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Autore: Persefone3    04/01/2016    8 recensioni
SPOILER per chi non segue la quinta stagione americana!!
Hook ha appena sacrificato la sua vita per salvare la città ed Emma dall'Oscurità che stava riportando dagli Inferi. Il gesto che Emma ha dovuto compiere l'ha distrutta e a malincuore ha dovuto lasciare andare l'uomo della sua vita, il suo unico e vero amore dopo aver fatto di tutto per tenerlo in vita. Non ha più ll'Oscurità dentro, ma da essa qualcosa ha imparato: lottare ostinatamente per quello a cui tiene. Sarà quest'ostinazione a spingerla verso il viaggio più insidioso di tutti, quello verso l'Averno per riprendersi il suo amore. Se ci riuscirà o meno questo sarà tutto da vedere.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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II. Charon’s Rules
 
Dopo Emma, anche gli altri la seguirono per raggiungere l’imbarcazione. Una figura incappucciata era alla guida del timone e sembrava tutto fuorché avere buone intenzioni.
 
- Quale mortale osa convocare me qui? Ve lo dico, siete troppo pesanti da vivi. Non posso trasportarvi dall’altra parte.
- E come pensi di fermarci? – disse Robin cercando di salire a bordo
 
Non appena l’uomo cercò di toccare la superficie della barca, questa divenne incorporea, facendo ricadere l’arto in acqua.
 
- Sciocco mortale, credi davvero di poter imporre la tua volontà ai servitori dell’Oltretomba? Di regola non è concesso ai vivi il passaggio verso l’altro regno, ma siete fortunati stanotte. Ho avuto ordine di dirvi che solo ad uno di voi è stato accordato il permesso di scendere e quindi una sola persona posso traghettare giù.
 
Robin incoccò immediatamente una freccia all’arco e la puntò verso l’uomo incappucciato.
 
- Chi sei tu?
- Sono Caronte, il traghettatore delle anime e minacciarmi con quelle armi non servirà a nulla. Solo io posso guidare le anime al di là del fiume Stige dopo avermi pagato l’obolo dovuto. Le regole degli Inferi sono ferree e nessuna delle vostre magie può opporsi al volere del signore degli Inferi, neanche quella del Signore Oscuro può sperare di avere una possibilità o quella della Salvatrice. Se volete scendere, dovete rispettare le sue regole. Ve lo ripeto: posso traghettare una sola persona.
 
Emma era rimasta in silenzio ad osservare la figura. Era chiaro che stavano per scontrarsi con forze che andavano al di là di qualunque immaginazione. Lo stesso Merlino avrebbe dovuto piegarsi al loro volere, figuriamoci un gruppo di comuni mortali. Ma sapeva che avrebbe fatto di tutto per tornare da Killian e se questo voleva dire affrontare il viaggio da sola, lo avrebbe fatto.
 
- Andrò da sola – esordì Emma facendo calare di nuovo il silenzio – la faccenda riguarda il mio uomo, quindi scenderò io.
 
A quelle parole, lo sguardo di Caronte si accese. Tutto stava andando secondo il volere di Ade.
 
- Tu devi essere Emma Swan. Sei davvero sicura di voler intraprendere questo viaggio? Il mio signore Ade dice sempre che il viaggio più pericoloso è quello nell’inferno della propria anima.
- Io non sarò sola – disse Emma stringendo l’anello che aveva al collo – e qui ho chi mi aspetta.
- Mamma tu non sarai mai sola – disse Henry poggiando una mano sulla spalla della donna per farla voltare.
 
Il ragazzino estrasse dal suo zaino un vecchio tomo e lo porse alla madre perché lo prendesse con sé.
 
- Non possiamo sempre scegliere le regole del gioco, ma questo potrebbe tornarti utile. È un vecchio libro sui miti e leggende, magari può darti qualche idea quando sarai dall’altra parte.
 
Emma guardò suo figlio stupita.
 
- Dove lo hai trovato questo, ragazzino?
- Il bello di una nonna bibliotecaria è che puoi avere accesso a tutti i tipi di libri possibili e immaginabili. Fai attenzione, mi raccomando.
 
Emma abbracciò forte suo figlio.
 
- Lo sarò e tornerò con lui, non temere.
- Bene – intervenne Robin – se non possiamo scendere materialmente con te, lascia che sia qualcosa di nostro ad accompagnarti. Prendi il mio arco, Emma: non ha mai mancato un bersaglio e saprà servirti con dedizione proprio come se fossi io a maneggiarlo.
- Prendi le mie frecce – continuò Snow slacciandosi la faretra dalle spalle per sistemarla su quelle di sua figlia – la speranza è come un dardo: una volta che la si lascia andare arriverà dritta alla meta.
- In caso dovrai fronteggiare qualcuno ad una distanza più ravvicinata, usa la mia spada – concluse David legando la cintura alla vita di sua figlia.
- Un’ultima cosa Swan – disse Regina.
 
La donna tirò fuori dalla tasca un ciondolo a forma di ghianda.
 
- Da quando Zelena è qui, ho avuto modo di studiare bene la sua magia e i suoi incantesimi. In questo ciondolo è racchiusa l’essenza di Storybrooke. Se dovessi perderti, il trifoglio di Oz rilascerà i suoi poteri per permetterti di tornare a casa. Dovrai solo agitarlo e la tua magia farà tutto il resto.
- Grazie, davvero – rispose Emma mettendo il ciondolo in tasca.
- Bene – intervenne Caronte – se i commiati sono finiti, è tempo di andare. Ho del lavoro da sbrigare e un capo cui rendere conto.
- Sono pronta.
 
Emma entrò nella barca e si sedette dietro il traghettatore. Il legno di quella piccola imbarcazione era talmente freddo da provocarle un brivido. Il legno della Jolly Roger non era mai stato così asettico, ma questo, probabilmente era dovuto al fatto che era stato testimone della nascita e della maturazione del loro amore. Ancora una volta, la mano di Emma strinse l’anello al collo. La barca iniziò a muoversi per poi sparire dietro una densa nube grigia. Il gruppo che era rimasto a riva ora poteva fare una sola cosa: aspettare ed avere fiducia in lei.
 
Quando Emma lo aveva trafitto in lacrime, Hook si era improvvisamente sentito più leggero, come se con quel gesto lei lo avesse liberato di un peso enorme. Non si perdonava il fatto di essersi lasciato accecare dall’Oscurità in quel modo e di essere stato risucchiato nel suo violento vortice con tale furia. L’aveva ferita con le sue parole, con la sua rabbia cieca. Ma Emma Swan era l’amore della sua vita, la donna per cui valeva la pena di vivere e morire se necessario. E proprio in nome di quell’amore e dell’uomo che voleva ricordasse, che aveva sacrificato tutto. Vederla tornare la splendida donna di cui si era perdutamente innamorato lo aveva ripagato di tutto il dolore e del rimorso che lo aveva consumato. Andarsene tra le sue braccia, accarezzandole dolcemente il viso: non avrebbe potuto sperare in qualcosa di più dolce di quella. Mentre Emma lo stava abbracciando, aveva sentito la stanchezza annebbiargli la mente e tutto intorno aveva iniziato a farsi sfuocato. L’ultima cosa che ricordava del mondo così come lo aveva sempre conosciuto, era il peso della testa di Emma sul suo petto e i singhiozzi del suo disperato pianto. Aveva appena avuto il tempo di sfiorarle la testa un’ultima volta prima che l’oblio lo avvolgesse nel suo manto.
Dove si trovava ora? A Killian sembrava di aver dormito un anno intero, ma qualcosa ora lo spingeva ad aprire gli occhi. Quando lo fece, si ritrovò in uno splendido prato di Camelie.
 
- Emma … - sussurrò passandosi una mano sulle labbra.
 
Il ricordo di lei torno ad invadergli la mente: le sensazioni, l’amore, le carezze, il contatto con lei. Perduto, era tutto perduto ormai. Lasciò sfogare quell’ondata di nostalgia dentro e poi iniziò a guardarsi intorno. Non era a Camelot, di questo era sicuro. Il paesaggio sembrava stranamente familiare, come se si trovasse nei boschi intorno a Storybrooke, ma questo era impossibile. Dopo essersi assicurato di poter camminare si avviò verso uno dei sentieri.

Il sole stava tramontando e lui doveva assolutamente trovare un posto dove trascorrere la notte. Non che si sentisse stanco, ma non era saggioindugiare in un luogo sconosciuto con le tenebre ancora più fitte ad avvolgerlo. Il paesaggio sembrava proprio quello dei boschi attorno alla cittadina del Maine. Aveva pattugliato quei boschi con Emma un sacco di volte, sapeva bene come erano fatti. Improvvisamente si ritrovò davanti quello che sembrava proprio il confine della città. Come il pirata vide le prime case, si avviò immediatamente a una di esse per chiedere riparo per la notte. Bussò un paio di volte prima di sentire dei passi dirigersi verso l’uscio.
 
- Vi prego, apritemi, non ho cattive intenzioni.
 
Non appena la porta si aprì, Killian rimase esterrefatto.
 
- Questo non è possibile …
 
Alla porta era comparsa una donna che conosceva benissimo.
 
- Killian … cosa ci fai qui?
- Milah …
- Cosa ti è successo?
- Fammi entrare per favore.
- Ma certo Killian – disse Milah chiudendo la porta alle loro spalle.

Seduti in salotto, Killian e Milah erano piuttosto imbarazzati. Nessuno aveva il coraggio di iniziare una qualunque conversazione. Fu Milah la prima a rompere il ghiaccio.
 
- Ti donano questi abiti moderni, Killian.
- Grazie. A dir la verità è stata Emma ad aiutarmi sceglierli – Hook notò immediatamente la donna irrigidirsi a quel nome – e comunque donano anche a te.
- Grazie. Purtroppo io ero sola quando ho scelto i miei.
 
Hook portò alle labbra la tazza di te che Milah aveva preparato. Era chiaro che pronunciare il nome di Emma la rendesse nervosa e di certo quello non era un modo gentile per ripagare la sua ospitalità. Cercò quindi di alleggerire la tensione.
 
- Sono contento di rivederti, davvero.
- Lo stesso vale per me. Anche se so che la tua vita terrena è andata avanti. Non te ne faccio una colpa ovviamente, ma mi rende nervosa.
- Hai ragione e ti chiedo scusa. Mi vuoi dire, invece, dove siamo? Mi sembra di essere a Storybrooke
- Non so cosa sia questa Storybrooke, ma questo è il regno degli Inferi. È qui che rimangono intrappolate le anime di coloro che hanno delle questioni in sospeso.
- Immagino che Baelfire sia la tua faccenda in sospeso.
- E te ovviamente..
- Milah ti prego …
- Hai perfettamente ragione, scusami. Puoi restare qui tutto il tempo che vuoi. Ho un’altra stanza, fa come se fossi a casa tua. Domani mattina mi recherò in città presto e tornerò prima di sera. Tu rimani qui senza problemi.
- Grazie.
- Di nulla. È bello rivederti di nuovo.
 
Killian vide Milah alzarsi e fargli cenno di avvicinarsi alle scale che conducevano al piano di sopra. Si alzò dalla poltrona e la seguì.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Buonasera a tutti! Eccoci partire ufficialmente per questo viaggio insieme ad Emma. Alla fine è andata sola, ma gestire tutti quei personaggi sarebbe stato troppo complicato per me e poi la linea che ho in mente comprende altre strade. La prima l'abbiamo incontrata, o meglio Killian l'ha incontrata. Milah lo ha aspettato in quel posto da sempre. E ora come reagirà il capitano non sapendo minimamente che Emma sta scendendo a riprenderselo? #vedremo
Ho iniziato questa storia da pochissimo e voglio davvero ringraziare tutti quelli che hanno letto, inserito e recensito, grazie davvero . Credo che posterò quasi sempre di lunedì impegni permettendo :D
Un abbraccio grandissimo
Persefone
  
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