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Autore: obidoia    30/12/2015    1 recensioni
Anno 2xxx
Distretto di Shinjuku
Università centrale di Tokyo
In un contesto studentesco Izaya e Shizuo si incontrano per la prima volta. Eppure c'è un qualcosa che li unisce, qualcosa di forte, contorto e contrastante che li riporta indietro nel tempo, nello spazio, in un mondo parallelo dove già le loro vite erano intrecciate. E così tra file di banchi e divise scolastiche due ragazzi scoprono l'esistenza di un filo rosso che li lega e che li porta a incontrarsi, rivelando un destino già segnato da tempo.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo

 

 

This time you left first, but it's okay,

in return, promise to marry me in the

next life time. Next time, be sure to

spend your life with me again.

 

Anno 2xxx

Università centrale di Tokyo

Distretto di Shinjuku

 

In un'afosa giornata di fine Settembre due amici piuttosto insoliti si stavano recando alla stazione principale di Shinjuku, uscita nord. Indossavano entrambi la divisa dell'università che frequentavano, pantaloni e giacca di un azzurro spento e una camicia bianca quasi trasparente. Non parlarono molto lungo il tragitto, non avevano niente da dirsi e probabilmente ognuno era immerso nei propri pensieri. Il più basso dei due aveva un'aria spensierata e sorrideva mentre si aggiustava gli occhiali. Era sempre di questo umore da quando si era messo con una ragazza che però non voleva presentare a nessuno giustificandosi col fatto che lei fosse molto timida e riservata. D'altro canto all'amico non importava granché sapere chi fosse, non si era mai curato dell'amore, non che non avesse avuto certe esperienze, ma semplicemente non ne capiva il senso, non provava alcun genere di emozioni legate all'amore, fiducia, felicità o piacere erano per lui inesistenti. Si era anche fidanzato per un certo periodo, ma era durata poco e aveva accettato solo perché lei gli si era dichiarata, non perché l'amasse. Finita la relazione si ritrovò punto a capo, come se non fosse successo nulla. Per questo si poteva dire che fosse ingenuo e un inesperto in quel settore. C'erano state altre occasioni per poter scoprire tali emozioni, in fondo lui era alto, biondo e aveva un non so che di ribelle per questo c'erano sempre delle ragazze che lo aspettavano fuori dalla porta dell'aula in cui era solito seguire le lezioni, ma a lui non importava. Aveva smesso di provarci, e anzi quelle ragazze incominciavano a infastidirlo e a farlo incazzare. Quella era una cosa che sapeva fare bene, incazzarsi. Gli ci voleva niente per andare fuori di testa o arrabbiarsi a tal punto da iniziare una rissa. Eppure lui la violenza la odiava, con tutto se stesso. Il suo amico Shinra gli diceva che tutto sarebbe cambiato una volta trovata l'anima gemella, che doveva solo aspettare quella giusta, ma Shinra, nonostante avesse un quoziente intellettivo altissimo e fosse uno dei più promettenti medici del futuro, viveva in un mondo composto solo da felicità e amore ormai da troppo tempo per cui il suo giudizio non poteva dirsi attendibile.

Erano quasi arrivati alla stazione quando il giovane dottore interruppe i suoi pensieri con la sua voce squillante.

<< Dovrebbe arrivare tra poco... scusami se ti sto facendo perdere tempo. >> disse girandosi verso il biondo che in risposta fece spallucce.

<< All'inizio potrebbe sembrarti una persona un po' arrogante e strana, ma se impari a conoscerlo vedrai che non è poi così... >> Shinra sembrava essere in difficoltà nel trovare un aggettivo che descrivesse appieno la personalità del suo amico. Si sedettero ad aspettare su una panchina vicino all'uscita nord.

<< Comunque è da un po' di anni che non lo vedo, facevamo le medie assieme, ma non penso che sia cambiato poi molto. Oh, deve essere arrivato il treno. >>

L'amico osservò la folla uscire dalle porte centrali con una lentezza esasperante. Non aveva mai visto il ragazzo che stavano aspettando e le descrizioni di Shinra non sembravano promettenti. Le persone cominciavano a dileguarsi sotto il sole cocente ognuno per la sua strada, ma di lui nemmeno l'ombra. Aspettarono cinque minuti, poi dieci, dopo un quarto d'ora di ritardo dall'orario prestabilito Shinra era piuttosto preoccupato, mentre il biondo era visibilmente irritato, ormai erano rimasti solo loro due.

<< Che abbia sbagliato fermata o uscita? >>

Dopo altri dieci minuti l'amico cominciò a dare in escandescenze.

<< Se quel figlio di puttana non arriva entro cinque minuti gli spacco il collo. >>

Shinra capì che poteva finire davvero male per qualcuno se non avesse fatto qualcosa al più presto. Tirò fuori il telefono e compose un numero, dopo pochi secondi si udì la melodia di una suoneria non molto lontana da lì e un ragazzo apparve all'improvviso spegnendo il telefono.

<< Ehi Shinra ma che bello rivederti! >> il suo tono indifferente fece capire subito la falsità delle sue parole.

<< Izaya... si può sapere dov'eri?! É da un po' che aspettiamo. >>

Il diretto interessato socchiuse gli occhi divertito.

<< Ero qua in giro... a dire il vero sono arrivato prima di voi, ma sono rimasto nascosto ad osservarvi, eravate piuttosto interessanti, soprattutto il biondino qua presente. >> disse e fece l'occhiolino in direzione di quello che stava per esplodere dalla rabbia, solo il rispetto nei confronti di Shinra lo tratteneva dal riempire di botte quel ragazzo insolente.

Shinra sospirò << Sei sempre il solito, non non tutti hanno tempo da perdere come qualcun'altro. Non siamo delle marionette. >>

Sorrise e alzò le spalle << La vita è solamente una partita a scacchi, il mondo è la scacchiera, gli esseri umani sono i pezzi che compongono il gioco, e ognuno è una data pedina. >>

<< E sentiamo, tu che pedina saresti? >> domandò il biondo.

Il ragazzo si mise a ridere. << Io?! Ahaha, io non sono una pedina, io sono colui che comanda il gioco. >>

Il giovane medico decise di lasciar perdere e passare alle presentazioni.

<< Lui è Shizuo Heiwajima e frequenta il corso di Arte. Shizuo, lui invece è Izaya Orihara. Dopo aver passato le medie assieme ha deciso di seguire qui gli studi di psicologia alla nostra stessa università. >>

Gli occhi di Izaya incontrarono quelli pieni d'ira di Shizuo mentre gli porgeva la mano che il biondo strinse con una stretta calda e forte.

Di lì a poco Shizuo imparò a conoscere il vero carattere di Izaya. Era un ragazzo moro con degli occhi che attraevano l'attenzione di chi gli parlava. Poteva sembrare un ragazzo minuto, era più basso di Shizuo e magro, ma era comunque agile e quasi altrettanto forte. Tuttavia la cosa che lo faceva imbestialire era la sua arroganza, il suo egocentrismo, il suo scherno verso gli altri che trattava come pedine e il fatto che lui fosse la persona che Izaya amasse analizzare di più. Il giorno dopo essersi conosciuti il moro lo aveva messo nei casini con un professore per una cosa di cui non aveva colpa. Quando aveva chiesto spiegazioni lui si era messo a ridere e aveva detto:

<< Io amo gli esseri umani, ma odio te che non sei altro che un mostro. >>

Quella fu la frase che sancì il loro legame.

 

Shizuo non era mai stato un bambino come tutti gli altri, era diverso e questo lui lo sapeva bene. Non riusciva mai a sentirsi a suo agio, si sentiva fuori posto e inadatto come se quello non fosse il luogo per lui in cui vivere. Sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata quella di un qualsiasi studente seduto dietro il banco, o quella di un adulto chino tutto il giorno dietro la medesima scrivania per anni. No, per lui tutto era differente. Perdeva facilmente il controllo e spesso per le cose più banali. Finiva sempre per azzuffarsi fino a sanguinare, perché non sopportava nessuno,tutti lo infastidivano e lo inducevano a usare la violenza, che lui odiava con tutto il cuore. Shizuo non era un uomo violento ma quella pulce riusciva tirare fuori il peggio da lui. Izaya lo chiamava mostro per la sua forza bruta e Shizuo iniziava a credere di esserlo veramente.
Solo una cosa lo tratteneva dal pensiero di mettere fine a quella misera esistenza, ovvero suo fratello minore Kasuka. Essendo il fratello maggiore avrebbe dato la vita per proteggere la sua. Kasuka non lo rimproverava mai, non si arrabbiava mai nonostante Shizuo tornasse a casa ogni volta conciato peggio e con qualche osso rotto. L'unica cosa che faceva era rimpinzarlo di latte, ma con anche solo con quel piccolo gesto Shizuo sapeva che Kasuka era lì per lui e ci sarebbe sempre stato.

Izaya al contrario era cresciuto in una famiglia numerosa, dalla quale riceveva amore e affetto, e proprio per questo non considerava quel posto la sua “casa”. Non aveva bisogno di un amore bugiardo o di un finto affetto emotivo per crescere. Si allontanò appena poté, sciogliendo tutti i legami che ancora lo collegavano alla sua famiglia. Scappò via di casa a soli sedici anni tagliando i rapporti coi genitori i quali dopo la sua scomparsa non mossero un dito per riportarlo indietro. Soltanto le due gemelle minori, Mairu e Kururi, dopo alcuni anni si fecero trovare nell'appartamento che Izaya stava affittando, cogliendolo di sorpresa.
Durante la sua adolescenza Izaya si rese conto che gli umani erano esseri alquanto interessanti, capaci di superare ogni sua aspettativa e di catturare la sua attenzione. Sentiva un'attrazione quasi maniacale verso quelle forme di vita che lo circondavano, così mutevoli, spregevoli, le quali si ingannavano nell'illusione di vivere una vita felice, nell'illusione di essere amati. Izaya voleva sapere sempre più cose su di loro, Izaya amava le persone ed è per questo che anche loro avrebbero dovuto amarlo.

  
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