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Autore: Life_fan    28/12/2015    0 recensioni
"Hey." sussurrò. "Mi dispiace se è molto che non vengo. Sono io, Camz. Sono Lauren"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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New York Nord 5 Anni Fa

Lauren stava soffocando, questo era sicuro. Non riusciva a parlare, non riusciva a muoversi e sicuramente non era in grado di fuggire. Ogni momento che passava era sempre più sicura di star per svenire.
 
"Harry! Mettila giù!" ordinò Marielle. Il gigante, chiaramente non consapevole della sua stessa forza, la liberò dall'abbraccio da orso, quando i piedi di Lauren toccarono terra cominciò a respirare velocemente prendendo più ossigeno possibile. "Oh mio Dio sei veramente tu" Marielle si avvicinò e toccò il viso di Lauren incredula prima di stringerla in un abbraccio molto più gentile del precedente.
 
"Come state?" chiese Lauren.
 
"Oh, sai, niente più pancione. Stiamo tutti benissimo comunque" Marielle si allontanò e la studiò. "Sembri così magra! Ti danno da mangiare i tuoi genitori?"
 
"Beh è una lunga storia veramente" rispose Lauren ma senza aggiungere altro.
 
"Camila è con te?" Lauren avvertì immediatamente una fitta. Abbassò lo sguardo, soffocando un singhiozzo. Marielle notò il cambio d'espressione ma sentì anche sua figlia cominciare a piangere in cucina. Sapeva che sua figlia stava bene, probabilmente aveva semplicemente rovesciato di nuovo i cereali. Lauren invece, non sembrava star bene.
 
"Harry, puoi occuparti tu di Laney?" chiese Marielle, senza spostare lo sguardo dalla ragazza. Harry senza pensarci troppo si diresse silenziosamente dalla bambina di un anno. Marielle le studiò il volto.
 
"Tesoro, è tutto okay? Qualcosa mi dice che questo viaggio non è stato proprio programmato"
 
"Posso stare qui? Solo per sta notte" disse Lauren.
 
"Certo, puoi rimanere qui quanto vuoi, dolcezza. Ma ho bisogno di sapere se sei nei guai" Lauren decise di non nascondere il fatto che in quel momento sarebbe dovuta essere da un'altra parte.
 
"Sarei dovuta ritornare a casa oggi. I miei genitori non sanno dove sono ora" ammise. "Ma non sono pronta a tornare a casa" migliaia di domande attraversarono la mente di Marielle ma aveva capito che Lauren non era in grado di spiegare la situazione.
 
"Non chiederò il perché" rispose. "E ripeto che puoi restare tutto il tempo di cui hai bisogno. Ma ti chiedo solo di chiamare i tuoi genitori e dirgli che sei al sicuro. Se hanno bisogno di parlare con me va bene, ma voglio che li chiami ora" Lauren esitò per un momento. Se avesse chiamato i suoi genitori, c'era una possibilità che avrebbero guidato fino alla fattoria e l'avrebbero riportata a casa. Ma lo doveva a Marielle. Tirò fuori il telefono e guardò lo schermo. C'erano 20 messaggi vocali e altrettante chiamate perse, tutte proveniente del suo telefono di casa. Spinse 'richiama' e aspettò. Dopo un solo un solo squillo sua madre rispose.
 
"Lauren?" chiese sua madre.
 
"Ciao mamma"
 
"Oh grazie a Dio" sospirò sua madre. "Dove sei? Io e tuo padre siamo stati in pensiero"
 
"Sto bene, mamma. Sta notte rimango da un'amica"
 
"E non potevi dircelo prima?" sentì suo padre urlare in sottofondo.
 
"Zitto!" disse la madre di Lauren. "Mija, dove sei?"
 
"Sono da un'amica mamma. Per favore, cerca di capire"
 
"Tutto quello che abbiamo fatto è stato cercare di capirti!" suo padre urlò di nuovo. "E' ora che cresca!" Lauren guardò Marielle che riusciva a sentire tutta la conversazione chiaramente. La donna le fece cenno di passarle il telefono e Lauren lo fece.
 
"Salve, signore e signora Jauregui? Io sono Marielle, non so se Lauren ve l'ha detto ma ci siamo conosciute l'estate scorsa. La sua macchina aveva avuto un guasto e l'abbiamo ospitata per un paio di giorni"
 
"Si, lo sappiamo" rispose sua madre. "Non potremo ringraziarvi abbastanza per averla aiutata"
 
"Beh, lei mi ha aiutato molto di più. Mi ha assistito nel parto mentre mio marito non c'era. Ascolti, è più che ben venuta a stare qui per qualche giorno se ne ha bisogno, Dio solo se cosa sarebbe successo se non ci fosse stata lei" Lauren notò che Marielle stava attentamente evitando di parlare di Camila.
 
"Ma..." iniziò sua madre.
 
"Niente ma. Io e mia figlia le dobbiamo la vita e sarei davvero offesa se voi non mi permetteste di ospitarla per un po'" la voce di Mariella era seria e la madre di Lauren cedette. Marielle ripassò il telefono a Lauren dopo aver salutato i genitori della ragazza e Lauren riportò il telefono all'orecchio.
 
"Quindi quando tornerai?" chiese sua madre. Lauren alzò le spalle anche se consapevole che sua madre non poteva vederla.
 
"Presto. Forse" sentì sua madre sospirare e riuscì a capire che era sul punto di scoppiare in lacrime.
 
"Ci manchi, Lauren. Vogliamo solo che tu sia felice"
 
"Sto bene, mamma" mentì Lauren. "Davvero, non preoccupatevi, Sto facendo quello di cui ho bisogno e tornerò presto, lo prometto" era una promessa che Lauren sapeva che non avrebbe mantenuto.
 
"Ti vogliamo bene" disse sua madre.
 
"Anche io vi voglio bene" Lauren attaccò e sorrise grata a Marielle. Il bisogno di fare domande la stava bruciando dentro, ma Marielle lo nascose mettendo su il suo sorriso migliore.
 
"Beh è fatta. Starai con noi per un po'. Ora vai, sarai sicuramente esausta" disse, indicando a Lauren le scale.
 
Tutto era uguale, quasi come la stanza degli ospiti a Cape Cod. Marielle e Harry non avevano motivo di andare lassù quindi il letto era un po' impolverato. Lauren tirò le coperte, togliendo gentilmente la polvere dal materasso e dai cuscini prima di entrarci. Guardò il telefono e chiamo la sua segreteria telefonica. Il primo messaggio era da parte di suo padre, chiedendole quando sarebbe arrivata. Il secondo era da parte di sua madre, che le chiedeva se sarebbe tornata a casa per cena. In ogni messaggio sembravo sempre più preoccupati finché non sembrò quasi che stessero per chiamare la polizia da un momento all'altro. Lauren li cancellò subito dopo averli ascoltati. Dopo i nuovi messaggi, sentì la voce automatica dire.
 
"Hai 1 messaggio salvato che sta per essere cancellato" Lauren spinse un pulsante per ascoltarlo e sentì il sangue gelarsi quando sentì una voce familiare riempirle l'udito.
 
"Hey Lolo, pensavo saresti dovuta passarmi a prendere. Sono fuori dalla pizzeria ora. Um.. spero che tu non abbia fatto un incidenti o altro. Chiamami appena senti questo messaggio, okay? Ti amo tanto. Ti amo" Lauren sentì la gola chiudersi e cominciò a respirare velocemente. Si strinse il petto quando sentì come se si fosse appena aperta una voragine. Armeggiò con il telefono, facendo poi il numero di Camila.
 
"Ci dispiace, questo numero è stato scollegato" Lauren si lasciò sfuggire un piccolo gemito di dolore quando lo ascoltò e si chiuse su se stessa. Il messaggio era vecchio, quando una volta Lauren era rimasta bloccata nel traffico perché un idiota aveva deciso di andare addosso ad un idrante. Era un messaggio che Lauren si era dimenticata di cancellare e solo ora ricordava. Chiamò di nuovo la sua segreteria telefonica.
 
"Hai 1 messaggio salvato che sta per essere cancellato" Lauren spinse ancora una volta il pulsante, senza spostare il telefono dl suo orecchio
 
"Hey Lolo, pensavo saresti dovuta passarmi a prendere. Sono fuori dalla pizzeria ora. Um.. spero che tu non abbia fatto un incidenti o altro. Chiamami appena senti questo messaggio, okay? Ti amo tanto. Ti amo"
 
"Se desideri riascoltare il messaggio premi 1" Lauren spinse l'1.

"Hey Lolo, pensavo saresti dovuta passarmi a prendere..."
 
1.
 
"Hey Lolo..."
 
1.
 
"Ti amo tanto"
 
1.
 
"Ti amo"
 
1.1.1.1. Lauren ascoltò il messaggio ancora e ancora, finché semplicemente poi si addormentò ancora con il telefono attaccato all'orecchio.
 
Lauren si svegliò il giorno dopo, staccandosi subito il telefono dalla guancia. Lo appoggiò sul tavolino, notando che la batteria era morta. Si alzò e scese le scale. Il profumo di bacon riempiva il primo piano. Laney stava giocando con i suo cereali e vicino a lei era seduto Max, che quando sentì dei passi provenire dal corridoio alzò lo sguardo.
 
"LAUREN!" urlò, saltando praticamente giù dalla sua sedia. Le corse incontro, lanciandosi tra le sue braccia.
 
"Woah!" disse lei. "Sei cresciuto!" Marielle si avvicinò sorridendo.
 
"Mamma! E' Lauren!" urlò, indicandola.
 
"Lo so, tesoro" rispose Marielle. "Non sei contento?" in quel momento entrarono correndo dei cuccioli, che Lauren si ritrovò ai piedi.
 
"Anche loro sono scresciuti!" esclamò Lauren. I cuccioli erano nati il giorno dopo il parto di Marielle ed ora erano tutti lì appoggiati contro le gambe di Lauren.
 
"Come si chiamano?" chiese Lauren.
 
"Questa qui è Poppy, quello ciccione è Grungy e la più piccola è Camren! L'abbiamo chiamata così unendo il tuo nome e quello di Camila!" dopo averlo ascoltato l'espressione di Lauren vacillò per un attimo, per poi subito dopo forzare un sorriso. Max si girò si nuovo verso la ragazza. "Dov'è Camila?" chiese.
 
"Non è qui, Max. Ma le manchi molto" Max si accigliò.
 
"Puoi dirle di venire?"
 
"Magari la prossima volta" rispose Lauren e all'improvviso le divenne più complicato riuscire a sorridere. Mise giù Max che corse verso il tavolo.
 
"Hai fame?" chiese Marielle. Lauren scosse la testa.
 
"No, sto bene così" rispose.
 
"Mi farebbe piacere se mangiassi qualcosa" disse la donna. E in quel momento entrò Harry dalla porta principale.
 
"Hey Mari, ho bisogno di un aiuto. Alcune pecore sono uscite dal recinto e non riesco a riportarle indietro da solo" disse. "Penso che siano uscite dal campo del vicino"
 
"Ti aiuto io!" si offrì Lauren.
 
"Oh no, non ti faremo lavorare" disse Marielle.
 
"E' okay, mi piace pascolare le pecore. E' divertente" disse Lauren. Harry guardò sua moglie e alzò le spalle. Marielle sospirò.
 
"Beh, se insisti. Ma promettimi che ti fermerai se dovessi stancarti" disse. Harry fece a Lauren cenno di seguirlo. Salì nel pick up, Mounty e DeScala erano nella parte posteriore e Lauren salì al posto del passeggero. Guidarono nella direzione in cui avevano visto le pecore correre. Poco dopo, Lauren ne vide alcune.
 
"Eccole!" disse, indicandole. Harry fermò la macchina e prese delle corde. Lauren gli si avvicinò e loro cominciarono a correre via. Allora cominciò ad inseguirle seguita da DeScala e Mounty. Insieme le fecero andare verso Harry che le legò insieme, per poi passare la corda a Lauren.
 
"Puoi portarle te indietro?" chiese. Lauren annuì. "Ce ne sono ancora alcune sparpagliate. Cercherò di trovarle con cani" con questo fischiò ai due cani che risalirono sul pick up. Partì subito dopo, lasciando Lauren con una corda in mano e cinque pecore. Guardò gli animali e ne accarezzò la testa di una prima di cominciare a camminare verso la fattoria.
 
Ci misero mezza giornata per trovarle e riportarle, ma prima del tramonto erano tutte sane e salve nel recinto. Lauren si mise seduta e Harry le offrì un termos con dell'acqua fresca da bere. 
 
"Sei stata brava" disse. Uomo di poche parole, pensò Lauren. Mentre stava per richiudere il termos, un'altra macchina entrò nel viale e una testa rossa ne uscì fuori. Ci volle un secondo ma Lauren riconobbe Keaton. I suoi occhi automaticamente lo guardarono male.
 
"Hey zio!" salutò Keaton. Era sicuramente cresciuto e non aveva più l'aspetto di un ragazzino. La sua espressione cambiò quando la vide.
 
"Ti ricordi di Lauren" disse Harry.
 
"Si" rispose. Lauren provò soddisfazione vedendo un accenno di paura nei suoi occhi. Aveva ancora un effetto su di lui.
 
"E' bello vederti di nuovo" disse Lauren fin troppo gentilmente. Lui sorrise nervoso.
 
"Puoi andare con Lauren a prendere dell'acqua calda per il gregge? Devo riparare il recinto così non usciranno più" chiese Harry. Lauren guardò Keaton negli occhi.
 
"Certo" rispose lei, saltando giù dalla staccionata. Prese un secchio e cominciò a camminare verso il fienile. Keaton era terrorizzato ma eseguì comunque le richieste dello zio e la seguì. Fecero due viaggi per portare l'acqua prima che uno dei due disse qualcosa.
 
"Perché mi odi?" mormorò Keaton. Piccolo pezzo di merda, vedo che hai preso coraggio. E' stata la pubertà? pensò Lauren.
 
"Io non ti odio" rispose.
 
"Beh, continui a guardarmi male... ed è come se stessi per saltarmi addosso da un momento all'altro"
 
"Lo vorrei tanto" rispose lei. Dopo altro silenzio lui parlò di nuovo.
 
"Allora... dov'è Camila?" chiese. Lauren lasciò cadere il secchio vuoto.
 
"Vuoi sapere perché non mi piace?" chiese lei. "Cosa ti ho detto la prima volta che ci siamo visti?"
 
"Telefono?" rispose lui.
 
"Dopo quello"
 
"Um.. qualcosa sullo stare lontano da Camila..." spalancò gli occhi una volta realizzato.
 
"Bingo" sibilò. Lui alzò le mani per difendersi.
 
"Aspetta, stavamo solo parlando e lei è davvero carina. Ma io non ho fatto niente, è stata lei ad aver..."
 
"E' abbastanza" lo fermò lei.
 
"Ma lei..."
 
"Non voglio ascoltarli" tirò un pungo contro il muro, facendolo sobbalzare. Lo guardò negli occhi con uno sguardo gelido. Lo odiava. Odiava qualcuno che aveva toccato Camila. Rivide il suo viso pieno di brufoli. Rivide il modo in cui Camila rideva ai suoi stupidi scherzi. Gli guardò le labbra, le stesse dove Camila aveva appoggiato le sue per qualche secondo. Odiava quelle labbra. Camila doveva baciare solo le sue, dannazione.
 
E Lauren prese Keaton per il collo della maglietta e lo baciò. Nessuno dei due capì cosa stesse succedendo, finché Lauren non gli morse le labbra, facendole sanguinare. Lui si staccò sorpreso.
 
"Che diavolo fai? Tu sei pazza" disse con una voce acuta. Lauren si pulì le labbra. Non era sicura del perché l'avesse fatto. Forse perché era l'ultima persona che aveva Camila prima di lei. Forse stava cercando di riprendersi quel bacio. O forse era semplicemente sola e ferita, e aveva bisogno di qualcuno che la distraesse.
 
"Sta zitto e non lamentarti. Una bella ragazza sta cercando di baciarti, non fare domande" disse, tirandolo per un altro bacio. Questa volta la seguì e non riuscì a capire se era perché era un ragazzino pieno di ormoni o perché era spaventato dalla sua reazione se non lo avesse fatto. Lauren strinse gli occhi, cercando di immaginarsi Camila, ma i suoi baci non si avvicinavano minimamente a quelli della ragazza.
 
L'illusione si dissolse quando sentì le sue mani cominciare a muoversi sotto alla sua maglietta. Si allontanò da lui e lo spinse via.
 
"Vattene" disse. Lui mormorò alcune parole non sicuro di quello che era appena successo. "Ora!" il ragazzo cominciò ad allontanarsi.
 
"Tu sei pazza" mormorò prima di entrare nella sua auto e andarsene. Lauren si strinse nelle sue braccia e si sentì male.
 
"Oh Dio... Camila mi dispiace" mormorò ancora e ancora. "Cami... mi dispiace, scusa" si sentiva come se avesse tradito qualcuno. Sentì un naso umido toccarle una caviglia e alzò lo sguardo. Camren si mise seduta vicino a lei e cominciò a leccarle un braccio. Lauren prese il cane tra le braccia e nascose il viso nel suo pelo. "Mi dispiace, mi dispiace"
 
Marielle trovò Lauren seduta alla fine del piano superiore del fienile, che guardava furori i campi. Appoggio due tazze di cioccolata calda e si mise seduta vicino a lei.
 
"Fa freddo qua fuori" affermò.
 
"Già"
 
"Si pensa sempre che sia più bello durante l'estate" le offrì una tazza e Lauren al prese grata. Rimasero lì, in silenzio. Lauren pensò all'estate precedente. Quello ero il punto esatto in cui aveva detto a Camila di amarla. Sembravano passati anni.
 
"Sai, Lauren..." cominciò Marielle.
 
"E' morta" sussurrò Lauren. Marielle si congelò per un momento prima di appoggiare la tazza per terra. Gli occhi di Lauren si riempirono di lacrime. "Camila... è morta" quella fu la prima volta che Lauren disse quelle parole. Non aveva mai voluto dire che Camila era morta. Per lei, dirlo ad alta voce significava finalmente credere a quelle parole. Marielle mise un braccio intorno a Lauren e la ragazza cominciò a piangere.
 
"E' stato un'incidente... è semplicemente... è caduta dentro ad una piscina e non sapeva nuotare... e ora è morta" pianse Lauren. Marielle, sorpresa ma non scioccata, le offrì tutto il conforto fisico di cui aveva bisogno. Lo sospettava, era il peggiore scenario che le era venuto in mente quando aveva visto la ragazza. Ma tenere tra le braccia Lauren rendeva il tutto più reale, la ragazza che l'aveva aiutata a mettere al mondo sua figlia non c'era più. Il cuore le faceva male e gli occhi lei bruciavano.
 
"E' morta. Camila è morta" singhiozzò Lauren. Marielle la lasciò piangere. Quella notte, Lauren accettò finalmente che l'amore della sua vita, non ci sarebbe mai più stata.
  
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