Capitolo
12
Hogwarts non era stata
lasciata incustodita. Tempo che gli Auror si
accorgessero dell'errore di valutazione fatto, la battaglia era
già scoppiata.
La McGranitt aveva gridato a tutti di correre al castello mentre i
primi
Mangiamorte lanciavano Maledizioni Senza Perdono.
Pansy osservava immobile
sugli spalti gli incantesimi lanciati da professori,
Auror e studenti. I suoi compagni stavano combattendo per permettere ai
più
piccoli di rifugiarsi nel castello: Dean lanciava Schiantesimi
così come
Adrian, la Weasley e praticamente tutti quelli che erano in grado di
farlo.
Si riscosse solo quando
una mano afferrò la sua e si trovò a guardare
negli
occhi Estrella che le disse, scandendo le parole: "Pansy, devi
aiutarci a tornare al castello."
Theo aveva diviso i
Serpeverde in gruppi per avere più possibilità di
mettersi
in salvo e i primi stavano già correndo, imitati dagli
studenti delle altre
case che, dopo un'iniziale momento di confusione, stavano cercando di
agire
razionalmente.
"Va
bene, Estrella."
Theo le fece un cenno
con la bacchetta e si avviò verso il
castello, guidando quelli del terzo anno lasciando Pansy con
Estrella, gli
ultimi ragazzi del secondo anno e Paul.
Quest'ultimo estrasse la
bacchetta e mormorò: "Una volta arrivati al
castello saremo relativamente in salvo. Sicuramente gli Auror avranno
chiesto
rinforzi, ma non so se faranno in tempo ad arrivare."
Pansy strinse la mano di
Estrella, tenendo la bacchetta dritta davanti a
sé e stabilì: "Oggi nessuno di noi
morirà e i Mangiamorte non vinceranno
contro Hogwarts."
Li guardò uno
ad uno e chiese: "Noi siamo Serpeverde, non ci facciamo
mettere in crisi da nulla. Noi ce la faremo e quest'estate andremo
tutti alla
tenuta estiva dei Pucey, d'accordo?"
Paul
ridacchiò annuendo e lo stesso fecero gli altri.
Ce la faremo.
I metri che
separavano la scuola dal campo da Quidditch le sembrarono
lunghissimi, soprattutto quando si trovò davanti un
Mangiamorte che le lanciò
un Cruciatus, ma fu abbastanza pronta di riflessi per schivare e
schiantarlo.
Due altri Mangiamorte furono intercettati da degli Auror e Pansy spinse
gli
altri a correre dentro il castello. Una volta entrati, Lavanda Brown
fece un
cenno in direzione della Sala Grande spiegando sbrigativa: "Stiamo
facendo
una riunione. Sono arrivati quasi tutti, a parte i professori."
Pansy annuì e si morse le labbra indecisa, ma Lavanda le
sorrise dicendo:
"Anche i giocatori sono riusciti a tornare interi."
Merlino, grazie!
Entrò
in Sala Grande quasi
correndo e appena vide Dean si
tranquillizzò, rallentando immediatamente
il passo; fu lui che le corse incontro abbracciandola di slancio.
"Ho avuto paura, tanta paura che ti potessero aver fatto del male."
Lei gli sorrise scuotendo la testa: "Non sono così male in
Difesa,
ricordi?"
"Ascoltatemi tutti, per favore."
Si voltarono in sincrono verso Anthony Goldstein che, oltre a
sfoggiare un
taglio sulla guancia destra, sembrava aver preso il comando degli
studenti con
l'evidente appoggio di quelli del settimo anno, che stavano facendo di
tutto
per tenere sotto controllo la situazione, per quanto
possibile.
"Non ci è chiesto di combattere, questo voglio che sia
chiaro a tutti. Ci
stiamo difendendo, nient'altro. Lavanda stamattina ha accidentalmente
ascoltato
una conversazione della McGranitt con la professoressa Sprite."
Si sentirono improvvisamente delle risatine, ma Lavanda
gettò uno sguardo di
sfida a tutti commentando: "Ridete, però è stata
una fortuna che io
capitassi lì per caso!"
Anthony le fece segno di tacere e proseguì: "Si stavano
aspettando
quest'attacco e gli Auror erano pronti ad intervenire. Sembra che
Hogwarts
dovesse essere un'esca."
Ci furono parecchi sguardi stupiti, che Anthony ignorò:
"Harry ce la sta
facendo. Voi-Sapete-Chi sta avendo parecchi problemi e quest'attacco
dovrebbe
spingere Harry ad uscire allo scoperto."
C'è davvero speranza.
Pansy strinse forte la mano di Dean, che sembrava
completamente
incredulo. Certo, lui aveva sempre avuto fede in Harry, ma sentirsi
dire che ce
la stava facendo davvero, che la possibilità di sconfiggere
Voldemort era
reale, Merlino!, Il cuore stava per
scoppiargli.
La voce di Anthony però scosse nuovamente tutti: "Adesso non
fatevi
prendere troppo dall'esaltazione. Siamo sotto attacco e non siamo tutti
in
grado di difenderci quindi" fece un cenno in direzione di Lisa e
Lavanda
continuando: "quelli del settimo anno sono maggiorenni e liberi di fare
quello che vogliono. Quelli dal primo al quinto anno seguiranno Lavanda
e Lisa
nella stanza delle Necessità e non faranno cose stupide."
Ci furono parecchie lamentele, ma Lavanda alzò la voce per
farsi sentire e
disse: "Stiamo parlando di vita e di morte. Non fate gli stupidi e non
vi
pietrificheremo."
Lisa annuì e si voltò a chiamare Ernie, Hanna e
Natalie per farsi aiutare.
Pansy cercò con lo sguardo i Serpeverde e vide che erano tra
i pochi a non
opporre la minima resistenza. Probabilmente non volevano correre il
rischio di
trovarsi davanti a qualche parente o vecchio amico. Li capiva fin
troppo bene.
Anthony gettò un'occhiata verso il gruppo di ragazzi del
sesto anno che
aspettava istruzioni in trepidante attesa, un po' spaventati e un po'
eccitati.
Merlino,
dove sono i professori?
"Gli
incantesimi difensivi
sono attivi, ma è il caso di rafforzarli e mantenere
qualcuno vicino ai
passaggi segreti per evitare fastidiose intrusioni."
Divise in gruppi gli studenti rimasti, affidandoli ai fantasmi e
Poltergeist,
per poi avvicinarsi a Pansy che era rimasta indietro con Theo e Dean.
Si passò una mano sulla faccia e Theo gli disse: "Sei stato
bravo."
Pansy annuì e gli chiese: "Cosa dovremmo fare
noi, invece?"
Anthony scrollò le spalle: "Stare alla porta credo. Non sono
uno stratega,
ma suppongo sia quello che va fatto." Guardò verso il
portone chiuso e
avvolto da una luce azzurrina data dall'incantesimo di difesa che era
stato
attivato appena tutti erano entrati nella scuola "Mi domando dove siano
finiti tutti…"
Dean deglutì e bisbigliò: "La McGranitt non
è certo tipo da arrendersi.
Sarà sicuramente la fuori a combattere come un'indemoniata.
E se Harry è
tornato…"
Non concluse la frase perché non ce n'era bisogno. Se Harry
era tornato, allora
il posto della McGranitt così come degli altri era
là fuori, al suo fianco.
Pansy osservò i tre ragazzi e poi disse pensosa: "Mi domando
come sia
possibile che nessuno abbia voluto andare fuori a combattere."
Theo ridacchiò e commentò: "Non sono
così stupidi."
Anthony scrollò le spalle: "Stiamo difendendo Hogwarts e gli
studenti più
piccoli, ti sembra poco?"
Dean annuì e osservandola le rispose: "Rischiamo di morire.
È giusto voler
combattere per cambiare le cose, ma ne abbiamo viste troppe quest'anno.
Nessuno
può considerarsi un vigliacco perché non si
lancia nelle braccia dei
Mangiamorte."
Pansy gli sorrise tristemente, annuendo. Si volse poi verso
Anthony e
commentò: "Vai a controllare la Stanza delle
Necessità. Credo che farti
vedere non possa che far bene al morale."
Lui annuì, lasciandoli soli davanti alla porta.
Theo si sedette a terra e commentò: "Certo che in tre non
potremmo far
molto se ci fosse un attacco."
Dean fece una smorfia: "Mi sa che siamo più sentinelle che
veri e propri
difensori…"
Pansy annuì avvicinandosi a Theo e carezzandogli la
testa, pensosa.
"Forse dovremmo cercare delle Pozioni." Fece una breve pausa
mordendosi il labbro inferiore "O forse dovremmo semplicemente sederci
e
aspettare."
Theo sorrise: "Io invece proporrei di andare in avanscoperta tra
poco." Si guardò le mani e mormorò: "Stare qui ad
aspettare mi farà
impazzire."
Dean annuì commentando: "Dobbiamo trovare il modo di sapere
cosa succede
fuori."
Pansy li guardò come se fossero pazzi e chiese incredula:
"Voi volete
uscire e andare incontro ai Mangiamorte per vedere cosa succede?"
I due annuirono e lei sbuffò: "Possiamo trovare altri modi
per saperlo
senza che voi facciate gli eroi…"
Dean si sedette accanto a Theo allargando le braccia e commentando
sarcastico:
"Sono tutto orecchie Pansy, illuminami!"
Infastidita, Pansy gli diede le spalle rispondendo: "Non credo abbiate
molta fretta. Devo pensare."
Passò all'incirca un'ora prima che Theo chiedesse
sarcastico: "Allora?
Arrivata l'illuminazione?"
Pansy lo fissò negli occhi abbassandosi e chiese:
"Perché? Dimmi perché
devi andare a rischiare la vita inutilmente?"
Lui le sorrise chiedendo: "Dovrei stare qui ad aspettare e basta?"
"Sì!"
Pansy si alzò di scatto portandosi le mani alla testa:
"Sì, devi. E non è
aspettare, è controllare ed essere pronti a difendere gli
altri."
Dean si alzò prendendole la mano e accarezzandogliela:
"Pansy, non vuoi
sapere anche tu cosa sta succedendo fuori? Se Harry è
arrivato? Se Tu-Sai-Chi è
qui?"
Pansy tremò e abbassò lo sguardo.
Non
capisci? Ho paura…
Si morse il
labbro e annuì per poi
mormorare: "Se ci fosse uno Specchio adatto potremmo tentare
l’Imago
Revelio"
Theo sorrise, annuendo, mentre Dean, improvvisamente,
esclamò:
"Lo specchio nell'ufficio della McGranitt è pensato proprio
per
quello."
All'occhiata sospettosa che gli rivolsero i due Serpeverde
spiegò: "Noi
Grifondoro lo sappiamo per caso, l'ha trovato Seamus in un'esplorazione
del
castello finita male." abbassò la voce continuando: "Sembra
che il
preside Phineas Nigellus Black lo usasse per spiare il comportamento
degli
insegnanti."
Theo ridacchiò e Pansy alzò lo sguardo al cielo.
Dean sorrise di rimando
scrollando le spalle: "Comunque non è più stato
usato, ma mi sembra che la
McGranitt abbia fatto in modo che lo si possa usare per controllare i
confini."
Theo prese la mano di Pansy e propose: "Andiamo a
controllare, allora."
Pansy aggrottò la fronte chiedendo: "Non dovrebbe rimanere
qualcuno di
guardia?"
Dean annuì, guardando verso Theo, che
sospirò risedendosi accanto al
portone.
"Portatemi qualcosa da mangiare al ritorno."
Pansy si avviò con Dean. Camminavano mano nella mano senza
parlare. Dean
cercava di non darlo a vedere, ma era preoccupato, molto preoccupato e
aveva paura
potesse succedere qualcosa a Pansy. Se i Mangiamorte l'avessero
trovata… era
una traditrice, cosa avrebbero potuto farle?
"Dean."
Si voltò a guardarla e si accorse che aveva lo sguardo fisso
a terra e gli
stringeva la mano talmente forte, da fargli quasi male.
"Che c'è, Pansy?"
"Se dovesse succedere qualcosa, promettimi che penserai a te stesso,
che
penserai a salvarti."
Alzò lo sguardo e lo fissò seria: "Promettimelo."
Lui si fermò, appoggiandole le mani sulle
spalle, e sospirando le
disse: "Non posso promettertelo."
Lei fece per ribattere, ma lui scosse la testa dicendo: "Sai come sono,
sai che se tu o qualsiasi altro fosse in difficoltà
correrei. Non so fare
altrimenti, sono fatto così!"
Pansy scosse la testa mormorando: "Sei un Grifondoro…"
Dean rise, ma le chiese: "Se io fossi in difficoltà, o Theo
o persino
Adrian lo fosse, tu non interverresti? Sii onesta."
Pansy fece una smorfia e annuì. Probabilmente, anzi, quasi
sicuramente non
sarebbe riuscita a stare in disparte.
Il pensiero di suo fratello quasi sicuramente là fuori, nel
mezzo della
battaglia, le faceva prudere le mani, ma si stava trattenendo. Evian
non aveva
bisogno di lei in quel modo.
Dean le sorrise ancora e le riprese la mano camminando verso l'ufficio
della
McGranitt. Quando arrivarono davanti alla porta, Dean disse la
parola
d'ordine che, scoprì Pansy in quel momento, i Grifondoro del
settimo anno
conoscevano e si misero davanti allo specchio appeso accanto alla porta.
Pansy scrutò la cornice cercando degli indizi per usarlo,
probabilmente c’era
una parola d’ordine che i presidi si tramandavano, ma fu Dean
ancora una volta
che la stupì dicendo la cosa più semplice: "Imago
Revelio"
"Ma come fai?"
Lui ridacchiò spiegando: "Passare sei anni con Harry aguzza
l'ingegno."
Pansy alzò gli occhi al cielo e, guardando lo
specchio, disse pensosa:
"Si vede solo il confine della foresta, voglio vedere quello che
succede
vicino al campo da Quidditch!"
Come se lo specchio avesse sentito, improvvisamente la visione si
spostò su
quello che fino alla mattina era il campo da Quidditch.
"Merlino!"
Pansy si portò una mano alla bocca alla vista della
desolazione che ormai
regnava fuori dal castello.
Il campo da quidditch non c'era più, le gradinate erano a
terra distrutte,
c'erano ovunque buche nel terreno e corpi a terra.
"Sembra che la battaglia sia finita…"
Osservarono in silenzio ciò che lo specchio
mostrava, finchè un'immagine
comparve al centro dello specchio e Dean esclamò: "Harry!"
Potter è qui.
Ma non era il solo.
"L'Oscuro Signore!"
Pansy sentì improvvisamente freddo, tanto freddo. Come
poteva credere che
Potter sconfiggesse l'Oscuro Signore? È impossibile.
"Non ce la farà mai."
Dean si voltò di scatto verso di lei e esclamò
quasi arrabbiato: "Cosa
stai dicendo?"
Pansy fissò lo sguardo sullo specchio dove l'Oscuro Signore
e Potter sembravano
discutere e mormorò: "Non ce la farà mai. Lui
è l'Oscuro Signore."
Lui scosse la testa e rispose: "Lui è Harry Potter e" si
voltò a
guardarla con un'aria battagliera che non gli aveva mai visto "non
è solo.
Credi davvero che siano di più i seguaci di Tu-Sai-Chi che i
suoi nemici?"
Lei fece una smorfia dicendo: "è diverso…"
Lui scosse la testa e disse, prima di tornare a concentrarsi sullo
specchio:
"No, non è diverso. È così."
Luci.
Colpi.
Grida.
Strano come i Mangiamorte e gli Auror stessero immobili ad attendere il
risultato.
Tutto era in attesa.
Dean era teso con le mani strette a pugno e lo sguardo fisso, Pansy
invece
teneva lo sguardo fisso a terra, non aveva il coraggio di guardare.
Tutto
dipendeva da Potter in quel momento e si rese improvvisamente conto di
quanto
aveva da perdere, quanta responsabilità aveva Harry.
E poi fu un attimo: anni di guerra risolti in un secondo. Un unico
incantesimo
e tutto finisce.
Com'è veloce la vittoria.
Pansy iniziò a piangere, prima piano poi sempre
più forte.
Dean, invece, iniziò a ridere, ridere sempre di
più, sempre di più finchè non
si mise a gridare trascinando Pansy per i corridoi: "Harry ha vinto!
Harry
ha vinto!"
Arrivarono di corsa davanti al portone dove Theo aveva uno sguardo
incredulo e
Dean lo abbracciò di slancio. Ora anche Pansy rideva e non
riusciva a
trattenersi. Non ci credeva.
Merlino,
non è possibile!
Dean
sembrò rendersi conto di una
cosa improvvisamente e si voltò verso il portone esclamando:
"Dobbiamo
aprire il portone!"
Theo aggiunse: "E qualcuno dovrebbe avvisare gli altri."
"Avvisare di cosa?"
Dean si voltò sorridendo verso Anthony:
"Anthony, non potevi
scegliere un momento migliore. Harry ha vinto!"
Il Corvonero lo guardò senza nessuna reazione per qualche
secondo. Osservò le
espressioni di Theo e Pansy e poi si voltò iniziando a
correre spiegando senza
voltarsi: "Vado ad avvisare tutti!"
Era finita, era finita davvero.
Theo prese la bacchetta e disse: "Aiutatemi."
In tre tolsero l'incantesimo difensivo e spalancarono la porta
d'ingresso.
Dean strinse la mano di Pansy e promise: "Non cambierà
niente, per
noi due."
La prima volta che Pansy si trovò davanti Harry Potter e i
suoi due amici fu
nel corridoio vicino all'ufficio della McGranitt.
Voleva fare una cosa da quando il Signore Oscuro era stato sconfitto,
ma non ne
aveva mai avuto modo. Si fermò davanti a loro tre, che
smisero immediatamente
di parlare. Weasley le chiese brusco: "Che vuoi Parkinson?"
Lei lo guardò leggermente stupita da quel tono rendendosi,
però, conto che il
cambiamento degli altri nei suoi confronti poteva risultare
inspiegabile per
chi non aveva vissuto quei mesi con loro. Guardò Potter
negli occhi e rispose a
Weasley tranquillamente: "Voglio ringraziare Potter per aver sconfitto
il
Signore Oscuro. E voglio ringraziare voi per averlo aiutato."
Senza aspettare risposta si voltò e si allontanò
da loro.
La seconda volta che se li trovò davanti fu a cena.
Da tre settimane la guerra era finita e quella era l'ultima settimana
di
lezioni. Per i servigi resi Potter, Weasley e la Granger non avrebbero
sostenuto i M.A.G.O., mentre per gli altri studenti del
settimo anno
quella settimana significava la fine di Hogwarts, ma la tristezza era
mitigata
dall'ansia e il terrore diffuso.
Era la prima volta che il Trio dei miracoli era a cena normalmente dopo
le
numerose cene di gala a cui aveva dovuto partecipare e gli altri
impegni che i
tre "salvatori" avevano affrontato; fu perciò molto stupita
di
sedersi accanto a Dean e Lisa trovandoseli davanti.
Si rese conto da subito che, se la Granger e Weasley sembravano ormai
aver
accettato, o almeno così sembrava, la presenza dei
Serpeverde, Potter la
scrutava continuamente con un'espressione perplessa.
Lisa le stava chiedendo di posticipare il ripasso di Trasfigurazione
del
pomeriggio successivo perché Anthony voleva passare del
tempo assieme e Pansy
stava per tirare in ballo il Corvonero che faceva l'indifferente,
quando Potter
le porse il piatto del coniglio con evidente sforzo dicendo:
"Parkinson,
ne vuoi?"
Ginny rispose prima di lei, senza alzare lo sguardo dal piatto: "Pansy
è
vegetariana."
Lui allora fece una cosa strana: guardò il piatto,
guardò Ginny, guardò Pansy e
poi appoggiò il piatto annuendo e dicendo: "Certo,
vegetariana."
Continuò ad annuire mormorando "vegetariana" e destano la
preoccupazione di Ginny che gli appoggiò la mano sul braccio
chiedendo:
"Tutto bene, Harry?"
Lui annuì sorridendo: "Tutto bene, è solo strano."
Guardò Pansy e disse: "Per l'altro giorno,
prego, Parkinson."
Lei gli fece un cenno della testa e tornò a parlare con Lisa.
Forse tutto sarebbe andato bene davvero.
Forse.
Ringrazio chi
è arrivato fin qui a
leggere. Siete pochi, ma sono contenta che abbiate comunque apprezzato
e
abbiate seguito la mia storia fino alla fine.
Ringrazio
miri743 che ha lasciato
un commento a questi ultimi capitoli e bmico, danino, data81, delfina e
miri743
che hanno aggiunto “Gli altri” nei preferiti.
Spero che il
finale vi sia
piaciuto.
Ciao a tutti
^_^,
Lys.