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Autore: Dora95    29/12/2015    0 recensioni
Dal testo:
La ragazza non perse altro tempo e spalancò la porta della prigione, precipitandosi dentro prima che le guardie potessero fermala di nuovo.
Quello che vide la lasciò sconvolta.
"No..."
Sentì una fitta al centro del petto, mentre cercava di riprendere a respirare regolarmente. Tra tutti quelli che potevano essere, si trovò davanti proprio lui.
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Post 2x16. Ho iniziato ad immaginare cosa poteva accadere dopo la seconda stagione e così sono arrivata a scrivere questa fan fiction. Spero vi piaccia. [BELLARKE]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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On my way home

 

 

“From walking home and talking lows
Seeing chirps in evening clothes with you
From nervous touch and getting drunk
To staying up and waking up with you

Now we’re slipping near the edge
Holding something we don’t need
Oh, this delusion in our heads
Is gonna bring us to our knees

So come on, let it go
Just let it be
Why don’t you be you
And I’ll be me”

(Let it go - James Bay)

 

 

 

Clarke continuava a fare e disfare freneticamente il suo zaino da più di un'ora. Nonostante ormai possedesse poche cose, aveva paura di dimenticare qualcosa, o di portare con sé oggetti che non le sarebbero stati necessari, che l'avrebbero solo rallentata, ma più di ogni altra cosa aveva paura di uscire dalla sua tenda, perché sapeva che una volta uscita da lì sarebbe dovuta partire e il peso delle missioni che doveva compiere sarebbe piombato sulle sue spalle. Ancora una volta il mondo là fuori la stava aspettando per l’ennesima battaglia...

 

Prima di tutto avrebbe dovuto scortare Bellamy e Jasper a Camp Jaha; la foresta non era un luogo sicuro per il popolo del cielo infatti Nia aveva dato loro una scorta dei suoi guerrieri con a capo Clarke per proteggerli.

 

Poi la sua missione sarebbe stata quella di riportare la pace tra i terrestri e il popolo del cielo, ora che l'alleanza era saltata. Secondo Nia e Bellamy lei era l'unica in grado di poter svolgere questa missione.

 

Infine avrebbe dovuto consegnare il comando dei clan a Nia, la quale mirava a prender il posto di Lexa. Avrebbe fatto fare il lavoro sporco a Clarke per poi trarne i benefici in pratica, ma questo alla ragazza non importava. Voleva solo che andasse tutto bene. Come sempre, il suo unico obiettivo era quello di evitare altre morti e sofferenze alle persone a lei care. 

 

"Clarke, sei pronta?"

 

La voce di Bellamy fuori dalla tenda interruppe i suoi pensieri.

 

"Solo un minuto."

 

Chiuse definitivamente lo zaino e se lo mise in spalla. 

 

Bellamy credeva in lei. Non poteva deluderlo, non di nuovo. 

 

Sapeva che il ragazzo la stava ancora odiando per il fatto di essersene andata dopo Mount Weather, vedeva il risentimento nel suo sguardo. Probabilmente non l'avrebbe mai perdonata. 

Questo pensiero la ferì profondamente: sentiva che qualcosa nel rapporto tra lei e Bellamy si era strappato e anche se avesse provato a ricucire i pezzi non sarebbe mai tornato come prima. 

La loro intesa era stata fondamentale per la sopravvivenza dei cento e poi lei lo aveva deluso. Non aveva potuto fare altrimenti. Il peso di quello che aveva fatto era troppo grande e non voleva che lui soffrisse con lei. Meritava di meglio.

 

Si fece coraggio e dopo un'ultima occhiata alla sua casa degli ultimi tre mesi uscì dalla tenda. Bellamy era proprio lì fuori, le braccia muscolose incrociate sul petto e lo sguardo concentrato.

 

"Andiamo."

 

Disse Clarke prima che lui potesse aprire bocca. In pochi secondi raggiunsero l'ingresso del villaggio, dove un piccolo gruppo di persone li stava aspettando: Nia con le sue guardie, Jasper, due guerrieri che li avrebbero scortati e Sylia. La ragazza sarebbe venuta con loro in qualità di guaritrice e interprete. Nel villaggio era quella che conosceva meglio la loro lingua, a parte Nia, e questo sarebbe stato essenziale nelle trattative di pace.

 

"Mi fido di te, Clarke kom skaïkru."

 

Disse Nia guardandola dritto negli occhi.

 

"Non ti deluderò, Nia kom azgeda."

 

Nia salutò con un lieve cenno del capo il resto del gruppo per poi dare l'ordine di aprire i cancelli. 

 

Gli occhi impauriti di Clarke trovarono inevitabilmente quelli di Bellamy e subito si sentì più forte. Insieme mossero il primo passo verso l'esterno, verso la foresta, verso casa.

 

 

Nia guardò compiaciuta il gruppo che si allontanava. 

 

Tutto stava andando secondo i suoi piani; se Clarke gli avesse consegnato i clan della foresta sarebbe diventata invincibile e a quel punto avrebbe finalmente potuto conquistare quello che realmente voleva: Camp Jaha.

 

 

###

 

 

Stavano camminando da più di un'ora e Bellamy non aveva fatto altro che tenere d'occhio Clarke. Aveva paura che sarebbe crollata a terra da un momento all'altro, o avrebbe iniziato a urlare, o sarebbe scappata via. Aspettava una qualche reazione dalla ragazza ma lei sembrava essersi ritirata di nuovo nella sua corazza di ghiaccio e aveva la stessa espressione dura e concentrata da quando avevano lasciato il villaggio. 

Non appena ne erano usciti Bellamy aveva tirato un sospiro di sollievo, non sentendosi più nella tana del lupo, ma questo non sembrava valere anche per Clarke.

 

"Stai facendo la cosa giusta."

 

Le disse, cercando di tranquillizzarla.

 

"Continuo a credere che il tuo piano sia assurdo, ma Nia non mi ha lasciato molta scelta..."

 

Bellamy guardò la ragazza di fianco a lei. 

 

"Quindi se te lo avessi solo chiesto io saresti rimasta lì come se niente fosse? Dopo tutto quello che abbiamo passato assieme è così che funziona per te?"

 

"Io non intendevo....non è così semplice Bellamy!"

 

"Ah no? E com'è allora Clarke? Spiegamelo ti prego, perché non riesco a capire il senso delle tue azioni da circa tre mesi ormai."

 

“Finito il mio compito tornerò da Nia, non c’è altro che devi sapere.”

 

Bellamy avvertì una fitta al torace che non derivava dalle sue recenti ferite. Perché lo stava allontanando così? 

 

“Sai che ti dico Clarke? Fai un po’ come ti pare! Io sto solo cercando di aiutarti dannazione...”

 

Si allontanò da lei, infuriato. Ancora non erano riusciti ad avere una conversazione che non finisse in uno scontro..

 

Uso il resto del viaggio per riflettere sulla loro situazione e su Clarke, arrivando alla conclusione che non avrebbe lasciato che la ragazza si dimenticasse chi fosse. Il suo popolo era a Camp Jaha, non nel villaggio dei terrestri, e avrebbe utilizzato il tempo che aveva a disposizione per farglielo capire, in ogni modo, per farla tornare sé stessa. Doveva convincerla a restare, solo in questo modo avrebbero potuto andare avanti.

 

###

 

Clarke cercò di mantenere un certo contegno lungo tutto il tragitto dal villaggio del popolo del ghiaccio a Camp Jaha, ma dentro di sé stava soffrendo. 

 

Sapeva bene a cosa stava andando incontro, alla sofferenza che avrebbe dovuto affrontare. Riusciva già ad immaginare le facce dei suo amici, di sua madre...

 

Non sarebbe rimasta a Camp Jaha a lungo, non lo avrebbe potuto sopportare. Per questo rispose a Bellamy che non appena la sua missione fosse stata conclusa sarebbe tornata da Nia senza dargli ulteriori spiegazioni e tagliando il discorso.

 

Come avrebbe potuto dirgli che voleva che lui la dimenticasse? Che dimenticasse tutto quello che era accaduto a Tondc e a Mount Weather? Voleva solo che Bellamy riuscisse ad andare avanti, a conquistarsi la felicita che meritava...almeno lui doveva farcela.

 

 

 

 

 

NOTA: ciao a tutti e buon Natale!! Perdonate il ritardo con il quale aggiungo questo capitolo, non so neanche quanto tempo sia passato esattamente dall’ultimo...  Comunque spero che la storia vi stia piacendo e che vi aiuti ad ingannare l’attesa per la terza stagione che, come saprete, comincerà il 21 gennaio! 

Nel prossimo capitolo (che caricherò presto, prometto) vedremo finalmente Clarke rimettere piede a Camp Jaha e rincontrare tutti i suoi cari!!!

 

ps: se non la conoscete già vi consigli di andarvi ad ascoltare la canzone all’inizio del capitolo, un po’ triste, ma bellissima!

 

Un abbraccio, 

Dora95

   
 
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