che permetteva di uscire dallo stabile.
-mi parli? Spiegaci.
Disse Cassy.
-sembra grave Tom, dicci tutto.
-avete o no il permesso?
Insisté lui.
-si, ma cosa succede?
Domandò Pietro.
-anche tu hai il permesso, Cassy?
-credo di si.
-bene, allora andiamo.
Disse tirandola per il braccio.
-salite in macchina, su.
Disse Tom.

Cosa stava succedendo? Perché non diceva nulla?

Uscirono frettolosamente dalla scuola e salirono in macchina.
-Tom ora che siamo in macchina ci spieghi per cortesia?
Disse Cassy mentre Tom faceva retromarcia.
Tom dal canto suo si mostrava agitato, irrequieto e irato, quasi rabbioso.
-già, abbiamo diritto di sapere il motivo per cui stiamo uscendo di scuola.  dove siamo diretti? Si può sapere dannazione?
Disse Pietro iniziando a perdere la pazienza.
Quel mistero, quell’ avere l’ ansia al collo senza concepirne il motivo lo rendeva nervoso.
-a casa di Cassy.
Disse.
-a casa mia? Che andiamo a fare là?
-Broke e Jessie sono entrate a casa tua combinando un macello.
Cassy, come Pietro non ci poteva credere.
Rimase a bocca aperta senza riuscire a proferire parola alcuna.
Era come se il suo corpo fosse diventato di pietra.
Se erano arrivate a quel punto, il prossimo passo quale sarebbe stato?
Si stavano spingendo troppo in là.

Quando arrivarono Mattew era fuori casa a braccia incrociate appoggiato al muro.
Cassy senza dire niente scese dall’ auto, prese le chiavi di riserva poste nel retro della casa.
-Cassy!
La chiamò Tom fermandola.
-non chiamarmi.
Disse mentre girava le chiavi nella porta.
Strano, era chiusa.
-vengo con te?
-no, stai fuori, non provare ad entrare.
Disse scontrosa.
Al suo ingresso la casa sembrava fosse stata in preda ad un tornado.
Era un disastro.
C’ era cibo a terra sparso per il pavimento e delle lenzuola sporche sul divano.
Sul tavolo della cucina c’ erano tutte le posate e dei fogli accartocciati.
Andò al piano superiore, nel bagno non era accaduto nulla ma nella sua camera c’ era un caos indescrivibile e sul letto Jessie e Broke.
Le coperte erano state bagnate di acqua e c’ erano delle macchie di chissà cosa.
-oh, ciao Cassy non pensavamo che saresti tornata così presto.
Disse Jessie.
Quando si alzò notò che indossava i suoi vestiti.
Cassy deglutì rumorosamente.
Una domanda le frullava nella testa come un eco: “perché?”, “perché?”, “perché?” “perché?”, “perché?”, “perché?”.
-come siete entrate? La porta di servizio era chiusa.
-dalla finestra, Cassy. Siamo entrate dalla finestra. Lo faceva spesso Broke, vero?
Disse Jessie avvicinandosi a Cassy.
-togliti i miei vestiti.
-no.
Disse Jessie.
-non ti appartengono, quindi te li togli. Non ti appartiene nulla di quello che è in questa casa.
-hai finito con le tue stupidaggini?
-oh, ma a fanculo quando ci vai? Ti comporti in un modo fastidioso.
-questo vale solo  per te.
-anche per me.
Disse Mattew.
-e anche per me.
Disse Pietro.
-sai che mi importa di ciò che pensate voi.
Sentenziò lei dura.
-smettila Jessie. Con che coraggio entri nella casa di una persona senza il suo permesso mettendogliela in disordine, eh?
Disse Tom.
-ti avevo detto di stare in macchina o sbaglio?
Disse Cassy.
-ti ho disobbedito.
-ho notato.
-Jessie, esci da questa casa, ora!
Disse Tom con un tono piuttosto minaccioso che faceva quasi paura.
-altrimenti?
Domandò sfacciata lei.
-non c’è un “altrimenti”. Fallo, punto e stop.
-non ci penso neanche.
-ah no?
Domandò prendendola di peso.
Nonostante si scalciasse e malmenasse Tom, tirandogli pugni sulla schiena quest’ ultimo riuscì a portarla alla porta.
   
 
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