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Autore: CathlinB    28/12/2015    1 recensioni
C'erano una volta un golfista di fama internazionale e il vincitore di un premio Oscar. Un padrone e i suoi schiavi e un cantante mascarado. Uomini dal corpo blu provenienti da un mondo senza donne e un giovane giocatore di rugby. Un autista privato, un discotecaro e uno stregone. E tanti tanti altri bei ragazzi giovani ed aitanti.
Ciascuno trovò il proprio autore che gli voleva molto, molto bene e poi iniziarono a cercare qualcuno che li intervistasse per riuscire a raccontare tutto ciò che il loro autore si era scordato di raccontare. Sembra proprio che siano riusciti a trovare qualcuno mosso da un forte senso di masochismo (le assidue lettrici del gruppo Short but Sweet) e tutti assieme risposero alle domande, fin troppo intime, delle loro fan.
Questo ebook raccoglie le interviste ai più famosi protagonisti di M/M romance, usciti dalla penna degli autori italiani.
Gli ebook e/o cartacei da cui queste interviste sono state ispirate, sono disponibili sui maggiori stores.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Teo vs. Jacques
Sono i miei ormoni impazziti per colpa di Giacomo, che è via da una settimana in montagna a sciare. Sarei voluto andare anch'io, mi aveva invitato, ma i miei non me l’hanno permesso. Storia lunga...
È cominciato tutto questo pomeriggio all'Università. Ho partecipato a una conferenza, tenuta da quest'uomo, sulla finanza e l'impatto nel mondo di questa crisi economica mondiale.
Sono arrivato presto e mi sono seduto in prima fila.
Quando è entrato lui, l'aula era già piena.
Già vederlo comparire sulla porta è stato un tuffo al cuore e dalle gradinate dietro di me si è levato un mormorio femminile di gradimento. Non può un professore essere così... affascinante! È un insulto per i ragazzi che seguono le sue lezioni; non può esserci attenzione alle sue parole se uno finisce col concentrarsi solo sul suo bel volto e l'aspetto in generale!
Guardo sul progamma e leggo la sua breve biografia. Non l'avevo ancora fatto. Quest'uomo avrà suppergiù 40 anni ed è Ceo di una grossa multinazionale con sede in Svizzera. Una carriera notevole, anche se la società l'ha ereditata dal padre.
Sono ancora a testa bassa che finisco di leggere la bio, quando un profumo inebriante mi solletica il naso e mi avvolge. Rimango senza fiato e il cuore inizia a martellare. Ho emesso un leggero mugolio proprio mentre passava davanti a me e qualcosa tra le mie gambe ha reagito violentemente, costringendomi ad accavallarle.
Non è solo un profumo artificiale. È una scia di feromoni che quest'uomo emana come se fosse un costoso profumo, spargendolo ovunque lui passi. Il mio naso l'ha captato e ho iniziato a seguirlo in estasi, come nei vecchi cartoni, lievitando a mezz'aria come un fachiro.
Non so se hanno effetto solo su di me perché in questo momento sono particolarmente ricettivo, o se anche gli altri hanno sensazioni simili alle mie. Pensare che una persona riesca a soggiogarti semplicemente col suo profumo naturale, m’inquieta un po'.
Si presenta velocemente e inizia subito a parlare. Non si siede dietro la cattedra insieme al rettore e ad altri professori ma gira davanti alla prima fila di banchi. Ha un forte accento francese... così seducente! Ogni volta che si avvicina a me, mi sento avvampare. Cavolo! Non voglio che se ne accorga! Se abbasso lo sguardo passo per il timido imbranato che non sono. Se lo fisso mi vede cambiare colore almeno tre volte in un minuto.
Dopo una mezz'oretta di conferenza su e giù per l'aula, decide di fermarsi. E si ferma proprio davanti a me. Scivolo sulla sedia, cercando di nascondermi sotto il banco. Lui continua a parlare e abbraccia con gli occhi tutti i presenti, nessuno escluso. Tutti sono attentissimi alle sue parole. Tutti tranne me. Sto facendo una fatica tremenda per concentrarmi e ascoltare ciò che dice. Ma non ce la faccio. Sono concentrato a limitare le reazioni del mio corpo, infedele e traditore!
Ogni tanto abbassa lo sguardo... in fondo guarda tutti... eppure mi sembra che le sue labbra si increspino in un mezzo sorriso quando mi guarda! O sono io che non capisco più niente.
Conferenza finita, corro via dall'aula prima degli altri che si sono fermati a chiacchierare e a cercare di parlare direttamente col Ceo. Mi chiudo in bagno e mi sciacquo il viso, cercando di dare una calmata agli ormoni.
Controllo il cellulare reinserendo la suoneria. Pochi attimi dopo parte la musichetta che ho associato al numero di Giacomo. È quella che mi piaceva tanto la scorsa estate, quella sentita milioni di volte in sua compagnia. Stay with me. A lui non piace molto, troppo romantica dice, ma io l'associo sempre a noi due, quella prima notte in riva al mare. Il mio primo e unico amore. In fondo sono innamorato di lui fin dalla seconda media... eravamo già compagni in prima, ma lui era ancora un embrione. Il primo giorno di scuola in seconda ho visto entrare in classe un tipo nuovo. Non sapevo ci fossero bocciati o nuovi arrivi in classe nostra. Forse uno all'ultimo momento! Così ho chiesto a un altro chi era e mi dice che è Giacomo. Alto, la voce diversa, spavaldo, un po' arrogante ma in fondo un cuore d'oro, sempre allegro. Fino a gennaio non ho fatto altro che guardarlo da lontano, poi ha deciso, da un giorno all'altro, di sedersi nel banco con me e da allora siamo diventati indivisibili... ed ora andiamo entrambi all'università. Primo anno. L'infatuazione per un collega giovane di mio padre, quando avevo 6 o 7 anni credo non valga.
“Ehi!” mi accoglie sempre così quando rispondo alle sue chiamate. Mi basta la sua voce calda e sussurrata da farmi rimescolare tutto. Tranne oggi... dentro sono già tutto in subbuglio.
“Ehi, ciao!” il mio tono leggermente acuto lo fanno insospettire, ne sono certo.
“Tutto bene? Hai una voce strana!” infatti... come volevasi dimostrare. Giacomo sembra notare ogni sfumatura della mia voce, ogni movimento del mio corpo, ogni espressione del mio viso. Non riesco a nascondergli nulla. O io sono un pessimo bugiardo o lui è un acuto osservatore.
“Si, tutto bene. È finita ora quella conferenza che ti avevo detto.”
“Piaciuta?” chiede sarcastico. Ancora si chiede come mai io mi sia iscritto al corso triennale di economia e finanza. Lui segue un altro corso triennale, sempre nella stessa università.
“Si” non gli dirò mai che non ho ascoltato una sola parola perché ero troppo distratto ad ammirare il relatore e a cercare di tenere il mio corpo sotto controllo. Giacomo è disgustosamente possessivo e geloso. Agli inizi era divertente vederlo infuriarsi e non poter dire nulla ogni volta che all'università iniziavo a chiacchierare con qualcuno. Si avvicinava e stava lì, accanto a me, in silenzio e con uno sguardo furibondo finché il tipo che voleva fare amicizia non si allontanava in imbarazzo e sgomento per lo strano personaggio al mio fianco.
Idem in piscina durante gli allenamenti. Ha la tendenza a non voler vedere nessuno vicino a me. Figuriamoci in acqua con addosso solo un costume o negli spogliatoi tutti nudi. Devo fargli capire che non può isolarmi dagli altri perché lui è possessivo.
 Ovviamente nessuno sa che noi due stiamo insieme, che siamo una coppia. Per i nostri vecchi amici lui è sempre stato quello con una ragazza. A nessuno viene il sospetto che quella fosse una maschera, una facciata. Io, anche se la ragazza non l'ho mai avuta, li ho sempre aiutati a rimorchiare, quindi secondo la loro logica io mi son fatto delle tipe di nascosto.
“Mi manchi!” gli dico. Mi manca davvero tanto.
“Mi manchi anche tu, un casino!” lo sento sospirare “Ma perché non ti han lasciato venire i tuoi? Avremmo avuto una camera solo per noi; potevamo dormire abbracciati come al mare, come il mese scorso a casa mia.”
Ehh potevamo fare tante cose io e lui in camera da soli, tutta la notte.
“Non avremmo dormito molto di sicuro!” gli rispondo divertito, immaginandomi come mi abbraccia lui da dietro.
“Pensi sempre a quello. Io faccio il romantico e tu pensi solo al sesso!”
M’invia un'immagine.
“Aprila” mi dice “In questo momento vorrei esser lì con te, sbatterti su una cattedra, prendertelo in mano e affondare la lingua nella tua fessura. Succhiarti fino a farti venire e sentire i tuoi gemiti...”
“Piantala Giacomo!” solo l'idea di quello che mi farebbe mi fa elettrizzare e formicolare le palle, ma sono nel bagno pubblico e non posso mettermi a fare sesso telefonico “Smettila! Non posso segarmi qui. Piantala o metto giù subito!”
“Ok, ok! La... smetto... allora dimmi perché non sei venuto in montagna?” dalla sua voce credo che lui stia continuando a toccarsi.
“Mia mamma ha capito come stanno le cose tra noi.”
“Cosa? Cazzo...”
“Ha detto che è meglio non correre troppo in fretta.”
“Eh? Cioè lei pensa... che finora ci siamo solo tenuti per mano e guardati negli occhi?”
“No, non penso. Immagino che abbia capito che siamo andati oltre il platonico, almeno da certe cose che mi ha detto. Ma credo si senta un po'... non so come dire... protettiva. Credo, forse.”
“Ma protettiva di che? Mica possiamo rimanere incinti tu o io!” bella scoperta. A volte Giacomo se ne viene fuori con delle uscite da far cascar le braccia “Ma tuo padre lo sa?”
“Ma no, figurati! È stata già dura e imbarazzante con mia madre. Una cosa per volta!” solo al pensiero di discuterne con lui mi fa star male.
“E cosa ha fatto tua mamma? S'è messa a gridare, ha pianto?”
“Ma no. Si è seduta con me sul divano ed ha iniziato a chiedermi se mi piacevi, se anch'io piacevo a te. All'inizio credevo che s’informasse solo della nostra amicizia, ma poi ho capito che chiedeva conferme a quello che lei aveva già intuito. E alla fine le ho detto che è dalle medie che sono innamorato di te e che è venuto fuori tutto questa estate e che anche tu eri innamorato di me, ma non te ne rendevi conto.”
“Sei fortunato. La mia si metterebbe a gridare e piangere e non mi rivolgerebbe più la parola per chissà quanto tempo!”
Stiamo zitti per un paio di secondi immaginando sua mamma strillare.
“Ascolta! Fra poco devo andare a cena e prima devo lavare il disastro che ho fatto... Volevo dirti che torno domani sera. Appena sono lì ci vediamo giù al bar, d'accordo?”
“Ok a domani!”
Chiudiamo. Non siamo da smancerie, soprattutto telefoniche. Apro l'immagine e... Cavolo! Mi ha mandato una foto sua mentre si masturba! Mi riempie la memoria del cellulare con 'ste foto pornografiche! Se dovessi perderlo o qualcuno che conosco aprirlo, passerei per un maniaco pervertito. Solo che mi spiace cancellarle, così le salvo tutte su dropbox. Ahhh cosa sà fare quella mano! Ma domani torna a casa, ci troviamo al nostro bar e poi nel garage che i suoi usano come magazzino e dove hanno piazzato la sua chitarra elettrica per non sorbirsi i suoi patetici accordi. C'è anche un divano sfondato favoloso, per noi due!
Esco dal bagno. Percorro il lungo corridoio quasi asettico dell'edificio moderno e scendo l'ampia rampa di scale aperta sulla hall dell'università. Mi sento quasi un re scendere per quest'ampia scalinata.
Giù, in fondo la scala c'è il Ceo... non ricordo bene il suo nome. Riguardo sulla brochure della conferenza. Monsieur Jacques ... Oh! Jacques... come il mio Giacomo! Sta parlando con due persone, uno dei quali è il Rettore dell'Università. Vicino a lui c'è un uomo biondo, con due spalle da far paura, gli occhiali con le lenti scure e un'espressione serissima. Non sembra partecipare alla conversazione, anche se è nel gruppetto. Ha le mani unite davanti a sé e le gambe leggermente divaricate. Di sicuro non una posa rilassata.
Sono costretto a passare accanto al gruppetto.
Sull'ultimo gradino mi sento già avvolto da quel profumo irresistibile sentito prima in aula. Inghiotto a vuoto e il viso inizia a bruciarmi. Mi faccio coraggio e sfioro Jacques... mentre gli passo accanto. Non me ne accorgo, ma non so come inciampo nella sua gamba. Non cado, per fortuna, ma mi scivolano di mano la brochure e un quaderno dove, in teoria, avrei dovuto prendere appunti. Non capisco se sono stato io a urtarlo o lui che si è mosso.
Si gira a guardarmi con un sorriso indecifrabile eppure seducente, mentre il tipo al suo fianco mi sorregge per un braccio, anche se ormai non rischio più niente. Mi batte il cuore all'impazzata. Lo guardo a occhi sgranati, forse un po' spaventati e sorpresi.
"Mi scusi... non l'ho fatto apposta" balbetto con un filo di voce tremolante.
"Oh no, pardonne moi! Sono io che mi sono mosso!" ah che voce...
Il Rettore e l'altro insigne professore mi guardano infastiditi, freddi. Lo sguardo dell'altro uomo, il biondo, che a vederlo da vicino non è più così tanto biondo, al confronto è caldo e vagamente incuriosito.
Mi lascia il braccio e mi chino per raccogliere le mie carte.
"Ah, lei era alla conferenza! Le è piaciuta?" ha notato la brochure evidentemente. O magari si è ricordato di me. Del ragazzo imbarazzato. Balbetto qualcosa. Che imbarazzo. Parla con me e sta chiaramente ignorando il Rettore.
Mi alzo e mi giro verso gli uomini. Mi sento piccolo, anche se sono alto come o più di loro.
"Sì. E’ stata... interessante" quasi non so cosa ha detto, ma sicuramente è stata interessante.
Guarda l'orologio da polso, in oro.
"Signori," dice infine agli esimi professori, girandosi verso di loro e inserendoli nuovamente nella sua sfera "Si è fatto tardi per me. Mi aspettano tra pochi minuti al ristorante. E’ stato un piacere."
"E’ stato un onore per noi. Confidiamo in un suo prossimo intervento."
"Sicuramente. Avete degli allievi così..." si gira verso di me, che me ne sto lì impalato a fianco del man in black non riuscendo a trovare il momento giusto per andarmene da questa situazione imbarazzante "...attenti e preparati!" touchè. Sorride.
Gli altri se ne vanno ed io rimango lì, intrappolato dal fascino e dalla curiosità. So che devo andarmene, ma senza la presenza pesante e ingombrante del Rettore ora ho voglia di conoscere quest'uomo.
"Jacq, s'il te plâit. Nous offrons quelque chose a ce gars" si rivolge al tipo con lui. Un altro Jacq? Mi fa cenno di seguirlo e quando finalmente capisco cosa intende dire, rifiuto, ringrazio e me ne vado. Anzi, corro via!
Anche se è dicembre, fuori non è ancora buio pesto e il cielo è limpido. Adoro questa città. La città dove sono nato e cresciuto e, se anche la vita mi porterà ad andare lontano, cercherò sempre di tornare qui, tra i suoi palazzi, l'aria che profuma di tiglio nella tarda primavera, tra il traffico e le montagne che si vedono in lontananza. Le rondini in primavera e la neve d'inverno, le luci notturne e il riverbero nelle calde estati. I tram che sferragliano e le foglie secche sui viali in autunno, che scricchiolano.
Mi piacciono questi viali lunghi, trafficati, circondati di luci a cui si alternano i portici, negozi eleganti e negozi di basso livello, la gente sempre in giro, moto e motorini che sfrecciano accanto alla macchina. I vigili col casco bianco in testa e il cappotto blu scuro al centro degli incroci, per dirigere il traffico. E in questo periodo dell'anno gli addobbi natalizi, mille luci di ogni colore e forma.
Non mi sta aspettando nessuno a cena. I miei impegni sociali li ho assolti. Ho accontentato il lato mondano di mia moglie accompagnandola alla prima della Scala due sere fa. Ho espletato il mio obbligo di sponsorizzatore presso la prestigiosa università. Ed ora ho solo bisogno di rilassarmi. Mirelle è già tornata a casa, dai bambini; io mi fermo a Milano ancora una notte.
Lo stereo dell'automobile diffonde la musica preferita di Jacq; per fortuna oggi ha deciso di ascoltare qualcosa di soft. Guida rilassato, anche se non ha ancora allentato il nodo alla cravatta. Gli siedo accanto, come sempre quando siamo soli. Ho bisogno di scaricare un po' di stress. Spero se ne sia accorto. Non ho voglia in questo momento di dolcezza e romanticherie. Ho solo voglia di sesso crudo e doloroso. Venir piegato e sbattuto, come le prime volte. A faccia in giù contro qualcosa di duro, le mani legate. Ho bisogno di perdere il controllo di me stesso anche solo per qualche minuto. Mi aiuta a rigenerarmi. Ovviamente non lo sa nessuno.
La mia amata mogliettina non potrebbe sopportare questo lato di me e, nella posizione in cui mi trovo, non è assolutamente il caso di raccontarlo in giro. A me non crea alcun problema, ma al mio bellissimo, affascinante e tutto d'un pezzo Jacq a volte crea un po' di fastidi. Come quando mia moglie Mirelle o mia sorella Audrey iniziano a chiedergli di presunte donne o a proporgli di incontrare qualcuna. Io stesso non sò nulla. A volte ho l'impressione che frequenti qualche donna, altre non so proprio cosa pensare. Ma il fatto che mia sorella l'abbia conosciuto così bene da giovane... fuga ogni sospetto sul suo essere celibe.
Nella mia vita vorrei cancellare un paio di persone. Non loro fisicamente ma l'incontro avuto con loro. Semplicemente vorrei non essere stato tanto libero nelle mie avventure sessuali all'epoca del liceo. Un paio mi si sono ritorte contro, in momenti diversi della mia vita, creando non pochi problemi ed imbarazzi.
Ho passato un lungo periodo lontano da Jacq, quando facevo il masters, e anche se in quel periodo ho creato la mia vita da adulto, non ho mai potuto fare a meno di lui, e, a quando pare, lui non riesce stare lontano da me.
Ci fermiamo davanti l'ingresso del Grand Hotel et de Milan, dove ho la camera. Scendiamo e sul marciapiede un parcheggiatore dell'albergo prende dalla mano di Jacq le chiavi. Attraversiamo la hall, saluto distrattamente il direttore dell'albergo e un paio di ospiti che conosco. Jacq cammina dietro, ad un metro di distanza, guardandosi in giro. L'ascensore, secondo piano.
Attraversiamo il corridoio in parquet pregiato, adornato da quadri, specchi dalle cornici ricercate, poltroncine dall'aspetto fragile, mensole adornate con vasi di fiori.
La suite è perfetta. Come se da quando è stata arredata nessuno ci abbia mai soggiornato.
Jacq mi segue dentro e chiude la porta alle sue spalle.
Slaccio la cravatta e la poso sulla testata di una poltrona bergher nel salottino d'ingresso. Tolgo la giacca.
Con la coda dell'occhio noto Jacq che prende tra le mani la mia cravatta. Mi sto già eccitando. In un attimo me le lega dietro la schiena. È diventato bravo in questo gioco. Anni di pratica lo hanno reso esperto. Mi trascina tenendomi per i capelli fin davanti una finestra e mi slaccia i pantaloni. Passa un braccio intorno ai miei fianchi e mi tira verso di sé, tenendomi il viso premuto contro la tenda che adorna la finestra. Pochi sfregamenti e poi mi penetra. Senza dolcezza, dolorosamente. Il dolore pian piano si dissolve in perdita di coscienza, di oblio, di estasi. Perdo me stesso e mi ritrovo. E come ogni tanto mi capita, perdo letteralmente i sensi nel momento di massimo piacere. Solo quando sono con Jacq, solo quando mi prende con forza.
Mi lascia solo a raccogliere i cocci di me stesso.
L'acqua della doccia scroscia. Mi svesto e lo raggiungo. Ora è il momento della dolcezza e del sesso.
 
 
 
BIO
Cathlin B è nata in un anno imprecisato nell'era degli hippies, dove si coltiva il riso.
Dopo molto girovagare per l'Italia nel periodo adolescenziale, ora vive col marito e due figli in un paese di provincia nel nord-ovest dell'Italia.
Circondata fin da piccola da Urania e Topolino e successivamente accanita sostenitrice di cartoni di robottoni e damigelle giapponesi, va da sè che il primo racconto scritto, all'età di 10 anni, fosse un fantascienza. In seguito ha ampliato gli orizzonti lanciandosi nello storico e nel rock.
Le sue più grandi passioni, oltre ai già citati e sottintesi anime e manga giapponesi: la cultura giapponese, gli States in toto, il metal e la musica classica, disegno e scrittura, suonare e cucinare, sognare e... Un'infinità di altre cose.
Negli anni le due principali storie si sono sviluppate in romanzi veri e propri a cui si sono aggiunti una miriade di storie brevi.
Restia da sempre ad abbandonare i suoi personaggi, sempre vagamente autobiografici, alla fine si è convinta che doveva farli maturare e crescere.
Ha iniziato a pubblicare online solo nel 2014, quando ha scoperto piattaforme di condivisione di scrittura. Incoraggiata dai buoni riscontri ottenuti, nel gennaio 2015 si è lanciata con la prima auto pubblicazione.
Attuali pubblicazioni in ebook:
Due racconti erotici m/m: 'Beach Huts' e 'Le Chauffeur - le retour'.
Young adult/new adult:  'Country Lil Love Story' pubblicato, oltre che in ebook, anche in cartaceo.
   
 
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