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Autore: Recchan8    29/12/2015    1 recensioni
Lia è una giovane sostenitrice di AVALANCHE, un'associazione anti-ShinRa.
La sua vita cambia radicalmente quando, a causa di un malinteso, viene catturata dalla ShinRa e sottoposta all'intervento per diventare il primo SOLDIER donna della storia. Ma un Turk dai capelli rossi darà alla vita già sconvolta di Lia una svolta inaspettata.
[Storia ambientata agli inizi di Crisis Core]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 Non riusciva ancora a crederci. L'avevano trasformata in un cane della ShinRa. Certo, non erano riusciti a completare il processo, ma, comunque tentasse di vederla, la situazione era disperata. Quella percentuale, 50,25%, non la rendeva più umana. Anche il suo occhio destro era un chiaro segno della sua trasformazione. Tutti i SOLDIER possedevano quegli occhi azzurri brillanti; doveva essere un effetto collaterale delle iniezioni di Mako.
-"Datti una mossa"- le intimò Reno procedendo a passo spedito per i corridoi del Piano SOLDIER della ShinRa.
-"Non darmi ordini"- ribatté Lia in un sussurro. Camminava tenendo la testa bassa e tentava di evitare di incrociare lo sguardo di chiunque. La notizia di un mezzo-SOLDIER donna aveva già fatto il giro di quasi tutto l'edificio della ShinRa, e Lia voleva evitare di attirare l'attenzione.
-"Cos'hai detto?"-. Reno si fermò in mezzo al corridoio e si appoggiò alla parete con un braccio, bloccando il passaggio a Lia.
-"Ti ho detto di non darmi ordini"- ripeté Lia con un tono di voce più alto.
Reno tentò di instaurare un contatto visivo con lei, ma non ci riuscì, e ciò gli urtò ancora di più i nervi. Come aveva potuto Tseng affidargli una piaga come quella ragazza?
-"Mettiamo le cose bene in chiaro"- esordì il ragazzo chinandosi in avanti. -"Tu ora sei un Turk. Anzi, una recluta Turk. Sei stata affidata a me e ciò significa che dovrai eseguire ogni mio ordine. E' chiaro?"-.
-"Non ho scelto io di diventare un Turk..."-.
Reno si staccò dalla parete, le lanciò un'occhiataccia e ricominciò a camminare.
-"Non è un mio problema se sei finita in questa situazione. Ora piantala di fare la difficile e datti una mossa. Non ho intenzione di passare tutta la mattinata...!"-.
Si sentì afferrare per un lembo della giacca e una forza potentissima lo tirò all'indietro scaraventandolo a terra.
-"Che...?!"-.
Lia gli piantò un piede sullo stomaco e lo schiacciò a terra.
-"Non è un tuo problema?"- ripeté a denti stretti. L'occhio azzurro le si illuminò per qualche secondo. Il Mako si era attivato e stava entrando in circolazione. -"Chi è che mi ha portata qui, eh?! E' colpa tua sei mi hanno ridotta così, solo tua!"-.
-"Vuoi che faccia rapporto a Tseng? Non ci metterà molto a trovare la punizione giusta per te"- disse Reno.
Lia aumentò la pressione del suo stivale e costrinse Reno a stringere i denti per soffocare il dolore. Per quanto si stesse sforzando, non riusciva liberarsi.
-"Soffri, eh?"- gli domandò Lia compiaciuta. -"Immagina quanto sto soffrendo io in questo momento. Mi avete privato della mia libertà e della mia umanità!"-. Spostò lo stivale dallo stomaco di Reno e gli permise di rialzarsi in piedi. -"Non la passerete liscia. Prima o poi la ShinRa avrà la punizione che si merita"-.
Finalmente Reno comprese la decisione di Tseng. Non potevano liberarla: sarebbe tornata al suo villaggio, avrebbe preso contatti con AVALANCHE e avrebbe organizzato una ribellione. Lia era una ragazza emotivamente forte, ma adesso lo era anche fisicamente.
-"Per questa volta posso chiudere un occhio"- disse Reno spolverandosi la giacca.
-"Ma chi ti credi di essere?! Sei soltanto un dannatissimo Turk agli ordini di...!"-.
Reno non permise a Lia di finire di parlare. Estrasse il suo taser dalla tasca interna della giacca e la paralizzò a terra con una scossa elettrica.
-"Ascoltami bene"- le disse guardandola dall'alto. -"Qui le cose stanno così: o esegui gli ordini o muori"-.
-"T-ti hanno o-ordintato co-così?"- domandò la ragazza tentando di sovrastare gli effetti della paralisi.
-"Oh, assolutamente no, è una mia decisione. Se non fai quello che ti dico, ti ammazzo. Odio le perdite di tempo e le persone che mi intralciano"-.
Continuò a osservarla per qualche minuto, e vedendo che l'effetto della paralisi stava iniziando a scomparire, si rimise in tasca il taser. Lia riuscì finalmente ad alzarsi in piedi e si sforzò per contenere la rabbia. Lacrime di frustrazione le offuscarono la vista, ma lei le ricacciò indietro e si apprestò a seguire Reno che era appena sparito dietro a una porta bianca ad apertura automatica. La stanza in cui entrò aveva un tavolo rettangolare al centro e le pareti tappezzate da svariati tipi di armi. Reno raggiunse il tavolo e ci si sedette sopra, lasciando penzolare i piedi.
-"Parete di destra, B-14. Quella è l'arma che ti è stata assegnata"- disse il ragazzo indicandole la parete. -"Ascissa B e ordinata 14"- aggiunse vedendo Lia spaesata.
Lia notò solo in quel momento che ogni arma si trovava all'interno di un quadrato a cui era stata assegnata una coordinata. La sua era appunto B-14.
-"E' un nuovo tipo di fucile. E' equipaggiabile con una sfera di Materia"- le spiegò Reno.
Lia ignorò il fucile e si diresse invece vero il quadrato L-22 che conteneva due pistole gemelle. Ne sfiorò l'impugnatura con le dita e senza pensarci due volte le prese in mano. Dopo essersele rigirate tra le mani per un po', si girò di scatto e le puntò contro Reno.
-"Non lo voglio. Voglio queste"- decretò.
-"Mi stai minacciando?"- la stuzzicò. -"Ci sono un sacco di telecamere qui, sai? Se mi sparassi non faresti in tempo a scappare dal palazzo. Verresti uccisa all'istante"-.
-"Lo so"- disse Lia abbassando le pistole e facendo spallucce. -"Però penso che correrei il rischio. Tanto ormai non sono più un essere umano, non ha più senso vivere"-.
Reno pensava che il suo animo fosse una fortezza impenetrabile; pensava che nessuno sarebbe riuscito a infiltrarsi al suo interno e a smuoverlo. Eppure, le ultime parole di Lia gli si conficcarono in testa e non lo lasciarono stare per un bel po' di tempo.
-"Tieniti pure le L-22. Comunicherò a Tseng del cambiamento"- disse scendendo dal tavolo. -"Tanto un'arma da fuoco vale l'altra"-.
-"Ne avevo un paio uguali al villaggio... Mi ricordano casa"- sussurrò Lia abbassando lo sguardo.
Reno si fermò di fronte alla porta che si aprì. Avrebbe voluto dire un sacco di cose, ma il suo orgoglio glielo impedì. Odiava come a volte quella ragazza riuscisse a mandarlo in crisi. Tanto ormai non sono più un essere umano, non ha più senso vivere...
-"Andiamo"- si limitò a dire. -"Torniamo da Tseng"-.

 

   
 
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