11) Il solito percorso (Completato il 13 luglio 2015)
 
La notte era passata, ed era stata una delle più lunghe che si potessero ricordare.
Non si avvertiva tanta tristezza tra le mura del castello dai tempi della morte di Uther.
Ma domani è un altro giorno.
All’alba Lady Juliana e Kayley avevano lasciato il castello, salutando tutti la sera prima.
Vollero subito recarsi al loro villaggio natio, a Gaunnes, per avvertire familiari e amici della loro perdita, e prendere gli ultimi affetti rimasti lì, per trasferirsi al più presto definitivamente a Camelot.
Anche il gruppo di Storybrooke era pronto a partire, ma solo dopo un sontuoso pranzo d’addio.
Un’occasione non solo per raccogliere al meglio le energie per l’ennesimo viaggio verso Avalon, ma anche per permettere a chi era appena tornato da quella bizzarra città di raccontare a chi non c’era quanto avvenuto.
Ginevra, Gaius, Galahad e Bors non sapevano ancora molto, e in più si erano accorti che c’era una faccia nuova tra gli ospiti.
«Non ci siamo ancora presentati: come vi chiamate?»
«Ariel, vostra grazia» la sirenetta rispose alla Regina con un leggero inchino.
«La nostra amica è una sirena» intervenne Uncino «E ha portato la mia nave nel vostro mondo. Adesso è ormeggiata al lago di Avalon, in attesa del nostro ritorno»
«Avete lasciato qualcuno dei vostri a presidiarla?» chiese Bors al pirata
«No»
«E non avete paura che qualcuno possa rubarvela? Anche se ormai Morgana e i Sassoni sono stati sconfitti, quelle terre non sono ancora libere da tutti i briganti»
«Il vostro mago di corte mi sta facendo dormire sonni tranquilli»
Merlino si avvicinò ai due. Non era più il vecchio che aveva combattuto a Storybrooke, ma l’ormai 36enne cavaliere di Camelot, con la sua armatura rosso-blu.
«Ho coperto la Jolly Roger con un incantesimo di sparizione, che sarò ben lieto di levare quando saremo tornati tra qualche giorno ad Avalon»
«Ah, perfetto, allora» Ginevra rientrò nel discorso «Mi fa piacere rivederti, Emma. Non sei più Oscura, a quanto vedo»
«Si, vostra grazia, merito di Merlino. Da quel che ho capito, ha risolto il mio problema come risolse il vostro tempo fa»
«Parli della Dolma? Ma com….»
«Mia cara, non davanti a tutti» Artù arrivò di colpo alle spalle della moglie mettendogli provvidenzialmente una mano sulla bocca «Ti racconto tutto dopo»
«Si, forse è meglio…» Anche Merlino arrossì «E in ogni caso ci sono cose più importanti da dirti, Ginevra. Se abbiamo sconfitto gli spettri di Mordred, merito è stato anche dei vecchi eroi. Uther, Lancillotto, Lionel, Alastor, Galvano, e anche vostro fratello»
«Elyan?!?» una lacrima scese sul volto della regina.
«Si, altezza» intervenne Percival «Forse è meglio se vi raccontiamo al meglio tutta la vicenda»
E così il resto del pranzo fu alternato dai racconti di quella notte piena d’oscurità, e quell’alba che aveva visto, in tutti i sensi, la vittoria della luce sulle tenebre.
 
«Bene, penso che questo sia tutto» Artù si alzò con il calice in mano «Vorrei fare un ultimo brindisi a coloro che hanno contribuito in questi anni a sconfiggere l’oscurità. Ai morti gloriosi e ai vivi coraggiosi!»
«Ai morti gloriosi e ai vivi coraggiosi» tutti risposero all’invito del re.
«Ora non ci resta che prepararci a partire di nuovo. Leon, ci pensi tu?»
«Certamente Sire» il cavaliere fece un inchino e si diresse verso le stalle
«Posso venire con voi, padre?»
«Certo Lancillotto, ma prima, perché non vai ad esercitarti con la spada con il giovane Henry?»
«Preferirei di no, maestà» il figlio di Emma e Regina rispose con un sorrisetto amaro «L’ultima volta vostro figlio mi ha letteralmente fatto nero. È davvero un portento, si vede che è vostro figlio»
«E tu sei nipote di un principe, non sottovalutarti»
«Artù ha ragione» proseguì David «Nelle tue vene scorre il sangue di grandi combattenti. Il motivo per cui Lancillotto è stato più bravo è semplice: lui si allena ogni giorno, noi quante volte l’abbiamo fatto?»
«Poche, nonno»
«Proprio per questo un altro po’ di pratica non ti farebbe male. Forza, andate con Bors»
«Grazie della fiducia, Principe Azzurro» rispose il cavaliere «Cercherò di insegnare qualche nuova tecnica a vostro nipote, nel tempo che avrò a disposizione»
«Poco, ma chi lo sa che non ci rivedremo?»
«Stare in vostra compagnia è sempre un piacere» anche Galahad entrò nel discorso «Anche se il vostro arrivo è spesso accompagnato da nefasti eventi per i nostri mondi»
Dalla sua espressione facciale David sembrava esserci rimasto male, così il cavaliere rimediò immediatamente:
«Ma non fraintendetemi: al destino non si comanda. Non è colpa vostra quanto successo in questi 10 anni»
«Si, non preoccupatevi, se la mia faccia vi ha ingannato, è solo per un motivo: anche noi non stiamo mai tranquilli a Storybrooke, e purtroppo ogni tanto abbiamo perso persone care»
«Ma noi lotteremo sempre per loro, questa è l’unica cosa che conta» Biancaneve strinse la mano a suo marito, e tutti sorrisero in segno d’approvazione.
 
E poi cavalcarono, cavalcarono ancora una volta verso Avalon.
«Ormai abbiamo percorso tante volte questa strada, Merlino, che ne ho perso il conto. Stavo pensando di sterrare una strada. Potremmo chiamarla “Il sentiero per Avalon”. Che ne dici Merlino?
«Potrebbe essere un’idea, ma forse è meglio che questo luogo rimanga segreto ai posteri»
«E perché?»
«Perché potrebbero tornare i tempi in cui nuovi re e governanti tornino a temere la magia, e questo posto fantastico potrebbe essere distrutto. Se invece restasse solo una leggenda, la magia di questo luogo non verrebbe distrutta»
«Da quanto ho capito tu hai visto come diventerà questo posto tra 1000 anni, ma non me ne hai mai voluto parlare. Peccato che non abbiamo avuto tempo di andare a vedere il mio castello quando siamo andati nel loro mondo»
«Ed è meglio se non l’abbiamo fatto. Posso solo assicurarvi che questo mondo, grazie a Tremotino, è in gran parte diverso da quello che ho vissuto io, ed è l’unica cosa che conta»
«Tu sei immortale, e io no. Forse tu invidi la mia vita, Merlino, o forse no. Ma almeno so che sarai sempre al mio fianco, anche quando non ci sarò più»
«Potete contarci»
E tornarono a cavalcare con il resto del gruppo.
 
Quando arrivarono, la Jolly Roger era ancora lì, come Merlino aveva promesso.
Ariel si tolse il suo bracciale e tornò ad essere una sirena.
Lei aveva già salutato gli abitanti di Albion, gli altri lo stavano facendo ora.
«Artù, ve l’ho già detto, ma lo ripeto: grazie ancora per quello che avete fatto. E lo stesso vale per voi, Merlino, e gli altri cavalieri. Non potremo mai ripagare la vostra perdita»
«Se non foste tornati Mordred avrebbe fatto del male a vostra figlia e poi avrebbe sicuramente attraversato il portale. Abbiamo fatto il nostro dovere, e voi il vostro. Smettetela di sentirvi in colpa»
«Allora dovete fare lo stesso voi su Lionel» continuò David.
«Ci proverò. A presto»
«Tutti a bordo!» Uncino era pronto a provare l’ebrezza di un nuovo viaggio temporale sulla sua nave.
Ariel fece un volo fuori dall’acqua in stile delfino, e quando il suo corpo toccò di nuovo la superfice del lago l’onda che si formò aprì un piccolo portale, che Merlino prontamente allargò con la sua magia.
Il vortice risucchiò la nave, per poi richiudersi.
Per sempre?
 
FINE