Mi sveglio di soprasalto ritrovandomi seduto, sono sudato, affannato ed eccitato.
Ci metto un po’ a realizzare che era solo un sogno, ed allora sospiro, ributtandomi sul cuscino.
Osservo il mio piccolo angelo dormire tranquillamente, la febbre deve essersi abbassata un po'.
La controllo posando leggermente le mie labbra sulla sua fronte, ma sento che scotta ancora. Quella testona che corre per chilometri sotto la pioggia battente di New York per inseguire un sospettato.
Si gira incastrando i suoi occhioni da cerbiatto dentro i miei.
Sono lucidi per la febbre.
“Amore come ti senti?” chiedo accarezzandogli dolcemente una guancia.
Quelle rare volte che si ammala vado nel panico assoluto.