Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Flare Corona    02/01/2016    2 recensioni
Yoooo gente!
La mia storia inizia con la morte della squadra Levi, per un certo periodo seguirò la storia dell'anime, seppur modificando qualcosa. Andando avanti invece, la storia prenderà una svolta completamente diversa e, spero, imprevedibile!
E' rigorosamente Ereri, ma penso che fosse scontato
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Rivaille, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Mi sveglio e mi stropiccio gli occhi.
I raggi del sole filtrano attraverso le tende illuminando la mia bianca e spoglia camera d'ospedale.
"Buongiorno, bell'addormentato"
r
Appena sento quella voce ricordo quello che è successo ieri sera e brividi di piacere mi corrono lungo la schiena. Mi volto e vedo un Levi appoggiato tranquillamente a un gomito, che sogghigna nel vedermi arrossire; dovrebbe essere illegale essere così dannatamente sexy di prima mattina, davvero. Nonostante tutto, ai piani bassi sembrano apprezzare l'immagine che mi si para davanti.
"Buongiorno, Levi", balbetto. Lui si sporge verso di me e fa aderire le labbra alle mie, con naturalezza, quasi fosse la nostra solita routine.
Ok, questo è il risveglio più bello di tutta la mia vita.
"Sarebbe il bacio del buongiorno?", domando, stupidamente. Sì, ero in imbarazzo e la mia voce era tremula come quella di un anziano.
Lui infatti mi guarda alzando un sopracciglio. "Secondo te?", e mi colpisce la fronte con le dita.
"Ah, ecco, uhm, certo.", che figura di merda; però, sembra quasi uno scambio di battute di due che stanno... come dire... insieme? Insomma, quando due si baciano e dormono insieme, possono definirsi una coppia, no?
"Cos'hai da rimuginare già di prima mattina?"
Mi accorgo di star fissando la sua camicia sbottonata già da parecchi minuti.
"Uh, no niente. Mi stavo chiedendo perché avessi fatto una cosa del genere", decido di tastare il territorio.
"Perché, perché, perché. Alla tua età dovresti capire che certe cose non vanno spiegate. Comunque", aggiunge, vedendomi abbassare lo sguardo, mortificato, "l'ho fatto per lo stesso motivo per cui avresti voluto farlo tu".
Rimango a bocca aperta. Per o stesso motivo per cui lo avrei fatto io? Cioè perché lo trovo tremendamente provocante, perché vorrei stare sempre con lui, perché lo amo e così via? Aspetta, quindi...
"Tu... te ne eri accorto?"
"Moccioso, solo un cieco non se ne sarebbe accorto; i tuoi occhi sembravano fisicamente attratti dal mio culo".
"Non è vero! Non sempre!". Bugia. Lo guardavo eccome, i miei occhi non ne volevano sapere di staccarsi da quel dono del cielo.
Tralasciando la seconda figura di merda che mi sono fatto nel giro di pochi minuti, questo vuol dire che lui, pur essendosene accorto, ha deciso di baciarmi.
"Ti piaccio!", urlo, puntandogli un dito contro come ad accusarlo di qualcosa, o forse come se avessi appena raggiunto l'illuminazione, non saprei.
Levi si limita a scuotere la testa, quasi esasperato.
"Però è vero, vero?"
"E' vero"
"Quindi adesso stiamo insieme?"
"Oh, io credo proprio di sì", mi sorride.
Il mio cuore sembra che stia per esplodere, è troppo bello per essere vero. Levi e io stiamo insieme, Wow.
"Chi l'avrebbe mai detto? Anche il grande Levi, il soldato più forte dell'umanità, sa essere dolce" lo canzono, pensando di prendermi una piccola rivincita per le prese in giro di poco prima .
"Nessuno ha mai detto che non lo fossi, semplicemente, non ho mai avuto molte persone con cui esserlo"
Non posso fare a meno di rattristarmi e lo abbraccio spontaneamente. Stavamo insieme da quanto, dieci minuti? Eppure mi sembra che la nostra storia vada avanti da anni, che quel petto caldo sia stato disegnato apposta per me. Non c'è un minimo di imbarazzo quando lui passa una mano tra i miei capelli e gioca con qualche ciocca, mentre io quasi faccio le fusa.
All'improvviso sento la maniglia della porta della camera abbassarsi. Solo una persona non sarebbe mai dovuta entrare in quel momento, e quella persona era ovviamente mia sorella.
"Eren, Hanji ha detto che ti dimettono e che possiamo tornare a ca-", Mikasa rimane impietrita sulla porta quando mette a fuoco la scena che ha davanti: suo fratello avvinghiato al corpo di un suo superiore e quest'ultimo che sembra fargli le treccine
Boccheggio, nel tentativo di spiccicare parola, mentre il suo volto diventa sempre più livido.
"Mikasa! Ahi! Perché ti sei bloccata così all'improvviso?", Armin fa il suo ingresso massaggiandosi il naso a causa della botta appena presa. Anche lui ci vede e rimane immobile.
"Oh, fantastico, ci manca solo Hanji", neanche ad averla chiamata.
"Ereeeen, ti dimettono! Uffa, adesso non potrò più vederti tutti i giorni-" Le cade la mascella e si unisce alla fila di statue presenti nella mia stanza. Non so cosa dire, avrei preferito correre nudo tra i titani piuttosto che rimanere in quella stanza un minuto di più.
"Ragazzi, non-" 
"E' esattamente come sembra", afferma Levi con sicurezza e con un volto impassibile.
Lo guardo allucinato; così sembra che la notte precedente ci siamo dati alla pazza gioia!
Hanji e Armin, dopo essersi ripresi, cercano d nascondere un sorriso e si danno di gomito, alzando i pollici come a dire "Ben fatto!".
Mikasa probabilmente, sta cercando un modo per uccidere Levi che sia lento e doloroso, lanciando al contempo delle occhiate infuocate al sottoscritto.
Per quanto mi riguarda, vorrei diventare uno struzzo e nascondere per sempre la mia testa sotto terra.
L'unico a rimanere impassibile è Levi, che continua indisturbato a giocare con i miei capelli.
"Mikasa, senti.."
"Bene", esordisce Levi, "Devo andare nell'ufficio di Erwin a discutere alcune cose". Si alza e mi schiocca un bacio sotto gli occhi di tutti e io penso di stare per svenire per il concentrato di felicità e imbarazzo che si è formato nel mio petto.
"Hanji, vai a sbrigare le pratiche per le dimissioni dall'ospedale, Arlet, vai a prendere dei vestiti puliti, e, Ackerman, suppongo che tu abbia qualcosa da discutere con tuo fratello, mi aspetto di vederti svolgere le tue mansioni dopo che avrete terminato".
Escono. Posso chiaramente sentire le risate di Armin e Hanji che rimbombano nel corridoio e posso immaginare lo sguardo divertito del mio capitano. Traditori.
Mikasa si avvicina al mio letto e io mi passo una mano sugli occhi: sarà una lunga mattinata.
 
Qualche tempo dopo mi ritrovo nella mia stanza insieme ad Armi e, merda, mi sento una quindicenne compulsiva.
"Armin, credi che questa maglia vada bene? E' meglio che mi porti qualche profumo? Sai che ama la pulizia. O forse sarebbe troppo?"
Parlo a vanvera mentre corro freneticamente in tondo, sotto lo sguardo divertito del mio migliore amico.
"Eren, sei troppo teso, rilassati"
"Come diamine faccio a rilassarmi?!", sbraito.
Qualche giorno fa, dopo essere stato dimesso dall'ospedale, il comandante Erwin ha chiamato nel suo ufficio me e Levi per comunicarci in tutta tranquillità che ci avrebbe concesso una vacanza, visti gli ultimi avvenimenti: il mio combattimento con Annie e la gamba ferita del capitano. Avevo fatto per ribattere, più per senso del dovere che per altro, ma Levi mi aveva fermato con un cenno del capo; in fondo una vacanza ce la meritavamo.
A sud del Wall Maria scorreva un piccolo fiume e il comandante aveva deciso di lasciarci una piccola casa in riva a quest'ultimo, un piccolo paradiso se confrontato alla città che avevo semidistrutto solo poche settimane prima. Lasciandoci le chiavi, il comandate Erwin mi aveva rivolto un sorriso con malcelata malizia e con un "Fatene buon uso" che aveva fatto arrossire me e sbuffare Levi.
E adesso sono qui, dopo ore di preparazione e fremente di eccitazione, davanti alla porta di quella casa, che per un po' sarebbe stata interamente nostra. Levi mi richiama all'attenzione con un verso scocciato a causa della mia sbadataggine e mi allunga una mano.
"Andiamo?"
"Andiamo", rispondo, afferrandola e scoccandogli un bacio a fior di labbra, con il disappunto del mio capitano. Levi non amava i baci a stampo, preferiva decisamente baci più... intensi. Me ne ero accorto subito.
Fu uno dei periodi più belli della mia vita: parlammo, pulimmo, godetti della vista di Levi con un solo pezzo di stoffa a coprirlo (e anche senza), ci amammo e, seppur per poco, dimenticammo l'inferno che ci circondava.
 
La nostra felicità durò due settimane, poi l'inferno tornò a bussare alla nostra porta più insistente di prima.
"Levi, è tutta la giornata che sei fuori, sembra quai che tu voglia evitarmi", sussurro l'ultima parte e fisso insistentemente per terra. E' vero che il nostro ì rapporto si è evoluto e consolidato ancora di più negli ultimi tempi, ma l'eccitazione e la soggezione che mi trasmettevano quegli occhi, non credo che sarebbero mai cambiate. Si gira e posa la sua tazza di tè.
"Non ti sto evitando"
Il suo tono è quello di sempre, ma sento che c'è qualcosa che lo turba, che lo sta allontanando da me e quando faccio per insistere, lui mi precede, piazzandosi davanti a me e aspettando che io alzi lo sguardo.
"Non ti sto evitando, ma devo parlarti"
Deglutisco a vuoto e aspetto che continui: avevo ragione.
"E' arrivata una lettera da parte di Erwin che dice che partiremo in missione fuori dalle mura tra un mese"
"Cosa?! Perchè?!", esclamo, sbalordito. La nostra storia era appena iniziata e già eravamo costretti a dividerci, come poteva il comandante revocare il nostro periodo di vacanza così in fretta?
"E' stato avvistato di nuovo il titano bestia fuori dalle mura", spiega, "e sembra che questa volta sia più vicino; inoltre, i titani si stanno riproducendo a una velocità mai registrata prima d'ora. Dobbiamo necessariamente trovare altre informazioni prima di ritrovarci di nuovo il culo pieno di titani"
"Verrò anche io", e spero che la mia voce suoni irremovibile.
"No". Ecco, tipo come quella di Levi.
"Sì, invece. Devo assicurarmi che tu sopravviva, non voglio aspettare che vangano a dirmi 'Il capitano Levi è morto'".
Mi avvicino pericolosamente al suo viso per avvalorare la mia affermazione, ma lui non ne sembra particolarmente colpito mentre mi risponde per le rime.
"Non morirò, moccioso di merda, e tu non verrai. Non te lo sto chiedendo"
Boccheggio, cercando qualcosa con cui ribattere, ma il mio cervello sembra avermi lasciato. 
"Rimarrai qui con la quattr'occhi e ti eserciterai a controllare il tuo titano"
"Non fate venire neanche Hanji?! E' pazza, ma, senza di lei, la vostra potenza bellica sarà dimezzata! Diamine, lo capisci che potresti non tornare?!"
"Jaeger, nel caso non te ne fossi accorto, sono io quello che torna indietro, sempre. E, onestamente, preferisco vederti arrabbiato ma al sicuro dai titani"
Il suo viso ha un'espressione decisa e determinata, una delle tante che mi ha fatto innamorare di lui, e so che non me la darà vinta.
"Se morirai, non ti perdonerò", sussurro, nascondendo il viso nel suo petto e inspirando il suo odore.
"Mi odierai comunque", e la sua stretta tarda ad arrivare.
"Cosa?", alzo la testa.
"La spedizione durerà due anni"
Ed eccola, l'ennesima bastardata del destino. Ora più che mai mi convinco che tutto questa sofferenze e tutto questo dolore devono essere opera di qualcuno che odia particolarmente il genere umano. Sembra quasi che il destino faccia leva sul senso di responsabilità del capitano, sempre a cercare di fare la maledetta cosa giusta, sempre a cercare di salvare gli altri, senza pensare prima a salvare se stesso.
"Due anni", a stento riconosco la mia voce, talmente è atona. "Perchè?"
"I viveri scarseggiano e abbiamo bisogno di ciò che si può trovare fuori dalle mura; dovremmo costruire una linea di rifornimenti che arrivi fino a qui", spiega.
"Oh,andiamo! Posso esercitarmi anche fuori dalle mura-", mi interrompe ancora, prima che io possa finire la frase.
"No, non puoi. Ci sarebbero sempre dei soldati a farti da balia, invece che lavorare alla missione, e molti sarebbero intimoriti da te, io non riuscirei a concentrarmi per paura che possa accaderti qualcosa", mi posa una mano sulla testa, ma io mi dimeno con rabbia.
"Rimanere qua. Bene, rimarrò qua. E tu e tutti quelli che hanno organizzato questa spedizione, potete andare a 'fanculo!"
Esco e mi allontano, sbattendomi la porta alle spalle e sedendomi su un masso a guardare i riflessi che la luna proiettava sullo specchio d'acqua.
"Stupido piano, stupido Levi, stupidi titani!", lancio un sasso, infrangendo la calma della notte, "Maledetto il giorno in cui mi sono innamorato di te"
In fondo, ha il doppio della mia età, è un nano scorbutico e arrogante che mi insulta alla prima occasione, ha un carattere difficile e imperscrutabile e questo lo sappiamo, ma... che dire del suo coraggio? Mi perdo nei miei pensieri, senza neanche accorgermene ho smesso di elencare i suoi difetti e ho iniziato a elogiarlo quasi religiosamente. 
Parliamo della sua determinazione, della sua fermezza e della sua forza, non tanto fisica quanto mentale, la forza di tenere insieme i suoi uomini, nonostante le gravissime perdite. Un uomo del genere non può non essere amato, o almeno ammirato e quei piccoli difetti a cui poco prima avevo pensato, si disperdono come fumo mentre capisco di doverlo lasciare andare: è la sua missione, quella di parare sempre il culo all'umanità, e, se avessi voluto rimanere con lui, avrei dovuto imparare a conviverci.
Passano ore prima che qualcuno mi posi una mano sulla testa.
"Ti amo, moccioso"
Non mi giro, se lo facessi, scoppierei.
"Se morirai, tornerò a prenderti a calci"
Levi emette una piccola risata e io rimango incantato da quel suono, e quando mi giro, incrocio i suoi occhi sorridenti e allo stesso tempo velati da una profonda tristezza.
"Non esiste che io sia preso a calci da te", detto questo, avvicina le nostre bocche e posa un bacio casto sulle mie labbra ancora umide di lacrime.
Voglio di più, voglio il fuoco che arde nei suoi occhi e nel suo cuore, voglio l'eroe che è, quando gli afferro la camicia, facendo saltare via i bottoni.
"Capitano, mio capitano", sussurro, roco.
Ci amiamo sotto le stelle di una notte buia e lucente, come sono i nostri animi. Ci sono delle nuvole in lontananza: la tempesta sta arrivando.
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Gomeeeeeeeeen
Non ho scusanti per l'immenso ritardo, se non la mancanza di tempo!
Spero comunque che il capitolo vi piaccia e come al solito, lasciaste un vostro pensiero per farmi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, minna! (e si spera che sia prima del prossimo anno!)
Flare
  
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