Il fantasma vendicatore
Capitolo 3- Amici? Amici! O… quasi
TOC TOC
<< Chi è? >> << Signor Hayama, sono la signorina Fujiko, posso entrare? >> << No, va via >> << La prego, è questione di un minuto, le lascio una cosa e poi vado >> << D’accordo, entra >>.
Fujiko apre la porta con un vassoio in mano.
<< E quello cos’è? >> << Mh? Questo? Mi stupisco che lei non lo riconosca dato che vive tra cameriere e vassoi in oro. È un vassoio! Non lo riconosce? >>
<< Sì, so cos’è ma… cosa contiene >> << Del cibo no? >> << E per quale motivo? >> << Vuole per caso digiunare? >> << Quella era la mia intenzione, con lei in casa non mi sento più neanche sicuro a mangiare >> << Ehi! Cosa sta cercando d’insinuare? Io sono un’ottima cuoca >> << Certo, come no, in cucina ho sentito urla di Annamrie “ Fujiko, no quello non lo devi toccare, potrebbe bruciare tutto!” non erano state queste le parole di Annamarie? >> << Ehm… >>
<< Sei una pessima cuoca >> << Ma questo l’ha fatto Annamarie >> << In questo caso… lo mangio >> prende il vassoio dalle mane di Fujiko e lo apre.
Si vede che è stato fatto da Annamarie, ha un bellissimo aspetto e un ottimo profumino.
<< Allora? Ha intenzione di mangiarlo o lo fisserà per un’altra ora? >> << Ehm, no, adesso lo mangio >>
<< Bene >>. Akito mangia in silenzio e Sana lo scrutava attentamente. Akito se ne accorge e domanda
<< Che c’è? Sono sporco? >> Sana ride e dice
<< Ma no, ti stavo solo guardando >> << Motivo? >>
<< Così! Non si può? >> << Fa come vuoi >>
<< Grazie >>. Dopo minuti di silenzio Fujiko riprende a parlare << Ehm… senti, io volevo scusarmi per quello che ti ho fatto, veramente… non l’ho fatto di proposito, per me è importante mantenere il mio lavoro e se qualche volta le rispondo è solo perché io ho un mio carattere piuttosto impulsivo e ribelle >> Akito rimane stupito, è il primo argomento che trattavano senza litigare e serio.
<< Non dice niente? >> << Sono stupito >> Fujiko ride << E perché? >> << Non lo immagina? >> << Hahaha, in effetti sì. Litighiamo sempre, anche al colloquio di lavoro che dovrebbe essere una cosa seria ma invece abbiamo litigato e adesso abbiamo finalmente un’ottima conversazione >> << Già, e mi stupisco. Lei è una ragazza che sa tenermi testa e l’ammiro un po’ >>
Sana rimane stupita.
Non lo immaginavo così… così profondo.
Fujiko sorride << Davvero? Grazie. Anche… anche la mia mamma mi ammirava, me lo diceva ogni giorno >>
Sana sgrana gli occhi
Cosa mi prende? Ho parlato di mia madre con il suo assassino. Cosa mi succede? Perché mi comporto i n questo modo con lui?
<< E adesso? Non te lo dice più? >>
Sana sente crescere la rabbia. I suoi occhi, dapprima tristi, diventano infuocati, ma Akito non lo nota perché Sana, essendo un fantasma, riesce a mascherare le sue vere emozioni molto bene.
<< No, è morta, ma qualche volta la sento che me lo dice in sogno >> Fujiko questa frase la disse con una nota di rabbia che non era riuscita a nascondere.
<< Sei arrabbiata? >> << No, assolutamente >> << Sai, anche mia madre è morta 1 anno fa.
Mia madre mi dava sempre consigli su tutto, anche su come comportarmi quando c’è un ospite, di solito odio gli ospiti e faccio di tutto per farli arrabbiare ma da quando mia madre mi ha dato tutti quei consigli ho smesso. Mia madre era una donna unica, garbata, affrontava sempre tutto con il sorriso. Era senza rancori, era una donna degna di essere chiamata tale. Mi maca tantissimo sai Fujiko? >>
Sana rimane ancora una volta stupita. Sapeva che la madre era morta ma lei considerava Akito un uomo freddo, senza sentimenti, ma dopo le parole di Akito constatò che non era affatto così.
<< Mi dispiace Akito, anch’io sono nella tua stessa situazione, mia madre mi manca tantissimo ed era una donna così speciale, così buffa e così rispettabile che non mi sono mai sentita all’altezza di essere sua figlia sai? Mi sentivo un peso, un qualcosa di troppo.
Non ho mai messo in dubbio il suo bene per me né tantomeno il mio bene per lei però io mi sentivo una persona di troppo nella sua vita. Io e lei non ci assomigliavamo per niente, mio padre è morto durante un incidente quando ero ancora molto piccola, non mi ricordo nulla di lui e non l’ho mai nemmeno visto in foto. Mia madre diceva che ero la sua fotocopia però ogni volta che c’era un ospite in casa nostra, diceva sempre cose tipo “Che bella bambina! Non ti somiglia molto, l’hai adottata? Lo dico anche perché non è come te, neanche di carattere” molte volte ho dovuto subire parole del genere da estranei che di me e mia mamma non sapevano assolutamente nulla.
Per questo quando stavo con lei mi sentivo una nullità.
Lei era bella, dolce, simpatica, forte, riusciva a baciare la vita anche nei momenti difficili. Io invece dopo quelle continue parole mi sono preoccupata di costruire una maschera felice, per farmi vedere contenta da mia madre ma sapevo che lei sapeva che io non ero felice, infatti cercava sempre di rendermi tale dandomi un affetto che solo una mamma poteva dare.
Non ha mai fatto domande, lei sapeva, tutto. Ogni cosa che mi accadeva e nascondevo lei mi guardava negli occhi, capiva il problema e senza farmi domande a riguardo me lo risolveva dandomi il sorriso, breve, ma sincero. Ed erano proprio quei momenti che adoravo.
O almeno, credevo di adorarli fino a che non venne la sua morte. Dopo la sua morte capii che in realtà amavo solo il momento in cui lei mi donava affetto e mi ridava il sorriso, ma non ho mai amato il non parlare con lei dei miei problemi, confidandole cosa mi turbava oltre le parole di quella gente.
Non le ho mai dato la colpa di saper leggere bene negli occhi delle persone, la colpa la do a me stessa che ho sempre taciuto, chiudendomi in me stessa. Alle elementari tutti mi credevano una bambina pazza e solare, forte. Quella era la bambina che io AVREI voluto essere. Non ero forte, solare, pazza, gioiosa…, ero solo brava a recitare, ero un’ottima attrice anche nella mia vita, ed io odio le attrici, perché sono false, io sono falsa, io mi odio per tutto quel che non sono mai riuscita a dire a mamma, per i miei dubbi, le mie insicurezze. Solo dopo tanto tempo sono diventata forte, perché sai? Ho capito che nessuno nasce forte, ognuno di noi deve costruirsi la sua forza, anche se prima bisogna soffrire come cani, dopo sarai forte.
Io lo sono diventata dopo tutte le cadute e le rialzate da sola, già, da sola, mia madre non mi aiutava, perché non le confidavo niente. Lei è brava a leggere l’umore dagli occhi ma non era brava a sapere quali veri problemi affiggevano la gente, a meno che non le confidi il problema, ma io non lo facevo mai.
Per questo ho dovuto rialzarmi da sola. Prima della morte di mia madre però mi son detta “che brava! Sono riuscita a rialzarmi da sola, adesso sono diventata una donna forte, proprio come mia madre”… >> Fujiko iniziò a singhiozzare, poi continuò << Ma poi, dopo la sua morte mi son ridetta “a che serve essere diventa una donna forte, se mi sono persa il meglio per una madre e una figlia? Mi sono persa le chiacchierate, i pianti, le consolazioni, le giornate al cinema, i segreti confidati sotto una calda coperta con un film natalizio alla TV… mi sono persa il meglio che ci sia per una figlia o un figlio semplicemente perché sono un egoista. Se io mi sono sentita così in questi anni, non immagino come si sia sentita mia madre. Ma il giorno della sua morte ho pianto tantissimo, mia madre, anche se non lo dimostravo, era tutto per me, era il mio punto fermo, solo che ho seguito un altro percorso rispetto al suo. E questo percorso mi ha fatto perdere gli anni migliori della mia vita, ed anche se ne avrò altri 10, non potranno mai ritornare indietro, perché la persona a rendere speciali quegli anni non c’è più, e non ci sarà >> Akito rimane stupefatto.
Non avrebbe mai immaginato che una ragazza come Sana, una ragazza piena d’energia, avesse tale peso dentro di sé. Non avrebbe mai immaginato tutto questo, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Dopotutto Fujiko aveva passato una vita simile alla sua.
Dopo tanto, troppo tempo di silenzio Akito iniziò a parlare.
<< Sai Fujiko… ti posso chiamare Fujiko vero? O mi arriverà questa volta qualcosa in testa? >> Fujiko scoppiò a ridere, un sorriso vero però.
<< Certo stupido! >> Akito ridiventò serio e continuò a parlare << Tu hai vissuto una storia molto simile alla mia. Io sono stato sempre un tipo freddo perché nessuno mi capiva. Io al contrario di te inizialmente mi volevo confidare però i miei genitori erano troppo presi dal loro lavoro e mia sorella troppo presa dalla moda e dalle amiche, insomma… non eravamo una famiglia stabile, nessuno pensava a nessuno.
Col tempo, senza il vero affetto di qualcuno, diventai freddo e distaccato, allontanando tutti coloro che cercavano di stabilire un rapporta di qualunque tipo di affetto con me. La cosa peggiorò dopo la morte di mia madre, non piansi neanche al suo funerale. Già lei mi dava qualche volta dei consigli, era una donna garbata e tutto, ma senza un motivo preciso, è diventata con me fredda e distaccata
Dopotutto… >> fece un sorriso amaro << Dopotutto che senso ha sentire la mancanza di qualcuno che è come se fosse morto già da quando tu sei nato? Era questa domanda che nessuno riusciva a comprendere.
A me una persona che non ho mai conosciuto veramente non manca, è una cosa normale >>
<< Capisco, però è pur sempre tua madre, un vuoto lo sentirai lo stesso, anche se non dai a vedere, ci sarà sempre quel vuoto incolmabile >>
Non ho mai pensato che Hayama, l’assassino di mia madre potesse avere una storia così simile alla mia.
Dopotutto mi è stato d’aiuto, finalmente quel peso che mi attanagliava lo stomaco e perché no? Anche l’anima. Si sentiva… in gratitudine con lui? No, impossibile, lei lo odiava, era stato lui a toglierle la possibilità di instaurare un rapporto con sua madre, no, era stata lei, lui non c’entrava niente.
AAAH mi scoppia la testa!
<< Noi abbiamo fatto un’esperienza.
E dalle esperienze si ottiene sempre una lezione, bella o brutta che sia >> << Sai Fujiko, tu da tutte le tue cadute e rialzate hai preso un’enorme saggezza, forse non te ne rendi conto, ma anche se hai passato periodi bruttissimi, hai imparato molto >>
<< Già, ma forse io non lo riesco a riconoscere perché mi sento una nullità, e il sentirsi tale la chiami maturità e saggezza? Nha, impossibile >>
<< Tutto è possibile, basta solo crederci >>
<< Allora devi crederci anche tu. A te manca molto tua madre, anche se non lo ammetti >>
<< No, a me non manca per niente, io non l’ho mai conosciuta, è come se non fosse mai esistita >>
<< Ma invece è esistita. Tu hai ragione! COME se non fosse mai esistita, ma è esistita e non puoi non ammettere che ti manca, perché lei ti manca, lei è pur sempre tua madre, la donna che ti ha messo al mondo e che ti ha amato più di qualunque altra cosa al mondo, perché anche se non ci crederai, tua madre ti ha amato, ogni madre ha amato i propri figli, senza eccezione >>
<< Invece ti dico che l’eccezione esiste e sono io >>
<< No, non provare a dirlo Akito, voi non siete riusciti a istaurare un rapporto come io non l’ho fatto con mia madre, ma c’era un motivo. Quindi anche tua madre avrà avuto un motivo per non aver legato con te. Capisci? >>
<< No, mia madre non aveva nessun motivo per essere così fredda e distaccata da me, non ho mai capito cosa passasse per la testa dei miei genitori e sinceramente non m’interessa saperlo adesso >>
<< Tutto ciò che dici è il contrario di ciò che pensi e che vuoi >> << E smettila di farmi la predica! >>
<< Nessuna predica, sei tu che lo pensi, io dico solamente la verità >>
<< Certo, come no >> << Ehi! Cosa stai cercando d’insinuare? Che sono una bugiarda >>
<< Mmmh, forse >> Akito inizia a ridere, seguito a Fujiko che tira il suo piko delicatamente sulla fronte di Akito, facendolo sghignazzare ancora di più.
Anche se è l’assassino di mia madre, dopo aver sentito la sua storia sono meno arrabbiata, mi sento per caso in debito con lui? Forse.
So solo che vorrei questo momento non finisse mai.
<< Amici? >> questa domanda spiazza Sana.
Poi però sorride << Amici! O almeno… proviamo ad esserlo >>
<< Già, non si sa mai >> poi si fissano per qualche istante negli occhi e ricominciano a ridere e a rincorrersi.
Sì, sono proprio strani quei due…
ANGOLO AUTRICE
Ciao ragazzi! Innanzitutto buon anno, spero che quest’anno sia pieno di aggiornamenti, LOL, e tanta pace, ciò che nel 2015 non c’era almeno per me.
Allora, cosa ne pensate di questo capitolo? Piaciuto? E scusate se i capitoli sono così corti però è l’unico modo che ho per aggiornare in tempo.
Se li vorreste più lunghi però ditemelo così posso allungarli se volete.
A presto
SA