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Autore: Digg550    30/12/2015    1 recensioni
Il racconto è ambientato moltissimi anni dopo la caduta di Voldemort e le imprese del celebre Ragazzo che è Sopravvissuto sono scritte su qualsiasi libro di Storia della Magia. Intanto, Harry Potter o per meglio dire Harry Albus Potter si prepara al suo primo anno a Hogwarts. Si tratta di un ragazzo che vive in un periodo lontano dalle incredibili gesta del suo bisnonno, Harry James Potter e che, nonostante il nome, non gli somiglia granché. Suo nonno, Albus Severus Potter, è divenuto Ministro della Magia e non ci sono pericoli all'orizzonte. Contrariamente alla sua famiglia, il giovane Potter non si sente Grifondoro e lo confessa solo alla cugina Elisabeth, la quale non si preoccupa molto delle sue parole e lo tranquillizza prima di partire. Però, arrivato a scuola, avrà una grandissima sorpresa fin da subito.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Neville Paciock, Nuova generazione di streghe e maghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Harry Potter stava seduto su una poltrona e attendeva con trepidazione il giorno seguente: sarebbe, per la prima volta, salito sul treno per recarsi alla più rinomata scuola di magia del mondo magico. Portare il nome del bisnonno, del Ragazzo che è Sopravvissuto, lo aveva sempre fatto sentire importante, ma gli incuteva anche timore. La paura di non essere all'altezza, di deludere tutti era un punto fisso nei suoi pensieri. Poi il fatto che, come secondo nome, avesse Albus, odierno nominativo del Ministro della Magia, nonché suo nonno, non era di certo un calmante per l'ansia del giovane. Harry Albus Potter, quelle parole erano qualcosa di terribile per lui sentirle pronunciate insieme.  Se solo avesse potuto, si sarebbe tolto e avrebbe modificato quel dannato nome. Si chiedeva sempre cosa avessero avuto in mente i genitori quando decisero di chiamarlo in quel modo. Quando il figlio chiedeva loro spiegazione, essi gli spiegavano che, siccome il suo bisnonno Harry James Potter era morto un anno prima della sua nascita, era giusto ricordare lui e tutto ciò che aveva fatto nella sua incredibile vita. Ogni volta il piccolo ribatteva, con aria seccata: "Mamma, papà, so che Harry Potter, il mio bisnonno, ci ha liberati tutti da Lord Voldemort, ma dovevate necessariamente mettermi il suo nome leggendario?". La sola risposta dei genitori fu: "Devi essere solo che orgoglioso di portare quel nome, ora fila in camera tua e non disonorare di nuovo il tuo bisnonno.". Detto questo, Harry non poteva in alcun modo ribattere e andava, sconsolato, nella sua cameretta. Suo padre era Albert Rubeus Potter, figlio di Albus Potter che aveva stretto una solida amicizia con Hagrid, il simpatico guardiacaccia. Quest'ultimo era, purtroppo, morto una trentina di anni prima. Aveva avuto una vita lunga e movimentata, secondo il mezzo gigante era stata ottima. La madre di Harry era una purosangue di nome Susie Mary Potter. Suo fratello, ovvero lo zio del giovane, si chiama Charles Caius Kingsart e aveva una figlia, Elisabeth. La piccola era della stessa età del cugino e andavano molto d'accordo. Secondo il parere di Harry, Elisabeth era straordinaria, una vera Grifondoro. Trovava il coraggio di fare qualsiasi cosa e non aveva peli sulla lingua. Era schietta e possedeva una carattere fermo e deciso, per alcuni tratti addirittura testardo. Il suo unico difetto era che, a volte, diveniva litigiosa troppo presto per una qualche battuta innocente sul suo conto. Harry era il contrario, un ragazzo calmo, pacato e silenzioso. Solo con la cuginetta si trasformava in un chiacchierone. I due parlavano di tutto, dagli argomenti più banali, come la squadra di quidditch, agli stati d'animo. Erano ambedue decisamente più maturi rispetto ai coetanei. Oltre al carattere completamente differente, anche la loro corporatura non era la medesima. Harry era poco più alto della media, i capelli rossi, tipici degli Weasly e quindi gli stessi della bisnonna Ginny, gli incorniciavano i magnifici occhi ereditati dalla sua trisavola Lily Potter. Infatti, dopo una generazione dove era scomparsa, quella tonalità era di nuovo presente in un componente della famiglia. L'ultimo a possederli era stato il nonno Albus Severus Potter, il Ministro attuale. Harry lo stimava molto e lo considerava il degno erede di suo padre, l'unico sopravvisuto all'Anatema che uccide. D'altro canto, Elisabeth era piuttosto bassa, magra e i capelli a caschetto neri le incorniciavano il volto. Le sue labbra erano sottili e aveva gli occhi marroni.



Mentre Harry, seduto sulla poltrona, fissava il divano senza alcuna ragione, perso nei suoi pensieri, la madre arrivò e lo fece sobbalzare. "Harry! Vai a fare le valigie, sei ancora a metà dell'opera! Che cosa aspetti?". Susie era molto irata con il figlio, ma non poteva di certo non sorridere perché quell'aspetto lo faceva assomigliare al padre. Quando Harry stava per aprire la porta della sua camera, udì Susie gridargli: "Oggi pomeriggio verrà Elisabeth, si fermerà a dormire e domani papà vi accompagnerà entrambi alla stazione.". Il giovane Potter era al settimo cielo, avrebbe potuto parlare con la cugina, l'unica persona che conosceva ogni suo segreto, o quasi. In effetti non le aveva mai confessato un suo pensiero. Prevedeva di riferirglielo sul treno, ma quell'anticipazione nei suoi programmi era quello che serviva. Finito di preparare i bagagli, si diresse a tavola. Albert era appena rientrato e Harry lo salutò. "Ciao papà, come è andata al lavoro oggi?" "Non ci sono grandi novità" rispose il padre, con tono visibilmente annoiato: parlare della sua occupazione a tavola non lo rendeva entusiasta. Lavorava nell'Ufficio per i Giochi e per gli Sport Magici. Nonostante mancasse circa un anno all'inizio del mondiale di quidditch, Harry sapeva che il genitore e i suoi colleghi stavano già lavorando duramente in vista dell'evento. La buona notizia era che Albert aveva sempre due biglietti gratis per la finale e il figlio non cessava mai di approfittarne per essere il suo accompagnatore. Ad Harry piaceva il quidditch e prediligeva la posizione del portiere. Il cercatore lo vedeva eccessivamente fuori dal gioco e non voleva avere tutta la responsabilità, o gran parte, della partita. Si vedeva tagliato per difendere gli anelli e non vedeva l'ora di entrare nella squadra della sua casata. Quest'ultima fu l'argomento di cui discusse con la cuginetta nel pomeriggio. La casa di appartenenza era un dilemma per lui e provava una paura immane di deludere gli altri e non finire a Grifondoro, come il resto della famiglia. Appena Elisabeth arrivò, i due si ritirarono nella camera del ragazzo  e quest'ultimo iniziò subito il discorso, senza pensarci troppo. "Elisa, ho qualcosa da dirti e con la massima urgenza.". Il suo tono era calmo, nonostante dentro stesse per esplodere. La ragazzò lo squadrò, cercò di intuire che cosa volesse confessarle di tanto importante il cugino e lo invitò a continuare: era molto interessata, non lo aveva mai visto così ansioso di riferirle qualcosa. Harry riprese: "Allora... io... ecco... io non mi sento un Grifondoro.". Disse quella frase tutta d'un fiato e attese la reazione di Elisabeth. Dentro di se' era consapevole che si fosse tolto un peso e già si sentiva leggermente meglio. La cugina non riuscì a trattenere una risatina: "Scusa, Harry, ma, davvero, io penso che tu sia adattissimo alla casata dei rosso-oro" gli prese le mani e lo guardò negli occhi, con fare deciso, suo tipico. "Saremo entrambi dei Grifoni, non temere e, anche se non dovesse essere così, tutti ti vorranno bene lo stesso, pure se dovessi capitare a Serpeverde.". Harry, leggermente sollevato rispetto a prima, scosse la testa e iniziò a ridere: "A Serpeverde assolutamente no, mi ci vedo ancor meno che in Grifondoro.". Effettivamente, non aveva grandi caratteristiche da verde-argento. Non aveva tanta autostima e si vantava raramente, o quasi mai. Detestava essere sotto ai riflettori. Voleva solo essere amato e avere qualcuno con cui confidarsi, quella, in fondo, era la pura verità.

   
 
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