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Autore: Geh__    30/12/2015    3 recensioni
« La vita della donna media Francese: nasci, cresci, impara a cucire, studia, impara ad essere una buona moglie, sposati, fai i figli, crescili e muori. Una bella pacchia, no? » chiese Arielle all'amica guardando tutte le dame nella sala.
«Fortuna che per te non è così, vero?»
Arielle pensò attentamente a quella domanda, e non sapeva se definirsi fortunata: lei aveva avuto la sorte di essere un'Assassina, ossessionata con la vendetta. Non era solo una Assassina, era una cacciatrice delle persone che gli avevano rovinato la vita, di persone introvabili.
«Già, una vera e propria fortuna» rispose bevendo un sorso di vino.
STORIA IN STATO DI REVISIONE
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Luglio 1801
Nel momento in cui Arielle Roux prese la nipote in braccio provò un senso di pace che non provava da molto tempo.
Arielle si perse nel prato che quella bimba aveva nei suoi occhi, in quei due bellissimi occhi verdi uguali a quelli di André.
Arielle voleva tanto che in quel momento la persona della quale era innamorata -per lei fu difficile ammetterlo, ci mise un sacco di tempo, ma non potè negarlo a se stessa ancora di più, lei di Arno era innamorata- fosse vicino a lei, ma lei e Arno non si parlavano da un mese. Purtroppo, i fantasmi del passato si facevano sentire, i fantasmi di Alain ed Elise, e per loro intraprendere una nuova 'avventura' non fu semplice. Specie per Arielle, che aveva ancora gli incubi di Alain.
Finché non litigarono e decisero di lasciar perdere. Si diedero addio entrambi con le lacrime agli occhi, solo che nessuno dei due lo sapeva, maledetti cappucci.
Nessuno dei due nemmeno sapeva che prima o poi sarebbero stati insieme, felici, in un mondo o in un altro.
Arielle non aveva neanche il coraggio di dare quella lettera che aveva ricevuto quel mattino stesso.
Lettera di minacce per l'intera famiglia.
Lettera in cui c'era scritto che se non l'avessero finita di cercare l'assassino, avrebbero ucciso tutti. Ad Edgard, André, Victoire e al bambino che portava in grembo.
Arielle pensò che gliela avrebbe fatta leggere domani, la lettera. Non voleva rovinare quel momento.
Arielle ritornò sulla terra grazie a una piccola risata della nipote che la fissava con i suoi due grandi occhi verdi.
«Benvenuta in famiglia, Hillary» mormorò Arielle ad Hillary Roux.
Aprile 1802
«E quindi cosa vorresti fare, Arielle? Esponi la tua grande idea!»
«Probabilmente la considererete una pazzia, ma io propongo di infiltrarci alla festa»
«Pardon, cosa facciamo di solito?» mi chiede Quemar con un sorriso ironico.
«Di solito ci infiltriamo da non invitati, invisible. Troviamo il nostro obiettivo e lo uccidiamo. Ora ci infiltreremo da invitati, ci faremo vedere. Se dobbiamo trovare questi due Templari di cui ignoriamo l'identità, dovremmo stare a cercarli tra la folla, e non possiamo con le nostre normali tenute perché ci faremmo notare, quindi andremo sotto copertura!» Quemar resta a fissarmi con gli occhi sbarrati e Arno dice «Non funzionerà...»
«Hai qualche altra idea? In un modo o nell'altro dobbiamo trovarli e questo mi sembra un buon piano»
«Non è una cattiva idea. Ma devi capire che noi Assassini agiamo in maniere diverse, cosa che sai benissimo, e esporci così non è prudente» mi dice il Maestro Sophie.
«Capisco benissimo. Però dimenticate che in passato ho recitato, non sarà molto diverso recitare a quella festa. Dovete fidarvi di me»
«Bel guaio fidarsi di te» mormora Arno a sè stesso, cerco di ignorarlo. L'unica cosa che voglio ottenere al momento è l'approvazione da parte di Quemar.
«D'accordo. Ma spera per te che tornerai trionfante, Arielle Roux, o davvero non so come reagiremo»
«Grazie Maestro, non vi deluderò» faccio un piccolo inchino e mi giro per andarmene, ma Quemar riprende la parola «Non spererai di fare questa pazzia da sola, vero? Ci vorrà qualcuno che ti farà pensare bene e che non ti faccia agire d'impulso» non Arno per favore... non Arno, e Quemar, come se mi avesse letta nella mente, dice «-non preoccuparti, non sarà chi pensi tu. Stavo pensando ad Armand Dubois»
«Ma Armand è completamente estraneo alla missione» gli dice Sophie
«Lo informeremo di tutto allora. Chiamate Armand»
Armand arriva e Quemar lo informa su tutto. «Cavolo se lo faccio!» esclama Armand, a me esce una risata. Quemar lo guarda stupefatto «Volevo dire… certo, lo farò»
«Arielle, allora è deciso, stasera andrai alla festa di Margot Lefebvre per donare la pace eterna a questi due Templari. Confido in te che non sbaglierai persone. Potete andare»
«Sto sperando che staserà ti vedrò con una meravigliosa parrucca bianca. E anche un tocco di cipria, vero che le metterai?» mi chiede Armand.
«Purtroppo credo che sarò costretta. Conosco Margot Lefebvre, e nemmeno amichevolmente. Se mi riconosce, è la fine della missione»
Lo ammetto, l'unico motivo per la quale ho insisto per questa missione non è solo per quei due Templari... è anche per fare una visitina ai Lefebvre. Voglio finalmente vendicarmi di Alain.
Arriviamo fuori la biblioteca «Armand, la mia fermata è qui»
«Allora a stasera. Dove ci incontriamo?»
«Al Cafè Theatre, alle otto e mezzo» Armand annuisce e se ne va.
Mi siedo in biblioteca e prendo i registri dei Templari, voglio impararli a memoria per facilitare il mio lavoro di stasera.
«Arielle» vengo chiamata da Arno con voce fredda. Che cosa vorrà dirmi? So che mi odia, lo capisco da come si comporta, e ogni volta che parliamo finisce male.
«Arno» si siede avanti a me e mi chiede «Credi che non lo abbia capito perché tu abbia insistito così?»
Arno sa del mio rapporto con i Lefebvre, quindi so benissimo che ha capito. Alzo gli occhi al cielo e riprendo a leggere, ma Arno chiude il libro e dice «Non trovare la scusa di questa missione per una vendetta personale, tu stasera ti occuperai soltanto di ciò che ti ha chiesto Quemar. E' chiaro Arielle?»
«Sì, Arno, ho capito» fa per andarsene, ma io non ho finito di parlare.
«...ma non lo farò» Arno si gira e chiede «Come?»
«Hai capito cosa ho detto. Tu dovresti essere il primo a capire come si convive con un fardello così grande e ora mi vieni a dire, anzi mi vieni a comandare, di non vendicarmi? Con che coraggio Arno? Con che coraggio me lo chiedi?»
Arno era l'unica persona a capirmi mentre ora è l'ultima. Il nostro rapporto sta andando solo a deteriorarsi.
«Hai dimenticato la mia vendetta a cosa ha portato?»
Non l’ho dimenticato. E’ stato cacciato dalla Confraternita.
«No»
«Se te lo sto ordinando, come hai detto tu, è per te. Ma fai come vuoi, quando ci saranno delle conseguenze, non venire da me»
Lo lascio andare via. Sono così stanca di discutere con lui. Il punto è che ha ragione, non posso uccidere senza ordini precisi. Dovrò vendicarmi in qualche altro modo.
              * * *
Io e Armand siamo in carrozza, andando alla festa di Margot Lefebvre.
«Nervoso?» chiedo ad Armand.
«Un pochino, tu no?»
«Se dicessi di no, mentirei. Secondo te sono riconoscibile?»
Ho cercato di fare il mio meglio, ho lasciato gli occhi completamente struccati (perché di solito li trucco con del kajal nero che proviene dall'Egitto), ho messo quanto più cipria potessi (ed è stato molto difficile, perché di certo saranno tossiche), ho tinto le labbra di un forte rosso e ho messo una grossa parrucca bianca.
«Assolutamente no. Sei un'altra persona adesso, a stento ti riconoscevo io. Io invece?» mi chiede titubante.
«Tu... sembri tuo padre. E' abbastanza?»
«Sì, direi di sì»
Arriviamo fuori la villa dei Lefebvre e ci mettiamo in fila per poter entrare.
Porgiamo gli inviti (che non abbiamo ottenuto con grossa difficoltà) e diciamo i "nostri" nomi per farci annunciare.
«Il signore Marcel Cotillard con la moglie Jacqueline»
Entriamo in casa e iniziamo a girarci intorno. Cerco i due Templari.
Cavolo, non deve essere così difficile, i Templari hanno sempre qualcosa che li contraddistingue.
Il mio sguardo si posa su un uomo che sta parlando con Margot Lefebvre. E' di bell'aspetto, moro, sulla quarantina. Ha un portamento diverso dagli altri, credo... che sia uno dei due.
«Armand, credo di averne trovato uno»
«Davvero? Anche io. Chi intendi?»
«Lo vedi quel signore vicino al camino, che parla con una ragazza bionda?»
«Sì. Credi sia lui?»
«Non ne sono sicura...» e io e Armand veniamo interrotti… dall'ipotetico Templare.
«Mi spiace interrompervi, signore. Ma non ho potuto fare a meno di notare quanto sia bella la vostra dama» dice con sorriso accattivante.
«Vi ringrazio, monsieur» il nome. Dì il nome. Dì il tuo nome. Dillo.
«Permettetemi di presentarmi. Frank Rodriguez» e si inchina.
Non è Francese. Noi abbiamo registri di Templari Francesi. Maledizione…
«Io sono Marcel Cotillard, e lei mia moglie Jacqueline» dice Armand.
«Siete Americano! Eppure parlate un perfetto francese!» esclamo io.  
«Vengo spesso in Francia per motivi di lavoro. Posso chiederle un ballo?» Armand mi guarda titubante, e io gli faccio l'occhiolino. Frank Rodriguez non me la racconta per niente giusta.
«Ma certo» risponde Armand. Frank mi porta in mezzo alla sala per danzare.
«Quanti anni avete, mademoiselle?» mi chiede lui.
«Ventotto» mento io.
«Davvero? Eppure sembrate più giovane»
«Che lavoro svolgete che vi porta spesso qui, monsieur? Se posso saperlo, ovviamente»
«Mi piace dire di portare pace al mondo»
Mi serve qualche altro indizio, ma sono sicura che sia lui.
«E’ meraviglioso. E in che modo, monsieur?» chiedo facendo finta di essere impressionata.
«Noi crediamo che controllando le persone, con regole o altro possiamo mirare ad un mondo perfetto»
Touché. E’ lui.
Finisce la musica e io torno vicino ad Armand, Frank ci saluta e torna dal suo compagno.
«Li abbiamo trovati» dico ad Armand.
«Aspettiamo il momento giusto» annuisco e riprendo a guardarmi intorno.
Dopo un po’, vediamo Frank e l’altro andare da un’altra parte, da soli. Questo è il momento che aspettavamo.
Io e Armand iniziamo a seguirli, ma i due all’improvviso si dividono «Tu vai da Frank» mi sussurra Armand.
Frank entra in una stanza, e io gli sto dietro come se fossi la sua ombra. Sto per ucciderlo ma inaspettatamente mi prende il braccio e mi ribalta buttandomi a terra. Mi rialzo subito e punto il pugnale verso di lui. E’ strano non avere la lama celata con me, mi sento… nuda.
«Vi prego, lo posi, ha perso in partenza. Crede che non lo abbia notato, come mi fissavate? Sapevo che sareste venuti stasera. Assassina»
«Allora lotteremo ad armi pari, monsieur Rodriguez, che dice?» dico io togliendomi la parrucca e sfilandomi la gonna del vestito per rimanere con i pantaloni. Prendo la spada, e gliela punto contro.
Frank fa la stessa cosa.
Concentrata.
Potremmo partire da un momento all’altro.
Scaglio il primo attacco, ma lui fa un balzo all’indietro.
«Niente male. Ma voi Assassine non siete abbastanza forti… dovreste imparare qualcosa dalle donne Templari che tanto disprezzate, loro hanno… eleganza nel combattere» e attacca, ma io devio facilmente.
Ora partono una serie di attacchi da entrambi. Le spade si incontrano come se stessero danzando e io, alla fine, riesco a colpirlo al braccio. Non è stato abbastanza, ma sta sanguinando, mentre fissa il braccio ferito, in un attimo di distrazione, mi colpisce alla gamba. Caccio un urlo di dolore.
Entra Armand nella stanza «Arielle, è mor… Arielle!»
Frank mi dice vicino all’orecchio «Per stasera vi risparmio. Ma state pur certa che ci rivedremo Carissima Signorina Arielle Roux. Avvisi anche Arno» e Frank scappa per la finestra. Sono scioccata.
“Carissima Signorina Arielle Roux.”
Quella dannata lettera iniziava così. E cosa c'entra Arno?
Sono stati i Templari.
I Templari hanno ucciso mia madre. 
Dovesse costarmi la vita, ma io ucciderò Frank Rodriguez. Lo giuro sull’anima di mia madre.

 
 

SALVE!
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Come avrete notato si ha uno spostamento temporale, ben due anni dopo!
Vediamo che Arielle ha avuto una nipote, che ha ricevuto una lettera di minacce, che con Arno non è andata molto bene e alla fine, si scopre che i Templari hanno ucciso la maman! E Arielle è arrabbiata, moolto arrabbiata. Come andrà avanti? Who knows!
E poi lo dico, io ci provo ad essere romantica, dolce... ma davvero non ci riesco. E mentre rileggevo la parte del 1801 pensavo "Devo cancellare. Troppo sdolcinato" però poi non l'ho fatto... e quel 'in un mondo o in un altro' vi ha spaventati, eh? Fate bene! *sparisce in una fumata viola* 
Spero vi sia piaciuto, ovviamente sarei ben lieta di una recensione! Beh, alla prossima! :)
  
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