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Autore: clambae    01/01/2016    3 recensioni
Minseok è un pittore che ha perso se stesso e Baekhyun la musa che gli ridarà l'ispirazione.
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« Vorresti solo essere felice, vero? »
« Sì ».
« E dimmi, Minseok, cosa saresti disposto a fare per trovare quella felicità? ».

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[XiuBaek che vuole essere romantica, ma fallisce su tutti i fronti].
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Xiumin, Xiumin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Winter Light Fandom: EXO Personaggi: Xiumin; Baekhyun. Rating: Giallino paperella *O* Genere: Romantico Avvertenze: AU!; Slash; Mancanza di accettazione di se stesso; Inevitabile OOC; Pochi dialoghi, vi ho avvertiti. Conteggio Parole: 3.6k Riassunto: Minseok è un pittore che ha perso se stesso e Baekhyun la musa che gli ridarà l'ispirazione. Disclaimer: Sappiamo tutti che Xiumin e Baekhyun appartengono a Lee Sooman da quando hanno firmato con la SM. Per cui nulla mi appartiene se non ciò che ho scritto con le mie manine. Chiamala sfiga .__. Con questo scritto non pretendo in modo alcuno di rappresentare la realtà. È completamente frutto della mia fantasia e non ci guadagno neanche un soldo dalla mia attività di fangirling compulsivo, semmai perdo solo tempo. Note (pallose): Questa è la prima fanfic nel fandom degli EXO che ho finito (e che ho pubblicato a fine novembre su redwinterlight) È anche la prima storia che finisco dal lontano 2009. È letteralmente un word-vomit che vuole essere una storia romantica, ma che fallisce su tutti i fronti. Perché Winter Light? Perché Winter Light racchiude l'essenza della XiuBaek stessa. Sono loro. Sono Minseok e Baekhyun. Basta. Nulla ha a che vedere con il mio nome (che voglio cambiare, comunque), nulla ha a che vedere con l'omonimo film (Luci d'inverno, in italiano) del '63, dal quale tuttavia ho "rubato" delle frasi che collegano la fic stessa. Volevo scrivere una XiuBaek, una XiuBaek romantica che si sarebbe chiamata 'Winter Light'. Ho iniziato anche a scriverla quando, per puro caso, mi sono scontrata con questo film (che non avevo mai visto e che aveva lo stesso nome) e quando mi sono scontrata con le frasi (del film) che mi aiutarono a riempire gli spazzi mancanti e a collegare i pezzi già scritti. È puro caso che sia il film che la mia fanfic abbiano lo stesso nome. Non l'ho scelto perché mi ha ispirato il film, non l'ho scelto perché si rifà alla sua trama, la trama di questa one-shot niente ha a che fare con la sua; nemmeno il significato che io attribuisco a quelle frasi è lo stesso. Tuttavia credo sia un film meritevole e, da sconosciuta, ve lo consiglio. Ringrazio con tutto il cuore la mia amatissima Gabriella, amica formidabile che mi supporta e mi spinge a credere in me stessa. Ringrazio Lavinia perché, anche lei, supporta e sopporta i miei scleri. Ringrazio Letizia che, nonostante non mi conosca di persona, mi ha gentilmente betato questa storia. Le devo molto. E ringrazio tutti voi che spendete il vostro tempo per leggere (e, perché no, anche commentare) queste mie storie. Grazie di cuore.

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“Avevo chiesto una luce e l'avevo avuta. Ho chiesto uno scopo e l'ho avuto. Quello scopo sei tu” [Nattvardsgästerna (Luci d’inverno) - 1963]

« Vorresti solo essere felice, vero? » « Sì ». « E dimmi, Minseok, cosa saresti disposto a fare per trovare quella felicità? ». Già, bella domanda. Cosa sarei disposto a fare per trovare quella felicità? La realtà è che non lo so, non so nemmeno se la voglio sul serio, quella felicità. La verità è che ho solo risposto la prima cosa che mi è venuta in mente, alla fine è ciò che vogliono tutti, no? La felicità. O sbaglio? Era ciò che si aspettava rispondessi ed io faccio sempre ciò che gli altri si aspettano. Così sono fatto io: Kim Minseok, ventisei anni, laureato in Business Management, figlio modello, o quasi. Sembra sia questo il mio compito nella vita, compiacere gli altri: mia madre, i miei insegnati, e ora il mio analista. Il fatto è che la gente non vuole sentire la verità ed io non voglio dirgliela. Troppo complesso, troppe discussioni, troppo di tutto. È meglio assecondare, fare e dire ciò che loro vogliono. È molto più semplice. « Non lo so » Mi dispiace deluderti. « Non so come trovarla ».

Winter Light In cui Minseok è un pittore che ha perso se stesso e Baekhyun la musa che gli ridarà l'ispirazione.

Se da adolescente gli avessero chiesto: “Come ti vedi da qui a dieci anni?” Minseok avrebbe, senza dubbio, risposto: “Felice. Con una casa tutta mia. Una persona che mi ama. E la mia arte a riempirmi le giornate.” Mai avrebbe creduto che la vita potesse riservargli qualcosa di diverso. Non avrebbe mai pensato di abbandonare la sua arte, il suo sogno di essere un pittore di fama mondiale; avrebbe riso di se stesso all’idea di diventare la promessa del Business manageriale sudcoreano; non si sarebbe mai visto come uno di quegli automi che ragionavano in base ai soldi e alle apparenze e, soprattutto, mai avrebbe immaginato che si sarebbe innamorato di una persona come Byun Baekhyun. La decadenza iniziò quando aveva diciassette anni. Minseok non aveva mai trovato strana la sua totale mancanza di interesse verso il genere femminile. Lui era troppo impegnato con lo studio: doveva essere il migliore della classe, doveva rendere orgogliosi i suoi genitori, solo così gli avrebbero permesso di continuare con la sua arte. Gli avrebbero permesso di osservare il mondo e di imprimere nei suoi quadri ogni colore visto, ogni odore sentito, ogni sentimento provato. Di imprimere se stesso, la sua essenza, ciò che era e che sperava di non cambiare. Per cui era stato furioso quando l’alto e attraente Lee Eunsoo, studente dell’ultimo anno, l’aveva baciato – contro la sua volontà – nel cortile posteriore della loro scuola. Per cui si era spaventato quando si era reso conto che gli piaceva e anche tanto. Quando tornò a casa, quel pomeriggio, aveva la morte nel cuore e la consapevolezza di essere diverso e che, dopotutto, avrebbe lo stesso deluso i suoi genitori. Si odiò per ciò. Quella sua indesiderata scoperta ebbe riscontri sulla sua arte. Dipingere per Minseok era esternare il proprio essere, mettere a nudo la propria anima, presentare il vero sé agli occhi del mondo, senza filtri che deformassero i connotati ed edulcorassero la realtà. Ma non ne era più capace, dal quel giorno i suoi dipinti diventarono caotici, cupi e confusi, come la sua mente e il suo cuore e lui non era più disposto a presentarli ad altri, almeno finché non avesse fatto chiarezza dentro di sé e fosse disposto a raccontare la verità, la sua realtà al mondo e ai suoi genitori. E non lo era ancora. Spostare teli, colori e pennelli in un baule e conservarli sotto il letto fu l’inizio del cambiamento. Minseok non era ancora pronto per accettare se stesso e non potendo cambiare ciò che era si limitò a silenziare la sua natura, a nasconderla, a sopprimerla, e a presentarsi al mondo come sempre l’avevano visto. Come sempre avevano voluto vederlo.

La gente non vuole sentirsi dire la verità, vuole solo sentirsi confermare le proprie idee.

Si diplomò con il massimo dei voti ed ebbe uno dei punteggi più alti al test di ingresso all’università, rendendo orgogliosi i suoi genitori, come aveva sempre desiderato. Si iscrisse a Business Management, e una volta laureato diventò ciò che da adolescente aveva tanto odiato e criticato: un automa dal cuore di ghiaccio che ragionava in base ai soldi, al successo e al potere. La risalita iniziò quando aveva ventisette anni, con l’arrivo di Byun Baekhyun. Baekhyun era entrato nella sua vita come un fulmine a ciel sereno e non se n’era più voluto andare. Aveva bussato alla sua porta presentandosi come il nuovo vicino dell’appartamento 504 e da quel momento aveva portato caos nella vita rigidamente perfetta di Minseok. Aveva portato felicità. Aveva portato speranza. Baekhyun era la luce alla fine di un tunnel fatto di oscurità in cui Minseok era stato intrappolato per dieci anni. Era la pennellata fuori luogo in un quadro apparentemente perfetto, che invece di rovinarlo lo faceva diventare unico, bellissimo. Imperfetto, ma molto più significativo. Ma Baekhyun era soprattutto una persona rumorosa, con la testa sempre fra le nuvole, poco attento. Era un pagliaccio sorridente che considerava la giornata sprecata se non era riuscito rubare un sorriso sincero a Minseok, se non era riuscito a rendere la vita di qualcun altro meno triste e penosa, anche solo per qualche secondo, almeno solo un po’. « C’è così tanta tristezza nel mondo Minseokssi che il minimo che possiamo fare è cercare di portare un po’ di felicità ». Baekhyun trovava sempre una scusa valida per presentarsi alla porta di Minseok: “Salve, sono il nuovo vicino.” “Scusa, ho perso le chiavi e sono rimasto chiuso fuori.” “È andata via la luce da me. Da te?” “Ho paura dei temporali, posso restare da te per un po’?” “Il pranzo è sempre meglio se condiviso, e poi odio mangiare da solo.” “Ti va di cenare da me?” “Mi manchi.” “Non ti manco nemmeno un poco?” « Sì » rispose in un sussurro, quella volta Minseok e sul viso di Baekhyun spuntò un sorriso così smagliante da illuminare tutta la stanza, o così sembrò a Minseok. Forse fu proprio in quel momento che il ghiaccio che aveva avvolto il suo cuore per anni iniziò a sciogliersi. Il ricordo del loro primo bacio accompagnerà per sempre Minseok. Erano passati già quattro mesi da quando era iniziata quella loro inusuale storia, in cui Baekhyun si presentava sempre in modo inaspettato e Minseok era passato da allontanarlo (anche in malo modo) ad aprirgli le porte della sua casa, della sua vita e del suo cuore. Era una settimana che Minseok non aveva notizie di Baekhyun e decise di bussare alla porta del suo appartamento. Perché era preoccupato, continuava a ripetersi. Perché mi manca, si rifiutava di ammettere. Gli aprì la porta ciò che era lo spettro di Baekhyun, o meglio del Baekhyun che conosceva. Portava i pantaloni della tuta e una maglietta bianca, vecchia e malconcia che aveva tre buchetti nella parte sinistra vicino all’orlo. Non sembrava star bene, aveva il colorito grigiastro, occhiaie profonde e molto marcate. I capelli erano sporchi e sul viso aveva l’espressione più triste che Minseok gli avesse mai visto. Il suo cuore si spense un po'. « Hyung? » la sua voce era flebile e roca, probabilmente erano giorni che non la usava. Minseok fece un respiro profondo prima di parlare « Ero preoccupato per te ». Si appoggiò allo stipite « Posso entrare? » Baekhyun si fece di lato per farlo passare. Minseok era stato poche volte nel suo appartamento, ma gli erano bastate per notare che ora qualcosa non andava. Puzzava di chiuso, le tende erano tutte serrate, le stoviglie sporche poggiate une su altre per tutta la casa. « Baekhyun, che succede? » domandò con palese preoccupazione nel tono. Baekhyun premette le labbra così forte da farle diventare una linea sottile, i suoi occhi erano lucidi. « Mi dispiace hyung, credevo di essere più forte ». Un singhiozzo gli sfuggì e Minseok si affrettò ad avvolgerlo in un abbraccio. Più tardi gli raccontò che in quella settimana cadeva l’anniversario della morte dei suoi genitori e per quanto riuscisse a sopportarlo durante il resto dell’anno, in quel periodo no, non ne aveva le forze. Erano passati anni e si incolpava ancora di ciò che era successo, sebbene si fosse trattato di un incidente. « Sono un ipocrita. Parlo sempre di superare i fantasmi del passato, di andare avanti e di ricercare la felicità e guardami ora » sorrise amaramente. Minseok sentì la necessità di dirgli che non era vero, che era solo umano, vero, bellissimo… Baekhyun non era un pagliaccio sorridente come credeva, era una persona ferita che aveva conosciuto il dolore e per quel motivo evitava di causarne agli altri. Minseok si domandò se potesse essere più perfetto. Per il resto del pomeriggio si limitò a cullarlo, rassicurarlo e fargli compagnia. Ore più tardi, quando Minseok dovette tornare a casa per finire del lavoro, gli scompigliò i capelli e gli posò un tenero bacio sulla fronte per salutarlo. Baekhyun, silenzioso, prese l’orlo della camicia di Minseok e alzò la testa per posare lo sguardo su quello dell'altro. L’attrazione fu magnetica, irresistibile. Fu Minseok ad annullare la distanza tra loro due: portò la mano verso la guancia di Baekhyun, accarezzandola; i loro nasi si sfiorarono per poi allontanarsi di pochi millimetri, per tornare a sfiorarsi di nuovo. Quando posò le sue labbra su quelle di Baekhyun, in un bacio casto e leggero, sentì la potenza di dieci vulcani bruciargli dentro, marchiandolo a vita. Di nuovo a casa sua, tirò fuori teli, pennelli e pittura che aveva comprato e conservato lungo gli anni, solo come ricordo di ciò che una volta era. I movimenti furono automatici e naturali, come se non avesse mai smesso, come se facessero ancora parte della sua vita. Quando vide i colori vividi e caldi dello sfondo e la bozza di un volto dalla espressione tenera, gli occhi simili a quelli di un cucciolo, dolci e pieni di vita, quando vide quelle labbra sottile e rosee capì. Capì che da quel momento il suo cuore, la sua mente e la sua vita appartenevano a Baekhyun. « Andiamo, hyung, muoviti! » Baekhyun lo tirò per braccio portandolo sotto l'albero più imponente del parco. Nemmeno un'ora prima l'aveva obbligato, anche se Minseok non ne così sicuro del verbo usato, a fare un giro in città. “Cambiare un po’ d'aria fa bene alla salute” aveva detto per convincerlo. Ci era riuscito, come sempre. Quello era uno dei talenti di Baekhyun: Minseok non poteva mai dirgli di no. Minseok, non era più convinto che fosse una buona idea; un temporale imprevisto si era scagliato sulla città e passeggiare non era la cosa più salutare del mondo, in quel momento. L'indomani si sarebbe svegliato con la febbre come minimo e avrebbe incolpato di tutto Baekhyun, anche se non gli importava. Nient’altro aveva importanza, non quando aveva Baekhyun così vicino, fradicio e sorridente, il cappuccio della felpa tirato su e qualche ribelle ciocca di capelli a disturbargli la visuale. « Bacio col cappuccio, hyung » proferì poggiando le mani sopra le spalle di Minseok, tirando su il cappuccio del k-way del maggiore, accarezzandogli il viso mentre le mani salivano. La sensazione delle soffici labbra di Baekhyun sulle proprie era una delle preferite di Minseok. Chiuse gli occhi godendosi il momento, tirò Baekhyun ancora di più a sé, assaporò ogni centimetro delle sue labbra, un sapore inebriante che gli faceva scordare la realtà. Si ubriacò della fragranza di Baekhyun, che mescolato a quello delle foglie bagnate e pioggia aveva la capacità di togliere ogni lucidità rimasta ai suoi sensi. Se qualcuno gli avesse mai chiesto di cosa odorasse la felicità lui avrebbe risposto, senza pensarci due volte, di Baekhyun.

Avevo chiesto una luce e l'avevo avuta.

Per Minseok era sempre stato difficile esprimere i propri sentimenti, dare voce ai suoi pensieri più profondi ed accettare che la sua vita non girava più intorno solo a se stesso. La sua relazione con Baekhyun era riempita di silenzi imbarazzanti e guance arrossate. Minseok non riusciva ad ammettere nemmeno a se stesso ciò che provava, che veramente provava, e a Baekhyun andava bene così. La loro storia funzionava anche in quel modo. Era fatta di pomeriggi rubati al lavoro di Minseok, di mani sfiorate quando si scontravano sulle scale del palazzo, di baci e carezze protetti dall’intimità dei loro appartamenti o dagli angoli più isolati della città. Baekhyun era una persona fin troppo genuina secondo Minseok. Spesso, quando era troppo felice, si lasciava andare e manifestava il suo affetto in modo sconsiderato: carezze fin troppo compromettenti in pubblico, dita incrociate quando camminavano per strada fianco a fianco, tentativi di baci, che venivano sempre rifiutati in modo gentile, quando si trovavano in una strada o piazza affollata. Ogni volta che Minseok allontanava le sue mani in modo delicato e faceva un passo di lato per mettere un po’ di distanza tra loro due, Baekhyun, aveva un’espressione triste in volto, a volte anche delusa. E in quei momenti di scontro con la realtà Minseok sapeva che Baekhyun meritava di meglio. Meritava una relazione vissuta alla luce del giorno con tempo per loro e non rubato qua e là ai loro impegni, meritava un bacio sulla metropolitana, una carezza, un abbraccio in momenti di sconforto. Meritava un ti voglio bene sussurrato a fior di labbra appena sveglio. Meritava qualcuno che non si vergognasse di ciò che era, di ciò che erano, e che non lo nascondesse solo perché non era in grado di affrontare in modo aperto la società in cui vivevano. A volte quando vedeva quella espressione delusa di Baekhyun, quello sguardo vuoto dopo che aveva di nuovo eretto un muro tra loro, Minseok, si domandava se nasconderlo, come per anni aveva fatto con se stesso, potesse in qualche modo cambiare Baekhyun, come era successo a lui. Era una delle sue paure più grandi. « Sono innamorato di te » si appoggiò sul gomito sinistro per fare leva e guardare Minseok negli occhi, mentre con la mano destra disegnava ghirigori immaginari sul petto di Minseok. Anch’io e tanto avrebbe voluto rispondere, ma il suo corpo non collaborava. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo, aprì e chiuse la bocca nell’intento di dire qualcosa, ma non ne uscì suono. Le mani a pugno tremavano al suo fianco. « Fa nulla » dichiarò Baekhyun. Appoggiò la testa nell’incavo del collo di Minseok, e rilasciò teneri baci qua e là « Va bene così ». Il cambiamento non era così terrificante dopotutto. Certo, erano piccoli passi alla volta, ma l’importante era provarci: Una carezza in pubblico; un Mi piaci sussurrato a fior di labbra al parco con la sola intenzione di vederlo arrossire; una cena romantica in un ristorante di lusso; prenderlo per mano mentre camminavano per strada. Piccoli e graduali cambiamenti che rendevano Baekhyun felice, e Minseok libero, se solo… Minseok non aveva mai capito quanto il mondo fosse davvero piccolo fino a quando non si scontrò con Lee Eunsoo, il quale conosceva Baekhyun. « Baekhyun! » « Hyung! » disse sorpreso Baekhyun, rilasciando la sua mano per andare a salutare l’altro. A Minseok non passò inosservato lo sguardo curioso con cui Eunsoo aveva scrutato le loro mani intrecciate. Nemmeno a Baekhyun. « Lasciami presentarti il mio… » si bloccò all'improvviso « Lasciami presentarti Minseok ». « Piacere, Eunsoo » aveva un sorrisino sornione in faccia. Minseok si limitò a rispondere un Altrettanto e a escludersi mentre gli altri due parlavano di ciò che li era successo durante il periodo in cui non si erano visti. Più tardi, quando erano nel parcheggio sotto il palazzo dove abitavano, Baekhyun lo affrontò. « Insomma, mi vuoi dire che succede? » « Niente ». « Non mentirmi, Minseok, è tutto il pomeriggio che ti comporti in modo strano ». « Lo conoscevo da prima ». « Quello l’ho capito. E allora? Cos’è ti vergogni? Ti preoccupa che possa raccontare qualcosa? » « No! Io… non lo so ». « Minseok… » sussurrò Baekhyun, come se stesse dicendo ti prego. La verità era proprio quella, non lo sapeva. Da quando avevano incontrato Eunsoo sentiva il peso di un mattone nel petto e aveva la nausea. Voleva urlare. « Minseok, guardami » sussurrò ancora Baekhyun alzandogli il viso e asciugandogli le lacrime che Minseok non aveva notato. Prese una sua mano e gliela baciò, poi intrecciò le dita con le sue e appoggiò le loro mani sul petto di Minseok. « Lo senti questo? » domandò mentre Minseok sentiva il proprio battito cardiaco andare a mille « È me che stai baciando » annullò la distanza tra loro, in un tenero bacio « Sono io. Sono qui. Va tutto bene. Fidati di me ». « Sono innamorato di te » asserì Minseok, un sorriso sincero sulle labbra e negli occhi ancora residui di lacrime. Strinse fortemente Baekhyun, il quale appoggiò la testa nell’incavo del suo collo, come da abitudine. I suoi capelli gli solleticarono il naso e l’odore del suo shampoo gli inebriò i sensi. Minseok sentì come se il peso che aveva nel petto fosse sparito completamente, e si domandava se fosse legale provare tutta quella felicità.

Ho chiesto uno scopo e l’ho avuto.

« Non posso farlo ». « Di cosa hai paura? » « Di essere ferito di nuovo ». Guardò Baekhyun ancora addormentato sul suo letto, coperto per metà con un lenzuolo. Un tenero sorriso gli spuntò sulle labbra. Avevano condiviso il letto senza sfiorarsi nemmeno con un dito, eppure avevano fatto l'amore per tutta la notte. Era qualcosa che andava aldilà del banale contatto fisico, era un collegamento emotivo e mentale. Baekhyun si era aperto a lui e messo a nudo la sua anima, aveva lasciato da parte il personaggio del pagliaccio sorridente che porta sempre un po’ di allegria a tutti e gli aveva permesso di conoscere il vero Baekhyun, il Baekhyun dietro la maschera. Gli aveva raccontato i suoi segreti, i suoi desideri più nascosti, le sue paure più intime i suoi difetti più vergognosi. Aveva rischiato tutto, ricordò Minseok, un sentimento sconosciuto a riscaldargli il petto, quando con occhi lucidi e mani tremanti gli aveva detto Ti amo, aveva messo il suo cuore nelle mani di Minseok, con la possibilità che questo venisse spezzato o calpestato oppure buttato via. Non ridere di me, non potrei sopportarlo aveva continuato dopo qualche secondo di silenzio, la testa china e la tendina di capelli neri a coprirgli gli occhi. La luce artificiale faceva risaltare il colorito pallido e le guance scavate di Baekhyun; aveva occhiaie marcate e le labbra erano screpolate. Minseok non aveva mai notato tutti quei difetti, non l'aveva mai visto così umano. Eppure è bellissimo si ritrovò a pensare mentre con un dito accarezzava la piccola cicatrice che aveva sullo zigomo sinistro. Così dannatamente perfetto, così dannatamente Baekhyun. Pennellate di marrone e arancione macchiarono il telo situato nell'angolo più remoto della stanza. Fu così che Minseok iniziò a disegnare il suo autunno, quando fuori gli alberi perdevano le ultime foglie rinsecchite, salutando spogli l'inverno. « Hai un fascino dolcissimo su di me. Non cambiare mai ». Fu durante marzo che Minseok scoprì cosa significasse fare l’amore. Tutto iniziò come un gioco nel salotto del suo appartamento e senza sapere come avevano fatto erano finiti sul suo letto, a baciarsi in modo più appassionato di quanto fosse permesso, mani curiose si spostavano e toccavano ogni centimetro dell’altro, studiandolo e imparando. Non era la prima volta di Minseok, ma era senza dubbio qualcosa di completamente diverso ed era speciale. Era magico. Baekhyun era tutto ciò che Minseok non aveva mai avuto e che non credeva di meritare. La sua pelle era la più soffice, il suo odore il più eccitante e il suo sapore il più dolce. Baekhyun era affettuoso, era gentile, ma deciso. Sapeva cosa voleva, come lo voleva e soprattutto sapeva come ottenerlo. Minseok non era che una marionetta nelle sue mani piegata al suo volere. Realizzava ogni richiesta e ogni desiderio di Baekhyun. Capì che appagare Baekhyun e renderlo felice, lo soddisfaceva a sua volta. Non si trattò di rumori osceni o di parole superflue. Si trattò di giochi di sguardi, di carezze, di baci profondi. Di intese e di corpi e anime che si legavano diventando tutt’uno. « Quando sto con te tutta la tristezza del mondo sembra sparire » sussurrò Baekhyun, sudato, tremante e stanco. Felice e al tempo stesso sembrava impaurito. Minseok ispirò. Una volta, due, tre… Gli veniva da piangere. Un miscuglio di emozioni travolgenti gli appesantivano il cuore, emozioni sconosciute, potentissime e anche spaventose. Avrebbe voluto dirgli che anche per lui era così. Che quando stava con lui vedeva solo il bello del mondo, che aveva la capacità di cancellare anni di sofferenza, di vergogne e di bugie. Avrebbe voluto dirgli che riusciva a far diventare il suo mondo un posto più bello, più accogliente; un posto dove voleva la pena vivere, dove voleva vivere con lui, con Baekhyun. Ma non poteva, aveva la gola secca e il cuore gli martellava a mille. Lo abbracciò forte e gli spostò una ciocca di capelli per posargli un bacio sulla fronte sudaticcia. Sperò che capisse, che decifrasse il suo cuore, che leggesse nella sua anima, come d'altronde aveva sempre fatto. Si addormentarono così, in quella stanza buia che odorava di loro, cullati dai propri respiri. « Mi piace ». Baekhyun abbracciò Minseok da dietro. Poggiò il mento sulla sua spalla e allungò una mano per accarezzare il proprio profilo sul telo su cui stava lavorando l’altro. « Piace tanto anche a me ». Osservò il quadro con occhio critico. C’era Baekhyun in esso, la persona che più amava. C’era solo il suo volto, lo sfondo era un insieme di colori a rappresentare le diverse stagioni, i diversi momenti che avevano condiviso assieme. « Manca l’inverno » disse Baekhyun dopo qualche minuto passato ad osservare il quadro, le sue mani delicate percorrevano il profilo di ogni oggetto disegnato su di esso. « Non c’è più ». Era vero. Non c'era più. Non in Minseok. Baekhyun era quella luce entrata all’improvviso nella sua vita. Era la luce di inverno entrata per sciogliere il ghiaccio che aveva albergato per anni nel suo cuore. La luce d'inverno entrata per ridargli la primavera. Con il pennello macchiò di rosso il naso di Baekhyun e questo si lamentò in modo infantile per poi guardarlo dritto negli occhi e ridere all’unisono. Minseok ammirò Baekhyun mentre questo continuava a ridere e pensò a quanto fosse fortunato. Alla soglia dei suoi ventotto anni Kim Minseok aveva ciò che sempre aveva desiderato: una casa tutta sua, una persona che amava e che lo amava e la sua arte a riempirgli le giornate.

Quello scopo sei tu.

FINE.


Innanzitutto Buon anno a tutti voi e grazie mille per aver letto ed essere arrivati fin qua. Vi ringrazio se siete entrati in questa storia spinte dalla curiosità e mi scuso se vi ho delusi. Tendenzialmente odio le note a fine pagina, e queste le odierò di più, ma c'è una cosa che mi disturba e vorrei dirla e, purtroppo, posso farlo solo qua. Ho un annuncio da fare e mi scuso se suonerò rude, ma è doveroso: Ragazzi e ragazze miei io non sono una persona sprovveduta o ingenua, ho 23 anni e so, più o meno, come funziona il fandom. So che c'è un giro un "amichettismo" in cui io lascio una recensione a te se tu lasci una recensione a me; so che ci sono certi rating che non attirano e che "annoiano" e so anche che, soprattutto nel fandom italiano, c'è una sorta di canonizzazione di alcune coppie e che se shippi altro sei un eretico figlio di satana. Queste cose le so e, onestamente, non mi interessa, altrimenti non sarei qua a pubblicare sto robo con una ship altamente ignorata. Per me scrivere è un hobby a cui dedico pochissimo tempo, perché altro non ne ho, e deve piacere prima di tutto a ME, poi se piace anche ad altri mi fa un enorme piacere, ma se non piace, va bene, non soffro. Non pretendo che le mie storie vengano lette né di avere centomila recensioni; io pubblico di mia spontanea volontà e spero che le recensioni che qualcuno vorrà lasciarmi siano anche di loro spontanea volontà. Alla fin fine io non ci guadagno nulla e non posso pretendere nulla da nessuno. Perché scrivo questo? Perché dopo la pubblicazione della mia ultima storia Lufato, che tipo nessuno si è cagato, mi sono arrivate delle mail da ragazze (alcune gentilissime, alcune meno) che mi hanno invitato ad entrare in gruppi di scambio recensioni, oppure mi hanno "consigliato" di cambiare coppia o rating perché "Una Krishan a rating verde è un suicidio e così non avrai successo" oppure "Una Hunhan o Kaisoo rossa sarebbe più bella e non sprecavi un'idea interessante". Io non cerco successo, davvero, come ho detto non ci guadagno nulla. Io scrivo ciò che mi nasce, che mi ispira e pubblico solo ciò che mi piace. E se sono ship che nessuno si caga a me va bene, perché a me (e forse a qualcun altro) un sorriso l'ha strappato. Non nego che le recensioni fanno piacere, ma se per averle devo snaturare una mia storia, che per quanto scema e banale rimane comunque mia, passo. Io sono felice anche se, spinte dalla curiosità, aprite questa pagina e leggete fino in fondo, non pretendo molto. Pretendo solo che non mi arrivino più mail del genere perché, anche se sono fatte di cuore e con le migliori intenzioni di questo mondo, sono offensive e a me non fanno piacere. Io sono aperta al dialogo sì, sono aperta ai consigli (anche per vie private, ovvio), anzi ve li chiedo di cuore, ma sono consigli su come migliorare la scrittura, su come trattare certi argomenti oppure su come migliorare la storia, ma parlo appunto di migliorare non di cambiarla completamente, perché allora sarebbe un'altra storia. Mi scuso per queste lunghe note e se sono sembrata arrabbiata o irrispettosa, mi dispiace, ma dovevo dirlo così semmai qualcuno avesse l'intenzione di contattarmi in quel modo, eviti, perché anche se siete in buona fede (e non tutti lo sono) non ne sono interessata. Ancora grazie per leggere fin qui, e per aver dedicato il vostro tempo a me. Vi devo tanto. Buon 2016. Bec.

   
 
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