Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: The Land Of Disagio    30/12/2015    3 recensioni
Il caso più duro di tutta la vita si è presentato a Shinichi Kudo, e questa volta due vite, quelle dei suoi migliori amici, sono in serio pericolo.
Deve proteggerli, deve proteggere Ran, ma in questa battaglia non sarà solo.
Il conto alla rovescia è appena cominciato.
(Crossover con Death Note)
-
REVISIONE COMPLETATA (dal cap. 1 al cap. 8)
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bloody

La nuova camera d'albergo era ancora più lussuosa di quella precedente.
Ryuzaki riusciva a sorprenderli in continuazione.

Ridacchiando come una bambina, Ran si lanciò a capofitto nell'enorme letto bianco, così grande che potevano comodamente starci come minimo cinque persone. Conan la guardò con affetto, sentendo la malinconia crescere nel suo petto.
Forse sarebbe stata molto più felice senza di lui.

La giovane karateta si voltò verso il ragazzino, con un sorriso che sembrava sincero, allargando le braccia con fare materno "Forza, piccolo, che stai aspettando? Non vuoi sentire quanto è morbido il letto?"
Conan sgranò gli occhi, incredulo a quelle parole. Davvero voleva averlo ancora vicino? L'aveva forse perdonato?

Dopo un attimo di esitazione, il bambino fece come gli era stato chiesto, prendendo la rincorsa per ricadere sul materasso, soffice come una nuvola, ridendo come non faceva da tempo.

Per un attimo rilassarono i muscoli e chiusero gli occhi, godendosi quei beati momenti di tranquillità.

Probabilmente sarebbero nuovamente caduti addormentati, se qualcuno non avesse bussato alla loro porta, riscuotendoli dal torpore.
La voce pacata di Watari invitava i due giovani a raggiungere L nel salotto; dovevano continuare il lavoro che avevano interrotto il giorno prima.

Prima che potesse alzarsi, Shinichi sentì le braccia muscolose di Ran avvolgerlo in un dolce abbraccio, che lo lasciò senza fiato dallo stupore.

La ragazza lo strinse ancora di più a sé, accarezzandogli i corti capelli scuri.
Ancora stentava a credere che dentro quel piccoletto si nascondeva da sempre il suo amato Shinichi.
Era inconcepibile.

Poggiò delicatamente le labbra sulla fronte del bambino, sentendo il suo cuoricino cominciare a battere all'impazzata.
Le era mancato così tanto.
Chissà se ancora teneva a lei?
Aveva così tante domande per la testa, così poche risposte date, niente certezze .

Sciogliendo svogliatamente l'abbraccio, la giovane prese per mano il bambino, ancora un po' frastornato da quell'inaspettata dimostrazione d'affetto. Ran, invece, non fece morire il sorriso che aveva imbastito prima, agì come non fosse successo assolutamente.
Continuava a comportarsi come se nulla fosse, rivolgendosi a lui come se fosse davvero un ragazzino di nemmeno 8 anni.

"Allora, Conan, pronto ad una nuova giornata? Chissà quanti nuovi indizi scopriremo oggi! Presto ritroveremo Heiji e Kazuha e torneremo a casa, contento?", esclamò la karateta con una vocina cantilenante, guadagnandosi un occhiata stranita da parte di Conan.
Si stava decisamente comportando in maniera strana.
"Oh...sì certo! Staranno bene di sicuro!" rispose a tono il piccolo detective, cercando di non mostrare i suoi sospetti.
Ran non si era mai rivolta a lui in maniera così...sdolcinata e infantile, che le prendeva?

Quando la coppia raggiunse il salotto, L si stava già ingozzando di torta alla panna, ornata con eleganza da delle fragole, che scansava sempre fino a che non finiva il resto della fetta.
Il detective aveva un amore spropositato per quel frutto, e non si sarebbe mai permesso di mischiare quella delizia con della semplice panna.

I giovani ospiti non aspettarono il solito cenno di accomodarsi da parte del ragazzo, si sedettero e basta, conoscendo ormai la personalità misteriosa dell'uomo.

Attesero con pazienza che Ryuzaki finisse di mangiare, pulendosi le labbra pallide con il tovagliolo, e che bevesse il suo tè, saturo di zucchero.

Una volta finita la colazione, L scrutò attentamente i due ragazzi con i suoi occhi scuri, come se cercasse indizi nelle loro espressioni.

Dopo minuti di interminabile silenzio, il detective si sistemò nella sua solita posa scomposta, guardando negli occhi il ragazzino, che perdeva colore nel volto ogni secondo che passava.
Quell'uomo incuteva molto timore.

"Penso che sia il momento giusto per ascoltare la versione del signor Kudo, non credete?", esordì Ryuzaki, pietrificando all'istante il diretto interessato. Era consapevole che avrebbe dovuto affrontare la verità, prima o poi, ma non si aspettava certo così presto.
Ran doveva ancora assimilare il tutto, era troppo prematuro per lei.

Entrambi i ragazzi osservarono sott'occhi la reazione della karateta, che dimostrava un autocontrollo inumano.
Non aveva cambiato minimamente espressione, aveva sempre quel sorrisetto di facciata appena accennato. Sembrava che quelle parole le fossero scivolate addosso, entrate da un orecchio e uscite dall'altro.
Se solo avessero abbassato leggermente lo sguardo, avrebbero notato come stringeva compulsivamente il lembo del suo vestito lilla, lo stesso che indossava quel giorno a Londra.

Ryuzaki interpretò quel silenzio come un assenso, e fece cenno a Conan di parlare.
Questa volta Shinichi raccontò tutto, veramente tutto, senza lasciarsi sfuggire il più piccolo dettaglio.
Spiegò ogni fatto, ogni teoria, ammise persino la presenza di una seconda persona nella sua stessa condizione e gli raccontò la storia di Sherry, di come l'aveva conosciuta e come l'aveva aiutato nella sua mascherata, implorandolo di aiutarla.

L non emise fiato, ascoltò con attenzione, memorizzando ogni parola che sentiva immagazzinando tutto in quel meccanismo straordinariamente complicato che era il suo cervello.
Quando il testimone finì di parlare, annuì con gravità, assicurandogli che avrebbe protetto quella speciale bambina, chiedendogli come potesse rintracciarla.

In tutto quel lasso di tempo, Ran non aveva battuto ciglio, mantenendo quella maschera di falsa freddezza e apatia che aveva indossava dalla notte precedente, destando la preoccupazione del ragazzino.
Avrebbe preferito mille volte che si infuriasse, che gli urlasse contro, persino che lo picchiasse, ma quell'ostinato mutismo lo faceva rabbrividire.

Appoggiato allo stipite della porta, Watari osservava tutto con aria angosciata.
Aveva un brutto presentimento.



"Ascoltami bene, Kazuha", avanzò Gin, riponendo la pistola nella fondina, usando un tono innaturalmente pacato, "non arriverai da nessuna parte comportandoti da bambina. Questo è un edificio estremamente controllato, circondato da cecchini che ti farebbero saltare il cervello in meno di un minuto senza nemmeno fare un graffio a Vermouth, abbassa subito l'arma"
"N-n me ne frega niente, ora ci porterai fuori di qui! C-capito!" sbraitò la ragazza, premendo ancora di più la canna della pistola sulla tempia del suo ostaggio, ma non riuscendo a nascondere il tremolio della mano e della sua voce.
Era terrorizzata, semplicemente in panico.

Purtroppo per lei, Gin notò questa sua esitazione a premere il grilletto, e capì che le probabilità che avrebbe veramente sparato erano piuttosto basse: non aveva l'indole assassina, ma avrebbe agito se fosse stata costretta, e lui non le avrebbe dato modo di farlo.
Quella mocciosetta era nelle sue mani.

Come risvegliato da un incantesimo, Heiji si riscosse, alzandosi e cercando di avvicinarsi zoppicando alla sua ragazza nel tentativo di farla ragionare.
Voleva andarsene di lì, ma in quel modo sarebbe stato un suicidio.
Anche se avessero mentito sull'effettiva presenza di cecchini, li avrebbero trovati in men che non si dica e fatti fuori. Dovevano trovare un vero piano, ma insieme.

"Piccola, ascoltami bene", la riprese con tono dolce, "dammi retta, abbassa la pistola. Ne usciremo vivi, ma così è troppo pericoloso. Affrontiamola come abbiamo sempre fatto e come faremo in futuro: insieme" le sussurrò, tendendole la mano.
La ragazza cominciò a tremare sempre di più, confusa da quelle parole "H-Heiji...io non ce la faccio più...voglio andarmene di qui..." confessò in un fiato, mentre le lacrime cominciavano a pizzicarle gli occhi. La presa su Vermouth si allentava sempre più.
"Lo so, anche io voglio tornare a casa, ma è solo questione di tempo", la rassicurò il ragazzo, mentendo spudoratamente, "risolverò tutto e ce ne andremo, ricordati il patto che ho fatto con Gin. Non ti sarà fatto del male se vuole delle informazioni"

Quelle ultime parole la colpirono come un fulmine.
Quel patto le risuonava prepotentemente nella sua mente, ormai allo stremo del crollo.



"Capisco, allora se volete che lei resti dovete garantirmi che non toccherete Kazuha in nessun modo, non dovrete in nessun modo ferirla. Se scorrerà anche solo una goccia del suo sangue il patto salterà all'istante e non vi darò più nessun aiuto, chiaro?"



In quel secondo, Kazuha capì chi era il vero ostacolo alla salvezza di Heiji.
Non era Gin, non era Vodka, non era nessun altro dell'Organizzazione: il vero pericolo era proprio lei.

Se Heiji non avesse fatto quel maledetto patto per proteggerla, in quel momento sarebbe stata già uccisa, ma Kudo sarebbe senza dubbio stato più al sicuro e forse Heiji sarebbe riuscito a scappare senza di lei.
La sua vita era un'inutile zavorra.

Lasciò andare Vermouth, che cadde in ginocchio tossicchiando, sussurandole incomprensibili parole di scusa.
Il tremore che pervadeva già da prima il suo corpo aumentò vertiginosamente, ma la sua mente era tornata spaventosamente lucida.
Puntò la pistola contro Gin e Vodka, che avevano sfoderato nuovamente le rispettive pistole, assicurandosi che non facessero mosse azzardate contro lei o Heiji. Anche se era molto spaventata non aveva perso la determinazione.

Ormai aveva deciso: avrebbe liberato Heiji da quel tremendo peso.

Guardò negli occhi il suo amato detective, fondendo lo smeraldo con il mare.
Quelle lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento ora scorrevano senza sosta, mentre si sforzava di tenere ferma la mano mentre cambiava velocemente il bersaglio.

Heiji comprese con orrore ciò che stava per accadere, ma il suo urlo disperato fu coperto dal sordo rumore dello sparo.






Spazio dell'autrice
Buone Feste a tutti!
Diciamolo, ho finito in tempo record!
Brava happily! Brava!
*si ricorda che all'inizio aggiornava ogni due settimane massimo e si deprime*
Ok, torniamo seri, sono felice di aver aggiornato prima di Capodanno, così ho l'occasione di farvi i miei migliori auguri di Natale (un po' in ritardo ma va beh) e un augurio speciale per un felicissimo 2016!
Spero che il nuovo anno vi porti tante soddisfazioni e serenità!
Come sempre, spero che il capitolo vi sia piaciuto! <3
Mando un abbraccio a tutti, e fate i bravi domani sera ;)
Alla prossima!!

P.s. i capitoli 3 e 4 sono stati revisionati!

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: The Land Of Disagio