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Autore: xxcharlottexx    28/12/2015    1 recensioni
Sono Charlie e ho diciannove anni.
Non sono la classica ragazza della mia età, dai modi di fare allo stile vita. Sono particolare.
In molti mi dicono che sembro molto più grande della mia età, ma il mio aspetto fisico dimostra il contrario, sono minuta e di bassa statura, capelli biondi, carnagione chiara e occhi azzurri che cambiano colore in verdi o grigi secondo la luce.
La mia migliore amica è Emi. Lei è totalmente diversa di me, carnagione olivastra, capelli lunghissimi e occhi marroni scuri, intensi. Solo l’altezza ci accomuna fisicamente.
La nostra amicizia è nata quasi cinque anni fa, non ci vediamo tutti i giorni, non ci chiamiamo l'un l'altra 'amore' o in altri modi strani, cerchiamo di stare insieme quando possiamo. Nel momento del bisogno ci siamo sempre aiutate a vicenda e secondo me questo è sinonimo di amicizia, tutto il resto non conta.
Ci uniscono molto le cose che abbiamo passato e vissuto insieme, e la passione per la musica, un gruppo nello specifico ci ha unito ancora di più: gli One Direction. Sono entrati dentro di noi come un raggio di sole e ci hanno completamente cambiato e stravolto la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai prima del dovuto, avevo dormito bene solo due ore, le altre le avevo passate a rigirarmi nel letto, pensando alle cose che avevo messo in valigia e a tutto quello che dovevo fare.
Ero in pigiama davanti all'armadio in cerca di qualcosa da indossare. Decisi cosa mettere solo dopo essere rimasta imbambolata lì per qualche minuto. Maglietta semplice nera, pantaloni di jeans attillati neri e delle scarpe dello stesso colore. Era un look semplice ma ideale per affrontare il viaggio.
Corsi in bagno a truccare il mio viso decisamente troppo pallido e poi mi preparai un buon thè caldo.
Emi mi aveva già riempito di messaggi, era davvero agitata, al contrario io ero stranamente tranquilla.
Alle sei in punto ero sotto casa di sua. Lei salì in macchina con aria affannata e stravolta.
“Ciaoooo, dai muoviti!!!”
Accelerai decisamente troppo forte e feci sgommare le ruote sull'asfalto.
Tutto era ormai pronto e deciso, non potevo più tornare indietro e nemmeno volevo.
 
Dopo quaranta minuti di lunghe code nel traffico della città arrivammo all'aeroporto,   ovviamente di corsa . Emi era già riuscita ad inciampare nella sua valigia un paio di volte, la mia solita pasticciona.
Finalmente sull'aereo, eravamo addirittura leggermente in anticipo, cosa che non capitava mai, era chiaro che questo viaggio era importante per noi.
Emi prese le cuffiette del telefono, me ne passò una e mise il disco dei One Direction. In quel momento incominciai a pensare alla pazzia che stavo facendo per incontrare quei cinque ragazzi che mi avevano cambiato la vita, per incontrare Harry. Eccolo infatti, lo sentivo, era vicino a me, come sempre.
Lui sapeva che avevo paura dell’aereo, era la mia prima volta che viaggiavo e anche in questa occasione era riuscito a tranquillizzarmi. “Il viaggio andrà bene, ci sono io con te, ricordi?” Sentii la mia mano improvvisamente riscaldarsi, era con me.
In quel momento la sua voce arrivò nelle cuffiette. Amavo lui, amavo loro, le loro voci unite e riuscii così ad addormentarmi.
Mi svegliai di soprassalto quando sentii Emi urlare.
“Charlie, Charlie sveglia! Siamo a Londra!”
“Emh si, io stavo sognando Harry…”
“Tra poco te lo ritroverai davanti, altro che sogno!”
“Lasciamo stare, potrei svenire solo al pensiero.”
Scoppiammo a ridere, più che altro per il nervosismo e l’ansia dell’essere finalmente arrivate a Londra.
Dopo poco eravamo fuori dall'aeroporto. Il cielo era nuvoloso e faceva piuttosto freddo. Emi si sentiva così bene, lei amava il tempo di Londra, io invece ero coperta come se fosse Ottobre, nonostante fossero già i primi di Maggio.
Ora dovevamo trovare la casa famiglia che ci avrebbe ospitato per i pochi giorni che saremmo state qui, essendo maggiorenni era stato più facile trovare delle persone che ci ospitassero perché non avrebbero avuto troppe responsabilità a loro carico.
Avevamo delle indicazioni, l’indirizzo dell’appartamento e Emi aveva un cartina della città. Prendemmo due pullman e secondo le indicazioni la casa si sarebbe dovuta trovare a pochi passi da dove ci trovavamo.
“Ci siamo quasi, qua è il numero 39 quindi stiamo andando dalla parte giusta, vero Emi?”
“Si si, per fortuna! Io non vedo l’ora di arrivare, sono morta!!”
“Dai su, siamo a Londra, dì che ti lamenti! Comunque qualche numero e siamo arrivate.”
Camminammo per qualche minuto e poi finalmente arrivammo.
Classica casetta Londinese, notai subito il ‘bussa porta’ in oro che poggiava sulla porta bianca, amavo quei piccoli dettagli. Anche la casa affianco mi colpii, era più lussuosa rispetto a quella dove dovevamo stare io ed Emi. C’era una macchina parcheggiata nel giardino davanti alla strada e in quel momento mi sembrò di vivere un dejavù. Tutto quel complesso mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma ero davvero troppo stanca per giocare alla piccola investigatrice, magari ci avrei pensato più tardi.
Entrate nel piccolo vialetto che ci portava all'entrata ci fermammo un attimo per sistemarci. Emi si tirò indietro i suoi lunghi capelli neri per sembrare un po’ più ordinata e non la solita scombinata, io nel frattempo bussai alla porta. Dopo qualche istante una signora con i capelli corti tinti di un biondo miele e una polo bianca ci aprì la porta.
“Voi dovreste essere Charlotte e Emily, giusto? Benvenute! Io sono Carly, piacere!”
“Piacere nostro, signora Carly!” Esclamammo in coro io ed Emi con un bel sorriso e un lieve imbarazzo.
“Ma che signora! Io per voi sarò semplicemente Carly!” Rise facendoci posare i bagagli nell'entrata e continuò.
“Venite vi faccio fare un giro veloce della casa. Avete fatto buon viaggio?”
Era un appartamento davvero spazioso ed era strano pensare ad una signora tutta sola in uno spazio così grande. Ci trovammo davanti una scala che divideva il salone dalla cucina e che portava ai piani superiori, probabilmente dove ci sarebbero state le camere da letto. C’erano dei divani in pelle color champagne, dei tappeti che ricoprivano il parchè, un caminetto e un bel televisore con lo schermo piatto. La cucina invece era tutta in legno bianco, con un bel tavolo per cinque persone e tre finestre che rendevano l’ambiente bello luminoso. Al piano superiore non ci accompagnò.
“Salite pure con calma e sistematevi, fate come se foste a casa vostra. Per qualsiasi cosa sono qui sotto.” La signora Carly sparì dietro la porta della cucina, probabilmente per cucinare qualcosa. 
  
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