Film > Le 5 Leggende
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Autore: Tecla_Leben    28/12/2015    2 recensioni
Pitch Black sta per fare ritorno: le stelle che punteggiano la volta celeste stanno sparendo a vista d'occhio, minacciando di far ripiombare la Terra nell'oscurità dei Secoli Bui. Una vecchia conoscenza si affida ai Guardiani per riportare le cose com'erano prima e scongiurare l'imminente minaccia, ma le cose degenerano al punto che lo scontro con l'Uomo Nero si prospetta inevitabile.
Dal capitolo 2:
"Non capivo cosa fosse successo. Ero stesa a terra, vestita di brandelli di tessuto carbonizzati, in mezzo a fumanti cumuli di cenere e tizzoni ardenti. Nessuno sembrava curarsi della mia presenza, ma anzi, la gente che passava lanciava un'occhiata annoiata e incurante nella mia direzione e tirava dritto, ignorando le mie flebili richieste di aiuto."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Manny/L'uomo nella Luna, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Anche se di Pitch non ci furono più tracce, non tutto era tornato normale come prima della sua ribalta. Le fatine di Dentolina e gli Yeti di Nord continuavano a mancare all'appello, e perciò i due Guardiani dovettero farsi aiutare dagli altri, che lo facevano nei limiti delle loro capacità ma sempre volentieri. Di solito si concentravano di più sulla raccolta dei dentini, o almeno così faceva la parte di loro in grado di volare e quindi spostarsi più rapidamente da una zona all'altra, mentre Calmoniglio restava alla fabbrica assieme a Nord e gli elfi, che per quanto volenterosi erano sempre più un intralcio che un valido aiuto. Fortunatamente Sandy gestiva gran parte del lavoro attraverso l'impiego di scintillanti animaletti laboriosi di sabbia dorata, e in qualche modo la produzione di giocattoli continuava stabile ed imperterrita. Ma quel giorno il turno toccava a Bellatrix, che di per sé non poteva dirsi entusiasta all'idea di assemblare giocattoli fino a tempo indeterminato e per questo era diventata irascibile e stizzita, sopratutto quando pensava che nessuno dei suoi compagni si era ancora dato da fare per trovare una soluzione definitiva alla crisi che li aveva colti.

<< Dannazione, ottocentoventuno anni e ancora non ho imparato a tenere in mano una pialla! >>

Bellatrix scagliò lo strumento per terra dopo essercisi stirata l'indice per la quarta volta, sbuffando spazientita: il cavallino a dondolo che avrebbe dovuto assemblare era a malapena identificabile come tale. Lei non era abituata a certi lavori manuali e ne stava dando un'inequivocabile dimostrazione. Calmoniglio invece non sembrava avere particolari problemi. Era seduto tranquillamente su uno dei tanti piani di lavoro in mezzo a una montagna di giocattoli, le grandi zampe pelose accavallate l'una sull'altra e gli occhi fissi sul suo operato, e adesso stava decorando i lati di una bella scacchiera di legno con colori vivaci e caldi. Attorno a loro, gli animaletti antropomorfi di Sandy si affaccendavano e si muovevano con professionalità.

<< Non ne posso più, questo è compito degli Yeti! >> si lamentò la ragazza, stiracchiandosi voluttuosamente.

<< Forse, ma finché non li ritroviamo sarà difficile che possano svolgerlo, ti pare? >> le rispose il collega, senza alzare gli occhi.

<< Se non li cerchiamo, sarà improbabile trovarli >> ribatté lei, spiccando un balzo scattante. Atterrò sul davanzale della finestra più vicina e prese a scrutare fuori, le mani atteggiate a visiera sulla fronte appoggiata al vetro. Calmoniglio si permise di seguirla con sguardo accigliato e perplesso, il pennellino a mezz'aria che rischiava di macchiarlo di brillante tempera azzurra.

<< Non lo fare, per quanto ne sappiamo Pitch potrebbe essere ancora in giro! >> disse infine, tornando a concentrarsi sulla sua scacchiera.

<< Magari, sarebbe una vera fortuna! A ben pensare, è da otto secoli che voglio chiedergli una certa cosuccia! >> ribatté lei, aprendo l'anta con un colpo secco e rabbioso. Prima che avesse potuto gettarsi fuori, Calmoniglio mollò colori e pennello e le fu addosso in un balzo, inchiodandola contro il muro con presa ferrea.

<< Forse non mi sono spiegato >> sibilò in tono minaccioso. << Tu. Non. Ti muovi. Da qui! >>

<< Costringimi! >> lo sfidò lei, stringendo gli occhi con aria ostile.




<< Non fare l'idiota, Calmoniglio! Slegami subito o sarà peggio per te! >>

Bellatrix era inchiodata a una sedia da ufficio, legata con tutto quello che Calmoniglio aveva trovato in giro per il laboratorio che poteva prestarsi bene allo scopo: nastri per regali, corde per saltare ed elastici di ogni misura.

Lui rispose con un verso che voleva dire “scordatelo”. Era seduto sul solito tavolo, una decina di metri più avanti rispetto a lei, e le dava le spalle, di nuovo chino sulla sua scacchiera.

Nei minuti che seguirono Bellatrix provò gli stratagemmi più fantasiosi che conosceva, uno più ingenuo e pietoso dell'altro. Dal vecchio trucco del naso che prude ( << Tienti il prurito! >> aveva risposto l'altro ) a quello del bisogno impellente di andare in bagno ( << Bella trovata, davvero! Ma sai meglio di me che agli Spiriti non scappa! >> ), nessuno di quelli era riuscito a impietosire il Guardiano, le cui risposte perdevano gradualmente il tono ironico a ogni nuovo tentativo da parte di lei.

Finché, al decimo tentativo, la pazienza di Calmoniglio cominciò seriamente a vacillare.

<< Rassegnati, Bellatrix. Non posso lasciarti andare, lo capisci o no? La tua impulsività ti ha procurato solo guai, e siccome non vuoi saperne di usare il buon senso, ho dovuto farlo io al posto tuo. Adesso stai zitta e buona, o giuro che ti infilo un calzino di Nord in bocca e te lo lascio lì finché non svieni! >>

Bellatrix rispose con un verso sprezzante, ma la minaccia aveva funzionato e lei rinunciò momentandeamente a trovare un altro pretesto per farsi slegare.

<< Perché ci tieni tanto a incontrare Pitch, comunque? >> se ne uscì Calmoniglio dopo qualche istante, senza parere.

<< Non sono affari tuoi, coniglio! >>

Lei voltò ostinatamente il capo, prendendo a fissare con cocciutaggine la finestra dalla quale aveva pensato di darsela a gambe.

<< Voglio trovarlo per chiedergli... perché proprio io >> .

Calmoniglio alzò il capo senza voltarsi, le orecchie tese.

<< Perché mi ha uccisa, io voglio saperlo... >> concluse, abbassando il volto in modo che i capelli le schermassero gli occhi.

Il Guardiano posò la scacchiera, boccheggiando con la gola secca. Tuttavia rimase fermo dov'era, dandole le spalle in una posizione rigida e scomoda.

La sentì sospirare, rassegnata.

<< Ma che te lo dico a fare, non capiresti lo stesso. Quella volta, io... Io devo trovarlo. Devo chiedergli chi era quella donna che ho visto! Devo saperlo! >>

Alzò lo sguardo su di lui e notò che, anche di spalle, Calmoniglio sembrava stranamente nervoso. Insospettita, senza farsene accorgere, materializzò uno shuriken tra il dito indice e il medio, la cui mano era assicurata dietro allo schienale sotto l'altra, e prese a sfregarlo con energia contro la corda che più di tutte la teneva avvinta alla sedia. All'improvviso, si rese conto di cosa la insospettiva del comportamento di Calmoniglio.

<< Sante Pleiadi, tu ne sai qualcosa! >> urlò, accalorata. La sua voce rimbalzò contro le pareti del laboratorio come un tuono, ma gli animaletti di sabbia di Sandman non parvero udirla e continuarono indisturbati il loro affacendarsi.

Il Coniglio di Pasqua non si mosse, ma anche da quella distanza Bellatrix sentì benissimo il suo respiro farsi pesante.

Sfregando e sfregando con furia, finalmente la corda cedette e lei, presa da una smania rabbiosa, lavorò alacremente di contorsioni per liberarsi. Saltò in piedi e si avvicinò forte della sua proverbiale silenziosità al coniglio che, quasi come sopraffatto da troppe emozioni, si era intanto nascosto il muso tra le zampe. A pochi metri da lui, la ragazza individuò una mazza da baseball incustodita, appoggiata contro la gamba del tavolo da lavoro accanto. La afferrò con entrambe le mani e aspettò di essergli alle spalle, cogliendolo di sorpresa.

<< Se non me lo dirai tu, tornerò al piano originario e glielo farò sputare fuori a lui! >>

E lo colpì in testa con tutta la sua forza, senza nemmeno dare il tempo a Calmoniglio di potersi spiegare. Tanto sapeva, dentro di lei, che non avrebbe parlato comunque.

Calmoniglio cadde giù dal banco con un debole verso di sorpresa, tramortito. Attorno a loro, gli animali magici continuavano imperterriti le loro mansioni, completamente estranei alla faccenda. Doveva sbrigarsi. Calmoniglio era pur sempre un armadio da un metro e ottanta e passa ed era pur sempre esperto di arti marziali: di certo non ci avrebbe messo molto, a riprendersi, e per allora avrebbe dovuto essere reso innocuo. Lo trascinò alla sedia dove fino a pochi minuti prima era immobilizzata e lo assicurò allo schienale in modo che non potesse muovere un muscolo con le stesse corde che avevano immobilizzato lei.

Completata l'opera, si precipitò alla finestra e guardò fuori: un panorama invernale, bianco, inospitale e desolato le si stendeva davanti a perdita d'occhio, e laggiù in fondo, una sottile striscia azzurra luccicava come una distesa di zaffiri. Si voltò, dando le spalle a quel paesaggio, e lanciò un'ultima occhiata all'interno del laboratorio. Poi mosse un passo indietro e il davanzale sparì da sotto i suoi piedi. Si lasciò cadere nel vuoto, precipitando lungo il fianco della montagna a velocità sempre maggiore. Allargò le braccia, beandosi dell'aria gelida che le sferzava il corpo e le faceva vorticare i capelli attorno al volto, e spalancò le ali, sfruttando la corrente per sollevarsi più alta del rifugio e delle nuvole cariche di tormenta che lo sovrastavano, una minuscola mosca nera contro il bianco opalescente del Polo Nord. Volò senza sosta per un tempo che le parve incalcolabile, e diverse ore dopo atterrò nella piazza della città che aveva sorvolato con Jack, tempo addietro. Ci aveva pensato bene ed era giunta alla conclusione di voler iniziare le ricerche dalla zona circostante: si trattava pur sempre del luogo in cui Pitch era stato sconfitto la prima volta, quindi in un certo senso importante per lui. Si bloccò, il fiato corto: aveva alzato lo sguardo sulla statua del monumento di Thaddeus Burgess e la sua famiglia, e l'immagine repentina della donna con i tre bambini le attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno. Bellatrix scosse la testa, strizzando gli occhi come abbagliata dal sole, e si guardò attorno cercando di scacciare dalla testa quell'immagine così strana e al contempo così familiare. Dopo la sconfitta di Pitch, ogni traccia di paura sembrava essere svanita dal mondo assieme a lui: il cielo, prima scuro e opprimente, adesso era limpido e azzurro, solcato da veloci nuvole vaporose. I fiori e le piante crescevano rigogliosi nei loro vasi e le persone camminavano per la strada senza un pensiero al mondo. A un tratto, un visetto noto, coperto per metà da una matassa di sottili spaghetti biondi le restituì uno sguardo innocente da un volantino attaccato a un palo della luce poco distante. La ragazza si avvicinò a falcate spedite, con un brutto presentimento che si stava facendo prepotentemente largo nel suo stomaco, e staccò il volantino con prepotenza. Sotto la foto, una scritta a caratteri maiuscoli recitava “SOPHIE BENNETT, SCOMPARSA”.

Strinse il foglio convulsamente, accartocciandolo tra le mani mentre un peso enorme le scivolava dalla gola allo stomaco.





La casa di Sophie era calma e silenziosa, immersa in un'atmosfera innaturale e morta che faceva uno spiccato contrasto con l'allegria del quartiere.

Bellatrix si avvicinò a una finestra al pian terreno e sbirciò dentro: subito riconobbe Jamie, di spalle, che, giudicando da come gesticolava, stava avendo un'accesa discussione con la madre. Nulla che le sue orecchie ipersensibili non potessero captare, specialmente attraverso un vetro così sottile!

<< Ti dico che è vero, mamma! Io l'ho visto! >>

<< Smettila, Jamie! È una cosa seria, lo capisci? La tua sorellina è scomparsa da più di una settimana, e io non voglio più sentir parlare delle tue fantasticherie! Sono stata chiara? >>

<< Ma mamma! Te lo giuro, è stato l'Uomo Nero! >>

<< Insomma Jamie! Hai dodici anni, ormai! Sei troppo grande per credere ancora a cose come l'Uomo Nero, te ne rendi conto? Perciò, se hai visto qualcosa, qualcosa di vero e tangibile, dimmelo pure. Altrimenti, cresci! >>

Il ragazzino aprì la bocca per risponderle, ma all'ultimo si girò e corse via. Bellatrix lo sentì salire di corsa le scale e pochi secondi dopo una porta chiudersi violentemente al piano di sopra. Sua madre rimase impalata lì dov'era, e solo dopo diversi secondi si lasciò cadere stancamente su una sedia al tavolo da pranzo, nascondendo il volto tra le mani.

Bellatrix distolse lo sguardo e fluttuò fino a raggiungere le finestre del piano superiore. Trovò il ragazzino chino su un baule dei giochi nella sua stanza, intento a rovistare dentro con alacrità. Dopo qualche istante riemerse con una fionda, un cappello all'Indiana Jones e una corda per saltare. Poi si infilò sotto il letto e ne uscì con una grossa scatola tra le mani, dalla quale estrasse un sacchetto mezzo pieno di patatine, uno ancora sigillato di caramelle gommose, qualche merendina confezionata e infine una bottiglietta di aranciata. Sistemò il tutto dentro uno zainetto e, come se lo avesse appositamente lasciato per ultimo, si avvicinò al comodino. Sfilò il cassetto dai supporti e ne rovesciò il contenuto sul letto con gesto secco. Tra gli oggettini che si riversarono sulla trapunta, Jamie scelse un vecchio coltellino multiuso dal manico intagliato, la stellina che lei stessa gli aveva donato tempo addietro e una strana collanina di lama con pezzetti di pasta cruda come perline. Bellatrix lo osservò mentre Jamie indossava cappello e collana, si infilava il coltellino in tasca e finalmente si caricò lo zaino sulle spalle. A quel punto Bellatrix decise di dover intervenire. Bussò piano sul vetro della finestra e il bambino, che era lì sul punto di sgattaiolare fuori, sobbalzò allarmato.

<< Così a naso >> disse, scavalcando il davanzale con un balzo atletico, << direi che stai scappando di casa >> .

Jamie abbassò lo sguardo, arrossendo fino alla radice dei capelli. Poi alzò la testa e nei suoi occhi Bellatrix vide brillare due grosse lacrime.

<< Se la mamma non vuole credermi, andrò a riprendermi Sophie da solo! >>

La ragazza si avvicinò, si inginocchiò davanti a lui e gli pose una mano sulla spalla.

<< Non farlo, Jamie. Tua madre è già abbastanza in pena per tua sorella, non darle un altro motivo di dispiacere! Sarò io a riportartela, te lo giuro. Ho un conto in sospeso con Pitch, e salderò anche il tuo. >>

Il bambino si pulì il naso con la manica, reprimendo un singulto.

<< Fammi venire con te, per favore! Potrei esserti d'aiuto! >>

Bellatrix si alzò in piedi, guardandolo con un misto di tenerezza, compassione e qualcosa di spiacevolmente simile a tristezza.

<< Veramente... io non credo sia una buona idea... >>

Ma il ragazzino continuava a guardarla supplichevole, e così riuscì a farla addolcire.

<< E va bene... >> sospirò, alzando gli occhi al cielo << ma devi promettermi di starmi appiccicato alle costole! >>

I due evasero dalla finestra e corsero a rotta di collo verso il lago al limitar della foresta. Durante la strada, Jamie le raccontò di quel che aveva visto quando Sophie gli era stata portata via da sotto il naso.

<< È stato un attimo. Stavamo giocando in fondo al vialetto e all'improvviso è scesa questa grande nuvola nera dal cielo. Si stava precipitando verso di me, ma a metà strada è tornata indietro... e un attimo dopo Sophie è sparita! >>

Erano giunti sulla sponda del lago, e adesso la stavano costeggiando camminando lentamente.

<< Mi domando a cosa gli possa servire quella bimbetta... >> pensò Bellatrix ad alta voce. Jamie, in risposta, alzò le spalle.

<< A voi cos'è accaduto, durante questi mesi? >> chiese un po' titubante, guardandola di sottecchi. Bellatrix ci pensò un attimo, poi partì in quarta a raccontargli del suo viaggio per cercare i Guardiani, di come fossero stati presi uno alla volta mentre lei e Jack si recavano al suo rifugio e di come alla fine Pitch l'aveva neutralizzata, usando i suoi stessi poteri contro i suoi compagni. Per tutto il tempo il bambino l'aveva ascoltata affascinato, con una sorta di reverenziale ammirazione, fino al tentativo di Pitch di attaccare Sandman.

<< All'improvviso mi sono vista i suoi occhi davanti, e dentro di me è come scattato un meccanismo di autodifesa. Sono riuscita a neutralizzare il colpo all'ultimo istante, e finalmente mi sono staccata da lui. Quando le cose si sono calmate, sono fuggita dal Polo Nord per cercare Pitch, e adesso eccoci qua >> .

<< ...Dimentichi di dire che per poter fare di testa tua mi hai tirato una mazzata in testa! >> la raggiunse una voce arrabbiata alle spalle. All'improvviso si sentì sollevare per la collottola e si trovò faccia a faccia con Calmoniglio, che la guardava con aria decisamente infuriata.

<< Non sai quanto ti sto odiando in questo momento! >> disse lei, a mo' di saluto.

<< Riuscirò a convivere con questa consapevolezza. Adesso noi due torniamo da Nord ad aiutarlo con i suoi benedetti regali. Sono stato chiaro? >>

<< Scordatelo, canguro mal cresciuto! >> rispose Bellatrix, beffarda.

<< Cosa? No! >>

Jamie strattonò Calmoniglio per il braccio, guardandolo implorante.

<< Non può venire con te, deve aiutarmi a ritrovare Sophie! >>

Calmoniglio guardò perplesso prima l'uno e poi l'altra, mollando la presa su quest'ultima. Bellatrix si rese conto di stringere ancora in mano il volantino, spiegazzato e umido, e lo mostrò a Calmoniglio senza dire una parola. Lui lo afferrò con mani tremanti e lesse quelle tre parole come se non riuscisse a crederci. Poi lo gettò a terra, afferrò il bambino e la ragazza e se li caricò di peso sulla groppa. Bellatrix cinse le spalle di Jamie e la gola di Calmoniglio con le braccia, appiattendosi sulla sua schiena mentre il Guardiano partiva in quarta verso il cuore della foresta. La ragazza si irrigidì come un pezzo di legno e la sua stretta si fece ferrea sulla sua pelliccia folta, urlando come un'indemoniata.

Calmoniglio schizzava da un tronco all'altro come una palla di gomma, sballottando a destra e manca i due compagni che stavano facendo di tutto pur di restargli attaccati addosso. Si fermò solo in vista della radura spoglia e secca dove era stata quella volta assieme a Jack.

I tre si affacciarono contemporaneamente sul profondo buco nero che si apriva, silenzioso e minaccioso, nel terreno secco.

<< Jamie, tu è meglio se resti qui >> disse Bellatrix, drizzando la schiena e puntandosi le mani ai fianchi, fissando la voragine scura in mezzo al terreno.

<< No, per favore! Non voglio restare da solo! >>

I due Guardiani si guardarono per qualche istante e sospirarono, rassegnati.

<< D'accordo allora, ma non mollarmi nemmeno per grattarti il naso! >> acconsentì la ragazza, porgendogli la mano.

Lui la afferrò con entrambe le sue e insieme tornarono tutti e tre a guardare l'entrata del covo sotterraneo, senza effettivamente muovere un solo muscolo per avvicinarvisi. I minuti scorrevano lenti e silenziosi come granelli di sabbia in una clessidra, e nessuno aveva ancora mosso un passo verso quel terrificante buco nero nella terra.

Ogni tanto, l'uno o l'altra dei due adulti diceva frasi brevi e concitate di incoraggiamento rivolte a Jamie, forse più per rassicurare sé stesso che il bambino.

<< Stammi sempre accanto >> .

<< Va bene >> .

Oppure << Non avere paura, ci pensiamo noi, adesso >> .

<< Lo so >> .

Ma sia il Guardiano che lo Spirito non potevano negare la realtà dei fatti l'uno all'altra: entrambi avevano paura quasi quanto il ragazzino che avevano portato con loro.

Alla fine, non potendo più sopportare l'ansia e la tensione, Bellatrix si fece avanti, osservando la fossa con aria di sfida, e saltò dentro trattenendo il respiro.

Calmoniglio esitò qualche istante, poi prese Jamie tra le braccia e la seguì con un balzo.

La loro caduta libera durò in realtà meno di quanto si aspettassero: via via che scendevano, la luce della stella rivelava file e file di stalattiti, lunghe e sottili come zanne di serpente, anfratti oscuri e umide insenature. Poi uno spazio più ampio, legno marcio e pietra lucida. Un globo terrestre nero come la morte, costituito solo dalle terre emerse, al centro di un piedistallo altrettanto nero. E rampe di scale ovunque, tutt'intorno, che affondavano e scendevano più giù, sempre più a fondo nelle viscere della terra.

Bellatrix toccò terra qualche istante prima di Calmoniglio, i tacchetti risuonarono forti e chiari, rimbombando contro la pietra scura come un colpo di fucile. Quando lei mosse un passo avanti brandendo la sfera di gas come una bomba incendiaria, Calmoniglio la sorpassò spavaldo, allungando il braccio lateralmente per fermarla.

<< Vado avanti io >> .

Bellatrix abbassò l'arma e strinse il braccio peloso del Guardiano per fargli capire in un tacito linguaggio che lei gli avrebbe coperto le spalle, di non preoccuparsi per lei o Jamie. Quasi contemporaneamente il bambino si gettò in avanti e le strinse forte la coda, con entrambe le mani. A Bellatrix diede la curiosa impressione di un piccolo di elefante che si attacca alla coda della madre, e anche se Jamie tirava troppo forte e stringeva le mani sul suo pelo con tanta foga da strapparle consistenti ciuffi di pelo grigio fino a farle lacrimare gli occhi lei preferì stare zitta e lasciarlo fare. In fila indiana procedettero guardinghi oltre il planisfero, e scesero per una scalinata larga e ripida, sul fondo della sala.

Il soffitto riluceva di pesanti drappi di sabbia e ragnatele, e al centro preciso della sala in cui si erano trovati era situato quello che aveva tutta l'aria di essere un altare sacrificale, con un baldacchino lucente raccolto ai lati come un nero sipario.

Seduta sulla lastra di pietra fredda, c'era la piccola Sophie. Le mani raccolte in grembo, gli occhi chiusi, una sottile ragnatela di sabbia nera che spiccava sui capelli color paglia la facevano sembrare una sorta di statua votiva. Un leggero strato di tessuto trasparente le avvolgeva delicato il corpicino e scendeva fino al pavimento fluido, come fatto d'acqua.

Infine, Bellatrix notò due pesanti bracciali di metallo che, per mezzo di una grossa catena, la tenevano vincolata all'altare.








A. A.


Tra una battaglia a School of Dragon e l'altra, forse ce la posso fare!

Siccome sono una persona orribile che ha passato le feste ad ingozzarsi invece che rispondere alla recensione, Dracarys, ti rispondo qui così allungo anche un po' il brodo delle note, che altrimenti sono striminzite quanto un alberello rachitico.

E parto col dire che la tua risata non è del tutto fuori luogo, dal momento che quel dettaglio che mi hai fatto notare, inizialmente, cioè ai tempi in cui scrissi quel passaggio, mi ha dato la tua stessa impressione. L'avevo infatti modificato, ma quel balengo del mio computer a quanto pare non ha salvato le modifiche perché mainagioia. Infatti avevo sostituito il ventre col petto, che per un uomo è assai più dignitoso perché non lo fa sembrare in preda alla cacaiola diarrea. E siccome prima di postare rileggo, ma sommariamente, evidentemente mi deve essere sfuggito. Ma non è grave e siccome ho zero voglia di rimetterci mano ho paura che Piccione dovrà tenersi le doglie xD


E questo capitolo è, tra l'altro, la prova che Pitch, per quanto puerpera, è un osso ben più duro di quel che gli altri credevano. Non seguo Game Of Thrones ( merito il linciaggio, lo so ) quindi non ho bene idea a chi ti riferissi, però il principio è quello e infatti... ne sta combinando un'altra.

Ecco perché vi dicevo che Jamie e Sophie avrebbero avuto un ruolo un po' più rilevante, anche se per ora non c'è stato un granché di azione... con calma, ci arriveremo.

E finalmente sono riuscita a far interagire Bellatrix con qualcuno che non fosse Sandy o Jack Frost in modo non marginale, yey! Non so voi, ma io quasi quasi inizio a shippare Calmoniglio con mezzo mondo.. perfino con i personaggi di mie invenzione! Non so perché, ma il modo in cui cercano entrambi di rassicurare Jamie e come sotterrino momentaneamente i loro screzi per proteggerlo mi fa fangirlare come una deficiente... Ma tanto ci sono abituata, direi!


Ok, un papiro per uno non fa male a nessuno e questo si è prolungato anche troppo! Perciò a settimana prossima, Martedì salvo calamità naturale.

A presto!


Tec


Ps: Un grazie grande quanto a una casa alle altre due persone che hanno trovato questa storia abbastanza decente da volerla continuare a seguire!









  
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