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Bella come da viva così anche stesa nella sua bara.
Morbidi capelli biondi ad incorniciare un viso pallido ed
affilato. Una donna capace di slanci passionali e decisioni
forti eppure al tempo stesso debole senza il suo amore accanto. La pelle gelida più che in vita, l’espressione sicura in volto e le
labbra piegate in una piega malinconica.
Gli occhi verdi screziati di grigio chiusi
per sempre ormai ed un’apparenza di bambola di chiara porcellana. Mani delicate
intrecciate in grembo, addormentata nel sonno del riposo eterno. I lineamenti
delicati e nobili immobili, non più pronti a tendersi o mutarsi in espressioni
di superiore distacco e disprezzo.
Ai suoi occhi bella come non mai, ai suoi bella come
una dea. Un dolce bacio posato su quelle labbra gelide eppure
dall’aspetto ancora morbido ed invitante, come la prima volta che le aveva viste.
Un dito a sfiorargliele e poi la mano a scendere in una dolce carezza lungo la
sua guancia, in un gesto tanto familiare che non avrebbe però mai più creato un
sorriso in quel viso da fata.
Occhi d’argento che scandagliano
il viso e poi il corpo, entrambi così familiari per lui che potrebbero essere i
suoi propri. Una
vita passata a conoscerla, una vita passata nell’ombra
per poi essere lontano quando si è delicatamente spenta, senza un ultimo abbraccio
od un ultimo sorriso.
Pallida come quando ballavano
assieme sulle note di un tango e le sue belle labbra erano piegate in quel
sorriso rapito che solo lui sapeva scatenarle, con la sua vicinanza e le sue
poche parole sussurrate gentilmente. Le stesse note che echeggiano nell’aria di questa cappella,
una gentile concessione della stessa persona che l’ha fatto uscire da Azkaban
per quell’occasione.
Tempo fuggito, tempo rubato al suo destino, momenti non
goduti, solo angoscia da quando aveva visto quelle
labbra formare parole che non avevano suono ma che pesavano nel suo cuore come
acciaio possente e gelido, scorrendo nelle sue vene e mutando il suo sangue in
ghiaccio.
“E’ morta nel sonno questa notte”
“Non ha sofferto”
“Potrai intervenire al funerale, te l’hanno concesso”
“Solo due giorni”
Parole. Prive d’importanza, dal suono vuoto, provenienti
da una voce che un tempo conosceva e di cui aveva dimenticato la particolarità,
quel vago accento francese che lo spingeva a strascicare ancora qualche parola.
Avrebbe preferito che un’altra voce, molto più gentile e
dolce oltre che veramente armoniosa, gli dicesse le stesse parole riferendole
però al delatore di quel messaggio di morte. Almeno avrebbe potuto vederla
ancora in vita.
Se la morte aveva preso lei, poco gli mancava per morire a
sua volta, se non fuori almeno dentro … privando i Dissennatori del loro
prezioso cibo di emozioni. Oh, com’erano agitati mentre se ne andava, quei pochi ancora rimasti
fedeli al Ministero s’intende, probabilmente impensieriti al pensiero di
perdere una simile fonte di emozioni negative.
Ira, manca accettazione, dolore, voglia di morire, un cuore
spezzato. Potevano dire quel che volevano, credere che non l’avesse amata,
raccontare delle conquiste che lui faceva a scuola,
professare i loro insulti spacciandoli per verità … a lui non importava.
Lei sapeva, e questo era l’importante. Aveva fatto quel
che aveva fatto per amor suo, perché potesse vivere in
un mondo migliore. Non era stata solo cieca ambizione e freddo calcolo che l’avevano spinto a diventare un assassino spietato. Per lei,
per loro figlio, per le proprie convizioni, per questo
aveva combattuto e perso.
Meritavano di meglio, meritavano IL meglio. Poche donne avrebbero accettato quel che lui era diventato ed avrebbero continuato ad amarlo ed
accoglierlo accanto a sé ma lei lo aveva fatto. Condivideva il suo credo ed
anche se non amava la morte in sé sapeva che c’erano sacrifici che si devono
fare per ottenere i propri fini.
Quando tornava a casa, freddo ed
impassibile, con gli abiti macchiati di sangue lei lo spogliava e puliva
le eventuali ferite o le tracce del sangue altrui dalla sua pelle chiara, ordinando
agli elfi di andare a gettare gli abiti luridi e pulire il suo mantello.
Poi gli levava la maschera candida dal viso e lo baciava,
permettendogli di chiudere gli occhi ed annegare nella sua dolcezza. L’aveva
salvato dal male, era stata il suo punto di
riferimento nella vita ed ora se n’era andata lasciandolo ad una vita in una
lurida prigione da cui non sapeva se sarebbe mai uscito o se sarebbe valsa la
pena sopravvivere… lasciandogli un figlio che aveva convinzioni diverse dalle
sue e che aveva scelto di schierarsi con i suoi nemici.
Gli aveva dato amore, comprensione, appoggio, felicità …
ed ora andandosene lasciava dietro di sé un uomo distrutto ed un ragazzo, ormai
quasi uomo anche lui, addolorato.
Ma ben presto solo il ragazzo
sarebbe rimasto. Senza di lei, sapendola morta e non viva ad attenderlo al di
fuori di Azkaban, le sue ore erano contate. Molto
molto presto anche lui si sarebbe spento, nella sua cella, privando i
Dissennatori del loro pasto e congiungendosi a lei nell’aldilà.
Nessuno di loro due aveva l’anima pulita
anche se lui era immerso nella pece scura del male molto più a fondo di
lei e questo aveva ormai corroso ogni luce. Ma si
sarebbero rincontrati, perché era destino che ciò accadesse. Un altro dolce
bacio, l’ultimo e poi si ritrasse … rialzandosi ed aggiustandosi l’abbigliamento
mentre il tango di sottofondo giungeva al suo finale struggente e violento.
“Addio Narcissa”
Era giunto il tempo. Il tempo che la bara si richiudesse e
venisse calata in una tomba per essere ricoperta di
volgare terra. Una splendida croce su di cui stava seduto un angelo
con le sue fattezze sarebbe stato il suo eterno epitaffio e in breve anche lui
avrebbe riposato lì accanto, così come alla base della croce era scolpito un
uomo dalle sue sembianze che prendeva la mano dell’angelo.
“Aspettami, arriverò presto”
Un dolce sorriso carico di
malinconia mentre pensava che ogni minuto era già troppo da aspettare. Era sempre stato così quando si trattava di lei. Sin dal primo momento … perché
lui era Lucius Malfoy e non poteva sopravvivere senza la sua aria, che portava
il nome di Narcissa Black Malfoy.
-
Fine
–
Per una volta mi sono voluta cimentare con una coppia
etero che personalmente trovo veramente affascinante perché sono malvagi,
splendidi ed anche dolci. So che gran parte delle fan di Lucius (me inclusa
molto spesso) denigrano Narcissa e la vogliono cornuta
o sofferente o maltrattata ma bisogna anche guardare l’altro lato della
medaglia e riuscire a vedere ciò che questi due personaggi possono aver
condiviso. Perché non c’è solo odio e non ci siamo
solo noi con i nostri egoistici desideri … ci sono anche loro ed il loro amore.
Cosa che vale anche per la coppia Rodulphus e Bellatrix
Lestrange, IMHO. Spero vi sia piaciuta anche se
è triste. L’accenno a Draco che non fa il Mangiamorte è
dovuto ad un’altra fic che sto scrivendo ma che non pubblicherò prima di
essere arrivata al 10imo capitolo dato che ho la tendenza a bloccarmi molto spesso
quando si tratta di ispirazione, umori ed harry potter. Dato che io scrivo ad umore capite che possa essere un po’ ostico …
quindi stavolta aspetterò prima di pubblicare. Intanto vi auguro di esservi
goduti questa mia One Shot.
Bryn