Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Spectrophobian    30/12/2015    4 recensioni
{Midez}
'Sai meglio di me che non possiamo rimanere qui. Hai qualcosa in mente?' chiese infine, giocherellando con il piercing che aveva in mezzo alle sopracciglia.
Michael sorrise, contento di poter rispondere alla domanda che, infondo, sperava di ricevere dall'inizio della serata.
'Tu mi conosce, ho già pensato a tutto! Io sa che abbiamo bisogno di pausa da Italia e da resto del mondo quindi, dimmi che ne pensi: un viaggio on the road, con quindici tappe in giro per l'Europe. Alcune tappe le ho scelte perché mi sono care, altre perchè... volevo solo andarci. Ti va?'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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22.12.2015


'Fede, darling, wake up.' sospirò Mika, riavvicinandosi al letto e accarezzando il braccio tatuato di Fedez per l'ennesima volta.
Rimase fermo a guardarlo per qualche interminabile e silenzioso minuto mentre, con la faccia nascosta tra i cuscini e la schiena nuda leggermente coperta dalle lenzuola candide in contrasto con la pelle colorata, non sembrava voler dare segni di vita.
'Tornerò fra cinque minuti.' sbuffò Mika, aggiustando la coperta sull'altro con un gesto quasi materno ed alzandosi subito dopo per rimettere a posto le cose che aveva lasciato sparse per la spaziosa stanza d'albergo.
'Perché non vieni tu a letto?' borbottò Fedez con la voce soffocata dai cuscini.
Mika si bloccò sul posto, ridacchiando e cambiando rotta verso il lato vuoto del letto: 'Perché è ora di alzarse.' affermò, poggiando i gomiti sul materasso e guardando Federico che, finalmente, aveva girato la testa e incrociato lo sguardo di Michael per la prima volta nella giornata.
'E chi lo dice?' sbuffò beffardamente Fedez prima di afferrare il braccio di Mika e trascinarlo al suo fianco. Michael si tolse le scarpe con i piedi contraddicendosi mentre cercava di apparire irritato sotto lo sguardo assonnato di Fedez.
'Che si fa oggi, Mr. Mattiniero?' chiese Federico, poggiando una mano sul collo del riccio e accarezzandolo dolcemente con il pollice.
'Hey, sono le undici a.m.! Non sono io mattinierio, sei tu dormiglione!' protestò imbronciato Mika, nascondendo la felicità che le piccole attenzioni dell'altro gli stava provocando.
'Mh, si, certo.' sorrise Fede, passando poi dal collo del libanese ai famosi ricci di cui lui e mezza popolazione mondiale -ma lui soprattutto- si erano innamorati.
A questo gesto seguirono attimi di silenzio nella quale Mika pensava a crogiolarsi tra le coccole che il tatuato gli stava riservando.
'Forse possiamo aspettare ancora un pochino prima di uscire.' mormorò Michael sistemandosi tra i cuscini mentre Federico ridacchiava intenerito dalla dolcezza del ragazzo.
Proprio in quel momento il telefono del milanese si fece notare portandosi dietro la curiosità e - quasi - gelosia del riccio che, in tanti mesi di XFactor, aveva imparato a riconoscere quella suoneria in particolare che Fedez aveva impostato solo per Giulia in modo da fargli sapere quando era d'obbligo rispondere.
'E' Giulia?' chiese Michael, alzando la testa e osservando l'espressione corrucciata del rapper mentre si allungava fuori dal letto per prendere l'iPhone sul comodino.
Federico non rispose o, almeno, lo fece ma non a Mika.
'Fedé?' lo richiamò il libanese, poggiando una mano sulla spalla dell'altro. 
'E' Giulia, chiede come stanno andando le cose... ti saluta.' rispose assente Federico che non ne voleva sapere di staccare gli occhi dal telefono.
'Lei ti manca, isn't it true?' questa domanda quasi sussurrata da Mika portò con se una fitta tensione che fece calare il silenzio nella stanza, forzandosi tra i due ed impedendo a Fede di continuare la scrittura di quello che appariva un innocente riassunto dell'inizio del viaggio.
'Non prendertene male, Mika. Era la mia migliore amica, ovviamente mi manca.' borbottò Fedez, scrivendo le ultime parole del messaggio e inviandolo a Giulia insieme alle maledizioni che Mika, quasi senza neanche accorgersene, le stava dedicando in tutte le lingue che conosceva (e ne conosceva tante).
'Sure, la tua migliore amica. Era la tua ragazza, Fedèz.' sbuffò Mika, girandosi dall'altra parte dando le spalle al rapper.
Quest'ultimo non sembrò turbato,anzi: lo abbracciò da dietro, avvicinando la bocca all'orecchio del libanese.
'Tesoro, a differenza tua io ci tengo a sottolineare la differenza tra amici e fidanzati.' disse con sorriso beffardo che Mika riconobbe grazie al contatto fra il suo collo e la faccia del tatuato.
'Non capisco di cosa tu stai parlando!' esclamò Michael, sedendosi di colpo e guardando con faccia sconvolta Fedez che, sdraiato sul dorso con le braccia dietro la nuca, continuava a guardarlo con un ghigno derisorio stampato in faccia.
'Mah, chiedilo al tuo amico Andy.' disse Fedez canzonando il libanese riferendosi al documentario che aveva girato poco prima dove definiva il suo compagno un semplice 'amico'.
Mika, sorpreso dall'insolenza dell'altro, alzò un dito per zittirlo: 'Non dire altro.' si limitò a dire, trattenendo un risolino idiota e chiudendosi poi in bagno con le risate di Federico che gli facevano da sottofondo.


 
SIGMUND FREUD MUSEUM

 
                                                                                         

'Certo che questo tizio era proprio strano.' sussurrò Fedez, osservando i quadri, le statue e i libri esposti nella casa nella quale Freud aveva vissuto per oltre quarant'anni.
'Perchè?' chiese Mika, guardandosi attorno alla ricerca della fonte di stupore del milanese.
'Come perché! Guarda che arredamento!' esclamò Federico, indicando i tappeti, le tende e la carta da parati decisamente pacchiani che tappezzavano l'appartamento di -a parere di Fedez- cattivo gusto.
'Ma veramente...' disse Mika, mettendo su un broncio confuso: '... a me l'arredamento piace.' 
'E ti pareva, Freud il ritorno.' scherzò Fedez, ricevendo un'occhiataccia in cambio della sua simpatia.
'Meine Herren, können Sie folgen??* mormorò un uomo con i capelli bianchi e degli occhialini fuori moda poggiati sulla punta del naso.
I due, che di tedesco non ne sapevano niente, rimasero in silenzio per qualche secondo, interrompendo le occhiate confuse indirizzate al signore guardandosi a vicenda in cerca di aiuto.
'Aiuto, è il fantasma di Freud tornato per vendicare l'arredamento che ho offeso.' sussurrò Fedez, guardando con terrore l'anziano davanti a sé e nascondendosi appena dietro l'altro, che osservava la scena a metà tra il divertito e il confuso. 
'Ich liebe dich your mobilich, signorish Freud.' balbettò Federico mentre tentava di chiedere scusa al defunto con un tedesco azzardato.
L'uomo parve -ovviamente- non capire mentre faceva scorrere lo sguardo tra Mika e Fedez.
'Follow me, Sir?' chiese, facendo mente locale delle sue poche conoscenze inglesi e indicando una porta aperta più in là.
'Idiota, è la guida del museo.' borbottò Mika, portandosi una mano alla fronte e spintonando il rapper con l'altra.

Mika si era pentito di tante cose nella sua vita. Alcune di esse potevano sembrare sciocchezze, altre invece erano decisamente più serie. Ma mai, mai si era pentito così tanto quanto l'aver portato Federico nella casa di Freud.
Era questo il pensiero fisso che gli girava in testa da circa dieci minuti, ovvero da quando Fedez l'aveva costretto a sedersi sulla sedia da analisi dello psicoanalista per fare una foto e, attirando le occhiatacce delle persone circostanti, rideva così tanto da non riuscire a premere un pulsante sullo schermo del suo telefono.
'Fedè, stop, please.' lo scongiurò il riccio, roteando gli occhi all'ennesimo urletto poco virile che il tatuato aveva emesso nell'alzare lo sguardo e vedere il suo Freud seduto al posto del Freud di qualcun altro.
'Aspè, fai una faccia più presa che dopo ti ci metto pure la vignetta. Mika, dai, fallo seriamente che mi sembri Barbara D'Urso che intervista l'uomo invisibile.' 

 
PRATER
 



                                                                                                  
 
 



Il sole era già calato da qualche ora quando Federico e Michael passeggiavano per l'affollato parco mangiando popcorn e caramelle, guardando i bambini che correvano da una giostra all'altra e ripensando alla catastrofica visita alla casa di Freud. 
'Ti va?' chiese Mika, alzando lo sguardo ed indicando con un cenno della testa l'imponente ruota panoramica che si trovava infondo al parco. 
Fedez guardò sconvolto Mika non appena vide la ruota anche solo da lontano: 'Sei pazzo? Sai che soffro di vertigini!' esclamò, spingendo Mika dalla parte opposta per fargli cambiare idea.
'Oh come on Fedèz non è poi così alta.' rispose Michael, afferrando Federico per l'avambraccio e trascinandolo verso l'attrazione come se fosse un bambino piccolo: 'Io sono stato dieci minuti su una sedia perché tu ha chiesto me. Let's go.'
Un ragazzo di circa trent'anni chiuse le cinture di sicurezza in più o meno cinque secondi; Fedez, invece, ci mise cinque minuti per controllare che fossero chiuse bene e per sistemarsi sulla seggiola della ruota.
Mentre saliva, tutto quello che Federico fece fu spingersi contro lo schienale tenendo stretto la maniglia di sicurezza e guardandosi attorno mentre sudava freddo.
Quando, finalmente, la ruota arrivò in cima e si fermò Fede si tranquillizzò e sembrò addirittura godersi la vista notturna della città.
'Cosa pensi che faremo dopo?' se ne uscì improvvisamente, girandosi verso il libanese e incontrando i suoi occhi scuri confusi.
'Dopo il viaggio. Quando torneremo a casa.' aggiunse, facendosi capire.
'Non sappiamo neanche dov'è "casa".' mormorò amaramente Mika, guardandosi attorno e ripensando alla sua vita prima di Federico.
'Cosa intendi?' chiese quest'ultimo, non capendo l'osservazione del riccio.
'Io abitavo con Andy e tu con Giulia. Di sicuro non possiamo tornare da loro e fare finta di niente, no?' spiegò Mika, osservando l'espressione del suo compagno.
Federico, dalla sua parte, rimase interdetto: non ci aveva pensato. La sua casa con Giulia era una cosa così scontata che il pensiero di non poterci più tornare lo svuotava di tutto. E Guè? E Chewe?
'Per rispondere a tua domanda: non so cosa faremo, Federrico. Abiteremo assieme, diremo la verità oppure tutto tornerà come prima. I don't know.' 
I ragazzi rimasero in silenzio quando la ruota riprese a girare, rimasero in silenzio quando scesero e rimasero in silenzio anche quando dovettero ripercorrere a piedi il percorso delimitato dal Danubio per tornare al furgone. 
'Mika.' sbottò improvvisamente Federico, afferrando l'altro per il polso e fermandosi.
'Io non voglio perdere tutto questo. Non avrebbe senso.' affermò, gonfiandosi il petto d'orgoglio e guardando negli occhi il libanese, rendendosi conto di amarlo.
'E' complicato, sopratutto per me. Ma non posso rinunciarci. Non a te, non dopo tutto questo.' aggiunse, aumentando la stretta sul polso dell'altro e aspettando un risposta.
Michael non disse nulla. Guardò Federico, vide le emozioni che stava provando attraverso i suoi occhi e decise che non c'era nulla da dire. 
Si limitò a guardarlo, sempre più da vicino. Così vicino da far sfiorare i loro nasi, da far fondere i loro respiri. 
Fu Federico a trovare infine la forza per distruggere la piccola distanza che la foga del momento faceva sembrare illimitata.
Sollevandosi leggermente sulle punte dei piedi, fece congiungere le loro labbra per la prima volta, confermando e rinforzando tutto quello che aveva appena detto.
Lui lo amava, amava ogni cosa del suo Freud. Amava i suoi ricci, i suoi occhi grandi e le sue labbra fini. Amava le sue giacche strambe, il suo modo di parlare in italiano e in qualsiasi altra lingua che conoscesse. Amava il suo modo di agire e di pensare, spesso così diversi dai suoi. Amava Mika perchè era bellissimo e solo lui era in grado di accettare il disastro che Fedez era diventato in ventisei anni di vita.
Mika premette un dito sul minuscolo cavallo che Federico aveva nascosto fra gli innumerevoli tatuaggi all'interno del braccio, quasi a ricordargli il significato di quel piccolo marchio che si erano impressi mesi prima di quel bacio.
E Federico ricordò.





*non ho mai studiato tedesco, è una traduzione fatta a caso con google traduttore. Se non è grammaticamente corrette, non vi arrabbiate. Non me ne prendo la responsabilità ahahah.

Ciao! Ormai chiedere scusa per il ritardo è un rito nella mia fanfiction aahahahha
Vi voglio bene, sappiatelo.
Alex.
(Buon anno cicci. Che il 2016 vi porti tanta gioia e tanti limoni Midez, a voi e alle vostre famiglie <3.
   
 
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