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Autore: AndreMCPro    03/01/2016    2 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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 Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.22 Dove l’avventura non finisce mai
 
Dalla nostra partenza sono passati circa sei mesi. Da allora Massimo ha lasciato solo qualche messaggio sporadico per assicurarci che sta bene e che ha fatto la conoscenza di strani personaggi, come un certo Lord a cui era stato amputato un braccio e a cui ha donato la sua armatura ridandogli così una vita perfettamente normale.
“Spero che tu non e la prenda, Seth, in fondo l’hai inventata per questo” Scrive Massimo mentre spiega la situazione.
Per quanto riguarda me… Beh, poco dopo l’avvio dei lavori per la mia città Seth mi ha richiamato per alcuni esperimenti: non dovevo far altro che distruggere alcuni blocchi con i miei fulmini. Beh, ecco… li ho distrutti tutti insieme. Subito mi sono scusato ma lui mi ha ignorato, preso completamente dai dati che aveva registrato. l’unica cosa che ho notato tra tutte quelle linee sul suo computer è una striscia incompleta di json, ma non ne sono sicuro… So solo che quando gli ho chiesto cosa guardava con cosi tanto interesse ha urlato “EUREKA!” e mi ha buttato fuori dal laboratorio. Ci ha dato segni di vita soltanto un mese dopo con degli strani stivali che mi ha mandato tramite Cassa Ender accompagnati da un centinaio di “grazie” sul libro di messaggi, anche se non so perché. In ogni caso con questi cosi posso allontanarmi anche per mesi dalla ogni cavo elettrico, permettendomi una maggiore autonomia.
Comunque, insieme a quegli stivali gli ho chiesto anche di farmi avere quell’armatura per i test che aveva usato quando ero ancora a Enderia. L’ho appesa ad un manichino nella mia casetta sottomarina e mi sono messo a fare un po’ di allenamento con i miei fulmini. Ovviamente solo dopo che l’intera città fu ben isolata dal punto di vista idrico.
Quando ormai il mio centro abitato aveva già la piazza minore bella che pronta ho avvisato anche Massimo e Sethbling di dove e cosa sto costruendo. Quando ho scritto il nome Atlantis mio fratello era euforico e voleva venire ad aiutarmi. “No grazie” Gli ho scritto subito. Sethbling ha semplicemente chiesto di cosa stavamo parlando e l’ho invitato a venirmi a trovare, nonché di far sapere in giro della mia creazione e di pubblicizzare le splendide case in vendita!
Tornando a oggi, a sei mesi dalla mia partenza da Enderia mi ritrovo in viaggio verso sud, sotto “cortese” invito di Massimo a raggiungerlo a delle coordinate che mi ha dato. Ho rinviato per un po’ di tempo, anche a causa di un problema ad una calotta di vetro, ma poi mi sono convinto a partire.
Mi ritrovo ora ai piedi di una montagna senza neppure una grotta, ma che mi sembra di riconoscere. Apro il mio Atlante e controllo sulla mappa se ho raggiunto il posto giusto, ma quando rialzo gli occhi mi ritrovo di fronte a un tunnel e ad una scritta lampeggiante a caratteri cubitali.
 
Benvenuti a
Endless Adventure
dove l’avventura non finisce mai
 
Su di un lato in piccolo la foto di mio fratello in posa da Vault Boy, e sotto la scritta il nome del villaggio in cui si trova questo… qualsiasi cosa sia… che è Vulcan City.
«Ma cosa…?» Mormoro, e una voce dalla grotta mi richiama.
«Buongiorno e benvenuto a… beh, vedo che ha già letto»
«Ma dove sono finito?»
«Come, non lo sa? Questo è un grande parco divertimenti creato dal famosissimo Costruttore d’Acciaio!»
«Parco divertimenti?» Cosa si è inventato stavolta quel pazzo di mio fratello?
«Beh, lei immagino che sia solo un avventuriero o esploratore, visto che non sa del parco, ma non l’ha mai sentito nominare?»
«Beh, in effetti ho fatto il sub per almeno 3 mesi buoni» Il tizio mi guarda strano, ma credo sia normale. Costruire una città sott’ acqua non è da tutti!
«Beh, se vuole posso farle fare una visita veloce e se vuole può dormire nel nostro hotel per questa notte»
«Ma sono solo le nove del mattino! Quanto è grande questo posto?»
«Beh, il nome la dice lunga. Comunque mi segua, prego, la visita è gratuita. Solo una piccola registrazione per sicurezza»
Mi accompagna all’interno della grotta che subito si illumina e presenta molte scritte pubblicitarie. Alle pareti vi sono molte foto della costruzione del parco, ed ecco svelato l’arcano. Questa montagna nasconde il villaggio che era infestato dai briganti… l’aveva promesso, ed è tornato davvero!
Raggiungiamo la fine del tunnel, e adesso vedo il piccolo villaggio trasformato, completamente messo a nuovo con tutti i comfort! Giusto all’inizio in una piccola gola vi sono posizionati i soldati che mantengono l’ordine, poi superando un arco si accede al villaggio. Grand Hotel sulla destra, incassato nella montagna, e sul lato opposto l’ospedale con tanto di clinica. Sotto vi è piazzato un mercato e sulla parete nord si vede un giardino pensile con cascata. Proseguendo con lo sguardo in alto sulla montagna si nota un grande mulino a vento, immagino per la produzione di energia, e poi noto un simbolo di fabbro e un’altra casa che assomiglia più a un museo.
Il tizio che continua a sorridere in modo quasi innaturale mi fa’entrare in un ufficio dove come già detto mi chiede nome e recapito nel caso voglia aggiornamenti del loro parco.
«Mi chiamo Andrea»
«Bene, Andrea, e da dove viene?»
«Da Enderia»
«Enderia! Già, bella città; una volta l’ho visitata. Sa, è da li che viene il nostro capo»
«Il vostro capo? Il capo villagio?»
«Oh, no, mi scusi, capisco l’errore. Il villaggio ha una propria autonomia e il suo consiglio degli anziani. Intendevo il mio datore di lavoro. Beh mio e di altre cinquanta persone tra segretarie, manovali e tutto quello che serve ad un parco divertimenti. Ha permesso la ricostruzione del villaggio e ha fatto sì che le carovane dei mercanti arrivassero fino a qui, ma d’altronde è uno dei tre padri fondatori di Enderia, insieme al fratello, che si chiama come lei, e il loro Amico Sethbling» Il giovane mi mostra una foto appesa.
«Vede, il primo a destra è il nostro capo, al centro Sethbling che ha fornito loro materiali e mezzi e quello a fianco sulla sinistra è Andrea, il fratello» Il giovane mi guarda sorridente e io faccio lo stesso inclinando leggermente la testa. Lui torna a guardare la foto e questa volta mi fissa con gli occhi sbarrati.
«Ma… ma lei è…» Io nemmeno rispondo, e annuisco con la testa. Il ragazzo va’come nel panico e preme un pulsante e una voce inconfondibile risuona dopo qualche istante nella stanza.
«Jonathan, dimmi, come posso… Ah, Andrea! Ce ne hai messo di tempo!»
Io mi guardo intorno mentre il giovane risponde a un microfono
«Sì, mi scusi, non me ne sono accorto…»
«Tranquillo, non preoccuparti, non hai fatto altro che il tuo dovere»
«Ma si può sapere dove sei?» Gli chiedo.
«Perché, non mi vedi? Guarda in alto a destra. Un po’ di più… Ecco, la vedi la telecamera?» Seguo le indicazioni e quella che vedo è un cubo di vetro illuminato che guardando meglio nasconde una telecamera
«Ciao fratellino!» E si mette a ridere. Poi riprende. «Jonathan, portalo da me. Sono al settore 5 del parco, vicino la fontana»
«Provvedo subito, capo»
Il giovane mi accompagna verso un ulteriore tunnel posizionato dalla pare opposta della città e passeggiando lungo il viale noto le molteplici case costruite sul versante e sulla cima della montagna. Le case degli abitanti originali più qualche nuovo arrivo, immagino.
Superiamo il tunnel e quello che mi ritrovo davanti è un immenso parco divertimenti con due o tre montagne russe che si incrociano e di cui una finisce sotto terra, una ruota panoramica, carrelli da miniera, addirittura una sorta di battaglia tra mini imbarcazioni, una specie di labirinto della paura a livelli… Insomma, chi più ne ha più ne metta; si è sbizzarrito a inventare giochi di ogni genere!
Raggiungiamo Massimo, che troviamo a parlare con una ragazza, un giovane e un anziano ai piedi di una grande fontana. Ci avviciniamo e li sentiamo discutere.
Lei sul metro e sessanta circa, capelli biondo cenere legati a coda di cavallo e occhi verdi con gli occhiali.  Camicia bianca chiusa in un tailleur nero con gonna che non supera le ginocchia e tacco 10 minimo. Lui invece nel classico: giacca e cravatta in nero, un metro e ottanta circa, corporatura media e capelli neri, occhi neri senza occhiali.
«Massimo, mi devi firmare questi documenti e controllare queste forniture» Gli chiede, ma dalla sua voce intuisco che se non lo fa gli tira il collo.
«Beh, firmate voi, dov’è il problema?» Risponde Massimo quasi divertito.
Il ragazzo interviene: «È lei quello che deve firmare, e comunque prima deve controllare anche l’inventario. Possibile che non trova dieci minuti per l’ufficio?»
«Sono allergicooo!» E continua a ridere. Questa volta interviene l’anziano, con tono di voce molto più pacato dei due ragazzi.
«Massimo, vai a vedere questi documenti, altrimenti gli blocchi il lavoro»
«Sì, sì, lo so, ora vado. Tranquillo… Oh, eccolo! Vi voglio presentare una persona» Mi guarda e mi dice di avvicinarmi.
«Vi presento mio fratello Andrea. Andrea, loro sono i miei collaboratori Debora e Gabriel, mentre l’anziano signore… Beh, dovresti riconoscerlo: è Marco, uno degli anziani del villaggio»
«Salve è un piacere rivederla, ed è un piacere fare la vostra conoscenza, ragazzi»
Lei arrossisce un attimo, forse per via del fatto che ha appena rimproverato mio fratello in mia presenza, ma si riprende quasi subito. Lui invece mi guarda perplesso.
«Fratello? Ah, sì, è vero, la foto di Enderia!»
«Bene, io porto mio fratello a fare un giro. Mezz’ora e sono da voi» La ragazza lo fulmina con gli occhi, l’anziano accenna una risata mentre il giovane si mette le mani sui fianchi e abbassa la testa scuotendola.
«Non ci paghi abbastanza per correrti dietro, Massimo!» Afferma lei mentre mio fratello mi trascina via. Lui si ferma e torna indietro, fissandola negli occhi con volto serio.
«Sai cosa? Hai ragione» Sorride e continua. «Vorrà dire che vi darò un aumento» E si allontana ridendo.
«Che scemo» Dice lei ridendo sotto i baffi.
«Ti ho sentito!»
«Bene! Tra mezzora in ufficio, ok?» Continua lei alzando la voce per farsi sentire.
«Sì capo» E alza una mano e il pollice che subito cambia in un saluto alla vulcaniana.
«Ma come li tratti quei poveretti? E poi chi sono?»
«Sono i miei collaboratori. Sono con me quasi dall’inizio e conoscono questo posto come le loro tasche. Beh, quasi tutto» E mi fa’ l’occhiolino.
«Che vuol dire “quasi”?» Gli chiedo preoccupato.
«Avevo detto che dovevo fare i miei esperimenti, no? Beh, è qui che li porto avanti»
«Qui dove, scusa? È un parco giochi!»
Nel frattempo ci avviciniamo ad una grande pianta che come minimo ha il tronco di diametro 3 o 4 metri. Ci passiamo dietro e li massimo si ferma. Sulla parete di un edificio vicino c’è una pulsantiera dove digita un codice ma la porta di fronte a noi non si apre.
«Beh, che fai lì, non vieni» Massimo ha fatto qualche passo indietro. Mi volto e lo vedo entrare all’interno del tronco della pianta, inutile dire che non credo ai miei occhi.
«Bene, e adesso preparati»
«A cosa?» Non faccio in tempo a dire altro che il tronco si chiude e in contemporanea si accende una luce. Pochi istanti dopo stiamo precipitando e finiamo su una pozza d’acqua che attutisce il volo e pochi istanti dopo sparisce. Lui è in piedi, ovviamente, mentre io sono sdraiato con la faccia a terra, impreparato al volo appena fatto.
«Benvenuto nel mio laboratorio sotterraneo» Una porta si apre davanti a noi e mi fa’strada.
«Da qui ho accesso a tutto il parco, a due reattori e a tutti i sistemi di energia rinnovabile che ho installato per il solo funzionamento del parco»
Mi accompagna fino ad una biblioteca piena di libri.
«E queste sono tutte le tue ricerche» La mia non è una domanda, ma un’affermazione. Riconosco la pergamena come quella che forma i fogli di ricerca della Thaumcraft. Però mi sono dimenticato che per me dovrebbero essere vuoti, e infatti lui mi risponde subito negativamente.
«Beh, no. Ho raccolto informazioni su questo mondo. Gli esperimenti sono più di gestione della distorsione, e guarda cosa riesco a fare»
Prende un piccone in legno e si avvicina a un Blocco di Ferro. Esatto, un Blocco fatto con i lingotti.
«Ci metti una vita con quello»
«Sicuro?» Il piccone si circonda di una leggera nube nera e inizia a colpire il blocco che si smonta in due colpi, finendo nel suo Inventario.
«Ma come..?»
«Ho imparato a potenziare gli oggetti che tocco. La magia ancora non c’è, ma posso utilizzare gli incantesimi base e alterare le capacita dei singoli oggetti, ma non in maniera permanente. Tu, invece?»
«Ho imparato a moderare il voltaggio e a interrompere per circa tre ore al giorno la carica di energia, ma miglioro sempre di più. Ho imparato anche a bloccare la produzione durante il sonno e mi sto esercitando con un’armatura di test per imparare a stordire o addormentare persone senza far loro del male. Vedrai che presto ne avrò il pieno controllo»
«E quegli stivali?» Chiede Massimo con mezzo sorriso.
«Sethbling dice che fungono come messa a terra, ma non sono sicuro» A quel punto Massimo accenna a una risata.
«Quegli stivali non scaricano a terra l’energia in eccesso. La eliminano tramite codice comando»
«Cosa? E quando ha…? Un momento…»
«Sì, proprio quella volta gli hai mostrato senza accorgertene il codice di questo mondo, e ha pensato a questi stivali particolari»
«Fantastico… Oh, cavolo, adesso non lo ferma più nessuno!» Sono palesemente preoccupato dai disastri che potrebbe causare senza rendersene conto.
«Eh, già, ora è Sethblig a tutti gli effetti!» Mi mette una mano sulla spalla. «Senti, per oggi resta qui. Fatti un giro per il parco, e se vuoi correre qualche rischio fatti un giro sulle montagne russe Grotta Infernale. Questa sera dormi da me: ho una bella casetta in cima alla montagna, una specie di baita con tutte le comodità»
Mi accompagna all’uscita e ci ritroviamo di nuovo alla base del tronco di prima.
«Ok, io vado, altrimenti qualcuna mi tira il collo. Ci vediamo in giro o questa sera. Se serve qualcosa presenta questo cartellino a uno qualsiasi dei dipendenti e si metterà subito al tuo servizio»
Massimo si allontana fischiettando e salutando qualche visitatore. Io mi volto e vedo una sorta di canotto che scivola giù da una cascata per poi essere riportata in cima tramite carrucole. Certo che qui ci sono molte più mod di quante potessi mai immaginare… Se non sbaglio il blocco funzionale di quel macchinario appartiene alla Ugocraft! Rimango affascinato a guardare tutto ciò che ha messo in piedi negli ultimi mesi.
«Che tipo, si è costruito un parco giochi. Sara anche più grande di me ma dentro di lui c’è un bambino che scalpita!»
  
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